Alpino

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 12

Cross storico

ALPINO 175 CROSS


Nata come moto stradale, la prima quattro tempi
della Casa di Stradella viene trasformata in motocross, come in uso all'epoca, dal concessionario
torinese Gogliardo Moretti, per il figlio Antonio
testi di Gian Pio Ottone. Foto di Massimo Pandullo

Oltrepo' pavese, quella vasta zona collinosa che si


estende dalla riva destra del
fiume Po fino ai confini dell'Emilia Romagna da sempre famosa
per i suoi vini pregiati, bianchi e neri
oltre che per i prelibati salumi prodotti a Varzi.
Ma nell'immediato dopoguerra la ridente cittadina di Stradella, posiziona al centro delle colline dell'Oltrep
venne alla ribalta oltre che per i suoi
vini D.O.C., anche per la produzione
di fisarmoniche (circa una trentina di
aziende tra grandi e piccole, che
cessarono la loro produzione negli

anni Sessanta) e di micromotori e


motori ausiliari da montare sulle biciclette.
Ci per merito della
Motobici
che dal 1945 al 1962 per circa 17 anni produsse e commercializz in Italia
e all'estero micromotori, ciclomotori
motocarri e motoleggere prodotti industrialmente nei suoi stabilimenti,
con il marchio Alpino, partecipando
ufficialmente o per mezzo di corridori
privati a partire dal 1946 fino al 1957 a
circuiti cittadini, gare in salita e regolarit ottenendo sempre brillanti affermazioni e conquistando inoltre negli
anni '52/'54/'55 records mondiali in

Italia e in Argentina. Ma a questo


punto vale la pena di tracciare a
grandi linee la storia della Motobici e
di nominare i vari modelli prodotti con
il nome Alpino dalle origini alla cessazione dell'attivit.
La Motobici S.r.l. nasce ufficialmente
a Stradella (provincia di Pavia) il 24
Febbraio 1945 prima ancora della fine della Seconda guerra Mondiale. Il
capitale sociale era di 60.000 lire e la
sede sociale in via Nazionale 2.
L'amministratore unico era Santo Vercesi di Stradella ed il procuratore generale era Ferruccio Riccardi, nato a
Mont Beccaria (Pv). L'oggetto socia-

Sopra, la Alpino da cross


tradisce le sue origini di
motocicletta artigianale.
Approntata da Gogliardo
Moretti, era infatti basata
su un modello stradale trasformato nella ciclistica e
con un motore potenziato.
A lato, il telaio della Alpino un monotrave con il
motore che funge da elemento portante, che fu ir robustito da Moretti nei
punti critici.

le prevedeva la "Costruzione di motori a scoppio per l'applicazione a biciclette comuni, nonch motori a scoppio in genere e pompe per travasi vini"; da ci appare chiaramente la
passione per i motori senza trascurare
i prodotti tipici della zona e cio il vino. Ma la Motobici diventa operativa
solo dal dicembre del 1945 quando le
cariche sociali passano nelle mani del
cav. Franco Rossi (amministratore unico) e dell'ing. Riccardo Codec (procuratore generale) entrambi stradelli-

ni purosangue. Rossi apporta i capitali necessari per iniziare l'attivit e sar


sempre lui l'azionista di maggioranza
e la mente finanziaria della ditta.
L'ing. Codec assume la responsabilit della gestione e della produzione.
Viene assunto in qualit di tecnico e
progettista Pietro Trespidi, nato anche
lui a Stradella nel 1897.
Trespidi non era digiuno da esperienze in campo motociclistico avendo
progettato e prodotto in piccola serie
nel 1925 una brillante motocicletta di

250 cc. a due tempi che conquist il


campionato italiano Gentlemen con
il pilota Ignazio Peretta. Alla 250 venduta in versione turismo e sport segu
una 175 anch'essa veloce e briosa.
Ma l'officina Trespidi chiuse i battenti
nel 1930, travolta dalla crisi economica e finanziaria del 1929.
Durante il periodo pi cruento della
guerra, nel 1944, in un magazzino di
Stradella nel quale una ditta di Milano
aveva trasferito alcune macchine
utensili salvate dalla distruzione del
proprio stabilimento, Piero Trespidi costruisce praticamente a mano il prototipo di un motore ausiliario da applicare alla bicicletta. Si trattava di un
monocilindrico a due tempi con la-

Sopra, il motore dellAlpino 175, datato 1955, aveva dimensioni di alesaggio e corsa di 64 x 54 mm
per una cilindrata di 173,7
cm3 con distribuzione ad
aste e bilancieri. Il rapporto di compressione originale (di 6,5:1) fu incrementato a 8,5:1.
A lato, il carburatore un
DellOrto del diametro di 25
mm che ha preso il posto
delloriginale da 20 mm.
vaggio a corrente trasversale e pistone con deflettore, volano esterno in
acciaio, accensione a magnete,
cambio a due marce senza frizione,
trasmissione finale a catena dotata di
un robusto e originale parastrappi.
L'applicazione era sul lato destro della
ruota posteriore della bicicletta, mentre su quello sinistro era montato il serbatoio della miscela.
All'inizio questo propulsore, nato di nascosto, non aveva n un nome n un
numero di progetto.

Ma dopo i primi collaudi venne battezzato Alpino per le sue formidabili


doti di arrampicatore.
Trespidi approd alla Motobici con il
suo prototipo Alpino, che entr immediatamente in produzione e fu il
primo motore ausiliario ad essere
commercializzato sul mercato italia-

no del dopoguerra. Il successo commerciale fu immediato ed in breve


tempo il micromotore Alpino si era diffuso su tutto il territorio nazionale. Per
soddisfare le richieste crescenti, nell'autunno del 1947 venne inaugurato
un nuovo e pi grande stabilimento,
sempre a Stradella.

In alto, la forcella una


Marzocchi teleidraulica.
Nelle immagini risaltano
chiaramente
lestesa
alettatura del gruppo termico e la capienza della
coppa dellolio.
A lato, il mitico marchio
della Casa di Stradella, il
cui nome nacque per enfatizzare le doti di arrampicatore del primo motore
ausiliario da applicare alle
biciclette costruito dal progettista Piero Trespidi.

Intanto il modello iniziale dell'Alpino


era stato modificato: eliminato il magnete, l'accensione era diventata a
volano magnetico e il modello cosiddetto laterale veniva prodotto nelle
versioni a 2 o a 3 marce, sempre senza funzione, oppure a presa diretta.
Era stata messa in commercio anche
una ultraleggera di 55 cc. a tre velocit (questa volta con frizione) denominata Piuma con il propulsore montato in posizione al centro del telaio.
L'Alpino fin dal suo apparire aveva
messo in luce doti di competitivit ed
affidabilit, e a partire dal 1946 non
v' circuito cittadino che non lo veda

trionfare tra i ciclomotori fino a 50 cc


o tra le motoleggere fino a 75 cc.
Hanno gareggiato (... e vinto!) in sella
agli Alpino piloti del calibro di Cavaciuti, Perotti, Albertazzi, Mangiarotti,
Attolini e Comollo. Ma il pilota che ha
portato l'Alpino al maggior numero di
vittorie stato senza dubbio Paolo
Perotti, sia con il modello Laterale
(dotato di due carburatori) che con il
modello Piuma con cilindrata inizialmente di 55 cc maggiorata in seguito
fino a 63 cc.
Nuove e differenti versioni di micromotore affiancano il primo modello
cosiddetto laterale, e sono per lo pi

dei 48 cc posizionati al centro del telaio, a catena o a rullo, con cambio a


tre velocit o in presa diretta.
Al Salone di Milano del 1948 la Motobici presenta una inedita motoleggera di 98 cc monocilindrica a due tempi con distribuzione tradizionale, e pistone con deflettore, cambio in blocco a tre rapporti e frizione.
Il telaio elastico con forcella anteriore a parallelogramma in tubi e molleggio posteriore a ruota guidata.
Viene prodotta anche una versione
da 125 cc e vengono messi in commercio i propulsori sciolti.
Il 98 cc viene adottato dalla Casa mi-

In alto, il freno posteriore,


come lanteriore ha diametro di 140 mm. Gli ammortizzatori sono Ceriani.
Al centro, il curioso e lunghissimo trombone di scarico rialzato ricorda quello
delle Parilla da cross.
Sotto, decisamente rustici
i comandi a pedale, tipici
di questepoca pionieristica del motocross italiano.
Si notino gli attacchi del
cavalletto centrale ereditati dal modello stradale.

SCHEDA TECNICA

ALPINO 175
CROSS
MOTORE: monocilindrico a 4 tempi
DISTRIBUZIONE: due valvole in testa
comandate da aste e bilancieri
CILINDRO: in ghisa e testa in lega leggera
ALESAGGIO E CORSA: 64 x 54 mm
CILINDRATA: 173,7 cc
RAPPORTO DI COMPRESSIONE: 8,5 : 1
POTENZA: non dichiarata
LUBRIFICAZIONE : a carter umido con
pompa ad ingranaggi
ACCENSIONE: a spinterogeno
CARBURATORE: Dell'Orto con diametro
diffusore di 25 mm
TRASMISSIONE PRIMARIA: a ingranaggi
elicoidali
FRIZIONE: a dischi multipli in bagno
d'olio
CAMBIO: in blocco a 4 rapporti
TELAIO: monoculla in tubi d'acciaio
SOSPENSIONI: anteriore forcella teleidraulica Marzocchi; posteriore forcellone oscillante con ammortizzatori idraulici
RUOTE: a raggi con cerchi d'acciaio
rinforzati
PNEUMATICI: ant. 3.00x19 posteriore
3,50 x 19
FRENI: a tamburo, cilindrici diametro
140 mm in lega leggera
PARAFANGHI: in lamiera d'acciaio

lanese Amisa per una motoleggera


ed un motofurgoncino, il 125 viene
montato da Muller ed il 48 Centrale
dalla Pirotta per il suo bicimotore
Rondinella.
A fine 1950 in Motobici lavorano ben
130 dipendenti ed il fatturato supera
ampiamente i 3 miliardi di lire.
Purtroppo, sempre nel 1950, per divergenze con il cav. Rossi, Pietro Trespidi lascia la Motobici e fonda la Simes, con sede e stabilimento a Stradella in via Fossa 15 per produrre motori sciolti da 49 e 75 cc, un ciclomotore a due marce e tre motoleggere
da 75, 100 e 125 cc tutte con motore
a due tempi ed in seguito anche uno

scooterino di 49 cc e una bella 175 a


quattro tempi. Ardito era il marchio di
tutta la produzione della Simes che
purtroppo non ebbe vita facile, nonostante la buona qualit dei suoi prodotti, e dopo cinque anni di attivit
chiuse i battenti il 4 giugno 1954 con
una sentenza di fallimento.
Il periodo post Trespidi segna una svolta decisiva in Casa Motobici. I tecnici
si buttano a capofitto nella realizzazione di nuovi modelli in grado di
competere con la pi agguerrita
concorrenza.
I propulsori restano a due tempi ma
viene abbandonato l'obsoleto sistema di lavaggio a corrente trasversale

In alto a sinistra, la sella ricoperta di pelle scamosciata. Si notino i rinforzi


dellattacco
superiore
dellammortizzatore.
In alto a destra, sul manubrio c il manettino che
aziona lo starter.
A sinistra, la ruota posteriore ha il cerchio in acciaio di diametro 19.
A destra, la ruota anteriore, anchessa di 19.

In alto, Emilio Ostor ero


porta in gara l'Alpino 160
a due tempi, con doppio
tubo di scarico, in occasione della prima prova
del Trofeo Pastore sul
campo di cross di Torino/Sangone il 29 settembre 1955.
Al centro, i due grandi
protagonisti ed avversari
del 1955. Enzo Soletti (Gilera 150) vincitore del Trofeo Pastore (5 prove) e
Emilio Ostorero (Alpino
160) secondo classificato.
Si intravedono Moretti (Alpino) e Bricarelli (Motobi).
In basso, Gogliardo Moretti tra i suoi piloti dell'Alpino Emilio Ostorero e Antonio Moretti (con il casco) dopo l'arrivo della
prima prova del Trofeo
Pastore.

(e pistoni con deflettore) sostituito con


il pi moderno e redditizio sistema con
lavaggio a correnti tangenziali e pistone a testa piatta (sistema Schnurle). Al Salone di Milano nel novembre
del 1950 viene presentato il ciclomotore F 48 con telaio tubolare elastico e
forcella telescopica e con avviamento da fermo a pedali come sulla concorrente Motom.
Nella stessa occasione viene presentata una motoleggera con motore a
due tempi di 75 cc (45 x 46 mm) e potenza di 4,5 CV a 5400 giri al minuto.
proprio con questa motoleggera la
Motobici partecipa alla ISDT (Sei Giorni Internazionale di Regolarit) che
nel 1951 si corse in Italia, nella provincia di Varese.
Le tre Alpino 75 pilotate da Luigi Albertazzi, Guido Borri e Sante Camporese terminano la gara trionfando nella classe 75. E anche l'anno seguente
nella ISDT del 1952 disputata in Austria
e considerata la pi dura del dopoguerra, ancora tre Alpino 75 con gli
stessi tre piloti risultano vittoriose nella
loro categoria su un percorso reso difficoltoso da neve, pioggia e fango.
Entusiasmata da questi successi, la
Motobici continua a battere la strada
delle motoleggere.
Entra in produzione una nuova 125 cc
(53 x 55,5 mm) praticamente una 75

In alto, Antonio Moretti su


Alpino 160 Bitubo in un
gran salto sul campo di
Torino/Sangone.
Al centro, Antonio Moretti
(29) sulla linea di partenza
in sella all'Alpino 160. Notare le bandiere con i nomi delle Case (o meglio
dei concessionari) partecipanti.
In basso, Cesare Bricarelli
(Alpino 160) pilota della
scuderia Moretti nel 1956
precede Giovanni Gay
(Beta 175). Come si pu
vedere Gay indossa la
casacca a quadri di capoclassifica del Trofeo Primavera.

maggiorata, con forcella anteriore in


lamiera stampata.
La versione Sport di Questa 125 (con
testa fissata a mezzo di sei prigionieri
invece dei quattro della turismo) viene impiegata nei circuiti cittadini e
nelle gare di gran fondo quali la mitica Milano/Taranto e dimostra di reggere bene il confronto con avversarie
ben pi titolate, quali MV Agusta, Rumi e Benelli, considerate imbattibili
due tempi.
Nel 1951 vede la luce in Casa Motobici anche uno scooter motorizzato
con i soliti propulsori di 75 e 125 cc
con cambio a tre velocit e poco dopo viene messa in produzione una
nuova motoleggera, la 125/14 dotata
di una ciclistica completamente rinnovata e di un nuovo propulsore a
due tempi con cambio a quattro rapporti. Seguir il modello 125/19 con
sospensioni idrauliche e numer ose
modifiche nella ciclistica e nel propulsore.
Di questa serie la 125 Sport, prodotta
dal 1955 considerata la pi bella
sportiva uscita dagli stabilimenti di via
Nazionale.
Il telaio stato completamente ridisegnato, le sospensioni sono teleidrauliche, i freni hanno tamburi di diametro
maggiorato e l'assetto di guida corsaiolo. Il propulsore dotato di doppio
scarico e di carburatore Dell'Orto
montato orizzontalmente dispone di
7,5 CV a 6000 giri con un rapporto di
compressione di 8 : 1 e velocit di oltre 110 km/h. Inutile dire che questa

Sopra a sinistra, Gogliardo Moretti abbraccia i


suoi due figli Antonio (con
il casco) e Giuseppe (anche lui pilota crossista degli anni Sessanta in sella
alla Guzzi Lodola) nei box
di Torino/Sangone il 13
maggio 1956.
Sopra a destra, Antonio
Moretti (prematuramente
scomparso nel 1998); dopo larrivo riceve i complimenti e un mazzo di fiori
da Sergio Gaido (ceccato 175).
A lato, Antonio Moretti
porta in gara la nuova Alpino 175 quattro tempi sul
difficile terreno del campo Biagio Nazari.

motoleggera con un motore cos


performante, debitamente preparata, parteciper con successo alle gare di gran fondo e ai circuiti cittadini
riportando numerosi successi.
Il propulsore cos robusto che si pr esta ad un incremento di cilindrata fino a 160 cc circa con notevole aumento di potenza.
E alcune motoleggere motorizzate
con questi propulsori maggiorati partecipano con successo a competizioni per moto fino a 175 cc. A questo
punto va evidenziato che la Motobici, fatta eccezione per la partecipazione alla Sei Giorni del 1951 e 1952,
non si mai interessata di fuoristrada,
dedicando invece interamente i suoi

sforzi alla velocit su strada (sia circuito che fondo) e ai records di velocit.
E tanto meno si era cimentata nel
motocross.
Fortunatamente ci ha pensato il torinese Gogliardo Moretti concessionario per il Piemonte della Casa di Stradella fin dal 1946.
Siamo nel 1955. Il motocross agonistico in Italia ancora a livello pionieristico. Dal 1950 si disputa il campionato italiano ma solo per la classe 500.
Si iniziato a correre con motociclette stradali, residuati bellici di provenienza britannica o nazionale, rabberciate alla meno peggio, rigide posteriormente, pesantissime, poco maneggevoli e dotate di potenza molto
limitata. Poi nel '51 erano apparse la
prima Matchless G80 di Milani, la BSA

Gold Star 2B di Galbiati e, a partire


dal 1953, le Gilera Saturno, le uniche
moto nazionali preparate per il cross.
Ma non esistevano moto fino a 250 e
nemmeno giovani piloti.
Cos per merito di alcuni appassionati
di fuoristrada quali Ernesto Merlo, Carosi, Tebaldini, Di Sambuy e dei pi importanti concessionari piemontesi di
Case motociclistiche, nacque l'idea
di costruire a Torino sulla sponda del
fiume Sangone un campo di motocross sperimentale, sul quale disputare gare regionali o nazionali riservate
a giovani piloti in sella a motocicli da
125 fino a 250 cc.
Il campo di cross del Sangone, dedicato a Biagio Nazaro, fu pronto nell'autunno del 1955 e vi furono organizzate cinque gare nazionali valide per

La smorfia di fatica evidenzia la durezza del percorso. Moretti tiene le dita


sulla leva della frizione per
aumentare la ripresa.

la disputa del trofeo Mario Pastore e


riservate a moto fino a 250 cc.
Ovviamente i concessionari torinesi e
della provincia accettarono con entusiasmo questa sfida e si misero a
trasformare e preparare moto stradali, rinforzando telai e sospensioni,
montando pneumatici artigliati, potenziando motori ed escogitando tutte le modifiche per essere competitivi. Cos in men che non si dica furono
approntate le Gilera 150, le MV Agusta 175, le Beta 160, le Mival, le Guazzoni, le Fuchs e tutto quanto era disponibile sul mercato, comprese le
Alpino 125 due tempi con doppio
scarico.
Il nostro Gogliardo Moretti prepar
due esemplari, trasformando la ciclistica all'uopo e potenziando il motore
maggiorandolo fino a circa 160 cc.
Una Alpino 160 fu affidata al grande
Emilio Ostorero, che cominci a correre proprio con la Alpino/Moretti e la
seconda fu portata in gara dal primo
dei figli di Gogliardo, Antonio Moretti.
Le due Alpino si comportarono bene
nell'arco delle cinque gare valide per
la disputa da trofeo Mario Pastore.
Ostorero vinse la seconda prova (9
ottobre '55) e la quarta (4/11) e si
classific quarto nell'ultima prova

(18/12) e ottavo nella prima (25/09).


Moretti fu quarto nella terza prova
(23/10) e sesto nella quarta (4/11).
Nella classifica finale del Trofeo Pastore, vinto da Soletti su Gilera 150 Ostorero secondo e Moretti quarto. La
squadra Alpino/Moretti occupa il secondo posto dietro alla squadra Gilera/Tebaldini (composta da Soletti e
Proglio) precedendo le squadre della
Mival, Ceccato, MV, Beta, Leprotto.
Anche l'anno successivo venne organizzato sul campo Biagio Nazzaro di
Torino il trofeo Primavera 1956 in cinque prove nazionali riservate come
l'anno precedente a giovani piloti in
sella a moto fino a 250 cc.
C'erano alcune novit sia tra i piloti
che tra le due ruote. La Mondial scendeva in campo in forma semiufficiale
con le Mondial/Carr, motociclette
con telaio opera del tecnico torinese
Giuseppe Carr e motore di 200 cc
ad aste e bilancieri. La squadra era
formata da Ostorero (portato via all'Alpino/Moretti) e Giorgio Castelletta.
Gogliardo Moretti ingaggi Cesare
Bricarelli (al posto di Ostorero) per affiancare il figlio Antonio.
La Motobici al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano (novembre 1955)
aveva presentato una motocicletta

completamente nuova, la 175/4T, la


prima Alpino con motore a quattro
tempi (64 x 54 mm = 173,7 cc) distribuzione ad aste e bilancieri e potenza di 8,5 CV a 6.000 giri con rapporto
di compressione 6,5 : 1 e cambio a 4
velocit. Sulla carta era un ottimo
mezzo con un propulsore robusto e
potente. Gogliardo Moretti si affrett
a trasformare questa 175/4T da stradale adattandola all'uso motocrossistico. Rinforz il telaio in tutti i suoi punti pi deboli, irrobust le sospensioni allungandone anche la corsa, mont
pneumatici artigliati e... della moto
anteriore di maggior diametro e apport altre modifiche e alleggerimenti che ritenne opportuno.
Il propulsore fu potenziato mediante
l'incremento del rapporto di compressione fino a 8,5 : 1, i condotti furono allargati e lucidati e fu montato un carburatore con diametro da 25 al posto
dell'originale Dell'Orto MB 20 B. La
nuova Alpino/Moretti a 4 tempi sembrava molto potente e performante
e fu affidata a Antonio Moretti, mentre Bricarelli disponeva della 160 due
tempi dell'anno precedente.
Ma i risultati non furono all'altezza delle aspettative e non si ripeterono le
ottime performances del Trofeo Pastore. Vuoi perch mancava dalla
squadra un campione del calibro di
Emilio Ostorero, vuoi perch la concorrenza era pi agguerrita e competitiva, oppure perch le due Alpino,
sia la nuova quattro tempi che la collaudata due tempi erano rimaste un
po' indietro rispetto alle potenti Mondial/Carr, alle Ceccato monoalbero
e alle Gilera 175.
I migliori piazzamenti furono il sesto
posto di Bricarelli e l'ottavo di Moretti
nella prima prova (1 aprile), il settimo
di Moretti e il decimo di Bricarelli nella
quarta prova (13/05) e il sesto di Moretti e quinto di Bricarelli nella quinta
prova (27/05).
In classifica finale Moretti occupa il
quinto posto e Bricarelli il settimo, ma
nelle posizioni di alta classifica ci sono
al primo posto Gaido su Ceccato, al
secondo Gay su Beta, al terzo Bongiovanni su Guazzoni.
Nelle altre gare del 1956 i piloti dell'Al-

A destra, Moretti su Alpino a quattro tempi in una


gara del Trofeo Primavera. Si osservi il folto pubblico assiepato sul percorso.
Al centro, su un mare di
fango la vita si fa pi dura
per Moretti a la sua Alpino
175.
In basso, brutto tempo,
pioggia, fango impegnativo per Moretti e la sua
Alpino. Ma, nonostante
tutto, quanto pubblico
entusiasta!
pino hanno ottenuto i seguenti risultati: Prima prova Campionato Italiano
250 - Olginate (20/05) - sesto Moretti
Terza prova Campionato Italiano 250
Collegno (TO) quinto Bricarelli
Cross Nazionale di Chieri (TO) - quinto
Moretti sesto Bricarelli
Quarta prova Campionato Italiano
250 - Lombardore (TO) - settimo Moretti
Trofeo Michele Pesce - Torino - terzo
Moretti
Quinta prova Campionato Italiano
250 - Torino - quinto Moretti
Classifica finale Campionato italiano
250 (1956) - sesto Moretti quattordicesimo Bricarelli.
Come si pu notare dall'elenco delle
gare disputate e dei risultati ottenuti
dai due piloti dell'Alpino nel 1956 la
FMI ha indetto per la prima volta il
Campionato Italiano di motocr oss
della classe 250 cc che stato vinto
da Ostorero su Mondial 200 seguito
da Castelletta (Mondial 200), Giovanni Gay (MV 175) e Piero Coscia (MV
175).
La moto di questo servizio ci stata
gentilmente messa a disposizione dal
suo proprietario Guido Borghin di
Dueville (VI) collezionista di moto da
cross e regolarit.
E' stata ritrovata recentemente da
Corrado Cossettini di Udine che ha
eseguito il restauro conservativo. Sul
parafango posteriore applicata
una decalcomania dell'epoca, parzialmente deteriorata sulla quale illeggibile il nome dell'officina meccanica o del concessionario, ma si legge chiaramente Nichelino, paese ormai inglobato dalla grande Torino,
dove si trovava negli anni '55 e '56 il
campo di motocross del Sangone. m

Potrebbero piacerti anche