Serie Numeriche
Serie Numeriche
Serie Numeriche
Indice :
1. Prime generalit`
a sulle serie.
2. Serie a termini non negativi:
Criteri di confronto e criterio di condensazione
Criteri della radice, del rapporto, di Raabe.
Criterio dellintegrale.
3. Serie a segno qualunque: serie assolutamente convergenti e serie a segno alterno.
4. Complementi
Riordinamenti
Il prodotto di Cauchy di due serie
Prodotti infiniti
Successioni e serie in campo complesso
Somma si serie e sviluppi di Taylor
Indice delle definizioni, dei teoremi e degli esempi fondamentali
Indice degli esercizi svolti in aula
Nota finale e riferimenti bibliografici
1 Prime generalit`
a sulle serie
Prime generalit`
a sulle serie
Definizione 1.1. Assegnata una successione {an }nN di numeri reali, per ogni m N, si definisce
somma parziale m-esima di {an }nN il numero reale
Sm :=
m
X
n=0
an = a0 + a1 + + am .
La successione {Sm }mN viene denominata serie di termine generale n-esimo an . Una serie viene in
genere indicata con il simbolo
+
X
an
n=0
n=0
+
X
n=0
+
X
n=0
n
X
a
S
k < .
k=0
n
X
k=0
n
X
k=0
ak > M.
ak < M.
Notiamo infine che potremmo considerare serie per generiche successioni del tipo {an }nn0 con
n0 6= 0. Quanto detto nel seguito continuer`
a a valere anche per queste successioni.
Esempio 1.1. Sia an = 1 per ogni n N. Risulta
Sm =
m
X
1=m+1
n=0
1 Prime generalit`
a sulle serie
m
X
n=1
1
n(n + 1)
1
n(n+1)
nN
. Risulta
1
1
1
+
+ +
2 23
m (m + 1)
1
1
1 1
1
1
=
1
.
+
+ ...
=1
2
2 3
m m+1
m+1
=
n=1
1
1
= lim
1
= 1.
n(n + 1) m+
m+1
Risulta
+
X
n=0
(bn+1 bn ) = L b0 .
n=0
1 Prime generalit`
a sulle serie
Osservazione. Abbiamo visto che data una successione {an }n N possiamo sempre associarvi una
serie telescopica di termine generale bn = an+1 an e somma parziale Sm = a0 + am+1 . Possiamo
anche notare che si pu`o sempre costruire una serie la cui successione delle somme parziali sia {an }nN
P
(an+1 an )
si tratta della serie a0 +
n=1
Esempio 1.5. La serie geometrica Un esempio importante per il seguito `e dato dalla serie
+
X
hn
n=0
con h R, la quale viene denominata serie geometrica di ragione h. Per ogni m N, denotata con
sm la somma parziale m-esima, risulta
Sm = 1 + h + + hm
hSm = h + h2 + + hm+1
e sottraendo si ha
(1 h)Sm = 1 hm+1 .
Se h = 1, come visto nellEsempio 1.1, la serie diverge. Se h 6= 1 si ha
Sm =
Ricordando che
lim hm
m+
1 hm+1
1h
1
=
0
non esiste
se
se
se
se
h>1
h=1
1<h<1
h 1
n=0
hn =
1
.
1h
successioni. Il successivo risultato ci dice che per le serie valgono le operazioni ammissibili in R.
Teorema 1.2. Si considerino due serie di numeri reali
+
P
an e
n=0
+
P
bn .
n=0
+
P
n=0
+
X
n=0
(an + bn ) =
+
X
n=0
an +
+
X
n=0
bn ;
(an + bn ) `e convergente e si ha
1 Prime generalit`
a sulle serie
2) Se una delle due serie `e divergente positivamente (risp. negativamente) e se laltra serie `e
+
P
(an + bn ) risulta divergente positivamente (risp. negativamente).
convergente, allora la serie
n=0
3) Se la serie
+
P
+
P
n=0
+
P
(an ) =
n=0
4) Se la serie
an .
+
P
an `e convergente e si ha
n=0
n=0
+
P
n=0
ra anche la serie
+
P
n=0
+
P
n=0
Dimostrazione. Dimostriamo la propriet`a 1), le altre si deducono in modo analogo. Sia {Sm } la
successione delle somme parziali relative alla serie di termine generale an e {Tm } la successione delle
somme parziali relative alla serie di termine generale bn . Essendo
m
X
(an + bn ) = Sm + Tm
n=0
m+
m
X
(an + bn ) =
n=0
lim Sm + lim Tm =
m+
m+
+
X
an +
n=0
+
X
bn
n=0
ovvero la tesi.
Osservazione. Applichiamo quanto visto per la serie geometrica alla rappresentazione decimale dei
numeri razionali. Sappiamo che la frazione generatrice di un numero periodico `e data da
a0 , a1 a2 . . . ak ak+1 . . . an = a0 +
a1 a2 . . . ak ak+1 . . . an a1 . . . ak
. . 9} |0 .{z
. . 0}
|9 .{z
nk k
1 Prime generalit`
a sulle serie
13
13
13
13
13
+ 4 + 6 + + 2n + =
(1 + 102 + + 102n + . . . )
100 10
10
10
100
+
13
1
13 100
13
13 X 1 n
=
=
= .
2
2
100
10
100 1 10
100 99
99
n=0
Osserviamo che
+
X
1
= 2,
2n
n=0
+
X
1
= 1,
2n
n=1
+
X
1
1
= ,...
2n
2
n=2
Abbiamo dunque limpressione che i primi termini contribuiscono in modo significativo alla somma
della serie; viceversa non sembra possibile cambiare questi termini in modo che questa nuova serie non
converga. I prossimi risultati (Lemma 1.3, Teoremi 1.4 e 1.5 ) formalizzano proprio questi fenomeni.
Lemma 1.3. Il carattere di una serie non cambia quando si alterano un numero finito di termini.
Dimostrazione. Siano {an }nN e {bn }nN due successioni tali che
A = {k N | ak 6= bk }
`e finito. Sia = max A. Per ogni n risulta an = bn cio`e an bn = 0.
Per ogni m si ha
m
X
X
(an bn ).
(an bn ) =
n=0
n=0
+
X
Passando al limite su m N, si ha
n=0
(an bn ) =
n=0
(an bn ).
Essendo bn = (bn an ) + an possiamo usare il Teorema 1.2 (punto 1) per concludere che se
converge anche
+
P
+
P
+
P
an
n=0
an diverge
n=0
n=0
+
P
n=0
Se
+
P
n=0
n=0
bn =
n=0
(bn an ) +
m
X
an .
n=0
Passando al limite su m, il limite del secondo membro, e quindi del primo, non esiste. Ovvero
`e indeterminata.
+
P
n=0
bn
1 Prime generalit`
a sulle serie
Nel caso della serie geometrica e delle serie telescopiche, abbiamo visto che si riesce a semplificare
il valore delle somme parziali Sn e a calcolarne limite. Questo `e purtroppo un caso piuttosto raro.
Nella maggiorparte dei casi si ricorre a criteri indiretti. Il primo viene utilizzato per escludere che la
serie converga.
Teorema 1.4. Sia {an }nN una successione di numeri reali e si supponga che la serie
convergente. Allora lim an = 0.
n+
Dimostrazione. Si consideri la successione {Sm }mN delle somme parziali della serie
S R la somma della stessa serie.
Per il teorema delle successioni estratte
lim am =
m+
lim Sm = S =
m+
lim Sm Sm1 =
m+
+
P
an sia
n=0
+
P
an e sia
n=0
m+
m+
n+
bn =
0 nm
an n m + 1
+
X
n=0
bn =
+
X
an .
n=m+1
In virt`
u del Lemma 1.3 la serie di partenza e la serie resto m esimo hanno lo stesso carattere.
Teorema 1.5. La serie converge se e solo se la serie resto m-esimo `e convergente per ogni m N e
la successione {Rm }mN `e infinitesima.
Dimostrazione. Essendo R0 =
+
P
K
X
n=0
bn = lim
K
an , risulta
n=0
n=0
Rm = lim
+
P
K
X
n=m+1
an = lim
K
K
X
n=0
an
m
X
n=0
an = S
m
X
n=0
an .
1 Prime generalit`
a sulle serie
Una ulteriore condizione necessaria e sufficiente per la convergenza di una serie si ricava dal criterio
di convergenza di Cauchy per le successioni.
Teorema 1.6. Criterio di Cauchy per serie Sia {an }nN una successione di numeri reali. Le
seguenti proposizioni sono equivalenti
(a) La serie
+
P
an `e convergente
n=0
k
m
P
P
< .
a
a
n
n
n=0
n=0
P
m
a < .
n=k+1 n
k+p
P
an < .
n=k+1
Dimostrazione. Le propriet`a (a) e (b) sono equivalenti per il criterio di Cauchy delle successioni
applicato alle successioni delle somme parziali.
m
k
m
P
P
P
an .
Le propriet`a (b) e (c) sono equivalenti in quanto
an =
an +
n=0
n=0
n=k+1
2(k+1)
X 1
1
1
1
1
1
1
k+1
1
=
+
+ +
+
+ +
=
= .
n
k+1 k+2
2k + 2
2k + 2 2k + 2
2k + 2
2(k + 1)
2
n=k+1
Preso dunque < 1/2 viene violata la condizione (d) del criterio di Cauchy in corrispondenza di ogni
N, k e p = k + 2.
Possiamo essere pi`
u precisi rispetto al carattere della serie armonica utilizzando un teorema di
confronto che generalizza quello delle successioni.
2
Dati a, b due numeri reali non nulli, la loro media armonica `e data dalla quantit`
a
1
1
a
1
b
1
1 Prime generalit`
a sulle serie
+
P
an e
+
P
bn e si supponga che
n=0
n=0
an bn
n N.
(1)
Allora
(i) Se la serie
+
P
+
P
bn .
n=0
n=0
(ii) Se la serie
+
P
+
P
an .
n=0
n=0
n=0
an
m
X
bn .
n=0
Per ottenere (i) e (ii) basta applicare il teorema di confronto per successioni.
Esempio 1.9. La serie armonica diverge positivamente ovvero
+
X
1
= +.
n
n=1
1
1+
n
n
n+1
1
ln
.
n
n
.
n
n
n=1
n=1
m
X
1
ln(m + 1).
=
n
n=1
Passando al limite per m +, essendo {ln(m + 1)} una successione divergente, per i teoremi di
confronto delle successioni risulta Sm divergente e quindi la serie armonica `e divergente.
Esempio 1.10.
P+
La serie armonica generalizzata
n=1
1
n
1
n
<
1
n .
Quindi
y=x
y = x
+
P
n=0
Se le somme parziali sono limitate superiormente la successione {Sm } e quindi la serie converge. Se
sup Sm = + la serie diverge positivamente.
m
Osservazione. Grazie al Lemma 1.3 il teorema precedente si estende a serie a termini definitivamente
non negativi. Per serie a termini negativi, applicando il teorema precedente alla serie di termine
generale an e ricordando il Teorema 1.2 avremo convegenza oppure negativa divergenza.
+
P
an a termini non negativi `e convergente, ha senso
Osservazione. Per indicare che una serie
n=0
scrivere
+
P
n=0
Osservazione. Una serie a termini non negativi per cui non sia verificata la condizione necessaria
diverge.
Esempio 2.1. La serie armonica non verifica il criterio di Cauchy, quindi non converge. Essendo a a
termini positivi essa diverge.
Per tali serie `e possibile stabilire diversi criteri di convergenza.
2.1
10
2.1
I criteri di confronto estendono quanto fatto nella dimostrazione della divergenza della serie armonica.
Un primo criterio elementare di confronto si pu`o ricavare direttamente dai teoremi di confronto per i
limiti.
Teorema 2.2. Criterio di confronto Si considerino due serie
+
P
an e
n=0
0 an bn
+
P
bn e si supponga che
n=0
n N, n .
(2)
Allora
(i) Se la serie
+
P
+
P
bn .
n=0
n=0
(ii) Se la serie
+
P
+
P
an .
n=0
n=0
+
P
n=0
n=0
Dimostrazione. Si pone
bn =
Le serie
+
P
bn e
+
P
an
+
X
+
P
an e si
n=0
bn .
n=0
an n
bn n + 1.
bn differiscono per un numero finito di termini e quindi per il Lemma 1.3 hanno
n=0
n=0
lo stesso carattere.
Sommando termine a termine le disuguaglianze an bn , fissato m N risulta
m
X
n=0
an
m
X
bn .
n=0
Per ottenere (i) basta applicare il teorema di confronto per successioni e tornare da bn a bn .
Per il punto (ii) bisogna combinare il teorema di confronto per successioni, il Lemma 1.3 con il
precedente criterio di regolarit`
a delle serie a termini non negativi.
Pm
Pm
Infine per (iii), abbiamo che
n=0 an
n=0 bn 0 e sappiamo che esistono A, B 0 tali che
+
+
P
P
bn = B. Per il teorema di permanenza delle disuguaglianze A B.
an = A,
n=0
n=0
Osserviamo che la disuguaglianza tra le somme delle serie non vale se la la disuguaglianza an bn
`e verificata solo definitivamente. In generale, quando si cambiano un numero finito di termini, non
cambia il carattere della serie, ma in caso di convergenza cambia la somma della serie stessa.
2.1
11
+
P
an a termini non
n=0
negativi e
+
P
n=0
lim
n
an
= .
bn
+
P
+
P
+
P
+
P
+
P
n=0
n=0
+
P
bn `e divergente positivamente.
n=0
n=0
3. Se = + se la serie
an `e convergente. Se invece la
n=0
n=0
serie
+
P
+
P
an `e divergente positivamente.
n=0
n=0
Dimostrazione.
1. Dalla definizione di limite, in corrispondenza di = /2 > 0, esiste N tale che /2 < an /bn <
3/2 per ogni n , da cui
3
bn < an < bn .
2
2
Applicando il precedente criterio di confronto e il Teorema 1.2 (3), tenendo conto di entrambe
le diseguaglianze, si deduce che le due serie hanno lo stesso carattere.
2. Dalla definizione di limite, con = 1, esiste N tale che an /bn < 1 per ogni n , da cui
an < bn .
Anche in questo caso si pu`o concludere applicando il criterio di confronto.
3. Basta applicare il caso 2) invertendo i ruoli delle due serie infatti in questo caso limn bn /an = 0.
Lipotesi an a termini strettamente positivi `e definitivamente verificata essendo limn abnn = +.
+
P 1
Esempio 2.2. La serie armonica generalizzata
n con esponente 2 converge.
n=1
P+ 1
La serie n=1 n2 si confronta asintoticamente alla serie di Mengoli studiata nellEsempio 1.3:
lim
n
1/n2
= 1.
1/(n(n + 1))
2
Se > 2 essendo n 1, risulta n > n quindi n < n2 . Quindi la serie armonica > 2
generalizzata di esponente > 2 converge per confronto con la serie armonica
generalizzata di esponente = 2.
y = x2
2.1
12
Mediante i teoremi di confronto non abbiamo alcuna informazione sulla serie armonica nel caso
1 < < 2. Questo caso sar`
a trattato in tre modi diversi.
Teorema 2.4. Criterio di condensazione di Cauchy. Sia {an }nN una successione decrescente
+
+
P n
P
2 a2n converge.
an converge se e solo se la serie
di numeri reali non negativi. La serie
n=0
n=0
+
P
n=0
+
P
n=1
20 a20
a2 + a3 a2 + a2 = 2a2
21 a21
a4 + a5 + a6 + a7 a4 + a4 + a4 + a4 = 4a4
22 a22
a8 + a9 + + a15 8a8
23 a23
+
P
2n a2n .
n=0
...
2k+1
X1
n=2k
an 2k ak
2k a2k
...
2.1
13
1 0
2 a20
2
1 1
2 a21
2
1 2
2 a22
2
1 3
2 a23
2
=
=
a3 + a4 a4 + a4 = 2a4
a5 + a6 + a7 + a8 a8 + a8 + a8 + a8 = 4a8
=
...
2k
X
n=2k1 1
an 2k1 ak
1 k
2 a2k
2
=
...
Sommando otteniamo
1
S2n Tn
2
Se {Sm }mN converge allora `e limitata quindi {Tk }kN `e limitata e dunque convergente perch`e a
termini positivi.
+
P
n=1
1
n
1
, n1
n
Essendo una serie a termini positivi la sua convergenza sar`
a equivalente alla convergenza della serie
an =
+
X
2 a2n =
n=0
+
X
n=0
1
2n
n
+
X
1
=
21
n=0
n 0.
1
1
, quindi converge se e solo se 21
< 1 ovvero > 1.
Tale serie, `e la serie geometrica di ragione 21
Inoltre nella dimostrazione del criterio di condensazione abbiamo provato che le somme parziali
della serie di partenza sono maggiorate dalla somma della serie di termine generale 2n a2n . Passando
al limite, tale disuguaglianza si conserva, dunque si ha
n
+
+
X
X
1
1
1
2
=
=
.
n
21
1 21
2 2
n=1
(3)
n=0
Utilizzando la serie armonica generalizzata nel criterio del confronto asintotico, si ha il seguente.
2.2
14
+
P
n=0
lim np an = R.
n
+
P
n=1
1
np .
2.2
Nella pratica il calcolo del massimo e minimo limite di una successione corrisponde allindividuare
il pi`
u grande e il pi`
u piccolo valore di aderenza della successione, cio`e il pi`
u grande e il pi`
u piccolo
a cui tende una estratta della successione data.
elemento di R
2.2
15
lim sup n an = L.
n+
+
P
+
P
ak converge.
k=1
k=1
Dimostrazione. Sia L R tale che L > 1 scegliamo > 0 in modo che L > 1 Per le propriet`
a
caratteristiche del massimo limite, per ogni N esiste n per cui risulta n an > L ossia
an > (L )n per infiniti indici. La serie non pu convergere perch`e il suo termine generale non tende
a zero. Essendo a termini non-negativi, la serie diverge positivamente.
Se L = + allora la successione non `e limitata quindi non pu`o essere infinitesima. Nuovamente il
termine generale della serie non tende a zero e quindi la serie essendo a termini non negativi diverge
positivamente.
Se L < 1 scegliamo > 0 in modo che L + < 1 Per le propriet`a caratteristiche del massimo
limite, esiste N tale che per ogni n risulta n an < L + ossia an < (L + )n . La serie data
`e definitivamente maggiorata dalla serie geometrica di ragione L + < 1. Per confronto la serie data
converge.
Ricordiamo che se una successione converge se e solo se il massimo limite coincide con il minimo
limite. Inoltre il limite della successione `e esattamente il massimo limite, ovvero il minimo limite.
Sia an il termine generale di una serie a termini
Corollario 2.7. Criterio della radice. Sia L R.
non negativi. Supponiamo che esista il limite
lim n an = L.
n+
+
P
+
P
an converge.
n=0
n=0
Osserviamo che il criterio della radice `e inefficace per 1 = 1, in particolare non d`a informazioni
per la serie armonica generalizzata.
Richiamo. Per i Teoremi di tipo Cesaro il limite della radice n-esima di una successione `e legato al
limite del tasso di crescita della successione. Precisamente, se an > 0 per ogni n 0 allora
an+1
lim
= lim n an = .
n
n
an
Dal precedente corollario si deduce subito il seguente risultato.
Sia an il termine generale di una serie a termini
Teorema 2.8. Criterio del rapporto. Sia L R.
strettamente positivi. Supponiamo che esista il limite
lim
n+
+
P
n=1
an+1
= L.
an
+
P
n=1
an converge.
2.2
16
Anche tale risultato pu`o enunciarsi facendo uso del massimo e minimo limite di an .
Sia {an } il termine generale di una serie a
Teorema 2.9. Criterio del rapporto. Siano , L R.
termini positivi, ovvero an > 0 per ogni n N. Siano
lim inf
n+
+
P
an+1
=
an
lim sup
n+
an+1
= L.
an
+
P
ak converge.
k=1
k=1
Dimostrazione. Se > 1 la successione {an }nN `e definitivamente crescente. Infatti per la prima
propriet`a del minimo limite, preso = h con 1 < h < , esiste N tale che Per ogni n risulta
an+1
an > h > 1, ovvero an+1 > an . Essendo a termini positivi, la serie ottenuta da una successione
strettamente crescente non pu`o essere infinitesima. Essendo violata la condizione necessaria per la
convergenza della serie, ed essendo la serie a termini positivi essa deve essere divergente positivamente.
Se L < 1,si pu`o considerare q R tale che L < q < 1. Applichiamo la propriet`a caratteristica del
massimo limite con = q L > 0. Esiste N tale che, per ogni n risulta an+1 /an < q, da cui
an+1 < qan . Per ogni n risulta
an q n a .
infatti, tale propriet`a `e ovviamente vera per n = e, supposta vera per un certo n , si ha
an+1 < qan < qq n a = q n+1 a .
In definitiva, per ogni k N risulta
a + a+1 + + a+k a (1 + q + + q k ).
Per confronto con la serie geometrica di ragione q < 1 abbiamo che
+
X
an
converge.
n=
Poich`e il comportamento della serie non cambia alterando un numero finito di termini, anche la serie
+
P
an converge.
n=0
Osserviamo che il criterio del rapporto nella forma del Teorema 2.8 `e inefficace per L = 1, in
particolare non d`a informazioni per la serie armonica generalizzata.
Ci si potrebbe chiedere se nelle applicazioni convenga utilizzare il criterio della radice o quello del
rapporto o se `e indifferente. Mostriamo che il criterio della radice `e pi`
u efficace nel senso che tutte
le volte che il criterio del rapporto d`a la convergenza, lo stesso vale per il criterio della radice. Ogni
` solo
volta che il criterio della radice non d`a informazioni, lo stesso vale per il criterio del rapporto. E
per una opportunit`
a di calcolo che scegliamo di applicare in molte situazioni il criterio del rapporto.
2.2
17
Proposizione 2.10. Sia {cn }nN una successione a termini strettamente positivi. Si hanno le seguenti
relazioni.
cn+1
cn
n
n
cn+1
n
lim inf cn lim inf
n
n
cn
lim sup
cn lim sup
(4)
(5)
c
n
cn (L2 + ) n
.
(L2 + )
Passando al limsup su n e mandando a zero si ha lasserto.
Per chiarire ancora meglio la relazione tra i due criteri diamo un esempio di serie per cui il criterio
del rapporto non d`a informazioni mentre il criterio della radice risulta efficace.
Esempio 2.4. Si consideri la serie associata alla successione
n
2
n pari
an =
3n n dispari
Volendo utilizzare il criterio del rapporto abbiamo che
1 2 n
n pari
an+1 3 3
=
1 3 n
an
n dispari
2 2
Quindi si ha
lim inf
n
an+1
= 0,
an
lim sup
n
n
an =
Quindi
lim sup
n
an+1
= +.
an
1
2
n pari
1
3
n dispari
an =
1
< 1.
2
(6)
(7)
2.2
18
1 = LR R.
lim n
n
an+1
Se LR > 1 la serie
+
P
+
P
an diverge positivamente.
n=0
n=0
(8)
1
(nan (n + 1)an+1 ).
h
1
h
+
P
n=0
Sia LR < 1. Per il Teorema della permanenza delle disuguaglianze, esiste N tale che per ogni
n risulta
n (an /an+1 1) 1.
2.3
Criterio dellintegrale
19
Da ci`
o segue nan (n + 1)an+1 . Ovvero, la successione {nan } `e strettamente positiva e crescente. In
particolare ( + 1)a+1 a , ( + 2)a+2 ( + 1)a+1 a . Iterando questo procedimento, si
ottiene che per ogni n
a
.
an
n
La serie data diverge per confronto con la serie armonica.
Esempio 2.5. Osserviamo che, contrariamente al criterio della radice e del rapporto, il criterio di
Raabe si applica alla serie armonica generalizzata. Infatti se an = n1 , allora
1
+
1
1
an
lim n
1 = lim n
= .
(9)
1
n
n
an+1
n
Quindi se > 1 la serie converge, se < 1 la serie diverge.
Nel caso = 1 il criterio non ci dice nulla (LR = 1), come ci si aspetta avendo usato proprio la
divergenza di tale serie nella dimostrazione del criterio.
2.3
Criterio dellintegrale
Diamo un ulteriore criterio che relaziona la convergenza di una serie a termini non negativi con la
convergenza di un integrale improprio. Il criterio pu`o essere usato anche per stabilire la convergenza
di un integrale improprio in un intorno di + partendo dalla convergenza di una serie.
Teorema 2.12. Sia f : [0 + ) [0, +) una funzione non negativa decrescente. La serie
risulta convergente se e solo se la funzione f `e integrabile in un intorno di +. Inoltre
+
X
n=1
f (n)
f (x)dx
+
X
+
P
f (n).
(10)
n=0
x [n, n + 1].
n=0
f (n + 1)
Zm
0
f (x)dx
m
X
n=0
f (n).
f (n)
n=0
2.3
Criterio dellintegrale
20
n=1
n=0
Indicando con {Sm }mN la successione delle somme parziali delle serie a termini non negativi di termine
generale f (n) abbiamo ottenuto che
Z m
f (x)dx Sm .
Sm+1 f (0)
0
R +
Se lintegrale generalizzato 0 f (x)dx converge si ha che {Sm+1 }mN `e limitata dunque {Sm }mN `e
limitata, quinid convergente e vale la prima disuguaglianza.
Rm
Se la serie converge, risulta {Sm }mN limitata e quindi per ogni m N si ha 0 f (x)dx S
R +
essendo S la somma della serie data. Lintegrale improprio 0 f (x)dx pu`o convergere o divergere
positivamente essendo f positiva. Se per assurdo divergesse positivamente, in corrispondenza di S
Rt
esisterebbe > 0 tale che per ogni t 0 f (x)dx > S. Tale condizione `e violata dagli interi m > .
Rm
Essendo la funzione integrale continua, la seconda disuguaglianza segue da 0 f (x)dx S per
passaggio al limite.
Osservazione. Il teorema si estende facilmente a serie del tipo
+
P
n=n0
n=n0
Quindi la serie
+
P
n=n0
n=n0
+
X
n=n0 +1
f (n)
n0
f (x)dx
+
X
f (n).
n=n0
Corollario 2.13. Stima del resto m-esimo di una serie Sia m N. f : [m + 1 + ) [0, +)
una funzione non negativa decrescente. Il resto m-esimo della serie di termine generale f (n) `e stimato
da
Z +
Z +
+
X
f (x)dx.
f (n)
f (x)dx
m+1
n=m+1
Esempio 2.6. Fissato > 0 la funzione f (x) = x `e decrescente e positiva. Essa `e integrabile in
un intorno di + se e solo se > 1. Ne deduciamo che la serie armonica generalizzata converge se e
solo se > 1. Operando come nel precedente corollario, si ha una stima della somma della serie
Z +
Z +
+
+
X
X
1
1
1
1
1
1
=
dx
=
1
+
1
+
dx
=1+
.
1
x
n
n
x
1
1
1
1
n=1
n=2
21
3.1
Definizione 3.1. Serie assolutamente convergenti. Sia {an }nN una successione di numeri reali.
Si pu`o considerare la serie
+
X
|an |
n=0
di termine generale n-esimo |an |; tale serie `e a termini positivi e quindi deve essere o convergente o
+
P
an `e assolutamente convergente (risp. assolutamente
divergente positivamente. Si dice che la serie
n=0
divergente) se la serie
+
P
n=0
+
P
(11)
n=0
n=0
n=0
Questa serie `e a termini positivi, essendo x + |x| 0 per ogni x R. Inoltre an + |an | 2|an |, quindi
la serie `e maggiorata da un serie convergente e converge per confronto. Per dimostrare (11) basta
applicare la disuguaglianza triangolare alla successione delle somme parziali.
Osservazione. La disuguaglianza (11) estende ad una quantit`
a numerabile di termini la disuguaglianza triangolare. Combinando la disuguaglianza triangolare per un numero finito di termini, con
+
+
P
P
an . In
|an |, si trova immediatamente la condizione di Cauchy per
la condizione di Cauchy per
n=0
n=0
Lassoluta convergenza `e solo una condizione necessaria per la convergenza, non `e una condizione
sufficiente. Una serie convergente ma non assolutamente convergente sar`
a descritta nellEsempio 3.1
Riscriviamo in termini di assoluta convergenza i criteri della radice e del rapporto.
3.1
+
P
22
k=1
p
n
|an | = L R.
n+
|an+1 |
= 2 R,
|an |
lim sup
n+
|an+1 |
= L2 R.
|an |
Per il caso L2 > 1, 2 > 1 si ripercorrono le dimostrazioni dei Teoremi 2.6, 2.9 ottenendo che
(limn |an | = 0). Questo equivale a (limn an = 0). Viene dunque violata la condizione necessaria
alla convergenza.
Lestensione del criterio degli infinitesimo e del criterio di Raabe allassoluta convergenza, `e
immediata conseguenza di quei criterio e della convergenza dedotta dalla convergenza assoluta.
Proposizione 3.3. Sia
+
P
k=1
(i) Sia {an }nN a termini non definitivamente nulli. Supponiamo che esista
|an |
1 = LR R.
lim n
n
|an+1 |
Se LR > 1 la serie data converge assolutamente e quindi converge.
lim np |an | = p R.
n
n=0
+
P
an diverge assolutamente.
n=0
3.2
23
Osservazione. Nel Teorema 3.2, dalla divergenza assoluta prevista dai criteri della radice e del
rapporto, abbiamo ricavato informazioni sulla non convergenza della serie di partenza. Questo non
accade nellestensione del Criterio di Raabe e degli infinitesimi. Ovvero ci sono serie per cui
|an |
1 < 1,
lim n
n
|an+1 |
quindi sono assolutamente divergenti, ma anche convergenti. Un esempio in tal senso `e la serie
armonica generalizzata a segno alterno, studiata nellEsempio 3.2. Con lo stesso esempio si deduce
+
P
|an | sia asintoticamente equivalente a
che non `e detto che una serie a segno non costante tale che
n=0
+
P
np
n=1
3.2
Definizione 3.2. Sia {an }nN una una successione di numeri reali a segno costante (an 0 per ogni
+
P
(1)n an
n N oppure an 0 per ogni n N). La serie associata alla successione (1)n an , ovvero
n=0
m-esima, si ha
+
P
n=0
|S Sm | am+1 .
(12)
3.2
24
Dimostrazione. Tenendo presente che la successione {an }nN `e decrescente, valgono le relazioni
S2(m+1) = S2m (a2m+1 a2m+2 ) S2m ;
S2m+1 = S2m1 + (a2m a2m+1 ) S2m1 .
Ne segue che la sottosuccessione {S2m }mN `e decrescente, mentre la sottosuccessione {S2m+1 }mN `e
crescente. Per il teorema di regolarit`
a delle successioni monotone, si ha
lim S2m+1 = sup S2m+1 := SD
m
Possiamo applicare il lemma precedente e concludere che {Sm }mN ovvero la serie alternante converge.
Resta da dimostrare la (12). Per quanto visto, per ogni m N, si ha
S2m+1 sup S2m+1 = SD = S = Sp = inf S2m S2m .
m
n=0
1
(1)n+1 .
n
Tale serie non `e assolutamente convergente (in quanto al serie dei suoi valori assoluti `e la serie armonica). Ma la successione an = n1 risulta positiva, decrescente e infinitesima, dunque per il criterio di
Leibnitz tale serie converge.
25
Anche in questo caso non `e semplice determinare S la somma della serie, (vedi Esercizi e 4.5) ma
si pu`o approssimarla con un errore fissato mediante la formula (12). Tale relazione significa infatti che
lerrore commesso approssimando la somma di una serie a termini alterni con una somma parziale `e
minore o uguale del valore assoluto del primo termine trascurato.
Nel caso specifico, se vogliamo conoscere S con un errore di un millesimo baster`a calcolare la
somma parziale S999 .
Esempio 3.2. Serie armonica generalizzata a segno alterno Si consideri la serie
+
X
(1)n+1
n=1
1
n
R.
Per il criterio di Leibnitz essa converge per ogni > 0. Ovviamente la serie non converge per 0
non essendo verificata la condizione necessaria per la convergenza.
Confrontiamo questo risultato con la Proposizione 3.3. Sia an = (1)n+1 n1 . Se si utilizza il
criterio di Raabe
|an |
lim n
1 = .
n
|an+1 |
Quindi se > 1 la serie converge assolutamente e quindi converge, se < 1 la serie diverge assolutamente. Se = 1 si ha la serie armonica a segno alterno che converge per il criterio di Leibnitz.
Ma tale criterio si applica anche se 0 < < 1, quindi la serie converge pur essendo assolutamente
divergente.
Analogamente se si applica il criterio degli infinitesimi
lim n |an | = 1
n
abbiamo informazioni sulla assoluta coinvergenza, e quindi convergenza, nel caso > 1 mentre per
1 si ricorre al criterio di Leibnitz.
4
4.1
Abbiamo visto che lalterazione di un numero finito di termini di una serie non influisce sul suo carattere. Esaminiamo (senza dimostrazione) alcune propriet`a delle serie che riguardano invece lalterazione
di un numero infinito di termini. La situazione `e molto pi`
u complicata, vengono a mancare per somme
infinite propriet`a elementari delle somme finite, quali lassociativit`a e la commutativit`
a.
Il seguente esempio mostra che la somma infinita non `e associativa. Se infatti la somma infinita
+
P
(1)n , che non `e determinata avrebbe due somme diverse
fosse associativa, la serie
n=0
+
X
n=0
4.1
Riordinamenti
26
Il successivo esempio mostra che la somma infinita non `e commutativa. Se infatti la somma infinita
+
P
(1)n1 n1 = S,
fosse commutativa, la somma della serie armonica generalizzata a segno alterno
n=1
sarebbe nulla. Invece, per la stima del resto data dal criterio di Leibnitz, risulta |S S2 | a3 ovvero
S 1 + 1 1/3 da cui 0 < 1 S 5 . Usando il Teorema 1.2
2
6
6
S =
S/2 =
+
X
n=1
+
X
(1)n1
1
1 1 1 1 1 1 1
= 1 + + + + ...
n
2 3 4 5 6 7 8
(1)n1
1
1 1 1 1
= + + ...
2n
2 4 6 8
n=1
Sommando le precedenti due espressioni si osserva che i termini positivi della prima serie restano
inalterati, quelli negativi hanno denominatore pari e quindi si dividono tra quelli multipli di 4 e quelli
non multipli di 4. I termini negativi il cui denominatore non `e multiplo di quattro vengono cancellati
nella somma con i termini positivi della seconda serie, i termini negativi il cui denominatore `e multiplo
di quattro vengono sommati con i termini positivi della seconda serie. Questi hanno denominatore
multiplo di 4 e quindi si ottengono termini negativi con denominatore multiplo di 2. Ovvero
+
+
X
X
1
3
1 1 1 1 1
n1 1
(1)
(1)n1
S =
= 1 + + + + ...
2
n
2n
3 2 5 7 4
n=1
n=1
+
P
n=0
an ha la propriet`
a associativa se per ogni {nk } successione crescene
di numeri naturali, la serie di termine generale bk = ank1 + + ank ha lo stesso carattere della serie
an
Teorema 4.1. Ogni serie regolare ha la propriet`
a associativa
Dimostrazione. Sia
+
P
n=0
K
X
k=0
bk =
nK
X
ak = SnK
k=0
essendo {SnK } estratta dalla somma parziale relativa alla serie di termine generale an . Se {SN }
ammette limite, anche la sua estratta e quindi {TK } ammettono lo stesso limite.
4.1
Riordinamenti
Definizione 4.2. Se
27
+
P
n=0
riordinamento di
+
P
an la serie
n=0
+
X
ak(n)
n=0
somma parziale relativa alla serie di termine generale {ak(n) }nN . Risulta
+
P
n=0
s la somam della serie. Anche il riordinamento `e a termini positivi, avendo somma parziale limitata
essa `e convergente.
Il successivo risultato (che non dimostriamo) stabilisce lincondizionata convergenza con ipotesi
pi`
u deboli.
Teorema 4.3. Se una serie `e assolutamente convergente, ogni suo riordinamento `e assolutamente
convergente e la somma della serie data e della serie ottenuta riordinandone i termini coincidono.
Dunque lassoluta convergenza implica lincondizionata convergenza. Nel caso in cui lassoluta
convergenza viene a mancare, ma la serie data converge si pu`o procedere come nellesempio della serie
armonica a segno alterno ed ottenere un riordinamento che abbia carattere, e in particolare somma,
fissato a priori.
Teorema 4.4. Sia
+
P
n=0
4.2
4.2
Siano
+
P
an e
n=0
+
P
28
bn due serie numeriche di numeri reali. Si definisce serie prodotto secondo Cauchy
n=0
n=0
la serie
+
X
cn
an
+
X
bn ,
n=0
tale che cn =
n=0
n
X
ak bnk .
(13)
k=0
Il termine n-esimo della serie prodotto secondo Cauchy si ottiene sommando i prodotti dei termini
delle due serie la cui somma degli indici `e uguale ad n. Nel diagramma seguente, i termini della serie
prodotto si ottengono sommando gli elementi delle diagonali. Quindi la somma parziale n-esima della
serie prodotto secondo Cauchy si ottiene sommando tutti gli elementi che si trovano al di sotto della
diagonale n-esima.
b a
a50 5
Per comprendere che ci si aspetta un risultato del genere
moltiplicando due serie, si provi a moltiplicare due polinomi
b1 a4
a4
n
n
(an x + +a0 )(bn x + +b0 ) e si calcoli il valore del prodotto
b2 a3
in x = 1, si ottiene uno sviluppo analogo a quello del prodotto
a3
alla Cauchy di due serie.
b3 a2
Ci si chiede se il prodotto alla Cauchy di due serie convergenti
a2
`e una serie convergente e se la sua somma `e il prodotto delle
b4 a1
a1
somme delle serie di partenza. Questo non `e vero a meno di
ipotesi aggiuntive come illustrato nei successivi risultati.
a0
b0
b1
b2
b3
b5 a0
b5
b4
Teorema 4.5. Siano {an }nN , {bn }nN e {cn }nN la successione definita da (13).
i) Siano {an }nN , {bn }nN a termini non negativi. Se
converge e risulta
+
X
n=0
ii) Se
+
P
n=0
an ,
+
P
an
+
X
bn =
+
P
an ,
bn convergono, allora
n=0
n=0
+
X
+
P
cn .
+
P
cn
n=0
(14)
n=0
n=0
+
P
n=0
n=0
m
X
n=0
an
Bm =
m
X
bn
n=0
Cm =
m
X
cn
n=0
m N.
(15)
4.2
29
il teorema di regolarit`
a delle serie a termini positivi, risultano
successioni limitate dalla somma delle rispettive serie. Siano
X
X
A, B 0 tali che limm Am = A e limm Bm = B. Per ogni
a0X
X
m N si ha Am A e Bm B.
b0
bX
b2m
m
Daltra parte Cm Am Bm quindi ogni m N risulta Cm AB e quindi per il teorema di regolarit`
a
essendo Cm limitata e somma parziale di una serie a termini positivi, detta serie risulta convergente.
Sia C = limm Cm , utilizzando il teorema di confronto per successioni nella (15) si deduce C = AB.
(ii) Poich`e le serie sono assolutamente convergenti per la prima parte del teorema la serie prodotto
+
+
P
P
delle serie
|an | e
|bn | converge alla somma serie di termine n-esimo
n=0
n=0
n =
n
X
k=0
|ank bk |.
+
P
an e
|Am Bm Cm |
k=0
|ak bnk |
n=0
n=0
confronto.
` sufficiente dimostrare che
Resta da dimostrare la (14). E
2m
X
+
P
m
X
k=0
|ak bnk |
(16)
supponendo infatti di avere tale disuguaglianza, per m + il secondo membro tende a zero e quindi
AB = C. Cerchiamo mediante il diagramma precedente di capire la disuguaglianza (16). Come visto
in precedenza i termini Am Bm Cm hanno indici solo nei punti segnati da ma non segnati da X.
Possiamo maggiorare aggiungendo i termini in valore assoluto con indice nei punti che hanno lesclusivo
simbolo . Aggiungendo e sottraendo i termini in valore assoluto con indice nei punti contrassegnati
sia da , sia da , sia da X si ha la (14).
Questo conclude la dimostrazione
Enunciamo senza dimostrare, il seguente risultato.
Teorema 4.6.
+
+
P
P
bn converge, allora la serie prodotto alla Cauchy delle
an converge assolutamente e
Se
n=0
n=0
+
P
n=0
cn converge e se
+
P
n=0
an ,
+
P
n=0
4.3
Prodotti infiniti
30
Esempio 4.2. Vi sono serie assolutamente convergenti che moltiplicate danno serie convergenti, e
serie convergenti non a termini positivi che moltiplicate per danno serie non convergenti
+
P (1)n
La serie armonica a segni alterni, moltiplicata per se stessa converge, mentre la serie
n
n=1
risulta
Infatti se an = bn = (1)
n
cn =
n1
X
k=1
(1)n1k (1)k
= (1)n1
nk
k
1
1
1
+
+ +
n 1 2(n 2)
n1
n
X
k=0
Osservato che
(1)n
.
k+1 nk+1
k + 1 n k + 1 k + 1 n + 1 = n + 1 si ha
|cn |
n
X
k=0
1
1 X n+1
=
=
=1
n+1
n+1
n+1
k=0
+
P
cn non converge.
n=0
4.3
Prodotti infiniti
Assegnata una successione {an }nN di numeri reali, per ogni m N, si definisce prodotto parziale
m-esima di {an }nN il numero reale
Pm := a0 a1 am .
La successione {Pm }mN viene denominata prodotto infinito di termine generale n-esimo an . Un
prodotto infinito viene indicata con il simbolo
+
Y
an
n=0
4.4
31
an = lim Pn .
n=0
n=0
4.4
Pn
Pn1
Si considera {an }nN una successione di numeri complessi, ovvero una funzione n N 7 an C.
La successione {an }nN C si dir`
a convergente in C ad un valore C se
> 0, N tale che n risulta |an | < .
Si noti che questa definizione `e formalmente analoga a quella della convergenza di una successione
reale, ove il modulo sostituisce il valore assoluto, ovvero la convergenza ad C della successione
{an }nN C equivale alla convergenza a zero della successione reale {|an |}nN .
Viceversa non potremo parlare di positiva o negativa divergenza di successioni in C non essendo
tale campo ordinato.
Alla successione {an }nN vengono associate le successioni reali {Re(an )}nN , {Im(an )}nN , {|an |}nN .
Definizione 4.3. Si dice che una successione di numeri complessi diverge in modulo se
lim |an | = +
n
ovvero
M > 0, N tale che n risulta |an | > M.
Teorema 4.8. Siano {an }nN C ed C. Sono equivalenti le sequenti due proposizioni
a) lim an =
n
b) lim Re (an ) = Re ()
n
4.4
32
N N
+
X
an .
n=0
N
P
n=0
an = lim
N
n=0
N
X
an
risulta convergente.
N N
an .
n=0
n=0
lenti
a)
+
P
+
P
an `e convergente
n=0
b)
+
P
n=0
Re (an )
+
P
n=0
n=0
an =
+
X
n=0
Re (an ) + i
+
X
Im (an ).
n=0
P
|an |
Associando ad una successione di numeri complessi {an }nN C la serie di numeri reali +
P+ n=0
si introduce il concetto di assoluta convergenza o convergenza in modulo. La serie n=0 an si dice
P+
P+
assolutamente convergente se la serie
n=0 |an | converge. La serie
n=0 an si dice divergente in
P+
modulo se la serie n=0 |an | diverge positivamente.
Come in campo reale si dimostra che ogni serie complessa assolutamente convergente `e convergente.
Lo studio delle serie in campo complesso viene ricondotto in definitiva allo studio delle serie reali.
4.5
P+
n=0 z
33
converge e risulta
+
X
zn =
n=0
1
.
1z
Viceversa se |z| 1 tale serie diverge in modulo. Linsieme di convergenza per`o non `e pi`
u un intervallo
ma un disco del piano complesso.
4.5
n
X
f (k) (x0 )
k=0
k!
(x x0 )k
f (n) (x0 )
f (x0 )
(x x0 )2 + +
(x x0 )n .
2
k!
il polinomio di Taylor di grado n in x0 per f . Siamo tentati di associare a tale polinomio la serie
=
+ (k)
X
f (x0 )
k!
k=0
(x x0 )k
ci chiediamo se tale serie converge e per quali valori di x la somma della serie `e proprio f (x)
Utilizzando i criteri si ora visti potremo stabilire linsieme degli x R per cui la serie converge.
La risposta alla seconda domanda `e molto pi`
u delicata e verr`a affrontata nei corsi successivi. Qui
ci limitiamo ad asserire che per le funzioni elementari la risposta `e positiva. In particolare
ex =
+
P
n=0
sen(x) =
xn
n!
xR
+
P
n=0
cos(x) =
+
P
n=0
+
P
n=1
+
P
n=0
1
1x
+
P
xR
2n
xR
x
(1)n (2n)!
log(1 + x) =
(1 + x) =
2n+1
x
(1)n (2n+1)!
(1)n1 xn
(1)(n+1) n
x
n!
xn
+
P
n=0
2n+1
(1)n x2n+1
|x| < 1
|x| < 1
n=0
arctgx =
x (1, 1]
+
P
n=0
1
n! ,
x (1, 1].
cos` come lg 2 =
+
P
n=1
(1)n1 n1 e
+
P
n=0
(1)n
2n+1 .
34
1
n
2.7 Applicazione: il comportamento della serie armonica generalizzata e stima della somma.
35
Esercizi
Esercizi
E.1 Calcolare il massimo e minimo limite della successione an = (1)n sen n 2 , n N.
E.2 Al variare di r > 1, determinare, se esiste, il limite della successione definita per ricorrenza
(
a0 = r
an+1 = 21 an + arn
36
Esercizi
37
E.9
+
P
n=0
E.10
+
P
n=1
1+
1+
1
2
1
3
+
+
1
4
1
9
+ +
+ +
1
2n
1
3n
n
n
ln(x + x2 )
per tutti gli x per cui la successione an = ln(x + x2 )
`e ben definita.
en
nn
al variare di R .
+
P
n=0
E.12 Provare che `e finito il seguente limite (si indica con ed `e la costante di Eulero Mascheroni).
!
N
X
1
lim
lg N
N
n
n=1
E.13 Dimostrare la seguente generalizzazione del Lemma 3.4: Se possiamo dividere una successione
{an }nN tra due sottosuccessioni, in modo che tutti gli elementi della successione appartengano
a qualcuna di esse, e se entrambe hanno lo stesso limite , allora {an }nN converge ad .
E.14 Verificare che la somma della serie armonica a segno alterno
gli sviluppi di Taylor. Si dimostri preliminarmente che
2N
X
(1)k+1
k=1
+
X
n=1
N
X
k=1
+
P
n=1
(1)n+1
n
2N
N
X
1 X1
=
k
k
k=1
k=1
(1)n+1 Xn = 1 ln 2 +
1
3 1
4
1
n+1
ln + ln + + ln
+ . . . converge
2
2 3
3
n
n
2N
1 X
(1)k+1 Xk + ln(N + 1)
=
k
k=1
(si vedano gli esercizi 6.46,6.47, 6.48 di [8] oppure le dispense dellanno accademico 2006-2007)
E.15 Completare la dimostrazione del Teorema 1.2.
E.16 Dimostrare la relazione (5), della Proposizione 2.10.
E.17 Saper spiegare perch`e sussistono le relazioni (6), (7) nellEsempio 2.4
E.18 Spiegare in dettaglio lultima parte della dimostrazione della Proposizione 2.10: Passando al
limsup su n e mandando a zero si ha lasserto.
E.19 Spiegare in dettaglio la disuguaglianza delle somme data dalla relazione (11)
Esercizi
38
+
P
n=0
S.2.
+
P
n=1
S.3.
+
P
+
P
1
2n ;
n=1
lga
n+1
n
cos
1
n
n=1
S.4.
+
P
n=1
S.5.
+
P
1
2n .
al variare di a > 0, a 6= 1.
1
.
k+1+ k
(1)n 2
4n
3
n=0
S.6.
+
P
en
n=1
S.7.
+
P
n=1
S.8.
+
P
n=0
S.9.
+
P
3n+1
.
4n+2
n=1
S.10.
+
P
n=1
S.11.
+
P
n=0
S.12.
+
P
n=0
S.13.
+
P
n=2
S.14.
+
P
+
P
n=0
S.16.
+
P
n=0
S.17.
+
P
n=1
1
n2 +n
(x 1)n al variare di x R.
2nx al variare di x R.
1
n ln n
al variare di R+ .
ln 1 +
n=1
S.15.
1
n
nn
2n .
n
2n .
1
n! .
1
n3
Esercizi
S.18.
+
P
n=0
S.19.
+
P
n=1
S.20.
+
P
n=1
S.21.
39
xn
n!
al variare di x R.
cos n
n2
n
nn
al variare di R.
+
P
3
n=0
S.22.
+
P
n=1
S.23.
+
P
n=2
S.24.
n!
nn
1
ln n
+
P
n=0
S.25.
+
P
n=1
S.26.
+
P
n3 + 1 n .
al variare di N.
n2 + 1 n
1
n3 +n ln n
(e1/
n=1
S.27.
+
P
n=1
S.28.
+
P
n=0
S.29.
S.30.
+
P
n=0
S.31.
+
P
n=0
S.32.
+
P
n=0
S.33.
+
P
n=1
S.34.
+
P
n=1
S.35.
1 cos n1
+
P
n=1
2k+1
k4 +4k+3
+
P
n=0
1)
n
2n+1
n+1
3n
n3 2n
en
n!
1
(x+n)(x+n+2)
(1)n n
n2n
al variare di x R.
al variare di R.
cos(n)
.
ln(n2 +1)
(1)n sin 1n .
Nota finale-Bibliografia
40
Nota finale
Se questi appunti costituiscono la base dello studio di questo argomento, `e altres` importante saper
consultare dei testi (vedi bibliografia) e confrontare con essi gli appunti presi a lezione.
Essenzialmente questa trattazione segue i testi [5], (Capitolo 9 eccetto paragrafi 9.5, 9.8) e [1]
(Capitolo 9 molti degli argomenti trattati nellAppendice 9). Per ulteriori approcci pi`
u complessi ma
anche molto interessanti si consultino [6] e [9].
I cenni dati a lezione sulle successioni definite per ricorrenza si possono ritrovare in [MSCalcolo].
La preparazione relativa agli esercizi parte da quelli svolti in aula ovvero segnalati in questa disoensa,
ma va completata svolgendone molti altri che si possono trovare in [8], [2], [7], nelle prove dappello
dellanno accademico 2006/2007 e in quelle degli anni precedenti del Dott. DAmbrosio.
Questa dispensa potrebbe contenere sviste ed errori, vi prego di segnalarmeli, ad esempio via email.
Riferimenti bibliografici
[1] Acerbi E., Buttazzo G., Primo corso di Analisi Matematica, 1997 Pitagora Editore
[2] Alvino A., Carbone L., Trombetti G., Esercitazioni di Matematica I/1,2, 1998 Liguori Editore.
[3] Campiti M., Analisi Matematica I, Lezioni ed esercizi, 1995 Liguori Editore.
[4] DAmbrosio L., Appunti ed esercizi per il corso di Analisi 2, Anno Accademico 0506.
[5] Fiorito G., Analisi Matematica 1, 2007 Spazio Libri Editore
[6] Giusti E., Analisi matematica 1, 1988 Bollati Boringhieri.
[7] Giusti E., Esercizi e complementi di Analisi matematica 1, 1991 Bollati Boringhieri.
[MSCalcolo] Marcellini P., Sbordone C., Calcolo, 1992 Liguori Editore.
[8] Marcellini P., Sbordone C., Esercitazioni di matematica. Vol. 1/2, 1995 Liguori Editore.
[9] Rudin W., Principi di Analisi matematica, 1991 McGraw-Hill.