Essere e Tempo
Essere e Tempo
Essere e Tempo
(1889-1976)
Essere e Tempo
(1927)
Il problema dell’essere
Heidegger era convinto che il problema
fondamentale in gioco nella filosofia del suo
tempo fosse quello dell’essere. Dunque, il senso
della sua ricerca filosofica appare chiaro fin dal
commento alla citazione tratta dal Sofista
platonico che apre Essere e Tempo:
Abbiamo noi oggi una risposta alla domanda
intorno a ciò che propriamente intendiamo con la
parola “essere”? Per nulla. E’ dunque necessario
riproporre il problema del senso dell’essere.
Il privilegiamento dell’uomo
è dovuto al fatto che il
Dasein non è un ente come
gli altri. Infatti può,
autointerrogandosi,
scoprire tanto il senso della
propria esistenza (primato
ontico sugli altri enti)
quanto quello più generale
dell’essere (primato
ontologico). L’uomo è
quell’ente il cui modo di
essere consiste nel porsi la
domanda intorno
all’essere, nel porsi di
fronte al suo proprio essere
per interrogarlo:
lucio celot - Essere e Tempo
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In-essere e con-essere:
l’esserci come Cura
Le modalità di accesso e di interpretazione debbono
piuttosto essere scelte in modo che questo ente possa
mostrarsi da se stesso e in se stesso. E in verità l’ente
dovrà mostrarsi così com’è innanzitutto e per lo più. Nella
sua quotidianità media. Di essa non verranno poste in luce
strutture qualsiasi e accidentali, ma quelle essenziali, cioè
quelle che si mantengono ontologicamente determinanti in
ogni modo di essere dell’Esserci effettivo.
Heidegger vuole analizzare il Dasein nel suo darsi
quotidiano, innanzitutto e perlopiù; in altri termini, gli enti
e il Dasein vengono esaminati nella loro determinatezza
empirica e contingente, nella loro medietà.
lucio celot - Essere e Tempo
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La “mondità” è un concetto
ontologico e denota la
struttura di un momento
costitutivo dell’essere-nel-
mondo. Ma questo ci è
apparso come una
determinazione esistenziale
dell’Esserci. La mondità è
quindi essa stessa un
esistenziale. […]
Ontologicamente il “mondo”
non è affatto una
determinazione dell’ente
difforme dall’esserci, ma è,
al contrario, un carattere
dell’Esserci stesso. lucio celot - Essere e Tempo
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L’esser-gettato.
Autenticità e inautenticità
Il «ci» dell’esserci sta a indicare la gettatezza (o
«effettività») dell’esserci stesso: l’esser-gettato
vuole dire che l’essere-nel-mondo non dipende da
noi, che ci troviamo a «essere» senza potercene
dare ragione.
Ancora una volta, Heidegger ribadisce la storicità
dell’esserci, il suo essere radicato in una situazione
da cui l’esistenza come poter-essere non può mai
prescindere.
lucio celot - Essere e Tempo
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Essere-per-la-morte,
storicità,
destino
L’oblìo dell’essere
e l’incompiutezza di Essere e tempo
Il cammino di Essere e
tempo può considerarsi
concluso con la messa in
chiaro della temporalità
come senso dell’essere
dell’esserci.
Il primo risultato cui
Heidegger perviene è la
denuncia dell’oblìo
dell’essere di cui è colpevole
tutta la metafisica
occidentale: lucio celot - Essere e Tempo
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La metafisica ha sempre
saltato il problema del rapporto
tra essere e tempo, pensando
l’essere
come semplice-presenza
Ricapitolando:
- la prima sezione ha affrontato l’essere dell’esserci (gli
esistenziali e la Cura);
- la seconda ha affrontato il senso dell’essere
dell’esserci (la temporalità);
- la terza sezione avrebbe dovuto indagare il senso
dell’essere in generale. Perché Heidegger non ha
portato a termine Essere e tempo con questa parte?
Per il venir meno del linguaggio: nonostante gli sforzi
per distruggere la vecchia ontologia, Heidegger dovette
riconoscere che l’unico linguaggio a sua disposizione
era proprio quello ereditato dalla tradizione metafisica,
che privilegia solo la dimensione del presente quando
parla dell’essere.
lucio celot - Essere e Tempo
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