Ugo Foscolo
Ugo Foscolo
Ugo Foscolo
Di Ugo Foscolo
Comprensione complessiva
Approfondimento
8. Partendo dallanalisi del sonetto rifletti sul tema della tomba e sulla connessione con la figura
materna, facendo opportuni riferimenti ad altre opere foscoliane.
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TIPOLOGIA B REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI
GIORNALE
CONSEGNE
Sviluppa largomento scelto o in forma di saggio breve o di articolo di giornale, interpretando
e confrontando i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del saggio breve argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti
alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell'articolo di giornale, indica il titolo dellarticolo e il tipo di giornale sul
quale pensi che larticolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di met di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
DOCUMENTI
ETIMILOGIA: Il termine concordia deriva dal latino. composto da CUM+COR. Il COR sede
delle passioni, delle emozioni e dei sentimenti. Infatti il termine concordia viene utilizzato con il
significato di accordo, armonia di sentimenti. Per influenza del Romanticismo tendiamo ad
associare il sentimento ad un qualcosa di irrazionale, ma se ci pensiamo bene non sempre cos.
Noi amiamo il bello, ma con misura; amiamo la cultura dello spirito, ma senza mollezza. Usiamo la
ricchezza pi per lopportunit che offre allazione che per sciocco vanto di parola, e non il
riconoscere la povert vergognoso tra noi, ma pi vergognoso non adoperarsi per fuggirla.
Le medesime persone da noi si curano nello stesso tempo e dei loro interessi privati e delle
questioni pubbliche: gli altri poi che si dedicano ad attivit particolari sono perfetti conoscitori dei
problemi politici; poich il cittadino che di essi assolutamente non si curi siamo i soli a considerarlo
non gi uomo pacifico, ma addirittura un inutile.
Noi stessi o prendiamo decisioni o esaminiamo con cura gli eventi: convinti che non sono le
discussioni che danneggiano le azioni, ma il non attingere le necessarie cognizioni per mezzo della
discussione prima di venire allesecuzione di ci che si deve fare.
Abbiamo infatti anche questa nostra dote particolare, di saper, cio, osare quantaltri mai e nello
stesso tempo fare i dovuti calcoli su ci che intendiamo intraprendere: agli altri, invece, lignoranza
provoca baldanza, la riflessione apporta esitazione. Ma fortissimi danimo, a buon diritto, vanno
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considerati coloro che, conoscendo chiaramente le difficolt della situazione e apprezzando le
delizie della vita, tuttavia, proprio per questo, non si ritirano di fronte ai pericoli.
Anche nelle manifestazioni di nobilt danimo noi ci comportiamo in modo diverso dalla maggior
parte: le amicizie ce le procuriamo non gi ricevendo benefici, ma facendone agli altri. amico pi
sicuro colui che ha fatto un favore, in quanto vuol mettere in serbo la gratitudine dovutagli con la
benevolenza dimostrata al beneficato. Chi invece tale beneficio ricambia pi tiepido, poich sa
bene che ricambier non per avere gratitudine, ma per adempiere un dovere. Noi siamo i soli che
francamente portiamo soccorso ad altri non per calcolo dutilit, ma per fiduciosa liberalit.
Tucidide, Epitaffio di Pericle, in La guerra del Pelopponeso, vol. I, 40, 1
Quella di Cicerone , chiaramente , rimane un' ottica di parte , legata al progetto di egemonia di un
blocco sociale ( sostanzialmente i ceti possidenti ) : egli fermamente contrario a qualsiasi progetto
di redistribuzione delle terre pubbliche e di sgravio dei debiti , Cicerone scorge la via d' uscita dalla
crisi che minaccia la repubblica nella concordia dei ceti abbienti , senatori e cavalieri ( concordia
ordinum ) . La sua , in fin dei conti , e rimane una natura moderata in campo politico . In un
secondo tempo , per , Cicerone espone una nuova versione della propria teoria sulla concordia dei
ceti abbienti . In quanto semplice intesa tra il ceto senatorio ed equestre , la concordia ordinum si
era rivelata fallimentare : Cicerone ne dilata ora il concetto in quello di consensus omnium
bonorum, cio la concordia attiva di tutte le persone agiate e possidenti , amanti dell' ordine sociale
e politico, pronte all' adempimento dei propri doveri nei confronti della patria e della famiglia . Il
dovere dei boni quello di non rifugiarsi egoisticamente nel perseguimento dei propri interessi
privati a discapito di quelli pubblici : essi devono fornire un sostegno attivo agli uomini politici che
rappresentano la loro causa . Il progetto di concordia dei ceti abbienti , nelle due diverse
formulazioni che Cicerone ne diede , signific in ogni caso un tentativo almeno embrionale (
ovvio che i boni preferirono in ogni caso tutelare i propri interessi ) di superare in nome del
superiore interesse della collettivit , la lotta tra i gruppi e le fazioni all' epoca dominanti la scena
politica romana .
http://www.filosofico.net/cicerone.htm
La carit non abbia finzioni, fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni e gli altri
con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Paolo, Lettera ai Romani, 12, 9-10
Non fate nulla per spirito di rivalit o per vanagloria. Ma ciascuno di voi, con tutta umilt, consideri
gli altri superiori a se stesso.
Paolo, Lettera ai Filippesi, 2-3
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L' "Allegoria del buon governo" si basa sul concetto della divisione dei poteri tra il "governo",
raffigurato attraverso un vecchio saggio vestito dei colori di Siena (bianco e nero), e la "giustizia"
dotata della simbolica bilancia. I due protagonisti dell' amministrazione dello Stato agiscono sullo
stesso piano, pur lavorando in ambiti diversi.
Il "governo" si avvale dell'apporto delle virt cristiane, nel suo operare, mentre la "giustizia"
assistita dalla "sapienza".
Dai piatti della bilancia della "giustizia" si diparte un doppio filo, poi riunito dalla figura della
"concordia" e consegnato da questa a ventiquattro cittadini che lo riconducono al "governo"
reggendo ciascuno la corda (CUM+CORDA), a significare la separatezza dei poteri.
[]Lo sappiamo tutti: perch la pace larmonia delle cose; e noi moderni che abbiamo sempre
pi cognizione e possesso di tante cose, non possiamo goderne, se esse non sono coordinate come si
conviene; la pace la condizione ed il risultato dellordine. Questa considerazione ne suggerirebbe
molte altre di facile evidenza: la pace necessaria, la pace difficile, la pace fragile, la pace
progressiva, la pace bene comune, la pace interesse generale, e, come dicevamo nel Nostro
messaggio per la Giornata, che stiamo celebrando, la pace doverosa. Ed altre considerazioni
possono essere derivate dalle precedenti; come quella che classifica le differenti forme della pace:
quella, ad esempio, della distanza e perci dellindifferenza e della separazione di rapporti e di
interessi, oggi difficilmente concepibile, quella della tregua precaria delle contese; quella
dellequilibrio delle forze pronte a misurarsi nelloffesa o nella difesa; quella delle alleanze
particolari, dei blocchi; quella del terrore nella previsione di terribili conflagrazioni; tutte forme
imperfette di pace, prive di comuni superiori principi, le quali ci dimostrano come lidea, anzi la
realt della pace non statica, ma dinamica; non vuole impigrire e addormentare individui e
comunit, ma vuol essere attiva e rivolgersi progressivamente allenucleazione dei principi umani e
giuridici, sui quali la pace deve fondarsi, vuole esprimersi in un graduale disarmo e in servizi di
comune vantaggio, e vuole consolidarsi in istituzioni internazionali e supernazionali, sempre meglio
idonee a prevenire, a contenere, a risolvere le contese sempre insorgenti nellumano consorzio. La
pace in fieri, progressiva; ha la sua storia. Pace e storia dovrebbero finalmente identificarsi.
Credo fortemente che le sfide dei nostri tempi si possono risolvere solo se le risolviamo insieme
solo se perfezioniamo la nostra unione capendo che possiamo avere storie diverse, ma abbiamo
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speranze in comune; che possiamo sembrare diversi e provenire da posti diversi, ma vogliamo tutti
muovere nella stessa direzione verso un futuro migliore per i nostri figli e nipoti.
Discorso tenuto da Barack Obama a Philadelphia (Pennsylvania) il 18 marzo 2008. We the people, in order to form a
more perfect union("Noi gente per formare ununione migliore")
La notizia della morte di Steve Jobs in poco tempo ha fatto il giro del mondo grazie a quei sistemi
informatici di cui lui stesso in parte stato creatore. Quello che rimarr impresso nella mente di
molti, oltre alle sue geniali invenzioni (lApple I, il Macintosh, liPod, liPhone, liPad), il
discorso da lui tenuto il 12 giugno del 2005 davanti ai neo laureati della Standford University.
Nelle sue parole mi sembrato di rileggere alcuni passi di un dialogo filosofico di Seneca: il De
brevitate vitae.
Noi viviamo come se dovessimo vivere sempre, non riflettiamo mai che possiamo essere fragili,
non consideriamo quanto tempo passato ma lo consumiamo come se lo avessimo sempre tutto
intero e persino in abbondanza, senza pensare che quel giorno che regaliamo a qualcuno o a
qualche cosa potrebbe essere lultimo della nostra esistenza. Abbiamo paura di tutto in quanto
esseri mortali, ma nello stesso tempo vogliamo avere tutto come se fossimo immortali. []Quale
grande sciocchezza dimenticarsi dessere mortali e rinviare i saggi propositi a cinquanta o
sessantanni, pretendendo diniziare la vita ad unet a cui solo pochissimi riescono ad arrivare!
Seneca, De brevitate vitae, III
Dovete credere in qualcosa- il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo
approccio non mi ha mai lasciato a piedi, ha sempre fatto la differenza nella mia vita.
[]Ricordarsi che morir presto il pi importante strumento che io abbia per fare le grandi
scelte della vita. Perch quasi tutte le cose-le aspettative di eternit, lorgoglio, i timori di essere
imbarazzanti o di fallire- svaniscono di fronte allidea della morte, lasciando solo quello che c di
realmente importante. [] Il vostro tempo limitato non lo sprecate vivendo la vita di qualcun
altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di
altre persone. E cosa pi importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la
vostra intuizione. [] <<Stay Hungry. Stay Foolish>>, siate affamati, siate folli. Io me lo sono
sempre augurato e ora che vi laureate e cominciate una nuova vita, lo auguro a voi.
Steve Jobs dal Discorso davanti ai neo laureati della Standford University del 12 giugno del 2005
Seneca e Steve Jobs: due uomini distanti venti secoli, che hanno operato in ambiti completamente
differenti, ma che davanti ad un problema esistenziale che accomuna tutti gli uomini non sono poi
cos distanti.
Esprimi le tue riflessioni facendo anche opportuni riferimenti ad altri autori e personaggi storici o
attuali.