Sulle Dottrine Astronomiche Della Divina Commedia
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DIVINA COMMEDIA
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IN OCCASIONE DEL SESTO CENTENARIO
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TIPOGRAFIA CALASANZIANA
diretta da A. Ferroni
1865.
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ACCENNI ALLE DOTTRINE AS'IBONOIIIICIIE
NELLA
DIVINA COMMEDIA.
Luuu, Histoire etc., tom. 11, pag. 183, 191 nota (1), 195 e 196.
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lemaide in Egitto, fu il primo che desse forma di si
stema scentico a questi concepimenti; e dispiegando
sottilissimo ingegno e larga erudizione in materia astro
nomica, nella prima met del secondo secolo dellera
nostra costitu un tal monumento dell umano intelletto,
da fare parer vero ci che di pi ripugnante alla sem
plicit ed alla convenienza delle leggi naturali possa
mai a mente quieta idearsi. Ma le anomalie de moti
planetar eranoallora sufcientemente spiegate, senza
ricorrere a supposizioni che sembravano contradette dalla
sperienzti; e ci bastava. Inoltre il sistema del movimento
de cieli intorno alla terra, la quale doveva riguardarsi
come un punto nel grande spazio, anche a giudizio di
Tolomeo, aveva qualche cosa di magnico e di impo
nente, e quindi sembrava assai conforme alla verit, e
rispondente alla onnipotenza del Creatore. Infatti quel
sistema supponeva che i pianeti, allora conosciuti, Luna,
Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno, esi
stessero in altrettanti cieli o sfere concentriche, traspa
renti o cristalline, e rotanti giornalmente, come un ot
tavo cielo in cui erano collocate tutte le stelle sse o
inerranti, su di un asse comune, in virt di un im
pulso misterioso, che queste spere o sfere ricevevano
da un nono cielo, che tutte le circondava, e che chia
mavasi il primo mobile; al di l del quale stava il cielo
Empireo, da cui prendeva alla sua volta forma e atti
tudine conveniente il primo mobile istesso: e questa,
mentre la parte fondamentale ed agevole, costituisce
insieme quella che interessa il nostro argomento.ll
difcile stava ad immaginare in qual modo nella re
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spettiva sfera dovesse eseguire i suoi movimenti pr0
pri ciascun pianeta, per rendersi conto dei fenomeni
delle stazioni, delle massime elongazionz', delle retrogra
lezioni, e simili; e a tale scopo Tolomeo ricorse alla
ingegnosa combinazione di var circoli, che port no
a tre -ove occorse, e che furono detti ferente o eccentri
co, equante, ed epiciclo, in cui supponeva che effettiva
mente si movesse il pianeta.
Pertanto IAImagesto contiene la formale esposizione
di questo sistema, distinta in tredici libri. Vi si trovano
le tavole dei pianeti e la posizione astronomica di 1022
stelle rispetto alla eclittica, spartite in 48 costellazioni;
delle quali 21 boreali, 12 zodiacali, e 15 australi. Le
stelle sono classate in sei ordini di grandezza appa
rente, e ne annovera 15 di prima, attribuendone 3 alla
parte boreale, 5 alla zodiacale e 7 all australe.
In questa classica opera, monumento il pi gran
dioso che in tal genere ci abbia trasmesso l' antichit,
viene dimostrata la sfericit della terra; vi si conferma
la precessione degli equinoz scoperta da Ipparco, e v
trattata ampiamente ogni parte principale, che intorno
alla vera scienza astronomica poteva interessare: ma
infelicemente racchiude anche un trattato di astrologia
giudiziaria, diviso in quattro libri; .nequali si discute
sul serio circa alle relazioni degli astri, tanto erranti,
quanto inerranti, con le future contingenze delluomo,
si riguardo al corpo che all anima, e vi si danno le
regole per gli oroscopi e per le relative divinazioni!
Questa vana quanto irragionevole applicazione della
scienza degli astri aveva sedotto, colla lusinga di na
2
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turale e molto interessante curiosit, uomini di grande
ingegno e di alta letteratura, per non dire delle plebi
e dei potenti ignoranti, non tanto in Italia quanto al di
fuori della penisola nel secolo decimoterzo; ma non
pot guadagnare il sublime intelletto del nostro Poeta.
LAlighieri era troppo assennato, troppo profondo per
convinzione e per sentimento nelle divine verit del
cristianesimo, e nelle infallibli denizioni della Chiesa
cattolica, per lasciarsi illudere da un errore cos vol
gare! Egli tutta la scienza astronomica di Tolomeo fece
sua, ne ad essere stimato pi valente astronomo di
quelleccelso maestro'; ma ritenne come delitto, quale
veramente per pi capi, siffatto abuso dello studio
dei cieli; e senza tanti riguardi, metteva in Inferno
Guido Bonatti', che assai pi di Cecco dAscoli nella
bugiarda astrologia s era ingolfato.
Il.
Metam. Iih. I.
Parati. XX, 38.
-" P8. 18, 1.
Parad. XXII, 151.
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pubblica, allorch questa ordinava la costruzione di un
tempio degno della gran Madre di Dio '.
A tanto volo viene sostenuto in gran parte dalla
severa e maestosa astronomia, la quale gli somministra
direttamente e luogo, e tempo, e nobile variet d im
magini per l' incomparabile dramma; mentre, ove la
regione pi remota, pi difficile limpresa, e mag
giore il bisogno, indirettamente gli suggerisce la di
stinzione dei vari ordini deBeati, giusta la gradazione
di merito, parventi mirabilmente ne vari pianeti, senza
cessare dall ineffabile visione, che gli rende perpetua
mente felici nellultimo cielo. _
La materia puramente astronomica, diffusa nella
Divina Commedia, oltrepasserehbe la misura di tre
canti: ma lastronomia non vi richiamata per sem
plice modo poetico, n in maniera indeterminata, o in
guisa da mostrare nulla pi che una estesa erudizione
anche su quell argomento; bens vi trattata a fondo
in numerosi ed acconci problemi, tanto da servire al
triplice scopo, adesso indicato, descrivendosi dal poeta
RAGIONAMENTO
ed inoltre
Jamque [ugatura Tilhoni conjugc noctcm,
Praevius Aurorae luci/er ortus erat.
(Eroidi-Leander Heroni)
Purg. I. 445, MG, H7. -Mi pare strano che in questo luogo sia
nata diversit dinterpretazione, quasi che il Poeta abbia espresso ambi
guamente il suo pensiero, non dichiarando bene se era lalba la vincitrice
il
e poi al principio del canto secondo
dell ora mattutina, o se invece era la vinta. - Ehi Dante non era l uo
mo degli ambigui, e qui pure si espresso con la chiarezza che gli pro
pria! Infatti, per laiorismo che relatio fit ad proximum, il relativo che
del verso secondo appartiene all ora mattutina: dunque era questa che
fuggia; e la fuga pu qui signicare vittoria?- Che poi ora valga qui
tempo, non aura, vento, le dice il verbo fuggire, improprio per questa.
L'aura nunziatriee dellaurora; non nemica: preeorre; non fugge!
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dopo aver detto che vinto dal sonno inchiu sullerba
dell amenissima valle,
Il.
Questo valore lho desunto facendo uso del metodo, di cui proba
bilmente si valso il nostro inclito Astronomo. Un tal metodo , che e
meccanico, non porge lestrema precisione, ma ne offre a sufficienza pel
raso nostro. _
Per volendo risolvere scntifcamente il problema dellarco di Eclit
tica, sorto sopra un dato orizzonte in un tempo dato, il qual problema
uno dei pi difcili dell astronomia sferica, si avranno da calcolare le
formule seguenti.
5
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l al Purgatorio, per dove si vuole indicare un' ora cor
rente, rimaneva al Sole del suo corso verso la sera un
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