La Morte Da Samarra A Samarcanda
La Morte Da Samarra A Samarcanda
La Morte Da Samarra A Samarcanda
Samarcanda
Una storia antica ma che ha lasciato tracce di sé solo
da pochissimo tempo: un racconto morale di cui tutti
sono sicuri della provenienza ma in realtà nessuno si è
reso conto che è “nato” a due passi da casa nostra.
Lucius Etruscus
Giovanni Invitto nel suo L’occhio tecnologico (2005) afferma che la storia
è arrivata in Europa grazie ad Edward Fitzgerald, poeta inglese nonché
celeberrimo traduttore delle Quartine di Omar Khayyām: con un’astuzia
lessicale l’autore evita di specificare se la storia fosse farina del sacco di
Fitzgerald o derivante da Khayyām, o se ancora fosse stata inventata da
Fitzgerald “ispirato” da Khayyām.
Dispiace sottolineare come l’ottimo storico sopra citato, Franco Cardini,
adotti lo stesso identico espediente quando parla della storia in questione
nel suo romanzo Il Signore della paura (2007): «una leggenda che io
avevo incontrato adolescente - leggendo qualcosa sulla traduzione che
Edward Fitzgerald aveva dedicato al grande poeta persiano Omar
Khayyām». Anche qui non è chiaro: la “leggenda” l’ha inventata
Fitzgerald in un testo “dedicato” a Khayyām o traducendo un testo del
celebre poeta persiano, a cui andrebbe quindi la paternità? Visto che
Khayyām non fa parola di questo “qualcosa” che Cardini ha letto, a cui
neanche Fitzgerald sembra far menzione, non rimane che proseguire
oltre nella citazione cardiniana: «Mi sembra di ricordare che la leggenda
della “morte a Samarcanda”, di evidente origine persiana, passata forse
attraverso la cultura russa, sia approdata al romanzo di John O’Hara...»
Perché “sembrare di ricordarsi” qualcosa che è noto a livello
internazionale? E perché un grande storico “sembra di ricordarsi”? Non
aveva tempo per controllare? Che voglia evitare di dire esplicitamente
che non sono chiare le origini della storia?
Mettere in discussione la parola di Franco Cardini esula dalle nostre
competenze: ci limitiamo a far notare quanto tutto il discorso sia
pencolante, privo di fonti (in un testo che invece ne gronda
abbondantemente!) e inciampi proprio sull’ostacolo più evidente. Il nome
di Samarcanda l’ha pronunciato per la prima volta Oriana Fallaci negli
anni Sessanta... altro che persiani e russi!
Ma andiamo con ordine.