Ciminiere PDF
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INDICE
CAPITOLO 1 ..................................................................................................... 1
INTRODUZIONE: IL PROGETTO DELLE CIMINIERE............................... 1
1. Premessa......................................................................................................... 1
2. Criteri di progetto delle ciminiere .................................................................. 2
3. Azioni sulle ciminiere .................................................................................... 9
3.1. Alte temperature ...................................................................................... 9
3.2. Distribuzione non uniforme della temperatura........................................ 9
3.3. Incrementi di pressione ......................................................................... 10
3.4. Azioni del sisma .................................................................................... 10
3.5. Azione del vento.................................................................................... 10
• Effetti dell’azione longitudinale del vento........................................ 10
3.6. Rappresentazione e modellazione del vento ......................................... 11
3.6.1 Spettro della velocità del vento ....................................................... 13
3.6.2 Profilo della velocità media del vento............................................. 17
3.6.3 L’interazione vento-struttura nel caso di ciminiere a sezione
circolare - il numero di Reynolds.................................................................. 19
4. Gli smorzatori a massa accordata (o TMD) ................................................. 23
4.1. Applicazioni dei TMD nel campo dell’Ingegneria Civile..................... 26
4.2. Progettazione di smorzatori a massa accordata per ciminiere............... 29
CAPITOLO 2 ................................................................................................... 34
LA RISPOSTA DELLE CIMINIERE ALLA AZIONE DEL VENTO........... 34
I
INDICE
1. Premessa....................................................................................................... 34
2. La teoria quasistatica linearizzata................................................................. 35
2.1. Azioni del vento agenti sul cilindro ...................................................... 36
2.2. Equazioni linearizzate del moto ............................................................ 40
2.3. Analisi della risposta in condizioni di stabilità ..................................... 41
2.4. Analisi della risposta trasversale di strutture allungate di sezione
circolare all’azione del vento ............................................................................ 45
3. La sincronizzazione del distacco dei vortici................................................. 50
4. Il modello di Vickery ................................................................................... 53
4.1. Oscillatore lineare soggetto ad azioni trasversali .................................. 54
4.2. Modello lineare ad un grado di libertà per ciminiere ............................ 62
CAPITOLO 3 ................................................................................................... 66
CONTROLLO DELLA RISPOSTA DELLE CIMINIERE MEDIANTE
SMORZATORI A MASSA ACCORDATA ........................................................ 66
1. Premessa....................................................................................................... 66
2. Modello matematico per la valutazione della risposta delle ciminiere con
smorzatori a massa accordata................................................................................ 67
2.1. Parametri di controllo............................................................................ 68
2.1.1 Parametri legati alle caratteristiche della struttura .......................... 68
2.1.2 Parametri legati alle caratteristiche degli smorzatori a massa
accordata ....................................................................................................... 70
2.1.3 Parametri legati all’azione del vento ............................................... 71
3. Influenza del livello di turbolenza Iu ............................................................ 76
4. Influenza della rugosità del suolo................................................................. 85
5. Influenza dei parametri degli smorzatori a massa accordata........................ 94
5.1. Ottimizzazione dei parametri degli smorzatori a massa accordata ..... 115
6. Influenza del numero di Scruton Sc ........................................................... 120
6.1. Risposta della ciminiera dotata di smorzatore a massa accordata....... 122
6.2. Risposta della ciminiera non controllata ............................................. 127
6.3. Efficacia degli smorzatori a massa accordata...................................... 129
7. Influenza della snellezza ............................................................................ 132
7.1. Risposta delle ciminiere dotate di smorzatore a massa accordata....... 133
II
INDICE
III
ELENCO SIMBOLI
ELENCO SIMBOLI
Caratteri latini
b Dimensione caratteristica della sezione trasversale delle strutture
allungate
[C] Matrice di smorzamento relativa alla struttura in assenza di
vento
[C ] * Matrice di smorzamento relativa alla struttura in presenza di
vento
[C ] a Matrice di smorzamento aeroelastica
~ Scarto quadratico medio del coefficiente aerodinamico
C Ls
istantaneo connesso all’azione trasversale del distacco dei
vortici
CD ,CL ,CM Coefficienti aerodinamici di resistenza, portanza e momento
torcente
D, L, M Resistenza, portanza e momento torcente
E Modulo di Young
f Frequenza
f1 Frequenza propria della struttura nel primo modo di vibrare
IV
ELENCO SIMBOLI
V
ELENCO SIMBOLI
[S u
FF (f) ] Aliquota di [S FF ( f )] dovuta al contributo della componente
u ′ della turbolenza
[S v
FF (f) ] Aliquota di [S FF ( f )] dovuta al contributo della componente
v ′ della turbolenza
[S s
FF (f) ] Aliquota di [S FF ( f )] dovuta al contributo del distacco dei
vortici
S L1L1 ( f ) Funzione di densità spettrale di potenza della forzante L1(t)
v ′ della turbolenza
S Ls1L1 ( f ) Aliquota di S L1L1 ( f ) dovuta al contributo del distacco dei vortici
VI
ELENCO SIMBOLI
Caratteri greci
α Coefficiente di rugosità del suolo, angolo di attacco
η y1 (t ) Coordinata modale nel primo modo di vibrare della struttura
nella direzione trasversale a quella del vento
ξ0 Smorzamento della struttura
ξa Smorzamento aerodinamico
ξTMD Smorzamento del TMD
λ Snellezza della ciminiera
µ Rapporto tra la massa del TMD e la massa modale della
ciminiera (mass ratio)
µi Modo di vibrazione i-mo della struttura
µ1 y ( z ) Primo modo di vibrazione della struttura nella direzione
trasversale a quella del vento
ρ Densità dell’aria
Ω Rapporto tra la frequenza del TMD e la frequenza della
ciminiera relativa al primo modo di vibrare (tuning ratio)
VII
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
CAPITOLO 1
1. Premessa
Il progetto, la costruzione e l’assemblaggio delle ciminiere richiede un’ottima
conoscenza di queste strutture, dei materiali che vengono utilizzati e delle forze
che agiscono su di esse e che devono essere determinate in fase di progetto.
In questo capitolo introduttivo verranno brevemente esaminate le tipologie di
ciminiere che sono adottate più di frequente e si accennerà ai criteri che vengono
seguiti nella scelta di queste.
Verranno inoltre analizzati i criteri di determinazione delle azioni, sia interne
che esterne, di cui bisogna tenere conto nella fase progettuale, soffermandosi in
maniera particolare sulle azioni da vento.
1
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
2
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.1 – Ciminiera in C.A. alta 360m a Trbovlje in Slovenia (a sinistra) e ciminiera in C.A. ad
Altbach (a destra)
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CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.2 – Vista all’interno di una ciminiera in C.A. alta più di 300m (a sinistra) e fase di
saldatura dell’armatura di una ciminiera in C.A. (a destra)
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CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
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CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.4 – Esempio di ciminiera in cemento armato con quattro canne di ventilazione
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CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
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CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Per quanto riguarda la scelta dei parametri legati alla progettazione delle
ciminiere, si rimanda al Capitolo 3, dove verranno esaminate le variabili che
intervengono nello studio del comportamento delle ciminiere, e verranno
analizzati i criteri utilizzati dalle normative nella determinazione di questi.
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CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
9
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
10
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
proprietà meccaniche della struttura, come la sua massa, la sua flessibilità e il suo
smorzamento.
Le normative di solito fanno riferimento ad una velocità media di riferimento:
ad esempio nella normativa del CICIND la velocità è calcolata ad una quota pari a
10m dal suolo per un periodo pari ad un’ora e avente un periodo di ritorno di 50
anni. La normativa riporta anche il valore dei coefficienti di sicurezza, il cui uso
assicura che la probabilità che una ciminiera in cemento armato collassi sotto la
spinta di tali forze sia compresa tra valori non maggiori di uno su 5000 e di uno su
10000 durante il suo periodo di vita, a seconda delle caratteristiche geometriche
della struttura.
11
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
vibrazioni ben più gravose nel piano ortogonale al primo in conseguenza del
fenomeno del distacco dei vortici di Von Karman. Per effetto del numero molto
elevato di ripetizioni di tali vibrazioni e quindi delle corrispondenti oscillazioni di
tensione, si può verificare il danneggiamento progressivo per fatica del materiale,
oppure addirittura il collasso immediato della struttura per superamento del carico
di snervamento del materiale o per instabilità dell’equilibrio.
In questo paragrafo ci si limita a dare alcune nozioni sulla modellazione dello
strato limite atmosferico, ossia di quella porzione dell’atmosfera, in cui
caratteristiche del vento sono influenzate dalla presenza del suolo.
Il suolo infatti modifica il flusso atmosferico a seconda degli elementi che
interagiscono con esso. Tali elementi possono essere ricondotti a tre tipi diversi:
• orografia;
• rugosità della superficie;
• ostacoli.
L’influenza esercitata dall’orografia consiste nella creazione di percorsi
preferenziali che portano ad accelerazioni o decelerazioni del flusso d’aria. La
rugosità del terreno è invece la causa primaria della nascita dello strato limite
atmosferico. L’influenza degli ostacoli è localizzata: più intensa sottovento ad
essi, fino a distanze di circa 10 volte ed a quote di circa 3 volte le dimensioni
dell’ostacolo; dopo di che il flusso “dimentica” tale effetto, per la rapida tendenza
dello strato limite atmosferico a riportare l’equilibrio tra il gradiente di pressione e
le forze di attrito. Questi tre elementi contribuiscono, in diversa misura, ad
aumentare la turbolenza del vento in prossimità del suolo. A ciò si aggiungono gli
effetti termici indotti dalla superficie che anche modificano il flusso atmosferico.
All’interno dello strato limite atmosferico, il vento viene studiato come un
processo stocastico multidimensionale, per il quale occorre cioè conoscere non
solo la dipendenza dal tempo, ma anche quella dalla posizione. Per semplicità di
trattazione, le due dipendenze vengono di solito analizzate separatamente, e
quindi lo studio ne risulta scisso in due parti: una prima diretta ad analizzare le
caratteristiche puntuali del vento, ed una seconda che ne analizza la distribuzione
spaziale.
12
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
13
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.8 - Rappresentazione ideale di uno spettro a lungo termine della velocità
14
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
u (t ) = U + u ′(t )
w(t ) = w′(t )
e dunque:
dove con U si è indicato il valore medio della velocità del vento e con l’apice le
parti fluttuanti a media nulla della velocità. Queste parti fluttuanti del processo
sono dette componenti della turbolenza.
Vengono, inoltre, indicati come intensità della turbolenza i rapporti
adimensionali tra gli scarti quadratici medi delle componenti della turbolenza e la
velocità media del vento:
15
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
u~
Iu =
U
v~
Iv = (5)
U
~
w
Iw =
U
+∞
S( f ) = ∫ R(τ)e
− i ⋅2 πfτ
dτ
−∞
(6)
+∞
R (τ ) = ∫ S ( f )e
i ⋅2 πfτ
df
−∞
f ⋅ S uu ( f ) x2 1200 ⋅ f
= 4 con x = (7)
u*2 ( 1 + x2 )
43
U10
16
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
dove con u*2 si indica la velocità di attrito, una quantità che dipende dalla rugosità
del sito e misura gli sforzi tangenziali a contatto col suolo, e con U10 si indica il
valore medio della velocità alla quota di 10 m.
Oltre alla (7) esistono altre espressioni che fanno dipendere la densità spettrale
di potenza dalla quota.
Per gli spettri delle componenti laterale e verticale della turbolenza vengono
usualmente utilizzate espressioni rispettivamente del tipo:
f * ⋅ u*2
S vv ( f ) = 15
(
f 1 + 9.5 f * )
53
(8)
f ⋅u
* 2
S ww ( f ) = 3.36 *
(
f 1 + 10 f * )53
f ⋅z
f* = (9)
U (z )
17
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.9 – Profili della velocità media del vento per terreni variamente accidentati
Una ulteriore osservazione può essere di qualche utilità: quando il vento soffia
da una zona senza ostacoli verso una zona che presenta asperità superficiali, o
viceversa, ha luogo un cambiamento nel profilo della velocità media. Significative
18
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
differenze nel profilo si verificano per lo più nei primi 150 m, e correntemente si
ritiene che un percorso di un km circa sottovento, a partire dal punto dove ha
luogo il cambiamento di accidentalità, sia sufficiente ad esaurire i cambiamenti
nel profilo delle velocità. Tali cambiamenti di regola hanno luogo più
velocemente quando il vento soffia da una superficie non rugosa verso una
rugosa.
Fi
C Fi = (11)
1 2 ρV 2 S
avendo indicato con Fi le componenti i-esime della forza risultante agente sul
corpo, con V la velocità del vento a monte del corpo e con S una superficie di
riferimento.
I carichi suddetti sono in generale caratterizzati da componenti medie e da
componenti variabili nel tempo, che sono descrivibili mediante la loro varianza e
la loro funzione di densità spettrale di potenza. In linea generale si può affermare
19
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
20
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.11 – Flusso turbolento su un corpo cilindrico a sezione circolare con formazione di scia
U ( z ) ⋅ b( z )
Re = (12)
ν
21
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
22
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
ritardato distacco dello strato limite turbolento rispetto a quello laminare: infatti
per avere un distacco alternato regolare di vortici è necessario che i vortici
vengano immessi nella scia in modo spazialmente e temporalmente correlato; se
ciò non avviene i vortici non possono organizzarsi in nuclei concentrati e quindi
producono un campo di perturbazione avente energia cinetica nettamente
inferiore: ciò comporta una forte riduzione della resistenza e, come vedremo, delle
forze oscillanti trasversali.
Nell’ambito della progettazione delle ciminiere, tutto questo è di fondamentale
importanza perché il distacco dei vortici influenza notevolmente il valore delle
forze agenti sul corpo. Il meccanismo di distacco dei vortici, infatti, induce forze
oscillanti molto maggiori nella direzione trasversale alla corrente che in direzione
assiale; in conseguenza di ciò le eventuali oscillazioni indotte dal distacco
alternato dei vortici possono avvenire alla frequenza fs, pressoché esclusivamente
in direzione trasversale, come si vedrà nel Capitolo 2.
23
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.13 - Schema esemplificativo del funzionamento di uno smorzatore a massa accordata
24
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.14 – Efficienza del TMD [da RWDI – Rowan Williams Davies & Irwin Inc.]
Il primo studio teorico sul comportamento dei sistemi con il TMD fu condotto
da Ormondroyd e Den Hartog (1928) e da Den Hartog (1940). Fu considerato un
sistema lineare non smorzato a un grado di libertà, dotato di TMD sia non
smorzato che smorzato, e soggetto a una forzante armonica. Il TMD non
smorzato, nonostante la sua efficacia nel ridurre la risposta del sistema in
risonanza, fu scartato poiché l’ampiezza delle vibrazioni del TMD era alquanto
larga e la risonanza non veniva eliminata ma solo spostata in frequenza.
A questo primo studio ne seguirono molti altri, tra cui i più importanti sono
stati quelli di Luft nel 1979 e quelli di Ayorinde e Warburton nel 1980, i quali,
riprendendo gli studi di Ormondroyd e Den Hartog, analizzarono la risposta di
una struttura ad un grado di libertà dotata di TMD e soggetta ad una forzante a
spettro piatto (rumore bianco).
25
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
26
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.15
27
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
scelto abbastanza alto per ridurre gli spostamenti relativi tra la struttura principale
e il TMD. La rigidezza è garantita dalla presenza di molle pneumatiche al
nitrogeno, che permettono una più facile regolazione del parametro Ω in base ad
eventuali cambiamenti delle caratteristiche dell’edificio (ad esempio perdita di
rigidezza dovuta alla rottura di qualche elemento strutturale, incremento della
massa dovuto ad aggiunta di altri piani).
Figura 1.17
A ogni gamba del ponte sospeso furono installati tre TMD, per un totale di
dodici, allo scopo di mitigare le oscillazioni dovute al distacco dei vortici. Un di
questi TMD viene mostrato in Figura 1.18.
28
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
29
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.19
30
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Figura 1.20
Figura 1.21
31
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
Questi, normalmente, sono costituiti da una massa (di solito con valori che
variano tra l’1% e il 5% della massa modale della struttura) che è realizzata
mediante un anello metallico coassiale disposto in testa alla struttura e avente
diametro interno opportunamente maggiore di quello della ciminiera stessa e
sospeso mediante pendoli ad apposite mensole collegate al mantello (Figura 1.21).
Figura 1.22
32
CAPITOLO 1 – Introduzione: il progetto delle ciminiere
33
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
CAPITOLO 2
1. Premessa
La determinazione della risposta delle strutture flessibili soggette all’azione del
vento presenta problemi non risolvibili esclusivamente per via analitica. Ciò è
dovuto al fatto che, quando si studia il comportamento aeroelastico di una
struttura, si deve tenere conto dell’esistenza di una interazione bilaterale tra la
corrente fluida e la struttura stessa: infatti, risulta impossibile considerare quale
sistema dinamico quello costituito dalla sola struttura e considerare il vento solo
come la causa di una azione esterna. Al contrario il sistema dinamico sarà
composto dalla struttura stessa e dal fluido in moto attorno ad essa. Il problema,
quindi, si presenta molto più complesso di quello che si avrebbe qualora si
potessero considerare separatamente i due fenomeni, cioè quello relativo al moto
del cilindro e quello relativo al flusso del vento.
34
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
35
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
36
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
La forza aerodinamica per unità di lunghezza agente sul cilindro può essere
caratterizzata, in maniera del tutto generale, mediante un vettore a tre componenti
(forze lungo x e y e momento torcente) variabile nel tempo:
D(t ) D + D ′(t )
F(t ) = L(t ) = L + L ′(t ) = F + F ′(t ) (15)
M (t ) M + M ′(t )
avendo indicato con la barra i valori medi nel tempo e con l’apice i valori
fluttuanti a media nulla.
Il valore medio della forza aerodinamica viene espresso in funzione dei
coefficienti aerodinamici CD, CL e CM, per cui
C D (α )
1 2
F = ρU b C L (α ) (16)
2 bC (α )
M
F ′(t ) = Ft (t ) + Fs (t ) + Fa (t ) (17)
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CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
laminare con velocità pari alla velocità relativa istantanea tra fluido e cilindro.
Tale ipotesi è verificata se:
• le componenti della turbolenza presentano contenuto energetico a frequenze
prevalentemente inferiori alla frequenza di distacco dei vortici.
• il moto del cilindro avviene anch’esso a frequenze inferiori a quella di
distacco.
In tal modo si ha che, per la (14), la velocità relativa tra fluido e cilindro abbia
anch’essa contenuto energetico alle basse frequenze: il che equivale ad ipotizzare
che le fluttuazioni della velocità relativa tra fluido e cilindro siano lentamente
variabili nel tempo.
Questa ipotesi ci permette di scrivere l’espressione delle componenti della
forza istantanea F(t), valida in ipotesi di comportamento quasistatico ossia nel
caso di fluttuazioni lente [Ricciardelli, 1996]:
1 1
D(t ) = ρU 2 bC D (α ) + ρUbC D (α )u ′(t ) + ρUb(C D′ (α ) − C L (α ) )v ′(t ) +
2 2
1
− ρUbC D (α ) x& (t ) − ρUb(C D′ (α ) − C L (α ) ) y& (t ) +
2
1 1
− ρUb(C D′ (α ) − C L (α ) )R0θ&(t ) − ρU 2 bC D′ (α )θ (t ) + R x0 (t ) + Ds (t )
2 2
1 1
L(t ) = ρU 2 bC L (α ) + ρUbC L (α )u ′(t ) + ρUb(C D (α ) + C L′ (α ) )v ′(t ) +
2 2
1
− ρUbC L (α ) x& (t ) − ρUb(C D (α ) + C L′ (α ) ) y& (t ) + (18)
2
1 1
− ρUb(C D (α ) + C L′ (α ) )R0θ&(t ) − ρU 2 bC L′ (α )θ (t ) + R y0 (t ) + Ls (t )
2 2
1 1
M (t ) = ρU 2 b 2 C M (α ) + ρUb 2 C M (α )u ′(t ) + ρUb 2 C M′ (α )v ′(t ) +
2 2
1
− ρUb 2 C M (α ) x& (t ) − ρUb 2 C M′ (α ) y& (t ) +
2
1 1
− ρUb 2 C M′ (α ) R0θ&(t ) − ρU 2 b 2 C M′ (α )θ (t ) + Rθ0 (t ) + M s (t )
2 2
38
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
Naturalmente per fare ciò, occorre introdurre tre ipotesi aggiuntive: l’ipotesi di
piccola turbolenza, l’ipotesi di piccole velocità e l’ipotesi di piccoli spostamenti.
La prima consiste nell’asserire che le componenti di turbolenza u ′ e v ′ siano
piccole rispetto al valore medio della velocità del vento, ovvero che le intensità di
turbolenza siano molto minori dell’unità.
La seconda ipotesi consiste nell’affermare che le componenti della velocità del
cilindro siano molto più piccole della velocità media del vento.
L’ipotesi di piccoli spostamenti riguarda l’angolo di rotazione θ, essendo gli
spostamenti lungo x e y ininfluenti ai fini delle forze aeroelastiche: tale ipotesi è
valida quando l’angolo θ è molto più piccolo dell’unità.
In tali condizioni è possibile trascurare, nella (18), i termini Rx0 , R y0 e Rθ0 e
39
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
C Ds (t )
1
Fs (t ) = ρU 2 b C Ls (t ) (19)
2 bC s (t )
M
dove si è indicato con s(t) il vettore spostamento di componenti x(t), y(t) e θ(t) e
con [M], [C] e [K] rispettivamente le matrici di massa, di smorzamento e di
rigidezza relative alla struttura in assenza di vento.
Nelle ipotesi fatte precedentemente, valendo le (15) e (17), si può riscrivere
l’espressione della (20) in forma linearizzata introducendo i termini lineari
espressi dalla (18). Di questi quelli proporzionali alle componenti di spostamento
e di velocità verranno portati al primo membro della (20) e si sommeranno
rispettivamente ai termini di natura strutturale compresi nelle matrici [C] e [K],
andando così a costituire le matrici di smorzamento e rigidezza in presenza di
vento, definite come:
[C ] = [C ] + [C ]
* a
(21)
[K ] = [K ] + [K ]
* a
[ ] [ ]
dove con C a e K a si sono indicate le matrici di smorzamento e rigidezza
40
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
2C D C D′ − C L R0 (C D′ − C L )
[ ]1
C = ρUb 2C L
a
2
C D + C L′ R0 (C D + C L′ )
2bC M 2bC M′ bR0 C M′
(22)
0 0 C D′
[K ]
a 1
= ρU b 0 0 C L′
2
2
0 0 bC M′
I termini rimanenti della (18) costituiscono la forzante F(t), che pertanto può
essere scritta nella forma vettoriale:
F(t ) = F + Ft (t ) + Fs (t ) + Fa (t ) (23)
41
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
[K ] s (t ) = F
*
(25)
[ ]
s (t ) = K *
-1
F (26)
42
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
[ ]
dove H * ( f ) è la matrice di risposta in frequenza del sistema in presenza di
[ ]
vento e quindi H * ( f ) è la complessa coniugata. Questa si ottiene applicando la
[H *
] { [ ] [ ]}
( f ) = − (2πf ) 2 [M ] + i 2πf C * + K *
−1
(28)
[S FF ( f )] = [S uFF ( f )] + [S FF
v
( f )] + [S sFF ( f )] (30)
Le due aliquote dovute alla turbolenza sono ricavabili direttamente dalla (18)
ricordando che la funzione di densità spettrale di potenza di una certa funzione si
può ottenere quale trasformata di Fourier della sua funzione di autocorrelazione:
Le forze dovute al distacco dei vortici sono state espresse mediante la (19) che
risulta, tuttavia, una relazione puramente formale in quanto non fornisce nessuna
informazione circa l’andamento delle forze dovute al distacco.
43
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
2
0 0 0
[ ] 1
S ( f ) = ρU 2 b
s
FF
s s
0 S C L C L ( f ) S C L C M ( f ) (32)
2 0 SsC C ( f ) SsC C ( f )
L M M M
dove si sono introdotti gli spettri dei coefficienti aerodinamici relativi al distacco
dei vortici, introdotti nella (19).
Nella (32) i termini relativi alla componente longitudinale della forza D(t) sono
nulli perché, come è possibile mostrare sperimentalmente, le forze nella direzione
media del flusso sono di entità notevolmente inferiore alle forze agenti nella
direzione trasversale L(t) ed ai momenti M(t).
Nella (32) gli spettri mutui vengono di solito trascurati, mentre gli spettri
propri hanno espressione del tipo:
44
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
~ 2 1 − f fs 2
C Ls
S s
CLCL (f) = exp − (33)
π Bf s B
~
dove con B si è indicata l’ampiezza della banda dello spettro e con C Ls lo scarto
quadratico medio del coefficiente aerodinamico istantaneo connesso all’azione
trasversale del distacco dei vortici.
45
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
Figura 2.2 - Struttura allungata ad asse verticale nello strato limite atmosferico
46
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
x( z,t )
s( z, t ) = y ( z,t ) (35)
θ (z,t )
x( z,t ) = µ x1 ( z ) ⋅ η x1 (t )
(36)
y ( z,t ) = µ y1 ( z ) ⋅ η y1 (t )
47
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
h
L1 (t ) = ∫ L( z , t ) ⋅ µ y1 ( z )dz (39)
0
h
1
L1 = ∫ ρU 2 ( z )b( z )C L ⋅ µ y1 ( z ) ⋅ dz
0
2
h
1
Lv1 (t ) = ∫ ρU ( z )b( z ) ⋅ (C D (α ) + C L′ (α )) ⋅ v ′(t ) ⋅ µ y1 ( z ) ⋅ dz (40)
0
2
h
1
Ls1 (t ) = ∫ ρU 2 ( z )b( z )C Ls (t ) ⋅ µ y1 ( z ) ⋅ dz
0
2
1
2
2 ~s2 1 1 − f / f s 2
S Ls Ls ( z , f ) = ρU b C L exp − (42)
2 π Bf s B
~
dove C Ls è lo scarto quadratico medio del coefficiente aerodinamico istantaneo
connesso all’azione trasversale del distacco dei vortici, la cui espressione ci viene
fornita da Vickery in funzione del livello di turbolenza (vedi § 4.1).
La risposta statica, ricordando la (26), vale:
L1
η y1 = (43)
k1
48
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
+∞
η~y1 = ∫ Sη y1η y1 ( f )df (44)
0
mediante il prodotto:
Sη y1η y1 ( f ) = H ( f ) ⋅ S L1L1 ( f )
2
(45)
[
H ( f ) = (− 2πf ) m1 + i 2π ⋅ f ⋅ c1* + k1
2
]−1
(46)
dove:
[ ] [ ]
h h
S Lv1L1 ( f ) = ∫ ∫ S Lv Lv ( f ) z = z S Lv Lv ( f ) z = z Rv ( z1 , z 2 , f ) ⋅ µ y1 (z 1 ) ⋅ µ y1 (z 2 ) d z1 dz 2
0.5 0. 5
z 2
(48)
0 0
Nella (48) lo spettro proprio della forza indotta dalla componente trasversale
della turbolenza può essere espresso nella forma (41) e Rv ( z1 , z 2 , f ) è una
funzione di coerenza, proposta da Vickery, che viene riportata dalla (69).
L’aliquota dovuta al contributo del distacco dei vortici vale:
[ ] [ ]
h h
S Ls1L1 ( f ) = ∫∫ S Ls Ls ( f ) z = z S Ls Ls ( f ) z = z Rs ( z1 , z 2 )µ y1 (z1 )µ y1 (z 2 )dz1dz 2
0.5 0.5
1 2
(49)
0 0
dove lo spettro proprio della forza indotta dal distacco dei vortici è espresso dalla
(42).
Nella (49) la funzione di coerenza Rs è della forza indotta dal distacco dei
vortici è stata proposta da Vickery e Clark nel 1972 ed è data dalla (70).
49
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
St ⋅U
fs = (50)
b
dove si è indicato con St il numero di Strouhal, con U la velocità media del flusso
e con b la dimensione caratteristica della sezione trasversale.
Nelle applicazioni pratiche, però, difficilmente il flusso può essere considerato
laminare, ma è necessario ricorrere a modelli fisico-matematici più complessi in
cui si tenga conto anche dell’attrito tra le particelle di aria che creano condizioni
di turbolenza: in tal caso il distacco dei vortici dalla superficie laterale del cilindro
non avviene più con frequenza fs costante.
Tuttavia, nell’ipotesi di comportamento quasistatico del cilindro, la (50)
continua ad essere valida, a patto di interpretare la frequenza fs, non più come
frequenza di distacco, ma come frequenza centrale di distacco dei vortici. Infatti si
è visto che, nel caso di comportamento quasistatico, ossia nel caso in cui la
turbolenza sia concentrata a frequenze inferiori a quella di distacco, è possibile
considerare il flusso turbolento come flusso laminare a velocità lentamente
variabile nel tempo: quindi la (50) continua ad essere valida, ma deve essere
calcolata istante per istante, sostituendo cioè alla velocità media del flusso U la
velocità istantanea Vr(t).
50
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
Figura 2.3 - Spettro della forza trasversale in presenza del distacco dei vortici
Man mano che aumenta la velocità del vento, aumenta anche la frequenza di
distacco e di conseguenza l’ampiezza delle oscillazioni trasversali, e si può
arrivare al punto in cui il fenomeno del distacco dei vortici sarà governato non più
dal vento, ma dal moto stesso del cilindro, cioè si avranno violente oscillazioni
della struttura, la cui ampiezza sarà sufficientemente forte da far sì che il moto
della struttura governi il distacco dei vortici. Questo fenomeno viene detto
sincronizzazione; in tale condizione, poiché il moto del cilindro avviene in
51
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
Figura 2.4 - Andamento della frequenza di distacco dei vortici in funzione della velocità del vento
Analiticamente questo significa che le equazioni linearizzate del moto (24) non
sono più valide al fine della determinazione della risposta: infatti, nell’ipotesi di
validità della teoria quasistatica, la forzante è indipendente dal moto della
struttura, come si vede nella (23). Ma, come detto in precedenza, il fenomeno
della sincronizzazione comporta una interazione tra il moto del cilindro e il
distacco dei vortici, per cui la (24) non è più valida al fine dell’analisi del
comportamento della struttura.
Da quanto detto precedentemente, nasce il problema del calcolo della risposta
trasversale delle strutture cilindriche allungate in condizioni di sincronizzazione,
non potendo ritenere valide in questo caso le equazioni linearizzate del moto. E’
necessario dunque avvalersi di modelli fisico-matematici che tengano conto di
questo aspetto dell’interazione vento-struttura. A tale scopo nei prossimi paragrafi
si affronterà lo studio del comportamento del cilindro in condizioni di
52
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
4. Il modello di Vickery
L’analisi della risposta trasversale di strutture allungate in condizioni di
sincronizzazione comporta una serie di difficoltà, che nascono dal fatto che la
principale causa di vibrazione della struttura è costituita, come si è detto nel
paragrafo precedente, dalle forze indotte dal distacco dei vortici.
La teoria proposta da Vickery è basata su un modello matematico semi-
empirico mediante il quale è possibile valutare la risposta di strutture allungate di
sezione circolare soggette all’azione trasversale del vento. Tale modello si basa,
infatti, sui dati ricavati da esperimenti eseguiti, in galleria del vento, su cilindri
liberi di vibrare immersi in un flusso bidimensionale. Le misurazioni compiute
hanno mostrato che la forza trasversale agente sul cilindro può essere scissa in due
aliquote fluttuanti: la prima è legata al distacco dei vortici ed agisce nei casi in cui
il cilindro sia libero di vibrare o meno; la seconda, invece, è legata alla sola
vibrazione del cilindro.
Si è detto che la risposta di cilindri alle sole forze indotte dal distacco dei
vortici può essere calcolata applicando le ipotesi della teoria quasistatica
linearizzata, fino a che le ampiezze delle oscillazioni sono piccole. Per ampiezze
più grandi, il contributo delle forze indotte dal moto della struttura diventa
significativo.
Questo aspetto è considerato nel modello proposto da Vickery attraverso un
artificio: viene, cioè, introdotto un termine di smorzamento aerodinamico
negativo per tenere conto, appunto, delle forze indotte dal moto. Un approccio di
questo tipo, naturalmente, non tiene conto degli aspetti analitici del problema (al
contrario, ad esempio, della teoria quasistatica linearizzata, che sviluppa un
modello analitico), ma si basa su considerazioni empiriche, ottenendo comunque
un alto grado di affidabilità.
Analogamente a quanto fatto per la teoria quasistatica linearizzata, il primo
passo nello studio del modello sarà l’analisi delle equazioni che governano il
53
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
1
L = ρU 2 bC L (α ) (52)
2
La parte fluttuante, invece, è data, analogamente alla (17), dal contributo della
componente laterale v ′ della turbolenza, dal contributo del distacco dei vortici e
dal contributo della forza indotta dal moto del cilindro, cioè:
L′(t ) = Lv (t ) + Ls (t ) + La (t ) (53)
avendo indicato con gli apici v, s ed a l’aliquota delle forze trasversali dovute
rispettivamente alla turbolenza, al distacco dei vortici ed al moto del cilindro. Il
problema è quindi quello di determinare il contributo dovuto alle varie
componenti di L′(t ) .
54
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
1
(
Lv (t ) = ρUb C D (α) + C L/ (α) v' (t )
2
) (54)
2
1
( )
S Lv Lv ( f ) = ρUb C D + C L/ S vv ( f )
2
(55)
2
La (55) non vale, come visto precedentemente, nel caso in cui la turbolenza sia
concentrata a frequenze che siano all’incirca uguali o comunque maggiori della
frequenza di distacco dei vortici fs: per tali valori delle frequenze, non valendo più
la teoria quasistatica, la forza Lv(t) dovuta alla turbolenza e la forza Ls(t) dovuta al
distacco dei vortici non possono essere facilmente separate come avviene nella
(53). E’ stato dimostrato che, nel caso di cilindro circolare, la frequenza centrale
della regione di interferenza, per la quale si ha la massima interferenza tra forza
Lv(t) dovuta alla turbolenza e la forza Ls(t) dovuta al distacco dei vortici, deve
essere pari al 95% della frequenza di distacco dei vortici, ossia:
St U
f 0 = 0.95 (56)
b
1
Lv (t ) = ρUbC LI (t ) (57)
2
55
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
2
1
S Lv Lv ( f ) = ρUb χT2 ( f )S vv ( f ) (58)
2
avendo indicato con K1 un coefficiente che, nel caso di sezione circolare, varia tra
i valori di 4.7 e 6.2, e con
1 1 (V − U )2
pV (V ) = exp − 2 2 (61)
2 I uU 2 I u U
u~
Iu = (62)
U
∞
χ T2 ( f ) = ∫ χ 2s ( f ,V ) pV (V ) dV (63)
0
56
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
Figura 2.5 - Andamento della funzione di ammettenza in relazione alla forza fluttuante trasversale
e alle fluttuazioni trasversali della turbolenza
Per quanto riguarda l’azione trasversale Ls(t) per unità di lunghezza indotta dal
distacco dei vortici, questa può essere espressa, per la (19), nella forma:
1
Ls (t ) = ρU 2 bC Ls (t ) (64)
2
1
2
~ 2 1 1 − f / f 2
S Ls Ls ( f ) = ρU 2 b C Ls exp − s
(65)
2 π Bf s B
B = B02 + 2 I u2 (66)
57
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
( ) ( )
C Ls = 0.15 + 0.55 ⋅ i * − 0.09 + 0.55 ⋅ i * e −(20⋅i )
~ 2 * 3
(67)
13 1
b 10
i* ≅ I u ⋅
12
4.6 z (68)
~s
Figura 2.6 - Dipendenza di C L dall'intensità di turbolenza Iu e da i*
C 2 z1 − z 2
2
Rv ( z1 , z 2 , f ) = exp 2 f (69)
U ( z1 ) + U ( z 2 )
58
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
dove C è un coefficiente che dipende dalla scala della turbolenza e vale 10 per
strutture verticali e 16 per strutture orizzontali.
La funzione di correlazione della forza indotta dal distacco dei vortici è stata
proposta da Vickery e Clark nel 1972:
4 z1 − z 2 2 z1 − z 2
2
La (t ) = La1 (t ) + La 2 (t ) (71)
La prima forza La1(t), indipendente dal distacco dei vortici, è collegata alla
componente laterale della forza agente longitudinalmente sul cilindro e alla
variazione nel tempo del coefficiente aerodinamico trasversale CL(α), dovuto alla
variazione nel tempo dell’angolo di attacco α. Tale forza, per unità di lunghezza,
vale:
1
La1 (t ) = − ρUb(C D + C L′ ) y& (t ) (72)
2
1 Ub 1
ξ a1 = ρ (C D + C L′ ) (73)
2 m 4πf 0
59
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
ρb 2
ξa2 =− K a′ (75)
m
k2 6 ⋅ (1 − k ) 2 ~ y
2
~ y
2
K a′ = exp− ′
⋅ 1 − = K a 0 ⋅ 1 − (76)
1 + 6I u 1 + 6 I u βb βb
U
k= (77)
Uc
f 0b
Uc = (78)
St
Per la quantità 1/(1+6Iu), nella (76), viene spesso usato il valore di 0.75.
Nel caso di cilindri a sezione circolare, si ha che C D = 0.65 , C L′ = 0 e
St = 0.24 , per cui la (73) diventa
ρb 2 C D ρb 2 k
ξ a1 = k ≅ (79)
m 8πSt m 10
60
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
ρb 2 k
ξ a = ξ a1 + ξ a 2 = − K a′ =
m 10
ρb 2 k 6 ⋅ (1 − k ) 2 ~ y
2
k2
= − exp − ⋅ 1 − ≅
m 10 1 + 6 I u 1 + 6 I u βb
(80)
ρb 2 k 6 ⋅ (1 − k ) 2 ~y
2
k2
≅ − exp − ⋅ 1 − =
m 10 1 + 6 I u 1 + 6 I u βb
ρb 2 ~ y
2
= K a′ 0 1 −
m βb
L
y= (82)
k
~ π f 0 S LL ( f 0 )
y2 =
(
4 ξ 4π 2 f 2 mh 2
0 ) (83)
61
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
dovuta al distacco dei vortici. Nel caso di cilindro di lunghezza h, si deve tenere
conto dell’incoerenza dell’azione, per cui la funzione di densità spettrale di
potenza della forza L(t) dovuta alla turbolenza laterale vale:
h h
v
S LL ( f ) = S Lv Lv ( f ) ⋅ ∫ ∫ Rv (z1 , z 2 , f ) d z1dz 2 (84)
0 0
spettrale di potenza della forza L(t) dovuta al distacco dei vortici vale:
h h
s
S LL ( f ) = S Ls Ls ( f ) ⋅ ∫ ∫ Rs (z1 , z 2 ) d z1dz 2 (85)
0 0
dove la funzione S Ls Ls ( f ) è data dalla (65). Nella (84) e nella (85) si è indicato
con z1 e con z2 le coordinate, lungo l’asse z, dei punti rispetto ai quali si vuole
valutare il livello di coerenza dell’azione.
y ( z,t ) = µ y1 ( z ) ⋅ η y1 (t ) (86)
dove L1(t) rappresenta la forza modale agente sul cilindro di lunghezza finita, c1* il
coefficiente di smorzamento, relativo al primo modo di vibrare, comprensivo sia
del termine strutturale che di quello aerodinamico, e k1 è il coefficiente di
rigidezza relativo al primo modo di vibrare.
62
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
h
L1 (t ) = ∫ L( z , t ) ⋅ µ y1 ( z )dz (88)
0
h
1
L1 (t ) = ∫ ρU 2 ( z )b( z )C L ⋅ µ y1 ( z ) ⋅ dz (89)
0
2
mentre la parte fluttuante della forzante, costituita dalle aliquote indotte dalla
componente trasversale della turbolenza e dal distacco dei vortici, valgono:
h
L1′ (t ) = ∫ (Lv ( z , t ) + Ls (z , t )) ⋅ µ y1 ( z ) ⋅ dz (90)
0
dove Lv(z,t) e Ls(z,t) sono espresse rispettivamente dalla (54) (o (57)) e dalla (64).
La risposta statica, ricordando la (82), vale:
L1
η y1 = (91)
k1
Nel caso di sezioni circolari il coefficiente CL è nullo, per cui la parte media
della forza è nulla e, per la (91), non vi è risposta statica, ma solo dinamica.
Lo scarto quadratico medio della risposta modale, per la (83), vale:
π f1 S L1L1 ( f1 )
η~y21 = (92)
(
4 ξ1 4π 2 f12 m1 )
2
63
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
della forza L1(t). Questa è data dalla somma delle funzioni di densità spettrale di
potenza delle forze Lv1(t) e Ls1(t):
[ ] [ ]
h h
S Lv1L1 ( f ) = ⋅∫∫ S Lv Lv ( f ) z = z S Lv Lv ( f ) z = z Rv (z1 , z 2 , f )µ y1 (z1 )µ y1 (z 2 ) d z1dz 2
0.5 0 .5
z 2
(94)
0 0
[ ] [ ]
h h
S Ls1L1 ( f ) = ∫ ∫ S Ls Ls ( f ) z = z S Ls Ls ( f ) z = z Rs ( z1 , z 2 )µ y1 (z1 )µ y1 (z 2 )dz1dz 2
0. 5 0.5
z 2
(95)
0 0
1 ~
2
2L k
3 1 − k −1 2 1 h
f1 S Ls1L1 ( f1 ) = ρU c2 C L bh ⋅ ⋅ exp − ⋅ ∫ µ12y ( z )dz (96)
2 λ + 3 πB B h 0
64
CAPITOLO 2 – La risposta delle ciminiere alla azione del vento
ρb 2 k 6 ⋅ (1 − k ) ~ y1
2 2
k2
ξa = − exp − ⋅ 1 − (98)
me 10 1 + 6 I u
1 + 6 I u βb
∫ m(z )µ (z )dz
2
1y
me = 0
h (99)
∫ µ (z )dz
2
1y
0
Le quantità che appaiono nelle (94), (95), (96) e (98) sono caratteristiche del
terzo superiore della struttura: il diametro b è il valore medio nel terzo superiore e
la velocità media del vento U è quella considerata a 5/6⋅h.
L’intensità di turbolenza Iu e il valore dello scarto quadratico medio, ottenuto
dalla (92), sono considerati a 2/3⋅h.
65
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
CAPITOLO 3
1. Premessa
Nel presente capitolo viene presentato, con riferimento alla tecnica del
controllo passivo, lo studio del comportamento, in condizioni di sincronizzazione,
delle ciminiere dotate di smorzatore a massa accordata (tuned mass dampers o
TMD), la cui massa è realizzata mediante un anello metallico coassiale disposto in
testa alla struttura e avente diametro interno opportunamente maggiore di quello
della ciminiera stessa e sospeso mediante pendoli ad apposite mensole collegate al
mantello.
A tale scopo si è cercato di analizzare diverse tipologie di ciminiere attraverso
varie simulazioni numeriche, facendo al contempo variare sia i parametri
geometrici di queste ultime sia i parametri legati alle caratteristiche degli
smorzatori a massa accordata, sia, infine, i parametri connessi all’azione del
vento.
66
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
St ⋅U
fs = (100)
b
67
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
• Parametri geometrici
Sono rappresentati naturalmente dall’altezza h della ciminiera, dal diametro
esterno b dell’ultimo terzo, dallo spessore s dell’ultimo terzo, dalla legge di
variazione della diametro b(z), definita dal rapporto ρ tra il diametro alla base
e quello in testa alla struttura, e dalla snellezza λ, ottenuta dal rapporto tra
l’altezza e il diametro della struttura.
Nella maggioranza dei casi l’altezza della ciminiera e il diametro esterno
vengono stabiliti a priori sulla base di considerazioni di tipo economico e
ambientale.
Per quanto riguarda lo spessore la normativa del [CICIND,1988] prescrive
un valore di s ≥ 5mm nel caso di ciminiere in acciaio e comunque spessori s
non minori di 200mm nel caso di ciminiere in cemento armato.
Ai parametri geometrici si aggiunge la massa m0 per unità di lunghezza, che
è data dal prodotto dell’area della sezione per il peso per unità di volume del
materiale utilizzato. Nel computo della massa m0 va presa in considerazione
anche la presenza di canne fumarie in acciaio che si trovano all’interno della
ciminiera: il numero di queste dipende dalla tipologia della ciminiera che si sta
68
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
• Smorzamento strutturale
Nelle simulazioni numeriche che seguono sono stati adottati, per il coefficiente
di smorzamento strutturale ξ0, i valori prescritti dalle Istruzioni CNR 10012/85,
che prevedono un valore di 0.01 per ciminiere in cemento armato e valori
compresi tra 0.002 e 0.006 per ciminiere in acciaio.
3.516 EI
f1 = (102)
2 ⋅π ⋅ h2 m
• Numero di Scruton Sc
Il numero di Scruton è un indice delle capacità smorzanti della ciminiera: E’
definito come rapporto tra forze dissipative e forze d’inerzia ed è quindi
espresso dalla formula:
m ⋅ξ0
Sc = 4 ⋅π (103)
ρ ⋅ b2
dove con ρ si indica la densità dell’aria per unità di volume che è pari a
1.29Kgm-3.
69
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Figura 3.1 - Schema esemplificativo del funzionamento di uno smorzatore a massa accordata
f TMD
Ω= (104)
f1
70
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
mTMD
µ= (105)
m1
• Numero di Reynolds Re
E’ dato dalla (12) che può essere riscritta nella forma:
Re = 67000 ⋅U ( z ) ⋅ b( z ) (106)
• Numero di Strouhal St
Come già visto nel Capitolo 2, il numero di Strouhal St è definito dalla
(50). In generale il numero di Strouhal dipende dal numero di Reynolds come
ben si vede nel grafico riportato in Figura 3.2.
Si nota che fino a valori di Re dell’ordine di 105, i valori di St si trovano
concentrati intorno a 0.2. Per valori di Re dell’ordine di 106, vi è una
improvvisa impennata del valore di St: in tale zona, detta zona di transizione o
zona critica, si ha una forte disomogeneità dei valori di St. Per valori di Re
dell’ordine di 107, i valori di St ritornano a stabilizzarsi, ma si nota ancora una
disomogeneità.
In presenza di turbolenza i valori di St si trovano concentrati intorno al
valore di 0.20. Questo è anche il valore è prescritto da [CICIND, 1988] che
verrà utilizzato in tutti i calcoli.
71
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
u~
Iu = (107)
U
E’ evidente che per valori nulli di Iu ci si trova nel caso di moto laminare.
Nei calcoli il valore di Iu viene invece fatto variare tra 0.06 e 0.15.
72
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Per tenere conto degli effetti del suolo sulle caratteristiche del vento, si
introduce un coefficiente di rugosità del suolo α. I valori di tale coefficiente,
raccomandati nella progettazione delle strutture, vengono riportati nella
Tabella 3.1.
α Località
0.15 Zone aperte
0.28 Zone periferiche di città
0.40 Centri urbani
Tabella 3.1
f1 ⋅ b
Uc = (109)
0.20
alla velocità media del vento U 10C , calcolata alla quota 10m, riferita alla
73
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
α
5 h
U 10C = U c 6 (110)
10
U 10 il generico valore della velocità media del vento riferito alla quota 10m.
Dal grafico riportato in Figura 3.3, si nota che le oscillazioni più violente della
struttura si hanno quando la velocità media del vento è all’incirca pari alla velocità
critica. Per tali valori di U ci troviamo nella cosiddetta regione critica.
0,05
0,04
0,04
0,03
0,03
~y
1
0,02
0,02
0,01
0,01
0,00
0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,80 2,00 2,20 2,40
U10/U10c
soltanto quando la velocità media del vento assume valori prossimi alla
velocità critica.
74
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,16
0,14
0,12
0,10
~y 0,08
TMD
0,06
0,04
0,02
0,00
0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,80 2,00 2,20 2,40
U10/U10c
C L = 0 C L′ = 0 CM = 0 (111)
75
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
CD Re
1.20 ≤ 3⋅105
1.20 − log(Re ⋅ 5.48) 3⋅105 ≤ Re ≤ 7⋅105
0.70 ≥ 7⋅105
Tabella 3.2
76
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Prima Seconda
ciminiera ciminiera
b 8m 20m
m 30000Kgm-1 45000Kgm-1
f1 0.50Hz 0.30Hz
ξ0 0.01 0.01
Tabella 3.3
Condizione α Iu
1 0.15 0.06
2 0.15 0.15
Tabella 3.4
Inoltre a ciascuna delle due ciminiere viene aggiunto un TMD in testa le cui
caratteristiche vengono fatte variare durante l’analisi in maniera da poter
evidenziare il diverso comportamento della struttura. In particolare viene fissato
un valore di µ e per tale valore il calcolo è effettuato considerando sei valori di Ω
e per ciascuno di questi sei valori viene fatto variare lo smorzamento del TMD; i
valori scelti per ognuno dei parametri del TMD vengono riportati di seguito.
µ 0.05
77
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Per ognuna delle quattro condizioni, riportate in Tabella 3.4, l’analisi del
comportamento della struttura viene fatta in condizioni di risonanza, per cui ci si
pone nella regione critica del grafico U U − ~ y (vedi Figura 3.3). A tale scopo
10 10C 1
sono stati scelti cinque valori del rapporto tra la velocità di riferimento U 10 e la
velocità di riferimento critica U 10C , calcolate entrambe alla quota 10m, che
Tabella 3.5
utilizzano le (109) e (110); per le due ciminiere si ottengono i valori riportati nella
Tabella 3.6
.
Uc α U10C Uc α U10C
vento
Tabella 3.6
Alla fine dunque vengono analizzate 300 diverse condizioni per ognuna delle
due ciminiere, in modo da avere un quadro del comportamento della struttura più
ampio possibile.
78
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
I risultati ottenuti per ognuna delle due ciminiere sono stati elaborati al fine di
valutare, per ogni valore di Ω, il massimo spostamento, sia della ciminiera che del
TMD, al variare di ξTMD. Per la prima ciminiera la condizione critica si ottiene in
corrispondenza di una velocità media U10 pari a 14.89ms-1.
In Tabella 3.7, Tabella 3.8, Tabella 3.9 e in Tabella 3.10 vengono mostrati i
valori massimi di ~y1 e di ~yTMD , ottenuti in corrispondenza di tale velocità, per
ognuna delle due condizioni di carico considerate. Di seguito si riportano i grafici
in cui viene diagrammato i valori massimi di ~ y e di ~y in funzione di Ω per
1 TMD
0,011
0,010
ξTMD
0,009 0,03
0,05
~y 0,008 0,07
1
0,09
0,007 0,11
0,006
0,005
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
79
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
prima ciminiera
0,050
0,045
ξTMD
0,040 0,03
0,035 0,05
~y 0,07
TMD
0,030 0,09
0,11
0,025
0,020
0,015
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
80
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,011
0,010
ξTMD
0,009 0,03
0,05
~y 0,008 0,07
1
0,09
0,007 0,11
0,006
0,005
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
prima ciminiera
0,050
0,045
ξTMD
0,040
0,03
0,035 0,05
~y 0,07
TMD
0,030 0,09
0,11
0,025
0,020
0,015
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
81
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Dalle tabelle e dai grafici si nota che l’influenza del livello di turbolenza sul
valore dello spostamento sia della ciminiera che del TMD, dovuto alle sole forze
indotte dal distacco dei vortici, è pressoché nulla. Infatti sia i valori di ~
y che 1
quelli di ~
yTMD sono praticamente uguali al variare di Iu. Questo fa sì che, per la
ricerca dei parametri del TMD che ottimizzano la risposta della struttura, si può
trascurare il contributo del livello di turbolenza.
A conferma di quanto detto il procedimento viene ripetuto anche per la seconda
ciminiera avente caratteristiche alquanto diverse dalla prima. Per la seconda
ciminiera la condizione critica si ottiene in corrispondenza di una velocità media
U10 pari a 20.52ms-1; tuttavia in corrispondenza di tale velocità, come si nota dalle
Tabella 3.11, Tabella 3.12, Tabella 3.13, Tabella 3.14 e dai grafici che seguono, il
livello di turbolenza non influenza i risultati finali.
82
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
0,075
0,070 ξTMD
0,065 0,03
0,060 0,05
~y 0,055 0,07
1
0,050 0,09
0,11
0,045
0,040
0,035
0,030
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
seconda ciminiera
0,400
0,350
ξTMD
0,300 0,03
0,05
~y 0,250 0,07
TMD
0,09
0,200 0,11
0,150
0,100
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
83
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
0,075
0,070 ξTMD
0,065 0,03
0,060 0,05
~y 0,055 0,07
1
0,050 0,09
0,11
0,045
0,040
0,035
0,030
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
seconda ciminiera
84
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,400
0,350
ξTMD
0,300 0,03
0,05
~y 0,250 0,07
TMD
0,09
0,200 0,11
0,150
0,100
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Prima Seconda
ciminiera ciminiera
Parametri delle ciminiere
h 120m 250m
b 8m 20m
m 30000Kgm-1 45000Kgm-1
f1 0.50Hz 0.30Hz
ξ0 0.01 0.01
Tabella 3.15
85
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
effettuato considerando un valore del livello di turbolenza Iu pari a 0.15: alla fine
quindi si considerano due differenti condizioni di carico per ognuna delle due
ciminiere, come riportato nella Tabella 3.16.
Condizione α Iu
1 0.15 0.15
2 0.28 0.15
Tabella 3.16
Inoltre a ciascuna delle due ciminiere viene aggiunto un TMD in testa le cui
caratteristiche vengono fatte variare durante l’analisi in maniera da poter
evidenziare il diverso comportamento della struttura. In particolare viene fissato
un valore di µ e per tale valore il calcolo è effettuato considerando sei valori di Ω
e per ciascuno di questi sei valori viene fatto variare lo smorzamento del TMD; i
valori scelti per ognuno dei parametri del TMD vengono riportati di seguito.
µ 0.05
Per ognuna delle quattro condizioni, riportate in Tabella 3.16, l’analisi del
comportamento della struttura viene fatta in condizioni di risonanza della
struttura, per cui ci si pone nella regione critica del grafico U10 U10C − ~
y1 (vedi
Figura 3.3). A tale scopo sono stati scelti cinque valori del rapporto tra la velocità
di riferimento U 10 e la velocità di riferimento critica U 10C , calcolate entrambe alla
86
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Tabella 3.17
utilizzano le (109) e (110); per le due ciminiere si ottengono i valori riportati nella
Tabella 3.18.
Uc α U10C Uc α U10C
Tabella 3.18
Vengono quindi analizzate 300 diverse condizioni per ognuna delle due
ciminiere.
I risultati ottenuti per ognuna delle due ciminiere sono stati elaborati per
valutare, in corrispondenza di ogni valore di Ω, il massimo spostamento, sia della
ciminiera che del TMD, al variare di ξTMD.
Per la prima ciminiera le condizione critica si ottiene in corrispondenza di una
velocità media U10 pari a 14.89ms-1 per α = 0.15 e pari a 11.04ms-1 per α = 0.28 .
Nelle Tabella 3.19, Tabella 3.20, Tabella 3.21 e Tabella 3.22 vengono mostrati
i valori massimi di ~
y1 e di ~yTMD , ottenuti in corrispondenza di tali velocità, per
ognuna delle due condizioni di carico considerate. Di seguito si riportano i grafici
in cui viene diagrammato i valori massimi di ~ y e di ~y in funzione di Ω per
1 TMD
87
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,011
0,010
ξTMD
0,009 0,03
0,05
~y 0,008 0,07
1
0,09
0,007 0,11
0,006
0,005
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
prima ciminiera
88
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,050
0,045
ξTMD
0,040
0,03
0,035 0,05
~y 0,07
TMD
0,030 0,09
0,11
0,025
0,020
0,015
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
0,011
0,010
ξTMD
0,009 0,03
0,05
~y 0,008 0,07
1
0,09
0,007 0,11
0,006
0,005
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
89
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
prima ciminiera
0,050
0,045
ξTMD
0,040
0,03
0,035 0,05
~y 0,07
TMD
0,030 0,09
0,11
0,025
0,020
0,015
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
90
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Questo porta ad affermare che, come nel caso precedente, per la ricerca dei
parametri del TMD che ottimizzano la risposta della struttura, si può trascurare il
contributo del coefficiente di rugosità.
A conferma di quanto detto il procedimento è stato ripetuto anche per la
seconda ciminiera avente caratteristiche completamente diverse dalla prima.
Per la seconda ciminiera le condizioni peggiori si ottengono in corrispondenza
di una velocità media U10 pari a 20.52ms-1 per α = 0.15 e pari a 13.83ms-1 per
α = 0.28 . Anche in questo caso, in corrispondenza di tali velocità, possono essere
fatte le osservazioni precedenti, cioè si può ipotizzare che non esista alcuna
relazione tra il coefficiente di rugosità del suolo e i parametri legati alle
caratteristiche del TMD, come si vede in Tabella 3.23, Tabella 3.24, Tabella 3.25
e Tabella 3.26 e dai grafici che seguono.
91
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
0,075
0,070 ξTMD
0,065 0,03
0,060 0,05
~y 0,055 0,07
1
0,050 0,09
0,11
0,045
0,040
0,035
0,030
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
seconda ciminiera
0,400
0,350
ξTMD
0,300 0,03
0,05
~y 0,250 0,07
TMD
0,09
0,200 0,11
0,150
0,100
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
92
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
0,075
0,070 ξTMD
0,065 0,03
0,060 0,05
~y 0,055 0,07
1
0,050 0,09
0,11
0,045
0,040
0,035
0,030
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
seconda ciminiera
93
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,400
0,350
ξTMD
0,300 0,03
0,05
~y 0,250 0,07
TMD
0,09
0,200 0,11
0,150
0,100
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
h 250m
della
b 20m
m 45000Kgm-1
Parametri
ciminiera
f1 0.30Hz
ξ0 0.01
Tabella 3.27
94
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
ξTMD 0.03 0.05 0.07 0.09 0.11 0.13 0.15 0.17 0.19 0.21
Uc α U10C
Parametri
del vento
Tabella 3.28
(vedi Figura 3.3). A tale scopo sono stati scelti 23 valori del rapporto tra la
velocità di riferimento U 10 e la velocità di riferimento critica U 10C , calcolate
95
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0.80 0.82 0.84 0.86 0.88 0.90 0.92 0.94 0.96 0.98 1.00 1.02
U 10 U 10C
1.04 1.06 1.08 1.10 1.14 1.18 1.22 1.26 1.30 1.34 1.38
Tabella 3.29
Alla fine dunque sono state analizzate 5520 diverse condizioni, per ognuna
delle quali si ottiene una coppia di valori ( ~ yTMD ) . Per ogni valore di µ e di Ω è
y1 , ~
ξTMD, ottenendo in tal modo 24 coppie di grafici: nella coppia di grafici in Figura
3.7 è riportato un esempio dell’andamento di ~
y1 e di ~
yTMD in funzione di
U 10 U 10C e al variare di ξTMD per Ω = 1.00 e µ = 0.01 .
0,14
0,12
ξTMD
0,10
0,03
0,05
0,08
~y 0,07
1 0,09
0,06
0,11
0,13
0,04 0,15
0,17
0,02 0,19
µ=0.01 0,21
0,00
0,78 0,84 0,90 0,96 1,02 1,08 1,14 1,20 1,26 1,32 1,38
U10/U10c
96
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,90
0,80
0,70 ξTMD
0,60 0,03
0,05
0,50
~y 0,07
TMD
0,40 0,09
0,11
0,30 0,13
0,15
0,20 0,17
0,19
0,10 0,21
µ=0.01
0,00
0,78 0,84 0,90 0,96 1,02 1,08 1,14 1,20 1,26 1,32 1,38
U10/U10c
Dalla lettura delle dodici coppie di grafici è possibile stabilire, per ogni valore
assunto dai parametri del TMD, il valore massimo di ~ y e di ~ y al variare del
1 TMD
velocità media U10; nella Tabella 3.30, Tabella 3.31, Tabella 3.32 e Tabella 3.33
vengono riportati i valori di U10 per i quali si ha il fenomeno della
sincronizzazione.
97
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
µ = 0.01
µ = 0.05
98
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
µ = 0.10
µ = 0.13
Per tali valori della velocità media U10, si diagrammano, in Figura 3.8, Figura
3.9, Figura 3.10, Figura 3.11, Figura 3.12, Figura 3.13, Figura 3.14 e in Figura
3.15, i valori massimi di ~
y1 e di ~
yTMD in funzione di Ω al variare di ξTMD.
99
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
In Figura 3.16, Figura 3.17, Figura 3.18 e in Figura 3.19 si riportano invece le
funzioni di densità spettrale S yy ( f ) , relativi alla struttura, al variare dei parametri
0,060 0,13
0,15
0,040 0,17
0,19
0,020 0,21
µ=0.01
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Figura 3.8 - Valori massimi di ~
y1 in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.01
0,900
0,800 ξTMD
0,700 0,03
0,05
0,600 0,07
0,500 0,09
~y 0,11
TMD
0,400 0,13
0,15
0,300
0,17
0,200 0,19
0,21
0,100
µ=0.01
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Figura 3.9 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.01
100
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,090
0,080 ξTMD
0,070 0,03
0,05
0,060 0,07
0,050 0,09
~y 0,11
1
0,040 0,13
0,15
0,030
0,17
0,020 0,19
0,21
0,010
µ=0.05
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Figura 3.10 - Valori massimi di ~
y1 in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.05
0,400
0,350 ξTMD
0,03
0,300
0,05
0,250 0,07
0,09
~y 0,200 0,11
TMD
0,13
0,150 0,15
0,17
0,100 0,19
0,21
0,050
µ=0.05
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Figura 3.11 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.05
101
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
0,070 ξTMD
0,03
0,060
0,05
0,050 0,07
0,09
~y 0,040 0,11
1
0,13
0,030 0,15
0,17
0,020 0,19
0,010
0,21
µ=0.10
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
0,300
ξTMD
0,250
0,03
0,05
0,200 0,07
0,09
~y 0,150 0,11
TMD
0,13
0,15
0,100
0,17
0,19
0,050 0,21
µ=0.10
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Figura 3.13 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.10
102
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
0,070 ξTMD
0,03
0,060
0,05
0,050 0,07
0,09
~y 0,040 0,11
1
0,13
0,030 0,15
0,17
0,020 0,19
0,010
0,21
µ=0.13
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
Figura 3.14 - Valori massimi di ~
y1 in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.13
0,250
ξTMD
0,200 0,03
0,05
0,07
0,150 0,09
~y 0,11
TMD
0,13
0,100
0,15
0,17
0,19
0,050
0,21
µ=0.13
0,000
0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1,00 1,01
Ω
~
Figura 3.15 - Valori massimi di y TMD in m in funzione di Ω e al variare di ξT MD per µ = 0.13
103
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,90 0,90
µ=0.01 Ω=0.95 µ=0.01 Ω=0.96
0,80 0,80
0,70 0,70
0,10 0,10
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,90 0,90
µ=0.01 Ω=0.97 µ=0.01 Ω=0.98
0,80 0,80
0,70 0,70
0,10 0,10
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,90 0,80
µ=0.01 Ω=0.99 µ=0.01 Ω=1.00
0,80 0,70
0,70
0,60
0,60 ξTMD ξTMD
0,50
0,50 0,03 0,03
Syy(f ) 0,07 Syy(f ) 0,40 0,07
0,40 0,11 0,11
0,15 0,30 0,15
0,30
0,19 0,19
0,20
0,20
0,10 0,10
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
Figura 3.16 – Funzioni di densità spettrale della struttura in funzione di Ω e al variare di ξT MD per
µ = 0.01
104
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,25 0,25
µ=0.05 Ω=0.95 µ=0.05 Ω=0.96
0,20 0,20
ξTMD ξTMD
0,15 0,15
0,03 0,03
Syy(f ) 0,07 Syy(f ) 0,07
0,11 0,11
0,10 0,10
0,15 0,15
0,19 0,19
0,05 0,05
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,25 0,25
µ=0.05 Ω=0.97 µ=0.05 Ω=0.98
0,20 0,20
ξTMD ξTMD
0,15 0,15
0,03 0,03
Syy(f ) 0,07 Syy(f ) 0,07
0,11 0,11
0,10 0,10
0,15 0,15
0,19 0,19
0,05 0,05
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,18 0,30
µ=0.05 Ω=0.99 µ=0.05 Ω=1.00
0,16
0,25
0,14
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
Figura 3.17 - Funzioni di densità spettrale della struttura in funzione di Ω e al variare di ξT MD per
µ = 0.05
105
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,25 0,18
µ=0.10 Ω=0.95 µ=0.10 Ω=0.96
0,16
0,20 0,14
0,02
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,14 0,14
µ=0.10 Ω=0.97 µ=0.10 Ω=0.98
0,12 0,12
0,10 0,10
ξTMD ξTMD
0,08 0,03 0,08 0,03
Syy(f ) 0,07 Syy(f ) 0,07
0,06 0,11 0,06 0,11
0,15 0,15
0,04 0,19 0,04 0,19
0,02 0,02
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,14 0,18
µ=0.10 Ω=0.99 µ=0.10 Ω=1.00
0,16
0,12
0,14
0,10
ξTMD 0,12 ξTMD
0,08 0,03 0,10 0,03
Syy(f ) 0,07 Syy(f ) 0,07
0,06 0,11 0,08 0,11
0,15 0,15
0,06
0,04 0,19 0,19
0,04
0,02
0,02
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
Figura 3.18 - Funzioni di densità spettrale della struttura in funzione di Ω e al variare di ξT MD per
µ = 0.10
106
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,18 0,18
µ=0.13 Ω=0.95 µ=0.13 Ω=0.96
0,16 0,16
0,14 0,14
0,02 0,02
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,16 0,25
µ=0.13 Ω=0.97 µ=0.13 Ω=0.98
0,14
0,20
0,12
ξTMD ξTMD
0,10 0,15
0,03 0,03
Syy(f ) 0,08 0,07 Syy(f ) 0,07
0,11 0,11
0,06 0,10
0,15 0,15
0,19 0,19
0,04
0,05
0,02
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
0,25 0,20
µ=0.10 Ω=0.99 µ=0.13 Ω=1.00
0,18
0,20 0,16
0,14
ξTMD ξTMD
0,15 0,12
0,03 0,03
Syy(f ) 0,07 Syy(f ) 0,10 0,07
0,11 0,11
0,10 0,08
0,15 0,15
0,19 0,06 0,19
0,05 0,04
0,02
0,00 0,00
0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40
f f
Figura 3.19 - Funzioni di densità spettrale della struttura in funzione di Ω e al variare di ξT MD per
µ = 0.13
107
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
In Figura 3.8, Figura 3.9, Figura 3.10, Figura 3.11, Figura 3.12, Figura 3.13,
Figura 3.14 e in Figura 3.15 si nota che, in linea di massima, l’andamento dello
scarto quadratico medio ~y in funzione di Ω assume la forma di una curva con la
1
funzione ~
yTMD hanno un andamento non “regolare” per bassi valori dello
smorzamento del TMD. Si ipotizza che tale comportamento sia dovuto all’errato
dimensionamento del TMD, la cui massa e smorzamento risultano insufficienti,
per cui lo smorzatore non riesce a mitigare le oscillazioni dovute al distacco dei
vortici. Questo è il classico comportamento del cosiddetto smorzatore poco
smorzato, e può essere evidenziato osservando le funzioni di densità spettrale
dello spostamento alla sommità della ciminiera nella direzione trasversale a quella
della velocità media del vento.
Gli spettri di potenza vengono riportati in Figura 3.16, Figura 3.17, Figura 3.18
e in Figura 3.19. In generale si ha che, a parità di µ e di ξTMD, la variazione di Ω
porta a un livellamento dei picchi dello spettro di potenza: l’accordatura ottimale
si ha quando i due picchi si trovano all’incirca allo stesso livello. Di contro, a
parità di µ e di Ω, la variazione dello smorzamento del TMD comporta un
aumento o una diminuzione del valore di S y1 y1 ( f ) in corrispondenza della
108
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Infine, a parità di Ω e di ξTMD, l’aumento della massa del TMD genera una
diminuzione dei valori dello spettro di potenza e, allo stesso tempo, un aumento
della distanza tra i due picchi che lo caratterizzano..
Per bassi valori dello smorzamento ξTMD (smorzatore poco smorzato), il TMD
ha un ottimo comportamento in condizioni di risonanza (cioè, nel caso in esame,
per f1 pari a 0.30Hz), ma si registrano dei forti picchi nell’andamento dello spettro
quando ci si discosta da tali valori della frequenza, e quindi, come si vede in
Figura 3.8, valori di ~
y1 più elevati.
I valori più bassi tra quelli massimi di ~
y1 , riportati in Figura 3.8, Figura 3.9,
Figura 3.10, Figura 3.11, Figura 3.12, Figura 3.13, Figura 3.14 e in Figura 3.15, e
letti in corrispondenza di ogni curva associata a un valore di ξTMD, vengono
estrapolati dai grafici precedenti e diagrammati in funzione di µ per ogni Ω come
mostrato in Figura 3.20.
0,12
0,10 Ω
0,08 1,00
0,99
0,98
~y 0,06 0,97
1
0,96
0,04 0,95
0,02
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14
µ
Figura 3.20
109
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Per i valori della velocità media U10, letti nella Tabella 3.30, Tabella 3.31,
Tabella 3.32 e Tabella 3.33, si diagrammano i valori massimi di ~y1 e di ~
yTMD in
funzione di ξTMD e al variare di Ω. I grafici vengono mostrati in Figura 3.21,
Figura 3.22, Figura 3.23, Figura 3.24, Figura 3.25, Figura 3.26, Figura 3.27 e
Figura 3.28.
0,125
0,120
0,115
0,110
Ω
0,105 1,00
~y
1 0,99
0,100
0,98
0,095 0,97
0,96
0,090
0,95
0,085
µ =0.01
0,080
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
0,85
µ=0.01
0,75
0,65 Ω
1,00
0,99
0,55
~y 0,98
TMD
0,97
0,45 0,96
0,95
0,35
0,25
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
Figura 3.22 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di ξT MD e al variare di Ω per µ = 0.01
110
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
µ=0.05
0,075
0,070
Ω
~y
1 1,00
0,065
0,99
0,98
0,060 0,97
0,96
0,95
0,055
0,050
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
0,40
µ=0.05
0,35
0,30 Ω
1,00
0,99
0,25
~y 0,98
TMD
0,97
0,20 0,96
0,95
0,15
0,10
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
Figura 3.24 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di ξT MD e al variare di Ω per µ = 0.05
111
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,080
µ=0.10
0,075
0,070
0,065 Ω
1,00
0,060 0,99
~y
1 0,98
0,055
0,97
0,050 0,96
0,95
0,045
0,040
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
0,28
µ=0.10
0,26
0,24
0,22 Ω
0,20 1,00
0,99
0,18
~y 0,98
TMD
0,16 0,97
0,96
0,14
0,95
0,12
0,10
0,08
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
Figura 3.26 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di ξT MD e al variare di Ω per µ = 0.10
112
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,075
µ=0.13
0,070
0,065
0,060 Ω
1,00
~y 0,055 0,99
1
0,98
0,050
0,97
0,045 0,96
0,95
0,040
0,035
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
0,25
µ=0.13
0,23
0,21
0,19 Ω
0,17 1,00
0,99
0,15
~y 0,98
TMD
0,13 0,97
0,96
0,11
0,95
0,09
0,07
0,05
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
Figura 3.28 - Valori massimi di ~
y TMD in m in funzione di ξT MD e al variare di Ω per µ = 0.13
113
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Dai grafici riportati in Figura 3.21, Figura 3.22, Figura 3.23, Figura 3.24, Figura
3.25, Figura 3.26, Figura 3.27 e in Figura 3.28 si nota che, analogamente a quanto
visto per le curve ~y − Ω , all’aumentare di ξ
1 si ha una diminuzione dello
TMD
0,12
0,10 ξTMD
0,03
~y 0,08 0,05
1 0,07
0,09
0,06
0,11
0,13
0,04 0,15
0,17
0,02 0,19
0,21
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14
µ
Figura 3.29
114
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,14
0,12
0,10 µ
0.01
0,08 0.05
~y 0.10
1
0,06
0.13
0,04
0,02
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22
ξTMD
Figura 3.30
Dal grafico in Figura 3.29, si osserva che, per valori di ξTMD compresi tra 0.09
e 0.21, possono essere fatte le stesse considerazioni precedenti, ossia l’influenza
di ξTMD diminuisce all’aumentare di µ.
Per valori di ξTMD compresi tra 0.03 e 0.09 (smorzatore poco smorzato), si
registra una inversione di tendenza e l’influenza di ξTMD aumenta all’aumentare di
µ; fisicamente questo fenomeno può essere interpretato tenendo conto anche
dell’influenza di µ: infatti, osservando la curva associata a un valore dello
smorzamento pari a 0.03, si può affermare che, anche aumentando il valore della
massa del TMD dall’1% al 13% della massa strutturale, i valori di ~
y cambiano di 1
poco, per cui un aumento della massa del TMD non è giustificato se non viene
unitamente accompagnato da un aumento del valore dello smorzamento.
115
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
curva ~
y1 − Ω nei diagrammi mostrati in Figura 3.8, Figura 3.10, Figura 3.12 e
Figura 3.14, in funzione di µ e di ξTMD. I valori di Ωopt così ottenuti vengono
riportati in funzione di µ e, interpolandoli mediante una opportuna funzione, si
ottiene la legge di variazione di Ωopt al variare di µ. Si ottiene quindi una legge del
tipo:
1,005
1,000 1,000
0,995
0,990
0,980
Ωopt = e-0,25µ
0,975 0,973
0,975
0,970
0,965
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14
µ
116
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
opt
Nella si riporta quindi la legge di variazione di ξTMD :
0,180
0,168
0,160
0,140 ξ opt
= 0.48 ⋅ µ ⋅ (1 − 0.45 ⋅ µ ) 0,145
TMD
0,120
0,100 0,105
ξ OPT
TMD
0,080
0,060
0,048
0,040
0,020
0,000
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14
µ
opt
Figura 3.32 - Legge di variazione di ξTMD in funzione di µ
Le espressioni trovate vengono ora confrontate con alcune delle formule che
ricorrono più spesso in letteratura, per verificarne l’attendibilità. In particolare si
fa riferimento alle teorie di Ormondroyd – Den Hartog, di Luft e di Ayorinde –
Warburton.
Le tre teorie si riferiscono ad uno schema di calcolo molto semplice a un solo
grado di libertà, come quello riportato in Figura 3.1, ipotizzando però il sistema
principale privo di smorzamento.
Nel 1928 Ormondroyd e Den Hartog per primi svilupparono dei criteri per la
progettazione degli smorzatori a massa accordata: essi analizzarono la risposta di
una struttura ad un grado di libertà dotata di TMD e soggetta ad una forzante
armonica pervenendo alle seguenti espressioni dei parametri ottimali:
117
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
1
Ω opt =
1+ µ
(114)
3⋅ µ
opt
ξTMD =
8(1 + µ )
3
Nel 1979 Luft studiò la risposta di una struttura ad un grado di libertà dotata di
TMD e soggetta ad una forzante a spettro piatto (rumore bianco) proponendo
invece le seguenti espressioni:
1
Ω opt =
1 + 1.5 ⋅ µ
(115)
1
opt
ξTMD = µ ⋅ (1 − 0.75 ⋅ µ )
2
1 + 0.5 ⋅ µ
Ω opt =
1+ µ
(116)
1 µ ⋅ (1 + 0.75 ⋅ µ )
opt
ξTMD =
2 (1 + µ )(1 + 0.5 ⋅ µ )
Nei due grafici che seguono si confrontano le formule di ottimizzazione,
ottenute dalle tre teorie sopra esposte, con i risultati ottenuti dalla simulazione
numerica riportata nel paragrafo precedente ed espresse dalle (112) e (113).
118
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
1,05
1,00
0,95
opt
Ω
0,90
0,85
0,80
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16
µ
Interpolazione Ormondroyd - Den Hartog Luft Ayorinde - Warburton Simulazioni
0,25
0,20
0,15
opt
ξTMD
0,10
0,05
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16
µ
Interpolazione Ormondroyd - Den Hartog Luft Ayorinde - Warburton Simulazioni
opt
Figura 3.34 - Confronto tra le formule di ottimizzazione di ξ TMD
Dalla Figura 3.33 si nota che le formule di ottimizzazione di Ωopt proposte dai
tre autori tendono a sottostimare il valore di tale parametro. Ciò è dovuto alle
diverse ipotesi da cui si è partiti: nella simulazione vista nel paragrafo precedente,
infatti, si utilizza uno schema di calcolo a un grado di libertà, ma la forzante
applicata nel caso della ciminiera è rappresentata da una funzione spettrale di
potenza di tipo gaussiano, che deriva da studi specifici sulla modellazione
119
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
m ⋅ξ0
Sc = 4 ⋅ π (117)
ρ ⋅ b2
b 20m
m 45000Kgm-1
Parametri
ciminiera
f1 0.30Hz
ξ0 0.01
Tabella 3.34
120
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Sono stati scelti undici diversi valori dello smorzamento ξ0 della struttura a cui
corrispondono undici diversi valori del numero di Scruton Sc, come mostrato
nella Tabella 3.35.
ξ0 0.002 0.004 0.006 0.008 0.010 0.012 0.015 0.020 0.025 0.030 0.040 0.050
Sc 2.19 4.38 6.58 8.77 10.96 13.15 16.44 21.92 27.40 32.88 43.84 54.80
Tabella 3.35
Uc α U10C
Parametri
del vento
Tabella 3.36
calcolate entrambe alla quota 10m, che vengono riportati in Tabella 3.37.
121
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
U 10 U 10C 1.00 1.03 1.06 1.10 1.14 1.18 1.22 1.26 1.30 1.34
Tabella 3.37
µ 0.01 0.05
Ω 1.00
Alla fine dunque sono state analizzate 440 diverse condizioni, per ognuna delle
quali si ottiene una coppia di valori ( ~ y ) . Per ogni valore di µ e di ξ ,
y ,~ 1 TMD TMD
ottenendo in tal modo quattro coppie di grafici: i diagrammi in Figura 3.35, Figura
3.36, Figura 3.37, Figura 3.38, Figura 3.39, Figura 3.40, Figura 3.41 e in Figura
3.42 mostrano l’andamento di ~ y in funzione del numero di Scruton Sc per ogni
1
122
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,120
µ =0.01 ξTMD=0.03
0,110 U10/U
1,00
0,100 1,03
1,06
0,090 1,10
1,14
~y 0,080
1,18
1
0,070 1,22
1,26
0,060 1,30
1,34
0,050
0,040
0,030
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
Figura 3.35 – Diagramma Sc − ~y1 (in m) in funzione di U 10 U10C per µ = 0.01 e ξ TMD = 0.03
1,000
µ =0.01 ξTMD=0.03
0,900 U10/U
1,00
0,800 1,03
1,06
0,700 1,10
1,14
0,600
~y 1,18
TMD
0,500 1,22
1,26
0,400 1,30
1,34
0,300
0,200
0,100
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
123
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,120
µ =0.01 ξTMD=0.11
0,110 U10/U
1,00
0,100 1,03
1,06
0,090 1,10
1,14
0,080
~y 1,18
1
0,070 1,22
1,26
0,060 1,30
1,34
0,050
0,040
0,030
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
0,550
µ =0.01 ξTMD=0.11
0,500 U10/Uc
1,00
0,450 1,03
1,06
0,400 1,10
1,14
~y 0,350
1,18
TMD
0,300 1,22
1,26
0,250 1,30
1,34
0,200
0,150
0,100
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
124
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,100
µ =0.05 ξTMD=0.03
U10/U
0,090
1,00
1,03
0,080 1,06
1,10
0,070 1,14
~y 1,18
1 1,22
0,060
1,26
1,30
0,050 1,34
0,040
0,030
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
Figura 3.39 - Diagramma Sc − ~y1 (in m) in funzione di U 10 U10C per µ = 0.05 e ξ TMD = 0.03
0,450
µ =0.05 ξTMD=0.03
U10/U
0,400
1,00
1,03
0,350 1,06
1,10
0,300 1,14
~y 1,18
TMD
1,22
0,250 1,26
1,30
0,200 1,34
0,150
0,100
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
125
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,060
µ =0.05 ξTMD=0.11
U10/U
0,055 1,00
1,03
1,06
0,050 1,10
1,14
~y 0,045
1,18
1 1,22
1,26
0,040 1,30
1,34
0,035
0,030
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
Figura 3.41 - Diagramma Sc − ~y1 (in m) in funzione di U 10 U10C per µ = 0.05 e ξ TMD = 0.11
0,220
µ =0.05 ξTMD=0.11
U10/Uc
0,200 1,00
1,03
1,06
0,180 1,10
1,14
~y 1,18
0,160
TMD 1,22
1,26
0,140 1,30
1,34
0,120
0,100
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
126
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Dai grafici si nota che aumentando i valori dei parametri del TMD, si ha una
diminuzione dello spostamento della ciminiera: in Figura 3.43 si riportano, per
una più facile lettura, soltanto le curve Sc − ~
y e relative ai valori massimi di ~
1 y 1
1,20E-01
1,10E-01
1,00E-01
9,00E-02 ξTMD µ
8,00E-02 0.03
~y 0.01
1 0.11
7,00E-02 0.01
0.03
6,00E-02
5,00E-02
4,00E-02
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
127
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
inserisce nella (98) per calcolare lo smorzamento aerodinamico totale ξa, che
viene poi sommato allo smorzamento strutturale ξ0 per ottenere lo smorzamento
totale ξ1. Dopodiché si calcola il valore della funzione di densità spettrale di
potenza S Ls1L1 ( f ) mediante la (95). I valori così ottenuti vengono sostituiti nella
ξ0
Numero di ~
y1 p
Scruton
0,0005 0,55 6,5154
0,0010 1,10 6,1242
0,0015 1,64 5,6646
0,0020 2,19 5,1879
0,0025 2,74 4,6661
0,0030 3,29 4,0584
0,0035 3,84 3,3563
0,0040 4,38 2,4718
0,0045 4,93 1,2981
0,0050 5,48 0,6259
0,0060 6,58 0,3625
0,0080 8,77 0,2361
0,0100 10,96 0,1880
0,0120 13,15 0,1608
0,0150 16,44 0,1358
0,0200 21,92 0,1117
0,0250 27,40 0,0971
0,0300 32,88 0,0871
0,0400 43,84 0,0738
0,0500 54,80 0,0652
Tabella 3.38
128
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
7,00
struttura non controllata
6,00
5,00
4,00
~y
0p
3,00
2,00
1,00
0,00
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
numero di Scruton Sc, ovvero di quante volte viene ridotto, al variare del numero
di Scruton Sc, lo scarto quadratico medio ~
y in testa alla ciminiera adottando un
1
129
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
90
80
70
µ ξTMD
60
~y 0,01 0,03
1p
50 0,01 0,11
~y
1 0,05 0,03
40 0,05 0,11
30
20
10
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
130
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
~
y1
Eff = 1 − ~
⋅ 100 (118)
y
1p
100
90
80
70 µ ξTMD
Efficacia in %
60 0,01 0,03
0,01 0,11
50
0,05 0,03
40 0,05 0,11
30
20
10
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
Numero di Scruton
l’efficacia scende a valori compresi tra il 40% e il 15% al variare dei parametri µ e
ξTMD del TMD. L’aumento del parametro µ permette di ottimizzare la risposta
131
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Tabella 3.39
132
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Tabella 3.40
(vedi Figura 3.3). A tale scopo sono stati scelti 12 valori del rapporto tra la
velocità di riferimento U 10 e la velocità di riferimento critica U 10C , calcolate
U10 U10C 0.92 0.96 1.00 1.06 1.10 1.14 1.18 1.22 1.26 1.30 1.34 1.38
Tabella 3.41
µ 0.05 0.10
133
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
Ω 1.00 0.98
Alla fine dunque sono state analizzate per ciascuna ciminiera 192 diverse
condizioni, per ognuna delle quali si ottiene una coppia di valori ( ~ yTMD ) . Di
y1 , ~
queste 192 coppie di valori si considerano solo quelle che restituiscono i valori
massimi di ~y1 e di ~
yTMD al variare di U 10 U 10C . E’ così possibile diagrammare
l’andamento di ~
y1 e di ~
yTMD in funzione di ξTMD per ogni valore della snellezza e
di Ω, come mostrato in Figura 3.47, Figura 3.48, Figura 3.49 e in Figura 3.50.
134
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,14
µ=0.05
0,12
0,10 λ Ω
10.00 0.98
0,08 10.00 1.00
~y 12.50 0.98
1 12.50 1.00
0,06
15.00 0.98
15.00 1.00
0,04 17.50 0.98
17.50 1.00
20.00 0.98
0,02
20.00 1.00
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16
ξTMD
0,60
µ=0.05
0,50
λ Ω
0,40
10.00 0.98
10.00 1.00
~y 0,30 12.50 0.98
TMD 12.50 1.00
15.00 0.98
0,20 15.00 1.00
17.50 0.98
17.50 1.00
0,10 20.00 0.98
20.00 1.00
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16
ξTMD
135
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
0,12
µ=0.10
0,10
λ Ω
0,08
10.00 0.98
10.00 1.00
~y 0,06 12.50 0.98
1 12.50 1.00
15.00 0.98
0,04 15.00 1.00
17.50 0.98
17.50 1.00
0,02 20.00 0.98
20.00 1.00
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16
ξTMD
0,45
µ=0.10
0,40
0,35
λ Ω
0,30
10.00 0.98
10.00 1.00
0,25
~y 12.50 0.98
TMD
0,20 12.50 1.00
15.00 0.98
0,15 15.00 1.00
17.50 0.98
0,10 17.50 1.00
20.00 0.98
0,05 20.00 1.00
0,00
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16
ξTMD
Dai grafici riportati in Figura 3.47, Figura 3.48, Figura 3.49 e in Figura 3.50 si
nota che man mano che aumenta la snellezza diminuisce il valore dello
spostamento: ciò è dovuto al fatto l’analisi della struttura viene fatta in condizioni
di risonanza, per cui la velocità di riferimento critica U 10C aumenta all’aumentare
di λ. Inoltre si osserva che l’aumento della massa del TMD dal 5% al 10% della
136
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
massa modale della ciminiera non porta grandi benefici in termini di diminuzione
di ~
y e di ~
1 y , così come l’influenza di Ω è pressoché trascurabile, soprattutto
TMD
Tabella 3.42
137
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
10,00
9,00
8,00
7,00
λ
6,00 10.00
~y 5,00 12,50
0p
15.00
4,00
17,50
3,00 20.00
2,00
1,00
struttura non controllata
0,00
0,95 1,00 1,05 1,10 1,15 1,20 1,25 1,30 1,35 1,40 1,45 1,50 1,55
U10/U10c
Come si vede la risposta della struttura non controllata rimane entro valori
accettabili finché non sopraggiunge il fenomeno della sincronizzazione in
prossimità del quale si ha un forte incremento dello spostamento della struttura:
tale fenomeno è naturalmente più accentuato nel caso di ciminiere snelle. In
Tabella 3.43 vengono riportati i valori di ~
y1 p ottenuti in corrispondenza della
sincronizzazione.
Numero
~
y1 p
λ di
Scruton
10,00 9,39 5,8804
12,50 10,96 5,7902
15,00 12,75 5,6410
17,50 14,08 5,5213
20,00 15,99 4,9355
Tabella 3.43
138
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
~
y1
Eff = 1 − ~
⋅ 100 (119)
y
1p
99,80
99,60
99,40
99,20 ξTMD
Efficacia in %
99,00 0,03
0,07
98,80
0,11
98,60 0,15
98,40
98,20
98,00
µ=0.05
97,80
9 11 13 15 17 19 21
λ
Figura 3.52 – Efficacia del TMD in funzione della snellezza per µ = 0.05
139
CAPITOLO 3 – Controllo della risposta delle ciminiere mediante smorzatori a massa accordata
99,80
99,60
99,40
ξTMD
99,20
Efficacia in %
0,03
99,00 0,07
98,80 0,11
0,15
98,60
98,40
98,20
µ=0.10
98,00
9 11 13 15 17 19 21
λ
Figura 3.53 – Efficacia del TMD in funzione della snellezza per µ = 0.10
140
CAPITOLO 4 – Conclusioni e criteri di progetto
CAPITOLO 4
1. Conclusioni
Le ciminiere, utilizzate negli impianti industriali, costituiscono una tipologia
strutturale particolarmente sensibile all’azione del vento, a causa della loro
snellezza e della loro elevata deformabilità.
Nel capitolo precedente è stata delineata una metodologia utilizzabile per
risolvere il problema del controllo passivo delle ciminiere sottoposte all’azione
del distacco dei vortici.
Il duplice obbiettivo del lavoro presentato è stato, da una parte, quello di
analizzare la risposta di tali strutture in condizioni di sincronizzazione, e,
dall’altra, quello di prevedere, mediante l’impiego di opportuni criteri di controllo
passivo, un metodo di ottimizzazione dei parametri che caratterizzano gli
smorzatori a massa accordata, al fine di mitigare le oscillazioni prodotte dalle
forze trasversali agenti sulle ciminiere in condizioni di sincronizzazione.
141
CAPITOLO 4 – Conclusioni e criteri di progetto
A tale scopo sono state eseguite un gran numero di simulazioni numeriche atte
a definire il comportamento aeroelastico della struttura, soggetta a una forzante
caratterizzata da uno spettro di potenza di tipo gaussiano, sia nel caso che questa
fosse dotata di uno smorzatore a massa accordata, sia nel caso che tale dispositivo
non fosse presente. Nel primo caso l’analisi della risposta strutturale è stata
condotta avvalendosi della teoria quasistatica linearizzata, effettuando quindi lo
studio nel dominio delle frequenze: tale analisi richiede una linearizzazione a
monte delle equazioni differenziali e ciò non consente di valutare particolari
effetti di non linearità. Nel secondo caso ci si è affidati al modello semiempirico
proposto da Vickery, nel quale vengono presi in considerazione anche gli effetti
non lineari mediante l’introduzione di un coefficiente di smorzamento
aerodinamico fittizio negativo.
Inoltre, per cogliere quanti più aspetti del comportamento della ciminiera è
stata fatta una classificazione di tutti i parametri che intervengono nell’analisi
strutturale, suddividendoli in tre categorie: quelli legati alle caratteristiche della
struttura, quelli legati alle caratteristiche dello smorzatore a massa accordata e
quelli legati all’azione del vento.
All’interno di ciascuna categoria, poi, è stata fatta una selezione per
determinare i parametri da assumere come costanti del problema e quelli da
assumere invece come variabili del problema. Tra questi ultimi i più significativi
sono stati individuati, per ogni categoria, nei seguenti:
a) I parametri geometrici h e b della struttura, lo smorzamento strutturale
ξ0, il numero di Scruton Sc.
b) I tre parametri µ, Ω e ξTMD legati alle caratteristiche del TMD
c) L’intensità della turbolenza Iu e il coefficiente di rugosità del suolo α.
142
CAPITOLO 4 – Conclusioni e criteri di progetto
143
CAPITOLO 4 – Conclusioni e criteri di progetto
144
CAPITOLO 4 – Conclusioni e criteri di progetto
145
CAPITOLO 4 – Conclusioni e criteri di progetto
146
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
APPENDICE 1
1. Premessa
Si vuole studiare il comportamento di una mensola con sezione trasversale
circolare di raggio esterno Re e raggio interno Ri e spessore s costante lungo
l’altezza. Lo studio è eseguito in due fasi: nella prima si analizza il
comportamento di una mensola a sezione costante lungo l’altezza; nella seconda
si analizza il comportamento di una mensola avente sezione variabile con legge
lineare lungo l’altezza.
147
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
γ
z
µ ′( z ) = (120)
h
∂ 4 y(z, t ) ∂ 2 y(z, t )
EI = − m (121)
∂z 4 ∂t 2
EI ⋅ η ⋅ µ IV = −m ⋅ µ ⋅ η&& (123)
η (t ) = η sin ω ⋅ t (124)
148
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
mω 2
µ IV − λ4 µ = 0 dove λ = 4 (125)
EI
y ( z , t ) = µ1 ( z ) ⋅ η1 (t ) (127)
dove
µ1 (0) = 0 µ1II (h ) = 0
(129)
µ (0) = 0
1
I
µ 1
III
(h ) = 0
B1 + D1 = 0
A1 + C1 = 0
(130)
A1 (sin λ1h + sinh λ1h ) + B1 (cos λ 1h + cosh λ1h ) = 0
149
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
λ1 h = 1.8751 (132)
z
ς= (135)
h
cos(1.8751ς ) − cosh(1.8751ς ) +
µ1 (ς ) = −0.5 ⋅ (138)
− 0.7341 ⋅ (sin (1.8751ς ) − sinh (1.8751ς ))
150
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
µ’(ζ)
ζ µ(ζ) γ=1,00 γ=1,40 γ=1,50 γ=1,55 γ=1,60 γ=1,70 γ=2,00
0,00 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000
0,10 0,0168 0,1000 0,0398 0,0316 0,0282 0,0251 0,0200 0,0100
0,20 0,0639 0,2000 0,1051 0,0894 0,0825 0,0761 0,0648 0,0400
0,30 0,1365 0,3000 0,1853 0,1643 0,1547 0,1457 0,1292 0,0900
0,40 0,2299 0,4000 0,2773 0,2530 0,2417 0,2308 0,2106 0,1600
0,50 0,3395 0,5000 0,3789 0,3536 0,3415 0,3299 0,3078 0,2500
0,60 0,4611 0,6000 0,4891 0,4648 0,4530 0,4416 0,4196 0,3600
0,70 0,5909 0,7000 0,6069 0,5857 0,5753 0,5651 0,5453 0,4900
0,80 0,7255 0,8000 0,7317 0,7155 0,7076 0,6998 0,6843 0,6400
0,90 0,8624 0,9000 0,8629 0,8538 0,8493 0,8449 0,8360 0,8100
1,00 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000
Tabella A1.1
1,00
0,90
0,80
0,70
0,60
ζ 0,50
0,40
0,30
0,20
0,10
0,00
0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00
µ(ζ)
forma chiusa 1.00 1.40
valori di γ 1.50 1.55 1.60
1.70 2.00
Figura A1.1
151
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
Dal grafico si nota che il valore di µ1′ (ς ) che più si avvicina a µ1 (ς ) , ottenuto in
z r − r0
= (139)
h r1 − r0
avendo indicato con r0 il raggio medio della sezione di base e con r1 il raggio
medio della sezione in testa.
z r r
ς= , ρ= e ρ1 = 1 (140)
h r0 r0
La (139) diventa:
ρ = ς(ρ1 − 1) + 1 (141)
152
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
Il calcolo dello spostamento modale µ(ς ) della struttura è stato affrontato con
il metodo degli elementi finiti, considerando i primi due modi di vibrare e per
valori del rapporto ρ1 = r1 r0 compresi tra 0.5 e 1.
Nei grafici in Figura A1.2, Figura A1.3, Figura A1.4, Figura A1.5, Figura A1.6
e in Figura A1.7 sono state riportate le deformate modali ricavate dai risultati
ottenuti con il F.E.M., che sono poi stati messi a confronto con i valori dello
spostamento modale µ′( z ) calcolato con la formula approssimata:
γ
z
µ ′( z ) = (142)
h
ρ 1 = 0 .5
1 ,0 0
0 ,9 0
0 ,8 0
0 ,7 0
0 ,6 0
ζ 0 ,5 0
0 ,4 0
0 ,3 0
0 ,2 0
0 ,1 0
0 ,0 0
0 ,0 0 0 ,1 0 0 ,2 0 0 ,3 0 0 ,4 0 0 ,5 0 0 ,6 0 0 ,7 0 0 ,8 0 0 ,9 0 1 ,0 0
µ (ζ )
FEM 1 ,0 0 1 ,3 0 1 ,4 0 1 ,5 0
V alori di γ
1 ,6 0 1 ,7 0 1 ,8 0 1 ,9 0 2 ,0 0
Figura A1.2
153
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
ρ 1 = 0 .6
1 ,0 0
0 ,9 0
0 ,8 0
0 ,7 0
0 ,6 0
ζ 0 ,5 0
0 ,4 0
0 ,3 0
0 ,2 0
0 ,1 0
0 ,0 0
0 ,0 0 0 ,1 0 0 ,2 0 0 ,3 0 0 ,4 0 0 ,5 0 0 ,6 0 0 ,7 0 0 ,8 0 0 ,9 0 1 ,0 0
µ (ζ )
FEM 1 ,0 0 1 ,3 0 1 ,4 0 1 ,5 0
V a lo r i d i γ
1 ,6 0 1 ,7 0 1 ,8 0 1 ,9 0 2 ,0 0
Figura A1.3
ρ 1 = 0 .7
1 ,0 0
0 ,9 0
0 ,8 0
0 ,7 0
0 ,6 0
ζ 0 ,5 0
0 ,4 0
0 ,3 0
0 ,2 0
0 ,1 0
0 ,0 0
0 ,0 0 0 ,1 0 0 ,2 0 0 ,3 0 0 ,4 0 0 ,5 0 0 ,6 0 0 ,7 0 0 ,8 0 0 ,9 0 1 ,0 0
µ (ζ )
FEM 1 ,0 0 1 ,3 0 1 ,4 0 1 ,5 0
V a lo r i d i γ
1 ,6 0 1 ,7 0 1 ,8 0 1 ,9 0 2 ,0 0
Figura A1.4
154
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
ρ 1 = 0 .8
1 ,0 0
0 ,9 0
0 ,8 0
0 ,7 0
0 ,6 0
ζ 0 ,5 0
0 ,4 0
0 ,3 0
0 ,2 0
0 ,1 0
0 ,0 0
0 ,0 0 0 ,1 0 0 ,2 0 0 ,3 0 0 ,4 0 0 ,5 0 0 ,6 0 0 ,7 0 0 ,8 0 0 ,9 0 1 ,0 0
µ (ζ )
FEM 1 ,0 0 1 ,3 0 1 ,4 0 1 ,5 0
V a lo r i d i γ
1 ,6 0 1 ,7 0 1 ,8 0 1 ,9 0 2 ,0 0
Figura A1.5
ρ 1 = 0 .9
1 ,0 0
0 ,9 0
0 ,8 0
0 ,7 0
0 ,6 0
ζ 0 ,5 0
0 ,4 0
0 ,3 0
0 ,2 0
0 ,1 0
0 ,0 0
0 ,0 0 0 ,1 0 0 ,2 0 0 ,3 0 0 ,4 0 0 ,5 0 0 ,6 0 0 ,7 0 0 ,8 0 0 ,9 0 1 ,0 0
µ (ζ )
FEM 1 ,0 0 1 ,3 0 1 ,4 0 1 ,5 0
V a lo r i d i γ
1 ,6 0 1 ,7 0 1 ,8 0 1 ,9 0 2 ,0 0
Figura A1.6
155
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
ρ 1 = 1 .0
1 ,0 0
0 ,9 0
0 ,8 0
0 ,7 0
0 ,6 0
ζ 0 ,5 0
0 ,4 0
0 ,3 0
0 ,2 0
0 ,1 0
0 ,0 0
0 ,0 0 0 ,1 0 0 ,2 0 0 ,3 0 0 ,4 0 0 ,5 0 0 ,6 0 0 ,7 0 0 ,8 0 0 ,9 0 1 ,0 0
µ (ζ )
FEM 1 ,0 0 1 ,3 0 1 ,4 0 1 ,5 0
V a lo r i d i γ
1 ,6 0 1 ,7 0 1 ,8 0 1 ,9 0 2 ,0 0
Figura A1.7
γ γ
ρ1 intera ultimo
altezza terzo
0,50 1,80 1,70
0,60 1,70 1,60
0,70 1,65 1,55
0,80 1,65 1,50
0,90 1,60 1,50
1,00 1,50 1,40
Tabella A1.2
156
APPENDICE 1 – Vibrazione di una mensola a sezione circolare
2,00
1,80
1,60
γ
1,40
γ = -0,5ρ1 + 2
1,20
1,00
0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10
ρ1
γ = −0.5 ⋅ ρ1 + 2 (143)
γ
ρ1 ultimo
terzo
0,50 1,75
0,60 1,70
0,70 1,65
0,80 1,60
0,90 1,55
1,00 1,50
157
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
APPENDICE 2
1. Premessa
Quando la forzante applicata ad un sistema è rappresentata mediante una
funzione casuale si parla di vibrazione casuale o aleatoria. Nelle strutture civili, la
grande maggioranza delle vibrazioni è dovuta ai terremoti e all’azione del vento,
che rappresentano tipici esempi di azioni stocastiche. In questi casi la risposta
strutturale può essere studiata facendo ricorso a strumenti propri della dinamica
aleatoria.
Una registrazione di vibrazioni casuali è una funzione del tempo come quella
mostrata nella Figura A2.1. La caratteristica principale di questa funzione sta
nell’impossibilità di prevedere in senso deterministico il suo valore istantaneo.
158
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
Ciò è dovuto in parte alla non completa conoscenza dei fenomeni di cui essa è
il risultato, ed in parte alla inevitabilità e alla imprevedibilità degli errori
accidentali, che fanno sì che il risultato della misurazione diretta non possa essere
predetto con certezza, ossia che l’operazione di misura diretta vada intesa come un
esperimento.
Quindi, l’osservazione ripetuta di taluni fenomeni naturali, effettuata in
condizioni tali da lasciare prevedere risultati invarianti per ciascuna delle
grandezze in gioco, conduce talvolta a rilievi di tali grandezze diversi, fluttuanti
nell’intorno di certi valori. Le relative leggi di variazione sembrano sfuggire al
principio di causa ed effetto ed appaiono affidate unicamente al caso; per tale
motivo tali grandezze vengono definite variabili casuali.
Indicato con n il numero di misurazioni dirette eseguite, sia fi (frequenza
relativa) il rapporto tra il numero ni di volte in cui il risultato possibile ri si
verifica ed il numero n delle misure effettuate. Se per ogni risu1tato ri si verifica
che all’aumentare del numero n di ripetizioni la frequenza relativa fi tende ad
assumere un valore limite, ovvero tende a stabilizzarsi, allora l’operazione è
dotata di stabilità statistica e può essere intesa come fenomeno stazionario.
In definitiva poiché i risultati variano imprevedibilmente ad ogni ripetizione,
allora il risultato della misurazione diretta è una variabile aleatoria e può
considerarsi come estrazione a caso dalla popolazione di misure dirette possibili
(insieme di tutti i possibili risultati dell’esperimento).
Per effetto di cause perturbanti, dovute a fattori ambientali ed operativi con
caratteristiche imperfette ed effetti variabili nel tempo, ad una grandezza fisica
corrisponde non una sola misura diretta, ma una popolazione di misure possibili
relativa ad un determinato ambiente, strumento, operatore, materializzazione della
159
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
L’ampiezza ∆xi dell’intervallo i-esimo deve essere abbastanza grande per una
rappresentazione sintetica, ma sufficientemente piccola per dare significatività a
questa.
160
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
∑x ∑ (x − x)
2
e var( x ) =
i
x= i
(144)
n n −1
1 x−x 2
1 − ~
f x (x ) = e 2 x (145)
2 ⋅π ⋅ ~
x
161
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
dove ~
x è la devianza standard o scarto quadratico medio ed è data da:
x = var( x )
~ (146)
162
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
T
1 2
x (t )dt
T ∫0
x2 = (148)
163
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
T
1
var( x ) = ∫ (x(t ) − x )dt (149)
T 0
var( x ) = x 2 − ( x )
2
(150)
che indica che la varianza può essere calcolata sottraendo alla media dei quadrati
il quadrato della media. Molto spesso il valore medio è zero nel qual caso la
varianza è uguale alla media dei quadrati.
Si definisce, inoltre, valore quadratico medio la radice positiva della media dei
quadrati
RMS x = x 2 (151)
x = x 2 − (x )
~ (152)
2
∆t1 + ∆t 2 + ......... + ∆t n
p[x1 ≤ x ≤ x 2 ] = (153)
T
164
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
Figura A2.5 – Registrazione casuale che mostra la determinazione dei valori di probabilità
sia maggiore di un certo valore dato x m può essere risolto tracciando linee ai
In .generale, la probabilità che una variabile casuale x(t) abbia un valore tra x e
x-dx è data da f x ( x )dx dove f x ( x ) è la funzione di densità di probabilità. La
probabilità che x si trovi nel campo ( x1 , x 2 ) ad ogni tempo prescelto è data da:
x2
p[x1 ≤ x ≤ x 2 ] = ∫ f (x ) ⋅ dx
x (154)
x1
che è uguale alla zona tratteggiata che si vede tra x1 e x 2 nella Figura A2.6.
165
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
essere rappresentata come le due code tratteggiate nella Figura A2.6. Dato che
tutti gli x reali si trovano nell’intervallo (− ∞,+∞ ) la zona compresa sotto l’intera
funzione di densità della probabilità è uguale ad uno, cioè:
+∞
∫ f (x ) ⋅ dx = 1
−∞
x (155)
3. Funzioni di correlazione
La correlazione è una misura della dipendenza tra i valori che uno o più
fenomeni aleatori assumono al variare del tempo. Si considerino le due
registrazioni mostrate in Figura A2.7. La correläzione tra loro si calcola
considerando il prodotto della funzione x1 (t ) per l’altra x 2 (t + τ ) traslata e
calcolando, a! variare del ritardo τ, la media di tutti i valori di t.
166
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
T
1
Rx1 x2 (τ ) = lim x1 (t ) ⋅ x2 (t + τ )dt
T →∞ T ∫
(156)
0
Per registrazioni dissimili con media zero, alcuni prodotti saranno positivi, altri
negativi: quindi il loro prodotto medio si avvicinerà a zero.
Si considerino ora le due registrazioni della Figura A2.8 in cui x 2 (t ) è identico
a x1 (t ) ma traslato verso sinistra della quantità τ, cioè x 2 (t ) = x1 (t + τ ) .
T
1
R xx (τ ) = lim ∫ x(t ) ⋅ x(t + τ )dt (157)
T →∞ T
0
167
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
T
1
R xx (0 ) = lim ∫ x(t ) ⋅ x(t )dt = x 2 (158)
T →∞ T
0
Dato che la seconda registrazione della Figura A2.8 si può considerare ritardata
rispetto alla prima registrazione, o la prima anticipata rispetto alla seconda, è
evidente che R xx (τ ) = R xx (- τ ) e che R xx (τ ) è sempre minore di R xx (0) .
che viene detta trasformata di Fourier o spettro di x(t). Tale trasformata di Fourier
di x(/) può anche essere espressa dalla simbologia F .T .( x(t )) .
Inoltre si può mostrare che vale la formula di antitrasformazione:
+∞
x(t ) = ∫ F ( f )e
i 2 π⋅ f ⋅t
df (160)
−∞
+∞
F (ω) = ∫ x(t )e
−iω⋅t
dt (161)
−∞
+∞
1
x(t ) = ∫ F (ω)e iω⋅t dω (162)
2π − ∞
168
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
+∞
F (0) = ∫ x(t )dt (163)
−∞
+∞
x(0) = ∫ F ( f )df (164)
−∞
F .T .(a1 x1 (t ) + a2 x2 (t )) = a1 F .T .( x1 (t )) + a2 F .T .( x2 (t )) (165)
dx(t )
+∞
= x& (t ) = ∫ i 2π ⋅ f ⋅ F ( f )e i 2 π⋅ f ⋅t df (166)
dt −∞
e quindi:
dkx
F .T . k = (i 2π ⋅ f ) F .T .( x(t ))
k
(168)
dt
In altri termini, ad una derivazione nel dominio del tempo corrisponde una
moltiplicazione per i ⋅ 2π ⋅ f nel dominio della frequenza.
169
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
d k (F .T .( x(t )))
= (− i 2π ⋅ t ) F .T .( x(t ))
k
k (169)
df
+∞
F .T .(Rxx (τ )) = S xx ( f ) = ∫ R (τ )e
xx
−i 2 π⋅ fτ
dτ (170)
−∞
ed inversamente
+∞
Rxx (τ ) = ∫ S ( f )e
xx
i 2 π⋅ fτ
df (171)
−∞
+∞
Rxx (0 ) = ∫ S ( f )df
xx (172)
−∞
che, per l’equazione (158), è uguale al valore medio del quadrati. cioè:
+∞
x = ∫ S ( f )df
2
xx (173)
−∞
170
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
Figura A2.9 – Funzione densità spettrale. Si noti che l’area totale è pari al valore medio dei
quadrati
171
APPENDICE 2 – Cenni di dinamica aleatoria dei sistemi
Figura A2.10 – Procedimento casuale a banda larga x(t) e sua funzione di autocorrelazione R xx (τ )
Figura A2.11 - Procedimento casuale a banda stretta x(t) e sua funzione di autocorrelazione
R xx (τ )
172
APPENDICE 3 – Modello numerico per la valutazione della massa dei TMD
APPENDICE 3
1. Modello numerico
Nella presente appendice viene proposto un metodo per il proporzionamento
della massa degli smorzatori a massa accordata applicati in testa a ciminiere di
sezione circolare costante soggette alle sole forze trasversali indotte dal distacco
dei vortici.
La procedura che viene esposta tiene conto della teoria di Luft e del modello di
Vickery. Le forze del vento agenti sulla ciminiera sono caratterizzate da una
funzione di probabilità di tipo gaussiano.
La teoria di Luft fornisce l’espressione dello smorzamento equivalente – ossia
il valore dello smorzamento da dare ad un sistema ad un grado di libertà affinché
si abbia la stessa risposta del sistema reale controllato - in funzione dei parametri
µ, Ω e ξTMD caratteristici dello smorzatore a massa accordata:
173
APPENDICE 3 – Modello numerico per la valutazione della massa dei TMD
ξ TMD ⋅ Ω ⋅ µ
ξ eq =
[
1 + 4ξ 2
TMD (1 + µ ) − (µ + 2)]⋅ Ω 2 + (1 + µ )2 ⋅ Ω 4 (177)
Nella (120) si è indicato con µ il rapporto tra la massa del TMD e la massa
modale della struttura, ossia:
mTMD
µ= (178)
m1
(179)
ξ opt
TMD = 0.48 ⋅ µ ⋅ (1 − 0.45 ⋅ µ )
si ottiene:
µ
−
0.48 ⋅ µ ⋅ (1 − 0.45 ⋅ µ ) ⋅ e 4
⋅µ
ξ eq = 2 4
(180)
( ) −µ µ
2 −
1 + 4 ⋅ 0.48 ⋅ µ ⋅ (1 − 0.45 ⋅ µ ) (1 + µ ) − (µ + 2) ⋅ e 4 + (1 + µ ) ⋅ e 4
2
Con opportuni passaggi matematici la (180) può essere scritta nella forma:
µ
−
0.48 ⋅ µ ⋅ e 4
⋅ µ ⋅ (1 − 0.45 ⋅ µ )
ξ eq = µ (181)
[
1 + 0.41⋅ µ + 0.51⋅ µ + 0.08 ⋅ µ + 2 ⋅ e
3 2
] −
2
+ (1 + µ ) ⋅ e
2 −µ
Il secondo membro della (181) può essere scritto nella forma più semplice che
viene di seguito riportata:
µ
ξ eq ≅ (182)
4
174
APPENDICE 3 – Modello numerico per la valutazione della massa dei TMD
ξ eq + ξ a = 0 (183)
ρ ⋅ b2
ξa = Ka (184)
m
k2 6 ⋅ (1 − k ) 2 ~ y
2
ρ ⋅ b2 µ
− Ka = (186)
m 4
Per cui è possibile esprimere µ1 in funzione del diametro e della massa per
unità di lunghezza della ciminiera:
2
ρ ⋅ b2
µ = − 4 K a (187)
m
2. Esempio
Lo studio è condotto su una ciminiera in cemento armato di sezione circolare
costante dotata di smorzatore a massa accordata posto in testa alla stessa.
h 250m
della
b 20m
m 45000Kgm-1
Parametri
ciminiera
f0 0.30Hz
ξ0 0.01
Tabella A3.1
175
APPENDICE 3 – Modello numerico per la valutazione della massa dei TMD
I parametri legati alle caratteristiche della ciminiera sono riportati nella Tabella
A3.1.
Si considera inoltre che la struttura sia in risonanza ( k = 1 ) e che il livello di
turbolenza Iu sia pari a 0.15, per cui la (185) viene scritta nella forma:
1 ~ y
2
K a = 0.13 − ⋅ 1 − (188)
1.9 βb
b4
µ = 10.24
m2
µ = 0.0008
mTMD
= 0.25 ⋅ µ = 0.0002
m⋅h
Alla ciminiera dovrà dunque essere applicato uno smorzatore avente massa pari
a:
mTMD = 2250 Kg
3. Conclusioni
Nella presente appendice è stato proposto un metodo per il dimensionamento
della massa degli smorzatori a massa accordata applicati in testa a ciminiere di
sezione circolare costante soggette alle sole forze trasversali indotte dal distacco
dei vortici. La procedura presentata deve essere interpretata come uno spunto per
176
APPENDICE 3 – Modello numerico per la valutazione della massa dei TMD
177
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Testi:
[1] ANIV (Associazione Nazionale per l’Ingegneria del Vento), Ingegneria del
vento in Italia, Ed. Pitagora Editrice, Bologna 1990
[2] E. Conte, Lezioni di teoria dei segnali, Ed. CUEN, Napoli 1996
[3] W.B. Davenport Jr., Probability and random processes, Ed. Mc Grawill, 1970
[4] C. Gavarini, Dinamica delle strutture, Ed. ESA, Roma 1977
[5] B.G. Korenev, L.M. Reznikov, Dynamic Vibration Absorbers, Ed. John Wiley
& Sons, New York 1993
[6] R. Ramasco, Dinamica delle strutture, Ed. Liguori, Napoli 1993
[7] E. Simiu, H.R. Scanlan, Wind effects on structures: an introducing to wind
engineering, Ed. John Wiley & Sons, New York 1986
178
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[12] F. Ricciardelli, Risposta delle torri di ponti di grande luce all’azione del
vento, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli Federico II, 1996
[13] F. Ricciardelli, A linear model for structures with Tuned Mass Dumpers,
Wind and Structures, Vol.2, No.3, 1999, pag. 151-171
[14] F. Sadek, B. Mohraz, A.W. Taylor, R.M. Chung, A method of estimating the
parameters of tuned mass dumpers for seismic applications, Earthquake
Engineering and Structural Dynamics, Vol.26, 1997, pag. 617-635
[15] B.J. Vickery, R.I. Basu, Accross-wind vibrations of structures of circular
cross-section. Part 1. Development of mathematical model for two-dimensional
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[16] B.J. Vickery, R.I. Basu, Accross-wind vibrations of structures of circular
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[17] B.J. Vickery, Accross-wind loading on reinforced concrete chimneys of
circular cross-section, Research Report of The Boundary Layer Wind Tunnel
Laboratory, No.4, 1993, University of Western Ontario, Faculty of Engineering
Science, London, Ontario, Canada
Normative:
[18] CICIND (Commitee for the Design of Industrial Chmneys), Model code for
steel chimneys, 1988
[19] Istruzioni CNR 10012/85, Istruzioni per la valutazione delle azioni azioni
sulle costruzioni, 1985
179