Dossier 01 96

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Woonerf Regulations

Politecnico di Milano
DST - dipartimento scienze del territorio
corso di aggiornamento

IL PROGETTO DI STRADE

Milano, 22-25 maggio 1996


Direttore: Anna Moretti
Coordinatore: Giuseppe Di Giampietro

ESPERIENZE STRANIERE DI
MODERAZIONE DEL TRAFFICO.
RASSEGNA NORMATIVA

Dossier a cura di:


Mauro COZZI, Silvia GHIACCI, Marzia MARTINI, Matteo MASINI

Segreteria del corso:


arch. G. Di Giampietro - DST, Politecnico di Milano via Bonardi, 3 - 20 133 MILANO
te1 02-2399-5474 - seg. tel. 02-2682-6010 - fax 02.2399.5454
Internet: HTTP//WWW.POLIMI.IT (sotto Facolt architettura, DST, corsi aggiornamento)
Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE

Politecnicodi Milano, 22-25maggio1996


DipartimentoScienzedel Territorio
Direttore del corso: Prof. Anna Moretti

CoordinatoreArch. GiuseppeDi Giampietro

Materialeestrattodalla ricerca:Manualeper la moderazionedel tra$co:


raccomandazioni per la realizzazionedi un Piano Urbanodel Trafico.
Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi, Arch. Silvia Ghiacci,
Arch. Marzia Martini, Arch. Matteo Masni.

Il presentemateriale statoelaboratodallArch. Mauro Cozzie la ricerca


attualmentein corso
Lambiente urbano nella Comunit Europea

Il problema della crescita smisurata delle aree urbane proporzionalmente


collegato allaumento delle cause della invivibilit delle stesse citt. Si pu
facihnente affermare che i paesi Europei sono le prime vittime di tale
incongruenza, in quanto, storicamente, la cultura Europea fondata su di una
civilt urbana. In altre parole, nelle citt europee convivono da secoli il
progresso ed i problemi sociali ed ambientali.

Anche nelle citt pi ricche si osservano sacche di degrado ambientale, sociale


ed economico, sia in aree periferche, tanto quanto in zone centrali, aree
caratterizzate da povert, criminalit, ed insufficienti livelli di istnuione.

Che i problemi di inserimento sociale siano in qualche maniera collegati al


degrado stesso dellambiente urbano e allo scarso livello di qualit della vita in
queste aree, un elemento assodato e verificato da numerose ricerche.

In diverse citt di paesi comunitari si intervenuto nella direzione di rendere


pi vivibili alcune aree residenziali, soprattutto verso la riappropriazione della
strada da parte dei cittadini e di quegli utilizzatori che non siano
esclusivamente gli automobilisti. Gli interventi nelle aree residenziali si sono
confermati come un fattore di integrazione sociale in grado di partecipare ad
una complessiva opera di risanamento dei centri urbani nella direzione di
ricerca di una migliore qualit della vita cittadina.

La Comunit Europea si interessa attivamente ai problemi urbani da oltre due


decenni, promuovendo studi e ricerche in materia di qualit di vita nelle citt;
importante pure lopera legislativa delle Commissioni e del Parlamento
stesso che sono per tradizione impegnati in unattivit di indirizzo e di vincolo
dei paesi membri, per ci che riguarda i problemi urbani di inquinamento
acustico e atmosferico, dei trasporti, di sicurezza stradale, e, ultimamente, di
ambiente urbano.

MISURE LEGISLATIVE COMUNITARIE E PROGRAMMI

Anche sela protezioneambientalenon compresanel trattato della C.E. prima


analizzato, a partire dalla meta degli anni 70, le nazioni europeesonostate
fortementesensibilizzatea questeproblematiche.
Comunit europea 3

Dalla fine del 1986 sono stati attivati 3 programmi concernenti le politiche
ambientali e che sottintendono la necessita di una politica comunitaria in
materia.

Il primo ed il secondo si basano su programmi di protezione della salute


delluomo, il terzo enfatizza la necessit di un approccio di prevenzione
relativo a politiche inerenti ai trasporti, lenergia, lindustria e lagricoltura.

Il pi recente programma appartenente al terzo gruppo risale al 1987 ed ha una


durata di 6 anni; esso si basa su una classificazione di base:

1) inquinamento e danni relativamente a:

- sicurezza nucleare;

- rifiuti radioattivi;

- protezione delle acque;


- inquinamento atmosferico;

- inquinamento acustico;

2) industrie chimiche, rischi industriali e biotecnologie;

3) spazio, ambiente e risorse naturali;

4) tiuti e tecnologie pulite.

Tale classificazione stata utilizzata per tutti i tipi di prowedimenti:

l leggi;

l direttive;

3
l regolamenti;

. risoluzioni;

e, quindi, anche in materia di trasporti e ambiente.

Attualmente esistono delle disparit tra i diversi stati membri in termini di


applicazione dei regolamenti comunitari soprattutto per quello che riguarda la
riduzione delle emissioni di gas nocivi e di livelli acustici al di sopra delle
soglie prefisse. Resta evidente che il problema delle citt europee in materia di
vivibilit relativa ai livelli di inquinamento, al tra5k0, ai trasporti, alla
pianificazione, sono la causa sulla quale operare per raggiungere alla
riappropriazione degli spaz,i urbani da parte dei cittadini in fmuione di uno
svihrppo sostenibile delle nostre citt.

Limpegno in queste materie da parte della Comunit stessa e di tutti gli stati
membri, ha consentito di focalizzare il problema e di avviare ricerche e
sperimentazioni. Oramai, limpulso per raggiungere i traguardi prefissati,
richiede un ancor maggior impegno nella direzione iniziata.

TRAFFICO E QUALIT DELLA VITA NEGLI ATTI DELLA C.E.

Atti non vincolanti

Fin dal 1972,nel programmadazione della Comunitin materiaambientale


proposto dalla Commissione,si allarga il concetto di ambiente ad una
detinizioneche abbraccialintero ambientedi vita delluomoed in particolare
quello urbano; in questo sensoil depauperamento ambientaleviene fatto
coinciderecon il deterioramentodellecondizioni socialie culturali dellenostre
citt. Relativamentea questoconcettolinquinamentoacusticoed atmosferico
determinatodaltratlico urbanosonoelementidi inquinamentoambientale(GU
C52/1 1972).

Lo stessoConsiglio,perseguendosu quella strada,fa proprie le indicazioni


della Commissionee aggiungelesigenza di una valutazione a livello
Comunitariodellepolitiche ambientaliurbane(GU C112/1 1973).Nel 1984si

4
Comunit europea 3

introduce un concetto che indica la nascita dellattenzione nei confronti di altri


utilizzatori delle strade che non siano gli automobilisti; la Commissione
presenta al Consiglio un atto preparatorio riguardante la sicurezza stradale con
particolare attenzione alla sicurezxa delle categorie pi deboli, quali pedoni,
ciclisti, giovani, anziani e minorati (GU C95/2 1984). Il parlamento stesso,
riprendendo le indicazioni della Commissione, estende i termini del problema
della sicurezza allesigenza di realizzare una normativa Comunitaria sulla
velocit basata su una categorizzazione delle zone urbane e dei tipi di strade.
Con questo atto si entra per la prima volta nello specifico della materia di
pianificazione urbana inoltrandosi in una dimensione territoriale finora mai
esplorata dalla Comunit (GU C104/38 1984). Su questa strada prosegue la
Commissione ed il Consiglio, che nel 1991 fa proprie le considerazioni della
Commissione pubblicate nel Libro verde sullambiente urbano e riconosce
lesigenza di una politica Comunitaria in materia, soprattutto per ci che
riguarda gli aspetti connessi all?nqumamento acustico e atmosferico legati al
traEco cittadino; il concetto di traf6co urbano viene posto, in questo
documento e nel Libro verde, al centro dellattenzione per ci che riguarda le
strategie di miglioramento delle condizioni di vita nelle citt (GU C33/4 1991).
Oramai stata intrapresa la strada della dimensione urbana nelle politiche
Comunitarie e questo indirizzo non lascia indifferente nemmeno la Corte dei
Conti, che produce, nel 1992, una relazione nella quale richiede
speciticatamente unintervento globale in tema di circolazione urbana nel quale
si possano inserire i finanziamenti Comunitari per la realizzazione di grandi
infrastrutture di trasporto pubblico urbano. Ma, a fare marcia indietro rispetto
la seppur lenta evoluzione del pensiero Comunitario in tema di citt e strade, ci
pensa la Commissione, che risponde alla Corte dei Conti che le politiche
inerenti alla circolazione automobilistica urbana vanno oltre le competenze
Comunitarie (GU C245/1 1992). La stessa Commissione nel 1993 si trova a
retrocedere da quanto affermato precedentemente con un documento che
propone di adottare delle strategie di gestione del traffico e promozione del
trasporto pubblico mirate allobiettivo di miglioramento della qualit dellaria
nelle citt (GU C56/34 1993).

Atti vincolanti

Gli atti vincolanti pi significativi rispetto agli argomentidi nostrointeresse,


risultanoesserenumericamente assaiscarsi.Nel 1991il Consigliorichiedeagli
Stati Membri di adottarenormerigoroseper arginareil problemadel trafhco
allorigine dellaumentodellinquinamentoatmosfericonelle citt (GU L242/1
1991). Nel 1992 il Consiglioformalizza, sotto forma di direttiva, quanto
propostodalla Commissione, nel 1991, in materiadi inquinamentoacustico
provocato dal traflico urbano (GU L371/1 1992). Sullonda del crescente

4
4 Comunit europea

problema del trtico urbano, il Parlamento ed il Consiglio, nel 1994,


dispongono che la Commissione elabori delle proposte, entro la fine del 1994,
per quanto riguarda la gestione del trtico urbano (GU L100/42 1994).

CONSIDEfWZIONI

Linteresseper gli argomentirelativi ai problemi di tra&ico urbano e alla


qualit della vita nelle nostre citt, si pu affermareche abbia avuto uua
costantecrescitadi approfondimentida parte degli organismidella Comunit
Europea. Non altrettanto abbiamo constatato nella legiferazione di atti
vincolanti, ma ci pu dipenderesia dallaautoritstessadegliatti dellaCE nei
confronti degli stati membri, sia dalla materia stessache si presta a
intromissionicon le competenzedegli organismilocali
Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE
Politecnico di Milano, 22-25 maggio 1996
Dipartimento Scienze del Territorio
Direttore del corso: Prof. Anna Moretti
CoordinatoreArch. Giuseppe Di Giampietro

Materiale estratto dalla ricerca: Manuale per la moderazione del trafico:


raccomandazioni per la realizzazione di un Piano Urbano del Trafico.

Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi,Arch. Silvia Ghiacci,


Arch. Marzia Martini, Arch. MatteoMasini.

Il presentemateriale6 statoelaboratodallArch. Marzia Martini e la ricerca


attualmentein corso
Legge britannica e regolamentazione esistente

Ci che caratterizza la Gran Bretagna in materia giuridica la reticenza a fare


delle nuove leggi. Infatti una legge in genere votata da senatori e deputati solo
in seguito ad una consuetudine impostasi da armi grazie ad un tacito accordo
con i cittadini.

Il concetto di ragionevole su cui si fonda la giustizia britannica si spiega nei


seguenti termini: una legge viene emanata solo se presumibilmente verr
rispettata. Dallaltro canto la popolazione ha interesse nel rispettare nuove
regolamentazioni perch solo cos ha la certezza di essere tutelata, per esempio
nel caso di un ricorso.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Governo ha ottenuto il permesso di


regolamentare la vita pubblica senza passare dal Parlamento. Cos spesso
regolamenti e direttive precedono le leggi o addirittura le sostituiscono. Essi
non hanno al forra di leggi, tuttavia vengono regolarmente applicate.

Le procedure, con cui una legge viene votata dal Parlamento, sono complesse e
richiedono tempi pi lunghi rispetto a quelle necessarie per votare un
regolamento.

REGOLAMENTAZIONI

Se collaudate dalla consuetudinepossonoentrare in vigore senza essere


realmente state votate dal Parlamento.Dopo un certo periodo, se nessun
parlamentare oppone delle obiezioni, la regolamentazione diventa
automaticamente applicata(risoluzionenegativao adozioneper difetto).

Primache la leggee le regolamentazioni


possonoentrare in Parlamentodeve
esserci laccordo di numerose istanze. Lo spirito di partecipazione e
consultazionepopolaresonoradicalmenteinculcatenellamentalitbritannica.

La pianificazionee la gestionedi stradee viabilit sonofondatesuleggivotate


dal Parlamento.

6
Gran Bretagna 3

Locri Govemmwt Ad 1985

Ad 1984 sulie highmys


NewTownAct1985 Trasferimento delle competenze alle Autorit locali
Transport Act 1985 Regdrmenta Il brsporbz pubblico
Tratic crlmlng Ad 1992 Integra Il Hlghmys Act 1980. stabllenda che per Mte le opre
d moderazione swve Iautoduulone della Segreteria di stato

Tabella 1. Atti del Parlamento inglese

Il PPG 13 un documento prodotto in Gran Bretagna che si configura come il


primo tentativo di ridurre, attraverso la pianificazione, la crescita della
lunghezza e del numero degli spostamenti con mezzi motorizzati, di
incoraggiamento allutilizzo di alternative con un pi limitato impatto
ambientale e di disincentivazione allutilizzo dellauto privata.

Quattro fondamentali contributi:

1. Le attivit che prevedano necessit di spostamenti debbono essere


localizzate dove esiste gi unofferta e debbono essere raggruppate il pi
possibile;

INSTlTUTION OF HIGHWAYS AND TRANWORTATION WITH DPT OF


TRANSFORT, Rouh and tra& in urban arms, HSMO BOOK, hdm, 1987

6
2. le politiche edificatorie debbono essere relazionate al trasporto
pubblico e prevedere unincentivazione degli spostamenti a piedi e in
bicicletta;
3. la pianificazione urbana deve porsi come obiettivo principe lelevata
qualit della vita anche per mezzo di un efficiente rete di trasporto
pubblico;
4. la pianiticazione deve essere coordinata con il sistema di viabilit e di
trasporto cosicch il trafIico sia gestito e controllato anche tramite
lintegrazione di aree di parcheggio.

Assume grande rilievo il collegamento tra la pianificazione ed i trasporti e il


puuto focale passa dalla mobilita ,allaccessibilit. Il rapporto tra le modalit
con cui awengono gli spostamenti e la struttura urbana dipende da molteplici
aspetti:

la densit di abitanti per ettaro (pi cresce il valore pi diminuiscono i


viaggi con lauto.
forma e dimensioni del centro urbano;
struuura produttiva ed economica;
strutmra sociale (strutmra demografica, propriet di autovetture);
prossimit alle struthue ferroviarie.

Le strade in Gran Bretagna sono divise in strade principali e nazionali (trunk


roads) e strade locali (loca1 authority roads).

La gerarchia vigente quella proposta da Buchanan nel 1966. Essa cos


divisa:

Primary distributors (distributori principali). Queste strade formano la


rete primaria nellinsieme e normalmente comprendono sia le trunk roads
sia altre strade importanti.
Gran Bretagna 3

District distributor (distributori di distretto). Esse distribuiscono il


tragico tra i principali distretti residenziali e le zone industriali. Fanno
anche da unione tra la rete principale e le aree ambientali.
Loca1 distributor (distributori locali. Queste strade distribuiscono il
traiEco tra le varie enviromental areas. Formano lunione tra i district
distributors e le strade di accesso e altre strade che normalmente non
vengono classificate.
Access roads. Queste strade danno accesso agli editici e ai terreni delle
aree ambientali e generahnente comprendono strade inclassiticabili (spesso
sono cui-desac).
Pedestrian streets (strade per pedoni). Queste strade sono
primariamente pensate per il passaggio di pedoni e qualche volta anche per
i ciclisti, ma gli autoveicoli possono entrarvi solo in certe ore del giorno ed
esclusivamente per motivi residenziali e di trasporto pubblico.

7
4 Gran Bretagna

DEFINIZIONI ULTERIORI INFORhMZIONI


Highway i una tir dove Il Su alcun highmys questo diritto dl passaggio pui, essere esercitato
p&bllco ha il diritto dl passare. solo l piedi. 0 a cavallo 0 utilirrrnda una specifica categoria di
automaul. Unr hlghwry potrebbe essere anche uncorso dacqua
lWig&il.Z.
camgavay 0 una vir 0 una i dlrltta dl usarvi gli autoveicdl pr ess.re drtetto dalla
parta dl una via sopr Ir quale lmplementazlcne di un regolamenta dl bafflco 0 dal limiti divelociti. I
gli u&nU usano I ma.& di pedoni hrnnocomunqu~ll diritto di rttmvers
trasporto.
Footimy i una parte della
hlghmy lncld auh*
compmsa la carreggiata. sopr
UJ Il pubblico ha diritto solo dl
ummlnarvl.
FOOQ&I i un via dove gli ute& Pu assere SIiurta anche per coruluvi crvalll o altri animali da tiro.
hanno solo Il dirltto dl
camminare.

ed4fld al suo/ Ir% I


Road qualsiasi strada a cui il 1
1 wbhlico ha accesso Inclusi I 1 I

Tabella 2. CarattMche delle strade2

Tabella 3. Classificaime delle strade


SNEINTON
AREA / BOmm

Traffic calmed area / 60mm

A
(Class 2)
(25mm)

:
P
557.1

62.5mm X-

\ 25mm
/I1;- n
557.1

i----
557.3

557.1

557.3

557.3
C\&
r-
I
LA
--

7-.!*
557.1

557.3

557.4

-----

544
LA
547.5 Tzz
e
Il

3
I I
h mar - 0.50~
1E4WIO JIl TRATTAMENTO
DI c)NINCROC~O~
E comunque un CIOSSO, quindi manfk-
-tu& le c&&vnsliche peti& dalla kg*.

Lun;@ GTetenza che non occupa tu&


la larghezza della cdrregyih ma solo
quanto tk3& fa influemde iI pa;sagg;0
di unaufornobik ma non qdo di un
autobU 5
-

1300

PIAN-h

SEZIONE A -A

600 700 600

.EL#@rficie io -215
e tessuto nofrtess&*
colofat~3 di 7og.O
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70
?IANTA
ELIZABETH 11 c. 30

Trafic Calming Act 1992


1992 CHAFTER 30

An Act to make provision about the carrying out on highways of


works affecting the movement of vehicular and other traf?ic for
the purposes of promoting safety and of preserving or improving
the environment; and for connected purposes.
[ 16th March 19921

rr ENACTED by the Queens most Excellent Majesty, by and with

B
E
the advice and consent of the Lords Spiritual and remporal, and
Commons. in this present Parliament assembled, and by the
authority of the same, as foilows:-

l.-(l) In section 62 of the Highways Act 1980 (general power of Amendmcnt of


improvement) in subsection (3) (description of works for which specitic Highways ACI
powers are given and to which the general power does not apply) after 1980.
1980e.66.
paragraph (ft) there shall be inserted-
(fg) the construction and removal of such traffic calming works as
may be specially authorised by the Secretary of State under
section 90G below or prescribed by regnlations made by him
under section 90H below;.
(2) After section 90F of that Act there shall be inserted the provisions
set out in Schedule I to this Act.
(3) In section 329 of that Act (interpretation) after the definition of
traffic there shall be inserted-
traffic calming works, in relation to a highway, means works
a&cting the movement of vehicular and other traffic for the
purpose of promoting safety or preserving or improving the
environment through which the highway runs.

2.-(l) After section 39 of the Roads (Scotland) Act 1984 (status of Amcndmcnt of
road humps) there shall be inserted the provisions set out in Schcdule 2 to ~;;~;~~)
this Act.
1984.2. s4.
(2) In section 40 of that Act (interpretation)--
(a) for the words 39 therc shall be inserted the words 39C;
c. 30 Trajc Calming ACI 1992

(b) the word and. wherc it occurs immediately after the definition
of road hump. shall cease IO have cffect; and
(c) at the cnd therc shall be added the words-
; and
traffic calming works. in relation to a road. mcans works
affecting the movement of vehicular and other traffic for
the purpose of promoting safety or preserving or
improving thecnvironmcnt through which the road runs.

Commencemcnt. 3. This Act shall come into force at the end of the period of two months
beginning with the day on which it is passed.

EXlCIll. 4. This Act does not extcnd to Northcm Ircland.

Short titlc. 5. This Act may be cittd as the Tra& Calming Act 1992.
Trafic Caming ACI 1992 c. 30 3

SCHEDULES

SCHEDULE 1 Section I

FROVISIONS TO BE INSERTED IN HIGHWAYS ALT 1980


Other frogie caiming works
Powen t0 cxry 90G.-(I) A highway authority may, in a highway
out tnflic maintainable at the public expense for which thcy are the
calming works. highway authority, construct traffic calming works which-
(a) are of a description prescribcd byrcgulations under
scction 90H below, or
(b) are specially authoriscd by the Sccretary of State.
and may remove such works (whencver constructcd).

(2) A highway authority shall not cxercise the powen


conferred by subsection (1) above cxcept in accordante with
any requircmcnts imposed by the regulations or authorisation
concemed.

(3) Requiremcnts imposcd by a special authorisation givcn


by the Secrctary of State under this scction may rclatc lo any
mattcr with respect to which rcgulations may be made under
section 90H below.
(4) Nothing in this scction shall prejudicc any power of a
highway authority to construct or rcmovc traffic calming works
which are neither of a dcscription prcscribed by regulations
under section 90H below nor specially authoriscd by the
Secretary of State.
Prscribing al 90H.--(l) The Sccretary ofState may makc ngulations-
workr.
(a) prcscribing any dcscription of traffic calming works
for the purposes of section 9OG abovc, and
(b) making such provision (if any) as appcars to him
neccssaryorcxpedicnt in rclation to theconstruction.
maintcnancc and rcmoval of works of a prescribcd
dcscription.

(2) Rcgulations under this scction may in particular-


(a) providc that works of a prescribed dcscription shall bc
constructed only in highways ofsuch descriptionsand
in such circumstances as may bc prescribed by the
regulations;
(b) impose rquirements as to-
(i) the dimensions and location of works:
(ii) the placing of signs;
(iii) the carrying out and maintcnancc of
ancillary or consequential works;
(c) impose requirements as to consultation and publicity
in respect of proposcd works.

(3) Regulations under this section may make different


provision for different cases.

901. Works (whencver constructed) of a description


prescribcd by rcgulations under section 90H above or specially
authorixd under section 9OG above which conform to any
c. 30 Trajic Calming ACI 1992

SCH. 1 nquircmcnts imposed by the regularions or authorisation shall


not bc trcatcd asconstituting an obstruction to the highway but
as pan of the highway. SO that in panicular-
(a) the obligation of any perso 10 maintain the highway.
and
(b) the obligation of any pcrson having powcr to break
open the highway to make good any damage or
othewise reinstate the highway.
cxtend to maintaining or, as the case may bc. making good any
damagc 10 or othcnvise reinstating the works.

s5ztron 2 SCHEDULE 2
PROVISIONS TO BE INSERTED IN ROADS (SCOTLAND) Acr 1984
Other trajr colming works
Powcrr 10 carry 39A.-(I) A roads authority may. in a road maintainablc by
O, mnic them. construct traffic calming works which-
calming works.
(a) are of a description prescribed by regulations under
section 39B of this Act. or
(b) art authoriscd.
and may rcmovc such works (whcncvcr constructcd).
(2) A roads authority shall not exercisc the powers conferrcd
by subsection (1) above cxccpt in accordancc with any
rcquirements imposcd by the rcgulations or authorisation
concemed.
(3) Rcquircments imposcd by an authorisation givcn under
this scction may rclatc to any mattcr with rcspect 10 which
rcgulations may be made under wction 398 of this Act.
(4) Nothing in this xction shall prejudicc any powcr of a
roads authority IO construct or remove traffic calming works
which are neither of a dcscription prescribcd by regulations
under scction 398 of this Act nor authorised.
Prcuribing of 398.-(l) The Sccrctary of State may makc rcgulations-
workr.
(a) prcscribing any dcscription of trafic calming works
for the purposcs of section 39A of this Act. and
(b) making such provision (if any) as appcars IO him
necessary or cxpedient in rclation 10 the construction.
maintenance and removal of works of a prescribed
dcscription.
(2) Rcgulations under this sstion may in particular-
(a) provide that works of a prescribed dcscription shall bc
constructed only in roads of such descriptions and in
such circumstanccs as may be prcscrited by the
rcgulations:
(b) impose rcquircments as to-
(i) the dimcnsions and location of works:
(ii) the placing of signs;
(iii) the carrying out and maintcnancc of
ancillary or conscqucntial works:
Trafic Calming ACI 1992 c. 30 5

(c) impose requircments as to consultatmn and publicity SCH. 2


in rcspect of proposed works.
Sta:us orworks 39C. Works (whcncvcr constructed) of a description
rurhorised by prescribcd by regulations under scction 398. or authoriscd
saion 39A. under section 39A. of this Act. which conform to any
requircments imposed by the rcgulations or authorisation shall
not be treated as constituting an obstruction to the road but as
part of the road. SO that in particular-
(a) the obligation ofany person to maintain the road, and
(b) the obligation of any person having power to break
open the road to makc good any damage or othcnuise
reinstate the road.
cxrend to maintaining or. as the case may be, making good any
damage to or otherwise reinstating the works.

Interpretation: Road humps and other tra& calming works.

c Crown wpyrigh11992

PRINTED IN THE UNITED KINGDOM BY PAUL FREEMAN


Controllcr d Chicf Executive of Hcr Majeslys Stndoncry Office
and Quans Prinur of Acts ol Parlirmcnt
STATUTORY INSTRUMENTS

1993 No. 1849

HIGHWAYS, ENGLAND AND WALES

The Highways (Traffic Calming) Regulations 1993

Made - - - - 21s July 1993


Luid before Pariiament 22nd July 1993
Coming into force 27111 August 1993

The Secretary of State for Transport, BS respects England. and the Secrerq of Srare for
Wales, as respects Wales. in exercise of powers conferred by section 90H of the Highways
Act 1980(a) and of al1 other powers enabling him in that behalf. hereby make rhe following
Regulations:

Citation and Commencement


1. These Regulations may be cited as the Highways (Traffic Calming) Re_oulnrions
1993 and shall come into force on 27th August 1993.

Interpretation
2. In these Regulations-
build-out means a work for narrowing a carriageway constructed on one side of rhar
carriageway as an extension of or adjacent to the verge. footway or cycle track:
chicane means a series of two or more build-outs consoucted on alternate sides of
the carriageway and not opposire one another:
gateway means an object or suucture constructed on the erge. foorway or cycle
track of a highway for the purpose of indicating the presente in a length of highway
of tnffic calming works of a description prescribed by rhese Regulanons or specially
authorised by the Secretary of State or of road humgs;
island means a work without facilities for pedestrians constructed in a carriageway
to reduce carriageway width or to deflect the Row of vehicular tmffic:
overrun area means an area of a caniageway SO constructed of textured or coloured
materia1 as to appear to narrow that carriageway:
pinch-point means build-outs constructed on both sides of a carriageway opposite
one another.
rumble device means a part of the carriageway constructed of marerials intended to
generate noise or vibration in a vehicle passing over it: and
traffic sign has the same meaning as in section 64 of the Road Traffic Regulation
Act 1984(b).

Works which are traffic calming works


3. For the purpose of section 90G( l)(a) of the Highways Ac: 1980 build-ours. chi-
canes. gateways. islands. ovemm areas, pinch-points. or rumble devices or any
combination of such works shall be uaffic calming works.

CP) IYXO c.66: section YOH WJS addcd by the Tnflic Calmmg Acr IYY? ~30. urtmn I and the Schcdulc.
(b) 1984 ~27.

[DET 55871
Consultation about traffic calming proposals
4. Wherc a highwa! authority proposes to construct a traffic calming work in a
highway they shail-
(a) consuh the chief officer of police for the area in which the highway is situated;
and
(b) consult such pcrsons or organisations representing persons who use the highway
or who are otherwise likely 10 be affected by the traffic calming work as they
think fit.

Restriction on the construction of overrun areas


5. Where an oQerrun area is constructed or maintained in a highway-
(a) no venical face of any materia1 formin, 0 that area shall exceed 6 millimetres
measured venically from to bottom of that face:
(b) the slope of that area shall not exceed 15 degrees measured berween an imaginary
line exrending the general line of the slope of that area to the surface of the
carriageway and the surface of the carriageway where it is intersected by the
imaginary line;
(c) thar area shall noi be SO constructed or maintained that an imaginary venical line
measured from the base of any upstandm, 0 face intersects an imaginary line
exlending the general line of .he slop-e of the area more than 15 millimetres above
the base of thar upslanding face

Restriction on the construction of rumble devices


6. Where a rumble device is constructed or maintained in a highway-
(a) no vertical face of any materia1 forming that device shall exceed 6 millimetres
measured venically from top 10 bottom of that face;
(b) no part of the device shall be more than 15 millimetres above the surface of the
carriageway

Features which mq be included in traftic calming works


7.41) A traffic calming work may include for a purpose referred to in subparagraph
(2) below provision on it or any pan of it or on the adjacent highway of-
(a) lighting.
(b) paving, grass or other covering,
(c) pillars. bollards. planters. walls, rails or fences,
(d) objects or structures spanning the highway, or
(e) trees, shrubs or other plants.
(2) The purposes referred to in subparagraph (1) above are-
(a) making the traffic calming work conspicuous,
(b) enhancing the effect of the traffic calming work,
(c) promoting the safety of persons using the highway, or
(d) preserving or improving the environment through which the highway passes.

Placing of Traffic Signs


8.-(l) Where a build-out, chicane, island. pinch-point, rumble device or any combina-
tion of such works is constructed or maintained in a highway, the highway authority for
that highway shall piace and maintain traffic signs in such positions as the authority may
consider requisite for the purpose of providing adequate waming of the presente of such
traflic calming works, unless those traffic calming works are SO constmcted as themselves
to provide adequate visual waming for persons using that highway.
(2) No traffic sign shall be required to wam of the presente of a traffc calming work
on a highway on which the limit of speed to be observed is 20 miles per hour or less.

2
Prohibition of certain works
9. No traffic calming work shall be constructed or maintained in a carriageway SO as
to prevent the passage of any vehicle unless the passage of that vehicle is otherwise
lawfully prohibited.

Signed by authority of the Secretaq of State for Transport


Robert Key
Parliamentary Under Secretary of State
19th July 1993 Depanment of Transpon

John Redwood
21st July 1993 Secretary of State for Wales
Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE

Politecnicodi Milano, 22-25maggio1996


DipartimentoScienzedel Territorio
Direttore del corso: Prof. Anna Moretti

CoordinatoreArch. GiuseppeDi Giampietro

Materiale estrattodallaricerca:Manualeper la moderazione


del trajko:
raccomandazioni per la realizzazionedi unPiano Urbanodel Traffico.
Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi,Arch. Silvia Ghiacci,
Arch. Maka Martini, Arch. Matteo Masini.

Il presentemateriale statoelaboratodallArch. Matteo Masini e la ricerca


attualmentein corso
i. LA NQRMATIVA FRANCESE
La Francia non ha avuto una normativa specifica per la moderazione del traffico fino al 1990,
anche se, prima di tale data, risultati pratici non si erano fatti attendere. In effetti lattenzione
al riguardo era stata notevole, sia da parte dello Stato, che da parte della pubblica opinione e
dei dibattito culturale.

E interessante rilevare che, se da un punto di vista formale le realizzazioni francesi si


inseriscono nella pratica internazionale consueta, dal punto di vista legale c una notevole
diversit. In effetti a differenza di altri paesi, Paesi Bassi innanzitutto ma anche Germania e
Svizzera, la politica francese stata, perlomeno a partire dal 1979, data della prima modifica
del codice della strada, quella di creare un quadro legale il pi possibile aperto, che
consentisse cio la pi vasta gamma di soluzioni possibili. Per questo motivo il concetto di
area pedonale stato introdotto agli articoli 1 e 225 del codice della strada con la seguente
definizione:

Allinterno di zone non comprendenti strade di grande circolazione, il sindaco


determina il perimetro delle aree pedonali e pu stabilire allinrerno di tale
perimetro, in modo di facilitare la circolazione dei pedoni, delle regole di
circolazione in deroga alle disposizioni del presente codice

Come si pu notare, la definizione lascia spazio a qualsiasi interpretazione, e le prescrizioni


particolari alle quali devono sottostare le automobili possono dare luogo a diversi tipi di
strade, dalle strade esclusivamente pedonali, alle strade miste, ai tours urbaines o woonerven.

Ma contemporaneamente alle prime realizzazioni di tours urbaines altri aspetti venivano presi
in considerazione dai ricercatori, in particolare il principio della leggibilit dellambiente,
principio che avrebbe rivestito grande importanza, grazie soprattutto alla sua adattabilit a
situazioni quali le strade principali.

Questo principio si basa su di alcuni studi sulla lettura dello spazio stradale da parte del
conducente, il quale trae le informazioni dal nastro stradale che percorre, ed t proprio
dallintenuzione dellefitto nastro che si vogliono ottenere risultati positivi. Interruzioni che,
per forma e ritmo, spingono il conducente ad adottare comportamenti ritenuti conformi al
particolare tipo di ambiente da questi attraversato, comportamenti generalmente pi moderati
e, soprattutto, uniformi. Questi concetti sono stati applicati da principio su alcune strade
nazionali e successivamente sono stati la base del pi vasto programma Ville plus stre.

Comunque, oltre ai principi sopra brevemente esposti, in Francia per quanto riguarda
specifiche normative per moderazione del traffico si dovuto attendere il 1990. In quellanno
stato emanato il decreto no 90-1060 e la rispettiva circolare dapplicazione*, che modifica il

La citazione riportata quella attuale, come modificata dal decreto 90-1060, il testo
originario era per solo leggermente differente.
1 testi della normativa francese sono pubblicati in: CETUR, Modration de la vilesse en
agglomralion. Recommandalions lechniques sur la limitafion gnralise 50 km/h,
CETUR, Bagneux 1991 e in: CETUR, Guide zone 30. Mlhodologie & recommandarions,
CETUR, Bagneux 1992
codice della strada per quanto riguarda il regime delle limitazioni di velocit in
agglomerazione. Uno dei motivi di questo decreto dovuto al fatto che il limite di velocit
precedente in area urbana era di 60 Km/h, valore ritenuto in s troppo elevato, ma anche dal
fatto che era consentito ai comuni di modificare tale limite in caso di pericolo per la
circolazione, fatto questo che, in un periodo di sensibilizzazione per i pericoli della strada, ha
portato ad un uso diffuso della possibilit di deroga, in modo che numerosi comuni hanno
introdotto limiti di 40/45 Km/h sulle proprie strade, rendendo quindi necessario un nuovo
intervento sia di omogeneizzazione che di riduzione.

Ma non solo il limite generale di velocit in ambito urbano lobiettivo del decreto. Questi si
presenta infatti come un organica ristrutturazione dei diversi regimi giuridici di trajco,
presentando il decreto la creazione o la modifica dei suddetti.

1 regimi sono 3, e ad ognuno di questi corrispondente una velocit specifica ed alcune


disposizioni particolari.

Il regime normale di 50 km/h e deve valere allinterno dellagglomerazione in assenza di


altre specificazioni.

Questo limite pu essere portato a 70 kmlh se la strada in questione dispone di un numero


limitato di accessi da parte delle attivit poste ai suoi lati e presenta scarsi passaggi pedonali
adeguatamente protetti.

Per quanto riguarda propriamente la moderazione del traffico, essa stata trattata nel terzo ed
ultimo regime di velocit, regime che stato posto a 30 km/h, istituendo il concetto di zona
30 con la definizione seguente:

II termine zona 30 designa una strada od un insieme di strade costituente una


zona di circolazione omogenea, dove la velocit limitata a 30 kmlh, e dove le
entrate e le uscite sono segnalate e sono oggetto di apposito trattamento

Si tratta di un regime che ha valore per aree, cio il segnale di inizio e fine della zona 30,
sono posti allingresso ed alluscita della zona, ed hanno valore per tutte le strade comprese
entro il perimetro prescelto.

Si rendono cos disponibili diverse modalit di circolazione, da quella, eventualmente, a passo


duomo nelle aree pedonali a quella ai 70 km/h sulle strade principali. Questi diversi regimi
possono quindi adattarsi alle differenti esigenze del sistema traffico e devono adempiere ad
alcuni requisiti.

Come si sopra brevemente annunciato, il decreto nella sua sinteticit ha istituito un nuovo
sistema di regimi di circolazione, per la cui migliore organizzazione stata pubblicata una
circolare di applicazione della legge, e, a richiesta del ministero, una serie di raccomandazioni
tecniche a cura del CETUR.

La circolare di applicazione richiama lattenzione su un obiettivo non esplicitamente espresso


dalla norma: la necessita di creare un legame fra il limite di velocit esistente su di una strada
ed il tipo di intervento progettuale da effettuarsi su tale strada.

CETUR, Modration de la vitesse en agglomration. op. cit


Questo legame poi richiesto per le zone 30 dove lautomobilista condotto a rispettare [il
limite] per mezzo di sistemazioni particolari (arredo urbano, chicanes, rialzamenti della
carreggiata, rivestimento, colori ...). incitanti lautomobilista a ridurre la velocit. Queste
sistemazioni sono obbligatorie allentrata della zona e devono essere ripetute laddove la zona
abbia dimensioni importanti.

Per quanto riguarda le strade principali, queste per poter ottenere il limite di 70 Kmih devono
avere: pochi o nessun accesso diretto da parte degli abitanti (vie laterali...); sistemazioni
degli incroci adeguate; passaggi pedonali situati unicamente agli incroci; parcheggi
regolamentati.

Allo stato attuale, quindi, anche la Francia si pressappoco allineata alle normative esistenti
fuori dei suoi confini, pur restando alcune differenze anche rilevanti.

2. LA NORMATIVA SVlZZERA

2.1. LE STRADE RESIDENZIALI


Anche in Svizzera, con le prime realizzazioni di moderazione del traffico avvenute sul finire
degli anni 70, ci si posto il problema di normare i differenti tipi di intervento, per inserirli
stabilmente nel codice della strada e nella pratica professionale corrente.

Un primo risultato si ottenuto gi nel 1980, con laggiunta dellarticolo 43 allOSR4, la strada
residenziale viene accettata allinterno del codice della strada anche se, per un suo reale
utilizzo, si attese che secondo la prassi la polizia redigesse le apposite istruzioni, cosa che
venne fatta con un ritardo di alcuni anni.

11 contenuto dellarticolo breve e semplice. Si intende per strada residenziale una strada in
cui:
La velocit di circolazione limitata a 20 km/h
Il diritto di precedenza spetta al pedone.
l Il pedone pu utilizzare la strada anche per gioco e per sport, non solo quindi per circolare.
l 11 parcheggio in tali strade consentito solo negli spazi appositamente marcati.
Le successive istruzioni della polizia, pubblicate nel 1984, e relative allinstallazione di tale
strumento, sono per state un impedimento alla diffusione di questo strumento. Ci perch le
condizioni dichiarate necessarie dalle istruzioni per poter installare il cartello sfrada
residenziale erano considerate troppo vincolanti. In particolare tali strade devono essere create
solo in aree residenziali, cio solo laddove la residenza funzione dominante e in cui la strada
non ha alcuna funzione di transito. La lunghezza deve essere inferiore ai 300 metri in caso di
strada a doppio senso o inferiore ai 600 per strade a senso unico. Deve installarsi soltanto su
strade di servizio prive di trasporto pubblico. Il traffico su tali strade limitato a 100 veicoli
allora di punta e a 500 veicoli per quanto riguarda il traffico medio giornaliero. Infine per
quanto riguarda gli interventi tisici si imponeva il livellamento della sezione stradale, per

4 Ordinanza sulla segnaletica stradale. Uno dei testi complementari al codice della strada
elvetico

nn
evitare la separazione dei differenti flussi di traffico. Come conseguenza la manualistica
svizzera corrente sconsiglia luso di strade residenziali realizzate secondo gli standard richiesti
dalla legge.

2.2. LE ZONE 30
Una delle direzioni prese dal movimento internazionale per la moderazione del traffico
quello delle zone 30 di cui si gi detto trattando della Francia. Tali zone, in Svizzera, sono
state istituite nel 1989 con il nuovo articolo 2a dellOSR, che autorizza la creazione di zone,
allinterno e per tutta lestensione delle quali, sono valide le disposizione normative che
compaiono sul cartello ZONE posto allingresso di tali aree. Assieme al cartello ZONE
devono quindi essere presenti anche i cartelli di limitazione di velocit (consentiti i 30 e i 40
km/h dalle successive istruzioni di polizia) e di disciplina del parcheggio.

Gli obiettivi di questa norma sono due. Da un lato vi una evidente economia di segnali,
dallaltro lato la possibilit di abbassare il limite generale di velocit urbano (50 km/h) per una
parte di citt.

Tale segnaletica pu essere applicata allinterno delle localit, su strade a carattere


omogeneo situate in un perimetro ben delimitato; sono escluse le strade principali, le semi-
autostrade e le autostrade.

E da notare che la competenza per linstaurazione di tali zone cantonale, dipendendo quindi
dalla legislazione cantonale vigente la possibilit o meno di delega ai comuni.

Anche in questo caso ha fatto seguito il regolamento di polizia che ha dettagliato le possibilit
di uso del nuovo segnale. Per le istruzioni di polizia le zone da moderare devono avere strade
a carattere omogeneo per funzione, uso, impressione ottica e importanza nella rete stradale
complessiva. Tali strade devono essere classificate come strade di servizio o strade colletrici
(per tale terminologia viene fatto esplicito richiamo alla norma VSS SN 640 040b). Le zone
devono essere ben delimitute cio costituire una unit , essendo limitato da strade principali
o da limiti naturali. Inoltre, dal momento che le zone devono poter essere ben percepite
dallautomobilista, non devono misurare pi di 0,4 kmq, 0,7 in casi particolari.

Prima di creare una zona necessario, sempre secondo le istruzioni di polizia, svolgere uno
studio preliminare nel quale si censiscono le velocit attuali, il volume di traffico e la casistica
degli incidenti. A questo punto, se dato il traffko e le velocit esistenti si ritiene che il solo
segnale di limitazione di velocit non sar rispettato, occorre mettere in atto anche misure
costruttive di riduzione della velocit oppure rinunciare alla limitazione.

Dal momento che allinterno di una zona le strade sono di natura omogenea, non vi quindi la
necessita di una gerarchia fra le stesse strade, per cui da ritenersi appropriato (e obbligatorio)
il principio della precedenza a destra agli incroci.

Per quanto riguarda le misure costruttive, che come si detto sopra sono necessarie in taluni
casi, esse dovranno basarsi su quelle codificate nelle norme VSS seguenti:

l SN 640280 Principi generali


l SN640281 Ostacoli trasversali
. SN 640 282 Ostacoli agli incroci
l SN640283 Restringimenti
l SN640284 Disassamenti orizzontali
l SN 640 285 Disassamenti verticali

Le istruzioni aggiungono che bisogna rinunciare a costruire ostacoli che non corrispondono
alle norme VSS; tali ostacoli compromettono in effetti la sicurezza stradale, ostacolano il
buon scorrimento del trajco.. .

E evidente che anche in questo caso la filosofia del Dipartimento di Giustizia e Polizia
alquanto differente dalla filosofia originaria da cui nata la volont politica della nuova
normativa, ma in questo caso, a differenza delle strade residenziali, gli spazi operativi
rimangono vasti.

2.3. LE NORME VSS


Come si visto sopra, in taluni casi la normativa nazionale fa riferimento esplicito alle norme
VSS, edite da una associazione professionale: lUnione dei professionisti svizzeri della strada.
Le suddette norme, pur essendo gi di per s ampiamente utilizzate in ambito professionale,
assumono a seguito di questi richiami, un carattere vincolistico.

Le norme VSS che hanno attinenza con il settore della moderazione stradale sono la SN 640
040b Tipi di strade e la serie SN 640 280/5 Moderazione del traffico.

La prima norma, Tipi di strade, ha interesse in quanto stabilendo la gerarchia stradale,


consente o meno interventi su alcuni tipi di strade. La prima suddivisione stabilita quella fra
strade soggette a circolazione e strade di interesse locale.

Le strade soggette a circolazione devono essere concepite in funzione del traffko motorizzato,
sforzandosi di mantenere il profilo costante il pi a lungo possibile. Per quel che riguarda
pedoni e ciclisti, devono spostarsi se possibile in aree separate o comunque essere
regolamentati.

Le strade di interesse locale, in cui il trafftco ha funzione secondaria, devono permettere in


tutta sicurezza lo svolgimento di attivit varie, e devono essere concepite in modo che il
traffico vi scorra a velocit ridotta e alloccorrenza giudizioso moderare il traffico
attraverso misure costruttive.

Pi in dettaglio la norma stabilisce 5 tipi di strade:

l strade di grande scorrimento


l strade principali
l strade di collegamento
l strade colletrici
l strade di servizio

Le strade sulle quali sono consentiti interventi di moderazione della circolazione sono le
strade colletrici e le strade di servizio.

22
Le strade colletrici sono quelle che fanno da collettore, raccogliendo il traffico proveniente
dalle strade di servizio, convogliandolo su strade di livello superiore.

Le strade di servizio sono definite come quelle strade che servono le singole parcelle ed
edifici e che riconducono il traffico sulle strade colletrici.

Le successive norme VSS trattano delluso dei diversi dispositivi di moderazione della
circolazione. La prima di queste principi generali, contiene indicazioni relative al progetto
stradale con finalit di moderazione del traffico.

Queste indicazioni hanno validit solo per strade colletrici di quartiere, strade di servizio e
strade residenziali.

Le misure da prendere su tali strade dovranno permettere:

l Di evitare il traffko di transito estraneo al quartiere.


l Di ridurre il disturbo del traffico locale.
l Di adattare la strada allambiente costruito e alle esigenze dei suoi abitanti.

Viene quindi data una tabella indicativa sulle caratteristiche delle strade moderabili

Strada colletrice Strada di Strada


di quartiere servizio residenziale
Priorit Veicoli a Parcheggio di Pedoni,
progettuali motore, lunga durata biciclette
biciclette,
oedoni
250 100

Camion Furgone,
automobile

Possibilit di Camion/auto Autolauto Auto/bicicletta


incrocio
Velocit di base 40 <40
ww
Distanza di 240 220 210
arresto (m)

rab 3 -Tabella riassuntiva delle caratteristiche delle strade


3, LAPPLICAZONE DELLA NURMA-WA PER
LA MODERAZONE DEL TRAFFICO (ZONE
301
Per quanto riguarda la parte maggiormente innovativa: le zone 30, il metodo e le
raccomandazioni per la loro applicazione sono stati pubblicati, per quanto riguarda
lesperienza francese, a cura del CETUR. Queste raccomandazioni possono essere cos
riassunte:
l Una zona 30 deve essere creata solo laddove la vita locale preponderante o comunque
intensa, per cui essa trova la sua giustificazione in quartieri residenziali o commerciali,
oppure su strade dove la funzione locale predomini sulla funzione circolazione, comprese
certe strade a forte trafjco.
Per quanto riguarda i criteri per identificare le aree idonee a divenire zone 30, si consiglia di
considerare due aspetti:
l La fimzione di circolazione. Cio la struttura dellintera rete viaria urbana, che deve
comunque essere in grado di sopportare la maggior parte di traffico anche quando con
listituzione di zone 30 le maglie minori della rete siano scomparse o, in ogni caso, ridotte.
La coerenza urbana. Intendendo con questo termine lomogeneit del quartiere ed il rispetto
dellidentit storica preesistente, e la possibilit di identificazione chiara e rapida dei limiti
della zona da parte di tutti gli utenti. Da questa omogeneit di una zona, ne scaturisce che
occorre trattare le strade interne alla zona in modo uguale fra di loro, cio senza
riconoscere alcune gerarchia stradale interna. Perci bene che, per rimarcare questa
uniformit, agli incroci valga la regola della precedenza a destra, eliminando cos strade
con diritto di precedenza.

Una volta tenuto conto della gerarchia stradale e dellidentitA dei quartieri, nella generalit di casi una
zona 30 sar unarea il cui perimetro 6 costituito da strada della rete principale (strade limitate a 50
km/h) i cui limiti possono essere ragionevolmente compresi tra i 200 m e i 2 km di lato.

CETUR, Guide zone 30. op. cit.


Allo schema ideale esposto in precedenza possono sostituirsi variazioni particolari, per esempio un
strada principale limttata a 50 kmlh attraversante una zona 30 pu venire semplicemente integrata
nella zona.

Pi complesso invece il caso riguardante il rapporto tra strade principali limitate a 70 km/h e
le zone 30, perch non ragionevolmente possibile creare una zona 30 direttamente su una
strada principale. Per una corretta integrazione occorre che si verifichi uno dei tre casi
seguenti:

Caso 1. Se Iaccesso
Li
alla zona 30 awiene
70
30

attraverso
76

un incrocio sufficientemente oenalizzante Der il


traffico automobilistico, allora e possibile che la zona 30 sia tangente alla strada principale.

Caso 2. Se la condizione di cui al punto 1 non si dovesse verificare, occorre creare, sulla strada
principale, un tratto limitato a 50 kmlh, e srstemato in modo tale per cui tale velocita non sia
ragtonevolmente superabile.
Caso 3. Infine, pu essere creata una via di raccordo, limitata a 50 km/h tra la zona e la strada
principale.

Una volta stabilito linsieme delle zone di un comune ed il loro perimetro, lorganizzazione
delle singole zone deve rispondere ad alcuni requisiti.

Innanzitutto gli ingressi e le uscite devono essere segnalate con gli appositi cartelli, ben
visibili e riconoscibili, devono cio creare un effetto di porta.

Per esempio attraverso un restringimento della carreggiata

Oppure una diversa pavimentazione, eventualmente rialzata

Per quanto riguarda invece i singoli strumenti rallentori, atti cio a rendere realmente
accettabile la condotta lenta del veicolo, i tipi proposti dal CETUR in Francia e dalle norme
VSS in Svizzera non si discostano dalla pratica internazionale consueta. 1 pi utilizzati
saranno brevemente trattati di seguito riportando i consigli tecnici corrispondenti e sono:

- Trattamento della sezione stradale


- Trattamento degli incroci.
l Interventi puntuali.
3.1. TRATTAMENTO DELLA SEZIONE
STRADALE.
Di cui parleremo nel capitolo successivo

3.2. TRATTAMENTO DEGLI INCROCI.


Gli incroci per la loro importanza tanto nella struttura della rete viaria, quanto nella loro
riconoscibilt, sono elementi particolarmente idonei ad interventi di moderazione del traffico.
Ricordiamo che allinterno delle zone 30 vige la regola del diritto di precedenza a destra agli
incroci, con la sola eccezione, eventuale, in caso di incrocio a giratoria, dove la precedenza a
chi percorre la rotatoria.

Anche in questo caso diversi sono gli strumenti:

Riduzione delle dimensioni della carreggiata e del raggio di curvatura. Hanno diversi effetti,
da un lato riducono direttamente la velocit creando un effetto di strettoia e una maggiore
difficolt nel cambiare direzione, dallaltro lato facilitano la visuale e la posiibilit di
attraversamento dei pedoni.

Esempio di riduzione delle dimensioni dellincrocio e dei raggi di curvatura.

Dissassamento delle strade convergenti allincrocio. Analoga al caso precedente ed alle


chicanes create su singole strade, questo tecnica ostacola la percezione della continuit
stradale, agendo cos da freno psicologico per chi arriva allincrocio.

Esempio di disassamento delhncrocio


Sopraelevazione dellincrocio o di parte dellincrocio. Ha funzione di riduzione diretta della
velocit, ma il valore principale di questa tecnica consiste nella messa in valore, dovuta alla
differenziazione rispetto alla rete viaria normale, dello spazio incrocio, nel quale generalmente
vengono aumentate le possibilit di fruibilit pedonale.

Un rialzamento dellincrocio e un trattamento diversificato della pavimentazione rendono lincrocio


particolarmente sicuro e, eventualmente, attraente.

Restringimenti delle strade convergenti allincrocio e particolari trattamenti arborei possono cambiare
laspetto di un incrocio.

Osfacoli agli incroci. Come caso estremo, qualora si abbia la necessit di bloccare il traffico
in alcune o in tutte le direzioni di un incrocio, possibile creare degli ostacoli che,
adempiendo al proprio compito, consentano il traffico delle biciclette.

Schema di un ostacolo diagonale (dalle norme VSS)


Schema di un ostacolo centrale (dalle norme VSS)

Incroci a rotatoria. Una particolare forma di trattamento degli incroci che sta incontrando
sempre maggiore fortuna quella degli incroci a rotatoria. Generalmente utilizzate per incroci
posti su strade a grande percorrenza, sono state riscoperte per un uso in ambito urbano con
una nuava norma: la precedenza a chi percorre la rotatoria.

Utilizzate in alternativa agli incroci tradizionali, consentono una maggiore scorrevolezza e


capacit del flusso di traffico. Inoltre riducono considerevolmente i punti di conflitto.

In un tradizionale incrocio a quattro rami, i punti di conflitto dl una rotatoria sono 8 contro i 32 di un
Incrocio tradizionale.

La possibilit di impiantare rotarie anche in spazi urbani ristretti stata pi volte sperimentate
in diversi paesi europei. In Francia si sono realizzati interventi senza modificare
significativamente la geometri dellincrocio. Inoltre per la realizzazione dellisola centrale si
sono usate tecniche diverse, ma le pi efficienti si sono dimostrate le isole transitabili o
semitransitabili, cio leggermente rialzate in modo da consentire la transitabilit a velocit
consentita ad alcuni veicoli (in genere i mezzi pesanti, ma esistono rotatorie che obbligano
chiunque a transitare su di esse e quindi a ridurre ulteriormente la velocit).
Esempio di minirotatoria con isola centrale transitabile

Coqe A-A

Una minirotatoria a Riehen (SV)


Una minirotatoria carreggiabile, funzionante anche come rallentatore. Reinach (SV)

Una minirotatoria a Chantepie (Frj.


3.3. INTERVENTI PUNTUALI.
Possono assolvere due funzioni: la prima e pi ovvia, quella di ridurre la velocit provocando
un impedimento al veicolo, la seconda quella di risolvere piccoli problemi locali (passaggi
pedonali, parcheggi ecc.)

Fra gli interventi puntuali pi diffusi vi sono:

I restringimenti puntuali deh carreggiata. 1 quali, oltre ad avere un effetto sulla velocit, ma
solo in determinate circostanze, possono servire per organizzare i parcheggi sui lati della
strada, o per aumentare la sicurezza di un passaggio pedonale.

In caso di strada a due sensi di marcia, il valore a, per avere effetto sulla velocit deve essere inferiore
ai 3 m. In caso di strada ad un solo senso si consiglia di scendere sotto 2,5 m. (CETUR)

Le chicanes. La variazione nella traiettoria di una strada altrimenti rettilinea ha in influsso


negativo sulla velocit sostenibile, che tende quindi a ridursi. Inoltre tale tecnica stata
sovente usata in concomitanza con un trattamento alternato dei parcheggi. Tecnica questa che,
se realizzata con semplice pittura degli spazi di sosta, risulta molto economica.

In caso di strada non percorsa da mezzi di trasporto publico. possono valere i seguenti valori b=ll,5
m, c=2,5 m. a=3 m. In caso di passaggio di mezzo publico allora b=17 m, c=5,5 m, a=3 m. (CETUR)
Le isole spartitrufico. Utilizzabili sia per ridurre puntualmente la sezione stradale che per
indurre una modificazione nella traiettoria. Possono essere realizzate in modi diversi ed essere
transitabili o no.

Nellesempio sopra riportato, unisola spartitraffico utilizzata per ridurre la larghezza stradale
(eventualmente per facilitare lattraversamento pedonale). Le dimensioni sono: a=2,5 m, b= 1 m, c
compreso tra 5 e 10 m (CETUR)

Unaltro tipo di isola quello ottenibile con con isole puntuali, in genere alberi o elementi
decorativi. Anche in questo caso con ii restringimento della sezione stradale si ottiene di
impedire sorpassi tra i veicoli e proezione diretti per i pedoni

Per strade di particolare importanza, per esempio i aree centrali, il restringimento mediante isole al
centro della strada pu prendere la forma di una strada alberata.
I rialzamenti deh carreggiata. Intervendo estremamente diffuso, al punto che
comunemente identificato come lunico strumento di riduzione della velocit da parte degli
automobilisti. Ne esistono alcuni tipi i pi comuni sono il dosso e il cuscino berlinese. Il
primo il pi consueto ma anche il pi criticato, non solo dagli automobilisti. In particolare
crea problemi se transitati da autobus o da ciclisti e a causa della necessit di risistemare il
sistema di deflusso delle acque piovane. Il secondo, il cuscino berlinese, deve il suo nome alla
citt dove ha avuto la prima grande diffusione e pu essere considerato un perfezionamento
del dosso tradizionale, del quale risolve i problemi sopra accennati.

Per un valore di LA compreso tra 5 e 10 metri, laltezza HA non dovrebbe superare 8-12 cm. In ogni
caso la pendenza della rampa dovrebbe essere compresa tra il 10 e il 20 %. preferendo i valori pi
bassi in caso di passaggio di autobus. (VSS) i

Il cuscino berlinese. In caso di senso unico (raccomandazione tedesca) a minimo 1.7 m, ma


comunque in funzione del passo di eventuali autobus, b non piU di 1 metro, c compreso tra 3 e 5 metri.
La rampa r puh essere di 20 cm in caso di altezza di 5 cm, oppure ~25 cm se Ialtezza di 7 cm.

,, 1
FRANCIA
_.

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STUDIO. STRADE PRINCIPALI
NORMATIVE VSS
Vereinigung Schweizerischer Strassenfachleute Schweizer Norm
Union des professionnels suisses de la route Norme Suisse
Unione dei professionisti svizzeri della strada Norma Svizzera

640280
EINGETRAGENENORM OERSCHWEIZERISCHENNORMEN-VEREINIGN SN NORME ENREGISTREE
DE LASSOCIATIONSUSSE DE NORMALISATION

Verkehrsberuhigung Modration du trafic


Principes gnraux

A. Allgemeines A. Indications gnrales

1. Geltungsber.e/ch 1. Domame dapplfcat!on


Diese Norm gilt far nutzungsorientierte Sammelstrassen Cette norme sapplique aux routes collectrices utilitaires
soww Erschliessungs- und Wohnstrassen. ainsi quaux routes de desserte et aux rues rsidentielles.

2. Gegenstand 2. Objet
Drese Norm enthalt Richtlinien und Htnweise, dia bel der Cene norme contient des dtrectives et des indications rela-
Prolektierung und Gestaltung verkehrsberuhigender Mass- tives aux profets damnagements routiers desti& a mode-
nahmen baulicher Art zu berticksichttgen Sind. rer le trafic par des dispositions constructives.

3. Zweck 3. But
Drese Norm vermtttelt die planerischen Voraussetzungen Celle norma fournit les condittons pour les projets de mod-
zur Anordnung verkehrsberuhigender Massnahmen. ration du trafic et doit favoriser la vue densemble de ce
Dadurch soll die gesamtheitliche Betrachtungsweise gefor- problme.
dert werden

0. Planerische GrundsSze 8. Principes de planification

4 Flanensche Zielsetzungen 4. Buts des projets


Das Strassennetz tnnerhalb von Wohn- und Kerngebieten Le rseau des routes dans les agglomrations et les centres
hat unter anderem dre wrchtrge Funktton. die Zufahn oder urbains doit assurer. entre autres, les accs aux bordiers.
zumtndest den Zugang far die Anlieger zu gewahrleisten. Tout en marntenant tette fonction. la modration du trafic a
Verkehrsberuhtgung zielt darauf ab. durch bauliche. ver- pour but de grer le trafic faide de restricttons de la
kehrsregetnde und gestaltensche Massnahmen den Ver- circulation et damnagements routiers destrns respecter
kehrsablauf auf seine drrekte Umgebung abzustimmen und Ienvtronnement et augmenter la scurit et la qualit de la
damrt zur Hebung der Stcherhett und Wohnqualitt beizu- vie des habttants.
tragen.
De Massnahmen sollen bewirken. dass Les mesures doivent permettre

- rn den Quanieren der Durchgangsverkehr vermieden - dviter le trafic de transit dans les quartiers.
wrrd, - de rduire au mteux les nuisances du trafic bordier
- der Anliegerverkehr mehr Riicksicht erfahn, sodass seine - dadapter Iespace routier au site bati et aux besoins de
negatwen Auswirkungen minimiert werden. ses habitants.
- der Strassenraum vermehn auf das Ortsbild und die
verschredenen Eledurfnrsse der Anwohner ausgerichtet
werden kann.
SN 640280 2

Voraussetzung dabei ist, dass fiJr die iibergeordneten Ver- Est rserve Iexistence dun rseau de routes de types
kehrsbeziehungen ein angemessenes Strassennetz suprieurs adquat faisant partie dun plan directeur des
besteht. welches Bestandteil eines Verkehrskonzeptes ist. transporis.
Dies bedingt. dass jeder Strasse eine klar definierte Funk- Ce plan directeur exige. pour chaque route. une fonctlon
tion zugeordnet wird. In Tabelle 1 sind die wesentlichen bien dfinie. Le tableau No 1 fai! ressortlr les prlnclpales
Merkmale hiezu zusammengefasst, welche auch die Rand- caractristiques Qui prcisent les conditions serva! de base
bedingungen fur die Anordnung verkehrsberuhigender aux projets de modration du trafic Les transports publics
Massnahmen darstellen. Otfentliche Verkehrsmittel sollen ne crculetont quexceptionnellement sur une route traflc
nur ausnahmsweise Liber verkehrsberuhigte Strasse modr.
gefiihrt werden.

Tabelle 1 Tableau 1
Merkmale fiir die Protektlerung von Strassen un Wohn- und Kemge- CaractBristiques pour les projets de routes dans les agglomerattons
et les centres urbains.

Nutzungs- Erschlies- Wohn- Route Route de Rue


orientierte sungs- strasse CoIIectrIce desserte r&dentlelle
Sammel- strasse ulllltalre
strasse

Vorrang bei Motorfahr- Langparken, Vhlcules B StatIOnne PlC3lWlS.


der Protek- zew Wenden moteur. ment long deux-roues
t1erung Fahrrad, deux-roues dure. bgers
Fussganger 1gers. rebrousse
pi&ons mente

Maximal LU- Trafic max. 500 250


Mssige Ver- admis (Uv/h)
kehrsmenge
(MfzJh)

Massgeben- Lastwage Lieferuagen, Vhwles Camlons Camfons Vehlcules


des Fahr- PetsOnelI- dtermlnants de kvra~son.
zeug fur wager? pour la go- VoItures
Geometrie mtne

Massgeben- Lastwage/ PWsOe- VOltUreSi


der Begeg- PWsOe- wageni deux.roues
nungsfall waged Fahrrad leged

Ausbauge- v de 40
schwmdig-
keit (kmih)
V, (km/h)

Anhaltesicht- Dlstance 5 40
weite (m) drr&t (m)

Anforderungen fur LastenzOge und Sattelschlepper fallwelse ab- Les exlgences des trelns rout~ers et des serri-remorques sont a
kkiren Btudler de cas en cas
Anforderungen fur Fahrzeuge der kommunalen Dlenste fallweise Les exlgences des vhlcules des sewxes communaux soni a
abklaren tudler de cas en ces
1 ausser an elnzelnen Stellen Iexcept~on de certe~ns endrolts
an vereinzelten Begegnungsstellen certams endrolts de cro,sement
durchgehend 5 su, toute la longueur
SN MO280 3

5. Verkehrsbervh~gende Massnahmen baulicherA0 5. Modration du tratic par des dispositions constructives


Um die erwahnten Ziele LU erreichen. gibt 8s eine Reihe von Afin datteindre les buts rechercns. il exlste une srie de
Massnahmen. die den Strassenbau betreffen. Sie lassen dispositions qui concernent la technique routibre. Celles-ci
sich gemass Tabelle 2 in zwei Gruppen gliedem: peuvent tre divises en deux groupes:

Tabelle 2 Tsblaau 2
Baulohe Massnahmen zur Verkehr&eruhlgung Dapositions constructives pour la mcdration du trahc

Massnahmen mit dam Ziel Massnahmen mit dem Ziel C)ispositions ayant pour Ihsposttions ayant pour
der Verringerung der der Geschwindigkeits- b#ut la rduction du volume but la rdduction de la
Verkehrsmenge reduktion de la circulation vitesse

Puersperre Einengung lbstacles transversaux RMrcissement


Unterbruch des Strassen- Gliederung des Strassen- tupture du trac routier, Structuration de Iespace
ruges, gegebenenfalls Of- raumes durch Mittelinseln. n tenant compte ven- routier par des ilots cen-
lenhaltung fur die Durch- Einbauten in der Mitte der lellement du passage n& traux. des obstacles situ&
fahrl kommunaler Fahr- Strasse sowie Fahrbahn- essaire aux vbhicules au centre de la chauss6e
reuge oder Fahrrader verengungen les services communaux ou par le r&r&issement
Dadurch attraktivere u aux deux-roues Igers de la chauss6e
StrassenWerquerungen On favorise ainsi le pas-
ftir Fussganger sage des pi6tons.

Knotensperre Horizontaler Versatz )bstacles dan8 les car- Wcrochement hori-


Unterbindung einer oder Bewirkt optische Untertei- efours zontal
mehrerer Fahrbeziehun- lung des Strassenraumes, juppression dune ou plu- Subdivision voulue de
gen am Knoten Moglichkeit derdifferen- ;ieurs liaisons dans les Iespace routier. diverses
zierten Gestaltung arrefours possibilit& dambnage-
ment

Vertikaler Veraatz Decrochement vertical


Anhebung der Fahrbahn Exhaussement de la
auf gewissen Teilstucken; chauss6e sur certains
Unterbruch des gewohn- troncons; interruption de
ten Bildes der Fahrbahn Iaspect usuel de la
Verbesserung der Fuss- chauss6-s
gangerbeziehungen quer Amlioration des pas-
zur Strasse sages pitons
!w 640280 4

6. Anwendungsbereich: Tor, Knoten, Strecke 6. Champ dapplication: Ac&% carrefours, trowns inrf
m&iaires
Die unter Ziffer 5 genannten Massnahmen Sind auf ihre Les mesures indiqu6es sous chiffre 5 sont applicables da
spezifische Wirkung hin anzuordnen. beispielsweise der des cas bien pr&is; le d&xochement verti4 de la chaL
vertikale Venatz bei Fussgangerquerbeziehungen, um s6e par exemple doit mettre en Bvidence les liaisons PI
diese hervorzuheben. tonnes.
Um eine moglichst homogene Verkehrsberuhigung in einem Afin dobtenir une modbration homogbne du trafic dans I
Wohnquariier zu erreichen, Sind die Massnahmen nicht quartier rbsidentiel. des mesures isol6es ne sont pas ini
einzeln anzuordnen; Kombinationen Sind emiinscht. q&es: les combinaisons des diffbrentes mesures sont sc
haitbes.

Tabelle 3 Tabluu 3
Anwendungsbereiche der Massnahmen Champ dapplication des mesures

Tor Acds
Dem Tor als Abgrenzung des verkehrsbwuhigten Gebie- Les ac& jouent un @le important camme dblimitation
tes kommt grosse Sedeutung zu; denn nur wenn der des zones dont le trafic doit Btre nwd&& en effet, les
Verkehrsteilnehmer wirklich sieht und spUrt. dass erdie usagen de la route doivent percevoir quils quittent le
verkehrwdentierten Strassen verMsst und in ein b%ru- r&eau routier prtncipal et ac&dent B une zone de trafic
higtes Gebiet einfahrt. ist er bereit. sein Verhalten anzu- mod4r6, conditiin n6cassaire pour adapter leur compor-
passeri. tement.

Knoten carrafours
Dem Knoten ist besondere Seachtung bei der Gestaltung Les carrefours doivent 8tre soigneusement BtudiBs et
zu schenken. da hier durch die vermehrten Begegnun- am6nag6s. car ce sont des endroits dangereux.
gen verschiedener Verkehrsteilnehmer konzentriert
Gefahrenstellen entstehen.

Strecke Tronwns IntenMalres


Innerhalb des beruhigten Gebietes sol1 versucht werden, Dans la zone a trafic mcd&& Iespace routier doit 8tre
den Strassenraum zu giiedern. Insbesondere sollen die structur6. Les mesures adopt6es doivent mettre en Bvi-
Massnahmen auf Gefahrenstellen hinweisen und ver- dente les endroits dangereux et pennettre un% utilisatiir
schiedene Nutzungen auf der Strasse ermoglichen. vari80 de la route.

7, Signa/isation 7, Signalisation
Die baulichen Massnahmen Sind so anzuordnen. dass Ver- Les mesures constructives seront am6nag8es de manibrf
bots- und Gebotssignale Uberfliissig Sind. rendre superflue une signalisation.
Verkehrsberuhigung Modration du trafic
Querrperre Obetecle tmnavereel

A. Allgemeines A. Indicetlons gtimlee

1. Geltungsbereich 1. Domaine dapplication


Diese Norm gilt fur dia Anordnung von Quersperren bei der Cette none sapplique aux amenagements dobstacles
Neuerstellung oder Neuordnung von Erschliessungs- und transversaux lors de Iamenagement ou de Iassainissement
Wohnstrassen. des routes de desserte et des rues residentielles.

2. Gegenstand 2. Objet et but


Drese Norm enthalt Richtlinien und Hinweise, die bei der Cene norme contient des directives et des indications appli-
Projektierung von Querspanen zu berijcksichtigen Sind. cables aux projets dimplantation dobstacles transversaux.

3. Eegnff 3. DBfinifion
Als Quersperre wird die bauliche Massnahme bezeichnet, On entend par obstacle transversal une disposition con-
durch dre die regelmassigen Fahrbeziehungen auf der structive qui emp6che les usagers motoris4s ou les autres
Strecke fur deh motorisierten oder den gesamten Verkehr usagers dutiliser les liaisons routieres regulieres. Cartaines
unterbrochen werden. Einzelne Dienstleistungsverbindun- liaisons de set-vice peuvent etre maintenues.
gen konnen dabei moglich bleiben.

4. Grundlagen 4. Principes
Die Richtlinien fur die Anordnung von Cluersperren basieren Les directives pour Iamenagement des obstacles transver-
auf folgenden Grundlagen: saux se basent sur les principes suivants:

Tabella 1 Tableau 1
Grundlagen frir die Anordnung von Quersperren Prfncipes pour Iam6nagement des obstacles transversaux.

Erschliessungs- Wohnstrasse Route de Rue


strasse desserte residentielle

Massgebendes Lashvagen Lieferwagen. Vehiculede- Camions Voitures de


Fahrzeug fur Personenwagen temtinant pour livraison,
Geometrte la g6ometrfe automobiles

Anhaltesicht- 2 20 t 10 Distante 220 210


weite (m) darret (m)
SN 640281 2

8. Projektlerung 6. Projet

5. Geomettie 5. GBomdtrte

Abb. 1 Fig. 1
Schema emer Quersprre SchBma dun obsfacle transversal

6.: Abhtigig von Fahrzeugtypen. die regel- BS: d6pend des fypes de v6hicules qui traver-
m&sig (~6. Fahrrad, Post, Kehrichtabfuhr) sent le pesage r&r6ci &guli&ement
oder ausnahmsweise (Nolfahrzeuge wie (deux-roues. poste, ordures) ou -ion-
Feuemehr. Ambulanz und Polizei) die nellement (feu, police. ambulante).
Quersprre passieren.

4: Abhangig von AusfOhrung (siche Abb. 2 4: d@end de Iex6cutiin (voir fig 2 el 3)


und 3)
. . . . . . . . . . . . . . . . Passager*tr6ci
.:.~.:.:..~.....::. .!Mektiver Durchfahrtsbereich . . . . . . . . . . . . . . . . .
.:~.:~.:.:.:.:.:.:~.:~.:~.:~ ,,&$@ihe Losunge: ..<:.......~~~....
. . . . . . . . . . . . . . . . .
sj&ns po&b&:
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...<
... . . . . . . . . . . . . . . . . .
- Umlegbarer oder versenkbarer Pfosten . . . . . . . . . . . . . . . . . - poteau rabanable ou escamotable aver
mit Schliissel und mif Mlbruchslelle. Cl&
- Schranke un &fnen mif Schlirssel. - barri& amovible B cl&
- Falls Durchfahrtserlaubnis nur fiir Fahrr& - lorsque le passage des deux-roues est
der, BS kleiner als Personenwagenbreite seul autoris6, on choisira pour & une
w&hilhlen. valeur inf&ieure & la largeur dune auto-
mobile.
6. Beispiele 6. Exemples

Abb. 2 Fig. 2
Provisorische Quersperre Obstacle transversal provisoire

Abb.3 Fig. 3
Ouerspsne obstade trmsversal

C. Betrieb c. Exploltauon

7. PossibilitB de rebroussemeni
Bei der Anordnung von Quersperren ist die Wendemoglich- Lors de Iam6nagement des o4stacles transversaux
keit von Motorfahrzeugen zu prirfen. Wrrd die Sackgasse sibilit6 de rebroussement de vbhicules B moteu
haufig von gr6sseren Fahrzeugen benutzt. ist eine Wende- ewaminer. LA o limpasse est utili& &guli&rement
anlage vorrusehen. v6hiiules lourds, une placa de rebroussement est
nager.
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640282
EINGETRAGENENORM DERSCHWEIZERISCHENNORMEN-VEREINIGNG SN NORMEENREGISTREEDE LASSOCIATIONSUISSEONORM*LIS*TION

Verkehrsberuhigung Modration du trafic


Knotensperren Obstacles dan8 les csrrefours

A. Allgemeines A. Indlcatlons gh4rsles

1. Geltungsbereich 1. Domaine dapplication


Diese Norm gilt fiir die Anordnung und die Eestimmung der Gatte norme sapplique aux amenagements et defimt la
Geometrie von Knotensperren bei der Neuordnung von geometrte des obstacles dans les carrefours des routes
nutzungsorientierten Sammelstrassen sowie Erschlies- collectrices utilitaires el de desserte.
slmgsstrassen.

2. Gegenstand 2. Objet et but


Diese Norm enthalt Richtlinien und Hinweise, die bei der Cene norme contient des directives et des indications appli-
Projektierung von Knotensperren zu berijcksichtigen Sind. cables aux projets dobstacles dans les carrefours.

3. Begrtffe 3. Wtinition
Als Knotenspene wird die bauliche Massnahme bezeichnet, On entend par obstacles dans les carrefours les dispositions
durch die eine oder mehrere Fahrbeziehungen ah einem constructives a prendre pour interrompre partiellement ou
Knoten fiir den motorfsierten oder den gesamten Verkehr totalement le trafic dans une ou plusieures directions. On
unterbrochen werden. Man unterscheidet dabei zwischen diffarencie les obstacles diagonales des obstacles centraux.
Diagonal- und Zentralsperren.

4. Grundlagen 4. Prtncipes
Die Richtlinien fiir die Anordnung von Knotensperren basie- Les directives pour Iamenagement des obstacles dans les
ren auf folgenden Grundlagen: carrefours sinspirent des ptincipes suivants:

Tsbslle 1 Tabtuu 1
Gnmdlagen Mr die Ahordnung veh Kholenspetren Pdnopes pour Iamenagement des obstsctes dsns les canetours

l
Nutzungs- Route Route de
ortentierte collecttice desserte
Sammelstrasse utilitaire

Lastwagen Vehicule deter- Camions Camions


minant pour la
geometrie

Distante 240 t 20
darret (m)

hfordetwgen fiir LastenzOge und Sattelschlepper fatiweiss sb Pour les traini mutiers w les semi-rsmxques: sdaplabon de CBS
klaren. en cas.
SN 640282 2

8. Projektierung 8. Projet

5. Geometrie der Diagonalsperre 5. Gomhrie dun obstecle diagonal

Abb. 1 Fig. 1
Schema einer Diagonalsperre SchBma dun obstacle dlagonal

Tabelle 2 Tableeu 2
Abmessungen der Diagonalsperre Dimensions de Iobstacle diagonal

Nutzungsorientierte Erschliessungs- Route collettrice Route de desserte


Sammelstrasse strasse utilitaire

BZ Bentitzung des Gegenfahrstreifens


wagen erlaubt
ftir Last- Utilisation
camions
possible de la voie opposde pour les

SON 2 1.50 S (m) > 1.50

DCm) Durchfahrt fur Fahrrad: 1.2d D(m) Passage pour cycles: 1.20*

ER,
nicht verandem, sonst auf Diagonalsperre RI Ne pas varier, sinon renoncer Iobstacle
vetzichten diagonal

Gilt als Mindestmass bei Sepflanzung und zentraler Signalisation; Largeur minimale n&essaire pour les plantations et les signaksa-
bei Provwrien kann S kleiner gewahlt werden. tions routi&res; S peut Btre rMuit pour les ilots provisoires.
2 Sa nutzungsorientierien Sammelstrassen smd zusAtzliche 2 Pour les muta collectrices utilitaires. des dispositions de s&uritB
Soherheitsvorkehrungen (Wartelinie, Stop) nohvendig. suppl6mentaires sont nt%cessaires (ligne darr&A. stop).
6. Geometrie der Zentralsperre 6. Gomhie dun obstacle centra/

Abb. 2 Flg. 2
Schema einer Zentralsperre SchBma dun obstacle central

Tabelle 3 Tableau 3
Abmessungen der Zentralsperre Dimensions de Iobstacle centra1

Nutzungsorientierte Erschliessungs- Route collettrice Route de desserte


Sammelstrasse strasse utilitaire

82 zu uberprufen mit Schleppkurven oder Fahr- A contrler avec chablons


versuchen ou essais SUI place

D Cm) Durchfahrt fur Fahrrad: 1.20 D (m) Passage pour cycles: 1.20

R nicht verandem. sonst auf Zentralsperre 6 Ne pas varier, sinon renoncer Iobstacle
verzichten centra1

Bei nutzungsonentwten Sammelstrsswn sind zusMiche Pour les routes collectr~ces ut!IItaires des dlspoatwns de sec
Sicherheitsvohehrungen (Wartelinie, Stop) notwendlg. suppl6mentalres sont n6ceswres (Ilgne darr8t. stop)

C. Betrleb C. Exploltation

7. Signalisation 7. Signalisation
Falls durch die bauliche Umgestaltung die Linienfuhrung Lorsque le cheminement manque de clart (dans les c
nicht ausreichend erkennbar gemacht werden kann (2.B. provisoires), il faudra pixer une signalisabon adquate
bai Provisorien). Sind die Fahranordnungen zu signalisieren.
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640283

Verkehrsberuhigung Modration du trafic


Einengungen Rtrecissements

A. Allgemeines A. Indications generales

1. Geltungsbereich 7. Domaine dappkation


Diese Norm gilt fur die Anordnung sowre fur die Bestimmung Cette norme sapplique aux amenagements et definrt 1
der Geometrie von Einengungen bei der Neuerstellung und geometrie des retrecissements des routes collectnces utill
Neuordnung von nutzungsorientierten Sammelstrassen taires et de desserte ainsi que des rues residentielles.
sowie vo Erschliessungs- und Wohnstrassen.

2. Gegenstand 2. Objet
Diese Norm enthalt Richtlinren und Hinweise, die bei der Cette nomle contient des directives et des indicatrons appli
Projektierung von Einengungen zu berucksichtigen Sind. cables aux projets de rtrcissements.

3. Begritte 3. Dtinition
Einengungen verringern an gewahlten Stellen die Fahr- Les r&r&cissements limitent la largeur de la voie de circula
bahnbreite und verandem den Strassencharakter so, dass tion a das endroits choisii et wntrjbuent a modifier II
das kleinraumige Geprage des Strassenraums vermehrl carattere de la route. en menant en Bvidence de petits coi:
betont wird. empreints de cachet.
Zugleich werden die Strasseniiberquerungen fur den Fuss- Simultanement, les traversees pietonnes deviennent plu,
oanoer
1~ e attraktiver. Man unterscheidet zwischen Einbauten attractives. On differencie les amenagements sis au mille1
in der Mitte der Strasse und seitlichen Fahrbahnveren- de la chaussw de ceux situes lateralement.
gungen.
SN MO283 2

4. Grundlagen 4. Principes
Die Richtlinien fiir die Anordnung von Einengungen basie- Les directives pour Iamenagement de retrecissements
ren auf folgenden Grundlagen: sinspirent des principes suivants:

Tabelle 1 Tableau 1
Grundlagen fcr dre Anordnung von Einengungen Princrpes pour Iamnagement de retrcissemenls

Nutzungs- Erschlies- Wohn- Route Route Rue


orientierte wngs- strasse collettrice de dessene rsidentialls
Sammel- strasse utilitaire
strasse

Ausbau- 40 c 40
geschwin- Vitesse VA 40 540 -
digkeit VA (km/h)
(kWh)

Mass- Lastwagen Lastwagen Liefemagen Vehicule camions camions voitures de


gebendes Personen- d&ermi- livraison,
Fahrzeug fu r wagen nant pour la auto-
Geometrie geomtrie mobrles

Massgeben. Lastwagem Personen- Personen- Gas de camions/ auto- auto-


der Begeg- Personen- wagenl croisement auto- mobile9 mobileti
nungsfall wager? PeYsonen- Fahrrad4 dterminant mobiles auto- deux-roues
wagens mobiles3 14gers4

Anhalte- > 40 220 2 10 Distante 240 2 20 210


sichtweite darrt
Cm) Cm)

Anforderungen fur Lastenzuge und Sattelschlepper fallwerse ab- Pour les tram routiers et les seme-rsmorques: Adaptation de cas
klaren en cas
ousser bei e~nzelnen Ernengungen sauf ratrecrssements parkcukers
3 an elruelnen Begegnungsstetlen 3 points de croisement partaukers
durchgehend sur toute la longueur

2J
I
SN wlm 3

6. Projektierung 6. Projets

5. Geometrte der Einbauten 5. Dimensions des ilots


Abbildung 1 und 2 zeigen die beiden Typen von Einbauten Les frgures 1 et 2 representent les deux types dilots amnz
in der Slrassenmitte. Die Abmessungen konnen der Tabelle geables au milieu de la chaussee. Les dimensions sor
2 entnommen werden. Mittelinseln engen vorhandene, indiquees ou tableau 2. Les ilots centraux rduisent If
iiberbreite Querschnitte ein. Sie verhindem zudem das surlargeurs des routes. 11s emp&chent le depassement ds
Dberholen und bieten dem Fussganger Schutz beim Dber- vehicules et protegent les piatons. Entre deux ilots. il e
queran der Strasse. Im Streckenbereich zwischen den recommand4 de r&fuire la largeur de la route la valeur B
Inseln ist es von Vorteii, den Querschnitt auf die gewunschte
Breite (8) zu reduzieren.

-A

Abb. 1 Abb. 2
Einbau Typ 1:Mittelinsel Einbau Typ II, Gestalrungselement (nicht in Zusammenhang rr
Fussgsngerslreifen)
Fig. 1 Ftq. 2
Am4nagement typs 1:ikrt centra1 Amanagement typs Il: 414ment d4cctatif (pss en relakon avr
passages B pitow

Tabetb 2 Tsbteau 2
Abmessung6-n der Einbauten Dimsiwcns des am4nagements

Route Route de Rue


WlktdCe desserte residentielk
utilitaire

TYW I 1(II) I II l 1

B(m) 1 z5,GCl 1 r4,00 1 23.@3

b(m) 1 2 3,00 1 3.00 1 3.00

1(m) 1 1,5G-2.00 1 - 1 -
SN MO283 4

6 Bmpiele on Einbauten 6. Exemples de r&k?fion

Abb. 3 Fig. 3
Elnbau Typ I Mlttel~nsel Amnagement type 1, ilot central

Abb. 4 Fig. 4
Elnbau Typ Il Gestaltungselement Amnagemenf type Il lement dcoratll

7. Geometrie der seffkhen Fahrbahnverengung 7 Gkomtrie dun rtrcssement lafral

Abb. 5 Fig. 5
SN E-40283 5

Tabelle 3 Tablesu 3
Abmessungen von sertlichen Fahrbahnverengungen Dtmensions des retreweements rouhere latraux

Nutmngs- Erschliessungs- Route collectnce Route de des-


orientierte und utiktaire setie et rue
Sammelstrasse Wohnstrasse resrdenbelle

Verkehrs- + -* Rgimede + -
regime + trafic -9

BE m 4.00 3,001 3.20 BE (m) 403 3,OO 3,20

LE Cm) 530 530 4 Cm) c3J3 5 30

AE Cm) 1 5702 1 30...502 1 AE Cm) c 702 30...502

DE Cm) 2 15 an Knoten zu verkehrs- DE Cm) 2 15 dans les carrefours dbou-


orientierten Strassen chant sur les routes principales
I

mit Fahrrad im Gegenrichtungsverkehr: Bk = 3,50 m Bk = 3.50 m. SI des cycles ckculent e contre-sene


Anordnung mit Rticksicht auf vorhandene Fussgangerquerbezre- 2 Lamnagement est adapt aux Nuat~ons pan~ukeres teles C
hungen und Knoten traverses o1tonnes et carrefours.

8. Beispiele einer seitlichen Fahrbahnverengung

Abb. 6 Fig. 6
Ernsekrge Fahrbahnverengung Retr&xsement unilateral
w 640283 5

9. Anordnung 9. Disfwsition
Einengungen sind vorab an Stellen mit grosseren Fussgan- Les retr&cissements doivent avant tout Btre concus en
gerquerbeziehungen anzuordnen. Parldelder bei Einengun- tenant compte des traversees pitonnes. Le parcage dans
gen sind baulich abzugrenzen. les zones de rtrcissements doit tre delimite physique-
ment.

Abb. 8 Flg. 8
Bauliche Abgrenzung von Parkleldem Constructkon delkmitant les zones de parcage

C. Betrleb C. Exploitation

10. Signalisalion und Markierung 10. Marquage. signalisafion


Mittelinseln sind mit Inselschutzpfosten zu versehen und mit Les ilots centraux doivent tre quips de bomes et dun
dem Signa1 4iindernis rechts umfahren- zu kennzeichnen. signal routier SGobstacle contourner par la droite,,.
Bei Fahrbahnverengungen Sind die vorspringenden Tronoir- Il faut mettre en Bvidence la delimitation des trottoirs dans
kanten zu kennzeichnen und zur Sicherheit der Fussganger les zones de retrecrssements et poser des bomes ou des
Ffosten oder Wehrsteine anzubringen. boutes-roues pour la scurit des pietons.
Vereinigung Schweizerischer Strassenfachleute Schweizer Norm
Union des professionnelssuisses de la route
Unione dei professionisti svizzeri della strada NXZ 2Zra SN

640284
~INGETRAGLNENORM DERSCw.4EUER1SCHENNORMN-VEREINIGUNG SN NORME ENREISTREDE LASSOCIATIONS1SSE DE NonMaLlsarloN

Verkehrsberuhigung Modration du trafic


Horlzontaler Versati Dcrochements horlzontaux

A. Allgemelnes A. Indicatlons gbnrales

1. Geltungsbereich 1. Domame dapplication


Diese Norm gilt fiir die Anordnung und die Bestimmung der Cette norme sappltque aux amnagements et dfinit la
Geometrie von horizontalen Versatzen bei der Neuerstel- gomtrie des decrochements hortzontaux des routes de
lung oder Neuordnung von Erschliessungs-, Wohn- und dessene. des rues rsidentielles et. exceptionnellement.
ausnahmsweise nutzungsorientierten Sammelstrassen. des routes collectrices utilitaires. Il faut tenir compte des
Den besonderen Gegebenheiten des offentlichen Verkehrs exigences propres aux transports publics.
ist Rechnung zu tragen.

2. Gegenstand
2. Objet
Diese Norm enthalt Richtlinien und Hinweise. die bei der
Projektierung von horizontalen Versatzen zu berticksichti- Cette norme contient des directtves et indicatlons applica-
gen Sind. bles aux projets de dcrochements horlzontaux.

3. Begriff 3. Dfinition
Mit dem honzontalen Versati wird dte Fahrbahnachse sett- Le dcrochement honzontal dcale Iaxe de la chausse
lich versetzt, wodurch eine gebrochene Lintenfuhrung ent- dans te sens transversal. On obtient ainst une rupture du
steht. Gleichzeitig wird der Strassenraum m Langsrichtung tra& Longitudinafement. Iespace routter est dwts eh plu-
in optisch abgeschlossene Teilraume gegliedert. steurs espaces opttquement dlimits.
5N 640284 2

4. Grundlagsn 4. Prh-rcipes
Die Richtlinien fiir die Anordnung vo horizontalen Versat- Les directives pour Iam8nagement de dcrochements hori-
zeri basieren auf folgenden Grundlagen: zontaux sinspirent des principes suivants:

Tabelle 1 Tableau 1
Grundlage fu, dl% Anordnung vo horlzontalen Versatzen Pnnc~pes pour Iam6nagemenl de d&rcchemenls honzontaux

Nutzungs- Erschlies- Wohn- Rue


orientierte sungs- strasse r&identielle
Sammel- strasse
strasse

t Rgime t
Regime -* lu trafic +

Fahrbahn- Largeur de
2 3,0
breite Bv (m) chausse BY 2 3,0
(m)
Ausbauge-
schwtndig- Vitesse de
40 540
keit Va base VA
WN CkmW

Massgeben- Lastwagen Liefer- VBhicule d- Zamions Camions Voitures de


des Fahr- wagen. terminant livraison,
zeug fi.ir Personen- pour la go- automobiles
Geometrie wagen mtrie

Massgeben- Lastwageni Personen- Personen- Gas de Vamionsl Automobilesi Automobiles


der Begeg Personen- wagen/ wagen/ croisement 4utomobiles Automobiles / Deux-roues
nungsfall wagef? Personen- Fahrrad4 dterminant Igers
wager?

Anhalte- Distante
sichtweite 240 2 10 da,& 2 10
Cm) Cm)

Anforderungen fu, Laslenztige und Sattelschkpper fallwelse ab- Pour fes trams routiers 81 semi-remorques: adaplatlo de cas en
kl4ren
ausgenommen emzelne Emngungen 2 Sauf r&r&xsements pari~cukers
an veremzelten Begegnungsstellen 3 POI& de crolsemant particukers
durchgehend Su, toute la longueur
SN Mo284 3

B. Projektlerung B. Projet

5. Geometde 5. G6om.Me
Abbildung 1 zeigt, dass der horizontale Versatz bestimmt La figure 1 montre qua le dcrochement horizontal es
wird durch die Masse TV, Lv und Ev, in Abhangigkeit .zur d&ermin6 par les dimensions TV. Lv et Ev, en relation ave{
Fahrbahnbreite (Bv), was verschiedene horizontale Versatz- la largeur de la chauss6e (6). Ce dispositif entraine diffe
typen edordert. rents types de d&rochements horizontaux.

Abb. 1 Fig. 1
Schema eines horlzontalen Versatzes SchBma dun d&xxhement honzontal

Tabelle 2 Tableau 2
Abmessungen der horlzontalen Vsrsatztypen DImenslons des lypes de d&xochements honzontaux

Jersatz- Bv (m) TV WV LV Cm) Ev Cm) I;;;?dd,. 1 Bv (m) 1 TY (m) 1 Lv (m) / EY (m)


wen
:By+Tv)/l

6llO 3.20 1.60 10,oo 2,00

6l5 4,00 2.00 5.00 2,00

6l9 3,50 2.50 9,00 4,00

7/6 4,00 3.00 6.03 3,00

7/10 3,50 3,50 10,oo 4,00

8111 3,50 4,50 11.00 4,50

9/5

919

9/12

1016

1019
SN sa0284 4

6. Anwendung 6. Application
Die wichtigsten Typen sind als Beiblatt zu dieser Norm nach Les types de decrochements les plus courants sont repro-
den Angaben der Tabelle 2 auf Transparentpapier im Mass- duits sur des feuilles transparentes a 16chelle 1:200, dont
stab 1:ZW wiedergegeben. Tabelle 3 zeigt auf, welcher les valeurs sont tirees du tableau 2. ie tableau 3 definit les
Versatztyp je Strassentyp zweckmCissigerweise angewen- types de decrochements en fonctlon des types de routes et
det werden sol1 und mit welcher Wirkung zu rechnen ist. Bei pemtet dapprecier leur effet. Lors de Iamenagement de
der Anordnung von hortzontalen Versatzen auf Sammel- decrochements honzontaux sur les routes collectrices a
strassen mit Gegenverkehr ist zuvor abzuklaren. wie hoch trafic bidirectionnel, on Bvaluera prealablement limportance
der Lastwagen-Ueferwagenanteil ist, um Begegnungskon- du trafic lourdllivraison. afin dexaminer les zones de con-
flikte zu beurteilen. In jedem Fall sind ausreichend lange flits. Dans tous les cas, on prevoira des zones de croisement
Begegnungsstellen vorzusehen. suffisamment larges.

Tabelle 3 Tableau 3
Anwendung der horizonlalen Versatztypen je Strassentyp .$$cation des derxochements horizontaux en fonction du type de

0 Hortzontaler Versata wskungsvoll l Decrochement horizontal efficace


0 Enviinschte Wirkung nicht erreichbar; mrt anderen Mass- 0 Avec des decrochements hortzontaux seuls, on nobtient
nahmen kombinieren pas la reduction de vitesse souhaitt%, il faut les combiner
avec dautres mesures
SN 640284 5

7. Anordnung 7 Disposlfion
Der Abstand von horizontalen Versatzen ist SO zu wahlen. La distante entre dcrochements horizontaux sera ci-
dass stch eine homogene Fahnveise emstellt. Tabelle 4 gibt pour obtenlr une circulation homogbne. Le tableau 4 d,
die Richtwerie ftir dle verschiedenen Strassentypen an. des valeurs indicatives pour diffbrents types de routes

Abb. 2 Fig. 2
Abstande vo hcmzontalen Versatren Dtstance entre dcrochements horlzonlaux

Tabelle 4 Tableau 4
Abmessungen der Abstande von horlzontalen Versatzen Distante entre dcrochements horuontaux
SN ed0284 6

C. Gestaltung und Betrieb C. Amnagement et exploitation

8. Gestaltung 8. Amnagement
Die Hinweise in Kapitel B sollen keinesfalls die gestalteri- Les indications du chapitre B ne doivent en aucun cas
schen Mglichkeiten einschranken, sondern vielmehr dle restreindre les possibilit6s dambnagement (l6ments con-
vom Verkehr gesetzten technischen Randbedingungen auf- structifs). Elles doivent, avant tout, mettre en Bvidence les
zeigen. um dem Projektierenden den Spielraum fiir dle contraintes techniques de la circulation. Le projeteur doit
Gestaltung des gesamten Strassenraums mizglichst zu pouvoir bn&ficier dune marge de rnanozwre aussi Btendue
dffnen que possible pour Iamnagement de Iespace routier.

Abb. 3 Flg. 3
Neuanlage mit honzontalem Versati Nouvel am&agement avec d6crochement honzontal

Abb. 4 Fig. 4
Honzontaler Versatz durch bauliche Umgestaltung Amnagement dun dcrochement horuontal
!
w 640284 7

9. fforizontaler Versatz UI Kombinabon mit faddeldem 9. Dcrochemenf horuontal combm avec des cases
stationnemenf
Auf Strassen, wo eme Nachfrage ach Parkplatze auf Pour les routes dont le besom en places de statwvvzm,
bffentlichem Grund nachgewiesen ist, k6nnen Parkfltichen sur le domaine publtc est manifeste, des cases de statloni
mit in die Gestaltung des horizontalen Versatzes einbezo- ment peuvent &re intdgres dans les dcrochements h<
gen werden. zontaux.

Abb. 5 Fig. 5
Verschiedene (4) Moglichkelten vo Parkfeldanordnungan I Kom- D~tfrentes possibdlts damnagement (4) de cases de statvxr
binatlo mit horizontalen Vers&zsn und I Abhangigkeit der verfug- ment combmes avec des dcrochements horlzontaux. en tonct~
baren Gesamtbwte de la largeur dIsponIbIs

10. Hor!zonla/er Versatz MI Knofen 10. Dcrochement honzontal dans un carrelour


Der horizontale Versatz in Knoten ist der besseren Sichtver- En raison de meilleures conditions de vwbllit. le decroch
haltnisse wegen links anzuordnen. ment horizontal dans un carrefour sera amnag du cc
gauche.

Abb. 6 Flg. 6
Honzontale Versatze I Knoten D&crochements howontaux dans 185 carrelours
Vereinigung Schweizerischer Strassenfachleute Beila@ z SN 640 284
Union des professionnels suisses de la route
Unione dei professionisti svizzeri della strada Atmexe

Verkehrsberuhigung Modration du trafic


Horlzontalcr Versatz Dcrochement horizontal

Versatz Typ 5110 Dcrochsment type 5110


Llchtraumbegrenzung = Randstelnkante + 0,50 m LImIte gabant = bordure trottolr + 0.50 m

F .i.......:.:.:.:.:.:.:.:.:.:.:.~
..:.:.:.* y.:+ Zii..l.......i........
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i J XI

0.50-f
- -c 10.0 4

* Typ 5/10: Fahrzeugiiberhang erforderi zusatzlichen * Type 5/10: Le porte-&faux des v8hicules exige un espace
hindemisfreien Raum von + 0.50 m libre suppl&nentaire de + 0.50 m

Versatz Typ 6lS Dbcrochement tipe 615

Versatz Typ 619 IMcrochement type 619

4.0

. . ... ...... ...:.:...:


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. . . . . . .,.......
::::::::::::~~~~~~~~~~::.... E
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--#z-J IL

Massstab 1:200
L 9.0 +i . Echelle 1:200
Vereinigung Schweizerischer Strassenfachleute Schweizer Norm
Union des professionnels suisses de la route
Unione dei professionisti svizzeri della strada N~~~~ ?%lra SN

640285
EINGETRAGENENORM DERSCHWEIZERISCHENNORMEN-EREINIUNG SNY NORMECNREGISTREEDE IbsSOIATION 5ISSE DE NORMALIS*TION

Verkehrsberuhigung Modration du trafic


Vertikaler Versatz Dcrochements vertlcaux

A. Allgemeines A. Indications gnrales

1. Domame dappbcation
Dlese Norm gilt ftir die Anordnung und dle Bestimmung der Cette norme sapplique aux amnagements et dfmlt la
Geometne vo vertikalen Versatzen bei der Neuerstellung gomtrie des dcrochements verbcaux. des routes de des-
oder Neuordnung vo Erschliessungs-, Wohn- und aus- sarte. des rues rsrdentielles et. exceptionnellement. des
nahmswelse nutzungsorientierten Sammelstrassen. Den routes collectnces utllitalres. Il faut tenir compte des ex,-
besonderen Bedtirfnissen des Zweiradverkehrs IS! Rech- gences propres aux deuw-roues et renoncer des dcro-
nung zu tragen. Auf Strassen. Liber die ein dffentliches chements verticaux sur des artres utilises par les trans-
Verkehrsmlttel gefuhrf wird, ist auf den verllkalen Versatz zu ports publics.
verzichten.

2. Gegensland 2. Objet
Diese Norm enthalt Richtlinien und Hinweise, die bei der Cette norme contient des directives et des indlcations appll-
Projektierung von vertikalen Versatzen zu berticksichtigen cables aux projets de d6crochements veriicaux.
Sind.

3. Begnff 3. Dfirlltion
Unter einem vertikalen Versatz versteht man dle teilweise Le dcrochement vertical est un exhaussement de la chaus-
Anhebung des Fahrbahnniveaus Liber ein kurzes. minde- se sur une faible longueur. ma6 au mmimum de 5 m. Il est
stens aber 5 m langes TeilstiM Er bewirkt eine Ortliche destin B rduire localement la vitesse des vbhicules. Le
Geschwmdigkeitsreduktion der Motorfahneuge und ist des- d6crochement est avant tout amdnager aux endroits
halb vor allem dorf anzuordnen. wo Querbeziehungen ncessitant une attention accrue de la pari des usagers
besondere Aufmerksamkeit der Verkehrsteilnehmer erfor- cause des liaisons transversales.
dern.

4. Grundlagen 4. Principes
Die Richtlimen fur die Anordnung von vertikalen VerSatZen Les directives pour Iam&agement de dcrochements verti-
basieren auf folgenden Grundlagen: caux sinspirent des principes suivants:

Tabelle 1 Tableau 1
Grundfaoen fur dte Anordnong von vertikalen Vers&tzen Pnncipes pour Iam6nagement de d4crochsments verticaux

Route de Rue
desserte rbsiden-
tielle
/
SN MO285 2

B. Projektierung B. Projet

5 Geometrie 5. Gomtrie

................ ........... ...................


.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................
.......................................

\
Abb. 1 Fig. 1
Schema emes vemkalen Versatzes Sch4ma dun d6crochement verl~cal

Abb. 2 Fig. 2
Langsschmtt e,nes vertlkalen Vers&es Coupe longltudn4e dun dcrochement verl~cal
Tabelle 2 Tableau 2
Abmessungen des vertikalen Versatzes Damenslons des dcrochements veti~caw

Route Route de RUi


collectnce desserte dS
utilitaire

LA Cm) 5 5.. 10

HA (cm) 8 12

LR Cm) 0,40~...0,80 Ln m 0.40~...0.80

ni (%) 10...155 15...203 ni (%) 10...155 15 ,203 /

1 DA(~) ( 210 1 DA Cm) 2 10 0 5

AA Cm) 570 30...50 AA 0) 570 3'

1 Anordnung von vertikalen Versafzen nur ~rn Elnmundungsberelch 1 Dcrochements vert~caux & amnager un~quemen
zu verkehrsonentlerten Strassen zones du dbouch6 su, des routes pnnupales
2 AUS Grunden der Sichtbarked: LR 2 0.40 m 2 En ralson de la wbikte LR 5 0,40 m
3 Bel Langsgefklle (> 8%) 1st due bergseltlge Rampennelgung AI 3 Pour des pentes longltudmales t 8% CJ de la rampe
= 150/ 0 z wahlen de 15%
4 Veriakale Versatie em Knoten z verkehrsonentlerten Strassen 4 En cas de traflc p161ons leve et de traflc bllurcanl
vorne anordnen falls Fussgangeraufkommen hoch und Abble- dcrochements verl~ceux sont & amnager a Ientree d
geverkeh, germg ist. avec des ,ou,es ti or,entat,on traflc Dans ce cas. la de
FOr diesen Fall Rampennelgung flach wahlen (Al = 10%) rampe chasle sera faible. AI = 10%
5 Bea grossem Fahrradverkehr ist die Rampenneigung zummdest 5 En cas de traflc ,mportant de deux-roues legers. la :
em Fahrbahnrand flach zu wihlen (Ai = 10%) rampe sera falble a mo~ns ax bords de la chaussee

6. Exemples

Abb. 4 Fig. 4
Vertlkaler Versatz Dcrochement verl!cal
SN 640285 4

7. Anordnung 7. D~spositm
De vertikalen Versz3tze smd vor allem an Stelle mit Quet- Les dcrochements verticaux sont avant tout prvoir aux
beziehungen anzuordnen. Dabel smd die Richtwetie nach endrolts de liaisons transversales. Les valeurs du tableau 2
Tabelle 2 einzuhalten. seront respectes

Wkversetzt Trottoruberfahrt
rmnagement en retralt Passage au nweau
du trottolr

Auf Strecke mit Fussgtingerquerbeziehung Am Knoten


Sur tronco awc liaison pitonne transversale Au carrefour

Abb. 5 Flg. 5
Anordnungsmoglrhke~len des vertikalen Versatzes PossibWs dam&agemenls de d&rochements vertkzaux
C. Betrieb C. Exploitatlon

8. Signalisafm und Markbswng 8. Sgnalrsabon et marquage


Rampen sind durch Farb- und Strukturkontraste gut slchtbar Les rampes seront rendues blen vlslbles au moyen d a
zu machen. Es ist von Vorleil. den Rampenbeginn eines nagements contrasts (structures et couleurs) Il est avar
vertlkalen Versatzes seitlich zu kennzeichnen. um den geux de dmarquer latralement le dbut de la rampe
maschinellen Unterhaltsdienst. insbesondere die Schnee- de faaliter Ientretmo mcaolque. en partzuker le dnel
raumung. zu erleichtern. ment.

Abb. 6 Fig. 6
Rampe mit Fa& und Strukturkontrasten Rampe mntrasttm (structures 01 couleurs)
Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE

Politecnicodi Milano, 22-25maggio1996


DipartimentoScienzedel Territorio
Direttore del corso: Prof. Anna Moretti
CoordinatoreArch. GiuseppeDi Giampietro

Materiale estratto dalla ricerca: Manuale per la moderazione del traffico:


raccomandazioni per la realizzazione di un Piano Urbano del Trafico.

Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi,Arch. Silvia Ghiacci,


Arch. Marzia Martini, Arch. Matteo Masini.

Il presentemateriale statoelaboratodallArch. Silvia Ghiacci e la ricerca


attualmentein corso
Con lo spostamento del potere politico dai Cristiano Democratici ai
Socialdemocratici definitivamente finito il periodo post bellico e tra le altre
nuove idee si fece avanti quella di creare cittA pi vivibili. Lattenzione politica
e sociale si concentr sul miglioramento delle condizioni di vita urbane. La
Stadtebauforderungsgesetz (Legge sul Rinnovo Urbano) fu un passo politico in
questa direzione. Il trasporto pubblico fu visto in tutta la sua importanza per il
futuro delle citt. Il Leber Plan intendeva spostare il trasporto merci alluso
delle ferrovie, ma fall a causa di opposizioni politiche.

Sia la promozione del trasporto pubblico che limplementazione della


pedonalizzazione su larga scala nei centri delle citt furono visti come un
ulteriore passo verso delle citt pi vivibili. Queste due politiche erano viste
come una condizione per lesclusione del tratlico automobilistico dai centri
cittadini. Sebbene la pedonalizzazione del centro divenne per molte citt un
fiore allocchiello, essa non variava fondamentahnente niente nella situazione
del trasporto nel resto dellarea urbana. Lo sforzo finanziario per la costruzione
di nuove strade fu portato avanti.

Molti esperti del territorio e dei trasporti puntualizzarono che le aree pedonali
erano solo linizio di una nuova politica dei trasporti. Le aree pedonali dovevano
avere dei percorsi indipendenti, collegati alle aree residenziali adiacenti, ed
erano necessarie misure piii restrittive contro lutihzzo di autoveicoli per
migliorare la qualit della vita urbana. Si potrebbe quasi dire che esisteva una
richiesta di estendere la pedonalizzazione alle aree residenziali, ma fu difficile
trovare un progetto che fosse un compromesso soddisfacente tra le strade di tipo
tradizionale e la pedonalizzazione. Questo tipo di domanda era espressa
principahnente nelle aree residenziali di edilizia storica che necessitavano di
miglioramenti, o nelle aree soggette ad un aumento del traffico motorizzato
come conseguenza dellaumento della motorizzazione individuale, o talvolta a
causa della pedonalizzazione creata altrove.

Il nuovo concetto di moderazione del traffico era solo un concetto vago. E


diffkile tracciare la sua origine, ma la si pu intuire nellemancipazione delle
associazioni di residenti e dei consigli locali che erano insoddisfatti delle
condizioni di traffko nelle loro aree e che vedevano gli effetti distruttivi delle
nuove costruzioni stradali. Andava trovato un nuovo concetto dei trasporti per
giustificare un cambiamento di rotta. La formazione di un nuovo partito
politico, i Verdi, rafforz questo desiderio.
Il Rapporto Buchanan, che era conosciuto dai pianificatori tedeschi fm dal
1964, fu visto come il fondamento teorico per un nuovo approccio alluso dei
veicoli motorizzati. 1 Woonerven olandesi fornirono lesempio pratico e furono
utilizzati come modello per le cittA tedesche.

La prima attuazione del tipo dei Woonerven olandesi in Germania fu la


sperimentazione nelle sei cittA della Vestfalia Settentrionale, al confine con i
Paesi Bassi, ma molto presto lesempio fu copiato da altre citt tedesche.

Negli anni 70 la moderazione del traffico era ormai un concetto diflso al quale
tutti i pianificatori sembravano interessati. Con la vasta applicazione si cap che
la moderazione non poteva limitarsi a singole strade ma doveva essere applicata
su vasta area per essere efficace. Questo nuovo interesse fu sostenuto da diverse
pubblicazioni del Ministero Federale di Pianificazione regionale, di Sviluppo
Urbano ed Edilizio (BMBau).

Divenne molto importante anche il livello di cooperazione tra questo ministero


ed il ministero Federale dei Trasporti, un processo talvolta diffkile.

Limpulso per il cambiamento fu irresistibile e nel 1980 fu simboleggiato


dallintroduzione di un nuovo segnale stradale ufficiale. Nello stesso anno inizio
un progetto su vasta area che coinvolgeva tre Ministeri Federali. Da allora la
moderazione del traffico incluse anche dei provvedimenti per il miglioramento
delle condizioni per i ciclisti e del trasporto pubblico. Molte citt iniziarono ad
implementare schemi di moderazione del traffico ma la maggior parte non lo
fece ricoprendo vaste aree.

Dallinizio degli ti 80 il concetto di moderazione del traffico stato


arricchito dalla discussione e dallimplementazione del limite di 30 km/h nelle
aree residenziali. Molte autorit locali si sono dimostrate a favore di questa
politica grazie alla sua velocit di implementazione ed economicit.
E abbastanza difficile rintracciare dove siano stati sviluppati i primi
esperimenti pratici di moderazione del traffico su vasta area in Germania.
Probabilmente il primo C stato il progetto di ricerca che stato iniziato alla fine
del 1976 nella Vestfalia (Renania Settentrionale) per la moderazione del
traffko in aree residenziali.

Lo scopo era quello di migliorare le condizioni del tratIico attraverso la


combinazione del disegno della strada e di una nuova segnaletica stradale. Gli
obiettivi erano:

l migliorare la sicurezza stradale;


l ridurre il traffico;
l diminuire la velocit del traffko;
l creare piu spazi aperti;
l aumentare il numero di alberi, cespugli, aiuole nelle aree.
Questo primo esperimento si limitava chiaramente alla moderazione del traffko
nelle aree residenziali, e non venivano pertanto trattate le strade principali.

Le strade prescelte avevano un traffico inferiore ai 500 veicoli motorizzati


allora nelle ore di punta. Furono fatti degli studi valutativi prima/dopo.

Furono selezionate trenta aree, tredici delle quali furono riprogettate


completamente, le altre parzialmente. Le autorit locali ricevettero dei fondi dal
ministero per la Vestfalia Settentrionale. Fu concesso solo un breve periodo di
venti mesi per monitorare gli effetti dellimplementazione dei differenti schemi
di progetto.

Il grande progetto sulla moderazione del traffko in corso nella Vestfalia


Settentrionale fmanzia 126 progetti in 94 citt e autorita locali. Il bilancio
prevede 160 milioni di Marchi dei quali tre quarti sono dati dal Land
Govemment ed il resto dalle autorit locali. Il programma include la
moderazione del traftico su vasta area nelle aree residenziali e
Iimplementazione delle zone con il limite di 30 Km/h. Anche la moderazione
del traffko sulle strade principali e diventata pi importante.
La moderazione del trafftco pu essere utilizzata in connessione ai piani per il
miglioramento delle condizioni dei ciclisti, connettendo i percorsi pedonali
allintero sistema stradale. Le recenti esperienze tedesche suggeriscono che,
nelle strade pi strette delle aree urbane, la moderazione del traffico puh in
effetti contribuire molto piti allaumento di sicurezza dei ciclisti che le piste
ciclabili. Le facilitazioni per i ciclisti e la moderazione del traffico non si
escludono dunque, ma possono al contrario aiutarsi a vicenda, come per
lutilizzo di chicanes e di corsie ciclabili nella citt tedesca di Mainz-
Bretzenheim, in cui stata sperimentata la moderazione del traffico su vasta
area.

Una valutazione delle sei citt pilota mostra anche ampi effetti positivi per i
ciclisti, inclusa una notevole riduzione degli incidenti che li coinvolgono.

1 criteri scelti per le valutazioni prima/dopo sono stati:

l la velocit del traffko;


l il comportamento degli automobilisti, dei pedoni e dei bambini,
l la qualit dellambiente urbano, che includeva modificazioni nel livello di
sicurezza (numero e gravit degli incidenti), accessibilit, rumore ed
accettazione da parte della popolazione.
Le misure vaxiavano dai cui-de-sacs, strade a senso unico, strade totalmente
riprogettate (uso misto), cambiamenti parziali del carattere della strada con
dossi, incroci rialzati (pi o meno allo stesso livello dei marciapiedi), colli di
bottiglia, segnaletica orizzontale con parcheggi ad angolo retto alla destra della
strada, segnaletica sperimentale, parcheggi di nuovo progetto, piantumazione di
alberi, ecc. Nella maggior parte dei casi si trattava di una combinazione di
questi meccanismi.

Mentre le strade di accesso, pur subendo migliorie di dotazione e di arredo


mantengono sostanzialmente il loro schema organizzativo, si possono
distinguere due livelli di trasformazione per le strade minori:

1) Verkehrsberubigung (lett: moderazione del traffko). Zone a traffxo


moderato (quantit e velocit). 1 pedoni hanno pi spazio; ma i loro percorsi
rimangono separati da quelli delle auto
2) Wohnstrasse (strada residenziale). Spazio ad uso misto con priorit
pedonale. Reinterpretazione multifimzionale della strada (sul modello
Woonerf).
1 risultati furono estremamente incoraggianti. Il piu importante fu il declino nel
numero di incidenti del 20% e nella loro gravita di oltre il 50%. Il traffico di
attraversamento veniva scoraggiato con un uso combinato dei vari sistemi, ma
non furono usati dei deviatori perche avrebbero allungato i percorsi.

Ci fu anche un notevole declino dellinquinamento sonoro e della velocit dei


veicoli.

LO STUDIO PILOTA NELLA CITT DI UNTERHACHING

Nel 1976 un piccolo sobborgodi Monaco incaric due urbanisti ed un


ingegneredel traffico del progetto di un nuovo layout stradale.Essi (Max
Eichenauer,Hans-Henningvon Winning ed Edgar Streichert) visitaronoDelfi
convincendosiche lapproccioolandesepoteva essereapplicato alle citt
tedesche.Nonostanteuno scetticismoiniziale sulla metodologiada parte del
BASt (Istituto Federaledi Ricercasui Trasporti Stradali) fu iniziato nel 1977
un progettodi ricerca sulla moderazionedel traffico. Lo studio fu fatto sulla
citt di Unterhaching.

Gli interrogativiai quali si voleva trovare unarispostaerano:

l 1rischi per gli utenti della stradaaumentanodopola suariprogettazioneper


un usomisto?
l Che effetto producelusomisto della stradasullinquinamento
sonorodei
veicoli motorizzati?
l Comesi comportanogli utenti in questestraderiprogettate?
1 risultati furono sorprendenti,contraddicendole previsioni scettichedegli
ingegneridel traffico.

l nelle straderiprogettateil traffico di attraversamento


era diminuito;
l molti pi pedoni usavanola strada, con soste pi lunghe e con pi
conversazioni;
l tutti gli utenti della strada,contro le previsioni,si sentivanopi sicuri, con
unamaggioreattenzionee rispettoreciproco;
l gli incidentinon eranoaumentati,anzi diminuiti;
l non era stato notato nessun comportamento pericoloso da parte degli
automobilisti;
l cera stata una riduzione della velocit media che variava a seconda del
cambiamento della superficie stradale
l il rumore era diminuito grazie alle velocit pi basse.
Parallelamente allesperimento in Unterhaching ce ne furono altri in
Charlottenburg (Berlino) ed uno studio della ADAC (lAutomobi1 Club
tedesco) sulla sicurezza dei pedoni, i cui risultati furono usati come
raccomandazioni per le autorit locali.

Gi nel 1979 si pu dire che la moderazione del traffico fosse diventata una
moda. A quella data infatti erano gi state registrate 96 aree a traffico
moderato, delle quali 67 riguardavano aree ad alta densit edilizia.

Uno dei processi scoperti in questi primi ti di sperimentazioni fu che la


moderazione del traffico su una singola strada spostava il traffico nelle strade
parallele. La soluzione al problema fu trovata in un approccio su vasta area. Nel
1980 la richiesta di moderare il traffico era diventata cos forte che fu introdotto
un nuovo segnale stradale (StVO 325/326).

LA SPERIMENTAZIONE SU SEI CITT TEDESCHE

Nel 1980fu dunqueiniziato un progettodi moderazionedel traffico su vasta


areain cooperazione
conquattrodipartimentiministerialidi ricerca:

l BMBau, il Dipartimento di Ricerca del Ministero Federale di


Pianificazioneregionale,di SviluppoUrbanoed Edilizio;
l BfLR, Bundesforschungsanstalt
RkrLandeskunde
und Raumordmmg;
l BASt, Bundesanstalt
&rStragenwesen;
l UBA, DipartimentoFederaledi Ricercaper lAmbiente.
1 fondi fmanziari furono richiesti alle autorit locali ma un aiuto fmanziario
vennepure dato dal BMBau. Dopo una lunga competizionefurono prescelte
cinquecitt di dimensionie strutturadifferenti, edun paese.
Le aree per la sperimentazione della moderazione del traffko erano molto pi
ampie di quelle dellesperimento nella Vestfalia Settentrionale. A differenza di
questo inoltre esse includevano anche strade principali ed aree commerciali. La
citt pi grande prescelta fu Berlino.

crrrA POPOLAZIONE POPOLAZIONE CARATTERISTICHE


COINVOLTA DELLA CD-TA
SELEZIONATE DALLINTERVENTO
Berlino (Moabit) 3o.ooo Edifici di inizio secolo
ad alta densit
abitativa.
15.ooo 190.000 (Renania Palatinato)
Combinazione di
vecchi villaggi ed
edilizia moderna.
Esslingen 11.ooo 9o.ooo (Baden-Wurttemberg)
Moderazione dellarea
centrale della citta.
Buxtehude 1o.ooo 33.ooo (Bassa Sassonia)
Moderazione su una
estesa area della citt.
Ingolstadt 91 .ooo (Baviera)
Intervento sul centro
medioevale.
Borgentreich 23.000 23.ooo (Vestfalia
Settentrionale)
Piccolo villaggio
storico
Le sei citt tedesche oggetto della sperimentazione

Gli studi prima sonostati fatti tra il 1982ed il 1983, sebbenealcune citta
abbianoritardatoa causadi problemipolitici e fmanziari.

Gli obiettivi dei seiprogetti eranodi migliorarela situazionedel traffko per i


pedoni,i ciclisti edil trasportopubblico,la riduzionedel numeroe della gravita
degli incidenti, il miglioramentodellambiente delle areeresidenzialiattraverso
la riduzione dellinquinamento acustico ed atmosferico e con lintroduzione di
pi verde e di spazi pubblici pi ampi.

Le misure per il miglioramento delle condizioni per i ciclisti includevano


programmi per una rete piu fitta ed accessibile, schemi per incroci pi sicuri, ed
intime schemi per altri tratti di strade per aumentarne la sicurezza nelluso da
pare dei ciclisti.

LAREA MODELLO DEL BERLIN-MOABIT

Larea modello di Berlin-Moabit ha 30.000 residenti in edifici ad alta intensit


abitativa di quattro, cinque e sei piani. Oltre agli edifici residenziali larea ha
caratteristiche commerciali ed altre infrastrutture come uffici postali, scuole,
asili, supermercati, negozi, ed edifici amministrativi. Il traffico non solo
locale ma anche di attraversamento sulle strade principali. Tutti questi fattori
devono essere presi in considerazione nella progettazione del trallico.

Nelle aree puramente residenziali in Germania sono stati utilizzati diversi


sistemi di modificazione stradale per ridurre il traffico di attraversamento con
costi contenuti. Un sistema di questo tipo, non una soluzione accettabile per
luso multi funzionale delle strade allintemo di Berlin-Moabit.

E stata quindi adottata una diversa filosofia: tutte le destinazioni allinterno


dellarea devono rimanere accessibili utilizzando strade dirette, le strade devono
anche rimanere aperte al traffico motorizzato, ma dovrebbero essere aumentati
gli ostacoli per la guida veloce, per mezzo di restringimenti della carreggiata, di
superfici stradali rialzate o con linstallazione di aree verdi. E stato spesso usato
il disassamento della carreggiata come mezzo di successo per ridurre la vista
prospettica degli automobilisti e quindi indurre una riduzione della velocit e
un migliore comportamento nella guida. E stato per obiettato che una strada
dovrebbe mantenere il suo carattere storico rettilineo, e pertanto si ricorsi al
semplice restringimento della carreggiata senza deviazioni dellasse. Sono stati
inoltre piantati nuovi alberi per sottolineare il carattere simmetrico della strada.

Nei punti di restringimento i pedoni possono attraversare pi facilmente. 1


camion possono passare solo con molta cautela in questi punti (larghezza 4
metri).
1 dossi sono stati progettati in modo da non interferire con il passaggio dei
ciclisti, degli autobus e dei grossi camion. 1 punti di restringimento della
carreggiata con dei dossi sono ripetuti ad intervalli frequenti (ogni 40 o 50
metri).

Sebbene le strade di Berlino abbiano mantenuto il loro carattere rettilineo, la


ricostruzione delle strade residenziali ha avuto un grande successo che ha
comportato:

l la quasi totale eliminazione della pericolosa alta velocit dei veicoli - ben
pochi automobilisti superano il limite di 30 Km/h;
l la velocit media ora approssimativamente di 30 Km&
l il parcheggio per lo pi conforme alle regole;
l gli attraversamenti pedonali non sono ostacolati dalle macchine. Esistono
ancora alcuni problemi con le motociclette che intralciano il passaggio e
luso dei passaggi pedonali da parte dei pedoni.
A Berlin-Moabit sono state riprogettate anche le strade principali, anche se
con lutilizzo di diverse politiche.

Politica 1: Riduzione delle corsie

La principale stradacommercialeche attraversalarea (Turmstrage) stata


ridotta in larghem da tre corsiein entrambele direzioni a due, con unacorsia
ciclabilee pi passaggi pedonali.Unaltrastradaprincipale(Stromstage) stata
ridotta da tre a due corsiein entrambele direzioni, e corsieciclabili sonostate
inseriteprima del progettomodello.La strada,comunque,ha mantenutoil suo
caratteredi stradadi transito ad alta velocita Ci sonoalcuni attraversamenti
pedonalied isolecentralirialzate.

Politica 3: Ricostruzione con modificazione della funzione della


strada

Il traffico di attraversamento
e gli autobuspubblici suunaltrastradadel Berlin-
Moabit (Waldstrage)sonostati ridiretti su altre parti della rete stradalecon la
ricostruzionedella strada.1 veicoli motorizzati rimangonosolosu un lato del
viale a tre corsie. Laltro lato e la sezione centrale sono state trasformate in aree
per il gioco, la sosta ed il relax.

Il risultato una tranquilla strada residenziale, nonostante gli svantaggi della


vicina Beusselstmk. La ricostruzione della Waldstrak, che iniziata prima
del progetto modello, stata molto costosa (185.00 DM:m3) a causa della
rimodellazione dellintera area.

leeenda:
~stradc prmc~pah
-strade resldcnmh c commcrclall
--.-.-arca dl resfrmonc del utico

IC sfradc a sensoUIIICOo I loop non sono


X ncccssar~ ed andrebbero CVIMI

Berlin-Moabit. Larea di restrizione del traffico.


Berlin-Moabit. Una strada del quartiere prima e dopo la ricostruzione.

Berlin-Moabit. Due proposte per la ricostruzione di una strada


commerciale molto trafficata.
A sinistra, la carreggiata 6 ridotta da 11 a 85 metri, ricavando spazio
per una pista ciclabile, attraversamenti pedonali ed alberi. A destra
viene invece mantenuta la larghezza originaria ed i percorsi ciclabili
diventano parte dei marciapiedi. Viene aggiunto un attraversamento
pedonale e degli alberi.

Benin-Moabit. Una strada residenziale prima del trattamento (1983).

Berlin-Moabit. La stessa strada dopo il trattamento (maggio 1985).


Prima del trattamento le macchine potevano percorrere entrambi i lati
della strada, a sinistra e a destra degli alberi. Ora il traffico veicolare 6
consentito solo su un lato, a doppio senso di marcia e con corsie ridotte
in larghezza. Lo spazio ricavato stato usato per creare unare verde,
percorribile in bicicletta, dove giocare, sostare

Problemi particolari che coinvolgono i bus

Le compagniedi trasportipubblici in molte citt tedesche,hannodelle riserve


sullemisuredi restrizionedel traffico. Essesonopreoccupatedei ritardi e della
diminuzione del comfort a causa della superficie stradale irregolare,
specialmenteper i dossi, i restringimentie landamentosinuoso.In verit,
lintenzionedella moderazionedel trafftco su vasta area di promuoverepi
che ostacolareil trasportopubblico. 1 bus continuerannoad avvantaggiarsidi
percorsisenzaostacolise i dossio le curve sonoprogettateper avere effetto
solosulleauto.

Problemi con il sistema stradale ad anello

1 sistemistradaliad anello sonosistemisperimentatie largamenteapplicati di


pianificazione urbana del traffico. Il traffico urbano si concentra sulle
circonvallazioni.Il risultatodi questotipo di schemae una sortadi barrieracon
conseguentepericolo specialmenteper i pedoni, oltre che alla distruzione
dellambienteresidenziale.Pertanto, le circonvallazioni esistentidovrebbero
esserestudiateattentamente,specialmente sesi intendefarle passarenelle aree
a ridossodel centroe sonocircondateda edilizia intensiva.

Anche la citt modellodi Ingolstadt (91.000abitanti) aveva problemicon il


suo sistemastradalead anello, ma di altro tipo. Essaha due circonvallazioni
parallelechecircondanola partemedioevaledella citt. Qui ci sonomolti spazi
di parcheggio,che consentonodi parcheggiarea ridosso del centro. Di
conseguenza i pedoniattraversanospesso
la circonvallazionecentrale.

Anche il tratXco di biciclette molto intensoin questopostopoichIngolstadt


ha una percentualealta di ciclisti (circa il 20% di tutti i tragitti sonofatti in
bicicletta). La circonvallazionecentrale ha una funzione distributrice per il
traffico alle varie entratenella parte medioevaledella citt. Una analisi delle
funzioni delle due circonvallazioni ha mostratoche non era necessarioche
entrambe servissero per il traffico veloce. Invece, la circonvallazione centrale
avrebbe dovuto avere limiti di velocit ridotti per proteggere i pedoni ed i
ciclisti. A questo cambiamento sono anche connessi i miglioramenti per quel
che riguarda linquinamento acustico ed atmosferico.

La ricostruzione della circonvallazione centrale gi stata iniziata in tre punti


lungo lanello con il proposito di ridurre la velocit del traffico motorizzato. La
ricostruzione include il restringimento della carreggiata, con il posizionamento
di isole centrali, la piantumazione di alberi come mezzo ottico di restrizione
visiva e con linstallazione di strisce sonore. Sono anche stati costruiti
attraversamenti pedonali ed, in alcuni casi, corsie per i ciclisti.

Nonostante ci la velocita. di guida rimasta troppo alta (50 Km/h ed oltre


direttamente davanti agli attraversamenti pedonali). 1 veicoli che oltrepassano
le bande sonore causato dei rumori irregolari, che hanno provocato la protesta
dei residenti. Lamministrazione cittadina ha stabilito che linstallazione di
ulteriori bande sonore deve essere rinviata fmo a che non sar fatta unanalisi
delle lamentale esistenti.

Ulteriori ricerche forniranno risposte su due interrogativi. Primo, il problema


rinviato delle strisce sonore: prima del completamento della costruzione della
circonvallazione va stabilito se il rumore prodotto dalle macchine che passano
su di esse a bassa velocit ancora di disturbo. Secondo, la questione generale:
che densit devono avere le misure affmche larea divenga abbastanza sicura per
tutte le modalit di traffico.

Gli studi in Ingolstadt mostrano che la velocit dei veicoli giudicata pi


frequentemente di prima alta, ed il rischio di incidenti viene percepito come
minore.

Un esame attento di Buxtebude (33.000 abitanti), unaltra delle citt modello


dello studio di ricerca, ha mostrato che il sistema stradale ad anello attorno al
centro medioevale, non era pi necessario. Nella parte settentrionale della citt
stato sperimentato un limite di velocit di 30 IWh con risultati soddisfacenti
dal novembre 1983, su tutta la rete stradale. 1 risultati mostrano una riduzione
degli incidenti, del rumore e delle esalazioni inquinanti.

Le vie che appaiono in neretto nella figura mantenevano un limite di 50 Kmk,


ed in un caso di 70 Km/h. La sezione occidentale della circonvallazione si
dimostr inutile. Qui si trovano scuole, una piscina, appartamenti ed altri
servizi. Il volume di traffico in questa parte della circonvallazione arrivava a
circa 1SO0 veicoli tra le 18 e le 21 di sera. Nello stesso periodo cerano circa
300 ciclisti e 300 pedoni. La ricostruzione della sezione occidentale della strada
presupponeva che le altre strade principali avessero livelli di capacita
suffkienti e che la corrispondente restrizione nelle strade adiacenti fosse fatta
in modo da scaricare il traffico su queste.

In Buxtehude e stata registrata una diminuzione sostanziale degli incidenti


gravi. Il costo degli incidenti calato da 5,8 milioni di Marchi a 3,7 milioni.
Come negli studi precedenti t stata rilevata una diminuzione dellinquinamento
sonoro, atmosferico e delle velocit del traffko motorizzato, con il consenso
della popolazione.

Buxtehude. La rete stradale dellarea modello.


In Esslingen prima del progetto di moderazione del traffico circa meta dei
ciclisti erano considerati imprudenti, dopo la proporzione si era ridotta ad un
quarto.

STRADE PRINCIPALI NELLE PICCOLE CITT

Sebbenela moderazionedel traffico sia nataper le areedensamente popolate


delle cittA di mediee grandi dimensioninella RepubblicaFederaleTedesca
durantegli ultimi ti, la tendenzae ora quella di concentrarsisulle strade
principali nei piccoli villaggi, che solitamentesolEono per il traffico di
attraversamento pesantee talvolta ad alta velo&. Questotipo di probleminon
pu sempreessererisoltocon la costruzionedi tangenziali-un metododi azione
sostenutodurantegli ultimi anni dal ministerodei trasporti. Questoper molte
ragioni: la distruzionedella campagna,che ha comeconseguenze lopposizione
da parte del pubblico; oppure il fatto che la costruzionedi tangenzialinon
sempredevia il traffko al di fuori dei villaggi. In molti casi nel passato,la
preoccupazione per le alte velocit, al traffico sulunghedistanzeveniva datala
precedenzae le vecchiestradecheattraversavanoi villaggi venivanotiovate
senzaconsultarei bisognidegli abitanti. Il risultato furono delle strademolto
ampieconsuperficiscorrevolie marciapiediristretti. Recentemente, comunque,
si sviluppatauna nuova linea di pensieroche non incoraggiapi le alte
velocit attraversoi villaggi; vengonoinvece enfatizzati i bisognidei residenti
ed il traffico di attraversamento deveprocederecon attenzione.

Le misuredi moderazionedel traffico utilizzate nelle cit& ovviamente,non


sono appropriateper questo tipo di villaggi. Le strade devono rimanere
accessibilianche per i macchinariagricoli. 1 villaggi hanno una struttura
differente che deve essereconservata,e la popolazionecontadinaha bisogni
totalmentedifferenti da quelli dei cittadini. Questoultimo punto otEe delle
sorpreseper i pianificatori. Mentre infatti i parchi e gli alberi sonomolto
richiesti nelle citt, laggiuntadi nuovi alberi non affascina altrettanto i
contadini.La cadutaautunnaledelle foglie, infatti, C vista comeun disturbo,
oltre checomeun pericoloper il passaggio dei carri.

La figura mostraun esempiodi una stradacheha avutoparticolaresuccesso. La


stradamantienela sua intera larghezzaed i marciapiedisonosopraelevati.1
larghi macchinariagricoli, ed i carri che viaggianoa bassavelocit ovunque
sonoin gradodi utilizzare la stradadirettamentedi fronte alle case.Un effetto
ottico di restringimentodelle corsie ottenuto con lutilizzo di pavimentazioni
di colori differenti. Il livello della superficie stradale corrisponde in altezza ai
passi carrai ed alle entrate dei cortili. Il risultato una sensazione di saliscendi
senza il disturbo dei dossi, ma ancora efficace per la riduzione della velocit.

Questa struttura ondeggiante della superficie stradale aumenta direttamente


di fronte alle case, come ovvio, ed efficace, per la maggior parte,
nellallontanare il traffico dalle stesse. 1 panettoni od altri dissuasori di sosta
sono stati necessari solo in alcune situazioni. Di conseguenza, il risultato finale
t unarea armoniosa, senza pi una strada oppressa dal traffico di passaggio
oltre che da quello dei residenti, che ben si addice allassetto del villaggio.

Le case non stanno piu sul confine della strada come strani oggetti, ma al
contrario hanno una forte connessione con la strada.

Il design ricorda quello delle strade di una volta. Una tale ricostruzione del
passato fallir comunque in caso di traffico troppo intenso. In questo caso, si
dovr giungere ad un compromesso tra le diverse modalit di traffico- sia
motorizzate che non. La carreggiata deve essere ricostruita dai continti del
villaggio fino al centro per ottenere una velocit moderata dei veicoli,
sufficiente spazio per i pedoni ed i ciclisti, ed inoltre un livello piu alto di
sicurezza ed un villaggio pi vivibile.

8.75

Strade principali attraverso i piccoli paesi.


Una strada principale di attraversamento di un villaggio prima e dopo la
ricostruzione.

Prima della ricostruzione lampia carreggiata invitava ad una guida


veloce. I marciapiedi erano ridotti ad 80 cm. Dopo, lalta velocita viene
scoraggiata da una carreggiata piU stretta, ottenuta anche per mezzo di
differenti pavimentazioni.
Ricostruziotie di una strada statale attraverso un piccolo paese.

stata riprogettata lintersezione con le strade minori, riducendo


lampiezza della carreggiata con la piantumazione di alberi su entrambi i
lati della strada.

Le ultime ricerchesultemageneraletrasportied ambienteportato avanti dal


Difu mostranochesu 127citt, 98 hannoimplementatoschemidi moderazione
del traffico. Il rapportodel Difu concludeche la maggiorparte delle misure
esistentidi moderazionedel trafico sonoancoraisolate,coprendosoloalcune
strade, ma in 26 citt sono stati implementatischemidi moderazionedel
traffico suvastaarea.

Un ulteriore studiodel Deutsche Stiidtetag del 1985mostraancheil grande


interesseper il miglioramentodelle strade principali. Al progetto hanno
partecipato 63 citt su 137 e la maggioranza (82%) ha gi iniziato i
cambiamenti dei piani ed il 73 per cento sta gia applicando dei piani per le
strade principali. Oltre alla sicurezza stradale, un altro importante obiettivo C il
miglioramento delle qualit ambientali di queste strade.

Dal 1991 diverse cittA tedesche come Friburgo hanno introdotto le zone Tempo
30 in tutte le loro aree residenziali, con limiti di velocit di 50 Km01
mantenuti solo per le strade residenziali principali. Politiche di questo tipo sono
di grande aiuto per laumento di sicurezza dei ciclisti.

Gli schemi di moderazione del traffico in Germania si sono per lo piti limitati
alle aree residenziali ed alle strade pi tranquille. Fino ad ora ci ben pochi
schemi hanno coinvolto il traffko delle strade principali, specialmente nelle
citt pi grandi. Questo riflette parzialmente le preoccupazioni degli operatori
dei mezzi pubblici che ritengono che queste strade siano pi adatte alla
creazione di corsie preferenziali per i bus, ma riflette anche la continua
pressione delle macchine private per avere la priorit rispetto agli utenti pi
deboli della strada.

Dallinizio degli ti 80 sono nate delle discussioni sui costi che le strade a
trafftco moderato impongono alle autorit locali e sul tempo necessario per la
trasformazione della maggior parte di esse. Pertanto molte autorit locali hanno
abbandonato il progetto di strade sul modello Woonerf e sperimentato una serie
di misure selezionate che avrebbero dovuto ridurre la velocit del traffko
motorizzato ma non automaticamente ridotto il volume di traffico.

Questo tipo di progetto stradale sarebbe stato codificato nel nuovo segnale
stradale (StVO 325/326) datato 1980. Comunque, altre autorit locali non
hanno fatto nessun cambiamento alla superficie stradale ma hanno
semplicemente posizionato un nuovo cartello che permetteva una velocit
massima di 30 Km/h nelle aree residenziali.

Amburgo e Buxtehude hanno tracciato la via di questa nuova politica ed


hanno incominciato ad implementare il cartello per il limite di 30 Km/h nel
1983. Nel 1987 potevano essere contate gi 577 aree a velocit moderata ad
Amburgo, che coprivano 1.000 Km di strade. Buxtehude aveva un approccio su
vasta area di tempo 30 KmIh in una vasta area residenziale.
Presto molte altre citt seguirono lesempio di Amburgo e Buxtehude, spesso
semplicemente perch era economico posizionare un segnale stradale e perch i
residenti non potevano accusare i dipartimenti locali di trasporto di venir meno
alla legge. Nel marzo 1985 il governo federale diede al segnale stradale di 30
Km/h un periodo di prova fino al dicembre 1989. Questo segnale stato poi
reso permanente. Molte discussioni professionali si sono concentrate dal 1985
sulla questione se il segnale di 30 Km/h da solo fosse efficace per la riduzione
della velocit dei veicoli. Molti esperti dei trasporti concordano sul negarlo, ed
affermano che esso dovrebbe essere accompagnato da misure fisiche per la
moderazione del traffico oppure essere controllato in modo molto rigido dalla
polizia.

Il Deutsche Widtetag ha fatto nel 1986 uno studio sulle autorit locali nel
1986 chiedendo se avessero implementato il limite di 30 Kr& 1 risultati
mostrano che speciahnente le piccole autorit locali hanno adottato questo
metodo su larga scala ma, a parte Amburgo, le citt piu grandi hanno mostrato
una considerevole riluttanza ad applicare limiti di velocit.

Un rapporto scritto da esperti del trasporto del Ad-hoc-Gruppe


Geschwindigkeitsdampfung (Societ di Ricerca sulle Strade ed i Trasporti)
ha riassunto i risultati pi recenti di 30 progetti di ricerca in 20 citt ed autorit
locali sugli effetti della moderazione del traffico su vasta area con limiti di 30
Km& che includevano non solo la parziale ricostruzione delle strade ma anche
strade sulle quali lunico cambiamento era sta il posizionamento del cartello per
il limite di 30 Km/h. 1risultati mostrano che:

l la moderazione del traffico ha ridotto la velocit media dei veicoli


motorizzati in queste aree, anche se la maggior parte degli automobilisti
non si attiene al limite di 30 Km/h,
l c stata una riduzione nel numero di incidenti gravi, in particolar modo per
gli utenti pi deboli della strada;
l in alcune aree si pu trovare anche una riduzione del numero totale di
incidenti; ce stato un declino dellinquinamento atmosferico ed acustico; il
consumo di carburante pi basso che con i limiti di 50 Km/h/
Questi risultati sono incoraggianti e potrebbero indurre il governo centrale ad
accettare il limite di 30 Krnk per le aree residenziali, una richiesta che stata
inoltrata dal Deutsche Wdtetag nel 1988.
Nel 1990 stata adottata a Berlino una nuova legge che migliora
considerevolmente le condizioni per il parcheggio delle biciclette. Uno dei suoi
obiettivi la potenziale riduzione del traffico automobilistico attraverso una
politica dei parcheggi. La legge pertanto include una strategia differenziata per
le restrizioni e le riduzioni del numero di parcheggi per le auto che deve essere
previsti nelle nuove costruzioni.

Ogni edificio nuovo o ristrutturato deve avere ora un numero suffkiente di


parcheggi per le biciclette. Mentre i parcheggi per le auto devono essere situati
ad una certa distanza dagli edifici, le aree per il parcheggio delle biciclette
devono trovarsi accanto agli edifici. Inoltre nei punti con un buon accesso ai
trasporti pubblici i parcheggi per le auto dovrebbero essere ridotti o totalmente
eliminati. Altrove, al posto della creazioni di spazi di parcheggio, esiste
lopzione di costituire un fondo monetario comune, in relazione al numero di
piani o allarea dello spazio per uffici, che pu essere usato per investire nel
trasporto pubblico o in facilitazioni per i ciclisti o altro.
Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE

Politecnicodi Milano, 22-25maggio1996


DipartimentoScienzedel Territorio
Direttore del corso: Prof. Anna Moretti

CoordinatoreArch. GiuseppeDi Giampietro

Materiale estrattodallaricerca:Manualeper la moderazionedel trafico:


raccomandazioni per la realizzazionedi unPiano Urbanodel Trafico.
Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi,Arch. Silvia Ghiacci,
Arch. Marzia Martini, Arch. Matteo Masini.

Il presentemateriale statoelaboratodallArch. Silvia Ghiaccie la ricerca


attualmentein corso
Dopo il 1975, ma soprattutto dopo il 1980, i concetti di zone di soggiorno e di
zone di circolazione sono maneggiate dai poteri pubblici, centrali e locali
olandesi. Questo ingresso nel costume di un concetto nuovo C awenuto
progressivamente a partire dai risultati dei grandi progetti e lestensione
thninante delle strade residenziali. Sotto la pressione, anche, dellomtipresenza
dellautomobile e la cronica mancanza di posto di questi paesi, dove lintensit
della circolazione quattro volte superiore a quella registrata in Francia, per un
tasso di motorizzazione pressappoco identico.

ZONE DI CIRCOLAZIONE

Per zona di circolazionesi intende uninsiemedi strade, spazi costruiti e di


spazi pubblici, dove la circolazionemotorizzata dominao quelle dove le
riconosciutala priorit del fatto della sceltadei responsabililocali in termini di
gerarchizzazione delle vie. Le zone di circolazione corrispondono
principalmentealle grandiarteriedove scorreil traffko motorizzato.

ZONE DI SOGGIORNO

Per zone di soggiornosi devonointenderedei quartieri o delle zone chehanno


soprattuttouna funzionedi soggiorno.Cio&delle attivitA dette dolci comeil
passeggiare a piedi, il camminare,il gioco,gli spostamenti
in bicicletta, ecc. Le
attivit/funzioni di circolazione(motorizzata)devonoesservisecondarie.
Il modo migliore per spiegare come il woonerf viene applicato nei Paesi Bassi e
di cominciare con le regole per il progetto (DESIGN RULES) ed il regolamento
del traffico (TRAPFIC REGULATION). Questi sono il risultato di circa sei anni
di esperimenti in differenti citt olandesi.

Entrambi furono pubblicati dal Ministero dei Trasporti nel settembre 1976, che
li ha resi rispettivamente legge e regolamento locale.

1 due principali scopi degli standards e dei regolamenti sono di assicurare che:

1) 1 fruitori della strada capiscano di essere entrati in un woonerf, e che quindi


sappiano come comportarsi. Questo utile anche per la polizia, che deve
vigilare;

2) 1 progettisti del woonerf sappiano quali sono i requisiti minimi per un


woonerf, cos che lintenzione di un woonerf appaia e funzioni come un
woonerf

Gli standards e le regole si riferiscono a tre sfere principali:

La prima sfera contiene gli standards funzionali: pu un strada diventare un


woonerfl e se cos: quali regole basilari applicare?

La seconda sfera ha a che fare con le dotazioni standard che rendono un


woonerfriconoscibile come tale.

La terza sfera riguarda larredo, per assicurare che un woonerf possa funzionare
in accordo al regolamento della legge del traffko. 1 progettisti sono abbastanza
liberi, sebbene con dei requisiti minimi da rispettare.
Art1

Un woonerfdeve essere prima di tatto un area residenziale.


x Negozi, scuole,uffici,
chiese, etc.. possonoessere
contenutiin un woonerf, fm
tanto chenon sonogeneratori
di trafko principale, ed
chiaro che essi sono
subordinati alla funzione
residenziale.
E anche chiaro che un
woonerf pu o meglio deve
essereunkrea comprensiva,
formata da un intero gruppo
di strade.

Art2

Le strade, o la rete stradale, in un woonerfdevono avere solo trafico veicolare


con origine o destinazione allinterno del particolare woonerj il traflco di
attraversamento dovrebbe essere escluso.
x Il progettodella strada
dovrebbe scoraggiare il
traffico di attraversamento,
senza renderlo impossibile
ma solo sconveniente. Le
strade che hanno una
funzione di attraversamento
per il traffico non possono
essere trasformate in un
woonerf
Art3

Nessunastradaallinternodi un woonetfdovrebbeportareunflussodi traflco


tale da intaccarneil caratteredi parte di un woonerf
x Mentre questostandard
non e formulato in modo
preciso, lesperienzainsegna MAX
che il limite dellordinedi
100-200veicoli allora nelle mo-200
ore di punta, ma questo C veid i/h
anche in funzione sia della
larghezza della strada che
della distribuzionedel flusso
di traffko nellarco della
giornata.

Art4

Deve essereevitata limpressionedi una separazionetra carreggiata e


marciapiede.Di conseguenza non dovrebbeesisterenessunadtrerenzimone
continuanegli elementidella sezionestradalelungo lestensione della strada:
quandovengonoapplicati cordoni di marciapiede,ci dovrebberoesseredelle
interruzioni ogni 25 metri in modoche sia del tutto chiaro allautomobilista
chenon ce!nessunacarreggiataseparata.
x Questo correlatoalla
legge secondo la quale i
pedoni dovrebbero usare
lintera sezione stradale
allinterno di un woonerf, e
che il gioco permesso
ovunque. Questi articoli
toccano lessenza del
woonerf La legge per un
woonerf anche contraria
alle regoleusuali:nelle altre
strade i pedoni devono
rimanere sui marciapiedi,
eccetto quando attraversano,
ed il gioco sulla carreggiata e
proibito esplicitamente.
Lo standard di progetto
per cui non dovrebbe essere
suggerita nessuna
separazione tra carreggiata e
marciapiede C molto
importante.
In Delft i primi
esperimenti evitavano
differenze di livello ovunque.
ln seguito ce stato un ritorno
in auge del cordone del
marciapiede. Pu essere utile
limitare larea dove possono
passare le macchine con un
cordone (vicino alle porte di
ingresso, nelle aree gioco
speciali, ecc..).
.
Anche per ragioni di . . . .
6

manutenzione: molto .
. *
,
.

costoso rendere tutta la .

pavimentazione resistente al

. . .. * .. . . .
peso dei veicoli. Questo non
dovrebbe pero avere per
effetto un progetto che la
rende di nuovo simile ad una
strada normale.
.
51 . . .
t .
. . .
Le parti terminali dei
cordoni dei marciapiedi . . . .
.
dovrebbero essere .
. .*.. .
chiaramente segnalate con
luso di vasi per le piante e . . .
l .

recinti, alberi 0 altri


stratagemmi.
Gli elementi verticali quali vasi o cespugli non dovrebbero ridurre la visibilita.
x Mentre i vasi per le
piante possonoessereusati
per indicare la posizionedi
un dossorallentatoreo di una
svolta, essi non dovrebbero
superare laltezza di 0,75
metri; questa allincirca la
stessaaltezza del cofano di
una automobile.Lo scopo6
di evitare di investire un
bambino che sbuchi fuori
allimprovviso senza poter
esserevisto.

Art6

Le entrate e le uscite di un woonerf devono essere progettate come strade di


accesso e devono essere chiaramente nconoscibili come tali. Nel caso di
entrate o uscite per i veicoli che incrocino dei passaggi pedonali, questi ultimi
dovrebbero essere ribassati e fatti continuare attraverso la strada. Questo
requisito pu anche essere soddisfatto se linizio del woonetf viene posto ad
una breve distanza allinterno della strada di ingresso: in questo caso la strada
di ingresso non puo essere classificata come strada di accesso. Il segnale 57~
di woonetfdeve essere collocato alle entrate ed il segnale 58~ alle uscite.
x La Legge del Traffico
dichiara che questi segnali
dovrebberoessereusati solo
se il woonerf soddisfa gli
standards stabiliti dal
Ministero dei Trasporti.
Poich il woonerf crea un
sistema di traffico con
regolamenti differenti,
molto importanteche tutti i
suoi fruitori sappiano dove
esso inizia e finisce. 1 soli
segnali stradali non sono
sufficienti e vengono
richieste altre misure fisiche.
Quando Yuscita da un
woonerf incrocia ad angolo
retto una strada principale, il
traffico che viaggia su
questultima ha la precedenza

i
sul traffico che lascia il
woonerf, il che di fatto una
variante della regola olandese
della precedenza per chi I
----
--I
proviene da destra (art. 16
del RW). Se ci sono
numerosi punti di accesso di c-j
---1
_ I
---1
questo tipo lungo la strada
principale questa tender a
diventare una strada con
precedenza per il traffico, e
questo porter ad un aumento
25
della velocita Pertanto se si
desidera evitare questi
inconvenienti le entrate e le Strada prin5p.b
uscite dovrebbero essere
collocate arretrate di 10 o 15
metri, in modo tale che
lultimo tratto di strada verso
lincrocio assuma il carattere
di una strada normale,
ristabilendo il suo diritto di
precedenza da destra.
Art7

Gli spazi per il parcheggio dovrebbero essere indicati in modo chiaro. Come
requisito minimo devono essere indicati gli angoli. Questi contrassegni e la
lettera P, come descritta nellarticolo 88e del Reglement Verkeersregels en
Verkeerstekens (R W, la legge olandese per il traflco), devono avere un colore
che possa essere velocemente distinto dalla pavimentazione sulla o nella quale
sono posti. La lettera P pu essere rappresentata nella pavimentazione come
riproduzione del segnale 99 delL4ppendice II (btjlage II) del R W.
x Proprio per la grande
variet possibilenel progetto
dei woonerven,il parcheggio
C permessosolo negli spazi
designati come tali dalla
letteraP.
Questa indicazione
dovrebbe essereposizionata
in modo tale da essere
visibile anche quando vi
parcheggiataunamacchina.

Art8

Ci devono essere adeguate disponibilita di parcheggi per i residenti di un


woonet$ Sebbene sia previsto un surplus di capacit di parcheggio disponibile
nelle immediate vicinanze, lofferta di parcheggi allinterno di un woonerf
potrebbe essere leggermente al di sotto della domanda. Ci nonostante questo
non dovrebbe portare ad una dtflerenza troppo marcata tra domanda e oferta
di parcheggi allinterno di un woonerfe nelle aree immediatamente adiacenti.
x Prima della creazione
di un woonerf,devonoessere
risolti tutti i problemi di
parcheggioe bisogna porre
molta attenzione
allaspettativa che la
domanda di parcheggio
aumenter.
Lidea di questo standard
di evitare che risulti un
pessimo woonerf, causato da
un numero eccessivo di
macchine parcheggiate, o che
il problema del parcheggio
venga spostato alle strade
adiacenti.

Art9

Nella porzione di strada destinataalluso da parte dei veicoli dovrebbero


essereinhodotti dei dispositiviper limitare la velocit di ttttti i tipi di veicoli,
La distanzamassimatra questidispositivinon dovrebbesupemrei 50 metri.
x Questo articolo C
importantesoprattuttoperch
specificala distanzamassima
tra i dispositiviprogettatiper
ridurre la velocit dei veicoli
motorizzati e perche impone
losser~ama di velocitbasse.
La leggedel traffico dice:
i guidatori allinterno di un
woonerf non dovrebbe
superarela velocit del passo
duomo; devono fare
attenzione alla possibile
presenzadi pedoni, inclusi
bambini che giocano,oggetti
non visti ed irregolaritsulla
superficiedella stradae sul
suoallineamento.
Owero la bassavelocit
dovrebbeesseresuggeritadal
disegnodella strada. Questi
dispositivi possono infatti
assumere diverse forme:
svolte, dossi, strozzature,
ecc.. Una combinazione di
queste funziona meglio. E
anche desiderabile usare
questi oggetti per trasformarli
in elementi positivi per
lambiente: vasi con piante,
alberi, ecc..
Dossi e cunette sono a
volte usati allesterno dei
woonerven. Ma in quel caso
rimangono le normali regole
del traffko. Comunque,
questi elementi dovrebbero
essere sempre chiaramente
visibili dallautomobilista e
sempre riferiti ad una
segnaletica verticale, poich
essi dovrebbero funzionare in
modo preventivo. Lidea che
lautomobilista adatter la sua
velocit prima di
attraversarli. Daltra parte,
dossi e cunette non
dovrebbero essere eccessivi,
cos da risultare scomodi per
i ciclisti.

Art 10

Gli elementicitati nellarticolo 9 non dovrebberoessereposizionati in modo


tale da costringerei veicoli a passarevicino alle porte di ingressodelle
abitazioni cheaffaccianodirettamentesullastrada.
x La distanzatra questi
dispositivie le casedovrebbe
esseredi almeno0,6 metri.
Entrambi gli articoli
servono a prevenire scontri
diretti.
Gli elementi verticali, da
dietro i quali arrivano e
corrono i bambini, non
dovrebbero impedire la vista
agli automobilisti o ai ciclisti
che passano. In pratica
unaltezza di 0,75 metri t il
massimo consentito, owero
piu o meno laltezza di un
normale cofano di
automobile. Un ragionamento
simile C applicato alle porte
di casa ed alle altre uscite. Le
persone che oltrepassano la
soglia di casa, o i bambini
che corrono da dietro una
cespuglio di un giardino
potrebbero ugualmente essere
investiti da un veicolo, il cui
guidatore non sarebbe in
grado di vederli.
Pertanto deve esserci una
certa distanza tra le facciate
ed i veicoli.

Art 11

In accordo con l%ticolo 88b del RW, gli elementi a cui ci si riferisce
nellarticolo 9 non dovrebbero creare pencolo al trafico che vi passa sopra.
x Gli articoli 11 e 12
indicanoche questi elementi
non dovrebbero costituire
pericolo per il traffko che li
attraversa con la necessaria
cautela ed ad una giusta
bassa velocit. Non ce
lintenzione di aggiungere
nuovi rischi facendo andare
pi piano i guidatori.
Pertanto i dossi dovrebbero
essere progettati in modo da
non costituire una sorpresa
improwisa per il guidatore.

T
Art 12

.rI-
Lilluminazione stradale deve essere su#ciente aJnch& turn' gli elementi,
specialmente quelli a cui ci si riferisce nellArticolo 9, siano interamente
visibili di notte
x Lautomobilista deve
esserein gradodi vedereche f
gli sta di fronte, ed i vari c
dispositivi per il
rallentamentoanchedi notte.
Inutile dire che questa
regola deve valere per i
guidatori che avanzano con
lappropriata velocit e
cautela.Questonon significa
per il bagnodi lucechec
di solito. Questo sarebbe
contrario al carattere del
woonerf come ambiente D
residenziale.
E stato scoperto che 7
spesso una schema di b
illuminazione che si
concentra sui punti dove
necessario concolonnine,alte
3,s metri ad una distanza
mediadi 25 metri, e luci pi i
delicate soddisfa entrambi i
bisogni molto bene. Infatti,
questo aiuta a distinguere tra
un woonerf e una strada
normale anche di notte.

Art 13

Speciali aree progettate come aree di gioco dovrebbero essere chiaramente


nconoscibili come tali e separate fisicamente da quelle parti della strada usate
dai veicoli. In un woonerf possibile giocare ovunque. Comunque k preferibile
separare alcune aree dove le macchine non possano entrare.

x Questopu6 esserefatto
in molti modi: steccati,
panettoni, cespugli,
colonnine, fm tanto che
limpressionenon sia che il
resto del woonerf sia
esclusivamente per le
macchine.E ovvio chequesti
elementiseparatidovrebbero
esserepreferibilmenteanche
multi funzionali.
Art 14

Lu parola woonef deveesserescritta sotto il segnalestradale57~.

x Poich il concetto di
woonerf C relativamente
nuovo,nonci si pu aspettare , ,
che tutti gli automobilisti, P -\
siano,o lo diventino subito, f
1. - f
!*
abituati. Una ricerca ha
dimostrato che il segnale
usato per identificare un
woonerf(segnale575 RW)
non immediatamente capito
da tutti i fruitori della strada
ed pertanto stato decisodi
aumentarne lefficacia con
laggiuntadel testo woonerf
per un certo lassodi tempo.
E necessarioconsentirelaccessodei veicoli di servizio, inclusa lauto dei
pompieri. Ci nonostantela stradanon dovrebbeesseretroppo ampia o si
rischiachele velocitdiventino eccessive.Una stradalarga2,8 - 3,2 metri sar
accessibile per i veicoli di servizioed unamacchinasarin gradodi sorpassare
un ciclista. Duemacchinenon potrannopassarecon facilita senon diminuendo
la loro velocit. Possonoessereprevisti degli spazidi passaggioampliandoin
alcunipunti la stradacoschepossaesseremantenutoil doppiosensodi marcia
dellastrada.

Bisognaevitare la necessitadi inversionedi marciaper i veicoli molto larghi,


studiandopertantouna normalerete di circolazione.Affmch sianoefficaci, le
svolte nella strada devono avere un angolo di ahneno45i e la diversione
dallassedeve esserealmenougualealla larghezzadel pavimentodella strada.
Vanno evitate la stradea sensounico, altrimenti le velocit tenderannoad
aumentare.
La pubblicazione del Royal Dutch Touring Club5 elenca una serie di vantaggi e
svantaggi del woond

1principali vantaggi sono:

l maggioresicurezzq

. maggioriusi potenzialiper le areeresidenziali;i bambinipossonogiocare


pih facilmentenella stradae gli adulti haunopi relazionisociali;

5 ANWB, Royal Dutch Touring Club, Woonerf: a new approach to


enviromnental managementiu residential areas and the related traffk
legislation,The Hague,The Netherlands,1980.
l maggiori opporhmita per i bambini di sviluppare la loro personalit;

l limitazione della fnzione della strada come parte di un sistema di traffko;

l maggiori opporhmim per altri usi dello spazio pubblico;

l probabile miglioramento della sicurezza assoluta, sebbene elementi di


rilievo non siano ancora disponibili.

Quelli che seguono sono alcuni degli svantaggi:

. e difficile creare un woonerf. richiede molte discussioni ed i residenti


coinvolti devono supportare lidea;

. un woonerf non economico, specialmente nel caso di strade vecchie;

. i motorini rimangono un problema allinterno del woonerf dal momento che


*. le misure per ridurre la velocit delle auto hanno scarsi effetti su di loro;

. il tipo di soluzione adottata nei woonerven pu creare aspettative


irragionevoli in parte dei residenti di aree che non sono convertibili in
woonerven. Le ragioni possono includere uneccessiva domanda di
parcheggi, un volume di traEco troppo alto e lineliminabile presenza di
traffico di attraversamento.

In aggiunta lattenzione posta allargomento che i bambini che crescono in un


ambiente protetto sono eventualmente a maggiore rischio allesterno di
quellambiente. Questa idea deriva dal fatto che il woonerf d lopportunita ai
bambini di imparare i movimenti dei veicoli in una situazione nella quale un
errore di giudizio non avrebbe serie conseguenze.

Nel convertire le strade tradizionali in woonerven e consigliabile procedere con


prudenza, cominciando con la costruzione di una o due strade in unarea prima
di procedere con un lavoro piu~estensivo. In questo modo ogni difficolt pu
essere risolta sul nascere. Comunque, il, grande potenziale di questo tipo di
progetto per la creazione di un ambiente piu umano e per il miglioramento del
paesaggio cittadino sar un grande vantaggio nella pianificazione.
Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE
Politecnico di Milano, 22-25 maggio 1996
Dipartimento Scienze del Territorio
Direttore del corso: Prof. Anna Moretti
CoordinatoreArch. Giuseppe Di Giampietro

Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi, Arch. Silvia Ghiacci,


Arch. Marzia Martini, Arch. Matteo Masini.
La ricerca ancora in corso
EFFICACIA ED UTILITA DELLA MODERAZIONE DEL TRAFFICO

Lefficacia della moderazione del traffico

Essa va valutata considerando gli obiettivi da essa perseguiti, in primo luogo la sicurezza ma anche il livello di rumore
e di inquinamento. Un altro obiettivo ancora pi importante come la qualit e la fruibilit dello spazio str& par
considerato, di difficile qoantiiiczione.
Se si dividono gli interventi di moderazione del trtico in funzione del tipo di strada in cui hanno avuto luogo, e cio
strade principali e strade locali (zone), esistono diversi valutazioni sullefficacia degli interventi.
Sulle strade principab esiste unesperienza vasta e ben documentata, della quale il programma francese Ville plus sire
un esempio rilevante. 1 dati di questo programma rivelano come un aumento della sicurezza sulle strade principali
non vada ad intaccare la capacit di una strada di sopportare ingenti flussi veicolari, essendosi verificato nello periodo
un aumento di tali flussi. Questa conclusione smentisce lobiezione comune per cui gli interventi di moderazione non
siano compatibili con le funzioni di una strada di scorrimento.
Sulle strade locali, strade nelle qual1 la moderazione del traffico quantomeno acceffafa, le esperienze sono piU
numerose anche se in generale meno ampte, partendo da una di queste , che tratta di interventi di tipo zona 30 si pu
giungere alle seguenti considerazioni: velocit, incidenti e rumore diminuiscono, in particolare i maggion effetti si
riscontrano sulla riduzione degli incidenti, mentre la velocit e il rumore dipendono maggiormente dal tipo di
rallentatore.
Fer entrambi i tipi di intervento, il maggiore o minore grado di accettabilit eIo di gradimento solitamente rilevato
attraverso sondaggi a campione. Questi sondaggi pur dimostrandosi globalmente a favore della moderazione del
traffico sono contraddistinti da una contraddizione di fondo e cio 10 scindersi del cittadino-residente (solitamente a
favore) dal cittadin~automolista (che infastidito dalla moderazione soprattutto quella a cosa dr allri). Un altro
aspetto trattato da questi sondaggi quello relativo al maggiore o minore oso della strada da parte dei pedoni dopo il
trattamento di moderazione. Anche in questo caso, soprattutto per le strade principali, a causa della concentrazione di
popolazione e di attivit, la fruibili6 ne trae giovamento. segno evidente di una maggiore qualit urbana delle strade a
traftico moderato.

Lutilit complessiva della moderazione del traffico

Per quanto riguarda lutilit complessiva della moderazione del trafko. pur nella consapevolezza della diicolt di
una valutazione del genere, bisogna considerare fondamentalmente due aspetti: quello della qualit della vita urbana
(di cui si detto sopra) e quello della qualit della cmxlazione allinterno della rete. E Infatti fondamentale che con
lestensione (potenziale) della moderazione allintera citt, gli effetti da questa prodotti siano, sul complesso della citt,
tali da compensare gli (eventuali) effetti negativi che questa comporterebbe.
Allo stato attuale non si a conoscenza di piani complessivi che abbiano integrato la moderazione del traffico su aree
molto vaste e che abbiano interessato anche il sistema dei trasporti. Lapprovazione recente delle leggi sulla
moderazione per zone (fine anni 80 inizio dei 90) non ha ancora dato luogo a realizzazioni e valutazioni di rilevanza
PERCH UN MANUALE

La volont di agire attraverso la redazione di un manuale risponde alla necessit della produzione e dello scambio di
informazioni cosiddette innovafive. In effetti il campo della moderazione del tra5ico non ha trovato molta fortuna in
Italia; questo dovuto certo a caratteristiche nazionali particolari, ma anche a mancanza di informazione. Questa
informazione pu essere prodotta da vari attori: il governo centrale, che lorgano teoricamente pi adeguato per
promuovere interventi sperimentali, cos! come per raccogliere ed elaborare le informazioni che da questi programmi
sono state prodotte; i comuni, i quali possono promuovere lo scambio di informazione, almeno in quei casi in cui
avendo realitio interventi di un certo interesse, li si desidera pubblicizzare al fine di migliorare limmagine della
citi; i professionisti, che hanno interesse a produrre,~elaborare e diffondere le conoscenze riguardanti il proprio
settore, sia per ragioni disciplinari o accademiche, sia per ragioni economiche. Quando si pensa a questi attori si pu
notare che, nel contesto italiano, pur essendosi sviluppata una sensibilit riguardo al problema, non si sono tuttora
avuti risultati quantitativamente rilevanti nel campo scientifico. Questi risultati potrebbero agire come stimolante
verso le diverse parti in modo che, per esempio, unamministrazione locale si convinca dellutilit di un suo
interessamento verso determinati settori, e affinch ci avvenga deve accedere alle informazione adatte. Anche i
diversi attori economici, per meglio indiriuarsi verso una concertazione realizzabile e, forse, migliore, devono avere a
disposizione una visione globale del problema e dei metodi idonei ad affrontarlo, Cosi come dellinsieme delle
possibilit tecniche. Gli stessi professionisti, in quanto tali, devono essere sempre aggiornati sugli strumenti e sulle
realizzazioni che nel loro campo, ed in quelli prossimi, si sono sviluppati.
Per questi ed altri motivi, la compilazione di un manuale, con i suoi pregi e i suoi difetti, pu considerarsi un atto
positivo.

Perch un manuale a partire dalla moderazione del traffico

Dal momento che ci riproponiamo di realiuare un manuale che allo stesso tempo di riprogettazione e cl1
pianificazione del traffico, occore che il concetto base della moderazione del tra5ico sia in grado di reggere alla
complessit che lintero problema del tra5ico urbano comporta.
In effetti la moderazione del traf&~o pu essere considerata secondo due interpretazioni: una ristretta ed una pi
ampia.
Linterpretazione ristretta della moderazione del tra5ko equipara gli elementi dalla moderazione, a grosse linee, alle
Cosi dette aree limitate al traffico. Il conseguente repertorio di procedure e di tecniche si concentra su ricostruzioni
limitate di strade e piccoli cambiamenti nella gestione del tra5ko. In questo modo la moderazione del tratXa, non
viene considerata come un principio fondamentale di pianificazione urbana dei trasporti ma piuttosto come una
possibilit addizionale di natura molto limitata, utile solo per le strade residenziali con 5ussi di traffico modesti.
Contemporaneamente la pianiiicazione dei trasporti ne influenzata molto poco. La moderazione del traffico viene
quindi isolata come uno strumento tecnico-trasportistia che include solo alcuni elementi di paesaggio. La sua
implementazione fortemente orientata verso un repertorio di linee guida, racc~mamiazioni e regolamerm
amministrativi. Linnovazione e la sperimentazione sono conseguentemente limitate.
Dallaltro lato linterpretazione pi ampia vede la moderazione del traffico come un nuovo principio di pianikazione,
valido per tutte le categorie di strade, e che pu fornire uno schema completamente nuovo per la pianificazione dei
trasporti. Pertanto, questo punto di vista parla anche di moderazione del traffica su vasta area, La moderazione del
trafuco su vasta area tenta di ridurre il tra5ico automobilistico in generale tramite lo scambio con altre modalit di
trasporto, cio dalluso della macchina a quello dei piedi, della bicicletta e del trasporto pubblico, con la riduzione di
molti privilegi e di spazio stradale che negli ultimi anni sono stati riservati unicamente alle auto. Esso tende anche alla
riduzione del tra5icn per mezzo della eliminazione dei deficit nella pianiticazione del territorio par gli altri fruitori
della strada e per i suoi altri utilizzi, che fino ad ora sono stati tralasciati, per esempio, i pedoni, i ciclisti, i bus e i
tram, la qualit della strada, le aree per il gioco dei bambini, la qualit urbana e il paesaggio.
Dal momento che la moderazione del tr&co un concetto che modifica lintera struttura del traffico, anche le strade
principali ne sono interessate. Questo prima di tatto una combinazione concettuale affascinante per molti
pianificatori dei trasporti: restrizione del tra5ico sulle strade principali? Non certo con le stesse politiche adottate
nelle strade residenziali ma comunque con una riduzione ed un cambiamento delloso del suolo a spese della larghezza
della carreggiata Dalle rovine delle strade principali nascerebbero viali, boulevards e strade di transito principali nel
vero senso della parola.
La moderazione del traffico su vasta area senza Iinclusione delle strade principali rimarrebbe parziale, e non
raggiungerebbe mal lobiettivo ambizioso del miglioramento ambientale, della protezione dal rumore e della sicurezza
stradale
Pertanto devono essere incluse lmtera rete stradale, il sistema del trasporto pubblico e tutte le modalit di trasporto I
programrm per la promozione delluso della bicicletta e dei trasporti pubblici fanno parte delle politiche di restrizione
del traffico come pure le politiche per il parcheggio, le strategie di tariffamento della sosta. gb abbonamenti ai mezzi
pubblici e le campagne psicologiche per un corretto comportamento nel traflico.
La moderazione del traffico su vasta area ha carne obiettivo, implicito nel nome stesso, lattuazione su grandi aree
costruite. 1 suoi standards e le sue procedure sono orientate in questo senso.
La restrizione del traffico su vasta area anche un importante strumento per la pianificazione dello sviluppo urbano.
Essa sensibile alla relazione tra velocit, accessibilit, qualit ambientale e sviluppo urbano. Essa sviluppa strategie
per una diversa piaoificazione delle localizzazioni e delle costruzioni, che concentrata su tragitti brevi, e
leliminazione della pressione del trtico e su una sua alta compatibilit ambientale. Essa parte con la pianificazione
di un uso ridotto del suolo da parte del traffico e continua con i costi o la costruzione di una salvaguardia del territorio
e la preservazione di un uso misto del suolo.
Entrambe le interpretazioni vedono la moderazione de6 traffico come una modificazione ed un convoghamento del
trtico nelle strade principali. Per principio il traffico dovrebbe scorrere come sempre, forse anche meglio. 11 traftico
di attraversamento verrebbe portato fuori da poche aree residenziali che si pensa varrebbe la pena proteggere con cul-
desacs, un sistema di strade a senso unico, ecc. Sulle strade principali il traf?ico automobilistico verrebbe concentrato,
e qui esso dovrebbe avere il diritto di precedenza e dovrebbe disporre di una rete dimensionalmente adeguate anche
per sopportare i nuovi flussi. Da queste considerazioni si possono per trarre conclusioni divergenti: da un lato si pu
usare la moderazione del traffico come abbi per la costruzione di ulteriori reti di strade principali.

4
DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEI PIANI DEL TRAFFICO

Le fdit dei Piani Urbani del Tra&o sono elencate nellart. 36 del D.L. 285192, comma 4, e
riprese nelle Direttive dattuazione; si pu ritenere che il legislatore abbia organizzato lordine degli
obiettivi secondo una gerarchia di priorit nella riorganizzazione del trafko cittadino:

l Riorg anbzazione del movimento e della sosta;


. Ridtione degli incidenti;
l Jitquinamento atmosferico e acustico;
l Risparmio energetico;
l Coordinamento nella pianiftcazione;
l Valorizzazione dellambiente urbano.

Gli obiettivi principali per cui si propone lutilizzo dei concetti della moderazione del traBico sono:
1) migliorare lambiente e la qualit della vita urbana, recuperando spazio per attivit diverse dal traffico, ed
accrescendo il senso di sicurezza per coloro che sono coinvolti in queste attivit;
2) ricercare una maggiore sicurezza stradale;
3) organizzare la circolazione urbana in maniera coerente ai due principi precedenti.

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

La realizzazione di un piano urbano del traffico si fonda su tre obiettivi fondamentali, che presentano
tra loro un ordine gerarchico, e possono essere scomposti in precisi elementi dalla cui realizzaziont :
dipende lobiettivo primario:

1. la qualit deIla vita urbano


che si caratterizza nel raggiungimento degli obiettivi collegati:
. riduzione dellinquhtamento;
. recupero dellambiente urbano;
. maggiore fruibilit dello spazio pubblico;
. ridisttibwione degli spari sottratti al traffico veicolare.
2. la sicurezza
che viene ottenuta tramite il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
. diminuzione del numero complessivo di incidenti;
. riduzione dellaggressivit della circolazione;
l diminuzione della velocit;
. protezione delle utenze deboli.
3. e la qualit deIla circolazione
che dipende dal raggiungimento di:
l una migliore fluidit del traffico;
l un miglioramento della circolazione;
. una circolazione meno aggressiva nei confronti delle risorse energetiche.
STRATEGIE

DIREITIVE PER LATTUAZIONE DEI PIANI DEL TRAFFICO

Le strategie dattuazione di un P.U.T. prevedono, secondo un ordine gerarchico, quattro


fondamentali elementi su i quali debbono essere bilanciate le fasi di piaoiftcaziooi del traffico per il
raggiungimento degli obietti& prefissati:
1) Viabilit principale tangenziale allarea centrale;
2) Zone a Traffico Lhitato nella zona centrale;
3) Viabilit principale;
4) Strade interne alla viabilit principale.

Per raggiungere gli obiettivi precedentemente enunciati vengono identificate due strategie generali. La prima prevede
il coordinamento dei ditferenti strumenti di pianificazione urbana che hanno ricadute sulla gestione e sulla
funzionalit del sistema trtico. La seconda riguarda gli strumenti che possono favorevolmente Incidere sulla
integrazione delle componenti di tra5co.
Nella gestione degli strumenti attuativi urbanistici deve essere tenuta presente che la gestione di elementi qual1 lo
sviluppo suburbano, la pratica di zonizzazione, la realizzazione di servizi commerciali e direzionali decentrati, la
realizzazione di auartieri residenziali autosuffkienti esterni al territorio comunale, sono pratiche che presentano delle
fotti ricadute sul kxnplessivo sistema della circolazione.
Un ulteriore elemento fondamentaJe risulta essere la
verticalizzazione di specifiche fasi di pianificazione TRENI REGIONALI
globale del territorio, come le grandi reti viarie regionali
ed interregionali, le strutture di trasporto pubblico di pi LIVELLO LIVELLO
ampla scala, la gestione di determinate risorse ambientali CENTRALE LOCALE
(limiti di inquinamento acustico ed atmosferico). strategie
pianificazione
STRUMENTI ATTUATM risorse
I
realizzazione
\ /
Nodl di mterscambio
gomma-ferro

Accessibilita

Figura 1. Vetiicalizwione della gestione delle reti


ferroviarie. Nel caso delle linee ferroviarie regionali che
lambiscono o attraversano i territori wmunali, si
generano delk relazioni relative alla domanda e offerta
di servizi, con competenze pohtiche. fmanziarie e
strategiche, dl hvello sia centrale che locale
Esistono del resto tki di pianiticazione che al contrario GRANDI RETI VIARIE
necessitano di una deverticaliuazione in quanto
fortemente legate alle caratteristiche specifihe del LIVELLO LIVELLO
luogo, come ad esempio gli strumenti legati alla CENTRALE LOCALE
salvaguardia dei beni architettonici, storici, culturali e
ambientali (specie arboree utilizzate Per il

l
miglioramento del microclima nelle zone a trat?ico
moderato).

STRUMENTI ATTUATM
privato-pubblico

Interscambio
circolazione
urbana-extraurbana
I
Parcheggi

Figura 2. Competenze nella gestione delle grandi


infrastrutture viarie. Anche per le inbastndture viarie
iintknza sulle aree territoriali comunali di rilevante
tipOrtanza.

La strategia di integrazione delle componenti del trtico si concretizza nella pratica attraverso la realizzazione dr
strumenti che limitino, Per quanto Possibile. una netta separazione tra gli utenti della strada (veicoh, Pedoni, ciclisti,
utenze deboli).
Per ottenere tale integrazione bisogna operare aftinch il traftico si distribuisca in modo meno squilibrato tra le
differenti modalit di trasporto e coerentemente in rapporto alla struttura fimzionale della rete di trasporto.
Le zone a tra5co moderato di prestano in particolar modo alla realizzazione di questa strategia, coordinando le
diverse esigenze degli utenti della strada con quelle fisiche ed ambientali dellarea.

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

Per lottenimento degli obiettivi prefissati due indirizzi generali determinano le strategie attuabili:
1) coordinamento degli strumenti di pianifcazione;
2) integrazione tra i differenti utenti della strada.

Le strategie per operare sulla gestione del traffico sono fondamentalmente tre:
1) realizzare le zone a traffico moderato;
2) riorganizzare la viabilit principale;
3) incoraggiare i sistemi di trasporto alternativi a quello privato.
CREAZIONE DI ZONE A TRAFFICO LIMITATO

DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEI PIANI DEL TRAFFICO


La realizzazione delle Z.T.L., altresi denominate zone a traffico pedonale privilegiato, deve garantire
due aspetti sostanziali, da un lato la loro stessa accessibilit e fuiiilit da parte dei cittadini utenti,
dallaltro, esse non devono compromettere il traffico sulla viabilit principale. Tali zone coincidono,
nella maggior parte dei casi, con le aree destinate alla sosta, e prevedono, come pecu.@rit, la
precedenza ai pedoni, il limite fissato a 30 Kmh, la tariffazione della sosta e lassenza di trhlico di
attraversamento.

Tal1 zone corrispondono a quelle aree urbane contrassegnate da specifici segnali di ingresso e di uscita, allinterno
delle qualI, tramite appositi strumenti tisici, normativi e ambientali, si perseguono quegli obiettivi di integrazione
delle differenti componenti di traCo e di riqualificazione delle peculiarit architettoniche, storiche e culturali del
luogo.
Levoluzione della pratica progettuale e normativa dei paesi stranieri ha portato al concepimento della moderazmne
del traffico come fenomeno necessarromente di/io
Limpiego di aree vaste (Zone) per la moderazione del traftico consente di:
l Creare zone lrbere dal traffico di transito
. Ridistribuire lo spazio stradale tra le dwxse utenze.
l Utilizzare tipi di intervento di minore impatto economico e visivo.
. Rendere psicologicamente normale, e quindi accettabile allautomobilista, un concetto usualmente concepito come
limitante dei propri diritti
. Distribuire con maggiore equit i benefici ambientali.
l Rendere delimitate e quindi riconoscibili unit insediative spesso anonime.
l Organizzare i flussi di traffico secondo una gerarchia stradale ben definita.
. Rendere possibile una politica della regolamentazione dei parcheggi per zone

Attraverso lutilizzo di strumenti atti a interrompere e


deviare i flussi stradali che utilizzano tali aree a soli
tini dl transito, si consente il riutilizzo del territorio,
liberandolo da quella parte di tratfico incompatibile con
gh obiettivi di recupero della qualit ambientale e di
miglioramento delle condizioni di sxurezza.

I STRUMENTI ATTUATM I

Figura 3. Dissuasione del traffico di attraversamento.


Nelle zone P trtiu, moderato consentito solamente
lingresso e luscita dei veicoli.
A questo punto, lo spazio recuperato, potr essere
redistribuito in funzione di tutte le funzioni che si svolgono
sulla strada, prima sacriticate ad esclusivo vantaggio della
circolazione veicolare.

STRUMENTI ATTUATM

mRiduzione della bghaza della correggiata

Figura 4. Ridistribuzione dello spazio stradale. Esempro


di come si possa trasformare rma strada attraverso la
ridistribuzione degli spazi

Gli strumenti utilizzati nella realizzazione delle zone a


traffico moderato si sono dimostrati allesperienza
migliori, per quanto riguarda il rapporto costi-benefici,
interwki su
quando applicati su unarea vasta. E stato infatti
Ieccessivo costo a provocare il relativo fallimento Si?&C
dellesperienza originaria della moderazione attraverso strade
luso delle strade residenziali.
Con la diffusione sul territorio delle aree moderate, gli
automobilisti tendono ad adeguarsi alla OW
situazione, che non pi considerata come un
accidente puntuale e sporadico da subire o da evitare,
ma come la norma, alla quale adattare il proprio stile di
guida
1
udlm
Un maggior numero di residenti pu godere dei approccio su
benefici detenninati dalla realizzazione degli interventi
vastu urcu
su di un area pi vasta. L.a distribuzione dei costi e dei
benefici non risulterebbe parimenti equilibrata
coinvolgendo unarea territorialmente pi limitata.
Figura 5. Applicazione della modernzione su vasta area
Altro importante aspetto dellutilit delle zone la
loro capacit di strutturare Iurbano, rispetto
allidentificabilit delle parti (zone-quartieri) fra di
loro e in rapporto alla citt nel suo complesso.

Figura 6. Identificabilit delle zone. La delimitazione


delle u>na deve essere effettuata considerando le
psrticolarit storiche, architettoniche, urbanistiche e
fmaionali del costruito.

Proprio la necessit di liberare le zone dal traffico di


attraversamento, convogliandolo su apposite strade
esterne alla zona il processo fondamentale che
conduce alla variazione della gerarchia stradale, in
quanto, sia il trtico deviato, che quello di scambio tra
le zone e la rete principale, necessitano di una
riorganizzazione complessiva.

STRUMENTI ATTUATIVI
IP Moderazione 011 interno delle mm
cp Moderazione sulla retepnncipale

Figura 7. Gerarcbizzazione delle strade.


Infine, luso della normativa per zone consente di
impostare e gestire politiche di differenziazione del
parcheggio, per esempio favorendo in alcune zone il
parcheggio dei residenti, istituendo la sosta a
pagamento (differenziando il costo tra zona e zona),
eccetera.

STRUMENTI ATTUATIVI 1
I
wPorcheggi

Figura 8. Polrtiche di parcheggio di&renziate

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

La realizzazione di zone a traffico moderato, necessita di due principi fondamentali per lottenimento
di risultati che abbiano un effettiva rilevanza:
1) lestensione delle zone;
2) la loro presenza in numero ampio suI territorio urbano.

Gli effetti di queste realizzazioni:


creazione di aree libere dal traffico di transito;
ridistribuzione dello spazio;
riqualificazione delle zone oggetto dellintervento;
organizzazione dei flussi di traffico:
organizzazione dei parcheggi.
GERARCHIA STRADALE

DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEI PLWI DEL TRAFFICO

Le diiettive rimandano aUa gerarchia di strade specificata nei bollettini del CNR

Stabilita limportanza di ricercare una maggior integrazione dei tipi di traffico e di operare per zone, occorre impostare
una nuova gerarchia stradale. Questa nuova gerarchia dovrebbe contenere almeno tre tipi di strade:

Strade di scorrimento. Sono le strade che assorbono la maggior parte del traffico di media-lunga percorrenza,
collegando i principali punti della citi. Sono in genere esterne o tangenti alle zone. Possono distinguersi due casi di
strade di scorrimento: nel primo caso la strada ha pochi accessi che danno sui suoi lati (scarsa vita locale), nel secondo
caso questi vi sono numerosi (elevata vita locale). il caso. per esempio, delle strade attraversanti paesi, dove la
mancanza di alternative (tangenziali) impone lintegrazione anche del traffico pesante. Nel primo caso occorre
facilitare il deflusso autoveicolare (divieto di sosta ai lati, passaggi pedonali ridotti), la velocit pu essere fissata a 70
km/h. Nel secondo caso il trattamento pu essere simile a quello delle strade di distribuzione, ed il limite pu essere
lasciato a 50 Km/h, mentre gli interventi di moderazione devono essere meno hmitanti che altrove.

Strade di distribuzione. Sono le strade che raccolgono 11 traffico proveniente dallinterno delle zone e lo
distribuiscono sulle strade di scorrimento. Naturalmente per spostamenti di media distanza, le strade di distribuzione
sono sufficienti a smaltire il traffico interzona.
Queste strade sono generalmente fongenC alle zone, alle quali devono consentire una omogenea offerta di ingressi e
uscite, sono percorse dai mezzi pubblici, il parcheggio vi pu essere ammesso, in particolare quello a pagamento di
breve durata La limitazione di velocit dovrebbe essere quella normale di 50 Km/h, purch fatta debitamente
rispettare attraverso specifici interventi. Lattraversamento pedonale deve poter disporre di un numero notevole di
passaggi protetti.

Strade di servizio. Sono le strade inferne alle zone, hanno la funzione di dare accesso aIledificato, devono sopportare
principalmente il traffico locale, in uscita ed in entrata della zona, devono essere predisposte per accettare la sosta
(regolamentata) dei veicoli dei residenti (lunga durata) e delle attivit economiche locali (breve durata). Non
dovrebbero essere attraversate da mezzi pubblici di superficie tranne nel casi particolari in cui per le dimensioni della
zona o la composizione sociale auspicabile un servizio di trasporto pubblico anche interno. In questi casi, opportuni
sistemi di moderazione consentono un accesso selezionato a determinate categorie di veicoli. In linea di massima
dovrebbero essere limitate a 30 Km/h ed essere adeguate a tale limite. Su tali strade i pedoni dovrebbero avere la
possibilit di attraversare ovunque; passa@ pedonali protetti dovrebbero essere predisposti solo in presenza di punti
particolarmente pericolosi 0 in prossimit di scuole.
m Strada principale di
~ scorrimento del 1 tipo
- Stradf principale di
rcorrmento del 2 tipo
_ Strada principale di
w distribuzione
Strade di servizio
L-+=FJ li/-, interne alle zone
.71.r-71
.. . .. .. .. . .. .. .. .. . .. ..

Figura 9. Schema della gerarchia viaria proposta

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

La nuova gerarchia stradale si basa su tre categorie di strade:


di scorrimento, per il traffico di lunga percorrenza con limite di 50/70 Kmh;
di distribuzione, tangenti alle zone con limite di 50 Km&
di servizio, interne alle zone con limite di 30 Km/h.

STRUMENTI AITUATM

GF Moderazione allinterno delle zone


us Moderazione sulla rete principale
MODALIT DEL TRASPORTO ALTERNATIVO

DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEIPIANI DEL TRAFFICO

ha strategia globale dintervento, prevede un organizzazione della domanda di mobilita nella


direzione di uu maggior uso di sistemi alternativi di trasporto che limitano iutilkzo di suola
pubblico. Tra questi:
. Autobus aziendali
. Biciclette.
Questo orientamento risponde efficacemente agli obiettivi fondamentali di miglioramento della
aualit della vita urbana e delle condizionidi circolazione.

Il primo e pi naturale modo di trasporto quello pedonale. In unarea con brevi e medie distanze, il traffico pedonale
pu giocare un ruolo importante se stimolato da condizioni sicure ed attrattive. La promozione pedonale non pu
essere ristretta a piccole isole come per esempio zone pedonali, ma dovrebbe invece includere lintera rete stradale.
Non quindi soltanto una questione del camminare come modalit di trasporto ma anche come sistema di ricreazione
e per il gioco dei bambini. Si possono ottenere dei miglioramenti al sistema di viabilit urbana per i pedoni seguendo
alcuni indirizzi:
. Creazione - in accordo alla domanda- di assi principali pedonali per le connessioni pedonali pi importanti e per le
strade con traffico pedonale molto intenso (strade principali per i pedoni). Esse sono contigurate come strade
pedonali, come viali, promenades o boulevards, ed in alcuni casi con laggiunta di passaggi e porticati.
l Creanone di incroci facilitati per i pedoni, per mezzo del rialzamento della superficie stradale con tavolati di vario
design, la semplificazione di grandi nodi di traffico del sistema stradale principale e su quella locale, la riduzione
delle possibilit di svolta per le auto, restringimenti, colli di bottiglia, riduzione della larghezza della carreggiata,
segnaletica speciale, aree verdi centrali e isole centrali. percorsi pedonali rialzati otticamente efficaci e
illuminazione stradale supplementare per i pedoni.
l La riduzione su vasta area del parcheggio sui marciapiedi.
l Allargamento dei marciapiedi a spese della carreggiata, specialmente sulle strade principali, se possibile in
combinazione con nuove pianturnazioni di alberi.
l Rallentamento del trtico per ridurre il per&10 e lintralcio per i pedoni, moditicazioni della strada per la
riduzione della velocit, rafforzunento delle zone con limite di velocit di 30 Km/h.
l Speciale arredo urbano a favore del pedone, in particolare per me- del verde, zone di sosta, illuminazione
stradale a scala pedonale. riduzione della segnaletica stradale troppo invadente visivamente.
l Percorsi e fermate del trasporto pubblico pi confortevoli per il pedone, garanzia di brevi, sicuri e attrattivi accessi
alle fermate del trasporto pubblico.
1 STRUMENTI ATTUATM

ea=Aree pedonali
w Batiere agli incroci
nw Interrozioni (Col-de-sac)
w Isole centrali
w Passaggi pedonali
w Pavimentazione
EF Restringimenti puntuali della carreggiata
m Riduzione della larghezza della carreggiata
EF Strumenti per la protezione dei portatori di handicap
uz Trattamento degli incroci
uz Verde orbano
@ Zone di avvicinamento
us Liiti di velocit
us Semafori
w Zone a traffico limitato
uz~ Zone residenziali

Il mezzo utilizzato per spostarsi ci mette in relazione con le strutture che caratterizzano la citt: larchitettura,
lurbanistica e gli elementi storici. Gli autoveicoli, per motwi di velocit e di rappio visuale, non consentono di vivere
un rappxto privilegiato con lambiente urbano, al contrarlo, la btcicletta presenta una dimensione di m-ore
simbiosi con lambiente, anche con quello costruito che fa parte del patrimonio culturale delle citt europee.
La bicicletta un mezzo efficiente, non inquinante, salutare, rispettoso dellambiente e delle persone. In molti paesi,
per, considerato un mezzo marginale e spesso i dati raccolti sui trasporti non la contemplano. Nonostante
lindifferenza e il disprezzo ufficiale, i ciclisti in molti paesi vivono bene. Per agire concretamente contro il dominio
delle automobili, le biciclette devono diventare qualcosa in piU di un semplice passatempo. Devono prendere il posto
cui hanno diritto assieme alle auto, ai trasporti pubblici e alla passeggiata come legittimo mezzo di trasporto.
Luso della bicicletta condizionato da alcuni fattori:
l la topogralia. Un territorio collinoso generalmente scoraggia luso della bicicletta;
l le condizioni atmosferiche;
l la sicurezza della strada,
l lo scopo e la lunghezza del viaggio da effettuarsi;
l le barriere arrtiuciali (ponti, sottopassaggi, linee ferroviarie);
l la struttura della circolazione. Loso della bicicletta awiene in un contesto fisico e normativo costruito a misura
delle auto, mentre lesperienza dimostra che una strategia attorno al problema pu raggiopere obiettivi positivi se
la progettazione delle piste avviene tenendo conto della necessaria differenza dalle esigenze dei veicoli;
l la struttura sociale della popolazione;
l la promozione delluso tramite apposite campagne informative;
l le disposizioni legislative locali. Che regolano la circolazione e il parcheggio delle biciclette.
l lo spazio. 1 ciclisti occupano uno spazio inferiore alla met di quello occupato da unautomobile quando sono in
movimento e meno di un terzo quando la bicicletta parcheggiata.
l lesigenza di incentivare lutilizzo urbano della bicicletta pu spingere ad un intervento di competenze superiori
atto a favorire la possibilit per i pendolari che intendono utilizzare la bicicletta per muoversi nella Citt, dr
trasportarla sulle linee ferroviarie regionali in arrivo
l la realiuaztone di aree cosiddette Park-and-Ride. dove viene offerta la possibilit di parcheggiare la propria auto
e noleggiare la bicicletta, per proseguire il viaggio verso le zone centrali della citt.

Per favorire luso della bicicletta e creare le migliori condizioni di viagpio ai suoi utilizzatori il repertorio di pohtlche
per la promozIone della bicicletta, include inter alia:
l creare effhzienti strade princqxh ciclabih, che connettono I centri, i centri minori, le aree residenzAi ed I luoghi dl
lavoro. Esse devono essere progettate appositamente per luso da parte dei ciclisti, con il diritto di precedenza agli
mcroci fin tanto che questo possibile. In molti casi esse possono configurarsi come avenues (viali)
Figura IO. Una rete di piste ciclabili ampia e ben organizzat8

. Oltre a queste si deve provvedere ad una rete ciclabile minore e delle corsie ciclabili potrebbero essere create a
spese dello spazio della carreggiata esistente. Il diritto di precedenza in questi casi normalmente escluso Il
progetto e la segnaletica devono essere chiari, con , se possibile, una propria superficie stradale, un proprio colore,
delimitazioni con cespugli, o viali alberati, ecc. In questo modo si evita il problema del parcheggio sul percorso
ciclabile, e, se queste misure non sono sufkienti, con strutture aggiuntive come i panettoni, ecc.
. Bisogna valutare che nella realizzazione delle piste
ciclabili necessario considerare le esigenze
specifiche del mezzo in considerazione che risultano
diverse da quelle delle autovetture, pertanto la
progettazione di tali piste deve tenere conto di alcuni
elementi che possono arrecare disturbo alla
circolazione ciclistica, quali tombini, tipo di
pavimentazione, vegetazione ai margini, presenza di
binari.
.
STRUMENTI ATTUATIVI I
rpmre cidabili I

Figura 11. Pista ciclabile inutilizzabile, pista inutilizzata

. Nelle zone 30 Km/h e nelle aree a trafko moderato non sono di regola necessarie delle speciali facilitanotu per il
trtico ciclabile (eccetto nello strade a senso unico nelle quali il traffico ciclabile permesso m entrambe le
direzioni), poich qui le condizioni per le biciclette sono sufficientemente sicure ed attrattive
l Il trtico ciclabile potrebbe essere favorito in quelle situazioni, come i cui-de-w. e I slstemi di strade a senso
unico per mezzo & speciali facilttanoni quali: aperture dei cui-de-sac, percorsi ciclablh m dlrezlone opposta nel
sensi unici, e accesso alle strade esclusive per i mezzi pubblici, e nelle aree pedona11
l Dovrebbe essere realizzato un adeguato arredo funzionale di supporto alle piste aree parche!&gIo opportunamente
dotate, specifica dlummazlone dec percorsi. fontanelle ecc
. Le fermate del trasporto pubblico devono essere integrate nella rete ciclabile ed attrezzate con sufficienti
facilitazioni Bk-and-Ride. Anche la possibilit di trasportare le biciclette sugli autobus e sui treni promuove un
utile complementarit tra biciclette e trasporto pubblico.

STRUMENTI ATTUATM I
GF Aree pedonali
uz Interruzioni (Cul-de-w)
~37Sensi unici
w Zone a traffico limitato

Modalit marginali di trasporto. In questa definizione rientrano t mezzi pi disparati: furgoni per groppi, taxi
condivisi, navette a basso costo, trasporto degli handicappati, autobus anendali, scolastici, turistici e per comunit e
CaPpool.
Queste modalit raramente sono regolamentate, basandosi per la maggior parte sulliniziativa privata. Se non altro
sottolineano le mancanze del sistema esistente e fornisce nuove idee.
Molti automezzi di servizio fanno corse a vuoto quando invece potrebbero trasportare passeggeri. Ad esempio in
Svizzera e in Scozia i mezzi per il trasporto postale, invece di effettuare corse a vuoto vengono usati per il trasporto di
persone, nello stesso modo potrebbero essere utilizzati gli scuolabus.

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

1 differenti modi di spostarsi nella citt in alternativa allautomobile, richiedono specifici interventi:
1. Camminare:
. realizzazione di una rete di viabilit pedonale estesa e integrata a quella automobilistica;
l realizzazione di incroci opportunamente progettati;
l ampliamento dei marciapiedi;
l rallentamento reale delle velocit dei veicoli;
l realizzazioni di interventi di arredo urbano e arredo tnzionale;
l integrazione dei percorsi pedonali con le soste dei mezzi pubblici.

2. Pedalare:
l realizzazione di una rete di viabilit ciclabile primaria e secondaria;
l progettazione di piste adeguate al passaggio di biciclette;
. nelle aree a traffico moderato gli spostamenti in bicicletta non hanno vincoli di circolazione;
. realizzwione di arredo fmzionale ai margini delle piste;
l integrazione con la rete di trasporto pubblico.

3. Altri modi di spostarsi:


. mezzi privati di trasporto collettivo;
. condivisione. tra oersone e merci dei mezzi di trasoorto
ATTUAZIONE

La diversificazione della rete viaria utbana in viabilit principale, con limiti di 50/70 Kdh, e zone a traffico
moderato, con limite di 30 Kdh, si 6 dimostarata essere una soluzione adeguata al raggiungimento degli obiettivi
proposti da questo manuale, oltre ad essere lunica ad offrire dei concreti risultati per arginare il problema del traftico
urbano. Una mrretta progettazione, mirata ad ottenere dei risultati concreti, deve basarsi su di una attenta calibrazione
del numero e delle dimensioni delle zone, relazionati alle esigenze specifiche delle citt oggetto degli interventi, oltre
che alle caratteristiche storiche, ambientati e urbanistiche proprie dellarea. Con questa articolazione delle limitazioni
B velocit si ottiene un duplice scopo: da un lato non viene intluenzata in misura sensibile:la scorrevolezza del traffico
sulla viabilit principale, dallaltro il limite di 30 Km/h sulle strade delle zone residenziali pu innalzare
notevolmente gli aspetti qualitativi legati alla vita urbana della maggior parte della popolazione.

FtACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

/La realizzazione delle zone a traffico moderato e la riorganizzazione della viabilit principale,
limitando la velocit del traffico veicolare, consente di:
1. rendere pi fluido ti traffico urbano; I
2. recuperare un pi elevato livello qualitativo della vita soprattutto nelle zone a traffico moderato.
I CONFINI DELLE ZONE

DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEI PL4NI DEL TRAFFICO

Nessuna indicazione

Una volta che si sia correttamente proceduto allidentificazione delle zone, bisogna ancora svolgere con attenzione 11
passosuccessivo: la relazione tra la zona e la rete viaria principale. Dal momento che, per definzione, dalle zone
stato eliminato il traEco di attraversamento, necessario che il traffico che ha origine o destinazione allinterno della
zona possa accedere alla rete viaria di livello superiore. Quindi si deve porre particolare attenzione nella gestione dei
flussi interni alla zona, di cui parleremo successivamente, e ai punti dt contatto (porte) fra i limiti delle zone ed la
viabiliti principale.

Figura 12. Una volta tenuto conto della gerarchia stradale e dellidentit dei quartieri, nella generalit di casi una mna 30 sar
unarea il cui perimetro czxtituito da strade della rete principale (strade di distribuzione a SO km/h) oppure da chiare intermzioni
urbane (ad es. psrchi, grandi servizi pubblici, fiumi).

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE 1


La relazione tra le z,one a traffico moderato e la rete viaria principale un elemento di attenta
progettazione basata su alcuni concetti:
1. le strade di confine allarea debbono avere on limite di velocit di 50 Km/h;
2. il limite di velocit interno alle zone deve essere mantenuto a 30 Kmh;
3. le strade interne alle zone e le strade con velocit di 70 Kmh dovrebbero presentare incroci sole
con strade della stessa categoria;
4. il passaggio dalla viabilit principale allinterno della zona e viceversa, deve essere fisicamente
ricnnnccihile
MODERAZIONE ALLINTERNO DELLE ZONE

1 DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEI PIANI DEL TRAFFICO

1Il Drh10 strumento attuativo per moderare la circobuione allinterno delle aree a traffico titato, 4
&Ilo di operare la deviazione del trafko di attraversamento su itinerari tangenziali, e limitare k
circotione interna introducendo elementi progettuali che invitino ad entrare in tali zone nel punte
pi vicino al punto danivo, e che permettano di uscirne il pi vicino possiiile al punto di partenza
con particolare attenzione alle zone ixpedaliere e scolastiche. 1 criteri progettuali alla base delb
realizzatione dello schema di @colazione allinterno delle aree a traffico limitato, si possonc
riassumere in alcuni punti:
. Coordinamento con lo schema di circolazione della viabilit principale per evitare il traffico d
attraversamento.
l Org anizzatione della sosta interna alle Z.T.L..
. Riduzione del traffico alla ricerca di parcheggio.
. Ottimizzazione della accessibiit.
l Accessibilit organizzata per categorie ammesse ed escluse.
Nelle aree a traffico limitato 6 efficace, per rispondere ai ponti precedenti, realizzare un complesse
sistema di sensi onici che non andranno ad influire particolarmente sulla fluidit del traffico interno :
causa della limitatezza di tali aree.

Storicamente proprio sulle strade di quartiere che si concentrata lattenzione sul problema della sicurezza e della
tiprogettazione stradale. Ma proprio questa relativa anzianit ha consentito una evoluzione piuttosto radicale del tipo
di intervento considerato migliore. Risultati ottimali si ottengono operando per zone, al cui interno si attoa la
moderazione secondo alcuni indirizzi:
l Riorganizzando la maglia stradale interna in modo da scoraggiare il tra&0 di attraversamento e di convogliare il
tralko locale sulle strade di livello superiore (in genere tangenti la zona).
. Attrezzando le strade in modo da indurre ad una condotta automobilistica lenta e prudente.
l Gestendo una politica dei parcheggi che favorisca i residenti egli utilizzatori dei servizi interni alla zona, secondo
una regolamentazione del numero, tipo e durata della susta. Una opporhma localizzazione dei principali parcheggi
deve limitare il trat%co di veicoli alla ricerca di sosta
. Dotando, laddove necessario, le strade e gli altri spazi pubblici per creare o sviluppare nuove possibilit di
relazione sociale (centri di quartiere, strade commerciati).
. Qualsiasi intervento si operi allinterno di una zona, deve avere effetti, diretti o indiretti, sulla velocit sostenibile.
Questa velocit deve essere opporhmamente limitata, si consiglia di adottare il limite di velocita pari a 30 Km
orari, correntemente utilizzato nel resto dei paesi eucpei. E fondamentale che le strade interne alle zone siano
progettate in modo che tale limite scaturisca naturalmente dalla wnftgorazione geometrica della sezione. Gli
interventI che vanno in questa direzione sono numerosi, e devono essere scelti anche in funzione della loro
integrazione estetica con lambiente locale.
Il primo punto fondamentale in rappxto alla posizione della zona allinterno della struttura urbana complessiva,
vista naturalmente dal punto di vista della gestione del trafko. Per ridurre la quantit degli autoveicoli che
attraversano la zona si deve rendere la possibilit di tale attraversamento svantaggiosa rispetto alle altre alternative.
Questo svantaggio generalmente quantificato come un aumento del tempo di percorrenza del tragitto. Aumento che
poi, essere conseguito con interventi diretti (riduzione del limite di velocit, aumento delle interruzioni) oppure
indiretti (deviazione dei flussi su altre strade che aumentino la lunghezza del percorso). Generalmente gli interventi
diretti sono meno efiicaci dei secondi, I quali sono per spesso avversati dagh abitanti locali che vedono wmpliws~ I
percorsi sotto casa
In ogm modo, la ristruttarazione della magha viaria interna alla zona deve rendere diffkile. se non impossibile, un suo
attraversamento direrro. ed allo stesso tempo consentire ai residentc di accedere, senza grande penalizzazione. alla rete
stradale principale Il modo mlghore per far ci quello di rompere. se preeststente. Iuniformlt della rete vmrla,
creando una struttura ramificata Questo si pu ottenere wn relativa facilit attraverso Iutilizo di barriere tislche o,
pi semphcemente, tramlte la creazione di una sene di senso unici appositamente dlslocatl
Figura 13. Esemplo di come si pu passare da una rete uniforme (e quindi transitabile) ad una ad albero che mpedlsce gb
attraversamenti par consentendo un facile accesso P tutti i residenti.

E chiaro che la nuova rete viaria locale deve essere bene integrata alla rete superiore, alla quale collegata secondo
quanto enunciato nel capitolo sui limiti delle zone

RACCOMANDAZIONI DEL MANUALE

La realizzazione delle zone a traffico moderato parte da alcuni indirizzi:


1. impedire il traffico di attraversamento;
2. impedire velocit superiori ai 30 Kmh;
3. riorganizzare la sosta;
4. arredare le strade e gli spazi pubblici in fimzione dei pedoni;

Allinterno delle z,one a traffico moderato la riorganizzazione di alcuni elementi risulta &
fondamentale importanza:
1. incroci;
2. sezioni stradali;
3. elementi fisici di rallentamento della velocit;
4. arredo urbano e gestione del verde;
5. particolare attenzione alle aree di pregio;
6. facilitazioni alla circolazione ciclopedonale;
1. orgahzazione della sosta;
8. permeabilit tra la circolazione veicolare e pedonale;
MODERAZIONE SULLA RETE PRINCIPALE

DIRETTIVE PER LATTUAZIONE DEI PIANI DEL TRAFFICO

Gli obiettivi inerenti alla maggior sicureua sulle strade urbane relativi al miglioramento del livello di
vita in aree particolarmente toccate dal problema del tra6.x e al soddisfacimento della ricerca di una
qualit della circolazione pi adeguata alle moderne citt, raggiungibile attraverso un recupero della
mobilit, sono elementi perseguibili per mezzo di interventi mirati a selezionare e separare i diirenti
tipi di traffico presenti sulle strade. E possibile atiare questa strategia attraverso, innanzitutto, la
realizzwione di una classifxa fimzionale della viabilit, necessaria sia per separare i traffici, sia per
incentivare il trasporto collettivo a discapito di quello individuale.
Per quanto riguarda la rete principale, stata fatta precedentemente una suddivisione, basandosi su un criterio di
gerarchia urbana, in strade di distribuzione e strade di scorrimento. Per le strade di scorrimento, la scelta di qual
strumenti di moderazione applicare dipende da altre considerazioni quali:
. Le caratteristiche del tessuto a margine della strada.
l La presenza, 0 meno, di numerosi accessi sulla strada.
l La tipologia e le dimensioni della strada
. La presenza o meno di parcheggi laterali.
l La presenza, o meno, di una consistente vita locale.
. La quantit e il tipo di incroci.
La combinazione delle caratteristiche sopra elencate consente di effettuare unulteriore suddivisione delle strade
princyali in due tipi.
Lo sfrada del prrmo fipo caratterizzata da pochi accessi laterali, incroci correttamente gestiti esclusivamente con
strade della stessa categoria, parcheggio laterale vietato o separato (corsia apposita), scarsa affluenza (reale e non
indotta dai pericoli della strada) di pedoni e ciclisti. In questa situazione la strada principale pu essere trattata
favorendo il flusso regolare degli autoveicoli. Gli interventi di moderazione devono essere di due tipi: ambientali, per
ridurre la percezione di negativit che un tipo di strada di questo genere comporta, e puntuali, consistenti soprattutto
in un ridotto numero di passaggi pedonali sicuri

l-

F
Flyra 15. Esempio di strada principale del primo tipo, a priorit di traffico veicolare.

fI secondo trpo comprende le strade principali dove la vita locale a margine consistente (localmente o per un lungo
tratto), per la presenza diffusa di pedoni, trafkico locale, parcheggio, e sulle quali sboccano numerose strade
perpendicolari. In questa seconda situazione alle misure ambientali, comunque necessarie, bisogna integrare interventi
di moderazione di una certa consistenza, cercando da un lato di ridurre effettivamente la velocit a 50 Km/h, dallaltro

Figura 16. Shxda principale del secondo tipo, 8 trafliw misto.

Figura 17 Esemplo dl strada principale del saxndo tipa. a tratEca misto


Materiale del Corso di Aggiornamento IL PROGETTO DI STRADE

Politecnicodi Milano, 22-25maggio1996


DipartimentoScienzedel Territorio
Direttore del corso: Prof Anna Moretti

CoordinatoreArch. GiuseppeDi Giampietro

Materialeestrattodallaricerca:Manuale per la moderazione del trafico:


raccomandazioni per la realizzazione di un Piano Urbano del Trafico.

Gruppo di ricerca: Arch. Mauro Cozzi,Arch. Silvia Ghiacci,


Arch. Marzia Martini, Arch. Matteo Masini.

Il presentemateriale statoelaboratodallArch. Mauro Cozzie la ricerca


attualmentein corso
In questa sezione verificheremo lattenzione prestata dal legislatore in merito ai
problemi concernenti il traftico urbano. Verranno presi in esame i
prowedimenti di legge che riguardano la regolamentazione, nelle aree urbane,
della mobilita, della sosta, dellinquinamento acustico ed atmosferico e dei
trasporti, in funzione della ricerca di una migliore qualit della vita nelle nostre
citt. Prima di procedere allesame specifico delle Leggi, Decreti e Circolari,
sar introdotto il problema del traffico urbano attraverso lanalisi descrittoria
del quadro giuridico riguardante i tre aspetti fondamentali del problema: il
Piano Urbano del Traffico (PUT), il Programma urbano dei Parcheggi (PUP),
ed il Programma della Viabilit Ciclistica(PVC).

1.1 PIANO URBANO DEL TRAFFICO

1PUT si presentanocomeuno strumentodi notevoleimportanzain merito alla


razionalizzazione del traflico cittadino; introdotti dallArt. 36 del Nuovo
Codice della Strada emanatoper Decreto il 30 Aprile 1992, amplianola
Circolaredel Min. dei LLPP del 8 Agosto 1986.La maggioreinnovazionedel
Decreto statala rivisitazione dellamateria,superando la distinzioneeffettuata
dalla circolareche distinguevai PUT dai Piani di Trasportorelegandoi primi
ad unafunzionelimitata nel tempoe nella spesa,prevedendolattuazionedegli
interventi attraversomisureamministrativein funzionedel miglioramentodelle
infrastmtture esistenti quali spartitraffico, semafori, canalizzazioni delle
intersezioni, specializzazionidelle sedi stradali; interventi, questi, di scarsa
portataeconomicae di velocerealizzazione.

Il Decretodistinguetra:

. Piani del Traflico per la Viabilit Extraurbana: di competenzadelle


Provincee delleAree Metropolitane.
. PUT: di competenzadei Comuni con oltre 30.000abitanti (o al di sotto
macon specifichepeculiaritquali il turismo)

La Deliberadel ComitatoInterministerialeper la Programmazione Economica


del Trasportodel 7 Aprile 1993,determinale finalita specifichedel PUT:
Leggi e normative italiane 3

1. Miglioramento delle condizioni di circolazione stradale urbana.


2. Miglioramento della sicurezza.
3. Riduzione dellinquinamento atmosferico ed acustico.
4. Risparmio energetico.
5. Accordo con gli strumenti urbanistici vigenti.
6. Rispetto dei valori ambientali.
7. Approccio al problema della mobilit attraverso tutte le sue sfaccettature.

1.2 PROGRAMMA URBANO DEI PARCHEGGI

Le scelteprogrammatiche relative al riassettodellaviabilit urbananecessitano


di uno stretto rapporto con la pianikazione del sistemadella sosta,questo
concetto sottolineatodalla legge 122 del 1989 (PUP) che introducenella
legislazioneitaliana gli strumenti di programmazioneper i parcheggi.Tale
leggepredisponechele 15maggioricitt italianesi debbanoobbligatoriamente
dotare di uu proprio PUP, ed inoltre che le Regionipossanoindividuarealtri
eventuali Comuui che necessitanodi questaspecificaprogrammazione.La
Leggeprevede delle differenze tra le 15 citt ed i comuni individuati dalle
Regioni:

1. per le prime contemplatoun PUP speciale;


2. disposizioniper regolamentarela circolazionee la sostadei veicoli nelle
citt, con riferimentoal PUT.

Esisteuna ulteriore distinzionetra i Comuniobbligati e tutti gli altri Comuni


italiani chepossonocomunquedotarsi,a loro scelta,del PUP:

1. Per i primi il PUP si presentacomeuno strumentodi programmazione


attuativa, programmazionefinanziaria, di pianificazione urbanistica
complementare,che pu integrare o modificare i piani generali,
costituendosicomevariante qualorasiain di!Tonnitdalleprevisionidegli
strumenti urbanistici in vigore, e come programmaesecutivo con la
identificazionedella localizzazione, delle dimensioni,dellepriorit e dei
tempidi realizzazionedellintervento.
identiticazione della localizzazione, delle dimensioni, delle priorit e dei
tempi di realizxazione dellintervento.
2. Per i secondiil PUP non presentail potere di variante agli strumenti
urbanisticiin vigore.

1.3 PROGRAMMA DELLA RETE CICLOPEDONALE

Il terzo elementostrettamentecorrelato alle scelte di riassettoviabilistico


(PRC), riguarda i prowedimenti che presentanola finalit di incentivare
lutilizzo di mezzi di trasportoalternativi nellaricercadi limitare le causedella
congestionedelle citt. Tra questimezzi la bicicletta risulta il pi diEirsoe,
allo stessotempo, il pi ostacolatodalla mancanzadegli specifici spazi di
circolazione e sosta.La LeggeRegionaledella LombardiaNo 65/1989e la
Legge 208/1991,forniscono gli strumentifinanziari per la realizzazione di
percorsi ciclabili, anche se di entit assolutamenteinsufficiente. Pi
interessanterisulta la Legge RegionaleNo14 del 21 Aprile 1993, che
predisponegli strumenti per la realizzazione di un piano regionale della
viabilit ciclistica, coinvolgendoil livello comunale,provinciale e regionale
allinsegnadel coordinamento,razionalizzazionee sintesidei piani provinciali
e comunali, dividendo le modalit di viabilit ciclistica in quella
specificatamenteintegrativa del trasporto urbano ed in quella di interesse
turistico.

Lanalisi della legislazioneitaliana, in merito al traIEco urbano, seguir


lordine cronologicodellapubblicazionedei prowedimentiche direttamenteo
indirettamentetrattano largomento.

2.1 LEGGE N 69 DEL 7 FEBBRAI.0 1961

Il primo testo interessante


risulta esserela LeggeN 59 del 7 Febbraio1961,
riguardante il Riordinamento strutturale e revisione dei ruoli organici
dellAzienda nazionale autonoma delle strade (ANAS), nella quale si
definisconoi compiti dellente: gestire le strade e le autostradestatali e
prowedere alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria, nonch:
...@resiedere) alla tutela del trafiko e della segnaletica; adottare i
provvedimentiritenuti necessari ai fmi dellasicurezzadel traffico sullestradee
Leggi e normative italiane 3

sulle autostrade medesime; [...] attendere e partecipare a studi, a rilevazioni


statistiche ed a prove sperimentali nella materia attinente al campo della
tecnica delle costnuioni stradali, del traBico e della circolazione;. Con questa
Legge si detkisce la competenza di un ente nazionale in materia di tra&o e
sicurezza stradale, senza porre particolari distinzioni tra la viabilit urbana ed
extraurbana.

2.2 LEGGE No181 DEL 21 APRILE

Nella successivaLeggeNo181del 21 Aprile 1962,di modifica alla precedente


Legge59, si ribadiscee si ampliail ruolo delPANA! nella estensione di studie
nellelaborazionedi dati statisticiin materiadi trafko e circolazione.

2.3 D.M. No1444 DEL 2 APRILE 1968

Per la successiva interpretazionedei regolamentiriguardantii pianiper la sosta


e per il traffico, interessanteverificare la definizione di Zone territoriali
omogeneepresentenel D.M. No1444del 2 Aprile 1968,Limiti inderogabili
di densitedihzia, di altezza, di distanzafra i fabbricati e rapportimassimitra
spati destinatiagli insediamentiresidenziali e produttivi e spazi pubblici o
riservati ad attivit collettive, al verde pubblico, o a parcheggida osservareai
fini dellaformazionedei nuovi strumentiurbanisticio della revisionedi quelli
esistenti... Sonoconsiderateomogenee le parti di territorio chepresentano:

1. Aree con edifici di rilevanza storicao artistica e la porzionedi territorio


assimilabile;
2. Areeedificatecon densitfondiariasuperioreal 123%;
3. Areeda edticare;
4. Areedestinatead edilizia industriale;
5. Areeagricole;
6. Areedestinatead attrezzaturepubbliche.
4 Leggi e normative italiane

2.4 LEGGE No167 DEL 9 APRILE 1971

La LeggeNo167 del 9 Aprile 1971,porta al suo interno una classificazione


delle strade,che difetta di una esplicitazioneper le categoriedi stradeurbane;
il Nuovo Codicedella stradacolmerquestalacunaampliandole definizioni ed
il numerostessodi categoriestradali.

2.5 LEGGE N 151 DEL IO APRILE 1981

Nella LeggeNo 151 del 10 Aprile 1981, Leggequadroper lordinamentola


ristmtturazioneed il potenziamentodei trasportipubblici locali, si stabilisce
lautonomiadelleRegioninella:

1. defkrizionedei bacini di traffico;


2. ristmtkaz,ione dei servizi di trasporto;
3. elaborazionedei piani dei bacini di trtico;
4. organizzazionedel serviziodi trasportopubblico e razionalizzazionedella
circolazionedegli stessimezzi.

Con questalegge,parte dellecompetenzein materiadi trtico urbano,vengono


decentratedal livello nazionalea quellolocale.

2.6 LEGGE No245 DEL 15 GIUGNO 1984

Conla LeggeNo245del 15 Giugno 1984,Elaborazionedel pianogeneraledei


trasporti si procede,con un ulteriore passo,nella direzionedel decentramento
ammkistrativo della gestione dei trasporti, stabilendo la presenza dei
rappresentantidelle Regioni nel comitato addetto alla stesuradel Piano
generaledeitrasporti.
2.7 LEGGE No349 DEL 10 LUGLIO 1986

La LeggeNo349del 10Luglio 1986,Istituzione del Ministero dellAmbiente


e norme in materia di danno ambientale,assume,nellambito del nostro
discorso,un certo rilievo, in quanto il Ministero assumele funzioni di
controllo e di recuperodelle condizioni ambientalie della qualit della vita,
oltre ad occuparsidel collegamentocon le istituzioni Europeeche operano
nello stesso ambito. Come abbiamo avuto modo di constatare
precedentemente, gli organismidellaCE. chesi occupanodi ambienteIo fanno
allargandoil concettoallambienteurbano,producendotesti di leggee studi
inerenti alla qualit di vita nelle citt. Il testo di Legge lascia aperta la
concezionedi un Ministero italiano che si presenticon una sintoniadazione
con i lavori dellaComunit,operandola propriagiurisdizioneancheallinterno
delterritorio urbano.

2.8 CIRCOLARE MIN. LL.PP. No2676 DEL 8 AGOSTO 1986

La Circolare Min. LL.PP. No2575 del 8 Agosto 1986, Disciplina della


circolazione stradalenelle zone urbane ad elevata congestionedel trafkico
veicolare. Piani urbani del trafko ci introduce specificatamente
nellargomentochepi ci riguarda.Gi in questotesto si focalizzava la finalit
dei PUT allottenimentodi:

1. miglioramentodellacircolazione;
2. miglioramentodellasicurezza;
3. riduzionedellinquinamento;
4. rispettodellambiente;
5. contenimentodei costi.

Tali elementisarannoripresi nelle successive normerelative al nuovo codice


della strada (D.L. 285). La Circolare non ha avuto riscontri pratici di
particolarerilievo fino allentratain vigore, nel 1992,del Decretosopracitato,
il qualerivisita la materia superandodi fatto anchela parte tecnicanormativa
dellaCircolare,introducendodellenuovedisposizioni.
2.9 LEGGE N 122 DEL 24 MARZO 1989

La LeggeNo 122 del 24 Marzo 1989, Disposizioniin materiadi parcheggi,


programmatriennale per le aree urbane maggiormentepopolate, nonch
modificazioni di alcune norme del testo unico sulla disciplina della
circolazionestradale,D.P.R 393, 15 Giugno 1959., stabiliscela creazionedi
un Dipartimentoper i problemi delle aree urbane e di un fondo per gli
investimentinei parcheggi.

Gli obiettivi di un PUP sonomolteplici ed in sintoniacon quelli del PUT e del


PVC:

1. Distinguere le strade per lesclusiva circolazione da quelle miste


circolazionee sosta;
2. Individuareareedi rilievo urbanisticodoveregolamentare
la sosta;
3. Realizzareparcheggidi scambiotrasportopubblico/privato;
4. Realizzarei Parcheggipertinenziali sotterraneiper residenti;
5. Afklare al privato la gestionedei parcheggipubblici;
6. Gerre areedi sostae preservarela qualitambientaleurbana;
7. Modificare il sistemaurbanodi sostain manieragraduale.

Il metodoattraversoil qualeottenerei precedentiobiettivi si pu suddividere


in alcunipunti:

1. Individuare larea su cui intervenire, che deve essere limitata


nellestensionee presentarecaratteristicheurbanisticheomogenee;
2. Valutare e quantificarele effettive esigenzerelative alla sostanellarea
individuata;
3. Censirela realeofferta di parcheggiodellarea;
4. Analizzare e classificare la rete viaria in strade di transito e di
transitokosta;
5. Localizzaree dimensionare
gli spazidi sostadellintervento;
6. Temporizzaregli interventi.
Leggi e normatb italiane 5

2.10 D.M. No41 DEL 14 FEBBRAIO 1990

Sempre riguardo ai parcheggi, il D.M. No41 del 14 Febbraio 1990,


Regolamentorecante disposizioniin ordine ai criteri di priorit tra gli
interventi proposti nella realizxazione dei parcheggi pubblici ai tini
dellammissioneai contributi previsti dalla legge24 Marzo 1989,N 122,
afferma: ...le agevolazionipubblichedispostedalla leggedevonoprivilegiare
le realizzazioni volte a favorire il decongestionamento dei centri urbani
mediantela creazionedi parcheggifinalizzati allinterscambiocon sistemidi
trasportocollettivo e dotati anchedi areeattrezzateper i veicoli a dueruote;.
Il Decretoprosegue con lordine di priorit daccessoai contributi:

1. Parcheggidi interscambioprivatolpubblico;
2. Parcheggiestemial centro storico;
3. Parcheggifunzionalialle areepedonalio a trafEicolimitato.

2.11 LEGGE No142 DEL &GIUGNO 1990

Nella LeggeNo142del 8 Giugno 1990,Ordinamentodelle autonomielocali,


vengonodefinitele Aree Metropolitane,e le loro funzioni:

1. Pianificazioneterritoriale;
2. Competenzenellambitodellaviabilit, tratEco e trasporti;
3. Tutela ambientale.

Tali competenzesonoassimilabilia quelledeipi piccoli territori comunali

2.12 D.P.C.M. DEL 1 MARZO 1991

Nella legislazioneeuropeaabbiamopotuto constatarecome linquinamento


acusticosiaconsideratoun elementodi graveminacciaalla qualit ambientale
umanaed ai livelli di vita nelle nostrecitt. Abbiamo ancheverificato come,
nellesperienzadi molte nazioni europee,i Rallentatori di TraEico abbiano,
come obiettivo, labbassamentodei livelli di rumore causati dal tratEco
veicolare urbano.Un passonelle direzioni indicate dalla pratica dei RT. e
6 Leggi e normative italiane

dalla teoria del prodotto legislativo della CE., segnato dal D.P.C.M. del 1
Marzo 1991, Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi
e nellambiente esterno, il quale derma la necessit di operare dei limiti al
problema che ha prodotto una situazione di estrema gravit specie nelle aree
urbane. Interessante negli allegati la tabella che distingue le differenti aree in
base alluuit di misura relativa alla capacit di assorbire linquinamento
acustico:

1) Aree particolarmente protette:

l ospedali;

l Scuole;
l Aree per riposo e svago;
l Aree residenziali rurali;
l Aree di interesse urbanistico;
l Parchi.
2) Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale:

l Traffico veicolare locale;


l Popolazione limitata;
l Attivit commerciali limitate;
l Attivit industriali assenti.
3) Aree di tipo misto:

l Traffico locale o di attraversamento;


l Popolazione media;
l Attivit commerciali e tici;
l Attivit artigianali limitate;
l Assenza di industria;
l Aree rurali con attivit meccanizzate.
4) Aree di intensa attivit umana:
l Traffico intenso;
l Alto numerodi abitanti;
l Attivit commercialie uffici intensi;
l Attivit artigianali;
l Prossimita grandivie di comunicazione;
. Areeportuali;
l Limitate attivit industriali.
5) Aree prevelentemente
industriali:

l Scarsitdi residenza;
l Insediamentiindustriali.
6) Aree esclusivamente
industriali:

l Assenzadi residenza;
l Forte densitindustriale.

2.13 LEGGE No208 DEL 28 GIUGNO 1991

La LeggeNo208del 28 giugno1991,Interventi per la realizzazionedi itinerari


ciclabili e pedonalinelleareeurbanecostituisceun fondoper il fInanziamento
dellerealizzazioni di pisteciclabili o pedonali.Anche sedi entit modesta,tale
fondo dimostraun interessereale al problemadi svilupparedei sistemidi
spostamentourbano alternativi alle autovetture, ed apre la strada alla pi
completa Circolare del 1993, inerente alle realizzazioni delle reti
ciclopedonali.

2.14 ORDINANZA MINISTERIALE 20 NOVEMBRE 1991

Lordinanza Ministeriale 20 Novembre 1991, Misure urgenti per il


contenimentodellinquinamentoatmosfericoe del rumore nel comune di
...(areemetropolitanen.d.r.)>>,in basealla consapevolezzache il risanamento
atmosfericoedacusticonelle grandicitt richiedadei prowedimentidi estrema
urgenza, ed individuata la causa maggiore nel tratEco veicolare, fissa dei limiti
nei contenuti inquinanti dei carburanti e nellemissione di rumore.

2.1s D.L. No285 DEL 30 APRILE 1992

Il D.L. No285del 30 Aprile 1992,Nuovo codicedella strada,presentadegli


aspetti interessanti sotto il profilo del problema del traffico urbano.
hmanzituttoallArt. 2 vieneriformulatala classificazionedellestrade:

1. Autostrade;
2. Stradeextraurbaneprincipali;
3. Stradeextraurbanesecondarie;
4. Stradeurbanedi scorrimento;
5. Stradeurbanedi quartiere;
6. Stradelocali.

La novit di questoarticolo rappresentata


dalla classificazionedelle strade
urbanedi scorrimentoe di quartierecheprexxkntementenon veniva riportata.

AllArt.3 vengonopropostele definizioni stradalie di traflico:

1. Area pedonaleurbana:zonainterdettaalla circolazionedei veicoli, salvo


quelli in servizio di emergenzae salvoderogheper i velocipedi....
2. Attraversamento pedonale: parte della carreggiata, opportunamente
segnalataed organizzata, sullaqualei pedoniin transitodalluno allaltro
lato dellastradagodonodellaprecedenzarispettoai veicoli.
3. Pista ciclabile: parte longitudinale della strada, opportunamente
delimitata,riservataalla circolazionedei velocipedi.
4. Zona a traffico limitato: areain cui laccessoe la circolazioneveicolare
sono limitati ad ore prestabilite0 a particolari categoriedutenti e di
veicoli.
5. Zona residenziale:zona urbana in cui vigono particolari regole di
circolazionea protezionedei pedonie dellambiente,delimitata lungole
vie daccessodagli appositisegnalidi inizio e fme.
Leggi e normative italiane 7

In questa ultima definizione troviamo ci che, tra la produzione legislativa


nazionale, si avvicina maggiormente al concetto di via residenziale che, nei
primi capitoli, abbiamo constatato essere pratica consolidata negli altri paesi
europei.

Allart.7 viene riportata la regolamentazione della circolazione nei centri


abitati: il sindaco ha facolt di:

Limitare la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli per accertate e


motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio
artistico, ambientale e naturale.... Questo potere del sindaco rappresenta
uninnovazione introdotta dal legislatore.

LArt.13 prevede che le norme di costruzione delle strade debbano basarsi


sulla ricerca della sicurezza, riduzione degli inquinamenti, a vantaggio dei
residenti, dellambiente e del patrimonio architettonico. Anche in questo caso
il concetto espresso facilmente assimilabile alla teoria che sottintende la
realizzazione dei Rallentatori di traflko nelle altre nazioni. Inoltre la
normativa prevede lemanazione delle indicazioni tecniche per la realizzazione
di strade che presentino le caratteristiche sopra illustrate.

Ma lArt. che ci riguarda pi specificatamente il N36, Piani urbani del


traffico e piani del traEco per la viabilit extraurbana, che, come abbiamo gi
visto nellintroduzione, fissa lobbligatoriet di adozione dei PUT nei comuni
con oltre 30.000 abitanti con lo scopo di ottenere una maggiore fluidit della
circolazione e la riduzione dei livelli di emissioni nocive nellaria. Le finalita
del PUT si esemphficano in alcuni punk

1) Miglioramento della circolazione;

. agevolare laccesso alla citt ed al centro;


l scoraggiare lattraversamento della citt,
l individuare assi tangenziali di scorrimento;
. riorganizzare la circolazione per rendere pi scorrevole il traEico
interno;
l aumentare la velocit commerciale ed il trasporto pubblico.
2) Diminuzione degli incidenti:
8 Leggi e normative italiane

l limitare gli incroci;


l fissare limiti di velocit nelle aree residenziali;
3) Diminuire linquinamento acustico e atmosferico:

. rendere la velocit del traflico costante;


. realizzare aree a tra&0 limitato.
4) Rispetto dei valori ambientali:

l recupero di spazi alla pedonabilit;


l pedonalizzazione.
5) Regolamentazione della sosta:

l realizzazione del PUP.


6) Contenimento dei costi:

l risparmio energetico;
. riduzione dei tempi di spostamento;

l aumento della velocit commerciale del trasporto pubblico.

1 meccanismi tecnici per ottenere le finalit previste dalla Legge, sono


contenuti nelle Direttive per la redazione dei PUT, realizzate dallIspettorato
Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale del Min. dei LL.PP., di
cui ci occuperemo nel prossimo capitolo.

2.16 DECRETO No467 DEL 6 LUGLIO 1992

Con il Decreto No467 del 6 Luglio 1992, Regolamentoconcernente


lammissioneal contributostatalee per la determinazionedella relativa misura
degli interventi per la realizzazionedi itinerari ciclabili e pedonalinelle aree
urbane, si disciplinanoin un regolamentoi requisiti e le priorit degli
interventi di realizzazionedi spaziciclopedonabili.Tra le priorit:

1. Decongestionamento
dei centri urbani;
2. Fluidit del trafllco veicolare;
3. Collegamento a poli di servizio (scuole, ufIici, ospedali) anche
intercomunali,
4. Fruizione delle aree pedonali.

Il testo del Decreto in stretto rapporto con le finalit alla base della redazione
dei PUT e dei Piani per la sosta, anche se il legislatore non richiede
specificatamente al pianificatore di tenerne conto per una stesura dei piani il
pi possibile unitaria.

2.17 CIRCOLARE DELLA P.C.M. No432 DEL 31 MARZO 1993

In stretto collegamentocon la precedente,la Circolaredella P.C.M. No432del


31 Marzo 1993,Circolare esplicativadel D.I. 6 Luglio 1992,N467, avente
per oggetto:Regolamentoconcernentelammissioneal contributo statalee la
determinazionedella relativa misuradegli interventi per la realizzazione di
itinerari ciclabili e pedonali nelle aree urbane..., fornisce i requisiti per
ammetterei progetti ai finanziamentie la priorit degliinterventi. La Circolare
fornisceinoltre gli standardprogettuali:

1. Tipologiae localizzazioni;
2. Dimensioni,
3. Sezionepianoaltimetricadelpercorso;
4. Attraversamentidi carreggiatastradale;
5. Segnaletica;
6. Aree di sosta;
7. Pavimentazione;
8. Fattibilit tecnicoeconomica.

Nella realizzazionedi un sistemaciclopedonale necessariovalutare alcuni


aspetti:
1. Esigenze di spostamento degli utenti;
2. La sicurezza del tracciato deve invitarne lutilizzo;
3. Massima sicurezza e tecnologia al minor costo;
4. Il sistema ciclopedonale, influendo ,direttamente in quello viabilistico,
richiede il suo inserimento nel PUT;
5. Larredo urbano una componente importante nella realizzazione delle
piste ciclabili.

Nella progettazione di un sistema ciclopedonale necessario considerare alcuni


punti essenziali:

E necessario suddividere gli spostamenti quotidiani da quelli per il tempo


libero, ed organizzare un tracciato origine destinazione che tenga conto
della differenza sostanziale tra le due differenti esigenze di mobilit;
Gli itinerari debbono essere il pi possibile diretti, continui, sicuri e ben
segnalati, per fare questo necessario individuare tutti i possibili ostacoli
fisici e cmematici;
La rete ciclopedonale necessita di essere messa in stretta relazione con i
piani viabilistici comunali andando ad interagire direttamente con essi.

Nel seguente capitolo verranno commentate le Direttive per la redazione,


adozione, ed attuazione dei piani urbani del traffico, inerenti al D.L. N0285,
del 30 Aprile 1992, Nuovo Codice della Strada; tali norme, entrate in vigore
nellAgosto del 1995, superano di fatto il precedente allegato alla C.M.LL.PP.
No2575 del 8 Agosto 1986, contenente le normative di attuazione dei P.U.T.

3.1 PREMESSA

Le nuovedirettive si suddividonoin dueparti:

1. la prima contenentele indicazioni per redigere i piani del traffico e


suddivisain obiettivi, strategie,tecnicaprogettualee procedura;
Leggi e normative italiane 9

2. la seconda, sottofonna di allegato, contiene gli elementi tecnici di base per


la redazione del piano ed suddivisa in criteri di progettazione, analisi
della funzionalit della rete viaria, rilevazioni e verifiche su mobilit,
sosta, trasporto e sicurezza.

Preliminarmente al commento del contenuto delle direttive, necessario


operare alcune considerazioni basilari nella redazione dei P.U.T.:

Piano del trafEico urbano, piano della viabilit extraurbana, piano del
trasporto, strumenti urbanistici, piani ambientali, devono necessariamente
essere coordinati, avendo tutti delle ricadute strategiche fondamentali sul
governo della mobilit, dellambiente, del sistema urbano, e
delloperativit economica di un determinato contesto territoriale.
1 P.U.T. sono finalizzati allottenimento di una migliore offerta di
trasporto, e al governo della mobilit.
Pur essendo piani a breve termine, i PUT possono contenere delle
previsioni di spesa per interventi di rilevante impegno finanziario.
Il Piano del traffico si caratterizza per essere uno strumento di
organizzazione stradale in grado di ott imizzare la gestione della reta viaria
esistente ed il sistema di trasporto pubblico; per tali motivi esso assume i
caratteri di un Piano della Mobilit urbana.

3.2 OBIETTIVI, STRATEGIE E PROCEDURE DELLE DIRETTIVE

Le direttive dattuazionedellart. N36, redattedallIspettoratoGeneraleper la


Circolazione e la Sicurezza Stradale del Min. LL.PP., si occupano
specificatamentedi alcuni elementitecnici necessariper redigeree rendere
operativii Piani delTraEco:

1) Obiettivi:

. circolazione;
. sicurezza;
. inquinamento;
. coordinamentoconi piani urbanistici.
10 Leggi e normative italiane

2) Strategie:

. interventi sulladomandadi mobilit;,


. interventi sullaofferta di mobilit.
3) Contenutiprogettuali:

. integrazionedelledifferenti modalitdi trasporto.


4) Modalit procedurali:

attivit di coordinamento;
competenzeterritoriali,
attuazionetecnica;
accessoai finanziamenti;
gestionedellaviabilit.

Le direttive, inoltre, chiarisconoaltri fondamentaliaspetti,quali:

La definizione del Piano Urbano del Traffico: esso non si rivela come
semplice strumento di gestione dellimpianto viario comunale, ma,
soprattuttocomeelementodi riorganizxazionedellinterarete di trasporto,
privato e pubblico.
Il P.U.T. inteso, nel testo, come un piano processo: il piano
innanzitutto pensato come uno strumento fortemente correlato agli
strumentidi pianificazioneterritoriale ed urbanistica,ed inoltre apertoa
continueveritiche e revisioni.
Il Piano non impostato come uno strumento impositivo: il trasporto
individuale,non viene pensatocomeun elementosul qualeimporredelle
modifiche,al contrario,lintero processodi piano, fondatosullaspintadi
differenti modalitdi trasportoe su criteri favorevoli ad una ditfirsionedi
sistemidi trasportointegratie coordinatia quelloveicolareprivato.
Viene introdotta una nuova classificazione stradale: due importanti
categorie:le isoleambientali,senzatraffico di attraversamento,e le zone a
traflko pedonahnenteprivilegiato, nelle quali viene dato maggiorspazio
alla circolazionepedonalesenzalimitare laccessibilitalle stessearee.
5. Viene individuata una gerarchia degli elementi che compongono il sistema
della mobilit: pedoni, mezzi di trasportocollettivo, altri mezzi, sosta.
6. E rilevata la gerarchia strategica degli interventi: Fondamentalie
obbligatori, eventuali in dipendenzadalle caratteristichepeculiari del
traffico, e collateralisuspedita richiestadellAmministrazione.
7. Organizzazione del PUT su tre livelli: PianoGeneraledel TraBico Urbano
comprendentegli indirizzi generalidi piano, Piano Particolareggiatodel
TraIEco Urbano relativo allattuazione degli elementi individuati nel
primo livello su porzioni di territorio, e Piano Esecutivo del TraBico
Urbanoche si riferiscead una progettazioneancorpi dettagliataper aree
ristrette.
8. Si definiscono gli elementi necessart ad una analisi costi benefici.
9. Viene prescritta 1 obbligatoriet di un aggiornamento biennale del piano:
da realizzarsisullindicazionederivantedal cotionto dei dati precedentie
quelli successiviagli interventi.
10. Vengono regolamentate le situazioni di inadempienza: previsto, in caso
di mancatarealizzazionedelleprescrizionidel testo di legge,lintervento
ai un commissario chesi occuperdi sanarela situazione.

3.2.1 Obiettivi

Gli obiettivi dei P.U.T. sonogi contenutinel testo di leggedel nuovo C.d.S.;
nelledirettive vengonoripresied ampliati.

3.2.2 Strategie

Le strategieversocui il PUT deveorientarsisonosostanzialmente


due:

1) Miglioramento del sistema di trasporto riguardo alla rete stradale, alla


sosta e al trasporto pubblico collettivo; in questo settore la strategia di
piano deve operare verso alcuni settori di rilevante importanza:

A) Riclassificazionedelle stradeper limitare la promiscuitdutilizzo;


quattrotipi fondamentalidi stradepi tre intermedi:

l Autostrade:la cui funzione quelladi limitare il trafiko di


attraversamento.
Stradedi scorrimento: con funzione di garantire gli
spostamenti
urbanidi lungadistanza.
Strade di quartiere: per il collegamentodi quartieri
limitrofi o tra gli estremidi grandiquartieri.
Strade locali: di servizio agli spostamenti
pedonalio per le
autoche si immettonosustradepi ampie.
Strade di scorrimento veloce: intermedietra le autostrade
e le stradedi scorrimento.
Strade interquartiere: intermedie tra le strade di
scorrimentoe quelledi quartiere.
Strade locali interzonali: intermedietra quelledi quartiere
e le locali.

B) Riorganizzazionedel sistemaviario in tre classidi appartenenza:

l La rete principale urbana, compostada tutte le strade


esclusequellelocali, che deve esseresvincolatadalla sosta
degli automezzi e consentire il soddisfacimentodelle
esigenzedi mobilita dei cittadini.
l La rete locale urbana, compostadalle stradelocali, che
devesoddisfarele esigenzerelative alla sostae alla mobilita
pedonale
l Le isole ambientali, composte da aree con ridotti
movimenti veicolari e con assenza di tra&o di
attraversamento.

C) Ottenimentodel miglioramentodellofferta di trasportotramite due


essenzialielementi:

Eliminazionedellasostadalla viabilit principale attraverso:

l riorganizzazionedegli spazi cittadini inseriti nella viabilit


locale,quali piazze, stradee larghi, per il recuperodi spazi
di sosta;
Leggi e normative italiane 11

. realizzazione di zone parcheggio, silos, sotterranee o a


livello strada, rcuperando aree pubbliche o private;
. realizzazione di parcheggi privati;
l potenziamento del nucleo di polizia municipale
Adeguamento della capacit delle intersezioni attraverso:

l diminuzionedelleintersezioni;
l miglioramentodellecanalizzazioni;
l diminuzionedelle svoltea sinistra;
. riorganizzazionedei sensiunici;
. riprogettazionedegli inserimenti.

2) La seconda strategia verso la quale il PUT deve indirizzarsi nel senso


della gestione della domanda di mobilit e incentivazione di sistemi alternativi
a minor uso di suolo stradale. A questo scopo utile scomporre il traJco
urbano nei suoi elementi:

. Pedoni;
. Trasportocollettivo;
. Veicoli a motore;
. sosta.

Nella risoluzionedei problemi di traffico importanterilevare come tra le


causevi sia la promiscuitduso della sedestradaleda parte dei precedenti
elementi; la sohrzione a tale congestionedegli spazi, nella direzione
dellallontanamentodelle singolecomponentiin un ordine gerarchicoinverso
rispettoa quellodellelenco.

Nel caso dellassenzadi una rete di trasportopubblico, il PUT si pone il


problemadi indirizzare la domandadi mobilita nella direzione di ricerca di
sistemialternativi quali le biciclette.
12 Leggi e normative italiane

Il piano pu operare delle scelte anche in funzione di una riorganizzazione


temporale della mobilit, integrandosi ad esempio con un Piano degli Orari.

Per favorire le alternative alla mobilit tradizionale il piano pu sviluppare


degli interventi nellambito dei parcheggi di scambio o della taritfazione del
transito in particolari zone.

3.2.3 Livelli progettuali

Quattro livelli defjniscono, nei Piani Urbani del Tra!Eco, la specificazione


delle proposte, i dettagli, i contenuti, ed i percorsi di approvazione:

Piano Generale del Trajco Urbano

Si presenta come piano quadro del PUT o progetto preliminare. Si relaziona


allintero territorio comunale riguardo a:

1. Politica intermodale;
2. Classifica funzionale della viabilit;
3. Regolamento viario;

contestualmente a:

. viabilit pedonale;
. Organizzazione del trasporto collettivo;
. Riorganizzazione delle precedenze;
. viabilit privata tangenziale e di attraversamento;
. Organizzazione della sosta.

Piano Particolareggiato del Trafico Urbano

Si presenta come progetto di massima del PGTU. Si relaziona a parti del centro
abitato riguardo a singoli gruppi di interventi inerenti a:
1. Strutturepedonali;
2. Fermatee corsieriservateper i mezzi pubblici;
3. Schemidi circolazionenel dettaglio;
4. Organizzazionedelle intersezioni,
5. Segnaletica;
6. organizzazionedella sosta.

Piani Esecutivi del Trafico Uhano

Si presentacome progetto esecutivodei Piani Particolareggiatidel Traffico


Urbano. Si relazionaa specifichezone urbaneriguardoalla definizionedegli
interventipropostinei piani particolareggiati,ed in particolare:

1. sistemazione
dellesediviarie;
2. sistemazione
dellecanalizzazioni,
3. protezionedelle corsieriservate;
4. segnaletica.

Piani di Settore

Si presentano comeuno strumentodintervento in singoleproblematichelegate


al traEic0 e con competenzasullinterotetitorio comunale,edin particolare:

1. arredourbano;
2. regolazionesemaforica;
3. vigilanzsurbana;
4. segnaletica;
5. controllo delleemissioni.
Gli interventi devono essere mormorati, ed il rafEonto tra i dati precedenti e
quelli successivi alladozione del PUT, servono da base per lobbligatorio
aggiornamento biennale.

In questo capitolo ci occuperemo delle pubblicazioni del Consiglio Nazionale


delle Ricerche, inerenti alle normative tecnico progettuali di base nella
realizzazione delle strade urbane, nella convinzione che la conoscenza del
lavoro del CNR congiuntamente alia attuazione delle direttive di applicazione
dei Piani Urbani del traEco, sia un elemento dimportanza fondamentale per la
realizxazione di una corretta ed efficace strategia di pianificazione urbana.

14 Bollettini del CNR di cui ci occuperemo riguardano le norme attuahnente in


vigore per la progettazione delle strade urbane; ci limiteremo ad unanalisi dei
temi specifici presi in esame da ognuno di essi e ad un breve commento sugli
aspetti ritenuti di maggior rilevanza.

4.1 BOLLETTINO N 60,26 APRILE 1978

Norme sulle caratteristiche geometriche e di traffko delle strade urbane

Talebollettino rispondealla volont di ricercareunamaggiorerazionalitnella


progettazionedelle stradeurbane e nel rapporto tra essestessee le altre
strutturedella citt secondouna organizzazionefunzionale. Per tale motivo le
normerispondono,nella progettazione,ad una gerarchiadi caratteristichee
funzioni delle stradein rapportoalla strutturaurbanae del traffko. Il Bollettino
individua le componentifondamentalidel tratlico: privato, pubblico,pedonale
e la sosta;inoltre forniscegli indirizzi per operaresu situazioniesistenti.La
ricercasi strutturamettendoin atto unorganizzazionedelle stradebasatasulle
finzioni cui essedebbonorisponderee proseguecon lindividuazione degli
elementi che compongonoil traEco urbano; il rapporto tra la prima e la
seconda gerarchia, crea una classificazione delle strade ulteriormente
dettagliata:il sistemaviario fotografatosullabasedi un reticolo funzionale.
Interessante la identificazionedelle caratteristichegeometrichedi tracciato,
nella quale vengono definite le velocit minime e le caratteristiche
planimetricheper ogni tipo di strada.La secondaparte del Bollettino, riporta
gli schemirelativi a unaseriedi esempidi progettazionedi stradeurbane.
Leggi e normative italiane 13

4.2 BOLLETTINO N77,5 MAGGIO 1980

Istruzioni per la redazione dei progetti di strade

Questaricerca del C.N.R riguardala compilazionedelle normativeriguardanti


la redazionedi progetti stradaliinerenti ad appaltipubblici. Nello specificosi
riferisce sia alle stradeextraurbaneche a quelleurbane,sottolineandoche, in
questultimocaso,progettazionedel sistemaviario, piano di trasportoe piano
urbanistico,sonoelementistrettamentecollegatie conseguentiallanalisidella
domandae dellofferta di trasporto,alla gerarchizzazionedelle stradee allo
studiodelle componentidel traEco. Il bollettino proseguecon la suddivisione
della progettazionedi strade in tre distinte fasi, progetto preliminare, di
massimae definitivo, per ognunadelle quali vengonofomite le indicazioni
relative alla compilazionedella relazione, alle indagini da effettuareed alle
tavole dapresentareconrelativo dettagliodi scala.

4.3 BOLLETTINO N 90, IS APRILE 1983

Norme sulle caratteristiche geometriche e di traffico delle intersezioni


stradali urbane

Tale normativa si fonda sul concetto che la congestionedel traffico dipenda


non solo dallincapacitdel sistemaviario urbanodi recepireuna determinata
quantitdi veicoli, ma, soprattutto,dalle intersezioniprogettatesulla basedi
stimeinferiori al numerorealedi veicoli che le attraversanoquotidianamente.
Progettarele intersezionisi presentacomeun processodistinguibilein alcune
fasi: scelta del tipo di intersezioneda adottare, determinazionedei flussi di
veicoli che insistononellarea di progetto,progettazionedellintersezione.La
ricerca del C.N.R proseguecon una classificazioneschematicadei tipi
fondamentalidi intersezionie con un dettaglio sulle principali definizioni di
elementidel trafbco urbano:intersezionestradale,correnteveicolare,manovra
ecc. La definizione dei criteri che il progettistadeve seguirenel disegnodelle
intersezioni, si fonda, hmanzitutto, sulla determinazionedelle distinte
funzionalit delle stradeche vengonoad intersecarsi,oltre allevidenziazione
delle correnti di veicoli interessatie alla sceltadello schemapi efficace da
applicare;a tale proposito,il bollettino, elenca23 schedegrafichecon delle
soltioni esemplificativedi ditkenti schemidi applicazione.Ulteriori criteri
di basenella progettazionesono:la velocit, le planimetriee le altimetrie del
14 Leggi e normative italiane

territorio dintervento, la visibilit, la viabilit ciclopedonale, il servizio di


trasporto pubblico, la segnaletica e lilluminazione. Il Bollettino conclude con
una serie di riferimenti tecnici relativi allimpianto costruttivo delle
intersezioni ed unulteriore schematizzazione grafica esemplificativa.

4.4 BOLLETTINO N150,1992

Norme sullarredo funzionale delle strade urbane

Il Bollettino in esameriguardagli aspettinormativi di regolamentazione degli


elementiclassificabilicon la denominazionedi arredofunzionale stradale,a
cui appartengonoi semafori, la segnaleticastradale, gli attraversamenti
pedonali,gli spartitraffico,i passicarrabili e gli accessialle stazionidi servizio
e che si rilevalanoindispensabili per unacorretta utilizzazione delle strade,in
termini di sicurezzae fluidit del trafiko veicolare e pedonale.Tali norme
completanoil quadrodelle indicazioni tecniche del C.N.R relativamenteal
traffico cittadino che trovano applicazione allinterno degli strumenti di
programmazione della crescitaurbana,quali i Piani del Traffico e gli strumenti
urbanisticiin genere,P.RG., P.P.A, P.d.F., P.P.

4.5 PRELIMINARE AD UN NUOVO BOLLETTINO, 16 GIUGNO


1994

Norme sulle caratteristiche geometriche e di traffko delle strade

Questodocumento stato presentatodalla Sottocommissione Progettazione,


Costruzionee Manutenzionestrade,ed statorealizzato dallacommissionedi
studioper le normerelative ai materiali stradalie progettazione,costruzionee
mamrtenzionedi strade. Esso si identifica in una ricerca preliminare alla
pubblicazionedi un nuovo bollettino del C.N.R dove Le normeche formano
oggettodi questofascicolofornisconola classificadelle stradesotto laspetto
firnzionale e definisconoi corrispondenticriteri di progettazione.Laspetto
funzionaleriguardasialutenza del sistemaviario siale peculiaritambientali
delterritorio oggettodellintervento; i criteri di progettazionesi riferisconosia
alle caratteristichetecnichedella geometriadelle stradesiail rapportocon le
attivit al lato delle stessestrade.Lo scopodi tale normativa di incanalarei
flussi veicolari allinterno di vincoli di regolarit e sicurezza e, soprattutto di
rispetto dei limiti di velocit imposti e previsti nella progettazione.
Dimensionamento e velocit dei flussi sono ponderate sulla base della
domanda di trasporto dellarea di intervento. La ricerca attualmente in fase di
redazione e si trova incompleta per alcune parti.

4.6 CONSIDERAZIONI

Il lavoro del Consiglio Nazionale delle Ricerche, preso fino ad ora


considerazione,fornisce al progettistauno strumentotecnico di importanza
fondamentalenella riorganizzazione della viabilit cittadina; assiemealle
Direttive dattuazione dei P.U.T. e al quadro legislativo che abbiamo
commentatonei capitoli precedenti,i Bollettini del C.N.R sonolelemento
guidadellaprogettazionedelle stradeurbane.
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

NORME SULLE CARATTERISTICHE GEOMETRICHE


E DI TRAFFICO DELLE STRADE URBANE

C. N. R. - PIAZZALE DELLE SCIENZE, 7 - ROMA


-s
Pubblicato nel

+ BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR 8


Anno X11, pt. TV, n. GO, p. 349, - 2G aprile 1978

SpA. Art1 Graflche Panetto iI Petrelli - Spoleto l


SOMMARIO
Anno X11 - N. 60 - 26 aprile 1978

* NORME SULLE CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E DI TRAFFICO


DELLE STRADE URBANE

1 PARTE

l.- Introduzione . . . . Pag. .5

2. - Classifica delle strade . . . . . . . . >) 7


2.1 - Denominazioni iotldamcntnli . . . . u 7
2.2 - Individuazione dcllc componenti di trnllico . . n 9
2.3 - Classifca degli spazi stradali . . . . . . . . . . . . 11

3. - Caratteristiche geometriche e di traffico . . . . . 1.1


3.1 - Sezione tranvcrsalc . . , . . . . . . . . . . . . . . . . . D 14
3.2 - Cnrattcristiche geometriche di tracriato . . . . . . . . . 20
3.3 - Elementi di rcgolnzionc dei punti di conflitto . . . . . . . 21
3.4 - Organixzazionc dc& carreggiate-parcheggio . . . . . . . . 24

- Esempi grafici relativi alle situazioni pi ricorrenti . . . . >, 27

- Elenco dei componenti della Commissione di studio per le norme


relative ai materiali stradali ed alla costruzione e manutenzione
strade, che ha elaborato le suddette norme . . . . . . )> 65

- Elenco delle norme elaborate dalia Commissione di studio per le


norme relative ai materiali stradali ed alla costruzione e manu-
tenzionc strade, pubblicate sul << Bollettino Ufficiale del CNR )>,
parte IV (Norme tecniche) . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

11 PARTE (da rcdigcrc)

4. - Intersezioni a livelli sfalsati

5. - Intersezioni a raso

6. - Elementi complementari

3
C.N.R. - Bollcf~ino U//itiale (Nome /cct~icbc) - A. Xlf - N. GO
---~-__ --_ ---.-------~~---

c 7
/
FASCIA DI PERTINENZA FA$,cIA pl PERTILJJEIJZA
p> 2ocom. p> 2o.co In.
---~

cancc*& Epil Ilrnfpco corrr~iiafs

IO50 050
-l--t-

Fig. 1 - STRADA PRIMARIA TIPO: sezione corrente a 3 corsie/senso (cat. 1 .a), con corsie per fermate di emergenze?.

29
FAT3CrA D\ PEQT\HEUZA
.+--. J?!l! ~cx?o k7-l.

25 OC 912.
PI
-.175 .----- 2.08
.__- ..- // -. 361

corsia di emergenza cor& di marcia corsia di marcia cor& di marcia corsia di makcia u>rsia di emerpnra
--.l

Fig. 2 - SIXAI~A PR~AI,WI,I TII'O: scziorw in viadotto a 2 corsie/senso (cat. l.a), con corsie per fermate di emergenza.
C.N.R. - Bollcttit~o Uificiale (Norme ~ecrriche) - A. X11 - N. 60
-

3 55.60 -l
FASCIA DI PER.TINENZA FA5ClA O\ PERTINENZA
p 7, ~0.00 m. h 20.00 m.
I P
4

mi%Co

i corda di marcia corsia di emerpnza I

Fig. 3 - STRADA PRIMARIA TIPO: sezione in trincea con muri, a 2 corsie/senso (cat. 1.a) e con corsie per fermate di emergenza.

31
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCt-i-E

NORME SULLE CARATTERISTICHE


GEOMETRICHE E DI TRAFFICO
DELLE INTERSEZIONI STRADALI URBANE

C. N. R. - PIAZZALE ALDO MORO, 7 - ROMA


,
Pubblicato come

u BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR b

Anno XVII, pt. IV, n. 90 - 15 aprile 1983

S.P. A Arti Grati& Panetto & Perrelli


C.N.R. - Bollettino Ufficiale (Norme tecniche) - A. XVII - N. 90

SOMMARIO

Anno XVII - N. 90 - 15 aprile 1983

NORME SULLE CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E DI TRAFFICO DEL-


LE INTERSEZIONI STRADALI URBANE

1. - Introduzione ....................... Pag.


1.1. - Generalit ......................
1.2. - Fasi della progettazione ................
1.3. - Scopi e campo di applicazione della normativa ........ B>

2. - Definizioni preliminari . . . . . . . . . . . . . . . 9
2.1. - Intersezione stradale . . . . . . . . . . . . 9
2.2. - Corrente veicolare . . . . . . . . . . . . . . . . ,> 9
2.3. - M anovra . . . . , . . . . . . . . . . . . 10
2.4. - Punto di collisione . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
2.5. - Area di intersezione . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.6. - Tipi di punti di collisione . . . . . . . . . . . . . . 11
2.7. - Soluzioni dei punti di intersccazione (p.d.i.) . . . * . 11
2.8. - Livello di funzionalit delle soluzioni dei p.d.i. . . . . . . . 12
2.9. - Livello di funzionalit dcllintcrserione . . . . . . . . . ,> 12

3. - Criteri generali di progettazione . . . . . . . . . . . . . m 12


3.1. - Dcterminazionc dc1 livello di funzionalit delle interswioni . 12
3.2. - Individuazioncdcllccorrcnti da servire ......... . 16
3.3. - Scelta degli schemi di soluzione .......... . 19
3.4. - Alcuni srhcmi di soluzioni ............. . 21
3.4.1. - Svincoli completi ............ . n 21
3.4.2. - Svincoli parziali ............. . 52
3.4.3. - Intersezioni a raso ........... . > 73

3
C.N.R. - Bolletho Ufficakle (Norme :ccniche) - A. XVII - PI. PO

3.5. - Altri criteri generali ................. Pag. 94


3.5.1. - Velocit nelle intersezioni ........... 94
3.5.2. - Configurazione planimetrica .......... 94
3.5.3. - Configurazione altimetrica .......... 94
3.5.4. - Visibilita planimetrica ............ 95

4. Elementi complementari dellaprogettazione ......... 96


4.1. -Pedoni ...................... 96
4.2. - Mezzi pubblici ................... 96
4.3. - Piste ciclabili .................... 96
4.4. - Segnaletica ..................... 96
4.5. - Illuminazione .................... 97
4.6. - Pubblicit ..................... 97

5. - Principali elementi costruttivi . . . . . . . . . . . . . . . 97


5.1. - Largherza delle corsie nelle intersezioni . . . . . . . . . . 97
5.2. - Corsie specializzate per la svolta a sinistra in uscita . . . . . . 9s
5.3. - Corsicspecializzatcpcr la svoltaa destrain uscita . , . . . . . 100
5.4. - Corsie di accelerazione . . . . . . . . . . . . . . . . 101
5.5.-Rampe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
5.6. - Apprestamenti perle intersezioni non attrezzate . . . . . . 102

- Elenco dei componenti della Commissione di studio per le norme


relative ai materiali stradali e costruzione e manutenzione strade,
che ha elaborato le presenti norme . . . . . . . . . . . . . 104
- Elenco delle norme elaborate dalla Commissione di studio per le
norme relative ai materiali stradali ed alla costruzione e manu-
tenzione strade, pubblicate sul Bollettino Ufficiale del CNR )>,
Parte IV (Norme tecniche) . . . . . . . . . . . , . . . . . 106
NOTA

Le presenti norme nulla innovano circa le distanze minime tra fabbricati (art.
9 dei Decreto Ministeriale Lavori Pubblici del 2.4.1968).

Pertanto, nel rinviare ad utili raffronti anche con le indicazioni :

- dc1 CNR, p cr 1G f asce laterali di pertinewa stradale ( Norme sulle


caratteristiche geometriche e di trajico delle strade urbane - Bollettino ~1~. 60, edi<.
1978 - pd 3.2.9),
- delle vigenti norme urbanistiche fuori dei centri abitati, per IC distanze
in corrispondewa degli incroci (art. 5 del Decreto Ministeriale Lavori Pubblici del
1.4.1968),
- della proposta di nuovo Codice delta Strada, per le fasce di rispetto ed
aree di visibiliti nei centri abitati (art. 15, ed. 1977),
s raccomanda alla sensibiliti dm1 progettista la previsioneprogettualevinco-
lante di idonei distawiamenti - rispetto alla strada - di rccirqioni, alberature, cser-
cibi di vendita, ecc., in modo tale da non alterare la sicureaa di tutti gli utenti c la
scorrevolezza del trafico.
:
C.N.R. - Bollettino Ufficiale (Norme tecniche) - A. XvIl - N. 90
~-

Intersezioni Omogenee Scheda n. 1


Svincoli direzionali completi tijo OlO/O, scn.~a svolic a sinislra indire& Fig. a
Lc svolte a sinistra escono ed entrano in destra (DD. pd. T); svincolo con 1 scavalcamento
a 4 livelli.

24
>
C.N.R. - Bollettino Ufficiale (Norme tecniche) - A. XVII - N. 90
i

Intersezioni Omogenee Scheda n. 1


Scincoli direzionali completi tipo 01010, senza svolte a sinistra indirctfc Fig. b
Ir svolte a sinistra escono ed entrano in destra (DD. pd. A); svincolo con 5 scavalcamenti
a 2 livelli.

25
C.N.R. - Bollettino Ufficiale (Norme tmkhe) - A. XVII - N. 90
-

El0.1-c

Intersezioni Omogenee Scheda n. 1


Svincoli direzionali compIeri tipo O/O/O, sdnza svolle a sihra indircftc Fig. c
Le svolte a sinistra escono ed entrano in destra (DD. pp); svincolo con 5 scavalcamenti
a 2 livelli.

26
C.N.R. - Bolletfizzo LJfficiule (Norme tecniche) - A. XVII - N. 90
---

--_. .- --
Intersezioni Omogenee Scheda n. 1
SAcoli dircriomli completi tipo O/O/O, SC~.ZO svolte a sirzistra indirette Fig. d
1x rvoltc a sinistra escono in sinistra ed entrano in destra (SD. di); prcscnza di spartitraf-
fico Intrralc in destra per ciascuna carreggiata; svincolo con 4 scavalcamenti a 2 livelli.

27
C.N.R. - Bollettino Ufficiale (Norme tecniche) - A. XVII - N. PO

El
J
0.l.e

Intersezioni Omogenee Scheda n. 1


Svincoli direzionali compirli tipo O/O/O, senza svolic a sitlisfru indirette Fig. e
Le svolte a sinistra wcono ed entrano in sinistra (SS. pd. B); svincolo con 10 scavalcamenti
a 2 livelli.

28
C.N.R. - Bollettino Ufficiale (Norme tecniche) - A. XVII - N. 90

Intersezioni Omogenee Scheda n. 1


Svicoli direzionali compkti tipo O/O/O, con SV& a sinistra indircflc Fig. f
L svolte a sinistra wcono ed entrano in destra: una coppia in forma scmidirctta (DD.
pd. T) e laltra coppia in forma indiretta (DD. dp); svincolo con 3 scavalcamenti, di cui
I a 3 livelli e 2 a 2 livelli.
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

ISTRUZIONI PER LA REDAZIONE


DEI PROGETTI DI STRADE

C. N. R. - PIAZZALE DELLE SCIENZE, 7 - ROMA


1
C.N.R. - Bolletfino Ufficiale (Norme tecniche) - A. XIV - N. 77

SOMMARIO

Anno XIV - N. 77 - 5 maggio 1980

* ISTRUZIONI PER LA REDAZIONE DEI PROGETTI DI STRADE

1. - Campo di applicazione ................. Pag. 9

2. - FinalitA del progetto ................. 9

3. - Fasi della progettazione ................ IO

4. - Progetto preliminare . . . . . . . . . . Il

4.1. - Relazione . . . . . . . . . . * . 12
4.2. - Corografia . . . . . . . . 12
4.3. - Andamento altimetrico . . . . . 12
4.4. - Sezioni trasversali tipo . . . 12
4.5. - Svincoli ed intersezioni . 13

5. - Progetto di massima ................. 13

5.1. - Relazione ................... 13


5.2. - Corografia dinsieme ............... 14
5.3. -- Relazioni geologica e geotecnica .......... 14
5.4. - Planimetria e profili geologici ........... 15
5.5. - Planimetria .................. 15
5.6. - Profili longitudinali e trasversali .......... 15
5.7. - Sezioni tipo dcila sagoma stradale e Ma sovrnstrt~tlr~rn 16
5.8. - Sezioni trasversali pi carattctistiche ......... 16
5.9. - Diagrammi di visuale libera ............ Ifi
5.10. - Opere darte principali .............. n 17
5.11. - Tipi normali di opere darte minori e di impianti accessori . . B 17

5
C.N.R. - Bollehno Ufliciale (Norme tecniche) - A. XIV - N. 77

5.12. - Intersezioni ed innesti con altre strade ........ Pag. !,17


5.13. - Interferenze con altre opere e servizi ........ 17
5.14. - Benestare di massima degli Enti proprietari di opere e ser-
vizi interessati dalla costruzione della strada ....... 17
5.15. - Computo metrico estimativo sommario ........ 18
5.16. - Confronti tecnico-economici ............ IS

6. - Progetto definitivo (o esecutivo) ............. n 18

6.1. - Stralcio del progetto preliminare .......... 20


6.2. - Progetto di massima ............... 20
6.3. - Relazione .................. _ 20
6.4. - Corografia .................. 21
6.5. - Planimetria .................. 21
6.6. - Planimetria di tracciamento ............ 22
6.7. - Profili longitudinali e trasversali .......... 22
6.8. - Schede monografiche dei punti a terra di riferimento delle
poligonali di base e dasse ............ 23
6.9. - Stralci della planimetria inerenti tratti soggetti a prowedi-
menti per assicurare la visibilith o per gli allargamenti in curva 24
6.10. - Sezioni tipo del corpo stradale e della sovrastruttura ... 24
6.11. - Sezioni trasversali ................ 24
6.12. - Profilo geognostico con indicazione dei saggi, sondaggi e
prelievi eseguiti ................ 24
6.13. - Calcoli geotecnici ................ 25
6.14. - Calcoli della sovrastruttura ............. 25
6.15. - Calcoli e disegni delle opere darte maggiori ...... 25
6.16. - Calcoli e disegni dei tipi di opere darte minori e delle opere
di protezione dc1 corpo stradale ........... 26
6.17. - Planimetrie, profili e sezioni degli svincoli e intersezioni
a raso per gli innesti con altre strade e delle aree di servi-
zio e parcheggio ................ 26
6.18. - Planimetrie, profili e sezioni delle interferenze (con servizi
pubblici e privati), accessi privati .......... 26
6.19. - Planimetrie, sezioni e disegni delle opere di sistemazione
dei depositi a rifiuto e delle cave di prestito ...... 27
6.20. - Segnaletica .................. 27
6.21. - Impianti accessori (illuminazione, ventilazione, soccorso); ar-
redo stradale ................. 27

G
C.N.R. - Boller~ino Ujjiciale (Norme /ecnichc) - A. XlV - i. 77

6.22. - Autorizzazioni degli Enti proprietari di strade, beni e servizi


interfulti; benestare delle Amministrazioni pubbliche . , . Pag. 27
6.23. - Planimetria mappale e piano parcellare di esproprio .... 2S
6.24. - Computo metrico ................ 28
6.24.1. - Movimenti delle terre ........... 28
6.24.2. - Opere darte .............. 29
6.2-1.3. - Sovrastrutture .............. Y 29
6.24.4. - Lavori complementari ........... n 29
6.24.5. - Lavori diversi .............. Y 29
624.6. - Occupazione dei terreni .......... 29
6.25. - Analisi dei prezzi ................ 30
6.26. - Elaborati per la determinazione dei parametri revisionali
dei prezzi ................... 30
6.27. - Stima particolareggiata dei lavori e delle espropriazioni ... 30
6.28. - Stima generale riassuntiva ............. 31
6.29. - Capitolato speciale per lappalto .......... 31
6.30. - Programma di manutenzione ............ 32

7. - Elaborazioni automatiche ................ 32

- Elenco delle norme elaborate dalla Commissione di studio per le norme


relative ai materiali stradali ed alla costruzione e manutenzione strade,
pubblicate sul Bollettino Ufficiale del CNR parte IV (Norme tecniche) 34
- Elenco dei componenti della Commissione di studio per le norme rela-
tive ai materiali stradali ed alla costruzione e manutenzione strade, che
ha elabornto In presente norma ............. 36

_..-_-.. - ..__-- .
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE -
ANNO XXVI - N. 150 15 DICEMBRE 1992

BOLLETTINO UFFICIALE
PARTE IV
NORME TECNICHE

C. N. FI. - PIAZZALE ALDO MORO, 7 - ROMA


q. +77
C.N.R. - Bollettino Ufficiale - (Norme tecniche) - Anno XXVI - N. 150

f SOMMARIO

Anno XXVI - N. 150 - 1992

NORME SULLARREDO FUNZIONALE DELLE STRADE URBANE

Pag.
1. Introduzione .................................. 9

2. Impianti semaforici .............................. 12


2.0. Premessa ................................. 12
2.1. Regolazione semaforica ........................ 14
2.1.1. Durata del ciclo semaforico .................. 14
2.1.1 .l. Perditempi ......................... 15
2.1.1.2. Indici di carico ...................... 19
2.1.2. Durata dei tempi di verde ................... 22
2.1.2.1. Fasi veicolari ....................... 22
2.1.2.2. Fasi pedonali ....................... 23
2.1.2.3. Scelta delle fasi ...................... 23
2.1.3. Regolazione attuata dal traffico ................ 24
2.1.4. Coordinazione delle intersezioni ............... 25
2.1.4.1. Definizioni ......................... 25
2.1.4.2. Necessit di coordinazione delle intersezioni .... 26
2.1.4.3. Principali elementi del progetto di coordinazione . 26
2.1.5. Sequenze dei colori ....................... 27
2.2. Tipo e collocazione degli apparati .................. 28
2.2.1. Dimensioni delle luci delle lanterne ............. 28
2.2.2. Collocazione delle lanterne .................. 29
2.2.3. Colorazione dei supporti .................... 30

Appendice - Esempio di studio della regolazione semaforica di una


intersezione .......................... 30

3. Segnaletica stradale per veicoli ....................... 40

3.0. Premessa ................................. 40


3.1. Criteri di impostazione di un progetto segnaletico ........ 41
3.2. Segnaletica verticale .......................... 42
3.2.1. Criteri generali .......................... 42

5
C.N.R. - Bollettino Ufficiale - (Norme tecniche) - Amo XXVI - N. 150

3.2.1.1. Scelta delle indicazioni ................. 42


3.2.1.2. Leggibilit ......................... 43
3.2.1.3. Forme ........................... 45
3.2.1.4. Sostegni .......................... 45
3.2.2. Posizionamento ......................... 46
3.2.2.1. Posizionamento longitudinale ............. 46
3.2.2.1.1. Tipologia dei segnali in funzione del
comportamento richiesto ......... 46
3.2.2.1.2. Elementi di base per la progettazione . . 47
3.2.2.1.3. Criteri specifici di progettazione ..... 52
3.2.2.2. Posizionamento trasversale ............... 58
3.2.2.3. Posizionamento in verticale ............... 60
3.3. Segnaletica orizzontale ......................... 60
3.3.1. Funzioni ed usi della segnaletica orizzontale ........ 60
3.3.2. Visibilit diurna e notturna .................. 61
3.3.3. Prestazioni e caratteristiche .................. 62
3.3.4. Materiali ............................. 62
3.35. Tracciamento ............ : .............. 63
4. Attraversamenti pedonali ........................... 67
4.0. Premessa ................................. 67
4.1. Definizione ................................ 67
4.2. Classificazione e criteri generali di progettazione ......... 67
4.2.1. Generalit ............................. 67
4.2.2. Scelta del tipo di attraversamento .............. 69
4.3. Elementi particolari di progettazione ................ 70
4.3.1. Attraversamenti pedonali sfalsati ............... 70
4.3.2. Attraversamenti pedonali a raso ............... 71
4.3.2.1. Generalit ......................... 71
4.3.2.2. Attraversamenti pedonali semaforizzati ....... 72
4.3.2.3. Attraversamenti pedonali zebrati ........... 72
4.4. Elementi complementari ........................ 75
5. Varchi degli spartitraffico .......................... 79
5.1. Spartitraffico laterali .......................... 79
5.1 .O. Premessa ............................. 79
51.1. Criteri di progettazione ..................... 80
5.1.1.1. Criteri generali ...................... 80
5.1.1.2. Criteri specifici ...................... 80
5.1.2. Regolamentazione delluso dei varchi ............ 83
5.2. Spartitraffico centrali ......................... 85

6. Passi carrabili .................................. 87


6.0. Premessa ................................. 87
6.1. Criteri di progettazione ........................ 87
6.1.1. Criteri generali .......................... 87
.6.1.2. Criteri specifici .......................... 87

6
C.N.R. - Bollettino Ufficiale - (Norme tecniche) - Artno XXVI - N. 150

7. Accessi per distributori di carburanti e stazioni di servizio . . . . . . 93


7.0. Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , . . . . . 93
7.1. Criteri di If ogettazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , 93

- Elenco dei componenti del Gruppo di Lavoro 0:Strade urbane n che ha


curato la stesura della presente norma . . . . . . . . . . . . . . . . . 104

- Elenco dei componenti della Commissione di studio per le norme rela-


tive ai materiali stradali e progettazione, costruzione e manutenzione
strade che ha riveduto e approvato la presente norma . . . . . . . . . 104

- Elenco delle Norme elaborate dalla Commissione di studio per le nor-


me relative ai materiali stradali e progettazione, costruzione e manu-
tenzione strade, pubblicate sul a Bollettino Ufficiale del C.N.R. ), parte
IV (Norme tecniche) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106

7
C.N.R. - Bollettino Ufficiale - (Norme tecniche) - Anno XXVI - N. 150

,: 8
7 s!

74
C.N.R. - Bollettino Ufficiale - (Norme tecniche) - Amo XXVI - N. 150

1
1
\

1
L
1E
\; ...

J
102
.
: *.: percorso.* :*. pedondle :e

Fig. 8 - Strade locali


27oooO2129 27WW2161
Strade
Caratteristiche tecniche e Apparecchi dappoggio in
requisiti delle calci aeree - gomma e PTFE nelle costru-
CNR 10034186. Norme sui zioni. Istruzioni per il calcolo
requisiti di accettazione e mo- e limpiego - CNR 10018/87. 27WOO4022
dplita di prova delle calci ae- 38p.. 9fig.. 6rab.. 1992. Peso specifico apparente di
ree vive per uso edilizio - una terra in sito (febbraio
CNR 10035/86. Norme sui NTc-161 L. 3o.Lxlo
1972). 17p.. 4fig.. 1972. Ri-
requisiti di accettazione e- mo- Sortituiscc la Norma Tecnica stampa dicembre 1992.
daiita di prova del le calci ae- n.il4del 1986(NTc-114)
i-a-s-22 L. 5.ciM
ree idratate per uso edilizio _
CNR lW36/86. 1988.
NTC-129 L. 5.ooo 27WW2162
27OOW4023
Costruzioni di acciaio ad ele- Analisi granulometrica di
vata resistenza. Istruzioni una terra mediante crivelli e
27OOW2156 per li calcoio, lesecuzione. il setacci (dicembre 1971). 8
Controllo non distruttivo di collaudo e la manutenzione - p., ljig.. 1 fab.. 1971. Ristam-
manufatti metallicI mediante CNR 10029/87. 106p.. fig.. pa dicembre 1992.
auscultazione dellemissione tab., 1992.
acustica. 34p.. IO&.. 1 tab.. NTs-23 L. 5.ocQ
NI-c-162 L. 75.ooo
1992.
I-R-c-156 L. 30.c430
27WOO4024
27WW2163 Norme per laccettazione dei
27WW2157 Anime irrigidite di travi a pa- bitumi per usi stradali (di-
Mensole tozze e selle Gerber - rete piena - CNR 10029/87. cembre 1971). 9p.. 2fg.. 2
CNR 1003X36. 24 p., 9fig.. 2 36p.. 1992. tab.. 1971. Ristampadicembre
tab.. 1992. 1992.
NTc-163 L. 3o.ooo
tac-157 L. 23.000 NTs-24 L. 5.000
Sortituisce la Norma Tecnica n. 46
del 30 novenlhrc 1974

27OWO2156 27OOW4025
Effetti della temperatura nei- Campionatura di terre e ter-
le strutture di calcestruzzo 27WW2164 reni (gennaio 1972). 21 p., 7
armato. Analisi strutturale - Costruzioni in acciaio. Istru- fig., 1972. Ristampa dicembre
c?iR DTrnl. 35p.. Qfig., zioni per il calcolo, lesecuzio- 1992.
tab.. 1992. ne, Il collaudo e In mnnutee- L. 5.ocQ
NTS-25
N-k-158 L. 3o.ooo zione - CNR 10011/86. IS1
p..fig.. tab.. 1992.
NTC-164 . L. 98.ooo
27WW4027
27OOCQ2159 Sostituisce la Norma Tearia Metodo di prova per la misu-
Effetti delle condizioni di sta- n.ll8del 1986 ra dellequivalente in sabbia
gionatura sulle proprieta dei (marzo 1972). 16p.. 3fig..
cnlcestruzzo - CNR DT5/81. 1972. Ristampa dicembre
lOSp.,fig.. mb.. 1992. 1992.
NI-c-159 L. 8O.ooo Estensimetri
NTs-27 L. 5.ooo

27WW2160 27WW3131 27ww4029


Analisi di strutture mediante
Estensimetri elettrici a resi- Norme sui misti cementati
elaboratore. impostazione e
redazione delle relazioni di stenza. Manuale per Iimpie- (novembre 1972). 16 p.. 2
calcolo. CNR 10024/86. 22 go e lanalisi dei risultati. fig.. 1972. Ristampadicembre
p., 1992. 1988. 1992.
NTc-160 L. 2o.ooo NI-e-131 L. 9.500 N-T-s-29 L. 5.ooo
2700004030 2700004040 2700004061
Determinazione della stabili- Determinazione del peso di Campionatura di conglome-
ta e dello scorrimento di mi- volume di miscele di aggrega- rati bituminosi. 1978
scele di bitume e inerti lapi- ti lapidei con bitume o catra- NTs-61 L 5Orn
dei a mezzo dellapparecchio me. 1973.
Marshall (marzo 1973). 19 MS-40 L. 5.OiM
p., 5fig.. 1973. Ristampa di- 2700004062
cembre 1992. Determinazione della massa
NTs-30 L. 5.Oa 2700004043 volumica apparente dei gra-
Norme per laccettaziondei nuli di un aggregato non ad-
bitumi per usi stradali. Meto- densati. 1978.
di di prova: Punto di rottura NI-s-62 L 5000
* 2700004031 (metodo Fraass). 1974.
Norme sulle caratteristiche NTs-43 L. 5.000
geometriche delle strade
27WOO4063
(marzo 1973). 75p.. 42jig..
Determinazione della massa
tab.. 1973. Riitampadicembre 27WW4044 volumica apparente dei gra-
1992. Norme per laccettazione dei nuli di un aggregato. 1978.
N-l-s-3 1 L. lO.ooo bitumi per usi stradali. Meto- NTs-63 L. 5.cal
di di prova: duttilita. 1974.
N-l-S-44 L. 5.Oco
2700004035 27OOW4064
Norme per laccettazione dei Determinazione della massa
27WW4048 volumica reale dei granuli di
bitumi per usi stradali. Meto-
Norme per Ilccettazione dei un aggregato. 1978.
di di prova: punto di rammol-
bitumi per usi stradali. Meto-
limento (metodo palla e anel- N-TS-64 L. 5.Oa
di di prova: solubilita in sol-
lo) (novembre 1973). Id p.,
venti organici. 1975.
3&., I tab.. 1973. Ristampa
dicembre 1992. NTs-48 L. 5.OCo
2700004065
N-l-s-35 L. 5.cal Determinazione della porosi-
ta del granuli aggregati. per.
27WOO406O centuale dei vuoti di aggrega-
Norme per laccettazione dei
ti, indice dei vuoti di aggrega-
2700004036 bitumi per usi stradali. Meto-
ti. 1978.
Stabilizzazione delle terre di di prova: perdita per ri-
N-TS-65 L. 5 Ca
con calce (febbraio 1973). scaldamento (volatilita).
13 p,, 1973. Ristampa dicem- 1976.
bre 1992. N-I-s-50 L. 5.Oa
27WW4066
NI-s-36 L. 5.ca Norme per laccettazione dei
bitumi per usi stradali. Meto-
27WW4054
do di prova: contenuto di pa-
Normi per la caratterizzazio-
27OOW4038 raffina. 1978.
ne del bitumi per usi stradali.
NTS-66 L. 5 Oa
Determinazionedel contenu- Metodi di prova: perdita per
to di legante di miscele di bi- riscaldamento (volatllita) in
tume ed aggregati lapidei. strato sottile. 1977.
1973. N-l-s-54 L. 5.003 27WW4067
Norme per laccettazione dei
N-l-s-38 L. 5.Oal
bitumi per usi stradali. Meto-
di di prova: densita a
. 27WW4060
2Sl25C. 1918.
Norme sulle caratteristiche
2700004039 geometriche e di traffico del- N-l-s-67 L.5000
Determinazione della porosi- le strade urbane (aprile
ta* o percentuale dei vuoti di 1978). 69p.. 39jig. ptcg.. 4
miscele di aggrcgatt lapidei tab.. 1978. Ristampadicembre 27WW4068
con bitume o catrame. 1973. 1992. ~ormc per laccettazione dei
NTs-3) L. 5.ooo N-rs-60 L. 20 Oal bitumi per usi stradali. CP-

29
rntteristiche per Iacccttario- dei per sovrastrutture strada- 27ww4097
ne. 1978. li. 1980. Prove distruttive sul calce-
N-l-s-68 L. 5.0@3 N-l-s-80 L. 5.Occ struzzo. Prova dl resistenza a
trazione indiretta (Prova bra-
siliana). 1984.
27coW4069 27WW4081 NTs-97 L. 5.000
Norme sui materiali stradali. Norme per laccettazione dei
Prova di costipamento di una bitumi per usi stradali. Cam-
terra. 1978. pionatura dei bitumi. 1980.
27WOO4098
YTs-69 L. mal NTs-8 1 L. s.Occ
Norme per laccettazione del-
le emulsioni bituminose per
usi stradali. Campionatura
27WOO4072 . 27ww4090 delle emulsioni bituminose.
Norme per la carntterizuzio- Norme sulle caratteristiche 1984.
ne del bitumi per usi stradali. geometriche e di traffico del-
hl-s-98 L. 5.000
Metodi di prova. Determinn- le intersezioni stradali urba-
zlone del punto di intiamma- ne. 1983.
bilitn (Metodo Cleveland NI-s-90 L. lO.Ocn
vaso aperto). 1979. 27ww4099
MS-72 L.. 5.ooo Norme per laccettazione del-
27COW4091 le emulsioni bituminose per
Istruzioni per la determina- usi stradali. Metodi di prova.
rione della redditivita degli Determinazione della polari-
27WiXXO75
investimenti stradali. 1983. ta delle particelle di bitume.
Determinazione del quantita-
N-TS-9 1 L. 5.000 1984.
Uvo di materiale fino di un
aggregato passante al sctac- NTS-99 L. 5.oca
cio da 0,075 mm. 1980.
N-rs-75 L. 5.m 27WW4092
Determinazione del modulo
27000041W
di reazione k dei sottofon-
di e delle fondazioni in misto Norme per laccettazione del-
2700004076 le emulsioni bituminose per
granulare. 1983.
Dctermlnazione della massa usi stradali. Metodi di prova.
NI-s-92 L. 5.OcQ
volumicn di aggregati assesta- Determinazione del contenu-
ti con tavola P scosse. 1980. to dl legante mediante distll-
NTs-76 L. mal lazlone. 1984.
27oOW4093
Campionatura di aggregati. NTS-100 L. 5.00
1983.
. 27WW4077 L. 5.Om
MS-93
Istruzioni per In redazione
27WW4101
del progetti di strade. 1980.
Norme per laccettazione del-
NI-s-77 L moo
27oow4094 le emulsioni bituminose per
Norme per la misura delle ca- usi stradali. Metodi di prova.
ratteristiche supe~tlcinIl delle Determinazione del contenu-
* 27WW4078 pavimentazioni. Metodo di to di acqua. 1984.
Norme sulle caratteristiche prova per la misura della ma-
N-I-S-IOI L. 5.ooo
geometriche delle strade ex- ero-rugosita superficiale con
traurbane (luglio 1980). 62 il sistema della altezza dl sab-
p., fig., tab., 1980. Ristampa bia. 1983.
1992. NTS-94 L. 5 Oc0 27WW4102
N-l-s-78 L. 1o.Om Norme per laccettazione del-
le emulsioni bituminose per
usi stradali. Metodi di prova.
2700004095
27oooO4080 Forma di aggregati lapidei Determinazione della viscomi-
Determinazione della scnsibi- ta Engler a 20C. 1984
1984
lita al gelo di aggregati Irpi- NI-\-Y! L 5cm NT\- Ill? L 5000

30
2700004103 27WOO4113 stenza P compressione e delle
Norme per laccettazione del- Norme sugli aggregati. Deter- suscettibiiita allacqua di ml-
le emulsioni bituminose. Me- minazione del coefficiente di stele di aggregati lapidei ed
todi di prova. Determinazia- afflusso della frazione emulsioni bituminose. 1989.
ne del trattenuto ai Setaccio 0,075/4 mm. 1986. NTr- 130 L 5.ooo
da 0,85 mm. 1984. NTS-Il3 L. 5.OOc
NTS- IO3 L. 5.Oal
2700004133
2700004121 Norme sulle miscele di aggre-
27woo4104 Norme sui conglomeratibitu- gati e leganti idrocarburici.
Identificazione delle rocce minosi. Valutazione delleffet- Recupero del bitume da una
piu comuni impiegate come to di immersione in acqua soluzione con il metodo Ab-
aggreganti stadzdi. 1984. sulla Stabilita Marshail di SO. 1991.
NTs- IO4 L. 7.ooo una miscela. 1987 NTS- 133 L. 6.ooO
NTS-121 L. 5.000
Sorrituta dalla Norma Tecnica n.
149 del 1992 (Nk-149)
2700004105 2700004134
Norme per la misura delle ca- Norme sulle miscele dl aggre-
ratteristiche superticiali delle gati e leganti idrocnrburici.
27WW4122
pavimentazioni. Metodo di Determinazione della resi.
Norme sugli aggregati. Deter-
prova per la misura della re- stenza indiretta e della defor-
minazione deliinfiuenza di
sistenza di attrito radente mazione P rottura di miscele
un filier sul punto di rammol-
con lapparecchio portatile a di aggregati lapidei e bitume.
limento palla-anello di un le-
pendolo. 1985. 1991.
game idrwarburico. 1988.
NT-105 L. 5.ocQ N-r*- I3J L. 6.ooO
NTS- 122 L. 5.ooo

2700004106 2700004136
27OOW4123
Determinazione della defor- Norme sulle miscele di nggrc-
Norme sugli aggregati. Deter-
mabilita a carico costante di gati e leganti idrocarburici.
minazione della percenhtaie
miscele bituminose e calcoio Determinazione della defor-
dei vuoti dei Riier secco costi-
del modulo complesso. 1985. mazione (impronta) di misce-
pato secondo Ridgen
NTs-106 L. 5.ooo le di aggregati lapidei e bitu-
1988.
me sotto carico statico. 1991.
NTs-123 L. 5.000
NTs-136 L. 6.ooO
27WW4109
Norme sugli aggregati. Dtter- 27WW4124
minazione del coefficiente di Norme per iacccttszione del- 27WW4137
usura Micro-Deval. 1985. ie emulsioni bituminose per Norme sugli aggregati. Deter-
NTS-109 L. 5.oal usi stradali. Metodi di prova. minazione del coefficiente di
Determinazione della sedi- imbibizione. 12 p., 1992.
mentazione P 5 giorni. 1988. NTS-137 L. 3.ooo
27WW4110 MS-124 L. 5.ooo
Norme sui geotessiii. Deter-
minazione della massa per 27WW4136
unita di superficie di un geo- 2700004125 Norme sugli aggregati. Prova
tessile. 1985. Istruzioni sulla pianifkazio- di spogliamento di una miste-
XTS-I IO L. 5.00 ne della manutenzione stra- la di legante idrocarburico
dale. 1988. ed aggregati lapidei In pre-
NTs- 125 L. 9.00 senza di acqua. 13 p., 1992.
27OOW4 1, ! NTs-I3R L. 3.ooo
Norme sui geotessili. Deter-
minazione dello spersore del 27ww4130
geotessile sotto carichi prefis- Norme sulle miscele di aggre- 27WW4139
sati. 1985. gati eleganti idrocarburici. Norme sugli aggregali. Crite-
KT\- l I I L s.003 Determinazione della resi- ri e requisiti di accettazione

31
degli aggregati impiegati nel- massimo del materiale pas- Personale addetto ai
le sovrastrutture stradali. 27 sante. 2Op.. 3fig.. 1992.
p., rob., 1992. NTS- 145 L., 5.oLM controlli
N-l-s- 139 L. 8.G00

2700005132
27WW4146 Personale addetto ai controlli
27WW4140 Determinazione dei moduli non distruttivi. Qualiticazio-
Norme sugli aggregati. Misu- di deformazione Md e Md ne e relativa certificazione.
ra del coefficiente di levigabi- mediante prova di carico a 1990.
Iita accelerata (CLA) delle doppio ciclo con piastra cir- NTp-132 L. 8.ooO
graniglie. 27p.. dfig.. tab.. colare. 24 p., 6 fig.. 1992.
1992. L. 25.000
NTs-146
ms- 140 L. 8.ooO
Sostituisce la Norma Tecnica n. 9 Illuminazione
dellIl dicembre 1967

2700004141
2700006135
Determinazione della defles- 2700004147
Illuminazione dei campi da
sione di una sovrastruttura Norme per la misura delle ca- tennis. 1990.
flessibile o di un sottofondo ratteristiche superficiali delle Mi-135 L. 5.oal
stradale mediante il defletto- pavimentazioni. Metodo di
metro Benkelmann. 19p.. 4 prova per la misura del coef-
fig.. 1992. ticiente di aderenza con Iap-
2700006151
N-t-s-141 L. 5.om parecchio S.C.R.I.M. 31 p., 6
Illuminanti CIE per la colori-
fig,, 4 rob.. 1992.
metria. 2Op.. 1 tab.. 1992.
MS-147 L. 3o.ooo Nl--151 L. 2o.ocKl
2700004 142
Norme sui geotessili. Prova
di trazione sui geotessili non- 2700004146 2700006152
tessuti. 14 p,. 1992. Norme sulle miscele di aggre- Osservatori CIE per la colori-
NT-142 L. 4.000 gati e leganti idrocarburici. metria. 44p.. 2 rnb.. 1992.
Istruzioni con conglomerati a NT-152 L. 37.000
freddo ottenuti con emulsioni
bituminose. 27p.. 2fig.. 4
27WOO4143
tab.. 1992. 2700006153
Norme sui geotessili. Deter-
NTs- 148 L. 26.ooO Illuminazione per gli sport
minazione della resistenza
sul ghiaccio. 17p.. 7fig., 2
alla lacerazione. I5p.. 2fig..
tab.. 1992.
1992.
N-r-153 L. 17.om
NTS-143 L. 4.cal 27WW4149
Norme sulle miscele di qgre-
gati e leganti idrocarburici.
27WW6154
2700004144 Valutazione delleffetto di im-
Illuminazione degli impianti
Norme sui geotessili. Deter- mersione in acqua sulle pro- sportivi coperti. 12 p., 1 tab..
minazione della permittivita prietn di una miscela. 15 p., 1992.
idraulica e del corrisponden- 1992. m-154 L. 12.ooo
le coefficiente di permcabili- N-l-s-149 L. 16.ooO
Ln trasversale nominali. 15 Sostituisce la Norma Tecnica n.
p., 1 fig.. 1992. 121 del 24 agcsro 1987 (Nt-c 121)
N-I-S-144 L. 4.000

. 27WW4150
27OOW4145 Norme sullarredo funzionn-
Norme sui geotessili. Prova le delle strade urbane. 112
di filtrazione sui gcotcssili: p..fig.. tab.. 1992.
determinazione del diametro N-rs- 150 L. 6o.ocxl

-47

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