Bibliografia Gioachimita 2006-2009
Bibliografia Gioachimita 2006-2009
Bibliografia Gioachimita 2006-2009
2006
Alcune considerazioni e ipotesi circa gli itinerari percorsi da Gioacchino da Fiore nel
Mezzogiorno italiano per ragioni di natura istituzionale e spirituale. L'a. prende in
considerazione in particolare gli spostamenti compiuti tra la Calabria e le abazie di
Casamari, Fossanova e Veroli. Si accenna anche a un viaggio a Palermo e a Napoli. Il
contributo accompagnato da diciassette tavole illustrative.
126. DE FRAJA, Valeria, Dai Cistercensi ai Florensi, in Il ricordo del futuro (cfr.
infra n. 137), pp. 33-40.
Il contributo ripercorre le principali vicende istituzionali che interessarono l'Ordine
florense: dalla rottura di Gioacchino da Fiore con i Cistercensi (1190/1191),
all'approvazione papale del nuovo Ordo (1196), all'espansione raggiunta sotto l'abbaziato
di Matteo, successore di Gioacchino, il quale apporter alla comunit gi le prime
modifiche in senso cistercense, fino alle scarse notizie relative l'Ordine in et moderna e
alla sua soppressione nel 1570.
Ugo di Digne.
133. GUERRINI, Paola, Il Liber Figurarum, in Il ricordo del futuro (cfr. infra n.
137), pp. 63-74.
Il contributo presenta una panoramica sulle tavole del Liber Figurarum. Si riporta, per
ognuna di esse, una breve spiegazione in accordo con le interpretazioni fornite negli
ultimi anni dalla critica. Si segnala inoltre la presenza di quattordici riproduzioni
fotografiche dai manoscritti di Reggio Emilia e di Oxford.
134. HONE, Eugne, Joachim of Fiore: His Early Conception of the Holy
Trinity. Three Trinitarian Figurae of the Calabrian abbot Reconsidered, in
Ephemerides Theologicae Lovanienses, LXXXII (2006), pp. 103-137.
Lo studio analizza la successione, il contesto letterario e il significato delle tre figure
trinitarie di Gioacchino da Fiore: i vasi d'acqua (cio la cosiddetta figura anti
Lombardo), il salterio decacorde e il diagramma dell'alfa e dell'omega. L'a. contesta la
lettura di Harold Lee, secondo il quale la figura anti Lombardo corrisponderebbe nel
senso all'alfa e omega, poich in entrambe si disegnerebbe una successione della storia
della salvezza in tre stati e due tempi. Asserisce invece che la figura dei vasi d'acqua non
ha affatto significato storico. Questa cio, come il salterio, per l'a. appartiene a uno stadio
primitivo delle meditazioni di Gioacchino sul mistero della Trinit, in cui l'abate si
concentra ancora solamente sulla vita interna del Dio uno e trino. Il legame tra la Trinit e
la storia, invece, appartiene a una fase successiva della sua elaborazione teologica. La
figura dell'alfa e dell'omega segnerebbe, quindi, un passaggio intermedio verso questo
secondo stadio di pensiero.
Il volume raccoglie gli interventi tenuti durante il primo convegno organizzato dal
Comitato nazionale per le celebrazioni dell'VIII centenario della morte di Gioacchino da
Fiore. In questo volume, che costituisce il primo di una serie di appuntamenti editoriali
progettati dal Comitato, sono presenti contributi di carattere storiografico, archeologico,
geologico e architettonico dedicati ai luoghi abitati e ai viaggi compiuti dall'abate di
Fiore.
evidenza i punti di maggiore interesse offerti alla critica. Una bibliografia selecta
conclude ciascuna scheda informando sugli studi che al manoscritto hanno fatto
riferimento.
143. MCGINN, Bernard, Gioacchino da Fiore nella storia della cultura europea,
in I luoghi di Gioacchino da Fiore (cfr. supra n. 136) [trad. it. di Valentina
Rusconi], pp. 19-38.
Nella prima parte del contributo la teologia della storia di Gioacchino da Fiore
presentata in antitesi alle teologie non apocalittiche di Eusebio di Cesarea e Agostino
d'Ippona. Nella seconda parte, invece, l'a. presenta gli aspetti che distinguono l'abate
florense dalla tradizione: la divisione ternaria della storia, la comprensione della verit
divina attraverso la progressione degli eventi biblici e il ricorso a immagini simboliche di
forte impatto. In conclusione si traccia un excursus sulla ricezione della teologia
gioachimita da parte della posterit (Tommaso d'Aquino, Bonaventura da Bagnoregio,
Dante), con un occhio particolarmente attento al formarsi di percorsi critici anche nell'evo
moderno e contemporaneo.
Giovanni in Fiore si partiti invece dallo studio della zona attorno all'edificio, per arrivare
alla restituzione fotogrammetrica delle facciate della chiesa. Il contributo accompagnato
da sedici tavole illustrative che presentano le conclusioni dei lavori di analisi.
151. POTEST, Gian Luca, recensione di: Julia Eva Wannenmacher, Hermeneutik
der Heilsgeschichte. De septem sigillis und die sieben Siegel im Werk Joachims
von Fiore (Studies in the History of Christian Traditions, 118), Leiden u.a., Brill
2005, in Deutsches Archiv fr Erforschung des Mittelalters, LXII (2006), pp.
283-285.
La. segnala punti di forza ed errori dell'edizione del testo curata da J.E.Wannenmacher.
Valuta positivamente l'utilizzo delle concordanze elettroniche che ha permesso all'editrice
di individuare con precisione le fonti antiche e medievali utilizzate da Gioacchino.
Evidenzia inoltre alcune scelte grafiche che migliorano la vecchia edizione del testo
(regum in luogo di regis nel quarto sigillo; Ierusalem nel sesto, lezione omessa nella
precedente edizione). Segnala anche scelte che ritiene peggiorative: nel primo sigillo
l'editrice si avvale del manoscritto P10, contro il resto della tradizione, per rimettere in
esatta successione cronologica gli eventi elencati. L'a. ritiene questa scelta priva di
fondamento alla luce dello stemma codicum. Nel terzo sigillo ritiene che l'uso della
lezione nequando alternativa a ne quando sia dovuto a una cattiva interpretazione del
testo da parte dell'editrice. Inoltre non condivide la scelta di accettare, nell'apertio del
settimo sigillo, la lezione illius contro illis. Segnala infine l'omissione non giustificata
della frase finale dell'apertio del primo sigillo che valuta frutto di distrazione e critica la
scelta della lezione reliquis contro reliquiis in un passaggio del settimo sigillo che valuta
153. SCHRAMA, Martijn, The use of Joachim of Fiore's Ordo novus as Proof of
the Legitimacy of the Augustinian Order in the Middle Ages, in Simon Fidati von
Cascia Oesa. Augustinische Theologie und Philosophie im spten Mittelalter, a
cura di Carolin M. Oser-Grote e Andreas E.J. Grote, Wrzburg, Augustinus
Verlag, 2006, pp. 269-301.
L'a. indaga il ruolo della figura di Gioacchino da Fiore e del suo pensiero escatologico
nella speculazione agostiniana del tardo medioevo e dell'et moderna. Vengono prese in
considerazione tematiche legate alla fine del mondo e alla divisione del tempo in ere, si
analizza in particolare il pensiero di autori quali Nicola di Alessandria, Enrico di Friemar
senior e di Gerardo di Bergamo.
154. SIVO, Vito, Le edizioni delle opere di Gioacchino da Fiore, in Il ricordo del
futuro (cfr. supra n. 137), pp. 54-59.
Il contributo presenta il percorso editoriale moderno delle opere di Gioacchino da Fiore,
dalle prime edizioni a stampa veneziane, fino alla progettazione e alla realizzazione
dell'edizione critica dell'Opera omnia.
159. TURLEY, Thomas, Joachim of Fiore (c. 1135-30 March 1202), in Key
figures in medieval Europe: an encyclopedia, a cura di R.K. Emmerson e S.
Clayton-Emmerson, New York, London, Routledge, 2006, pp. 372-374.
Non compulsato.
2007
165. FLORI, Jean, L'Islam et la Fin des temps. L'interprtation prohtique des
invasions musulmanes dans la chrtient mdivale, Paris, ditions du Seuil,
2007.
In una breve sezione del volume, intitolata Joachim de Flore: regain des interprtations
historisantes (pp. 317-326), l'a. analizza la rappresentazione dei musulmani nell'esegesi
biblica di Gioacchino da Fiore. Nello schema delle corrispondenze bibliche da lui
tracciato nella Concordia, ma soprattutto nella sua interpretazione dell'Apocalisse e nella
tavola del drago a sette teste del Liber Figurarum, i Saraceni compaiono in due occasioni:
costituiscono infatti questi la quarta persecuzione subita dalla Chiesa, debellata da Carlo
Magno, e la sesta, quella del tempo presente, condotta da Saladino. La stessa associazione
viene ribadita da Gioacchino in occasione del suo incontro con Riccardo Cuor di Leone. I
Musulmani giocano un ruolo di notevole importanza poich rappresentano l'ultima
potenza avversa alla Chiesa prima della venuta dell'Anticristo. In conclusione l'a. contesta
l'interpretazione di E.R. Daniel, secondo il quale Gioacchino sosteneva che i Saraceni
sarebbero stati vinti dalla conversione piuttosto che dalle armi, e afferma che Gioacchino
non ha mai esplicitamente contestato la legittimit delle crociate.
sermone per la domenica delle palme, sermone per la resurrezione del Signore, sermone
per la nativit di san Giovanni battista). Nell'introduzione vengono illustrati e discussi i
temi trattati da Gioacchino in questi scritti e viene offerto un tentativo di datazione per
alcuni di essi. L'a. volge particolare attenzione alla comprensione dei meccanismi
dell'ermeneutica di Gioacchino attraverso il confronto dei sermoni con altre opere del
calabrese nelle quali si riscontrano temi simili: in particolare con la Concordia,
l'Intelligentia super calathis e l'Exhortatorium Iudeorum.
169. Gioachimismo e profetismo in Sicilia (secoli XIII XVI). Atti del terzo
Convegno internazionale di studio, Palermo-Monreale, 14 - 16 ottobre 2005, a
cura di Cosimo Damiano Fonseca, Roma, Viella, 2007 (Atti dei convegni del
Comitato Nazionale per le Celebrazioni dell'VIII Centenario della Morte di
Gioacchino da Fiore, 3), 146 pp.
Il volume raccoglie gli interventi presentati nell'ottobre del 2005 al terzo e ultimo
convegno programmato dal Comitato nazionale istituito per celebrare l'ottavo centenario
della morte di Gioacchino da Fiore. Il convegno segue la prima assise di lavori apertasi a
Roma all'Accademia Nazionale dei Lincei nel 2003 su I luoghi di Gioacchino e la
seconda a Bari nel maggio del 2005 su L'esperienza monastica florense e la Puglia,
concludendo il ciclo di convegni a Palermo sui rapporti tra l'abate calabrese e la Sicilia e
le radici del pensiero gioachimita nell'isola.
170. HONE, Eugne, Joachim of Fiore: the Development of His Life and the
Genesis of His Works and Doctrines. About the Merits of Gian Luca Potest's
New Biography, in Church history and religious culture, LXXXVII (2007), pp.
47-74.
Attento esame della biografia gioachimita a opera di G.L. Potest (Il tempo
dell'Apocalisse. Vita di Gioacchino da Fiore, Roma-Bari, Laterza, 2004) nella quale l'a.
ragiona diffusamente sulle tematiche centrali percorse dal lavoro dello storico italiano.
177. RAININI, Marco, Anagogia ed escatologia nei diagrammi fra XII e XIV
secolo, in Divus Thomas. Commentarium de philosophia et theologia, CX
(2007), fasc. 1, pp. 255-275.
Il contributo riporta il testo di una relazione tenuta nel maggio del 2006 in una giornata di
studi sul tema: Teologie a confronto: Tommaso d'Aquino e Gioacchino da Fiore,
organizzata dal Dipartimento di Filosofia dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore di
Milano. L'a. presenta alcuni celebri esempi di teologia figurativa, tra cui Ugo di San
Vittore, Ildegarda di Bingen e Gioacchino da Fiore, mostrandone i differenti impianti
metodologici. Per l'abate calabrese evidenzia come la teologia della storia si costruisca
non tanto sull'idea dell'immutabilit divina quanto sulla dinamica delle relazioni trinitarie
riflesse nel succedersi dei tempi. Secondo l'a. il diagramma rappresenta per Gioacchino,
pi che uno strumento adatto, l'espressione quasi implicita di un sistema teologico che
interpreta la storia della salvezza more geometrico; nel diagramma si approssimerebbe la
conoscenza perfetta, propria del terzo status della storia. Il contributo accompagnato da
riproduzioni fotografiche in bianco e nero di alcuni diagrammi medievali, tra cui gli
Alberi delle generazioni discendenti, l'Albero dei due avventi e il Drago di Apocalisse 12
tratti dal ms. Oxford CCC 255 A, ff. 7r, 10r,14v e 15r.
180. SCHPF, Wolfgang G., Fuit in spiritu dominica die ...: zu Joachim von
Fiore, seiner Zeit und seiner Wirkung, in Cistercienser Chronik, CXIV (2007),
pp. 47-60 e 211-222.
Lo studio diviso in due parti. Nella prima la. elenca gli studiosi che si sono occupati di
Gioacchino in anni recenti e registra lo stato delle edizioni critiche delle opere (aggiornato
al 2002). Passa poi a esporre la vita dellabate con riferimento alle fonti antiche; la. si
avvale in particolare dello studio di Grundmann, Zur Biographie Joachims von Fiore und
Rainers von Ponza, in Idem, Ausgewhlte Aufstze, II, Stuttgart 1977, pp. 255-360. Nella
seconda parte la. opera una sintesi della teologia della storia di Gioacchino; d particolare
attenzione alla duplice serie delle sette tribolazioni ed evidenzia come, per labate,
lincarnazione rischi di essere solo una fase di passaggio e non il culmine della
Rivelazione divina. Vengono successivamente riassunte le vicende attorno alla
controversia sullEvangelo eterno; infine la. richiama linfluenza di Gioacchino su eretici
come Dolcino e riformatori radicali quali Thomas Mntzer, e conclude considerando
come la volont riformatrice di Gioacchino non contemplasse azione violenta.
183. WANNENMACHER, Julia Eva, Alpha und Omega: Joachim von Fiore in der
Theologie des 12. Jahrhunderts. Versuch einer Standortbestimmung, in What is
"Theology" in the Middle Ages? Religious cultures of Europe (11th-15th
centuries) as reflected in their self-understanding, a cura di Mikoaj Olszewski,
Mnster, Aschendorff, 2007 (Archa Verbi. Subsidia, 1), pp. 103-119.
L'a. espone come, per esaminare la posizione di Gioacchino nella teologia del XII secolo,
sia necessario discutere innanzitutto in quali termini legittimo parlare di teologia per
autori come Bernardo di Clairvaux, Gilberto Porretano o Pietro Abelardo, cos come per il
secolo XX lo si pu fare per K. Barth, K. Rahner o P. Tillich, ed essere a conoscenza delle
differenze e delle difficolt che ci comporta. A lungo la figura di Gioacchino stata
considerata dagli studiosi isolatamente, la sua formazione stata considerata quella di un
eremita autodidatta avulso dalle principali correnti di pensiero del suo tempo. Ma una
lettura attenta della sua opera pu rivelare numerosi esempi del suo legame con tali
correnti. L'a. esamina brevemente la fortuna del pensiero di Gioacchino nella storiografia
del XX secolo e passa poi ad analizzare le linee guida del pensiero teologico del
calabrese: il dogma della trinit, la relazione tra le persone che lo compongono e il
rapporto tra l'uomo nella storia e il Dio onnipotente. Nell'alfa e nell'omega Gioacchino
traccia una teologia della conoscenza del divino che passa in particolare attraverso
un'esegesi grafica delle due lettere greche.
2008
italiana
dell'Enchiridion
super
Apocalypsim
uscita
187. GRZESZCZAK, Jan, Dall'Et dello Spirito Santo al New Age. Gioacchino da
Fiore nella nuova religiosit, Pozna, Wydawnictwo Rys, 2008, 286 pp.
Con il suo contributo la. intende individuare la presenza di tracce del pensiero di
Gioacchino nella New Age. Ritrovare labate in un movimento la cui nascita risale agli
192. LERNER, Robert E., recensione di: Valeria De Fraja, Oltre Cteaux.
Gioacchino da Fiore e lOrdine florense, Roma, Viella, 2006 (Centro
Internazionale di Studi Gioachimiti. Opere di Gioacchino da Fiore: testi e
strumenti, 19), in Rivista di storia del cristianesimo, V (2008), pp. 604-607.
La. giudica positivamente limpostazione problematica del volume in oggetto e apprezza
alcuni dei risultati in esso raggiunti (ad esempio la datazione al 1184 della filiazione di
Corazzo a Fossanova, e al 1183 dellincontro tra Gioacchino e Goffredo dAuxerre).
Formula per anche una critica puntuale, la quale si snoda in particolare su tre questioni:
194. POTEST, Gian Luca, Prophetie als Wissenschaft. Das Charisma der Seher
der Endzeiten, in Das Charisma. Funktionen und symbolische Reprsentationen,
a cura di P.Rychterov, S. Seit e R. Veit, Berlin, Akademie Verlag, 2008, pp.
275-286.
Il principio della concordia permette a Gioacchino da Fiore non in quanto profeta, bens
quale speculator Scripturarum di svelare la textura dell'economia divina: l'incedere
della storia verso la pienezza dei tempi vede la progressiva affermazione della
intelligentia spiritalis che toglie ragion d'essere ai miracoli. Tale progresso si suddivide in
quattro tappe: nell'epoca veterotestamentaria si passa dal tempo della profezia avvalorata
dai miracoli al tempo della profezia come scienza; nell'epoca neotestamentaria, invece, il
passaggio dal tempo della scienza avvalorata dai miracoli al tempo della scienza che non
richiede pi miracoli. Il metodo di conoscenza gioachimita fu oggetto di attacchi da
parte di Goffredo di Auxerre e Pietro Cantore, che non riconobbero l'efficacia della sua
ermeneutica. Nei decenni successivi alla scomparsa dell'abate, il concetto gioachimita di
teologia come scienza delle Scritture applicata alla storia in prospettiva apocalittica non
godette di particolare fortuna in ambiente universitario, dove l'assunzione della
concezione aristotelica di scienza comport profonde ricadute sulla nozione di profezia.
La concezione di Gioacchino, per la quale si pu produrre una teologia apocalittica della
storia partendo dalla Scrittura si conserv invece in cerchie extrascolastiche, come mostra
la vicenda di Arnaldo da Villanova, il quale richiama quasi alla lettera l'espressivit della
Concordia.
196. WANNENMACHER, Julia Eva, Das Tor zur Ewigkeit. Grenzerfahrung und
Vision in der mittelalterlichen Apokalyptik, in: Religionen - Die religise
Erfahrung. Religions The Religious Experience, a cura di Matthias Riedl e Tilo
Schabert, Wrzburg, Knigshausen & Neumann, 2008, pp. 143-152.
L'apocalittica di Gioacchino da Fiore marcherebbe il passaggio tra l'antica tradizione, le
cui origini sono certo pi antiche della sola Apocalisse canonica di Giovanni, e l'inizio di
una nuova concezione. Esempi moderni del ricorso all'apocalisse, come nel film di F.F.
Coppola Apocalypse Now, liberamente ispirato a Cuore di Tenebra di J. Conrad, o nel
testo di U. Eco, Apocalittici e integrati, tracciano un modello apocalittico che pare riferito
a un singolo individuo, a differenza di quanto avvenne in et antica e medievale, senza la
scorta di un angelo psicopompo. In questo senso la prima apocalisse avrebbe avuto luogo
gi nella cacciata dal paradiso terrestre, che per I. Kant coincise con l'acquisizione della
ragione. L'idea di una comprensione progressiva nella storia sviluppata da Gioacchino da
Fiore sarebbe la prima, secondo l'a., ad aver aperto tale percorso moderno.
2009
200. HOUBEN, Hubert, Federico II. Imperatore, uomo, mito, Bologna, Il Mulino,
2009, 208 pp.
Biografia dell'imperatore svevo; alle pp. 141-146 l'a. illustra come la teologia della storia
di Gioacchino, e la figura del drago a sette teste in modo particolare, influenzarono la
propaganda antifedericiana attorno alla met del secolo XII. Agli spirituali francescani si
deve l'associazione di Federico II alla settima testa del drago nelle Praemissiones e nel
Liber de oneribus prophetarum.
204. ROSSATTO, Noeli Dutra, Las cabezas del dragn. Vicios y virtudes en
Joaqun de Fiore, in De las pasiones en la Filosofa Medieval. Actas del X
Congreso Latinoamericano de Filosofa Medieval, llevado a cabo en la Facultad
de Filosofia de la Pontificia Universidad Catlica de Chile, a cura di Giannina
Burlando, Santiago de Chile, Pontifica, universidad catolica de Chile, Louvainla-Neuve, SIEPM, 2009, pp. 131-140.
Si tratta di un'analisi sui peccati capitali condotta su scritti minori di Gioacchino da Fiore:
il De prescentia Dei, il De vita Sancti Benedicti e l'Intelligentia super Calathis.
Gioacchino parla della superbia come della radice di ogni male e dell'humilitas come
antidoto al male e fondamento dell'umana virt.
205. TRONCARELLI, Fabio, Antiche sibille e nuovi problemi: osservazioni sul Vat.
Lat. 3822, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, XVI (2009),
pp. 419-444.
Analisi della struttura, della grafia e degli ornamenti del manoscritto Vat. Lat. 3822,
importante per lo studio di Gioacchino da Fiore poich riporta al suo interno numerose
opere autentiche e spurie, oltre ad alcune figure diagrammatiche. L'a. difende
l'attribuzione francese del codice gi sostenuta in precedenza, contro una recente
attribuzione italiana. Il contributo corredato di alcune riproduzioni fotografiche in
bianco e nero.