Aiuto Materno Di Rimini, 1910-1944
Aiuto Materno Di Rimini, 1910-1944
Aiuto Materno Di Rimini, 1910-1944
Scienza e carità
PREMESSA
Appendici.
1. Soci fondatori dell'Associazione «Aiuto Materno» (1910)
2. Atto di Donazione di suor Isabella Soleri (1914)
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 3
PREMESSA
1.
I PROBLEMI DELL’INFANZIA.
BREVE VIAGGIO NEL PASSATO DI RIMINI
del 1849, tra gli otto «principî fondamentali» c’è il terzo che
stabilisce, come scrive lo storico Candeloro, «un generico
impegno programmatico di carattere sociale»: «La
Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il
miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i
cittadini».
«Un altro principio da aggiungere a questo, socialmente più
impegnativo: “La Repubblica deve, secondo i limiti dei suoi
mezzi, assicurare la sussistenza dei cittadini necessitosi
procurando il lavoro a quelli che non hanno altro modo di
procacciarsene e fornendo sussidi a coloro che non ne
possono avere della loro famiglia e che sono impotenti al
lavoro”», era stato proposto da Quirico Filopanti, ma non
venne posto neppure in discussione perché considerato
«socialista». [10]
Due anni prima, nel 1847, Antonio Rosmini ha pubblicato
il Saggio sul comunismo e sul socialismo, in cui sosteneva
che le nuove forme borghesi della libertà economica e del
diritto di proprietà dovevano essere permeate del
sentimento cristiano di carità nei confronti dei ceti più
disagiati. [11]
Ha osservato il prof. Giorgio Cosmacini [12] in una
interessante storia della Medicina italiana: «Alla cleri-
calizzazione e legalizzazione della società civile
corrispondeva simmetrica, ancora a metà Ottocento, una
medicalizzazione che era altrettanto organica a un sistema
sociale a suo modo ordinato ed equilibrato, fondato
sull’etica del consenso disciplinato nel quale l’esigenza di
salute, al pari dell’indigenza che spesso stava alla sua
radice, era vista più come il prodotto inevitabile di una
fisiologica disparità, assegnante al malato il posto che gli
competeva nella scala gerarchica dei bisogni e dei beni, che
come la conseguenza evitabile di una patologica
disuguaglianza, che faceva scontare in termini di malattia
tutta una serie di insufficienze -igieniche, alimentari,
abitative, lavorative- che erano prima di tutto carenze di
ordine economico».
Nel 1891 l’enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII
reca al cap. 11: «Certo, se qualche famiglia si trovi per
avventura in sì gravi distrette che da se stessa non le sia
affatto possibile uscirne, è giusto in tali frangenti
l’intervento dei pubblici poteri, giacché ciascuna famiglia è
parte del corpo sociale». [13] Leone XIII, come scriverà
papa Roncalli, «parlò in anni di radicali trasformazioni, di
accesi contrasti e di acerbe ribellioni». [14]
Durante il governo della Sinistra (1876-87), dopo il varo
della legge Coppino (1877) sulla obbligatorietà
dell’istruzione elementare per un biennio, viene abolita
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 9
NOTE
[1] Le notizie fin qui riportate e le citazioni testuali, sono tolte dalla
Storia civile e sacra di Rimini in sei volumi (nove tomi), iniziata da
Luigi Tonini nel 1848, e conclusa da suo figlio Carlo, con il
completamento del quinto volume (1880) e la redazione del sesto
(1888), ed. anast. Ghigi, Rimini 1971: cfr. il vol. III, p. 276, e pp.
339-341; il vol. IV, 1, p. 277, pp. 279-280, p. 454, p. 456, e p. 459; e
il vol. V, 1, p. 96, pp. 301-309 e p. 321. (Cfr. pure V. Tamburini,
Pietà e liberalità, La pubblica beneficenza a Rimini, Il Ponte, Rimini
1994, p. 14, e pp. 17-23.) La parte nosocomiale dell’Ospedale della
Misericordia fu trasferita nell’ex Collegio dei Gesuiti nel settembre
1800, sotto la denominazione di Ospedale degli Infermi, per
rimanervi sino al 1974, quando venne aperta la nuova sede alla
Colonnella. Il Collegio dei Gesuiti, dopo la soppressione dell’Ordine
(1773), venne concesso al Seminario, con la condizione che vi si
dovessero tra l’altro esercitare le «opere pie»; poi fu venduto nel
1796 ai Padri di San Domenico, prima di diventare sede degli
Infermi. (Cfr. Tonini, op. cit., V, 2, p. 486; VI, 1, p. 699; V.
Tamburini, op. cit., p. 27, p. 37 e p. 86.) Sull’Ospedale della
Misericordia del Borgo San Giuliano, cfr. il saggio omonimo di V.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 11
2.
NASCE L'AIUTO MATERNO,
9 SETTEMBRE 1910
NOTE
[1] Cfr. A. Del Piano, L’Aiuto Materno di Rimini (1910-1928), in
«Rimini», anno I, n. 3, giugno 1928-VI, p. 29. L’articolo è la prima,
breve storia organica dell’Istituto.
[2] Cfr. L’Ausa, anno XV, n. 17, 25 aprile 1910. L’articolo, intitolato
Infanzia, è firmato Ellado. Del mensile Infanzia cit. dall’Ausa, non
abbiamo trovato traccia nella BGR.
[3] Cfr. Gli abbandonati e la carità privata, Conferenza detta il 14
aprile 1901 in Rimini, per la inaugurazione della Mostra di
Beneficenza a vantaggio del Patronato per le Fanciulle
Abbandonate, Cappelli già Malvolti, Rimini 1901 [BGR, 13 MISC.
XLIV, 21]. Giuseppe Facchinetti (1862-1952) è figlio di Giovanni
(1832-1924) il quale sarà presidente dell’Aiuto Materno dal 1916
al ’24: gli subentrerà (fino al ’27) l’altro figlio Gaetano (1863-
1954), di cui diremo al prossimo capitolo, alla nota 14. Giuseppe
Facchinetti si laureò in Giurisprudenza nel 1883 e divenne
avvocato due anni dopo. Entrato in magistratura nel 1886, divenne
vice-pretore di Rimini e poi magistrato a Firenze. Nel 1912 ebbe
l’incarico di procuratore generale della Corte d’Appello in Libia e
quindi Procuratore generale onorario della Corte di Cassazione. Nel
’28 fu nominato senatore. Cfr. F. Lombardini, Riminesi nel
Parlamento italiano 1848-1972, Cosmi, Rimini 1972, p. 18. Su
Giovanni Facchinetti, cfr. i cenni biografici alla nota 12 del cap. 4.,
L’Istituto San Giuseppe, Ente Morale (1915).
[4] Cfr. L’Ausa, anno XV, n. 27, 2 luglio 1910.
[5] L’impianto rigorosamente scientifico di questa osservazione,
permette di ipotizzare che autore della nota sia lo stesso prof. Del
Piano, intervenuto a quella riunione per spiegare il «concetto
moderno» di assistenza alla primissima infanzia.
[6] In base all’art. 5 del Regolamento, fanno parte dell’Assemblea
generale «gli azionisti e gli oblatori che hanno versato non meno di
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 18
3.
SUOR ISABELLA SOLERI:
DAL RICOVERO SAN GIUSEPPE
ALL’AIUTO MATERNO
NOTE
[1] Cfr. Statuto e Regolamento dell’opera “Aiuto Materno” in Rimini,
Benzi, Rimini [1911], AAM. Lo Statuto consta di 11 articoli. Il
Regolamento di 24. L’elenco dei soci fondatori è da noi riprodotto
nella sezione Documenti, n. 1.
[2] I sacerdoti sono Belli don Gianmaria, Benedettini don Antonio,
Berlini don Vittorio, Campana don Giovanni, Ghigi don Carlo,
Paoletti don Alessandro, Renzi don Angelo e Venturini don Ger-
mano.
[3] Cfr. l’istanza al re del 24 marzo 1914, di cui riferiamo in seguito.
[4] Cfr. Corriere Riminese, anno IV, n. 10, 11 marzo 1914.
[5] In un documento a stampa conservato in BGR
[11.MISC.RIM.CLIX], si legge il nome di «Soleri Caterina nata
Contessa Misturi» tra gli azionisti della «Società per l’Istituto di
Educazione gratuita pei figli del povero in Rimini».
[6] Cfr. N. Matteini, Rimini negli ultimi due secoli, I, Maggioli, Rimini
1977, p. 322.
[7] Cfr. L’Ausa, anno VII, n. 25, 21 giugno 1902.
[8] Nel soffitto della cappella esisteva (ed esiste tuttora) un dipinto
attribuito dallo storico Pier Giorgio Pasini a Marco Capizucchi
(1784-1844), che illustra il Passaggio del Rubicone da parte di
Giulio Cesare. Quando venne realizzata la cappella il dipinto fu
coperto «da una tela con angioletti», tolta soltanto durante i restauri
del 1970: cfr. P. G. Pasini, L’arte e il patrimonio artistico e
archeologico, in «Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni» III»,
Ghigi, Rimini, p. 26.
[9] Cfr. L’Ausa, anno XVII, n. 51, 21 dicembre 1912.
[10] Cfr. L’Ausa, anno XII, n. 4, 27 gennaio 1912.
[11] Cfr. A. Del Piano, Le opere moderne della Puericultura sociale e
l’Aiuto Materno di Rimini, Artigianelli, Rimini 1912, pp. 16-17
[BGR, 13. MISC. XII. 23].
[12] Ib., p. 24.
[13] Cfr. Corriere Riminese, anno IV, n. 10, 11 marzo 1914. Il Corriere
era un foglio di ispirazione liberale.
[14] Il testo di questo Statuto è quello inserito nella Donazione di suor
Soleri, di cui si dirà nel prossimo capitolo. Cfr. i verbali delle
Adunanze Generali dell’8 e del 12 marzo 1914, AAM. Alla riunione
del giorno 8, essendo presenti soltanto 48 dei 334 soci (e non il
quinto del totale, come previsto dallo Statuto vigente, art. 10), non
si può procedere alla votazione della «proposta di erezione in Ente
Morale dell’Istituto e Statuto relativo», che avverrà in seconda
chiamata il 12 marzo, assieme a quella relativa alla «Proposta di
donazione fatta all’Istituto da Suor Isabella Soleri». Le due votazioni
approvano le proposte all’unanimità. Erano presenti 64 azionisti, i
cui nomi sono elencati nel verbale. L’8 marzo, nel nuovo Consiglio,
risultano elette la prof. Ester Fabbri (46 voti su 48 votanti),
Vittoria Pagliacci (44), la contessa Luisa Spina (37) e la marchesa
Malvezzi Pugliesi (35).
[15] Cfr. L’Ausa, anno XIX, n. 11, 14 marzo 1914. Gaetano Facchinetti
(1863-1954) fu avvocato, sindaco di Rimini (1911-13) e deputato
(1913-19). Per 35 anni diresse la Cassa di Risparmio di Rimini.
«Uomo di elevata cultura e rettitudine, avvertì i bisogni della sua
città ed operò al suo sviluppo» (F. Lombardini, op. cit., p. 19). Fu
eletto con 7.965 voti (contro i 6.183 dell’altro candidato al
ballottaggio, il socialista forlivese Aurelio Valmaggi), nelle prime
elezioni a suffragio universale, per cui nel Circondario di Rimini gli
elettori salirono da seimila a quasi ventiduemila (ib., p. 6). Ma
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 23
4.
L’ISTITUTO SAN GIUSEPPE,
ENTE MORALE (1915)
NOTE
[1] L’originale è conservato in AAM.
[2] Cfr. Donazione dalla Nobile Donna Soleri Isabella allo Erigendo
Istituto per “Aiuto materno ed infantile” in Rimini” del 6 dicembre
1914, di cui elenchiamo in seguito gli atti che la costituiscono
[AAM].
[3] Cfr. nella terza parte il documento [AAM], a firma di Tomaso di
Savoia Duca di Genova e Luogotenente generale di Sua Maestà
Vittorio Emanuele III, e con controfirma del Primo ministro Antonio
Salandra.
[4] Cfr. A. Del Piano, Le opere moderne della Puericultura sociale e
l’Aiuto Materno di Rimini, cit., p. 7.
[5] Cfr. Deliberazione della Commissione Provinciale di Beneficenza,
adunanza del 16 marzo 1915.
[6] Cfr. Atti del Consiglio Comunale di Rimini, 1915 (pp. 10-11, ASC);
e la Delibera della Congregazione di Carità del 15 agosto 1914.
[7] Cfr. alla p. 5 della stessa Donazione, il cui testo completo è
riprodotto nella sezione Documenti, n. 2. Il cit. atto notarile Urbani
del 25 novembre 1914 è nell’allegato A, alle pp. 7-11, contenente in
calce il cit. Progetto di Statuto per l’erigendo Istituto, redatto da
suor Soleri (pp. 11-14). L’allegato B è il certificato catastale dei
fabbricati donati (pp. 14-16). L’allegato C è la Nota degli oggetti mo-
bili, mobilia e mobiliari compresi fra i capitali donati (pp. 16-18).
L’allegato D è il verbale della Congregazione di Carità nella
adunanza del 15 agosto 1914, a cui risulta assente il dott. Antonio
Del Piano, avente per oggetto: «Donazione all’Aiuto Materno di
Rimini. Provvedimenti della Congregazione in base all’art. 7 della
Legge 17 Agosto 1890, n. 6972» (pp. 19-21). La Donazione consta
in tutto di 23 pagine.
[8] Questo si legge nella Donazione e nelle «Disposizioni transitorie»
che chiudono il Progetto di Statuto per l’erigendo Istituto, redatto il
25 Novembre 1914. La clausola viene ripetuta all’art. 28 dello
Statuto approvato con il decreto luogotenenziale che erige in Ente
Morale l’Opera Pia San Giuseppe. Di tale Statuto esiste un’edizione
a stampa (Garattoni, Rimini 1931) in 100 copie.
[9] Cfr. i citt. Atti del Consiglio Comunale di Rimini, 1915.
[10] Cfr. la cit. Deliberazione della Commissione Provinciale di
Beneficenza, 16 marzo 1915.
[11] La data del 24 settembre 1915 si ricava dal decreto
luogotenenziale dell’8 novembre 1915. Questo Statuto Organico
sostituiva il Progetto di Statuto per l’erigendo Istituto composto da
suor Soleri e che, come abbiamo già scritto, si trova nell’allegato A
della Donazione. Il decreto luogotenenziale apporta due piccole
modifiche all’art. 6, relativo al Consiglio di Amministrazione. Il
nuovo testo dell’art. 6 è nella cit. edizione a stampa dello Statuto del
1931.
[12] Nella Relazione (bozza senza data, ma del dicembre 1920, AAM),
p. 1, si legge che «ai primi del 1916 fu nominato» il nuovo Consiglio
d’Amministrazione. Giovanni Facchinetti (1832-1924) è il padre di
Giuseppe e Gaetano, dei quali abbiamo già parlato. Laureatosi in
legge a Perugia nel 1853, Giovanni Facchinetti si dedicò all’attività
forense e alla politica: «Di fede liberale, fu tra i delegati che
presentarono a Vittorio Emanuele II il plebiscito delle Romagne e
appartenne alla nuova magistratura locale». Fu anche presidente
dell’Amministrazione provinciale e «ricoprì altri pubblici uffici»
nella municipalità riminese. (Cfr. N. Matteini, op. cit., pp. 951-952.)
[13] Cfr. Atti AAM, 26 aprile 1916, prot. n. 28. In tale data viene
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 28
anche accettato il legato di lire 500 del defunto Giuseppe Morri (cfr.
lettera a Bianca Biondi ved. Morri, prot. n. 30). La contessa Spina
sarà confermata Patronessa per il quinquennio 1919-23: nella
lettera di accettazione dell’incarico onorifico, la contessa Spina
comunicava di offrire, «a prova dell’affetto» che nutriva per l’Aiuto
Materno, la somma di lire 125 «per l’acquisto di una culla per il
nuovo Ospedalino», del quale si augurava la «prossima l’apertura»:
cfr. lettera del 29 maggio 1919, e risposta del presidente
Facchinetti in data 2 giugno 1919, AAM. Nel precedente Consiglio,
la contessa Spina era stata Cassiera.
[14] Cfr. A. Del Piano, L’Aiuto Materno di Rimini (1910-1928), cit., p.
30.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 29
5.
IL SOCCORSO DELLA SCIENZA:
ANTONIO DEL PIANO, MEDICO
NOTE
[1] Su Augusto Murri rimandiamo al nostro cap. 8, Augusto Murri e
Rimini.
[2] «L’egregio Prof. Antonio Del Piano mercoledì scorso ha iniziato a
l’Università di Roma le sue lezioni di Patologia infantile e terapia
marittima annesse al corso di perfezionamento per medici e
studenti, trattando in una sintesi piena ed elegante la Patologia
delle malattie dell’infanzia. I Giornali di Roma sono stati unanimi
nel tessere amplissime lodi al valoroso concittadino Prof. Del Piano
per la dotta lezione detta in forma smagliante»: cfr. Corriere
Riminese del 3 febbraio 1915.
[3] Cfr. N. Matteini, op. cit., II, p. 927; G. Gattei, Bagni e guerra (1914-
1944), nel vol. II della «Storia di Rimini dal 1800 ai giorni nostri»,
Ghigi, Rimini, 1977, p. 107 e p. 109; e L’Ausa, anno VII, n. 22,
31/5/1902. In BGR si conserva la quarta edizione riveduta ed
aumentata de L’allevamento umano, Igiene della prima infanzia,
Cooperativa Farmaceutica, Milano, senza data: è il lavoro vincitore
del concorso del 1902.
[4] Cfr. G. Cosmacini, op. cit., p. 127.
[5] Di questa prima conferenza esistono «appunti stenografati»
intitolati La Protezione e l’Igiene nell’Infanzia, editi a Rimini nello
stesso anno da Pozzi e Tagliati succ. Renzetti [BGR, 13. MISC. CCL.
40], dai quali riprendiamo le citazioni testuali. Per la prima
conferenza, cfr. L’Ausa, anno VIII, n. 9, 7 marzo 1903. Per la se-
conda, L’Ausa, anno VIII, n. 13, 4 aprile 1903.
[6] Cfr. A. Del Piano, La rigenerazione fisica nelle scuole, Capelli già
Malvolti, Rimini 1905, pp. 13-16 [BGR, 13. MISC. LVI. 67].
[7] Questo tema è stato affrontato anche sulla Nuova Antologia che,
nel numero del 16 agosto 1907, ha pubblicato un articolo di
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 34
6.
GLI «ESPOSTI» ALL’AIUTO MATERNO (1920)
unione».
«Solamente mediante questa intima unione», aveva
concluso Del Piano, «il diritto di ogni figlio al latte della
propria madre può essere realizzato e […] l’infanzia
illegittima può essere sottratta alla strage
dell’allattamento artificiale ed agli infortuni ed alle
incognite dell’allattamento mercenario, per essere avviata
poi, con una più efficace assistenza prodigata alla madre a
domicilio, verso le condizioni più favorevoli dell’ambiente
famigliare». [13]
Nel Circondario di Rimini, tra 1920 e 1926, il numero
complessivo degli illegittimi è passato da 188 a 120. [14]
Nel 1923 il nuovo Regolamento generale del 16 dicembre,
n. 2900, uniforma il servizio di assistenza degli esposti in
tutto il Regno «abolendo definitivamente l’anacronistico
sistema della ruota». Nel 1927 il regio decreto-legge n. 798
dell’8 maggio rende «obbligatoria l’assistenza di tutti i
fanciulli illegittimi riconosciuti da madre bisognosa». [15]
Dal gennaio 1931 «il Servizio Esposti già disimpegnato per
l’ex Circondario di Rimini, per conto dell’Amministrazione
Provinciale, dall’Aiuto Materno», viene «accentrato per
tutta la Provincia di Forlì presso il Brefotrofio Provinciale».
Il servizio subisce «alcune modifiche»: la principale
consiste nel fatto che le madri non saranno più a carico
della Provincia ma dei Comuni o dell’ONMI.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Aiuto Materno il 22
febbraio 1931, in attesa della nuova convenzione, delibera
«di accettare per il servizio il compenso annuo a ‘forfait’ di
lire 22.000», e di proporre all’Amministrazione Provinciale
«che le spese vive di viaggio per le visite a domicilio
vengano rimborsate integralmente». [16]
La nuova convenzione è approvata il 3 maggio 1931. Essa
prevede che, «per tutti i minori abbandonati o esposti
all’abbandono» nei Comuni dell’ex Circondario di Rimini, il
servizio venga affidato all’Aiuto Materno il cui direttore
sanitario dovrà comunicare ogni notizia
all’Amministrazione Provinciale, alla quale spettano
«l’unità di direzione ed amministrazione del servizio», e le
«concessioni di premi o sussidi di carattere straordinario o
facoltativo ed ogni altro provvedimento relativo a spese».
[17]
Per i minori illegittimi fino ai sei anni «che per deficenza di
locali nell’Istituto Provinciale, venissero ricoverati presso
l’Aiuto Materno, la Provincia corrisponderà la retta
giornaliera» di lire cinque al dì. Stabilito nelle citate 22.000
lire annue (comprensive di «qualsiasi spesa», tra cui quelle
per «la fornitura dei corredini per i neonati e la provvista
di casse da morto»), il pagamento forfettario delle
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 40
NOTE
[1] Cfr. il cit. resoconto dell’Ausa del 21 dicembre 1912.
[2] Cfr. A. Del Piano, L’Opera dell’Aiuto Materno in Rimini dal 1910 al
1926, cit, p. 9. Alla convenzione si giunge in due tempi. Il 31 ottobre
1919, il Consiglio d’Amministrazione dell’Aiuto Materno, dopo
«verbali scambi di idee fra la Presidenza, la Direzione dell’Aiuto
Materno e la Presidenza della Congregazione di Carità», delibera di
«accogliere nei locali dell’Aiuto Materno i bambini attualmente
ricoverati nel brefotrofio alle stesse condizioni fissate o da
modificarsi dalla Provincia di Forlì» (cfr. Verbale del Consiglio
d’Amministrazione, 31 ottobre 1919, AAM). Su tale delibera, la
Commissione Provinciale di Beneficenza richiede «qualche
schiarimento», a cui l’Aiuto Materno «ritardò di dare evasione»,
poiché nel frattempo erano iniziate le trattative per ottenere
«l’intero servizio Esposti, compresa la Sala di Maternità; servizio
che presenta affinità cogli scopi dell’Aiuto Materno» (cfr. Verbale
del Consiglio d’Amministrazione, 1. aprile 1920, AAM). Le
trattative si concludono positivamente, con un accordo, approvato
dall’Amministrazione Provinciale, in quanto l’Aiuto Materno «ha do-
vuto assumere prontamente tale servizio poiché alla Congregazione
di Carità necessitava abbattere i locali che essa adibiva a tale scopo»
(ib.). Sull’argomento, cfr. pure la cit. Relazione (dicembre 1920), p.
4: «La Provincia di Forlì [cancellato, e a margine: accogliendo una
vecchia proposta fatta dal prof. Del Piano], d’accordo con la locale
Congregazione di Carità, offriva a questo Istituto, come il più adatto
allo scopo, l’intero servizio Esposti, compresa la Sala di Maternità».
Nel Verbale del 10 marzo si precisava che l’Aiuto Materno era
«costretto ad assumere l’intero servizio o rinunziarvi
completamente».
[3] Cfr. la cit. Relazione del dicembre 1920, p. 4. Il prof. Del Piano
viene nominato il 10 marzo 1920 direttore sanitario del brefotrofio
dal Consiglio d’Amministrazione dell’Aiuto Materno, il cui se-
gretario rag. G. S. Beltramelli si vede affidata la parte
amministrativa del servizio (cfr. Atti AMM, 10 marzo 1920).
[4] Cfr. M. Zuffa, Pensieri politici di un bibliotecario gambalunghiano,
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 41
7.
LE CURE MARINE PER L’INFANZIA
NOTE
[1] Cfr. A. Del Piano, L’Aiuto Materno di Rimini (1910-1928), cit., p.
30.
[2] Cfr. L. Silvestrini, Un secolo di vita balneare al Lido di Rimini, II
ed., Garattoni, Rimini 1965, p. 93. Il prof. Luigi Silvestrini (1882-
1974) fu primario chirurgo agli Infermi e senatore della
Repubblica.
[3] Cfr. A. Del Piano, La terapia del mare, Azzoguidi, Bologna 1902
[BGR, 13. MISC. CCXXVIII. 53].
[4] Cfr. i citt. «appunti stenografati» intitolati La Protezione e l’Igiene
nell’Infanzia; e L. Silvestrini, op. cit., p. 14. Silvestrini scrive (op.
cit., p. 14) che l’Ospizio di Viareggio è del 1842; in una nota
successiva (n. 18, p. 53) la data è invece 1856.
[5] Il volume, edito dalla Tipografia Artigianelli di Rimini, consta di
107 pp. di testo ed è diviso in cinque parti: «Importanza biochimica
dell’elemento minerale marino», «Le cure di mare e il problema
preventivo della tubercolosi», «La cernita dei malati», «Il regime
alimentare in rapporto alle cure di mare nella scrofola e negli stati
protopatici della tubercolosi», «Gli stati ipopnoici e la ginnastica
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 47
8.
AUGUSTO MURRI E RIMINI
NOTE
[1] Le notizie su Murri e le citazioni (di scritti suoi oppure su di lui)
che riportiamo di seguito, sono tolti da G. Cosmacini, op. cit., p. 101-
105. Sul rapporto tra Rimini e Murri, restano tuttora fondamentali
le osservazioni di L. Silvestrini, op. cit., p. 280: «Augusto Murri, con
la sua indiscussa autorità intratteneva Medici e pubblico sugli
effetti salutari delle cure marine, anticipando tante verità oggi
universalmente riconosciute». Murri era considerato il «principe dei
clinici italiani».
[2] La pagina di Murri è in un opuscolo di Scritti politici e sociali,
pubblicato dagli studenti dell’Associazione radicale universitaria.
[3] Cfr. A. Del Piano, L’Opera dell’Aiuto Materno in Rimini dal 1910 al
1926, cit, pp. 16-17. Questo concetto ritorna in un passo del
discorso pronunciato da Del Piano nel 1929, in un (diverso)
contesto di esaltazione politica del regime, quando venne nominato
presidente della Federazione provinciale maternità e infanzia: «[…]
noi dobbiamo essere gli esecutori della legge fascistissima, di quella
legge che la mente chiara ed equilibrata di un uomo pieno di bontà,
Luigi Federzoni, ha dettato, ma che il Duce ha ispirato e voluto a
base della rigenerazione fisica, intellettuale e morale della Nazione
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 50
9.
L’OSPEDALINO REGINA ELENA (1925)
NOTE
[1] Cfr. nel cap. 4. L’Istituto San Giuseppe, Ente Morale (1915), la
petizione al re scritta da Fanny Malvezzi Pugliesi. Cfr. pure A. Del
Piano, L’Aiuto Materno di Rimini (1910-1928), cit., p. 31.
[2] La lapide, esistente tuttora nel palazzo Soleri, ricorda la data
dell’inaugurazione, al termine dell’epigrafe che riporta i nomi di
suora Isabella Soleri, Giovanni Facchinetti e di Antonio Del Piano.
Cfr. pure la delibera del 31 ottobre 1919 (AAM), ove si legge che
l’apertura dell’Ospedalino era prevista «col nuovo anno 1920».
[3] È la cit. Relazione (dicembre 1920).
[4] In tale Relazione si legge che le offerte furono di lire 1.579,75 nel
1916; 1.868,30 nel 1917; 4.782,85 nel 1918; 4.304,35 nel 1919;
5.407,60 nel 1920 (cfr. pp. 1-2). Circa le necessità di bilancio
dell’Aiuto Materno, va ricordato che la crisi economica post-bellica
aveva provocato una svalutazione della lira, e quindi anche dei
titoli ricevuti dall’Istituto con la donazione di suor Soleri. Si noti
che un capitale di centomila lire del 1914 (a tale cifra
assommavano quei titoli), si era ridotto nel 1921 a 18.200 lire.
[5] Cfr. Atti del Consiglio Comunale di Rimini, 1911 (pp. 66-67, ASC in
ASR), seduta del 22 aprile 1911: «Vi è noto che da diversi mesi, per
nobile e generosa iniziativa di un Comitato di gentili signore, è sorta
a funzionare nella nostra Città l’istituzione dell’“Aiuto Materno” i
cui fini rispondono ad un vero bisogno cittadino e la forma si
concreta in una azione pratica di bene intesa carità». Con il
contributo di 300 lire, il Comune aveva il diritto di nominare un
proprio rappresentante in seno al Consiglio di presidenza dell’Aiuto
Materno. La deliberazione è confermata in seconda lettura il 22
aprile (ib., p. 147). Il consigliere dott. Angelo Lazzari, nella prima
seduta, aveva rilevato che «il Comune avrebbe anche potuto
stabilire un contributo maggiore se il R[egi]o Commissario non
avesse» in precedenza diminuito il dazio sul latte, che egli
proponeva di riportare all’antica quota per dare in futuro un
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 54
[15] Cfr. A. Del Piano, L’Opera dell’Aiuto Materno in Rimini dal 1910
al 1926, cit, pp. 18-19. Qui (a p. 9) Del Piano ricorda «l’assidua cura»
del consigliere cav. Vittorio Semprini (rappresentante, come si è già
visto, del Comune e della Congregazione di Carità), che
«amorevolmente» si adoprò per l’allestimento dell’Ospedalino.
[16] Dal confronto dei dati, abbiamo rilevato incongruenze tra i
numeri riportati nei prospetti mensili di aprile e maggio ed il totale
annuale, correggendo le quali si ottengono le cifre (esatte nel saldo
tra le varie voci), che riportiamo nel testo. Ariminum era la
rassegna ufficiale del Comune. All’inizio di giugno e luglio, le
degenze erano zero.
[17] Cfr. Comune di Rimini, Bollettino Mensile di Statistica, Riassunto
anno 1938 - XVI, cit.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 56
10.
I RAPPORTI CON IL COMUNE DI RIMINI
(1928-1944)
NOTE
[1] Cfr. Ariminum, Rassegna di vita cittadina, luglio-agosto 1928-VI, p.
69, BGR.
[2] Cfr. Atti del Podestà, 1928, delibera del 20 agosto, pp. 981-983,
ASC. Anche nella convenzione si ricorda che l’Ospedalino è sorto e
funziona «per lascito della benefica Contessa Soleri». Il 26 dicembre
1927 (cfr. Atti del Podestà, p. 617, ASC), il Comune ha concesso un
sussidio natalizio di lire 100 all’Aiuto Materno. (Con decreto-legge
del 3 settembre 1926 si estende a tutti i Comuni la riforma della
legge 4 febbraio 1926 che attribuiva al podestà dei Comuni con
meno di 5.000 abitanti le funzioni di sindaci, Giunte e Consigli
comunali.)
[3] Soltanto nell’Ospedale civile del Comune erano ammesse le cure
chirurgiche e ginecologiche, come spiega Ariminum, cit.,
rimandando al «disciplinare per le ammissioni deliberato» dall’Aiuto
Materno, richiamato dalla convenzione.
[4] Cfr. Atti del Podestà, 1928, II, pp. 617-618, ASC. Per il 1938, cfr. il
cit. Bollettino Mensile di Statistica, Riassunto anno 1938 - XVI. Gli
11.351 poveri del ’38 rappresentavano quasi il 17% dell’intera
popolazione, composta da 67.414 abitanti.
[5] Il testo è negli Atti del Podestà, 1929, pp. 836-839, ASC. Cfr. pure
Atti, 5 marzo 1930, AAM. La spesa globale dell’«ultimo quadriennio»
è stata di lire 89.513. Dalle 24.265 lire del 1927, si è passati a
27.000 lire previste per il 1929.
[6] Cfr. la Atti del Podestà, delibera del 12 febbraio 1930, pp. 162-163,
ASC: la cifra di 65.760 lire risulta dalla somma di 14.745 lire per
ricoveri senza la prescritta ordinanza, in base soltanto alla tessera
di povertà; e di 51.015 lire per ricoveri regolarmente autorizzati.
Nello stesso 1930 (delibera 1° marzo, ib., p. 237, ASC), il Comune
cede gratuitamente all’Aiuto Materno alcuni «mobili giacenti nel
magazzino»: un tavolo, due credenze, sei attaccapanni e due scanni
vecchi (del teatro) da riparare. Infine, il 27 maggio 1930 (ib., pp.
517-519, ASC), il Podestà liquida lire 4.188 per i ricoveri di
puerpere e bambini esistenti al 1° gennaio 1930, e disposti dal
Municipio nel 1929: in un primo tempo il Comune ha rifiutato di
pagare tale cifra, poi, in seguito a nuova richiesta dell’Aiuto
Materno, il Podestà riconosce che, per tali ricoveri, non era
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 61
11.
L’INFANZIA, «PROBLEMA POLITICO»
DEL FASCISMO (1925-1940)
NOTE
[1] Cfr. A. Lo Monaco-Aprile, op. cit., p. 7. L’ONMI viene modificata
con la legge 13 aprile 1933, n. 298 e con il R. D. 24 dicembre 1934, n.
2316, Testo Unico delle leggi sulla protezione della maternità ed
infanzia. Sarà soppressa nel 1975: cfr. B. Lombardi, La spesa sanitaria
pubblica nel Circondario di Rimini, Analisi del periodo 1977-1985, pp.
83-84.
[2] Ib., p. 8.
[3] Cfr. S. Fabbri, op. cit., pp. 4-7.
[4] La definizione dell’«Italia rurale» come «nerbo dello Stato in pace
e in guerra», è nel cit. volume di S. Fabbri, tolta da un discorso di
Francesco Coletti, «eminente giurista sociologo» (cfr. pp. 13-14).
Osserva G. Candeloro (Il fascismo e le sue guerre, «Storia dell’Italia
moderna», IX, Feltrinelli, Milano 1981, p. 298): «Gli anni dal ’29 al ’35,
soprattutto dal ’33 in poi, furono decisivi anche per il sostanziale
fallimento delle due battaglie tra loro collegate, cominciate dal
fascismo negli anni 1927-28: quella per la bonifica integrale e quella
per la ruralizzazione».
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 69
Platania, ex anarchico ed uno dei fondatori nel ’19 del primo nucleo
dei fasci di combattimento a Rimini, ucciso nel 1921). Analoghe
cronache si trovano anche negli anni successivi.
[21] Cfr. nel numero del 30 dicembre 1933 i servizi intitolati:
Solenni riti di glorificazione della Maternità e dell’Infanzia, e Le
celebrazioni a Forlì e nella provincia. I legami tra fede cristiana e
fascismo sono ribaditi in un altro articolo dedicato alla «Befana
fascista» (cfr. Il Regime e l’infanzia, 6 gennaio 1934). Nel numero del
16 gennaio 1935 si ricorda che anche i bimbi dell’Aiuto Materno
riminese hanno ricevuto il dono per la Befana, sotto il titolo a piena pa-
gina: «Manifestazioni al DUCE e giocondità». Del Piano figura
presidente provinciale già dal 1929 (cfr. Popolo di Romagna, 31 agosto
1929).
[22] Cfr. il n. del 28 gennaio 1933: «Il Refettorio resterà aperto fino
al 20 aprile». In base alla legge 13 aprile 1933 n. 298 che modifica la
legge del ’25, n. 2277, le spese per il funzionamento del locale comitato
ONMI passano a carico del Comune: cfr. Atti del Podestà 1934, 18
gennaio, pp. 19-20. La cifra stanziata è di 2.000 lire, elevate a 5.000
con delibera n. 433 dell’8 giugno 1943, ib., pp. 520-521. Presidente del
Comitato cittadino dell’ONMI è il vice podestà cav. avv. Eugenio
Bianchini (cfr. delibera n. 365 del 16 maggio 1934, ib., pp. 447-448).
[23] Cfr. il n. del 17 agosto 1929.
[24] Cfr. il n. del 17 dicembre 1938. Qui si precisa che a Rimini non
esisteva ancora una sede dell’ONMI, data «in progetto». Nel 1936, a tale
scopo, il Comune ha ceduto all’ONMI a titolo gratuito un appezzamento
di terreno nel Quartiere Ippodromo (ora Stadio comunale): cfr.
delibera del 24 settembre 1936, Atti del Podestà, pp. 649-650. Nel
1941, poiché l’area concessa si è rivelata «insufficiente alle necessità»,
la delibera del ’36 viene revocata, e sostituita da un’altra (n. 592, 21
ottobre 1941, Atti del Commissario prefettizio, pp. 703-704, ADC), che
cede, sempre a titolo gratuito, un terreno nella zona del Borgo San
Giuliano, in zona posta tra l’attuale via Matteotti (allora XXVIII
Ottobre) e la via Trai. Tale sede è stata realizzata soltanto nel
Dopoguerra in area ancora diversa.
[25] Sull’Aiuto Materno come luogo delle cerimonie, cfr. i nn. del 31
dicembre 1938 e del 30 dicembre 1939. La citazione è tolta dal n. del
30 dicembre 1939.
[26] Cfr. il cit. n. del 17 dicembre 1938, ove si riportano i dati
provinciali dell’attività dell’ONMI, senza notizie sull’Aiuto Materno.
[27] Cfr. B. Masotti, Bimbi d’Italia, 8 settembre 1940.
[28] Cfr. A. Montanari, Rimini ieri, Dalla caduta del fascismo alla
Repubblica, 1943-1946, Il Ponte, Rimini 1989, p. 12.
[29] La recensione, firmata «N. M.» appare nella rubrica Cose lette e
da leggere.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 71
12.
IN POVERTÀ PER LA MALATTIA.
DUE STORIE (1926-29)
NOTE
[1] Cfr. Atti del Podestà 1926, pp. 259-260, ASR.
[2] Cfr. Atti del Podestà 1927, pp. 454-455, ASR.
[3] Cfr. Atti del Podestà 1929, delibera del 19 febbraio, pp. 56/57,
ASR.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 73
13.
LA GUERRA A RIMINI
(1943-1944)
NOTE
[1] Cfr. A. Montanari, Rimini ieri, cit., passim.
[2] Il Verbale è in Atti AAM. Vedi anche il Verbale del 16 dicembre
1943, ib., che citiamo in seguito. Il personale licenziato è composto
da due levatrici, un’infermiera, un’aiuto infermiera ed un
inserviente.
[3] Cfr. A. Montanari, Rimini ieri, cit., p. 39; V. Tamburini, op. cit., p.
75.
[4] Cfr. Verbale del 16 dicembre 1943, AAM. Qui si legge che «il
Segretario del Fascio Repubblicano ha invitato le amministrazioni
degli Istituti Ospedalieri e di Ricovero e dell’Aiuto materno ad
istituire presso la sede di sfollamento dell’Ospedale Civile in S.
Fortunato una Sala di maternità alle dirette dipendenze dell’Aiuto
Materno stesso». Fatta salva la loro reciproca autonomia di
gestione, l’Ospedale consente «al collocamento di un Reparto
Maternità presso» la sede di sfollamento, fornendo i locali
«strettamente indispensabili». All’Aiuto Materno tocca l’obbligo di
provvedere al personale necessario, mentre l’Ospedale conserva la
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 75
GENEALOGIA
FAMIGLIA SOLERI
GIACOMO CRISTINA
GIAMAGLI = VANZI
[1719-1792] [+1792]
CESARE MARGHERITA
= CORRADUCCI
GIAMAGLI
[n. 1780] [+1877]
CARLO SOLERI
[1783-1855] adotta GIACOMO CATERINA
= MISTURI
GIAMAGLI
[1820-1895] [+1887]
Con [*] si indicano i componenti del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto San Giuseppe
quali eredi di Suor Isabella Soleri
d’Augusto.
Il professor Bruno Marabini, primario di Medicina
all’Ospedale Civile di Rimini ed artista di larga fama,
scolpisce un bronzo con il ritratto di Guglielmo Bronzetti,
che viene collocato all’ingresso dell’Ospedalino. Quel
bronzo è poi sparito: «Possibile che sia stato rubato?
Assieme al ritratto è sparito anche ogni segno che il locale
è stato donato dai Bronzetti». Lì, adesso, ci sono gli uffici
dell’Azienda sanitaria pubblica.
L’Ospedale Bronzetti è stato costruito «con un’economia da
spilorci», bisognava non superare gli ottantacinque milioni
dati da Teresa Bronzetti in contanti. Gobbi controlla che
l’intonaco sia dello spessore previsto dal capitolato, che il
ferro delle porte non sia quello comune ma della qualità
concordata, e quando vede che le cose non vanno, fa rifare.
L’Ospedale Bronzetti è aperto nell’ottobre 1966: «C’erano
delle innovazioni rispetto agli standard universitari, come
le sei camere che ospitavano gli immaturi e le loro
mamme, cubicoli di due metri per due, con pressione
atmosferica superiore di mezzo grado a quella del
corridoio, per creare un flusso laminare grazie al quale
l’aria poteva uscire ma non entrare, così rimanevano fuori
germi e polvere, con un ricambio di circolo dodici volte
superiore a quello delle incubatrici».
L’Ospedalino ha ottanta posti letto, ma nell’estate del 1967
raggiunge anche punte di cento presenze. Il reparto di
Neonatologia, al pari di quello per gli immaturi, ha box
singoli ove soggiorna anche la mamma.
«Pediatria ha quattro camere singole per l’osservazione del
paziente dal momento del ricovero fino al chiarimento
della patologie. Nelle camere a due letti si ospitano pazienti
con patologie compatibili. Quelle a quattro letti sono per
bambini convalescenti, della stessa fascia di età, ai quali le
due assistenti sociali allietavano la degenza. Particolari
poltrone-letto per la madre o un congiunto permettevano
un’affettuosa assistenza 24 ore su 24, senza creare
superaffollamento o disordine».
Tra gli studi effettuati dopo il ritorno all’Aiuto Materno,
Gobbi ricorda quello sul colostro, il primo latte: «Nei primi
due o tre giorni il latte della donna ha una densità
particolare, un colore giallognolo. È il proseguimento del
corpo della mamma che viene trasmesso al figlio. L’ho già
scritto da allora, metà anni ’60. Adesso sono tutti
d’accordo che il colostro sia indispensabile, ma non perché
l’ho scritto io, ma perché se ne sono accorti…».
Il colostro «è ricchissimo di proteine alimentari, ed è scarso
di glucosio (che in eccesso farebbe soltanto male in questa
fase). E poi contiene anticorpi ed enzimi. E il bambino, più
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 81
NOTE
[1] Cfr. R. Bulgarelli, Puericultura, quinta ed. 1984, p. 514: «Riguardo
al contenuto in grassi, è da ricordare però (come ha sottolineato
recentemente Gobbi: 1982) che i “pesci azzurri” contengono in
notevole quantità acidi grassi poli-insaturi; si tratta delle sardine,
delle acciughe, delle alacce (chiamate anche “sardoni”), degli
sgombri, delle aguglie, ecc.».
[2] Cfr. alle p. 124 e seguenti.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 84
Appendici
1.
Soci fondatori dell'Associazione «Aiuto Materno» (1910)
1. Abbà Ernesta
2. Abbati Nanni Teresa
3. Adanti Valente Lina
4. Adanti Michelina
5. Albani Assunta
6. Albani Maria
7. Albini Panozzo Giulia
8. Amati Ernesta
9. Angeli Anita
10. Arlotti Nicola
11. Argana Ubalda
12. Augusti Castruccio
13. Baldassarri Bucci Maria
14. Baldini Cont. Imelde
15. Baldini Cont. Rosetti Maria
16. Barbanti Achille
17. Barbieri Giunchi Anna
18. Bartolani Ida
19. Bartoli Annetta
20. Bartoli Elvira
21. Basili Elvira
22. Battaglini Cont. Adriana
23. Battaglini Facchinetti Cont. Aurelia
24. Battaglini Cont. Elvira
25. Battaglini Cont. Stefania
26. Bazzocchi Bernucci Anna
27. Bedini Irma
28. Bedotti Mancini Teresa
29. Belli Don Gianmaria
30. Belli Irma
31. Benedettini Don Antonio
32. Benedettini Elvina
33. Benedettini Vincenza Maria
34. Benzi Gaetano fu Luigi
35. Berardi Antonio
36. Berlini Don Vittorio
37. Berti Arlotti Annetta
38. Berti Maria
39. Bertolani Matilde
40. Bertozzi Mandolesi Giovannina
41. Bianchini Cecchina
42. Bianchini Cappelli Elena
43. Bianchini Massoni Elvira
44. Bianchini Colomb. e Franceschina
45. Bianchini Filippo
46. Bianchini Ghetti Giannina
47. Bianchini Giorgio
48. Bianchini Pagani Nefetti Luisa
49. Biasolini Sapigni Giannina
50. Biasolini Sapigni Maria
51. Bigi Luigi
52. Billi Vincenzi Parmelide
53. Bodellini Daniele
54. Bodellini Raffaele
55. Boldrini Annetta
56. Bonini Azeglia
57. Bonini Dott. Gaetano
58. Borghesi Matilde
59. Borghi Mamo Cuzzo Crea Erminia
60. Brolli Campana Maria
61. Brunelli Montebelli Elisa
62. Bucci Maria
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 85
2.
Atto di Donazione di suor Isabella Soleri (1914)
Rep. n. 8289. 6 Dicembre 1914. Donazione. Mat. n. 4891 da Soleri Isabella, all'erigendo
Istituto per Aiuto Materno e Infantile in Rimini.
Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia. L'anno
Millenovecentoquattordici 1914. Addì Sei 6 Dicembre.
In Rimini, nella Residenza della Congregazione di Carità già Palazzo Valloni, Corso
d'Augusto, Civico n. 90.
Avanti di me Dott. Alberto Ricci fu Giuseppe, Notaio pubblico residente in Rimini,
iscritto al Collegio Notarile del Distretto di Forlì, e dei sottoscritti testimoni idonei, a me
noti, cioè Signori: Giuseppe Alberani fu Domenico, nato a Lugo, domiciliato in Rimini,
Ragioniere e Luigi Rossi fu Lorenzo, nato e domiciliato a Rimini, portiere.
Sono personalmente comparsi i Nobili Signori:
Grand'Ufficiale Avvocato Giovanni Facchinetti fu Filippo, nato e domiciliato in Rimini; ed
Avvocato Cosimo Maria Pugliesi di Luigi, nato ad Ortona a mare, domiciliato in Rimini;
ambidue possidenti, di loro età legale e da me personalmente conosciuti, i quali
dichiarano di stipulare quanto appresso nei nomi e nelle rappresentanze loro rispettive,
come verrà dichiarato nel corso del presente Atto pubblico.
Dal Mandato di Procura in data di Roma 25 Novembre testé decorso, per gli Atti Urbani
Dott. Francesco, di Roma, con firma del Notaio legalizzata nel giorno stesso, che si allega
al presente Atto alla Lettera A, risulta: come la Nobile Donna Signora Isabella Soleri del
fu Giacomo Soleri Giamagli, ora Figlia della Carità, nata a Rimini e residente in Roma,
ove dirige un'Opera Pia, mossa dal desiderio di assicurare alla sua Città natale un'Opera
di beneficenza, abbia stabilito di costituire una Dotazione, assegnandole capitali di sua
proprietà, per ottenere l'erezione in Ente morale, a termine delle vigenti Leggi sulle
Istituzioni pubbliche di Beneficenza.
A tale effetto essa, col suddetto Mandato di Procura, ha istituito suo speciale Mandatario
il N.S. Grand Uff.le Avv. Giovanni Facchinetti del fu Filippo, affinché, in nome e vece
della Signora Mandante, stipuli legale Atto di Donazione condizionale, a favore dell'Ente
erigendo, per il quale verrà accettata dall'Ill.mo Signor Presidente della Congregazione
di Carità di Rimini, degli infrascritti capitali.
In esecuzione al Mandato, il Signor Avv. Facchinetti dichiara, a nome della sua
Mandante Signora Isabella Soleri, di donare, come effettivamente dona all'Istituto
erigendo nella Città di Rimini per Aiuto materno e infantile, agli scopi stabiliti nell'Art. 1
dello schema di Statuto, alligato alla Procura soprarichiamata ed alligata al presente alla
Lettera A:
«1°. Due fabbricati di proprietà della Signora Mandante, nella stessa Città di Rimini, ad
essa intestati in Catasto, come al Certificato Censuario della Agenzia delle Imposte di
Rimini, che si alliga alla Lettera B. Tali Fabbricati sono ora destinati a questa stessa
beneficenza, che di fatto esiste senza essere eretta in Ente morale, la quale si vuole
ampliata, e vive ora unicamente con sussidi della Carità cittadina. Si ritrovano pure
ricoverate in quei Fabbricati alcune povere vecchie, mantenute dalla stessa Signora
Soleri.
«Uno dei due Fabbricati, pervenuto ad essa per successione paterna in forza di
Testamento olografo depositato negli Atti miei il 18 Giugno 1895, forma angolo colla Via
Corso d'Augusto e Ducale, coi Numeri Civici 95B, 95C, 95D, 95, col Numero di mappa
1734, del Reddito imponibile di £. 825, confinante colle suddette Vie Corso d'Augusto e
Ducale, colla proprietà Ruffi, e col Fabbricato attiguo di proprietà della Mandante il
quale viene pure compreso nella Donazione.
«Il secondo Fabbricato, acquistato dalla medesima con Istromento pure in Atti miei delli
26 Luglio 1897, debitamente trascritto per il prezzo di Lire Cinquemilacinquecento (£.
5500) interamente pagato, è situato in Via Ducale coi Numeri Civici 1A, B, C, con piccolo
cortile ed orto, coi Numeri di mappa 1738, 1736, e il Reddito imponibile di £. 360,
confinante col precedente Fabbricato, la Via Ducale, la proprietà del Comune di Rimini,
salvi altri, ecc.».
Il Mandatario, in conformità della suddetta Procura, nel nome e per conto della sua
Mandante garantisce che gli immobili donati spettano alla medesima, la quale ne ha la
piena e libera proprietà e disponibilità, e che sono liberi da oneri, pesi ed ipoteche.
La Donazione dei medesimi si intende e vuole fatta coi relativi diritti e servitù attive e
passive, senza riserve, ad eccezione delle infradicende condizioni, cui rimane vincolata.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 91
Per norma del Registro si dichiara che il Valore cumulativo dei due Fabbricati si calcola
di Lire Ventimila (£ 20000).
2°. Dona, altresi, all'Istituto erigendo gli oggetti mobili, mobilia e mobiliare esistenti nei
suindicati Fabbricati e descritti nella Nota, che si allega la presente Atto sotto la Lettera
C, a termini e per gli effetti dell'Articolo 1070 del Codice Civile, esclusi altri oggetti che si
trovano in detti Fabbricati precariamente collocativi ma non compresi nella Nota, quali
oggetti saranno tolti ed asportati tostoché la Donazione, verificate le infrascritte
condizioni, sia resa definitiva. Il valore dei mobili, come alla Nota preinserta è di Lire
Milletrecentosettantacinque (£. 1375).
3°. Parimenti si comprendono nella Donazione i seguenti Titoli di credito del Valore
nominale di Lire Centomila (£. 100000) salvo la differenza che risulterà dagli odierni
listini di Borsa:
a) Num. 11 Cartella del Monte dei Paschi di Siena, fruttiferi il tre e cinquanta pe cento
(3.50%), del Valor nominale di Lire Cinquemilacinquecento (£. 5500);
b) Num. 70 Cartelle dello stesso Istituto fruttifere il quattro e cinquanta per cento
(4.50%) del Valore nominale di Lire Trentacinquemila (£. 35000);
c) Num. 1 Cartella del medesimo Istituto fruttifera il cinque per cento (5%), del Valore
nominale di Lire Cinquecento (£. 500);
d) Num. 1 Cartella del Credito Fondiario della Cassa di Risparmio di Bologna, fruttifera
al cinque per cento (5%), del Valore nominale di Lire Ottomila (£. 8000);
e) Num. 7 Cartelle dell'Istituto Italiano di Credito Fondiario fruttifere al tre e cinquanta
per cento (3.50%), del Valore nominale di Lire Tremilancinquecento (£. 3500);
f) Num. 39 Cartelle speciali della Cassa Depositi e Prestiti fruttifere il tre per cento (3%),
del Valore nominale di Lire Diciannovemilacinquecento (£ 19500);
g) Num. 5 Cartelle del suddetto Istituto Italiano di Credito Fondiario fruttifere il quattro
per cento (4%), del Valore nominale del Lire Duemilacinquecento (£. 2500);
h) Cartelle al portatore di Rendita Italiana tre e cinquanta per cento (3.50%), per il
Valore nominale di Lire Venticinquemilacinquecento (£. 25500).
I quali Titoli di credito formano la complessiva somma di Valore nominale di Lire
Centomila (£. 100000).
Il Signor Avv. Facchinetti, a termini del Mandato ricevuto, dichiara che la Donazione è
vincolata alla condizione che l'Opera erigenda abbia gli scopi tassativamente suindicati
nello schema di Statuto soprarichiamato, il quale si intende come qui letteralmente
trascritto, e sia regolata dalle norme contenute nello Statuto medesimo, salva qualche
variante di forma che forse richiesta dalla Autorità Governativa, la quale non ne alteri la
sostanza. È pure subordinata alla condizione che sia eretta in Ente morale, al quale
effetto si inizieranno subito le pratiche necessarie, a termini di Legge. Mancando
qualunque delle accennate condizioni, la Donazione si intende e vuole risoluta di pieno
diritto, ritenendola come non avvenuta.
L'Ente erigendo manterrà nei locali, che gli vengono ceduti, le Vecchie povere in essi
attualmente ricoverate, fornendo loro il vitto e l'assistenza come ora si pratica, e colla
condizione espressa nella disposizione transitoria contenuta nello schema di Statuto
allegato al presente Atto.
Gli effetti utili ed onerosi della Donazione presente dateranno dal giorno in cui sarà
emanato il Decreto Reale di erezione dell'Opera in Ente morale, e non appena costituita
l'Amministrazione, in base allo Statuto, la Signora Donante farà consegna alla medesima
dei capitali donati.
Il Nobil Uomo Signor Avv. Cosimo Maria Pugliesi, nella odierna sua qualità di Presidente
della Congregazione di Carità di Rimini, in base alla sua Deliberazione delli 15 Agosto
scorso, approvato dalla Commissione di Beneficenza con Decreto 19 Ottobre successivo
che, in copia autentica, si allega alla Lettera D, a termine e per gli effetti dell'Articolo
1057 del Codice Civile e con riserva dell'Autorizzazione Governativa che possa
richiedersi, accetta la Donazione, subordinata alle sopraccennate condizioni, dei capitali
sopradescritti a favore dello Istituto dell'Aiuto materno e Infantile da esigersi
legalmente nella Città di Rimini, con dichiarazione che esso dovrà avere una
Amministrazione autonoma, a termini dello Statuto più volte ricordato.
Lo stesso Signor Presidente della Congregazione, sicuro di interpretare il pensiero della
cittadinanza, esprime alla benemerita Fondatrice, la quale ha dedicato la sua vita ad
opere di beneficenza, i sensi della più gratitudine e l'augurio che da altri sia seguito il
nobilissimo esempio a favore delle classi bisognose.
Le spese del presente atto e conseguenti sono a carico della Signora Donante.
E richiesto io Notaio ho redatto il presente che, scritto per mia cura da persona di mia
fiducia, ho letto e pubblicato a chiara e piena intelligenza delle Parti e dei testimoni
sunnominati che, in conferma, meco si firmano nelle Parti e controfirmano pure gli
Allegati B, C, D.
Di tutti gli Allegati è stata qui omessa la lettura per espressa volontà delle Parti, che
hanno dichiarato di averne piena conoscenza.
Le Parti stesse, da me interpellate, hanno asserito essere quest'Atto pienamente
conforme alla loro volontà.
Il quale Atto consta di due fogli, scritti ai sette intere facciate e principio della ottava.
Firmato: Giovanni Facchinetti. Cosimo Maria Pugliesi.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 92
Allegato A
Procura speciale. Repertorio n. 1649.
Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia. L'anno
Millenovecentoquattordici 1914, il giorno venticinque 25 del mese di Novembre in
Roma, nello Studio Notarile in Via del Sudario, numero 11.
Avanti di me Dottor Severino Urbani, Notaio residente in Roma, nel mio Ufficio in Via del
Sudario, Numero 11 ed iscritto presso il Collegio Notarile di Roma, assistito dai
testimoni Signori: Altieri Vincenzo fu Domenico, nativo di Roma, impiegato, domiciliato
in Roma, Piazza Tor Sanguigna, Numero 2, e Soffiantino Alfonso fu Giuseppe, nativo di
Casalmonferrato, pensionato, residente in Roma, Vicolo del Governo Vecchio, Numero
50,
È comparsa
la N.D. Signora Isabella del fu Giacomo Soleri Giamagli, ora Figlia della Carità, nata a
Rimini e residente a Roma, Via Sant'Agata de Goti, Numero 24, d'identità personale a me
nota.
La Comparente, volendo assicurare alla sua Città natale un'Opera di Beneficenza
destinata all'Aiuto materno e infantile, la quale ora di fatto esiste nei Fabbricati di sua
proprietà, qui appresso descritti e vive unicamente con sussidi forniti dalla carità
cittadina (sui quali si fa assegnamento anche in avvenire), ha trovato necessario che
questa sia eretta in Ente morale, a senso dell'Articolo 51 della Legge sulle Istituzioni
pubbliche di beneficenza e dell'Articolo 94 del Regolamento relativo. A tale effetto ha
stabilito di procedere, mediante Atto pubblico, alla seguente Donazione cui favore
dell'Ente erigendo, subordinatamente alla condizione della sua legale erezione, cui base
allo schema di Statuto, di cui in appresso, e alla autorizzazione richiesta dalle Leggi
vigenti.
Per darle esecuzione, la Signora Mandante costituisce e decreta suo speciale Mandatario
il Signor Commendatore Avvocato Giovanni Facchinetti del fu Filippo, affinché, in nome
e vece della medesima, proceda alla stipulazione, per Atto pubblico, della Donazione dei
seguenti capitali:
1°. Due Fabbricati contigui situati nella Città di Rimini, uno che fa angolo nella Via Corso
d'Augusto e Ducale coi Numeri Civici 95B, 95C, 95B, 95, col numero di mappa 1734, del
reddito imponibile di Lire 825, confinante colla proprietà Ruffi e col Fabbricato attiguo
della Signora Mandante, che viene pure compreso nella Donazione, il quale è situato in
Via Ducale, coi Numeri Civici 1A, B, C con piccolo cortile e col Numero di mappa 1738,
1736 e il reddito imponibile di Lire 360, confinante col precedente Fabbricato, salva ogni
più esatta e completa descrizione, che si farà nell'Atto di Donazione, a cura del
Mandatario.
Si comprenderanno nella Donazione i pochi effetti mobili di proprietà della Donante,
esistenti nei suddetti Fabbricati, nonché tutti gli accessori dei medesimi, diretti, usi e
servitù attive e passive, nulla escluso o riservato. Degli effetti mobili, a cura del
Mandatario, si farà la Nota, a senso dell'Articolo 1070 del Codice Civile. Lo stesso
Mandatario garantirà la piena disponibilità da parte della Donante dei due Fabbricati,
nonché la loro libertà da ogni vincolo ed ipoteca.
Parimenti si comprenderanno nella Donazione gli intradescritti Titoli di credito del
capitale nominale di Lire Centomila (£. 100000), e cioè:
A. Numero 11 cartelle del Monte de' Paschi di Siena, 3.50%, del capitale nominale di £.
5500; B. Numero 70 Cartelle del Monte de' Paschi di Siena, 4.50% del capitale nominale
di £. 35000; C. Numero 1 Cartella del Monte de' Paschi di Siena, 5%, del capitale
nominale di £. 500; D. numero 16 Cartelle del Credito Fondiario della Cassa di Risparmio
di Bologna, 5%, del capitale nominale di £. 8000; E. numero 7 Cartelle dell'Istituto
Italiano di Credito Fondiario, 3.50%, del capitale nominale di £. 3500; F. numero 39
Cartelle speciali, 3.75%, della Cassa dei Depositi e Prestiti, del capitale nominale di £.
19500; G. numero 5 Cartelle dell'Istituto Italiano di Credito Fondiario, 4%, del capitale
nominale di £. 2500; H. Cartelle al portatore di Rendita Italiana, 3.50%, per un capitale
nominale di £. 25500.
La Donazione verrà accettata dalla Congregazione di Carità di Rimini nell'interesse
esclusivo dell'Ente esigendo, come alla Deliberazione 15 Agosto del corrente anno,
approvata dalla Commissione di Beneficenza con Decreto 19 Ottobre successivo.
L'Opera Pia dovrà essere regolata dallo Statuto, che si alliga al presente Mandato, salve
modificazioni di forma che possano richiedersi dalla Autorità Governativa, le quali non
ne alterino la sostanza.
Gli effetti utili ed onerosi della Donazione dateranno dal giorno del Decreto Reale di
erezione in Ente morale dell'Opera soprannunziata.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 93
Articolo 1°. È Istituita in Rimini l'Opera Pia San Giuseppe per aiuto Materno e Infantile.
Il suo scopo principale è di somministrare alimenti alle madri povere della città e
sobborghi di Rimini, per porle in grado di nutrire i loro bambini lattanti e di fornire latte,
surrogati, vestimenti e medicinali ai bambini stessi. Ove i mezzi finanziari lo
consentano, si aggiungerà la custodia di bambini poveri fino all'età di anni tre, fornendo
loro minestra ed altri alimenti, e potrà anche aggiungersi un piccolo Ospedale per
ricoverare un determinato numero di fanciulli poveri bisognosi di cura, fino all'età di
anni cinque.
Articolo 2°. Le norme relative all'esercizio delle accennate beneficenze saranno stabilite
nel regolamento in base alle disposizioni del presente Statuto.
Articolo 3°. L'Opera Pia avrà sede nei fabbricati, ora di proprietà della Signora Isabella
Soleri, figlia della Carità, posti in Rimini, Via Corso d'Augusto e Via Ducale, i quali dalla
Signora Soleri verranno assegnati alla erigenda Opera Pia sotto le intradicende
condizioni.
Articolo 4°. Alle spese per il mantenimento dell'Opera si provvederà: -a. col ricavato
delle oblazioni fisse di contribuenti i quali s'impegnino di elargire tre lire annue per un
triennio; -b. con altre abbazioni e sussidi ordinari e straordinari, di enti morali e di
privati; -c. colle corrisposte di affitto, che potranno ritrarsi dalla parte che rimanga
disponibile nei fabbricati sopraindicati; -d. colla rendita del capitale di lire centomila che
verrà assegnata dalla medesima sotto le stesse condizioni.
Articolo 5°. L'Amministrazione dell'Istituto è affidata ad un Consiglio, composto di
cinque persone, e lo costituiscono: I°. un rappresentante eletto dal Vescovo pro tempore
della Diocesi di Rimini; II°. la Nobil Donna Contessa Giulia Soleri Cassoli, sorella della
fondatrice ed, in mancanza di lei, un suo figlio o discendente da essa designato e
successivamente una persona nominata dagli altri membri del Consiglio di
amministrazione, i quali dovranno far cadere la scelta sopra un discendente della
suddetta Contessa Giulia Soleri Cassoli; III°. un rappresentante nominato dal Consiglio
di amministrazione della Cassa di Risparmio di Rimini; IV°. altro scelto dagli oblatori di
cui al precedente Art. 4° lett. a i quali potranno anche, senza un'assemblea
appositamente rinviata, delegare la nomina al Patronato che sarà indicato in appresso;
V°. altro scelto dagli Enti morali che nel triennio precedente avranno contribuito
all'Opera Pia con un sussidio non inferiore ad annue lire 300. I legali rappresentanti di
questi Enti, riuniti insieme, procederanno alla scelta della persona che dovrà far Parte
del Consiglio.
Articolo 7°. Al Consiglio è affidata la formazione dei Bilanci preventivi e consuntivi ed
ogni altra deliberazione concernente l'amministrazione ed il governo in genere
dell'Opera Pia. Esso nominerà nel proprio seno un Presidente, il quale avrà la legale
rappresentanza dell'Istituto. Il Presidente durerà in ufficio per quattro anni e sarà anche
esso rieleggibile.
Articolo 6°. I Consiglieri designati secondo le disposizioni del precedente Articolo 5°
(eccettuati quelli di cui al N. II) rimangono in carica per quattro anni. Alla fine del primo
biennio ne saranno estratti a sorte due, dopo il secondo biennio e di seguito l'anzianità
nell'ufficio determinerà la scadenza. La nomina dei successori è deferita rispettivamente
all'Ente od Enti, da cui era stato nominato il Consigliere scaduto. Gli uscenti sono sempre
rieleggibili.
Articolo 8°. La direzione e la economia dell'Opera è affidata alle Figlie della Carità di San
Vincenzo de' Paoli, in quel numero che sarà stabilito nel Regolamento. Esse avranno
abitazione e vitto nel fabbricato in cui ha sede l'Opera, oltre all'assegno stabilito per le
Figlie della Carità in casi simili. Le Suore potranno attendere alla visita dei poveri a
domicilio in aiuto alle Dame di Carità, come ora si pratica.
Articolo 9°. I sottoscrittori del sussidio triennale e gli oblatori di una somma non
inferiore a lire cinquanta, adunati in assemblea generale, potranno costituire un
Patronato, composto di cinque Signore, per coadiuvare il buon andamento della
Istituzione, salvo sempre la direzione delle Figlie della Carità.
Articolo 10°. L'assistenza sanitaria dell'Istituto è affidata ad un medico pediatra della
città, da nominarsi dal Consiglio di Amministrazione.
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 94
Disposizioni transitorie. L'Opera Pia erigenda assume di mantenere, nei locali che le
vengono assegnati, le vecchie povere che vi si trovano ricoverate, fornendo loro, vita
natural durante, il vitto e l'assistenza necessaria. Qualora la spesa all'uopo occorrente
sorpassasse le assegnazioni fatte dalla Signora Soleri (come all'Articolo 4° lettera d),
l'eccedenza verrà da essa annualmente rimborsata.
Roma, 25 Novembre 1914.
Firmato, Suor Isabella Soleri Giamagli. Altieri Vincenzo teste.
Firmato, Soffiantino Alfonso teste. Dott. Severino Urbani Notaro.
Allegato B
Agenzia delle Imposte Dirette e Catasto di Rimini.
Il sottoscritto Agente delle Imposte dirette
certifica:
che alla pag. 6644 del Catasto Fabbricati del Comune di Rimini figura inscritta Giamagli
Soleri Isabella fu Giacomo per seguenti stabili:
Mappa Città di Rimini
Corso D'Augusto n. 95, Palazzo, piani 4, vani 29, Numero di Mappa 1734, rendita
imponibile Lire 825.
Via Ducale B/95, C/95, D/95, mappa 1738 [e] Via Ducale 1/A, B, Casa piani 3, vani 26,
Numero di Mappa 1736, rendita imponibile Lire 360.
Totale rendita imponibile Lire 1185.
(Millecentottantacinque).
Provenienze
Il suddiscritto Palazzo, di cui al mappale 1734, era intestato fino dal 1863 a Giamagli
Soleri C.te Giacomo fu Cesare.
Con Volt.a N. 456 del 1895, per successione di Giamagli Soleri C.te Giacomo morti li 6
giugno 1895 (*), con testamento aperto li 18 giugno detto anno 1895 per gli Atti del
Dott. Alberto Ricci, passò a Giamagli Soleri C.ssa Isabella fu Giacomo.
La casa con orto, di cui mappale 1738 e 1736 era intestata fino all'anno 1865
all'Ospedale Infermi amministrato dalla Congregazione di Carità di Rimini.
Con Volt.a N. 250 del 1897, per compra con instrumento 26 luglio 1897 rogo Dr. Alberto
Ricci, passò alla stessa Giamagli C.ssa Isabella fu Giacomo, attualmente proprietaria
degli interi stabili di cui sopra.
Rilasciato al Signor Succi Francesco
Rimini li 6 Aprile 1912
Il Primo Agente (firma illeggibile)
Firmato: Giovanni Facchinetti. Cosimo Maria Pugliesi.
Firmato: Giuseppe Alberani teste. Rossi Luigi teste.
Firmato: Alberto Ricci Notaio.
Allegato C
Nota degli oggetti mobili, mobilia e mobiliari compresi tra i capitali che la N. D. Isabella
Giamagli Soleri darà all'Istituto erigendo nella città di Rimini per «Aiuto Materno e
Infantile», la qual Nota viene unita all'originale del relativo Atto di Donazione:
N. 16 letti completi, £. 153; n. 15 letti senza pagliericci, £. 122; n. 32 comodini, £. 54; n.
6 comò, £. 53; n. 9 lavamani, £. 10.50; n. 17 armadi diversi, £. 135; n. 6 credenze, £. 26;
n. 16 tavoli diversi, £. 110; n. 17 tavolini, alcuni con tappeto, £. 42; n. 147 sedie, £.
120.75; n. 5 poltrone, £. 9; n. 5 sofà, £. 10; n. 10 seggiolini, £. 7, n. 2 canape, £. 10; n. 2
scansie, £. 1; n. 29 quadri diversi, £. 12; n. 1 credenzino, £. 2; n. 7 cantonali, £. 15; n. 6
cassabanchi, £. 8; n. 2 cassoni in legno, £. 2; n. 2 casse, £. 5; n. 1 baule, £. 1; n. 4
attaccapanni, £. 3; n. 1 portasciugamani, £. 1; n. 1 toletta, £. 8; n. 3 bureau, £. 26;, n. 1
paravento, £. 1; n. 3 orologi, £. 20; n. 6 stufe, £. 54; n. 4 sgabelli, £. 3; n. 1 scrivania, £.
8; n. 2 stuoie, £. 7; n. 1 tavolino con macchina da cucire, £. 20; n. 1 tavolo da stirare, £.
6; n. 1 pompa per l'acqua e n. 2 lavandini, £. 14; n. 2 statuette con cofano, £. 2; oggetti
da cucina e rami piccoli e grandi, £. 50; n. 5 bottiglioni di diversa tenuta, £. 15; scaffale
da libri, £. 2; lampada e lampadina elettrica, £. 4; n. 1 campana, crocefisso e tappeto, £.
3; arredi sacri diversi, £. 100; oggetti di vestiario per le ricoverate, £. 50; biancheria per
uso delle ricoverate, £. 60; oggetti per uso diverso, £. 9.75.
Totale, £. 1375
Dicensi Italiane Lire Milletrecentosettantacinque.
Firmato: Giovanni Facchinetti. Cosimo Maria Pugliesi.
Firmato: Giuseppe Alberani teste. Rossi Luigi teste.
Firmato: Alberto Ricci Notaio.
Allegato D
Congregazione di Carità di Rimini
Adunanza del 15 Agosto 1914
Presidenza, Renzi Presidente
Sono presenti i Signori:
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 95
Renzi Grand'Uff.le Achille, Manzaroli Ten. Col. Cav. Enrico, Perilli Perito Alessandro,
Cherici Avv. Cav. Stefano, Paglierani Cav. Pietro, Goldini Giusto, assistente del
sottoscritto Segretario.
Sono assenti i Signori: Del Piano Dott. Prof. Antonio, Monti Sig. Giuseppe, Zavagli Prof.
Francesco.
Donazione all'Aiuto Materno di Rimini
Provvedimenti della Congregazione in base all'Articolo 7 della Legge 17 Agosto 1890, N.
6972.
Si comunica che la Nobil Donna Signora Isabella Soleri del fu Giacomo Soleri, ora Figlia
della Carità, ha manifestato l'intendimento di consolidare ed ampliare l'Aiuto Materno di
Rimini, Opera Benefica da poco eretta in questa Città per iniziativa privata che, per l'atto
munifico della Pia Donna su ricordata, potrà accogliere l'assistenza alla primissima
infanzia e alle madri, aggiungendo un piccolo ospedale per bambini.
Non avendo tale associazione raggiunto la costituzione in ente morale, manca della veste
giuridica per poter legalmente ricevere una donazione.
A tale scopo la Congregazione, tutrice prima dell'interesse del povero, dovrebbe
intervenire per l'accettazione, salvo trasferire ogni diritto all'Aiuto Materno, subito che
sia costituito l'Ente giuridico autonomo.
Tenuto presente il suesposto, la Congregazione dopo uno scambio di osservazioni,
riconosciuta l'opportunità del proprio intervento, dopo avere manifestato il più ampio
plauso e la più viva gratitudine alla munifica Donatrice, con voto unanime
delibera
di autorizzare il Presidente, o chi per esso, ad accettare per l'erigendo Istituto «Aiuto
Materno» di Rimini la Donazione della Nobil Donna Suor Isabella Soleri, consistente in
un Palazzo sito in Rimini in Corso d'Augusto N. 95 e altra Casa in Via Ducale N. 1, di cui
allo annesso Certificato Catastale N. 48 in data 6 Agosto 1912, marcate nella mappa di
Città ai N. 1734, 1738 e 1763, dell'estimo complessivo di L. 1185; un capitale in Cartelle
di Rendita del Monte dei Paschi di Siena per L. 81000; ed in altre rendite di L. 19000; le
quali, al valore nominale, rappresentano un ammontare di L. 100000.
Tale Donazione è fatta colla condizione che l'Aiuto Materno, eretto in Ente Morale e con
Statuto dell'Associazione, riporti la completa approvazione della Donatrice stessa
oltreché della competente Autorità Tutoria.
Ricevuta l'approvazione tutoria della Commissione Provinciale di Beneficienza.
Letta, approvata e sottoscritta.
Firmato: A. Renzi, E. Manzaroli, A. Perilli, P. Pagliarani, S. Cherici, G. Goldini, A. Mangini
Seg.o
Copia conforme all'originale, firmato A. Mangini Seg.o
La presente Deliberazione venne pubblicata mediante affissione all'Albo Pretorio di
questa Congregazione di Carità nel giorno di Domenica 25 Agosto 1914, senza seguito di
osservazioni.
25 Agosto 1914
Firmato A. Mangini Segret.
Div. II N. 14526. Forlì 19 Ottobre 1914
Visto per l'approvazione della Commissione Provinciale di Beneficienza.
Li 13 Ottobre 1914
Il Prefetto Presidente (firma illeggibile)
Copia conforme all'originale
Il Segretario, firmato: A. Mangini
Registrato a Rimini addì 12 Dicembre 1914, N. 456, Volume 85, Foglio 165, Mod. I,
Esatte Lire Sei e Centesimi Venticinque. £. 6.25
Il Ricevitore, firmato: Mariani
L'Istituto per Aiuto Materno e Infantile in Rimini (Opera Pia San Giuseppe) è stato eretto
in Ente morale con Decreto Luogotenenziale 8 novembre 1915, per il che venne pagata
la relativa tassa all'Ufficio del Registro in Lire 166,05 con quietanza N. 495 in data 9
Gennaio 1916.
Nota
(*) Nella lapide della chiesa di Covignano si legge «8 giugno».
A. MONTANARI, SCIENZA E CARITÀ, PAG. 96