Lettera Raffaello
Lettera Raffaello
Lettera Raffaello
Sono molti, padre santissimo, i quali misurando col loro piccolo giudizio
le cose grandissime che delli romani circa larme, e della citt di Roma
circa al mirabile artificio, ai ricchi ornamenti e alla grandezza degli
edifici si scrivono, quelle pi presto stimano favolose che vere. Ma
altrimenti a me suole avvenire; perch considerando dalle ruine, che
ancor si veggono di Roma, la divinit di quegli animi antichi, non istimo
fuor di ragione il credere che molte cose a noi paiono impossibili, che
ad essi erano facilissime. Per essendo io stato assai studioso di queste
antichit, e avendo posto non piccola cura in cercarle minutamente,
e [p. 16 modifica]misurarle con diligenza: e leggendo i buoni autori,
confrontare lopere con le scritture; penso daver conseguito qualche
notizia dellarchitettura antica (1). Il che in un punto mi d grandissimo
piacere, per la cognizione di cosa tanto eccellente: e grandissimo
dolore, vedendo quasi il cadavero di quella nobil patria, ch stata
regina del mondo, cos miseramente lacerato. Onde se ad ognuno
debito la piet verso i parenti e la patria, tengomi obbligato di esporre
tutte le piccole forze mie, acciocch pi che si pu resti viva un poco
dellimmagine, e quasi lombra di questa, che in vero patria
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a quella torre che chiamano della milizia(13). E cos per buono spazio
seguirono con quella ignoranza, che in tutte le cose di quei tempi si
vede. E parve che non solamente in Italia venisse questa atroce e
crudele procella di guerra e distruzione, ma si
distendesse [p. 24 modifica]ancora nella Grecia, dove gi furono
glinventori e perfetti maestri di tutte larti: onde di l ancor nacque
una maniera di pittura, scultura, e architettura pessima e di nessun
valore. Parve dappoi, che i tedeschi cominciassero a risvegliare un
poco questarte: ma negli ornamenti furono goffi, e lontanissimi dalla
bella maniera de romani, li quali, oltre la macchina di tutto ledifizio,
aveano bellissime cornici, belli fregi, architravi, colonne ornatissime di
capitelli e basi, e misurate con la proporzione delluomo e della donna:
e li tedeschi (la maniera de quali in molti luoghi ancor dura) per
ornamento spesso ponevano solamente un qualche figurino,
rannicchiato e malfatto, per mensola a sostenere un trave: e animali
strani, e figure, e fogliami goffi e fuori di ogni ragione naturale. Pure
ebbe la loro architettura questa origine, che nacque dagli alberi non
ancor tagliati, li quali piegati li rami e rilegati insieme, fanno li loro terzi
acuti. E bench questa origine non sia in tutto da sprezzare, pure
debole; perch molto pi reggerebbon le capanne fatte di travi
incatenate e poste a uso di colonne, [p. 25 modifica]con li culmini e
coprimenti, come descrive Vitruvio dellorigine dellopera dorica, che
gli terzi acuti li quali hanno due centri. E per molto pi ancor sostiene,
secondo la ragione matematica, un mezzo tondo, il quale ogni sua
linea tira ad un centro solo: perch, oltre la debolezza, un terzo acuto
non ha quella grazia allocchio nostro, al quale piace la perfezione del
circolo: onde vedesi che la natura non cerca quasi altra forma. Ma non
necessario parlare dellarchitettura romana, per farne paragone colla
barbara; perch la differenza notissima: n ancor per descrivere
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