Colonna Lombare

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RACHIDE LOMBARE

1. Generalità sul rachide lombare

La colonna vertebrale è definibile come l'asse del corpo. È costituita da vertebre


sovrapposte, unite tra loro da strutture legamentose e muscolari che le permettono di
rispondere a sollecitazioni meccaniche antitetiche, come la rigidità e la flessibilità.

Il rachide deve realizzare tre funzioni principali:


 Statica
 Cinetica
 Di protezione
Se si scompone la struttura di una vertebra qualunque è possibile osservare due parti
principali:
 Il corpo vertebrale (parte anteriore) che
costituisce la parte statica della colonna
vertebrale e le conferisce solidità.
 L’arco posteriore (parte posteriore, a
forma di ferro di cavallo) costituito da
peduncoli, lamine, apofisi trasverse, apofisi spinose ed apofisi articolari. È la
parte dinamica della colonna vertebrale.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

I corpi vertebrali aumentano progressivamente di dimensione da C3 a L5, possiedono


la forma di un cuneo, come i dischi intervertebrali, il che determina le curvature
rachidee che, com’è noto, sono quattro:
 La lordosi cervicale
 La cifosi dorsale
 La lordosi lombare
 La cifosi sacro-coccigea
2
Alcuni autori considerano la struttura convessa dell'osso occipitale come il culmine
delle curve vertebrali.
Nella regione lombare l’apice della curva è situata a livello di L3: questa vertebra
ricopre una funzione di collegamento muscolare tra l'iliaco (gran dorsale) e la colonna
dorsale (spinale del torace).
Il tipo e l’ampiezza di movimento della colonna vertebrale sono determinati
dall’orientamento delle apofisi articolari posteriori che agiscono da guida: le apofisi
articolari non sono strutturate per sopportare il peso del corpo, ma nel rachide lombare
l'assorbimento del carico a livello interapofisario è molto più importante rispetto ad
altre zona del rachide, il che comporta una maggiore frequenza nella comparsa di
processi artrosici a questo livello.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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2. Caratteristiche delle vertebre lombari

Il corpo vertebrale possiede un diametro trasversale maggiore rispetto a quello antero-


posteriore. Nella periferia del corpo vertebrale si trova osso compatto e nella zona
centrale osso spongioso.

Le lamine sono molto alte.


L’apofisi spinosa è grossa e rettangolare.
Le apofisi costiformi sono vestigia costale, nelle quali si riconosce un tubercolo
accessorio che rappresenta l'omologo delle apofisi trasverse delle vertebre dorsali.
I peduncoli con le loro parti superiore ed inferiore formano il forame di coniugazione.
Le apofisi articolari sono orientate:
 Le superiori verso dietro e dentro.
 Le inferiori verso avanti e fuori.
Il forame vertebrale ha forma triangolare.

Caratteristiche speciali di alcune vertebre lombari:


 La 1ª vertebra lombare possiede un’apofisi costiforme più breve.
 La 3ª vertebra lombare si presenta orizzontale rispetto al resto del rachide
lombare. Riceve forze che provengono dalla parte superiore ed inferiore del
rachide. È la vertebra che possiede più mobilità.
 La 5ª vertebra lombare ha il corpo vertebrale più alto nella parte anteriore che
nella parte posteriore (a forma di cuneo) e le sue apofisi articolari inferiori si
presentano più separate. Si trova nell'orizzontale delle creste iliache. È una
vertebra di transizione. A livello di L5 il forame di coniugazione possiede nella
maggioranza dei casi più di un centimetro di altezza: il nervo, l'arteria e la vena

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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occupano solo 1/3 di questo spazio, mentre il resto del forame è impegnato da
tessuto connettivo.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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3. Sistema articolare e legamentoso

L'unione dei corpi vertebrali forma un'articolazione detta anfiartrosi, mentre le


articolazioni formate dalle faccette articolari sono classificabili come artrodie. Alcuni
autori denominano sindesmosi le articolazioni formate dall'unione delle lamine tramite
i legamenti gialli.

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Legamento vertebrale comune anteriore (LVCA)
Davanti ai corpi vertebrali si trova il LVCA che si estende
dall'occipite fino alla IIª vertebra sacrale dove termina nella sua
faccia anteriore.
Questo legamento si inserisce sulla parte anteriore dei corpi
vertebrali realizzando un freno anteriore allo spostamento dei
dischi intervertebrali: grazie alla presenza del LVCA le ernie discali
anteriori sono rare.
Questo legamento è poco innervato e poco sensibile, per questo
motivo non è mai responsabile diretto di dolori lombari, mentre partecipa nelle
fissazioni dei corpi vertebrali e del disco intervertebrale.

Legamento vertebrale comune posteriore (LVCP)


Nella parte posteriore si trova il LVCP che è molto più fine del LVCA:
origina a livello del forame occipitale, decorre lungo il bordo
posteriore dei corpi vertebrali per terminare a livello del sacro nella
zona della IIª vertebra sacrale dove si prolunga attraverso il filum
terminale fino al coccige.
La sua caratteristica principale è di trovare inserzione a livello
vertebrale su peduncoli, lamine e dischi intervertebrali,
permettendo al nucleo polposo di rimanere fisso nel suo
alloggiamento posteriore. Tuttavia non può svolgere la stessa
funzione rispetto a spostamenti del nucleo polposo in direzione
postero-laterale a causa della sua morfologia a “festoni”.
Il LVCP è riccamente innervato dal nervo sinus vertebrale di Luschka.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Legamenti ileolombari
I legamenti ileolombari: hanno un ruolo importante nell’unire la colonna lombare alla
pelvi. Sono composti da due fascicoli:
 Il superiore: si dirige dal vertice della
trasversa della 4ª lombare verso il basso,
fuori e dietro fino alla cresta iliaca.
 L’inferiore: parte dal vertice e bordo
6
inferiore dell'apofisi trasversa della 5ª
vertebra lombare e si dirige verso il basso
e fuori per inserirsi sulla cresta iliaca davanti ed all'interno del fascio
precedente. Si distinguono a volte due fasci, uno propriamente iliaco ed un altro
sacrale più verticale che termina nella parte più anteriore dell'articolazione
sacroiliaca e nell'ala del sacro.
I legamenti ileolombari limitano i movimenti di:
 Inclinazione laterale (i controlaterali all'inclinazione).
 Flessione: il fascicolo superiore.
 Estensione: il fascicolo inferiore.

Altri rinforzi articolari:


 Le capsule articolari.
 I legamenti intertrasversari: decorrono da
un’apofisi trasversa fino all’apofisi trasversa della
vertebra contigua.
 I legamenti gialli: decorrono da lamina a lamina.
 I legamenti interspinosi e sovraspinosi: si
dirigono da una spinosa ad un'altra, sono
riccamente innervati e realizzano un forte freno
alla flessione anteriore della rachide.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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4. Sistema muscolare

È possibile distinguere tre gruppi muscolari:

Muscoli del gruppo posteriore


Sono distinguibili tre piani muscolari:
 Il piano profondo:
o Sacrolombare (1).
o Longissimus Dorsi (2).
o Spinale del torace (3).
o Trasverso spinoso (4).
I muscoli del piano profondo si trovano ad entrambi i lati delle spinose nei
canali vertebrali e per questo ricevono il nome di muscoli paravertebrali. Sono
spesso responsabili delle fissazioni vertebrali in quanto realizzano
lateroflessione e rotazione omolaterale (soprattutto il trasverso spinoso).
 Il piano medio: dentato minore postero inferiore (5).
 Il piano superficiale: gran dorsale (6), che si inserisce nell'aponeurosi lombare e
sulla linea delle spinose e ricopre tutta la parte posterolaterale della regione
lombare.

Muscoli del gruppo laterovertebrale


 Quadrato dei lombi (7): si estende tra l’ultima costa, la cresta iliaca ed il vertice
delle apofisi trasverse. Le sue funzioni sono di costituire la parete dell'addome e

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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di stabilizzare la colonna lombare di cui è il principale lateroflessore. È


innervato dalle radici di D12 e dai rami posteriori del plesso lombare.

 Psoas (8): occupa le parti laterali dei corpi vertebrali e le apofisi costiformi.
Forma gli archi attraverso i quali passano i nervi rachidei del plesso lombare e
sacrale.
Da un punto di vista osteopatico è l'elemento
chiave per il trattamento del rachide lombare, 8

senza dimenticare la sua influenza sulla pelvi.


Quando il punto fisso si trova a livello lombare il
muscolo psoas è il flessore più importante
dell'anca associato al muscolo iliaco con il quale
lavora in sinergia. Se invece il punto fisso si situa
a livello dell'anca: una contrazione bilaterale
dello psoas provoca aumento della lordosi
lombare, mentre una contrazione unilaterale
provoca lordosi, lateroflessione omolaterale e
rotazione nel lato opposto.
È il muscolo che fissa la posizione antalgica in caso di sciatica o ernia discale.
Data la sua inserzione laterale sui corpi vertebrali ed i dischi, quando è in
spasmo fissa la posizione della protrusione discale provocando un adattamento
vertebrale che segue 1ª legge di Fryette (NSR). È fondamentale diminuire lo
spasmo dello psoas per potere diminuire l'iperpressione discale e
l'atteggiamento antalgico del rachide lombare.
Muscoli della parete dell’addome

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Si distribuiscono in due gruppi:
 Retto dell'addome (9) e trasverso dell'addome (10).
 Obliquo minore dell'addome (11) e obliquo maggiore dell'addome (12)
Le fibre del muscolo trasverso dell’addome hanno una disposizione quasi orizzontale,
quando si contraggono bilateralmente provocano una stabilizzazione della pelvi.
Questo muscolo agisce sempre in sinergia con gli obliqui.
L'aponeurosi dell'obliquo minore dell’addome si divide, in corrispondenza del bordo
esterno del retto dell’addome, in due foglietti che avvolgono quest’ultimo muscolo. A
livello della linea mediana i due foglietti si incrociano formando un rafe molto solido: la
linea alba addominale. I foglietti anteriore e posteriore della guaina dei retti
dell’addome sono rinforzati posteriormente dall’aponeurosi del trasverso dell’addome
e anteriormente dall’aponeurosi dell'obliquo maggiore dell’addome.
I muscoli addominali svolgono un ruolo fondamentale nella bipedestazione perché
stabilizzano la pelvi, agendo sinergicamente con glutei e ischiotibiali: un soggetto che
non è in grado di reclutare i muscoli addominali mostrerà un aumento dell’antiversione
pelvica; nel contempo l’ileopsoas porterà in avanti la colonna vertebrale.

Patologia muscolare nel rachide lombare


Lo spasmo dei muscoli del rachide lombare, in particolare del muscolo quadrato dei
lombi e dello psoas, provoca dolori, determina atteggiamenti antalgici e mantiene le
fissazioni articolari che incidono direttamente sul rachide lombare. L’obiettivo del
trattamento osteopatico è di ottenere tramite la manipolazione articolare il
rilassamento muscolare.

Patologia del muscolo quadrato dei lombi

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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A livello anatomico sono riconoscibili tre fasci muscolari:


 Fasci ileo-costali: nascono nel bordo inferiore dell'ultima costa e si dirigono
verso il basso fino al terzo posteriore della cresta iliaca.
 Fasci costo-lombari: si estendono dall'ultima costa fino all'estremo laterale del
processo costiforme delle ultime quattro lombari.
 Fasci ileolombari: si dirigono dall'estremità della 5ª apofisi costiforme alla
parte posterolaterale della cresta iliaca.
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È innervato dalle radici D12 e dai rami posteriori del plesso lombare.

Questo muscolo presenta due punti trigger superficiali e due profondi: i superficiali si
trovano sotto la 12ª costa ed al di sopra della cresta iliaca, i profondi si situano di fronte
alle apofisi trasverse di L3 e L4.
Il dolore riferito che presenta il muscolo quando è in disfunzione, si situa a livello
dell'articolazione sacroiliaca omolaterale e nella porzione infero-esterna dalla natica
all'ischio. Il muscolo può presentare anche dolori riferiti nel trocantere e nella parte
esterna dell'anca.

Semeiologicamente nell'ispezione troveremo ascesa dell'ala iliaca, discesa della spalla,


concavità lombare e discesa della 12ª costa nel lato in spasmo.
In posizione seduta, in caso di spasmo del muscolo, si osserva un'asimmetria con un
atteggiamento scoliotico: se si colloca un rialzo al di sotto dell’ischio del lato opposto al
muscolo in spasmo si assiste ad una correzione dell’atteggiamento scoliotico, al
contrario se si colloca il rialzo nel lato colpito l'asimmetria aumenta.
In decubito supino, se si misura la lunghezza funzionale degli arti inferiori, si trova
dalla parte dello spasmo una gamba corta: collocando sotto l'ischio omolaterale un
rialzo si normalizza la lunghezza degli arti, se lo si colloca invece controlateralmente
alla gamba corta questa appare ancora più corta.

Per realizzare il test muscolare si utilizzano due manovre:


 Con paziente in decubito laterale si richiede inclinazione laterale del tronco.
 Con paziente in decubito supino si richiede al paziente di resistere alla trazione
che il terapista esercita sull’arto.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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I test muscolari si devono realizzare in entrambi i lati, per compararli.


Patologia del muscolo psoas
Il muscolo ileopsoas è formato da due muscoli: lo psoas e l'iliaco.
Il primo, lo psoas, origina nelle apofisi trasverse delle vertebre lombari, nelle facce
laterali dei corpi vertebrali dell'ultima dorsale e di tutte le lombari e nei dischi
intervertebrali interposti per andare ad inserirsi sul piccolo trocantere del femore.

I punti trigger si trovano a livello del tendine terminale dello psoas e a livello 11
dell'addome, nell'unione del terzo medio con il terzo esterno della linea che unisce
l'ombelico alla SIAS.
Le zone di dolore riferito che provoca questo muscolo quando si trova in uno stato di
spasmo si localizzano a livello di:
 Zona paraspinale tra D12 e la parte anteriore della cresta iliaca.
 Zona dell'articolazione sacroiliaca.
 Metà della cresta iliaca.

Lo psoas influisce fortemente sull'articolazione sacroiliaca: quando si trova in spasmo


la fissa, mentre se si presenta ipotonico determina un'instabilità articolare.
Inoltre influisce sulla colonna lombare:
 In caso di spasmo bilaterale aumenta la lordosi fisiologica, mentre se è
ipotonico bilateralmente si assiste ad una diminuzione della curva.
 In caso di spasmo unilaterale il muscolo produce adattamenti vertebrali di
gruppo in NSR.
Le cause di uno spasmo dello psoas possono essere varie: patologie renali, infezioni,
fissazioni toracolombari o secondario ad una tossiemia.

Si deve ricordare che questo muscolo ha importanti relazioni anatomiche con


diaframma, plesso solare, plesso lombare, catena laterovertebrale simpatica lombare,
ureteri, appendice vermiforme, articolazione sacroiliaca, articolazione coxofemorale e
cerniera dorso-lombare: ogni processo lesionale del muscolo si ripercuote su queste
strutture anatomiche, e viceversa.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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5. Biomeccanica vertebrale

Il rachide lombare possiede come movimenti maggiori la flessione e l'estensione,


mentre i movimenti di lateroflessione e rotazione sono molto limitati.
La sua stabilità è condizionata dall'orizzontalità della base del sacro e dalle
articolazioni della pelvi.
12
Movimento di flessione
Per due vertebre adiacenti la flessione è la separazione di
due apofisi spinose, con allontanamento massimo delle
faccette articolari contigue, corrisponde all'avvicinamento
delle due estremità di un arco (formato dalla curva
lordotica fisiologica).
Questo movimento si realizza su un asse trasversale in un
piano sagittale e nella regione lombare l'ampiezza è di 40°.

In questo movimento la vertebra superiore scivola verso avanti:


 Il centro del movimento è il nucleo.
 L'apofisi spinosa si sposta anteriormente ed è separata dalla spinosa
sottostante.
 Le faccette articolari si disembricano.
 C'è uno scivolamento divergente nel piano sagittale ed il nucleo si muove
all'indietro.

Il movimento è limitato dalla tensione capsulo-legamentosa, dal LVCP, dal legamento


giallo e soprattutto dai legamenti interspinosi e sovraspinosi. La messa in tensione di
questi legamenti diminuisce le pressioni intradiscali nella flessione, evitando lo
schiacciamento discale.

I muscoli agonisti della flessione lombare sono:


 Retto anteriore dell'addome

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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 Obliquo maggiore dell’addome


 Obliquo minore dell’addome

Movimento di estensione
L'estensione è l'allontanamento di due estremità di un
arco e per due vertebre adiacenti corrisponde
all'avvicinamento delle due apofisi spinose.
Si realizza con un asse trasversale in un piano sagittale 13
e l'ampiezza del movimento è di 30°.

Nel movimento di estensione la vertebra superiore scivola all'indietro:


 Il centro del movimento è il nucleo.
 La spinosa appare posteriore e si avvicina alla spinosa sottostante.
 Le faccette articolari si imbricano.
 C'è uno scivolamento convergente nel piano sagittale.
 Il nucleo si muove verso avanti, mettendo in tensione le fibre anteriori
dell'anello fibroso.

Il movimento è limitato dalle tensioni capsulari, dal LVCA e, soprattutto, dallo scontro
delle apofisi spinose.

I muscoli agonisti dell’estensione lombare sono:


 Trasverso spinoso
 Interspinoso
 Spinoso dorsale
 Dentato postero inferiore
 Gran dorsale
 Iliocostale
 Longissimus dorsi

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Movimento di inclinazione laterale o lateroflessione


La lateroflessione, o flessione laterale, è la posizione di
una vertebra in flessione verso destra o verso sinistra
dell'asse mediano del corpo. Si realizza su un asse antero-
posteriore in un piano frontale.
Nel rachide lombare l'ampiezza del movimento di
lateroflessione è di 25°.
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In questo movimento la vertebra superiore si inclina lateralmente:


 Il centro del movimento è situato a livello della spinosa.
 Il corpo della vertebra si inclina verso il lato della concavità
 L'apofisi trasversa si avvicina a quella della vertebra sottostante nella parte
della lateroflessione e si separa controlateralmente.
 La faccetta articolare nella parte della lateroflessione è embricata, mentre è
disembricata nel lato opposto.
 Lo spostamento delle faccette si produce nel piano frontale.
 Il nucleo si muove verso il lato opposto alla lateroflessione, verso il lato della
convessità.

Gli elementi articolari che limitano il movimento sono: la tensione del legamento
intertransverso, del legamento giallo e della capsula articolare interapofisaria nella
parte della convessità.

I muscoli agonisti della lateroflessione lombare sono:


 Quadrato dei lombi.
 Obliquo maggiore dell’addome controlaterale.
 Obliquo minore dell’addome omolaterale.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Movimento di rotazione
La rotazione è un movimento attorno ad un asse che
passa nella parte centrale del corpo vertebrale; si
nomina secondo la posizione dell’aspetto anteriore del
corpo vertebrale. Si realizza su un asse verticale in un
piano orizzontale.
Nel rachide lombare l'ampiezza del movimento di
rotazione è di 10°. 15

In questo movimento la vertebra superiore ruota:


 L'apofisi trasversa nella parte della rotazione è posteriore.
 L'apofisi spinosa si muove verso il lato opposto alla rotazione.
 Si produce uno scivolamento differente delle faccette articolari: una scivola
verso avanti e l'altra verso dietro.
 L'altezza globale del disco diminuisce: c'è tensione a livello dell'anello e
aumento della pressione sul nucleo.

I gradi di movimento a seconda del livello lombare


LATERO-
LIVELLO FLESSIONE ESTENSIONE ROTAZIONE
FLESSIONE
L1-L2 8° 5° 10° 2°
L2-L3 10° 3° 11° 2°
L3-L4 12° 1° 10° 3°
L4-L5 13° 2° 6° 3°
L5-S1 9° 5° 13° 2°

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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6. Leggi di Fryette

Le leggi di Fryette definiscono i movimenti di un segmento vertebrale o di un gruppo di


vertebre nella fisiologia articolare normale, movimenti che effettua automaticamente la
colonna vertebrale in tutte le attività della vita quotidiana.
Questo automatismo si produce in modo differente in base alla posizione di partenza in
16 cui si trovano le vertebre: in easy-flexion (N di neutrale), in flessione (F) o in estensione
(E).

L’easy-flexion (N) corrisponde ad una posizione neutra dei segmenti vertebrali o di un


gruppo vertebrale, in maniera tale che le faccette delle apofisi articolari non siano né
imbricate, né disembricate ed il carico corporeo sia in stato di equilibrio sul corpo
vertebrale. In posizione di easy-flexion le faccette articolari delle apofisi articolari sono
parallele, con la possibilità di 3° gradi di movimento, superati i quali si esce dallo stato
di equilibrio e di neautralità, andando verso la flessione (con conseguente
disembricazione delle faccette articolari) o verso l'estensione (con la corrispondente
imbricazione delle faccette).
Questa descrizione concorda quando si considera la vertebra centrale di una curva
fisiologica (come sono C4, D6, L3): in accordo alla zona di ubicazione del segmento
vertebrale vi è un maggiore o minore numero di gradi oltre i quali si passa da questo
stato di easy-flexion ad uno stato di flessione o estensione.
La flessione (F) corrisponde alla posizione di un segmento vertebrale o di un gruppo
vertebrale nella quale le faccette delle apofisi articolari si trovano disembricate ed il
carico corporeo si muove verso la parte più anteriore del corpo vertebrale obbligando il
nucleo polposo del disco intervertebrale allo spostamento posteriore.
L’estensione (E) è la posizione opposta alla flessione, con imbricazione delle faccette
articolari.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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1ª Legge di FRYETTE - NSR

N: neutrale.
S: side-bending (inclinazione laterale).
R: rotazione.

Quando una vertebra o un gruppo vertebrale si trova in easy-flexion (N), per compiere
una rotazione (R) verso un lato quella vertebra o quel gruppo vertebrale è obbligato a 17
realizzare previamente un'inclinazione laterale (S) verso il lato opposto.

Biomeccanica di una N.S.R. sx:


 1° tempo: la vertebra in easy-flexion (N) realizza
un'inclinazione laterale a destra (S). 2º tempo: questa
lateroflessione (S) provoca uno scivolamento del corpo
vertebrale verso sinistra, cioè verso la convessità.
 3°tempo: si assiste ad una rotazione (R) a sinistra della
vertebra o del gruppo vertebrale.
Questi tre tempi si realizzano simultaneamente ed
automaticamente provocando lo spostamento del nucleo polposo
verso la convessità.

2ª Legge di FRYETTE - ERS o FRS

E/F: estensione/flessione.
R: rotazione.
S: inclinazione laterale.

Quando una vertebra o un gruppo vertebrale si trova in stato di flessione (F) o di


estensione (E), per compiere un'inclinazione laterale (S) è prima costretta a realizzare
una rotazione (R) verso lo stesso lato.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Biomeccanica di una E.R.S. dx o di una F.R.S. dx:


 1° tempo: la vertebra o il gruppo vertebrale in stato di flessione (F) o
estensione (E), realizza una rotazione (R) a destra.
 2º tempo: si produce uno scivolamento verso la convessità, in questo caso a
sinistra.
 3° tempo: la vertebra o il gruppo vertebrale realizza un'inclinazione laterale (S)
a destra.
18
I tre tempi si realizzano in modo simultaneo ed automatico, provocando lo
spostamento del nucleo polposo verso la convessità (controlaterale all'inclinazione).

Non si può omettere di ricordare che i movimenti del rachide non si dissociano dai
movimenti che le leve corporee realizzano nelle diverse attività quotidiane, ma bisogna
comprendere che tutte queste situazioni dinamiche e statiche sollecitano distinti
segmenti del rachide in uno stesso momento e in modo differente, in maniera tale che
un gruppo vertebrale può muoversi in NSR, mentre un altro si muove in E o FRS.
Sebbene le leggi di Fryette siano applicabili alla fisiologia articolare normale di un
segmento vertebrale o di un gruppo vertebrale è da notare che le lesioni osteopatiche
rispondono a questo comportamento, ma in maniera differente.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

7. Leggi di Martindale

Conseguentemente ad una lesione non neutra di un segmento vertebrale, il rachide


cerca di mantenere il suo equilibrio tramite gruppi vertebrali che fanno adattamenti in
NSR (in rotazione verso il lato contrario rispetto alla rotazione della lesione primaria).
Questi adattamenti sono possibili perché i muscoli
multifido della colonna cervicale e dorsale alta si
19
inseriscono su gruppi di tre vertebre, mentre a livello di
dorsali medie e basse e delle lombari raggruppano
quattro vertebre (conformando in totale quattro gruppi
di tre vertebre e tre gruppi di quattro vertebre).

La lesione in FRS produce un adattamento dei gruppi


vertebrali soggiacenti, considerando come vertebra
starter la vertebra superiore in lesione non neutra.
La lesione in ERS produce un adattamento dei gruppi
vertebrali sovrastanti, considerando come starter la
vertebra inferiore in lesione non neutra.

La vertebra apice è quella che corrisponde alla vertebra più ruotata della curva
adattativa, generalmente la centrale. Le correzioni di questi gruppi lesionali devono
essere pianificate nella seguente maniera:
1. Si deve correggere la vertebra starter: se la curva sovra o sottogiacente è
adattativa si dovrebbe produrre la correzione spontanea della stessa.
2. Se la curva adattativa non scompare significa invece che ci si trova di fronte ad
una curva compensatori: per correggerla si dovrà trattare la vertebra apice.

Gruppo C1-C2-C3
Questo gruppo generalmente è il risultato di un adattamento ad una lesione craniale,
soprattutto a livello di C0-C1. Provoca sintomi della sfera cefalica:
 Cefalee o emicranie.
 Nevralgia di Arnold.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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 Problemi di visione.
 Problemi di gola.

Gruppo C4-C5-C6
Determina:
 Ipertensione arteriale.
 Dolori degli arti superiori.
20
 Problemi di stomaco e respiratori (diaframma).

Gruppo C7-D1-D2
Comporta:
 Perturbazione del sistema ortosimpatico gangliare toracico (ipertensione, asma
o bronchite).
 Nevralgie cervicobrachiali.
 Alterazione linfatica dell’arto superiore.

Gruppo D3-D4-D5
Determina alterazioni cardiache, respiratorie e gastriche.

Gruppo D6-D7-D8-D9
Questo gruppo può coinvolgere il nervo splancnico maggiore (stomaco, fegato,
vescicola biliare, duodeno) e il plesso solare, determinando alterazioni digestive.

Gruppo D10-D11-D12-L1
Comporta:
 Alterazioni intestinali (colite, stipsi)
 Alterazioni urinarie (reni, ureteri)
 Possibili emorragie ginecologiche.

Gruppo L2-L3-L4-L5
Si trova in relazione con le disfunzioni del sacro e degli iliaci. Può determinare:
 Dolore dell’arto inferiore (cruralgia, sciatica).

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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 Alterazioni intestinali, colon sigmoide.


 Problemi ginecologici (dismenorree).

In generale:
 Una forza discendente provoca una lesione in flessione che determina a sua
volta un adattamento discendente.
 Una forza ascendente provoca una lesione in estensione che determina a sua
volta adattamento ascendente. 21

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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8. Leggi di Lovett e Brother

Le leggi di Lovett e Brother stabiliscono una relazione tra le vertebre superiori ed


inferiori attraverso la duramadre, raggruppandole di due in due. La biomeccanica
cervicale e dorsale alta agisce in modo sincronico con la biomeccanica lombare e
dorsale bassa.
22

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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9. Le disfunzioni della colonna lombare

La disfunzione somatica è un'alterazione del movimento all’interno dei parametri


tridimensionali e può trattarsi di una ipermobilità o di una ipomobilità.
Tenendo conto che le ipomobilità provocano ipermobilità secondarie, bisogna
focalizzare il trattamento sulle zone di fissazione. Le ipomobilità si producono per
processi muscolari (ipertonie), legamentosi (cambiamenti istologici) o intra-articolari
23
(alterazioni della sinovia o della pressione intra-articolare).

Cronologia nella formazione delle lesioni


Lesione primaria
Corrisponde al primo stress che cronologicamente colpisce l'organismo.
La lesione può essere:
 Traumatica (colpi, cadute, etc.): non segue nessuna legge biomeccanica.
 Fisiologica: in FRS o ERS che interessa un segmento vertebrale. È una lesione in
2º legge di Fryette, non neutra.
Lesione secondaria
Si tratta di un adattamento provocato dalla necessità dell’organismo di adeguarsi ad
una situazione presente, che può ad esempio essere una lesione primaria di un
segmento vertebrale o di un altro segmento del corpo (come astragalo, iliaco, etc.).
L'adattamento può essere vicino o lontano rispetto alla localizzazione della lesione
primaria; la lesione secondaria è dinamicamente reversibile, ossia correggendo la
lesione primaria l’adattamento può regredire automaticamente.
Tuttavia la persistenza nel tempo della lesione primaria provoca cambiamenti
strutturali nella lesione secondaria tali da trasformarla in un compenso: questo
compenso non scompare con la correzione della lesione primaria e richiede un
trattamento diretto e specifico.
Queste lesioni rispondono alla 1ª legge di Fryette a livello dorsale e lombare.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Lesione osteopatica o disfunzione somatica


La lesione osteopatica corrisponde ad una diminuzione tridimensionale di mobilità di
un elemento connettivo. Si caratterizza per una restrizione di mobilità (ipomobilità),
quasi sempre dolorosa, di uno o di vari parametri fisiologici di movimento.
Questa disfunzione è in relazione con:
 I recettori sensitivi capsulo-legamentosi.
 I fusi neuromuscolari.
24
 I centri midollari.
In presenza di una disfunzione somatica si instaura localmente un fenomeno
neurologico (iperattività gamma) che mantiene lo spasmo dei muscoli monoarticolari
responsabili della fissazione articolare. A ciò si associano altri fattori che mantengono
la cronicità della lesione:
 Simpaticotonia locale.
 Lesione neurovascolare.
 Facilitazione midollare.
 Alterazione degli elementi metamerici.
La lesione osteopatica di ipomobilità provoca ripercussioni a vari livelli:
 Articolari ed ossei.
 Capsulo-legamentosi.
 Della duramadre.
 Fasciali.
 Muscolari.
 Neurologici.

Ipomobilità ed ipermobilità reazionale


Nelle lesioni vertebrali si possono osservare, analizzando una singola vertebra, zone di
ipomobilità ed ipermobilità compensatoria dello stesso segmento.
Si possono descrivere tre combinazioni possibili:
 Fissazione di una faccetta articolare di un lato che provoca ipermobilità
(reazionale) dolorosa nel lato opposto della stessa vertebra.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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 Fissazione di una faccetta articolare con ipermobilità reazionale del disco


somatico: in questo caso il disco intervertebrale degenera ed è la situazione che
si può trovare in presenza di un'ernia discale.
 Fissazione dello spazio disco-somatico (nel caso della discartrosi) con
ipermobilità reazionale nella parte posteriore della vertebra (articolazioni
interapofisarie).

25
IPOMOBILITÀ IPERMOBILITÀ

Fissazione articolare Aumento della mobilità articolare

Spasmo muscolare (che fissa la lesione) Ipotonia muscolare

Aderenze Infiammazione di capsule e radici nervose

Senza dolore spontaneo Con dolore spontaneo

Dolore alla palpazione Dolore alla palpazione

Test di mobilità positivo Test di mobilità negativo

Obiettivi del trattamento osteopatico


Gli scopi sono differenti a seconda che si voglia trattare una lesione di ipomobilità o di
ipermobilità, tenendo presente che nella maggioranza dei casi le ipermobilità sono
secondarie a ipomobilità. Pertanto gli obiettivi saranno i seguenti:
 Per le ipomobilità:
o Restituire mobilità
o Restaurare l'equilibrio legamentoso e muscolare
 Per le ipermobilità:
o Diminuire l'infiammazione
o Diminuire l'edema
o Diminuire di conseguenza il dolore.
Nel 90% dei casi i dolori spontanei che manifesta il paziente e che generalmente
motivano la visita, corrispondono alle zone ipermobili. Le articolazioni ipermobili non

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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si manipolano perché non ha senso voler ottenere maggior movimento in articolazioni


che ne hanno già in eccesso.

Alcuni esempi di lesioni e di disturbi associati:


 Le ipomobilità da D1 a D7 causano torcicollo o nevralgie cervicobrachiali.
 Le ipomobilità da D11 a L1 causano lombalgia in zona soggiacente
all’articolazione sacro-iliaca con possibile sciatica, cruralgia o pubalgia.
26
 L’ipomobilità dell’articolazione sacroiliaca causa disturbi collegati alla marcia:
durante il cammino normale si produce un movimento alternato di rotazione
anteriore e posteriore degli iliaci, mentre il sacro, utilizzando i suoi assi obliqui,
realizza torsioni verso un lato e l’altro; tutti questi movimenti si effettuano
tramite le ASI. Quando un soggetto compie un passo con l’arto inferiore destro
la flessione dell’anca è provocata dalla contrazione del muscolo ileopsoas che
posteriorizza anche l’articolazione sacro-iliaca di quel lato; nel contempo il
muscolo gluteo medio di sinistra si contrae per stabilizzare orizzontalmente la
pelvi, mentre i muscoli spinali a sinistra stabilizzano il rachide lombare
provocando l'anteriorizzazione dell’articolazione sacro-iliaca di sinistra. Se è
presente una ipomobilità sacro-iliaca destra, ad esempio, tutta la biomeccanica
viene distorta: nel momento del passo a destra si produce un adattamento in
scoliosi lombare sinistra (NSR sinistra) che viene fissata dai muscoli spinali di
quel lato, mentre il sacro realizza una rotazione compensatoria verso il lato
opposto che provoca un’ipermobilità reazionale a livello di L5-S1.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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10. Le tecniche osteopatiche

Obiettivi del trattamento osteopatico


 Restaurare (quando possibile) o migliorare la funzione articolare.
 Dare confort al paziente.
Attualmente l'osteopatia conta su una gran quantità di tecniche la cui elezione è in
funzione al tessuto danneggiato o che produce sintomi: ogni tecnica possiede un'azione 27
specifica su un determinato tessuto.
Classificazione delle tecniche
Classicamente le tecniche osteopatiche si classificano in strutturali e funzionali.

Tecniche strutturali
Il principio generale di questo gruppo di tecniche è che la correzione si deve dirigere
verso la restrizione della mobilità (contro la barriera) con l'obiettivo di rompere le
aderenze e regolare il tono muscolare, potendo in tale maniera restaurare la funzione e
la mobilità articolare.
Le tecniche strutturali si suddividono a loro volta in tecniche ritmiche e tecniche con
manipolazione.

Tecniche ritmiche
Nelle tecniche ritmiche il ritmo e la ripetizione sono importanti perché ogni movimento
attivo o passivo è accompagnato da meccanismi riflessi di regolazione ed adattamento
che includono fenomeni di facilitazione o di inibizione.

TECNICA DI STRETCHING
 Azione: stiramento di capsule, legamenti, tendini, muscoli.
 Obiettivi:
o Aumentare la vascolarizzazione locale.
o Lottare contro la fibrosi muscolare.
o Diminuire l'attività gamma per rilassare.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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 Principi:
o Movimenti di poca ampiezza: agiscono su elementi articolari, capsule e
legamenti.
o Movimenti di grande ampiezza: agiscono sulla muscolatura estrinseca.
o La forza di stiramento può avere una direzione longitudinale o
perpendicolare alle fibre e deve essere realizzata lentamente.
o Il ritmo di stiramento è diverso in ogni paziente.
28

TECNICA DI POMPAGE:
 Azione: sulle aponeurosi e legamenti, essenzialmente.
 Obiettivi:
o Attivazione arterio-venosa locale.
o Scarica sui recettori locali che trasmettono il dolore.
 Principi:
o Prendere contatto con la struttura da allungare il più vicino possibile
alla sua inserzione.
o Applicare forze di trazione longitudinale alternate a rilassamento fino
ad ottenere una sensazione di diminuzione di tensione e dolore

TECNICA ARTICOLATORIA:
 Azione: sulle strutture periarticolari.
 Obiettivo: aumentare l'ampiezza articolare.
 Principi:
o Applicazione di movimenti passivi ripetitivi associati ad una o varie leve
ed ad un fulcro (punto fisso) destinato ad aumentare la potenza.
o L'utilizzo di un piccolo rimbalzo alla fine del movimento permette di
ottenere cambiamenti più rapidi nei tessuti.

TECNICA DI TENSIONE SOSTENUTA:


 Azione: su tutti i tessuti della zona da trattare.
 Obiettivo: ottenere il rilassamento dei tessuti.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

 Principio: si cerca la messa in tensione di tutti i tessuti utilizzando i differenti


parametri di flesso/estensione, lateroflessione e controrotazione fino alla
riduzione dello slack, che viene mantenuto mentre il paziente respira
profondamente, fino ad ottenere il rilassamento tessutale.

TECNICA DI INIBIZIONE:
 Azione: su muscoli.
 Obiettivi: 29
o Aumentare la circolazione locale.
o Diminuire la risposta afferente.
o Rilassamento muscolare.
 Principio: si esercita una pressione con direzione perpendicolare rispetto alle
fibre muscolari in maniera sostenuta fino a che si ottiene un rilassamento; in
seguito si diminuisce lentamente la forza.

TECNICA DI MUSCOLO-ENERGIA
 Azione: su muscoli monoarticolari. È una buona tecnica preparatoria e non ha
controindicazioni.
 Obiettivi:
o Sopprimere l'iperattività gamma.
o Restaurare la fisiologia articolare.
 Principi:
o Si mobilizza l'articolazione fino alla barriera motrice nei tre piani dello
spazio.
o Si sollecita il paziente a realizzare una forza di spinta opposta mentre il
terapista resiste con una controforza della stessa intensità, evitando che
si produca qualsiasi movimento. La forza usata non deve essere elevata
(approssimativamente da 500 gr a 10 kg). Si realizzano tre contrazioni
di tre secondi seguite da un periodo di rilassamento dove il terapista
mobilizza l'articolazione alla ricerca di una nuova barriera motrice.
o Durante ogni contrazione isometrica si produce una stimolazione dei
recettori di Golgi che scaricano inibendo i motoneuroni alfa e gamma:

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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ad ogni lunghezza guadagnata il fuso neuromuscolare è stimolato in


modo che recuperi progressivamente la sua lunghezza normale.
o Si possono usare due tipi di contrazioni:
 Isotoniche: permettono di aumentare il tono di un muscolo
ipotonico.
 Isolitiche: permettono di rompere aderenze e di lottare contro la
fibrosi muscolare. Il terapista utilizza una forza leggermente
30
superiore a quella realizzata dal paziente in questo tipo di
contrazioni.

Tecniche con manipolazione con thrust


Qualunque sia il tipo di manipolazione usata si devono rispettare sempre i limiti
fisiologici articolari: questa è la differenza rispetto ad una tecnica di manipolazione
ortopedica.
Il thrust si può applicare perpendicolarmente o parallelamente al piano ed ha una
direzione contraria alla barriera di restrizione. In questo modo si superano le difese
fisiologiche articolari e la separazione brusca delle superfici sorprende il SNC
provocando un black out sensoriale locale e rompendo il circolo vizioso irritativo che
mantiene lo spasmo dei muscoli monoarticolari responsabili del fissaggio della lesione.
Gli obiettivi delle tecniche con manipolazione sono:
 Liberare le aderenze.
 Provocare lo scivolamento delle faccette articolari per restaurare la funzione
articolare.
 Ristabilire la vascolarizzazione locale.
 Normalizzare i riflessi afferenti.
 Stirare la capsula che stimola i recettori di Pacini provocando un'inibizione dei
motoneuroni alfa e gamma ed ottenendo il rilassamento muscolare.
 Stimolare i centri simpatici o parasimpatici per ottenere la rottura dell'arco
riflesso neurovegetativo patologico.
 Dare comfort al paziente.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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Tecniche funzionali
Il principio di queste tecniche è quello di andare nel senso della lesione fino al punto
neutro della mobilità. Questa situazione di equilibrio tridimensionale viene mantenuta
fino a che si ottiene la liberazione totale degli elementi periarticolari. È importante, per
terminare la tecnica correttamente, riportare lentamente e passivamente il segmento
nella posizione neutra per non provocare una ripresa dell'iperattività gamma del fuso
neuromuscolare.
31
TECNICA DI HOOVER (tecnica derivata dell'osteopatia craniale):
 Azione: sui muscoli in spasmo
 Obiettivi:
o Diminuire la disparità tra le fibre intra ed extrafusali.
o Sopprimere l’attività gamma, ridurre la facilitazione midollare.
o Produrre il silenzio neurologico.
 Principi:
o Una mano (sensitiva) palpa la zona controllando le tensioni. L'altra
mano muove il segmento (utilizzando i parametri necessari, alla ricerca
dell'equilibrio tridimensionale) aumentando le tensioni fino a
guadagnare una posizione di rilassamento articolare.
o Al paziente vengono richieste delle respirazioni profonde che facilitano
il raggiungimento degli obiettivi ed il rilassamento tessutale.

TECNICA DI JONES (sui punti trigger):


Il punto trigger è una zona di ipereccitabilità dolorosa alla palpazione che provoca
cronicità della facilitazione midollare e che non duole spontaneamente.
 Azione: su aponeurosi, muscoli, tendini, capsule, legamenti e periostio.
 Obiettivi:
o Diminuire l’iperattività gamma (avvicinamento delle inserzioni)
o Ridurre la lunghezza delle fibre intra ed extrafusali.
o Ottenere il silenzio neurologico.
 Principi:
o Cercare il punto trigger con la palpazione.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

o Si esercita una pressione sul trigger point che viene mantenuta durante
tutta la manovra. Con l'altra mano si cerca la posizione del segmento
corporeo che annulla il dolore.
o Si mantiene questa posizione per 90 secondi per permettere la
normalizzazione dell’attività gamma e si ritorna passivamente e
lentamente alla posizione neutra per non provocare il riflesso di
stiramento.
32

Tecniche funzionali indirette


Queste tecniche associano i principi delle tecniche strutturali e delle tecniche
funzionali.
 Azione: su muscoli, aponeurosi, strutture periarticolari.
 Obiettivi:
o Aumentare ampiezza articolare.
o Restaurare la funzione.
 Principio: si realizza un movimento contro la restrizione, generalmente nel
parametro maggiore di lesione, ed in quella posizione si cercano i parametri
liberi tentando di trovare un punto neutro di rilassamento. Si sollecita il
paziente a realizzare respirazioni profonde fino ad ottenere una sensazione di
liberazione che permetterà di aumentare i parametri.

TECNICA NEUROMUSCOLARE:
È un'antica tecnica indù, modificata dall'inglese Stanley Lief nel 1945. Il suo obiettivo è
quello di normalizzare i tessuti come condizione dell'integrità corporea, eliminare il
dolore e restaurare la mobilità. Si usa per evitare una manipolazione, per preparare ad
una manipolazione o per sopprimere lo stress.
Obiettivi della tecnica:
 Restaurare l'equilibrio muscolare.
 Restaurare il trofismo normale.
 Restaurare il quadro istologico e psicologico.
 Eseguire un trattamento riflesso per tonificare i muscoli.
 Favorire il drenaggio sanguigno e linfatico.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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La lesione neuromuscolare è collegata a quattro punti:


 Congestione locale del tessuto connettivo.
 Alterazione dell'equilibrio del ph.
 Infiltrazione fibrosa.
 Contratture muscolari croniche.
Risponde a cinque cause:
 Stanchezza e alterazione posturale.
 Trauma locale. 33

 Stato di tossicemia.
 Deficienza dietetica.
 Cause psicologiche.
Le lesioni sono evidenziate da zone di ipersensibilità solitamente a livello di occipite,
muscoli paravertebrali, muscoli intercostali e creste iliache
Per fare la diagnosi si valuta tono, sensibilità, temperatura ed edema.
La realizzazione della tecnica può avvenire in tre modi:
 Trazione.
 Palper-rouler.
 Massaggio profondo, con piccoli movimenti circolari.

TECNICA DI SPRAY AND STRETCH:


 Azione: su muscoli spasmati.
 Obiettivo: inibire il circuito gamma e quindi provocare il rilassamento
muscolare (effetto riflesso).
 Principio: si pone il muscolo da trattare in una posizione di allungamento che si
mantiene mentre si realizzano dei passaggi spruzzando cloruro di etile lungo la
direzione delle fibre muscolari.

Tecniche viscerali
 Azione: sugli organi interni.
 Obiettivo: sopprimere le afferenze nocicettive periferiche, viscerali o vertebrali
che mantengono lo spasmo della muscolatura liscia viscerale.
 Principio - dipende dalla tecnica utilizzata:

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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o Tecnica diretta: si esercita una leggera trazione del viscere mettendo


tensione e in seguito si mobilizza fino a raggiungere il rilassamento.
o Tecnica indiretta: si realizza un appoggio diretto sul viscere che viene
messo in tensione e si utilizza una leva lunga che agisce sull'organo.

TECNICA DI EQUILIBRAZIONE FUNZIONALE (sensoriale):


 Obiettivo:
34
o Sopprimere le afferenze nocicettive viscerali.
o Sopprimere spasmi gastrointestinali.
o Sopprimere tensioni fasciali.
o Sopprimere l’angiospasmo e la stasi locale alla ricerca di uno stato di
calma tessutale.
 Principi:
o Si pone una mano sopra e l'altra sotto l'organo, il che ci permette di
realizzare una compressione e percepire l'informazione che il viscere ci
invia.
o Le due mani seguono la direzione del movimento ostacolando il ritorno
in senso inverso mentre il paziente respira profondamente.
o Alla fine della manovra si deve percepire solo la mobilità fisiologica.

EQUILIBRAZIONE DEI PUNTI TRIGGER:


 Obiettivi:
o Sopprimere spasmi sfinteriali.
o Sopprimere afferenze nocicettive viscerali.
 Principi:
o In un primo tempo si cerca con la palpazione il punto doloroso viscerale
dove si mantiene la pressione.
o Dopo si deve trovare la posizione di rilassamento delle tensioni di
equilibrio funzionale o strutturale che faccia sparire il punto trigger.
o Questa posizione di equilibrio viene mantenuta fino a che si produce il
rilassamento dei tessuti mentre il paziente esegue delle respirazioni
profonde.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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11. Principi generali per le manipolazioni del


rachide

Messa in tensione dello slack


Si realizza in due tempi:
 1° tempo: si colloca un sufficiente parametro di flesso/estensione per
35
localizzare il livello vertebrale da manipolare (leva primaria).
 2° tempo: si colloca un parametro sufficiente di lateroflessione e
controrotazione per diminuire le tensioni (leva secondaria).

La manipolazione
Deve essere realizzata con una forza minima, affinché questo succeda è necessario
ottenere:
 Una posizione corretta dell'operatore rispetto al piano articolare.
 Una corretta messa in tensione.
 Una ricerca della zona di passaggio, che significa trovare la zona dove si ha la
sensazione che l'articolazione sia pronta per essere liberata (separazione delle
superfici articolari a 90°).
La manipolazione si realizza con una contrazione esplosiva e breve dei muscoli
pettorali e del tricipite del terapista, preceduta da un rilassamento dello stesso. Questo
permette l'alta velocità della manipolazione che sorprende le difese articolari.

Le manipolazioni si possono realizzare attraverso:


 Tecniche indirette: si usano leve superiori ed inferiori e permettono un
adattamento fisiologico.
 Tecniche dirette: si realizzano attraverso contatti diretti sull’articolazione da
manipolare. Il contatto diretto permette di ridurre lo slack senza dovere
utilizzare grandi leve. Sono le più efficaci in quanto provocano in forma più
rapida gli effetti riflessogeni per la stimolazione del nervo di Luschka. Queste
tecniche sono quelle che richiedono maggiore precisione ed abilità dal
professionista che le realizza.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

 Tecniche semidirette: sono una combinazione delle due precedenti. Sono più
specifiche delle tecniche indirette permettendo contemporaneamente l'utilizzo
delle leve. L'operatore, con una mano prende contatto diretto nell'articolazione
da manipolare iniziando la riduzione dello slack e con l'altra mano prende una
leva che permette di stringere le tensioni aumentando l'efficacia del contatto
bloccando gli spazi sopra e sottostanti.

36
DIRETTA SEMIDIRETTA INDIRETTA

Effetto riflessogeno ++++ ++ +

Specificità ++ ++ +

Possibilità di
+ +++
adattamento

Torsione dei tessuti molli ++ +++

PERCENTUALE DI UTILIZZO DI OGNI PARAMETRO

Flesso/Estensione 24%

PARAMETRI MAGGIORI
Lateroflessione 24%
72%

Controrotazione 24%

Compressione 15%

Scivolamento laterale 6% PARAMETRI MINORI 27%

Scivolamento antero-posteriore 6%

Il restante 1% è ciò che conferisce la libertà per il movimento. Se non viene rispettato si
produrrà un blocco articolare che impedirà la manipolazione.

Si usano gli stessi parametri della tecnica con thrust per le tecniche funzionali.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

SINTESI DEL LUMBAR-ROLL

Posizione
Problema
Lesione Obiettivo del Tensione Slack Thrust
meccanico
paziente
Aprire Decubito Scivolamen
Imbricazion F S dx Rotazione
ERS dx l’articolazion laterale to
e destra R sx sinistra
e destra sinistro anteriore
Chiudere Decubito Lateralità 37
Disimbricaz F S sx Scivolamen
FRS dx l’articolazion laterale da sinistra
ione sinistra R dx to laterale
e sinistra destro a destra
Decubito N S dx
Convessità Rotazione
NSR dx Convessità laterale R sx
sinistra sinistra
sinistro (*)
(*) In questo caso si cambia il side-bending (S) in posizione neutra (N), che tende a generare una
rotazione (R) automatica controlaterale che si completa con l’azione del paziente.

Tecniche di muscolo energia


La tecnica di muscolo energia utilizza le contrazioni isometriche, cercando prima la
mobilizzazione dell'articolazione fino alla barriera motrice nei tre piani dello spazio (si
invertono tutti i parametri lesionali).
Per la correzione delle lesioni si possono utilizzare due posizioni: il lumbar roll
(decubito laterale con rotazione del tronco verso il decubito dorsale) o la Sim´s position
(decubito laterale con rotazione del tronco verso il decubito ventrale).

SINTESI DELLA MUSCOLO-ENERGIA

Problema Barriera Posizione del Contrazione


Lesione
meccanico motrice paziente isometrica
F Decubito laterale
Imbricazione
ERS dx S sx destro S destra
destra
R sx Lumbar roll
E
Disimbricazione SIM’s position
FRS dx S sx S sinistra
sinistra sinistra
R sx
N dx Decubito laterale
NSR dx Convessità S sinistra
S dx sinistro

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

12. Valutazione del rachide in generale

Anamnesi
Si realizza una raccolta dati esaustiva che avrà come scopo quello di orientare il
terapista verso la localizzazione delle ipomobilità dovute al trauma che può essere un
episodio acuto e grave (incidente d’auto, caduta, distorsione, frattura, etc.) o trattarsi di
38 microtraumi ripetuti posturali e/o lavorativi.
Bisogna verificare il tipo di dolore, le caratteristiche che possiede, quando aumenta o
diminuisce, e se viene irradiato verso un'altra zona del corpo.

DIAGNOSI SULL’EZIOLOGIA DEL DOLORE LOMBARE

COMPARSA DEL TEMPO DI


TIPO VALUTAZIONE
DOLORE LATENZA
Con l’azione della
gravità (seduto). Senza tempo di Compressione e
Acuto e può
Flessione del latenza, compare decompressione. Se il
Disco essere
tronco. quando il peso disturbo è discale è in
irradiato.
Tosse, starnuto e arriva al disco. L5, Lasegue +++
defecazione.
Con mantenimento
di una determinata
posizione.
Portare il legamento
Al finale Varia tra i 10
Legamento Graduale. fino allo stiramento e
dell’ampiezza minuti ed 1 ora.
mantenerlo.
articolare in
movimenti attivi o
passivi.
Faccetta in
Localizzato
Capsula embricazione: Compare quando Lateroflessione e
nella
inter- lateroflessione e sforbiciano le rotazione omolaterale al
faccetta
apofisiaria rotazione faccette articolari. dolore.
embricata.
omolaterale.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Faccetta in Localizzato
disembricazione: nella
lateroflessione e disembrica
Appare quando si
rotazione zione e può Lateroflessione e
stira l’apparato
controlaterale alla provocare rotazione contro
legamentoso e
disembricazione. Il dolore laterale al dolore.
capsulare.
dolore si produce irradiato
nel lato nel nervo
disembricato. interessato.
39
Con flessione del
tronco e
lateroflessione.
Flessione e
Flessione del lato
lateroflessione verso il
opposto (diagnosi
lato opposto. Si
differenziale con
Legamento Varia tra i 10 riscontra dolente alla
disturbi discali). Graduale.
ileolombare minuti ed 1 ora. palpazione tra la cresta
Scartato il disco i
iliaca e L4 (il superiore)
due elementi che
e lateralmente
rimangono sono il
(l’inferiore).
quadrato lombare e
il legamento
ileolombare.
Con flessione del
tronco a barra,
bilateralmente.
Anche il
raddrizzamento è Flessione con
dolente. Può mantenimento della
Legamento Varia tra i 10
scatenare dolori Graduale. posizione e
interspinoso minuti ed 1 ora.
riferiti nel raddrizzamento
dermatomero progressivo.
corrispondente:
cruralgia provocata
da L3-L4

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Rotazione,
lateroflessione
Camminando,
Può presentare omolaterale ed
Legamento salendo e
dolore riferito estensione.
sacroiliaco e scendendo le scale.
fino al Graduale. Segno del calzino +++.
ipomobilità Ogni movimento
dermatomero S1 e Impossibilità ad
dell’ASI che richiede
S2. eseguire flessione,
mobilità all’iliaco.
abduzione e rotazione
40
esterna dell’A.I.
Può
produrre
dolore
Legamenti
Alla nutazione del Varia tra i 10 locale Palpazione del
sacroischiati
sacro minuti ed 1 ora. irradiato legamento.
ci
nel
dermatoma
di S2.
Se il disturbo è
ischemico è
Con il movimento
dolente all’ Dolore per
attivo nella loro
allungamento. spasmo
azione. Con il Movimento che
Muscolo Se è tendinite acuto,
movimento passivo presenta una resistenza.
duole il punto pungente e
nell’azione
d’infiammazione e bruciante.
contraria.
molte volte è
spontaneo.
Con il movimento
che allunga il nervo Filiforme, il
interessato. paziente ci
Immediato
Accompagnato da mostra il Allungamento del
Nervo quando si allunga
disturbi sensitivi, tragitto del nervo.
il nervo.
motori, parestesie, nervo
ipoestesia e interessato.
ipotonia.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Es: dolore lombare di


origine uterina. Alla
Dolori in una zona flessione del tronco
determinata che Dolore compare dolore: il
non presentano ritmico a terapista realizza un lift
Viscere, Quando entra in
riduzione della seconda dell’utero (lo palpa
dolori riferiti funzionamento il
mobilità né tensioni dell’attività dietro alla sinfisi
viscerali viscere colpito.
muscolari che dell’organo pubica) e realizza una
giustifichino il interessato. trazione verso l’alto
41
dolore. durante la flessione. Se
scompare il sintomo,
l’origine è viscerale.

Studi radiologici
La radiologia è un’indagine complementare molto utile per confermare una diagnosi
realizzata tramite l’anamnesi e l’esplorazione fisica statica e dinamica.
Permette di constatare l'integrità ossea ed articolare, di valutare la statica e la
dinamica vertebrale (RX dinamica), le zone di ipermobilità compensatorie o le zone di
fissazione. Questo tipo di studio è molto utilizzato per la sua rapidità e per il basso
costo.
Le proiezioni normalmente richieste sono:
 Antero-posteriore.
 Latero-laterale.
 Centrata su un segmento preciso (ad esempio lombo-sacrale).
 Obliqua.
La proiezione di Ferguson è una proiezione anteroposteriore angolata della pelvi che si
utilizza per esplorare l'articolazione sacroiliaca ed il piatto L5-S1.

In una lastra antero-posteriore si studia la morfologia dei corpi vertebrali, delle apofisi
trasverse, delle apofisi spinose e gli spazi intervertebrali (salvo lo spazio tra L5 e il
sacro). È possibile tracciare linee orizzontali che passano per il bordo superiore dei
piatti vertebrali per valutare se sono parallele.
Le radiografie dinamiche in flessione ed estensione offrono immagini che permettono di
osservare le possibili instabilità e di scoprire le disarmonie o le alterazioni nelle curve

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

del rachide, come segni di ipomobilità (ad esempio in una radiografia in flessione, la
vertebra che rifiuta il movimento di flessione potrebbe trovarsi in una lesione di
estensione).
La lastra dinamica in lateroflessione offre maggiori informazione riguardo il movimento
possibile di un segmento: la vertebra che rifiuta il movimento verso uno dei due lati
indica che si trova in lesione di lateroflessione dal lato contrario.
Inoltre se uno dei corpi vertebrali non condivide la lateroflessione può essere un segno
42
di protrusione discale.
In una lastra latero-laterale si deve osservare in primo luogo l'angolo lombo-sacrale;
per fare ciò si può tracciare una linea verticale che passa per i corpi vertebrali lombari
ed una linea perpendicolare alla base sacrale:
 In una situazione di normalità l’angolo che viene a formarsi misura tra 140° e
145°
 Se l’angolo diminuisce ci si trova di fronte ad una iperlordosi.
 Se l’angolo aumenta ci si trova di fronte ad una rettilineizzazioni della colonna
lombare.
Si può tracciare poi nella stessa lastra latero-laterale una linea che passa per la base
sacrale ed una linea orizzontale al suolo:
 In caso di normalità si forma un angolo di circa 80°
 In caso di orizzontalizzazione del sacro questo angolo aumenta
 In caso di verticalizzazione del sacro diminuisce.
Quando invece ci si trova di fronte ad un segmento patologico che si suppone possieda
una patologia discale, è possibile tracciare una linea orizzontale sul piatto superiore
della vertebra soggiacente e sul piatto inferiore della vertebra sovrastante e queste
linee si intersecano a livello delle apofisi articolari posteriori.
Si segna su ognuna di queste linee un tratto nel limite posteriore del corpo vertebrale
che darà come risultante due distanze A e B.
 Se non esiste sofferenza discale le distanze saranno uguali.
 Se c'è differenza (per esempio A = 22mm e B = 26mm), si traduce in uno
scivolamento anteriore della vertebra soggiacente (spondilolistesi).
Se si vuole misurare infine il valore angolare della lordosi lombare si traccia una linea
parallela alla parte superiore del piatto di L1 ed una linea parallela alla parte inferiore

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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del corpo di L5, quindi si prolungano posteriormente fino all’intersezione delle due:
l’angolo che viene a formarsi normalmente è di 45°.
In una lastra obliqua si distingue la classica immagine del cagnolino:
 Il muso è formato dall'apofisi trasversa.
 L'occhio corrisponde al peduncolo.
 L'orecchio è l'apofisi articolare superiore.
 Il collo corrisponde all’istmo.
 La zampa anteriore è l'apofisi articolare inferiore. 43

 La coda è formato dalla lamina e dall’articolare superiore del lato opposto.


 La zampa posteriore è l’articolare inferiore del lato opposto.
 Il corpo è formato dalla lamina.
Un punto da tenere in considerazione è il collo del cane: quando l’istmo è fratturato
appare un’immagine radiologica tipica, come se il cane indossasse un collare, segno che
permette di fare diagnosi di spondilolisi con scivolamento apprezzabile anche nella
lastra di profilo.

Altre esplorazioni radiologiche sono la TAC, la RMN e la mielografia; quest’ultima


tecnica si usa poco perché prevede l’ospedalizzazione del paziente per realizzarla
essendo una tecnica invasiva.

Ispezione
L'ispezione si deve realizzare col paziente in piedi, seduto, durante la marcia e nei
differenti decubiti.
In particolare l’ispezione in piedi può essere statica o dinamica.
Con l’ispezione statica si osservano le asimmetrie, l’altezza di spalle e scapole, i triangoli
della taglia, le creste iliache, le curve rachidee (iperlordosi o rettilineizzazioni), etc.
Tramite l’ispezione dinamica si valuta la qualità e la quantità di movimento e se
risvegliano il dolore. Il terapista si posiziona in piedi dietro il paziente e lo sollecita ad
eseguire i distinti movimenti del rachide e chiede se risvegliano il dolore:
 Se il sintomo algico compare durante la flessione si sospetta una disfunzione
della colonna lombare.
 Se il sintomo algico compare durante la rotazione si sospetta una disfunzione
della cerniera toraco-lombare.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

 Se il sintomo algico compare durante l’inclinazione laterale indica problemi a


livello di pelvi o ernie discali.
 Se il sintomo algico compare durante l’inclinazione laterale con estensione e
rotazione omolaterale si sospetta una disfunzione dell’ASI di quel lato.
Durante la flessione il terapista dovrà cercare la presenza di zone piane a livello della
curva del rachide, segni che evidenziano zone di anteriorità vertebrale. Bisogna cercare
inoltre vertebre con apofisi spinose salienti segni di stato flessorio di quel livello.
44
Durante l'inclinazione laterale il terapista dovrà valutare l'armonia della curva,
dovendo identificare la presenza di zone che indicano zone di stress (ipermobilità)
dolorose alla palpazione.
I risultati della valutazione dinamica si possono rappresentare mediante uno schema a
forma di stella (stella di Maigne) composta da sei rami che corrispondono ai
movimenti testati:
 La lunghezza del ramo indica l'ampiezza del movimento
 Se il movimento questo è doloroso si segna il sintomo disegnando piccole
sbarre che vanno a tagliare il ramo corrispondente al movimento (una sbarra
poco dolore, due dolore medio e tre dolore forte).
Questo metodo permette di avere un'informazione chiara e precisa riguardo la mobilità
del paziente, del grado di dolore e dei miglioramenti che si ottengono durante il
trattamento.

Palpazione e test di mobilità


La palpazione assieme ai test di mobilità permette di determinare il tessuto leso e di
identificare la lesione.
Se si scopre tramite il quick-scanning una zona di ipomobilità e nella valutazione dello
sclerotoma si trova allo stesso livello vertebra positiva, si può supporre di essere di
fronte ad una vertebra in lesione primaria che genera un segmento midollare facilitato.
Per accertarlo si vanno a valutare i due elementi rimanenti della triade di disfunzione,
si valuta quindi:
 Il dermatoma corrispondente a detto segmento tramite il palper-rouler
(cercando dermalgie riflesse).

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

 Il miotoma attraverso un test muscolare (cercando debolezza muscolare) e con


la palpazione (presenza di cordone mialgico in caso di spasmi muscolari).

Esame neurologico
Si valutano le radici affette considerando i segni neurologici che compaiono in caso di
compromissione:
 D12-L1-L2-L3: debolezza nella flessione dell'anca.
 L4: incapacità di camminare sui talloni e diminuzione del riflesso rotuleo. 45
 L5: debolezza nell'estensione del primo dito del piede contro resistenza e dei
glutei (estensione dell’anca).
 S1: incapacità di camminare sulle punte dei piedi e diminuzione del riflesso
achilleo.
Nella valutazione neurologica è possibile realizzare anche manovre di provocazione:
 Utilizzando la manovra di Valsalva si produce un aumento della pressione
intradurale ed è positiva se si riproduce il dolore lombare ; il test consiste nel
chiedere al paziente di tossire o di realizzare uno sforzo come per defecare.
 Utilizzando il test di Lasègue. La prova si realizza elevando l’arto inferiore del
paziente in decubito supino mantenendo il ginocchio in estensione e si
considera positiva se la posizione riproduce il dolore sciatico. Per rinforzare
questo test si realizza una dorsiflessione del piede (manovra di Bragard).

I test ortopedici e neurologici in aggiunta allo studio degli elementi metamerici rende la
valutazione quasi completa, rimane solo da identificare la lesione vertebrale
osteopatica (ossia se la vertebra si trova in NSR, FRS o ERS) per poter poi creare una
catena lesionale ed elaborare un trattamento specifico.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

13. Le ernie discali

Fisiopatologia
La nutrizione del disco intervertebrale avviene per imbibizione: gli elementi nutritivi si
muovono per via vascolare ed affinché ciò sia possibile i tessuti devono essere sani, in
modo da permettere lo scambio liquido ed assicurare l'equilibrata circolazione locale.
46 I dischi sono ammortizzatori della pressione e soffrono di una deformazione
momentanea dopo una compressione lieve.

I muscoli in stato di spasmo cronico realizzano un effetto di compressione permanente


sul disco che gli impedisce di reidratarsi. Per lo stesso motivo l'apporto di sangue
arterioso è ostacolato, come pure il ritorno venoso (stasi sanguigna).
Il contenuto di acqua del nucleo diminuisce ed esso modifica la sua elasticità.
Appaiono di conseguenza lesioni macroscopiche:
 Fissurazione dell'anello.
 Rottura del nucleo (frammentazione).
I frammenti del nucleo tendono a spingere l'anello fibroso per le forze di pressione e
per la dinamica generale del rachide: i frammenti o l’intero nucleo fuoriescono
attraverso le fissurazioni dell'anello e si produce una iperpressione sul LCVP
(riccamente innervato) provocando così una lombalgia.
Lo spasmo muscolare riflesso blocca inoltre il rientro del nucleo.
L'iperlordosi, l'orizzontalità del sacro, i traumi, l'età, etc. sono fattori che favoriscono
la degenerazione discale. Le conseguenze di detta degenerazione sono le seguenti:

IL NUCLEO PERDE LA SUA FUNZIONE DI AMMORTIZZAZIONE

Dolori in stazione eretta, seduta ed in tutti i movimenti in generale

AVVICINAMENTO DEGLI ARCHI


CORPI VERTEBRALI SOVRACCARICATI
POSTERIORI

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Tipi di ernie discali


Ernia discale sottolegamentosa: il nucleo migra attraverso una o varie fissurazioni
dell'anello e fa retrocedere il LCVP provocando irritazione nervosa.
Ernia discale esteriorizzata: si produce una rottura del LCVP e l'ernia comprime una
radice rachidea creando una nevralgia. Detta nevralgia è dovuta a tre fattori:
 Fattore meccanico: protrusione.
 Fattore infiammatorio: edema e congestione.
 Fattore vascolare: ischemia per la compressione delle arterie che irrorano le 47
radici.
Il dolore è responsabile di una contrattura antalgica che blocca i movimenti del tronco e
molte volte si osserva un’inversione della lordosi.
Lo spasmo riflesso dello psoas provoca dolore sulla faccia anteriore della coscia.

Segni rachidei
 Deviazione antalgica dovuta allo spasmo degli spinali o degli psoas. In caso di
ernia si possono trovare tre tipi di atteggiamenti antalgici:
o In flessione: ernia discale mediale.
o Crociata: ernia discale esterna.
o Diretta: ernia discale interna.
L'atteggiamento antalgico diretto è un segno di gravità poiché traduce
un'ernia vera, frequente a livello della radice S1 (spazio L5-S1).
L'atteggiamento antalgico crociato si traduce quasi sempre una
protrusione discale, frequente a livello della radice L5 (spazio L4-L5).
 Rigidità lombare
 Punti doloroso paravertebrali
 Segni a livello dell’arto inferiore leso
o Punti di Valleix: +
o Segno di Lasègue: +
o In accordo con la radice affetta:
 Abolizione dei riflessi osteotendinei.
 Disturbi motori.
 Topografia del dolore.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

14. Test e diagnosi

Quick scanning lombare

Indicazioni: Permette in modo rapido di scoprire zone di ipomobilità. Si può


valutare allo stesso modo l’articolazione sacro-iliaca, la colonna
48 lombare, la colonna dorsale e la colonna cervicale.

Paziente: Sedestazione sul lettino.

Osteopata: Dietro al paziente.

Azione: L’osteopata fissa da dietro o da davanti le spalle del paziente;


l’altra mano, a pugno chiuso, imprime a livello delle ASI e delle
varie parti della colonna una compressione in senso postero-
anteriore, apprezzando l’elasticità dei tessuti e la qualità/quantità
del movimento (andata e ritorno).

Valutazione degli sclerotomi sulle apofisi spinose

Indicazioni: Disfunzioni vertebrali maggiori a livello neurologico: i segmenti


con facilitazione midollare.

Paziente: In decubito prono.

Osteopata: A lato del paziente.

Azione: Il terapista palpa ciascuna apofisi spinosa con un movimento di


compressione/frizione identificando i livelli che si rilevano
dolenti.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Valutazione degli sclerotomi sulle apofisi articolari

Indicazioni: Disfunzioni vertebrali maggiori a livello neurologico: trovare i


segmenti con facilitazione midollare, trovare le posteriorità.

Paziente: In decubito prono.

Osteopata: A lato del paziente. 49

Azione: Si palpa bilateralmente con un movimento di


compressione/frizione le apofisi articolari, identificando i livelli
che si rilevano dolenti.

Valutazione delle posteriorità - Test di Mitchell

Indicazione: Disfunzioni somatiche in ERS/FRS

Paziente: In decubito prono.

Osteopata: A lato del paziente.

Azione: Si deve eseguire in 3 posizioni:


 1ª posizione - DECUBITO PRONO:
Si palpano bilateralmente le apofisi trasverse alla ricerca di
posteriorità con un movimento di compressione/frizione,
che si riveleranno dolorose.
 2ª posizione: FLESSIONE GLOBALE DEL RACHIDE:
Nella ricerca delle posteriorità se si rivelano molteplici e
consecutive permetteranno di dedurre la presenza di una
lesione di gruppo in NSR.
Se si trova una sola posteriorità, si deduce una lesione
segmentaria, senza indicare però se si trova in F o E.
Dal decubito prono si sollecita il paziente che si sieda sui

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
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talloni con la testa sul lettino (flessione globale del rachide).


L’osteopata palpa le apofisi trasverse alla ricerca delle
posteriorità: quelle che si trovano saranno in lesione di
estensione visto che resistono all’andare in flessione.
 3ª posizione - POSIZIONE DI SFINGE:
Dal decubito prono si sollecita il paziente che si posizione di
sfinge, estendendo anche la testa (estensione globale del
50
rachide).
L’osteopata palpa le apofisi trasverse alla ricerca delle
posteriorità: quelle che si trovano saranno in lesione di
flessione visto che resistono all’estensione..

CONVALIDA:
Le posteriorità trovate in posizione di sfinge (vertebre in lesione
di F) devono sparire quando il paziente passa in posizione di
flessione globale e viceversa.
Se le posteriorità non si modificano in nessuna delle tre posizioni
saranno in lesione di NSR.
Il lato della posteriorità indica il senso della rotazione vertebrale.
Ad esempio:
 Posteriorità destra positiva in posizione di sfinge  lesione
di FRS destra.
 Posteriorità destra positiva in posizione di flessione globale
 lesione di ERS destra.

Valutazione dello psoas 1

Indicazioni: Accorciamento della fascia iliaca o spasmo dello psoas

Paziente: In decubito supino.

Osteopata: Nel lato opposto a quello da valutare.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Esecuzione: Si porta l’A.I. del lato contrario a quello da valutare in flessione


di ginocchio ed anca fino a porlo in contatto con il tronco (ciò
diminuisce la lordosi lombare), e si osserva quello che accade a
livello dell’anca contraria.

Interpretazione: Se non c’è spasmo dello psoas l’A.I. valutato rimane stirato sul
lettino. 51
Se c’è spasmo dello psoas l’A.I. valutato si solleva (al diminuire
della lordosi aumenta la flessione dell’anca).

Valutazione dello psoas 2

Indicazione: Spasmo dello psoas.

Paziente: In decubito supino.

Osteopata: Alla testa del paziente. Prende le mani del paziente con le sue.

Esecuzione: Si elevano le braccia del paziente, oltre la testa, in modo che le


mani del paziente si affrontino con la loro parte dorsale e si
controlla se le dita raggiungono lo stesso livello.

Interpretazione: Il braccio più corto indica uno spasmo dello psoas dello stesso
lato, che trasmette il suo spasmo al gran dorsale.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

15. Tecniche di trattamento

TECNICHE DI TRATTAMENTO MUSCOLARE

Tecnica di muscolo energia per lo psoas


Paziente: decubito supino con l’arto inferiore da trattare fuori dal lettino; l’altro A.I. in
52 flessione di anca e ginocchio, per proteggere le lombari. Si chiede che si tenga al lettino.
Osteopata: finta avanti all’altezza del ginocchio del paziente.
Contatti:
 La gamba esterna del terapista aggancia e sostiene la gamba estesa del paziente.
 La mano interna prende contatto sulla SIAS del lato sano
 La mano esterna appoggia sul ginocchio del lato da trattare.
Tecnica: utilizzando il principio del rilassamento post-isometrico prima si ricerca la
barriera motrice in estensione d’anca nel lato affetto, poi si sollecita il paziente a
spingere il ginocchio verso il tetto mentre il terapista si oppone (contrazione
isometrica). Si rispettano i tempi della tecnica e si trova una nuova barriera
(correggendo i parametri).
Si testano infine i risultati e si ripete la manovra se necessario.

Tecnica di pompage per lo psoas


Paziente: decubito supino.
Osteopata: in piedi nel lato contrario dello psoas da trattare all’altezza della pelvi, con le
mani pronate palpa il muscolo psoas spasmato.
L’A.I. caudale dell’osteopata è collocata in flessione di anca-ginocchio con il piede sul
lettino in modo di dare appoggio alla gamba del paziente nel lato da trattare.
Contatti: entrambe le mani all’altezza del ventre muscolare dello psoas.
Tecnica: realizzare un pompage, passando lentamente e delicatamente da un lato
all’altro, fino ad ottenere un rilassamento o un cambio nel tono muscolare.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Tecnica di spray and stretch per lo psoas


Paziente: decubito supino con l’arto inferiore da trattare fuori dal lettino. L’altro arto
inferiore in flessione di ginocchio e d’anca.
Osteopata: finta avanti di fianco al paziente, nel lato da trattare.
Tecnica: il terapista realizza una passata con lo spray freddo dalle coste inferiori fino
alla rotula su tutta la faccia anteriore della coscia e dell’addome.
Poi si stira passivamente il muscolo.
53
Tecnica neuromuscolare per lo psoas
Paziente: decubito dorsale.
Osteopata: nel lato contrario a quello da trattare.
Contatti: la mano cefalica palpa il muscolo a livello dell'inserzione muscolo-tendinea.
La mano cefalica prende l’arto inferiore dalla parte del muscolo in spasmo realizzando
flessione di ginocchio, flessione ed adduzione d’anca. Si può utilizzare il contatto con il
torace o con l’addome sulla faccia anterolaterale del ginocchio del paziente per
controllare i parametri, aggiungendo la rotazione necessaria fino a percepire il
rilassamento del muscolo.
Tecnica: il terapista con la mano cefalica realizza un massaggio profondo e circolare
fino ad ottenere il rilassamento muscolare.

Tecnica di spray and stretch per il quadrato dei lombi


Paziente: in decubito laterale sul lato contrario a quello da trattare.
Utilizziamo la leva dell’arto inferiore del lato da trattare per lavorare i distinti fasci.
 Con l’arto inferiore verso avanti, allungheremo le fibre posteriori.
 Con l’arto inferiore allineato con il tronco, le fibre medie.
 Con l’arto inferiore verso dietro allungheremo le fibre anteriori.
Si può utilizzare la rotazione del tronco verso il lato contrario e la posizione dell’arto
superiore per aumentare la trazione.
Osteopata: in piedi di fronte al paziente.
Contatti: la mano cefalica prende appoggio sulla faccia laterale dell’arcata costale.
Tecnica: realizzare uno spruzzo lungo la direzione delle fibre muscolari, dalla parete
costale fino al trocantere. Aumentare l’allungamento trazionando sull’arto inferiore.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Tecnica di stretching in decubito laterale per il quadrato dei lombi


Paziente: in decubito laterale, l’arto inferiore sul lettino in flessione di anca-ginocchio
per dare stabilità al tronco mentre quello del lato da trattare in posizione neutra.
L’arto superiore del lato da trattare si colloca sopra la testa in massima flessione-
abduzione.
Osteopata: finta avanti all’altezza della pelvi
Contatti: l’avambraccio cefalico prende appoggio sulla faccia laterale dell’arcata costale,
54
mentre l’avambraccio caudale prende contatto sulla cresta iliaca.
Le mani del terapeuta in contatto con le apofisi spinose lombare sulla loro parte
laterale inferiore.
Tecnica: il terapista realizza una spinta opposta in direzione cefalo-caudale con gli
avambracci, scaricando il peso del suo corpo mentre traziona le apofisi spinose
formando una concavità lombare rispetto al letto.
 Per le fibre medie: A.I. in posizione neutra.
 Per le fibre anteriori: A.I. in estensione.
 Per le fibre posteriori: A.I. in flessione.
Per trattare la fascia, trazionare la pelvi del paziente in dietro e bloccare la parte
superiore del tronco: si chiede quindi al paziente una inspirazione, poi apnea ed infine
espirazione durante la quale si aumenta la messa in tensione.
Precauzione: seguire il ritmo di stiramento del paziente.

Tecnica di spray and stretch per i muscoli spinali


Paziente: in sedestazione
Osteopata: dietro al paziente.
Tecnica: il terapista realizza una rotazione contro laterale ed un aumento della lordosi.
Si realizzano passaggi lungo la muscolatura, infine si realizza uno stiramento passivo.

Tecnica di inibizione per i muscoli spinali


Paziente: in decubito prono.
Osteopata: finta avanti perpendicolare al paziente, all’altezza del tratto lombare, nel
lato contrario a quello da trattare.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Contatti: la mano caudale contatta con tutta la colonna del pollice e il tallone della mano
il bordo interno della muscolatura spinale.
La mano cefalica rinforza il contatto collocando il pisiforme sull’unghia del pollice della
mano caudale.
Tecnica: con una obliquità adeguata degli avambracci dell’osteopata, si applica una
forza esterna che passi perpendicolarmente alle fibre muscolari adeguando la tensione
delle fibre in modo che queste permettano il passaggio attraverso loro stesse. Questa
tecnica si può combinare o meno con la respirazione. Si realizzano vari passaggi fino ad 55
ottenere un cambio di tono della muscolatura.
In fase inspiratoria si accompagna il movimento, in fase espiratoria si realizza una forza
verso l’esterno passando attraverso la muscolatura spinale.

Tecnica di rilassamento miofasciale per i muscoli spinali


Paziente: in decubito prono.
Osteopata: finta avanti guardando la testa del paziente.
Contatti: la mano cefalica contatta globalmente il sacro.
La mano caudale contatta la cerniera toraco-lombare.
Tecnica: si chiede al paziente espirazione durante la quale si separano le mani. Poi
nuovamente inspirazione bloccando la separazione.
Il ciclo si ripete una decina di volte.

Tecnica di stretching per gli spinali lombari


Paziente: decubito laterale, con flessione di anche e ginocchia.
Osteopata: in piedi di fronte al paziente in finta laterale. L’addome controlla le gambe
del paziente.
Contatti: la mano cefalica appoggia l’indice e il medio sull’apofisi spinosa di D12.
L’avambraccio caudale si appoggia sul sacro e il palmo della mano sul segmento
lombare.
Tecnica: per realizzare lo stretching si oscilla spostando il peso dalla gamba anteriore
alla gamba posteriore, per aumentare la flessione di anca, che farà aumentare anche la
flessione lombare. Questa tecnica ci permetta allo stesso modo di stirare gli elementi
intervertebrali come di scaricare i meccanocettori.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

La stessa manovra può essere realizzata in forma segmentaria focalizzando i contatti e


l’azione in un preciso elemento intervertebrale.

TECNICHE MANIPOLATIVE CON THRUST

Lumbar roll per correzione di una ERS (tecnica della sciarpa)


Obiettivo: lesioni di embricazione. Cercare un effetto riflessogeno, neurovascolare a
56
partire dall'apertura a sorpresa della faccetta articolare embricata perciò si
costruiranno leve di flessione e controrotazione mantenendo la lateroflessione
lesionale.
Paziente: Laterocubito con obliquità verso avanti della pelvi a 65º per permettere la
rotazione delle lombari a partire dalla pelvi. Le sue due mani riposano sul suo fianco ad
altezza delle coste basse
Osteopata: In piedi, finta avanti ad altezza dell'addome del paziente (più cefalico
rispetto alla gamba flessa) guardando verso il paziente. Si gira il paziente verso il
terapista in modo da ottenere un'obliquità pelvica di 60º: Il terapista, senza salire sul
paziente, viene a contatto con l'addome da questo.
Contatti: L'avambraccio cefalico prende appoggio sul pettorale e l'avambraccio caudale
sulla SIPS, con presa a balconcino, in modo che le dita flesse rimangano libere per
palpare con i polpastrelli l'apofisi spinosa del segmento leso, al fine di controllare la
messa in tensione.
Tecnica:
 1° Tempo: si colloca il braccio di leva primario, in posizione neutra fino al
segmento in disfunzione trazionando il braccio inferiore fino ad avere una zona
piana degli spinale su 3 livelli vertebrali, includendo il livello da manipolare.
 2° Tempo: si collocano le leve secondarie (stabilizzazione).
o Parametri minori per migliorare la messa in tensione e diminuire la
forza necessaria per il thrust: compressione-trazione, scivolamento
laterale, scivolamento antero-posteriore. È necessario lasciare un po' di
gioco articolare.
o Parametri maggiori: lateroflessione-rotazione opposta.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

 3° Tempo: thrust aumentando il braccio di leva sulla pelvi tramite un body


drop.

Tecnica di thrust in rotazione compressione per lesione di ERS


Paziente: decubito laterale con lato dell'embricazione verso l'alto. Prima estendiamo
l'arto inferiore che riposa sul lettino e dopo, flettiamo l'arto inferiore superiore facendo
riposare il dorso del piede contro la gamba estesa. Collochiamo la colonna vertebrale in
posizione neutra e rotazione. Posizioniamo la mano del paziente sul suo torace, ed 57
attraverso la sua mano prendiamo contatto con la parete costale. Poi trazioniamo l'altra
mano per provocare una leggera flessione più rotazione fino alla vertebra da
manipolare.
Osteopata: finta avanti, piedi perpendicolari al corpo del paziente ed all'altezza
dell'addome. Non bisogna prendere contatto con la gamba posteriore del terapista con
la gamba flessa del paziente. Giriamo il paziente verso noi fino ad ottenere circa 65º di
rotazione della pelvi verso il terapista.
Contatti: la parte anteriore del polso della mano inferiore del terapista riposa sulla SIPS
lasciando le dita libere in modo da palpare la vertebra. La mano superiore riposa sul
pettorale.
Tecnica: consiste nel comprimere pelvi e tronco in direzione del suolo. Trasciniamo la
pelvi verso davanti e cerchiamo la tensione in contro-rotazione. Il trust si realizza con
un body drop in direzione del suolo.

POSIZIONE DEL PAZIENTE NEL LUMBAR ROLL: decubito laterale con il lato
dell'embricatura verso il soffitto. Prima estendiamo l’arto inferiore che riposa
sopra il lettino e dopo, flettiamo l’arto inferiore superiore lasciando riposare il
dorso del piede contro la gamba estesa. Di seguito, collochiamo la rachide
lombare in posizione neutra. A volte si deve posizionare un po’ di cifosi per
neutralizzare la lordosi. Il terapista colloca ugualmente la mano superiore del
paziente sulla griglia costale, e la mano inferiore del terapista, sulla parete
costale in contatto con la mano del paziente. L'altra mano del terapista, traziona
il braccio inferiore del paziente per collocarlo in flessione e rotazione necessaria
per neutralizzare la lordosi.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

POSIZIONE DEL TERAPISTA NEL LUMBAR ROLL: la tecnica di lumbar-roll è una


delle tecniche nelle quali il posizionamento del terapista è difficile. Per realizzare
una tecnica indiretta di lumbar-roll, il terapista deve separare i suoi piedi
mantenendo una distanza corrispondente a quella delle sue spalle. In questa
posizione presenta i due piedi paralleli, allineati nella stessa direzione della linea
di correzione. La schiena del terapista deve essere retta e allineata con il suolo.

58
Tecnica di lumbar roll per disfunzione in FRS
Paziente: decubito laterale con disfunzione di disembricazione posizionata verso il
soffitto. Prima estendiamo l'arto inferiore che riposa sul lettino e dopo, flettiamo l'arto
inferiore superiore facendo riposare il dorso del piede contro la gamba estesa.
Posizioniamo la mano superiore del paziente sul suo torace, ed attraverso la sua mano
prendiamo contatto con la parete costale. Poi trazionando il braccio inferiore del
paziente provochiamo flessione e la rotazione necessaria. Per questa tecnica si usa
meno rotazione.
Osteopata: finta avanti coi due piedi orientati verso la testa ed il cavallo del terapista
all'altezza del ginocchio superiore flesso del paziente. Avviciniamo il tallone alla natica
del paziente. Poi giriamo il paziente verso noi per avvicinare l'ischio al nostro addome.
L'addome del terapista prende contatto con la natica del paziente e giriamo in
direzione della testa di questo.
Contatti: il braccio inferiore prende un contatto a balconcino e palpa L4-L5. La mano
superiore contatta il pettorale.
Tecnica: consiste in spostare il nostro centro di gravità sulla gamba anteriore
parallelamente alla pelvi ed introdurre scivolamento laterale. Cerchiamo dopo la
tensione in rotazione ed il thrust si realizza con body drop sulla gamba anteriore nella
direzione che viene indica nel video.

TECNICHE DI MUSCOLO ENERGIA

Tecnica di muscolo energia per la correzione di una ERS destra


Obiettivo: aprire la faccetta inferiore embricata.
Paziente: in decubito laterale destro con flessione di anca e ginocchio a 90º.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Osteopata: finta avanti guardando verso i piedi del paziente.


Contatti: mano sinistra o cefalica palpa la faccetta embricata della vertebra.
Mano destra o caudale sostiene i piedi del paziente.
Tecnica: tramite il principio del rilassamento post-isometrico.
Localizziamo la flessione per mezzo degli arti inferiori fino alla vertebra. Per mezzo
dell'arto superiore destro cerchiamo la rotazione fino alla vertebra. Chiediamo al
paziente che fissi questa posizione agganciandosi al lettino con la mano sinistra.
Il terapista porta le gambe del paziente verso il soffitto, verso la barriera motoria, e lo si 59
sollecita affinché spinga i suoi piedi verso il suolo, movimento contro il quale il
terapista si oppone (contrazione isometrica). Si rispettano i tempi della tecnica, 3 cicli
di 3 contrazioni di 3 secondi, e si cerca una nuova barriera motoria correggendo tutti i
parametri.

Tecnica di muscolo energia per la correzione di una FRS destra


Obiettivo: chiudere la faccetta disembricata.
Paziente: decubito prono.
Osteopata: finta avanti, guardando verso i piedi del paziente, dalla parte della
disembricazione.
Contatti: mano sinistra o superiore su faccetta disembricata della vertebra.
La mano destra sostiene i piedi del paziente.
Tecnica: utilizziamo la tecnica di rilassamento post-isometrico.
L'osteopata flette le ginocchia del paziente e con l'altra mano le trazione verso sé, gesto
tramite il quale si induce una bascula pelvica in lateroflessione dalla parte
dell'osteopata. Le braccia del paziente rimangono fuori dal lettino in entrambi i lati,
stabilizzando così la leva superiore. Raggiunta questa posizione (SIMS position)
l'osteopata cerca la barriera motoria elevando i piedi del paziente fino a sentire il
movimento nella vertebra affetta e che si sta palpando con l'altra mano, l'interna.
Posizionata la barriera motoria si sollecitano delle contrazioni isometriche secondo la
tecnica abituale (3 cicli di 3 contrazioni di 3 secondi) e terminando ogni ciclo si cerca
una nuova barriera motoria nei tre piani dello spazio e si ripete fino ad ottenere la
normalizzazione completa.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Tecnica di muscolo energia per la correzione di una NSR destra


Obiettivo: deruotare la colonna lombare.
Paziente: decubito laterale destro in posizione neutra.
Osteopata: finta avanti guardando verso i piedi del paziente.
Contatti: mano superiore o sinistra palpa la spinosa di L3 (apice della curva).
Mano inferiore o destra prende i piedi del paziente.
Tecnica: regolare la posizione neutra della lordosi lombare.
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Flettiamo le gambe del paziente fino a che la tensione arriva a L3.
Portiamo i piedi del paziente verso il soffitto, per invertire la convessità. Si sollecita che
spinga i suoi piedi verso il suolo, movimento al quale il terapista si oppone (contrazione
isometrica). Si rispettano i tempi della tecnica e si cerca la nuova barriera, correggendo
tutti i parametri.
Si testano i risultati e si ripete la manovra di essere necessario.
Precauzione: che non esista rotazione di tronco.

TECNICHE PER IL LEGAMENTI

Tecnica articolatoria
Indicazioni: artrosi.
Paziente: decubito prono.
Osteopata: finta avanti guardando verso la testa del paziente, all'altezza della pelvi.
Contatti: la mano interna prende un contatto pisiforme sull'apofisi trasversa del lato
contrario alla mano, con le dita rivolte verso la testa del paziente. La mano esterna
contatto con il pisiforme l'apofisi trasversa del lato contrario alla mano, con le dita
rivolte verso i piedi del paziente.
Tecnica: imprimere un movimento di rotazione delle mani, più una pressione su una
mano o sull'altra, gesto che imprime un movimento di estensione e rotazione della
vertebra.
Precauzione: non utilizzare la tecnica quando c'è dolore all'estensione di tronco.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

Tecnica di stretching dei legamenti ileolombari


Paziente: in decubito laterale destro, con flessione di anche e ginocchia.
Osteopata: finta avanti guardando verso i piedi del paziente
Contatti: la mano cefalica palpa i legamenti ileolombari del lato destro. La mano caudale
sui piedi del paziente. Le gambe del paziente riposano sulla gamba anteriore ed
sull'addome dell'osteopata.
Tecnica: con la mano caudale portiamo i piedi del paziente verso il soffitto, così da
riuscire ad allungare i legamenti ileolombari di destra. 61
Nella stessa posizione possiamo allungare anche i legamenti ileolombari di sinistra, la
mano craniale palpa ora i legamenti del lato sinistro e con la mano caudale si realizza
una lateroflessione portando i piedi del paziente verso il suolo.
Questa tecnica si realizza fino ad ottenere più ampiezza segmentaria di lateroflessione
ed una diminuzione del dolore.

Tecnica per i legamenti interspinosi


Paziente: in decubito laterale, con flessione di anche e ginocchia.
Osteopata: di fronte al paziente.
Contatti: la mano cefalica sull'apofisi spinosa superiore dello spazio interspinale da
trattare. La mano caudale contatta con l'aspetto ventrale dell'avambraccio il sacro del
paziente lasciando le dita libere sulla vertebra inferiore dello spazio da trattare,
raccogliendo così gli inferiori del paziente tra addome e braccio inferiore del terapista.
Le gambe del paziente riposano sulle gambe ed addome dell'osteopata.
Tecnica: l'osteopata realizza un movimento di scivolamento da caudale a craniale con il
suo corpo, mentre con la mano cefalica fissa la spinosa superiore e con la mano caudale
traziona la spinosa caudale, lungo l'asse longitudinale della colonna.
Suggerimento: vedere il video della tecnica di stretching degli spinali lombari.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

16. Red flags

I segni di allarme in una patologia lombare sono i seguenti:


 50 anni di età con un NUOVO episodio di lombalgia.
 Dolore NON meccanico (che aumenta al riposo e interferisce con il sonno).
 Dolore toracico - antecedenti di tumore.
62  Perdita di peso ingiustificata.
 Utilizzo precedente di steroidi per un periodo lungo.
 Malattia grave recente.
 Infezione significativa recente, febbre/brividi.
 Ritenzione urinaria/incontinenza.
 Incontinenza fecale.
 Sensibilità perianale modificata.
 Debolezza degli arti inferiori.
 Sindrome della cauda equina: incontinenza urinaria, incontinenza fecale,
sintomi
 neurologici estesi e segni agli arti inferiori, anomalia nella marcia,
intorpidimento “a sella”, insufficienza dello sfintere anale. La sindrome acuta
della cauda è una emergenza medica e richiede una ospedalizzazione urente.
 Traumi significativi.
 Antecedenti di cancro.
 Uso di droghe intravenose.
 Dolore ininterrotto e notturno.

All’esame:
 Debolezza degli arti inferiori
 Deficit neurologico generalizzato,
 Iperreflessia, cloni, risposta plantare in estensione
 Anestesia “a sella” (deficit di sensibilità a puntura di spillo unilaterale o
bilaterale).
 Tono anale ridotto / sensazione di pressione.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003
RACHIDE LOMBARE

 Deformazione vertebrale recente e progressiva.


 Ritenzione urinaria.

Segni di allarme Possibili cause


Durata > 6 settimane Tumore, infezione, disturbo reumatologico
Malformazione congenita, tumore, infezione,
Età < 18 anni
spondilolisi, spondilolistesi.
Tumore, patologia intraddominale (es: 63
Età > 50 anni
aneurisma dell’aorta), infezione.
Trauma maggiore o minore in persona
Frattura
anziana
Cancro Tumore.
Febbre, brividi, sudorazione notturna Tumore, infezione.
Perdita di peso Tumore, infezione.
Uso di droga endovenosa Infezione.
Immunodepressione Infezione.
Recente patologia gastrointestinale o
Infezione.
genitourinaria
Dolore notturno Tumore, infezione.
Deficit neurologico severo o di Sindrome della cauda, compressione del
progressione rapida. midollo spinale.
Tumore, infezione, aneurisma dell’aorta
Dolore ininterrotto, anche i decubito.
addominale, calcoli renali.
Dolore che aumenta con tosse,
Ernia discale
sedestazione e manovra di Valsalva.
Compressione di una radice nervosa sotto a
Dolore che si irradia sotto al ginocchio.
L3 per ernia discale.
Sindrome della cauda, compressione del
Incontinenza urinaria.
midollo spinale.
Sindrome della cauda, compressione del
Anestesia “a sella”
midollo spinale.

BIBLIOGRAFIA:
François Ricard, Jean-Luc Sallé. Tratado de osteopatía. 3ème ed., Panamericana; 2003
François Ricard. Tratamiento osteopático de las lumbalgias y lumbociáticas por hernias discales.
Panamericana, 3ª edición; 2003

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