MISTAGOGIA DELLA MESSA Riti Introitali
MISTAGOGIA DELLA MESSA Riti Introitali
MISTAGOGIA DELLA MESSA Riti Introitali
Scopo di questi riti , che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunit e si
dispongano ad ascoltare con fede la parola e a celebrare degnamente lEucaristia.
I fedeli, dunque, riproducono, in forza di una misteriosa azione
divina, la stessa chiesa cattolica diffusa su tutta la terra.
Lassemblea si costituisce per chiamata divina e con lingresso dei sacerdoti e
dei ministri si stabilisce la completezza della chiesa, formata dai laici e dalla
gerarchia, cio dal popolo di Dio radunato sotto i suoi pastori.
1. LA PROCESSIONE INTROITALE
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che confluivano in quellunica assemblea che celebrava nella basilica.
Assumevano, quindi, il carattere rappresentativo dei gruppi e, nel loro
insieme, erano segno della presenza di tutta la comunit ecclesiale di Roma.
Nellambito della singola circoscrizione, invece, mantenevano la funzione di
rappresentativit unicamente di tutta la popolazione parrocchiale locale. Per
questi motivi la croce, soprattutto allinizio della Messa, non era oggetto di
venerazione. Lo divenne in seguito, quando cominci ad emergere, sopra
ogni altra considerazione, il simbolo del Cristo crocifisso, che, a differenza di
prima, veniva ormai raffigurato su di essa.
Che i ceri fossero espressione dellautorit papale o di chi lo sostituisce
o lo rappresenta, confermato dal fatto che nelle celebrazioni non
presiedute dal papa i portatori erano due semplici accoliti, mentre quando
era il papa a presiedere, erano persone qualificate addette alla cura papale
(chiamate clerici de cubiculo).
Il libro dei vangeli, portato in processione e deposto poi sullaltare,
indica i due scopi fondamentali della celebrazione: partecipare alla mensa
della Parola e quella del corpo di Cristo.
(Croce e candelieri possono essere collocati o sullaltare (segno di
venerazione ed elemento di celebrazione gioiosa) o accanto allaltare.)
b) Corteo con canto.
Il canto che accompagna lentrata del sacerdote elemento di solennit.
Si raccomanda che il tragitto attraversi nella sua lunghezza ladunanza.
Il canto, inoltre, verifica la costituzione dellassemblea nella sua
pienezza ed anche atto di assunzione, del sacerdote e dei ministri, del loro
compito ecclesiale.
c) Tragitto senza canto.
Se la lettura del testo introitale non fatta dal celebrante, pu
accompagnare lentrata. Altrimenti viene posticipata al saluto, con il quale il
sacerdote prende il primo contatto con lassemblea.
Testo introitale
2. SALUTO ALLALTARE
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Il Celebrante e i ministri salutano laltare con inchino profondo rivolto ad esso
e non alla croce (e cos alla fine, prima di partire dal presbiterio).
Se nel presbiterio c il tabernacolo con il Santissimo Sacramento, il saluto
dellaltare sostituito dalla genuflessione al Santissimo.
I sacerdoti e ministri che giungono allaltare devono essere consci di avere
fatto, a nome di tutta lassemblea, un notevole passo avanti nel cammino che
porta allincontro con Dio. Devono suscitare un profondo senso di stima per
laltare, memori della sua importanza e del suo ricco simbolismo. Tutto ci si
concreta in atti di venerazione per laltare: linchino, il bacio, lincensazione.
Linchino un gesto di rispetto molto espressivo, che fa parte del patrimonio
religioso di quasi tutti i popoli. rivolto allaltare, il gesto acquista un valore tutto
speciale. Si traduce in un atto di omaggio a Cristo, simboleggiato dallaltare, al
luogo del sacrificio eucaristico, alla mensa del Signore; diventa espressione di una
simile implorazione dei frutti della redenzione.
3. VENERAZIONE DELLALTARE
Incensazione dellaltare.
Allintroito si incensano solo: laltare, la croce, le reliquie e le immagini, per
segnalare con riguardo e venerazione le diverse realt visibili considerate come
icone di realt trascendenti. Il sacerdote impone lincenso prima di incamminarsi e
benedice col segno della croce tracciato con la mano e in silenzio. Ci pu essere
segno che la sua funzione comincia fin dallinizio della processione.
gi ricca la simbologia dellincenso che brucia: vengono simboleggiati i sacrifici
offerti a Dio e le preghiere dei fedeli. Latto dellincensazione dellaltare
primariamente manifestazione di onore. Ma esso include anche un significato di
purificazione e di santificazione. tale soprattutto il significato delle incensazioni
che accompagnano il rito della dedicazione dellaltare. Si pu quindi vedere
nellincensazione dellaltare allinizio della Messa un richiamo alla sua
dedicazione. Assieme allaltare viene incensata la croce. Ci perch quanto mai
intimo il rapporto esistente tra croce e altare.
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Laltare il luogo dove, sotto i segni sacramentali, si rende presente il
sacrificio della croce. la mensa del Signore, il centro dellazione di
grazie che si compie con leucarestia. A prescindere dal tabernacolo, il
luogo pi santo della chiesa. Tutti gli atti di saluto, riverenza e venerazione, sono
diretti a Cristo in quanto sacerdote, sacrificio e altare.
5. SALUTO AL POPOLO
6. ALLOCUZIONE INTRODUTTIVA
una brevissima e ben qualificata introduzione alla Messa del giorno, monizione
che intende comunicare nel modo pi sintetico e completo possibile
lidea matrice della celebrazione.
una breve illustrazione del mistero che viene celebrato. Alle volte potr bastare
un semplice accenno a ci che la Messa, o ad un suo particolare aspetto, e al
giorno liturgico celebrato. Altre volte si potr specificare il particolare oggetto
della Messa del giorno, ci che costituisce il mistero del giorno, cio lo speciale
aspetto dellunico grande mistero, realizzato storicamente da Cristo in se stesso e
nei Santi, e rivissuto oggi nella Chiesa nel corso dellanno liturgico.
Oltre che dal sacerdote, tale compito potr essere assolto dal diacono, dal
commentatore o da altra persona idonea.
7. ATTO PENITENZIALE.
1) CONFITEOR (Confesso)
Ripetuto insieme dal sacerdote e dallassemblea contiene la confessione
fatta a Dio, ai santi e ai fratelli, in forza della quale emerge il carattere
comunitario dellatto penitenziale: il cristiano, oltre a riconoscersi peccatore
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dinanzi a Dio, si riconosce bisognoso della sua misericordia davanti ai e
insieme ai suoi fratelli.
2) FORMULA BIBLICA
Si tratta di formule penitenziali tratte dalla Scrittura:
A seconda dei casi, questo schema pu essere variato con creativit nelle
invocazioni (incisi).
8. KYRIE-CHRISTE ELEISON
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Nel nostro caso si ha, p.es.:Signore, luce e origine del mondo, abbi piet di
noi.
La terza formula penitenziale, vista sopra, semplicemente un esempio di
formula con tropi.
Dal punto di vista teologico il Kyrie ha due valenze.
ritenuto uno fra i pi antichi inni dei primi secoli del cristianesimo, testi
poetici celebrative dei quali la Chiesa antica faceva largo uso.
Si dice o si canta in tutte le messe delle domeniche fuori dellAvvento e della
Quaresima; inoltre, nelle solennit e nelle feste, ed anche in altre celebrazioni di
particolare solennit. Pu essere eseguito da tutti insieme o alternato fra schola e
assemblea.
Il Gloria ribadisce la dimensione trinitaria della celebrazione
soprattutto nella formula dossologica finale, mentre la prima frase lo
collega alla liturgia di Natale.
Se il Kyrie aveva preparato lacclamazione a Dio inserendola comunque
allinterno di una supplica, nel Gloria esplode un canto di esaltazione a
Dio Trinit, solenne e celebrativo.
10. COLLETTA.
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Si tratta dellelemento culminante della prima parte della messa. parallela
dunque alle altre due orazioni che concludono il settore della presentazione dei
doni e della comunione.
Colletta, in latino collecta, deriva dal verbo collidere, ossia raccogliere:
esprime dunque la raccolta in ununica formula sintetica di tutte le
intenzioni segrete dei partecipanti, e le presenta tutte quante insieme dinanzi
a Dio. Per questo motivo preceduta dallinvito Preghiamo e da unopportuna
pausa di silenzio del sacerdote che deve dare ai fedeli la possibilit di formulare
nel proprio cuore la preghiera personale.
La pausa di silenzio diviene preziosa anche per il fatto che stimola e
fomenta la partecipazione attiva, in particolare quella interiore, ben pi
importante di quella esteriore, pur necessaria.
La colletta viene recitata dal solo sacerdote, in piedi dinanzi allassemblea
anchessa in piedi, in atteggiamento che richiama la risurrezione del Signore. Il
solo sacerdote allarga anche le braccia con triplice significato:
a) orientamento a Dio che sta nei cieli;
b) richiamo alla preghiera di Cristo in croce;
c) abbraccio di tutti i presenti, per coinvolgerli nella preghiera raccolta per
loro.
Infine, per quel che riguarda la struttura tipica delle colletta, si individuano
quattro parti:
Anaclesi, nella quale si invoca Dio con i suoi attributi;
Anamnesi, nella quale si accenna ad un evento salvifico operato da Dio;
Epiclesi, nella quale si esprime una richiesta al Dio invocato;
Dossologia, la formula conclusiva che ha sempre carattere trinitario.
Bibliografia:
A. CUVA, Fate questo in memoria di me, san Paolo, 1995.
L. DELLA TORRE, Abbecedario dei gruppi liturgici, Queriniana, 1995
C. CARINI, Il servizio liturgico del ministrante, san Paolo, 1998.