Miletti Identità
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(2016)
MARCO NICOLA MILETTI
1. Continuit o rivoluzione.
Senza una grande rivoluzione politica , sentenziava Giuseppe
Maggiore in un celebre scritto del 1939, non possibile alcuna
rivoluzione o riforma nel campo del diritto (1). A distanza di oltre
settantanni dal disastroso epilogo, resta controverso se e in che misura
il fascismo abbia rivoluzionato il campo del penale italiano, quello
che ispirava la riflessione di Maggiore; o se invece ne abbia pi
banalmente ma con effetti prognostici meno tranquillizzanti
esasperato taluni tratti identitari profondi.
Dipanatasi intorno a questo interrogativo sin dai primi sondaggi
degli anni Settanta (2), lindagine storico-giuridica, sensibilmente inten-
(5) L. LACCH, Tra giustizia e repressione: i volti del regime fascista. Introduzione
a Il diritto del Duce, cit., p. X. Si v. anche L. LACCH, Sulla forma giudiziaria. Dimensione
costituzionale della giustizia e paradigmi del processo politico tra Otto e Novecento, in
Giustizia penale e politica in Italia tra Otto e Novecento. Modelli ed esperienze tra
integrazione e conflitto, Milano, Giuffr, 2015, p. 5.
(6) F. COLAO, L. LACCH, C. STORTI, Introduzione a Giustizia penale e politica in
Italia, cit., p. VIII.
(7) LACCH, Tra giustizia e repressione, cit., p. XIV.
(8) O. KIRCHHEIMER, Politische Justiz (1955), trad. it. Giustizia politica, in ID.,
Giustizia politica, a cura di R. Racinaro, Macerata, Liberilibri, 2002, pp. 27-28. LA.
osservava, invero (ivi, p. 29), che anche nei paesi democratici i processi politici
occidentali [...] sono del tutto consapevoli del potere dellopinione pubblica . Condi-
vide espressamente LACCH, Sulla forma giudiziaria, cit., p. 7.
(9) LACCH, Tra giustizia e repressione, cit., p. XXXVIII; F. COLAO, I processi ai
maggiori esponenti di idee contrarie al governo nazionale , in Il diritto del Duce, cit., p.
33, la quale, riprendendo uno spunto di G. NEPPI MODONA, Diritto e giustizia penale nel
periodo fascista, in Penale Giustizia Potere. Metodi, Ricerche, Storiografie. Per ricordare
Mario Sbriccoli, a cura di L. Lacch, C. Latini, P. Marchetti, M. Meccarelli, Macerata,
Eum, 2007, p. 341, sottolinea la strumentalizzazione del valore sicuritario della
deterrenza .
(10) SBRICCOLI, Le mani nella pasta, cit., II, p. 1001.
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organica al regime non aveva affatto dissimulato (11) e che gi alla vigilia
della marcia su Roma prorompevano nelle pagine solitamente sobrie
della letteratura scientifica. Floriana Colao registra, in proposito, la
contestuale convergenza tra il Trattato di diritto penale del Manzini, la
Rivista Penale di Lucchini e taluni articoli de La Scuola positiva
nella ricerca duna qualificazione giuridica (delitto comune o delitto
politico) delle violenze bolsceviche e squadriste: scritti quanto mai
schierati nello stigmatizzare gli scontri di piazza, nel ridicolizzare una
classe dirigente inetta e nelladditare la via penale quale estremo
baluardo contro lo spettro della guerra civile (12).
Conquistato il potere, il fascismo rivel sin dallamnistia del 22
dicembre 1922 lintenzione di utilizzare lo strumento penale come
arma di lotta politica (13). E nel processone ai leader comunisti non
esit a piegare la forma giudiziaria alle sue strategie (14). Tuttavia, a
conferma delleterogenesi dei fini di cui si diceva, i procedimenti
giudiziari si ribaltavano talora da congegni repressivi in insperate
tribune per i perseguitati. Cos accadde nel processo ai comunisti italiani
del 1923, dimostrazione dellanomala dialettica che sinnesca nei tribu-
nali politici. Cos si ripet nel processo di Savona del settembre 1927,
tramutatosi da una parte in aperta sfida al regime per gli imputati
(11) MAGGIORE, Diritto penale totalitario, cit., pp. 148-149 rimarcava la stretta
interdipendenza tra diritto [penale] e politica e l immancabile [...] parallelismo tra
concezione dello Stato e conformazione del diritto penale .
(12) COLAO, I processi, cit., p. 35. Cfr. V. MANZINI, Trattato di diritto penale
italiano. Seconda edizione accresciuta e perfezionata. Volume quinto, Torino, Utet, 1921,
p. 652 (e spec. ivi, nt. 1); L. LUCCHINI, Il socialismo militante in Italia un delitto comune,
in Rivista Penale , XLVIII (1922), vol. 95, fsc. 1 (gen.), pp. 21-32 e spec. p. 28; L.
LUCCHINI, Delitti politici e delitti comuni, ivi, fsc. 3 (mar.), pp. 197-203 e spec. p. 201 (per
la posizione di Lucchini v. M.N. MILETTI, Dalladesione alla disillusione. La parabola del
fascismo nella lettura panpenalistica di Luigi Lucchini, in I giuristi e il fascino del regime
[1918-1925], a cura di I. Birocchi e L. Loschiavo, Roma, Roma Tre-Press, 2015, pp.
304-306); P. GIUDICE, Squadre dazione fasciste e arditi del popolo di fronte alla legge
penale, in La Scuola Positiva Rivista di Diritto e Procedura Penale , n.s. II, n. 1-2-3
(gen.-mar. 1922), pp. 118-124; G. MARASCO, Socialisti e fascisti nel diritto penale, in
Rivista Penale , XLVII (1921), vol. 93, fsc. III (mar.), pp. 278-284 (ivi, p. 278 per la
denuncia dellimpassibilit dello Stato di fronte ai fattacci di cronaca; ivi, pp. 281-284
per la larvata benevolenza dellA. verso il ruolo giustizialista che andavano spontanea-
mente assumendo le squadre fasciste).
(13) G. NEPPI MODONA, M. PELISSERO, La politica criminale durante il fascismo, in
Storia dItalia. Annali 12. La criminalit, a cura di L. Violante, Torino, Einaudi, 1997, p.
767 (laffermazione va attribuita a Pelissero).
(14) LACCH, Tra giustizia e repressione, cit., p. XXVIII; LACCH, Sulla forma
giudiziaria, cit., p. 28.
LETTURE 687
2. Mutuazioni liberali.
Da tempo persuaso che lintrinseca politicit conferisca alla giu-
stizia penale una precipua valenza costituzionale , Lacch ritiene che
nel periodo fascista i valori fondativi fossero quelli mutuati dalla crisi
dello Stato liberale: il nazionalismo, lautoritarismo (17). Un cos spic-
cato recupero rebours di canoni ideologici ripropone allo storico del
diritto e al vigentista il dilemma della continuit penalistica tra tarda
(15) Per il processo ai principali esponenti del PcdI cfr. COLAO, I processi, cit.,
p. 37: lA. aderisce alla tesi di J.M. VERGS, De la stratgie judiciaire, Paris, 1968, trad. it.
Strategia del processo politico, Torino, Einaudi, 1969, p. 16, secondo cui nei tribunali
politici coesisterebbero sempre rottura e connivenza. Sul processo di Savona v. COLAO, I
processi, cit., p. 50, sulla base delle considerazioni di G. NEPPI MODONA, Quali giudici per
quale giustizia nel ventennio fascista, in Linconscio inquisitorio. Leredit del codice Rocco
nella cultura processualpenalistica italiana, a cura di L. Garlati, Milano, Giuffr, 2010, p.
223 ( aperta sfida , implacabili accusatori ); COLAO, I processi, cit., p. 51 quanto alle
espressioni (nel testo riportate letteralmente) della sentenza savonese del 1927.
(16) T. VORMBAUM, Il Tribunale del popolo durante il dominio nazista (1934-45),
in Il diritto del Duce, cit., pp. 241-242.
(17) LACCH, Tra giustizia e repressione, cit., pp. X-XI. Sviluppando la matrice
sbriccoliana del rapporto tra penale, giustizia e potere (cfr. L. LACCH, Introduzione a
Penale Giustizia Potere, cit., pp. 22-24), lA. insiste da tempo sulla categoria interpreta-
tiva del penale costituzionale: cfr. ad es., seppur con riferimento a contesti limitati e
diversi, ID., La penalistica costituzionale e il liberalismo giuridico. Problemi e immagini
della legalit nella riflessione di Francesco Carrara, in Quaderni fiorentini , 36 (2007),
Principio di legalit e diritto penale (per Mario Sbriccoli), I, pp. 663-695 (e spec. p. 664);
L. LACCH, Un luogo costituzionale dellidentit giudiziaria nazionale: la Corte dassise
e lopinione pubblica (1859-1913), in Processo penale e opinione pubblica in Italia tra Otto
e Novecento, a cura di F. Colao, L. Lacch e C. Storti, Bologna, il Mulino, 2008, pp.
77-120. Su un piano pi generale STOLZI, Fascismo e cultura giuridica, cit., p. 267 esorta
a non trascurare, in nome delle evidenti continuit statualistico-autoritarie con il passato
ottocentesco, la capacit della classe dirigente fascista di decifrare le novit del pano-
rama giuridico-istituzionale dei primi decenni del Novecento.
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(18) Per limitarsi ad una bibliografia minima cfr. M. SBRICCOLI, Caratteri origi-
nari e tratti permanenti del sistema penale italiano (1860-1990), in Storia dItalia. Annali
14 Legge Diritto Giustizia, a cura di L. Violante in collaborazione con L. Minervini,
Torino, Einaudi, 1998, pp. 528-529, ora in SBRICCOLI, Storia del diritto penale, cit., I, p.
643; ivi, p. 637 circa le presunte anticipazioni di Arturo Rocco, sul cui statualismo v. ora
L. GARLATI, Arturo Rocco inconsapevole antesignano del fascismo nellItalia liberale, in I
giuristi e il fascino del regime, cit., pp. 202-204 e 212. Quanto agli studi penalistici, G.
FIANDACA, Il codice Rocco e la continuit istituzionale in materia penale, in La questione
criminale , VII (1981), 1, pp. 67-81 ha da tempo rimarcato le continuit tra il penale
liberale e gli aspetti ritenuti pi repressivi del codice Rocco. Il tema, comunque, innerva
lintera letteratura penalistica contemporanea.
(19) La questione dellautonomia duna cultura giuridica fascista stata oggetto,
negli ultimi anni, di vivaci discussioni. Tra le riflessioni di respiro generale basti segnalare
P. CAPPELLINI, Il fascismo invisibile. Una ipotesi di esperimento storiografico sui rapporti
tra codificazione civile e regime, in Quaderni fiorentini , 28 (1999), I, pp. 175-282;
MAZZACANE, La cultura giuridica del fascismo, cit., pp. 5-12; A. SOMMA, Fascismo e diritto:
una ricerca sul nulla?, in Rivista trimestrale di diritto e procedura civile , LV (2001),
pp. 597-663; A. SOMMA, Parallele convergenti. La comune matrice del fascismo e del
liberismo giuridico, in Rivista critica di diritto privato , XXII (2004), pp. 61-88; I.
BIROCCHI, Il giurista intellettuale e il regime, in I giuristi e il fascino del regime, cit., pp.
9-61 (spec. 12-14). In questultimo vol. collettaneo alcuni contributi si concentrano
sullapprodo di singoli penalisti al fascismo degli esordi: cfr. F. COLAO, Un fatale
andare . Enrico Ferri dal socialismo all accordo pratico tra fascismo e Scuola positiva,
ivi, pp. 129-157; GARLATI, Arturo Rocco inconsapevole antesignano, cit., pp. 191-213;
MILETTI, Dalladesione alla disillusione, cit., pp. 289-324. Per una puntuale sintesi della
bibliografia su penalistica e fascismo v. F. COLAO, Processo penale e pubblica opinione
dallet liberale al regime fascista, in Linconscio inquisitorio, cit., p. 252, nt. 57.
(20) A proposito dellaccesso del difensore agli atti istruttori F. CORDERO, Stilus
curiae (analisi della sentenza penale) (1985), in Rivista italiana di diritto e procedura
penale , 1986, ora in ID., Ideologie del Processo Penale, edizione integrata da Appendice,
Roma, Universit degli Studi La Sapienza, 1998, p. 233 rileva con amarezza: La lunga
durata una categoria congeniale al mondo penalistico [...]. Le abitudini giudiziarie [...]
cadono fuori dal tempo politico .
LETTURE 689
(26) M. PETRACCI, La follia nei processi del Tribunale speciale per la difesa dello
Stato, in Il diritto del Duce, cit., pp. 228-230 (internamento); 219 (matrici psichiche
dellantifascismo); 224 (violenze processuali).
(27) Rispettiv. M. STRONATI, La grazia e la giustizia durante il fascismo, in Il diritto
del Duce, cit., pp. 138-139; S. SKINNER, I reati contro lo Stato e lintreccio tra fascismo e
democrazia negli anni venti e trenta del Novecento: vilipendio, libello sedizioso e la
sospensione della legalit, ivi, p. 74; C. POESIO, Il confino di polizia, la Schutzhaft e la
progressiva erosione dello Stato di diritto, ivi, pp. 106-107. Potrebbero aggiungersi le
considerazioni di M. MECCARELLI, Fuori dalla societ: emergenza politica, espansione del
sistema penale e regimi della legalit nel tardo Ottocento. Una comparazione tra Italia e
Francia, in Perpetue appendici e codicilli alle leggi italiane. Le circolari ministeriali, il
potere regolamentare e la politica del diritto in Italia tra Otto e Novecento, a cura di F.
Colao, L. Lacch, C. Storti, C. Valsecchi, Macerata, Eum, 2011, p. 151 con riferimento
alle leggi eccezionali e al contrasto del nemico attraverso largomento dell abuso della
libert politica .
(28) C. STORTI, Lavoratori ribelli e giudici eversivi. Sciopero e licenziamento col-
lettivo nella giurisprudenza di Cassazione tra 1900 e 1922, in Il diritto del Duce, cit., p. 8.
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3. Leredit a valle.
Speculare alla presunzione duna matrice liberale del diritto
penale fascista la questione della continuit in uscita, a valle, cio, del
ventennio mussoliniano. Questo secondo versante interpella le co-
scienze e le mentalit del penalista odierno in termini ancor pi
perentori. Qualche anno fa Skinner ha ravvisato una perdurante con-
taminazione dellattuale sistema penale italiano con lingombrante pas-
sato anti-democratico, ma ha nel contempo avvertito che anche la
legislazione di altri paesi promana da sorgenti non altrettanto limpide.
Pi di recente, in un saggio apparso in un volume a cura dello stesso
Skinner, Michael A. Livingston ha dichiarato di concordare con lipo-
tesi dun diritto penale italiano a tuttoggi, e pi o meno consapevol-
mente, contaminato dallesperienza fascista: non sino al punto da porne
in dubbio la legittimit, bens nel senso di richiedere una costante
verifica della compatibilit delle norme con le coordinate della demo-
crazia (30).
La storiografia giuridica italiana non si sottrae alla diagnosi. Quasi
ventanni fa Sbriccoli liquidava come plausibili, ma mistificati gli
argomenti spesi, allindomani della seconda guerra mondiale, a sostegno
della conservazione dei codici Rocco, quali la recezione in essi di
regole preesistenti ovvero la loro inscrivibilit (salvo dettagli marginali
agevolmente emendabili) entro la tradizione di rispetto liberale verso i
principi di legalit, tassativit, irretroattivit e simili (31). Il fascismo
(29) M.N. MILETTI, Uno zelo invadente . Il rifiuto della pubblicit istruttoria
nel codice di procedura penale del 1930, in Processo penale e opinione pubblica, cit., spec.
pp. 234-259. Il c.p.p. del 1913 (ha osservato F. CORDERO, Guida alla procedura penale,
Torino, Utet, 1986, pp. 95-98) aveva disinnescato ogni valenza accusatoria e precluso
sensibilmente i diritti della difesa, peraltro (ID., Strutture dun codice, in Indice
Penale , 1989, ora in F. CORDERO, Ideologie, cit., p. 247) apparsi gi in partenza pallide
garanzie . Sulle disillusioni procurate dal codice Finocchiaro-Aprile v. M.N. MI-
LETTI, Un processo per la Terza Italia. Il codice di procedura penale del 1913. I: Lattesa,
Milano, Giuffr, 2013, pp. 399-477; ID., Ombre dinquisizione. Lintervento della difesa
nellistruttoria penale italiana (1865-1913), in Quaderni fiorentini , 36 (2007), II, pp.
953-954.
(30) S. SKINNER, Tainted Law? The Italian Penal Code, Fascism and Democracy,
in International Journal of Law in Context , 7 (2011), pp. 423-446; LIVINGSTON,
Criminal Law, cit., pp. 96-97.
(31) SBRICCOLI, Caratteri originari, cit., pp. 649-650. Cfr. anche PELISSERO, in
NEPPI MODONA, PELISSERO, La politica criminale durante il fascismo, cit., pp. 846-847, a cui
LETTURE 693
nel dicembre del 1944, tra il nazismo che aveva con aperta e conse-
guenziaria improntitudine [...] distrutto la legalit ; e il fascismo che,
con pacchiano machiavellismo , aveva preferito falsificarla e con-
servarla sulla facciata . Lapparente sopravvivenza, nel codice penale
del 1930, del principio nulla poena sine lege, forse omaggio a una
tradizione di sapienza giuridica che nemmeno la tirannia [aveva] potuto
ignorare , era stata contraddetta incalzava linsigne giurista fioren-
tino dallistituzione del Tribunale speciale e delle commissioni per il
confino, organismi legittimati a trasformare linnocenza in delitto
capitale (35).
Si di recente dubitato delleccessiva benevolenza del giudizio di
Calamandrei, osservando come, di fronte a leggi palesemente liberticide,
il presidio della legalit e del formalismo tecnico si fosse rivelato pi
fragile di quanto si volesse far apparire nellimmediato dopoguerra (36).
Limmagine della falsificazione offre tuttavia ai coautori de Il diritto del
Duce unimplicita ipotesi di lavoro da saggiare entro i rispettivi campi
dindagine: i vertici delle istituzioni, la polizia, il Tribunale speciale, la
giustizia ordinaria (37).
Com noto, a Giuseppe Maggiore, il quale nel 1939 aveva proposto
di riformulare il nullum crimen trasformando in reato ogni fatto che
offende lautorit dello Stato ed meritevole di pena secondo lo spirito
della Rivoluzione fascista e la volont del Duce (38), Biagio Petrocelli
obiett, due anni dopo, che il principio di legalit rappresentava una
delle basi pi solide del regime autoritario , dal momento che la certezza
del comando costituiva un fondamentale interesse dello Stato (39). Lequi-
voco, tuttaltro che dissipato dalla compiacenza di Petrocelli, risiede nel
fatto che la legalit, privata delle garanzie sostanziali del giusnaturali-
smo illuministico, diventa pura forma asservita alle scelte autoritarie del
(44) POESIO, Il confino di polizia, cit., pp. 108-109; sul punto v. anche, con alcune
precisazioni sul rapporto tra tradimento e crimine, BUSHART, Il diritto penale totale, cit.,
pp. 120-121.
(45) MAGGIORE, Diritto penale totalitario, cit., p. 155.
(46) ROVATTI, I tribunali speciali, cit., p. 280.
(47) SKINNER, I reati contro lo Stato, cit., pp. 57-59; cfr. anche ID., Introduction:
Fascism and Criminal Law, One of the Greatest Attributes of Sovereignty, in Fascism and
Criminal Law, cit., p. 7. Lo stesso SKINNER, I reati contro lo Stato, cit., p. 71 rammenta il
recente lavoro di M. HEAD, Against the State. From Treason to Terrorism, Farnham,
Ashgate, 2011, ove si mostra la propensione anche degli Stati democratici, indotti da
esigenze di auto-conservazione, a punire severamente come reati i comportamenti
configuranti minaccia alle istituzioni.
LETTURE 697
(48) G. SPECIALE, La giustizia della razza. I tribunali e lart. 26 del r.d. 1728 del
17 novembre 1938, in Il diritto del Duce, cit., pp. 257-258 (forza espansiva); ivi, pp.
261-262 (ruolo tecnico). LA. si sofferma (ivi, p. 269) sullart. 26 del r.d. 17 novembre
1938, n. 1728 e in particolare sullinterpretazione fornita da Arturo Carlo Jemolo. G.
SPECIALE si occupato del rapporto tra magistratura e leggi razziali nella monografia
Giudici e razza nellItalia fascista, Torino, Giappichelli, 2007.
(49) SBRICCOLI, Caratteri originari, cit., I, p. 647. Come ha osservato ID., Le mani
nella pasta, cit., pp. 1006-1007, il sistema di giustizia costruito dal fascismo si modul
verso obiettivi differenziati a seconda del nemico: annientamento per lavversario
politico, punizione severa per il criminale, emarginazione del pericoloso, specie se
anormale. Sul ruolo non marginale della Milizia nello scardinamento dello Stato di
diritto cfr. C. POESIO, Reprimere le idee, abusare del potere. La Milizia e linstaurazione
del regime fascista. Prefazione di Rolf Petri, Roma, Aracne, 2010, p. 72. Sulluso politico
della prevenzione nella logica penale fascista cfr. F. COLAO, La legalit diversa per la
prevenzione. Una vicenda italiana dallUnit a oggi, in Il domicilio coatto. Ordine pubblico
e politiche di sicurezza in Italia dallUnit alla Repubblica, a cura di E. De Cristofaro,
Acireale-Roma, Bonanno, 2015, pp. 42-45.
(50) POESIO, Il confino di polizia, cit., pp. 95-113 (sul tema v. anche ID., Il confino
fascista. Larma silenziosa del regime, Roma-Bari, Laterza, 2011, spec. pp. 3-9 per le
intersezioni con lo Stato di diritto); PETRACCI, La follia, cit., p. 207.
(51) E. FRAENKEL, The Dual State. A Contribution to the Theory of Dictatorship.
Translated from the German by E.A. Shils, in collaboration with E. Lowenstein and K.
Knorr, New York, Oxford University Press, 1941, p. XIII.
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quanto gi rilevato da E. GALLO, Una politica per la riforma del codice penale, in La
questione criminale , VII (1981), 1, p. 52.
(54) SBRICCOLI, La penalistica civile, cit., p. 583 ( politicit dellapolitico ma
esclusione di nessi diretti col fascismo); ID., Le mani nella pasta, cit., pp. 1033 (filiazione),
1015-1018 (autentica frattura , con particolare riguardo alle leggi fascistissime del
1925-26; ivi, p. 1026 quanto alle responsabilit dei giuristi che con apprezzabile perizia
cooperarono alla legislazione). Sulla vocazione poligamica del tecnicismo la Rocco,
dapprima de-politicizzante e poi legislatore, v. SBRICCOLI, La penalistica civile, cit., p.
589. Come emerge da unanalisi comparatistica condotta sui commentari stranieri da S.
SKINNER, Fascist by Name, Fascist by Nature? The 1930 Italian Penal Code in Academic
Commentary, 1928-46, in Fascism and Criminal Law, cit., pp. 81 e 83, la comune matrice
dellindirizzo tecnico-giuridico con altre culture penalistiche europee coeve non ne
attenu le responsabilit al momento del crollo del regime.
(55) E. FERRI, Fascismo e Scuola Positiva nella difesa sociale contro la criminalit,
in La Scuola positiva Rivista di diritto e procedura penale , n.s., VI (1926), pt. I,
700 QUADERNI FIORENTINI XLV (2016)
pp. 241 (Apelle), 244 (primato dello Stato), 249 (prevenzione), 250 (italianit); ivi, pp.
254-274 (16 misure preventive dirette e indirette; ivi, p. 267 per la Milizia nazionale).
Nella prolusione romana del 4 dicembre 1924 lo stesso E. FERRI, Scuola criminale positiva
e filosofia idealista, in La Scuola Positiva Rivista di Diritto e Procedura Penale ,
n.s., V (1925), pt. I, pp. 1-12 e spec. pp. 8 e 5 si era limitato a segnalare la coincidenza
di conclusioni tra lidealismo contemporaneo e la scuola criminale positiva , al fine di
rimarcare la perdurante vitalit di questultima e la sua validit come metodo
piuttosto che come sistema filosofico . Critico su questo eclettismo ferriano U.
SPIRITO, Storia del diritto penale italiano. Da Cesare Beccaria ai nostri giorni. Terza
edizione riveduta e ampliata, Firenze, Sansoni, 1974, p. 169. Lencomio per la supre-
mazia fascista dello Stato sullindividuo ritorna in E. FERRI, Il fascismo in Italia e lopera
di Benito Mussolini, Mantova, Paladino, 1927, p. 85. Sullavvicinamento ferriano al
fascismo v. ora COLAO, Un fatale andare , cit., pp. 129-157 (e spec. 136-139).
(56) A. ZERBOGLIO, Luomo delinquente ed il positivismo aggiornato , in La
Scuola positiva Rivista di diritto e procedura penale , n.s., VI (1926), pt. I, pp.
350-357, spec. pp. 351 (Giovinezza) e 357 (rapporto tra positivismo e fascismo).
LETTURE 701
(60) GIUDICE, Squadre dazione fasciste, cit., p. 123. Nello stesso senso, STORTI,
Lavoratori ribelli, cit., p. 29 conclude la disamina giurisprudenziale del diritto di sciopero
e dei licenziamenti collettivi nel ventennio pre-mussoliniano osservando che la Cassa-
zione aveva garantito, ben prima del fascismo, la prevalenza [...] dei princip di ordine
su quelli di libert .
(61) MUSUMECI, The Positivist School, cit., pp. 56-58.
(62) ZERBOGLIO, Luomo delinquente, cit., p. 357.
(63) SBRICCOLI, Le mani nella pasta, cit., p. 1005. Cfr. ora PELISSERO, Dal progetto
Ferri, cit., pp. 315-316.
(64) ZERBOGLIO, Luomo delinquente, cit., pp. 352-353.
LETTURE 703