Rosario Tomarchio - Storia Dei Sintetizzatori
Rosario Tomarchio - Storia Dei Sintetizzatori
Rosario Tomarchio - Storia Dei Sintetizzatori
SINTETIZZATORI
a cura di
ROSARIO TOMARCHIO
Tesina di
Storia ed estetica della
musica elettroacustica ed
informatica
Biennio Tecnologico
2014/15
Data
SOMMARIO
Sommario ........................................................................................................ I
Introduzione .................................................................................................. II
Capitolo I: ORIGINI.................................................................................... 1
Premessa.................................................................................................... "
Origini e precursori ................................................................................. "
INTRODUZIONE
I SINTETIZZATORI
Descrizione generale
Il sintetizzatore (abbreviato anche in synth dal termine in inglese) uno
strumento musicale che appartiene alla famiglia degli elettrofoni. un apparato
in grado di generare autonomamente segnali audio, sotto il controllo di
un musicista o di un sequencer. Si tratta infatti di uno strumento che pu
generare imitazioni di strumenti musicali reali o creare suoni ed effetti non
esistenti in natura. Attualmente troviamo anche sintetizzatori virtuali (VST), che
assolvono a questo compito interamente a livello software e che si appoggiano
su schede sonore interne o esterne collegate ad un Personal Computer.
Il sintetizzatore generalmente comandato per mezzo di una tastiera simile a
quella del pianoforte, ma non mancano realizzazioni destinate ad essere gestite
mediante il fiato, la pressione, le corde di una chitarra o altri tipi di controller
come sensori a raggi infrarossi.1
I sintetizzatori utilizzano vari metodi per generare il segnale. Tra le pi famose
tecniche di sintesi di forme d'onda abbiamo: sintesi sottrattiva, sintesi additiva,
sintesi wavetable, sintesi per modulazione di frequenza, la sintesi per distorsione
di fase, sintesi per modelli fisici e la sintesi basata su campioni. Altri tipi di sintesi
meno comuni comprendono sintesi per subarmonici, una forma di sintesi
additiva via subarmoniche (usato nel Mixtur-Trautonium), e la sintesi
granulare..2
1
http://it.wikipedia.org/wiki/Sintetizzatore
Trad. http://en.wikipedia.org/wiki/Synthesizer
ii
iii
Capitolo 1
EVOLUZIONE STORICA
PREMESSA
L'argomento riguardante i sintetizzatori, per quanto ad un grande pubblico oggi
possa risultare ancora lontano, stato gi ampiamente trattato da diversi punti di
vista e a diversi livelli di approfondimento, cercare di esaurire in questo contesto
tutto lo scibile in materia cosa inattuabile. Per questo motivo si proceder a
riassumere soltanto per grandi linee quelle che sono state le premesse dell'avvento
dei sintetizzatori.
ORIGINI E PRECURSORI
Per quanto difficili da tracciare le origini del sintetizzatore vengono spesso
assimilate da pi fonti in un percorso condiviso in maniera omogenea,
ciononostante mi permetto di indicare un percorso alternativo che piuttosto che
partire dall'origine elettrica, potrebbe prendere spunto dall'origine concettuale, se
cos fosse si potrebbe andare alla ricerca di tutti i percorsi che ha avuto il concetto
di sintesi nell'uomo musicale dalle origini, si potrebbe addirittura concepire l'idea
della costruzione di strumenti come il rombo o i primi strumenti a fiato come
tentativo di "sintetizzare" il suono degli insetti o degli uccelli. Ma senza andare a
scavare troppo in profondit si potrebbe anche partire dal III secolo a.C. con
l'invenzione dell'organo, che si ritiene fosse gi dotato di registri, anche se
probabilmente a livello concettuale sarebbe pi corretto scorrere in avanti nel
tempo l'evoluzione dell'organo fino a giungere all'imitazione attraverso
1
http://en.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_von_Kempelen%27s_Speaking_Machine
http://www.hps.cam.ac.uk/whipple/explore/acoustics/hermanvonhelmholtz/helmholtzssynthesizer/
Nel 1997, il regista statunitense Reynold Weidenaar ha realizzato il documentario Magic Music From
Telharmonium sulla storia ed il funzionamento dello strumento, rimettendo in funzione l'unico esemplare
fortunosamente conservatosi.
che
risponda
alle
necessit
dei
musicisti6.
http://www.suonoelettronico.com/cap_iiii_2_1_dal50.htm
Capitolo 2
EVOLUZIONE TECNOLOGICA
Si deve all'avvento del transistor di William Schockley,
la possibilit di rendere gli strumenti elettronici
pi piccoli e portabili.
Trad. Manning, Peter. Electronic and Computer music - Fourth edition. OXFORD, p.101
Trad. http://en.wikipedia.org/wiki/Synthesizer
musica
10
L'invenzione dei filtri deriva dalle formulazioni dei grandi matematici C.P. Gauss, F. Bessel, P. Chebyshev,
S. Butterworth e W. Cauer
si
deve
William
Duddell
nel
1899
controlli di solito agiscono sul livello iniziale di gain e i vari livelli delle fasi
dell'inviluppo. L'inviluppo visto pocanzi in realt una delle caratteristiche
principali dei sintetizzatori ed ha delle applicazioni molteplici, applicato alla
frequenza di un oscillatore potr creare glissati pi o meno complessi, usato per
pilotare il cutoff del filtro simuler il decadimento di armoniche tipico di tanti
strumenti acustici11. Quasi esclusivamente nei synth modulari era anche
presente un mixer o un merger che permetteva di miscelare i diversi suoni a
volumi separati. Spesso presente anche un modulo dedicato al Portamento
che serve proprio ad interagire sulla possibilit di glissare fra una frequenza ed
un altra. Altro componente fondamentale dei modulari era il Sequencer un
circuito che automatizza il sintetizzatore in modo da registrare e riprodurre delle
sequenze di eventi (Step), in modo ciclico e ripetitivo. Simile al sequencer
l'Arpeggiatore in cui per gli eventi sono direttamente connessi ai tasti premuti
sulla tastiera. Un ultimo argomento importante per i sintetizzatori modulari e
non solo riguarda gli effetti, che aprono ad orizzonti talmente vasti da non
poter essere indagati in questa sede, ci limiteremo dunque ad indicare i pi
utilizzati: il Ring Modulator un circuito che combina due fonti audio facendo
uscire un segnale contenente la somma e la differenza delle frequenze in
ingresso ottenendo risultati solitamente percussivi, il Chorus basato sulla
somma di linee di ritardo con un effetto simile ad un coro appunto, il Flanger
simile al chorus ma con linee di ritardo pi brevi e crea dunque dei suoni in
controfase o in battimento, il Phaser basato sull'utilizzo di filtri che agiscono
sulla fase solo di alcune frequenze per finire con l'Equalizzatore che pemette di
enfatizzare o abbassare solo alcune frequenze ed il Rivebero, l'Echo ed il
Delay che come quasi tutti sanno agiscono sulla ripetizione del suono in entrata
in tempo differito.
11
http://www.sintetizzatore.com/index.php/inviluppi
vd. http://www.sintetizzatore.com/index.php/sintesi-vettoriale
13
Trad. Chadabe, Joel. Electric sound - The past and the promise of Electronic Music. PRENTICE HALL, p.147
14
Walter Carlos e fra gli altri da Keith Emerson degli Emerson, Lake and Palmer in
LUCKY MAN, ma tutt'oggi in uso sia nelle riedizioni analogiche che nei
riadattamenti in formato VST. Per quanto riguarda invece i sintetizzatori
normalizzati hanno i vari moduli gi interconnessi, sono spesso pi semplici
da usare e richiedono una conoscenza della sintesi del suono meno
approfondita, sono facilmente trasportabili e hanno la tastiera gi connessa al
generatore di suoni15. Bisogn attendere il MiniMoog (1970) al quale si
oppose per tutti gli anni settanta la ARP (che prendeva il nome dal fondatore
Alan Robert Pearlman), soprattutto nel modello Odyssey (1972) che pur
avendo un oscillatore in meno rispetto al minimoog fu uno dei primi a
permettere la duofonia (la possilibit di produrre due suoni simultaneamente), un
altra famosa casa di produzione di sintetizzatori delle origini fu la EMS
(Electronic Music Studios) di Peter Zinovieff, che si lanci sul mercato con
un synth portatile in concorrenza con il MiniMoog il VCS3 (1969) e divenne
molto famosa con i vari modelli del SYNTHI (1972) reso celebre dalla traccia
ON THE RUN dei Pink Floyd. Tra questi due tipi esiste un terza forma di
sintetizzatore il semi-normalizzato, uno strumento che ha gi un numero
definito di moduli, le interconnessioni sono gi preimpostate ma possibile
reimpostarle ed facilmente interfacciabile con altri sistemi modulari. Il pi
famoso di questi sintetizzatori sicuramente l' ARP 2600 (1971).16
15
http://www.sintetizzatore.com/index.php/modulari-e-normalizzati
SINTETIZZATORI POLIFONICI
Fino a questo momento abbiamo parlato di sintetizzatori che erano grado di
sviluppare soltanto una o al massimo due voci simultaneamente, ma nei primi
anni '70 l'esigenza di avere synth polifonici crebbe in maniera esponenziale,
Tom Oberheim (fondatore di un altra famosa casa produttrice di synth che
prese il suo nome) fu uno dei primi ad intercettare questa necessit e produsse il
primo synth polifonico, l'Oberheim 2-4-8 voice (1975-1979) tre diversi modelli
a seconda del numero di moduli, il sistema era basato su moduli SEM
(Synthetizer Expansion Module). La vera spinta all'avvio dei sintetizzatori
polifonici fu data dall'introduzione delle tecnologie digitali nella produzione di
strumenti musicali, che resero possibile la costruzione di sintetizzatori
programmabili e dotati di memoria (all'inizio rom, in seguito eprom)17. La
possibilit di memorizzare i "Programmi" o semplicemente i suoni, era stato
fino a quel momento un altro punto debole dei synth, le soluzioni fino a quel
momento erano tutte poco ortodosse, dalle fotografie dei pannelli, i pannelli
forati, le schede perforate fino all'utilizzo di preset realizzati su modelli come
l'Arp Prosoloist (1972) e il Polymoog (1975) o il Moog Satellite (1973) per
finire con la soluzione, che attu l'importante casa costruttrice Yamaha, con il
modello CS80 (1976), vale a dire quattro pannelli di controllo richiamabili. Ma
la vera rivoluzione sia nel campo della polifonia ,che per quanto riguarda la
possibilit di memorizzare, si ebbe con l'uscita del primo prodotto di un'altra
casa fondamentale nella storia dell'innovazione tecnologica dei synth, la
Sequential Circuits18 con il modello Prophet 5 (1978) fu tra i primi
sintetizzatori a integrare un sistema di memorie basato sul microprocessore
16
Ibidem
17
http://www.suonoelettronico.com/cap_iiii_2_3_prodinst.htm
18
Venduta alla Yamaha Corporation nel 1987 e proseguito la produzione sotto il nome del fondatore Dave
Smith Instruments, fino al 2015 momento in cui ha riacquisito i diritti del marchio Sequential Circuits Inc.
(SCI)
Zilog Z80 utilizzato poi in vari altri strumenti come il Memorymoog (1981) e
il Roland Jupiter 8 (1981); con l'uso di questo integrato era possibile
finalmente registrare un programma fatto dall'utente e richiamarlo in qualsiasi
momento. Gi da tempo sia Buchla che Zinovieff avevano iniziato a lavorare e
a pensare in digitale, non di meno il primo sistema ibrido (analogico a controllo
digitale) usc addirittura nel 1971 e si trattava del Buchla 500 Series ma siamo
alla fine degli anni settanta e la digital era sta per avere inizio.
Oberheim - 4 voice
S.C. - Prophet 5
SINTETIZZATORI DIGITALI
I synth, gi in circolazione nel 1978, generavano suoni in molti modi differenti.
Potevano generarli in sintesi fm, waveshaping, sintesi additiva e sintesi per forme
d'onda fissa. Ed erano multitimbrici19. Alcuni modelli che esemplificano questo
momento storico di passaggio sono il primo sintetizatore a produzione sonora
interamente digitale prodotto della NED (New England Digital) il
Synclavier (I e II) (1977/78) e l'australiano Fairlight CMI (1979) considerati
le "Rolls Royce" del mondo dei synth vintage. Il primo, basato sulla sintesi in
FM, permetteva 64 voci di polifonia, un sampler a 16 bit 100khz a frequenza di
campionamento variabile, possibilit di registrare fino a 16 tracce a 50 khz, 76
tasti pesati con velocity e aftertouch, una memoria di 32mb di ram (espandibile fino
a 768!), il secondo aveva caratteristiche simili ma nasceva come campionatore
digitale dotato di sequencer, basato pi quindi su processi di risintesi. Altri due
modelli fondamentali sono il primo, basato su sintesi per campioni o wabetable,
della casa tedesca PPG (Palm Products GmbH)20 prodotto in serie composta
da diversi modelli chiamato Wave (1981); l'altro della compagnia americana
E-Mu Systems prodotto anch'esso in serie di vari modelli chiamato Emulator
(1982) basato sul campionamento e sull'utilizzo dei floppy disk come supporto
di memorizzazione. Siamo giunti ad un punto fondamentale dell'evoluzione
tecnologica non solo dei sintetizzatori ma degli strumenti elettronici in genere,
l'anno 1983 infatti segn con l'uscita del protocollo MIDI, presentato nella
tastiera PROPHET 600 della Sequential Circuits, l'inizio dell'era digitale e di
un modo nuovo di intendere l'utilizzo dei sintetizzatori che in gran parte
giunto fino ad oggi. L'idea part dalla casa giapponese Roland e incontr subito
i favori di Tom Oberheim e Dave Smith (Sequential Circuits), successivamente
tutte le grandi case produttrici trovarono un accordo per quella che fu forse la
19
11
20
21
Una definizione interessante fu data proprio da Tom Oberheim "La teoria che sta dietro la realizzazione del
MIDI che si pu collegare qualsiasi cosa con qualsiasi cosa". Trad. vd. 12. Pg. 195
22
12
Siamo giunti agli anni '90, caratterizzati dalla nascita di una nuova tecnica di
sintesi, la sintesi per modelli fisici, una sintesi che usa equazioni ed algoritmi per
simulare il naturale processo fisico che genera i suoni, tra i primi modelli
matematici applicati sicuramente quello di Karplus e Strong del 1983, che
definisce il comportamento di una corda pizzicata o percossa [...]. Nel 1994 la
Yamaha costruisce il VL1 (1994) il primo sintetizzatore commerciale a modelli
fisici23, un altro prodotto simile fu il Korg Prophecy (1995) e successivamente
un altro prodotto molto apprezzato il Nord Modular (1998) della casa svedese
Clavia. Per esaurire l'argomento legato all'evoluzione dei sintetizzatori bisogna
rivolgere ancora una volta lo sguardo all'evoluzione delle tecniche di sintesi, il
caso della sintesi a reti neurali, una sintesi basata sui concetti matematici delle
reti neurali, il cuore di questa sintesi sono i generatori detti Resynator che sono
divisi in regioni chiamate Scape e Sphere. Gli Scape non sono altro che modelli
fisici virtuali complessi ottenuti da campionamenti che si adattano alle richieste
fatte dal programmatore, attraverso le opzioni presenti nelle Sphere e
all'interazione con gli inviluppi e altri modulatori24, il Neuron Hartmann
(2002), di questo sintetizzatore (come di molti altri) esiste anche la versione
virtuale il Neuron VS (virtual synth) approfittiamo di essere giunti a questo
punto, per entrare nel prossimo capitolo dove parleremo dei sintetizzatori
virtuali. Non prima per di accennare allo status attuale dei sintetizzatori reali,
che tende verso il ritorno all'utilizzo dell'analogico e alla realizzazione di synth
molto piccoli e versatili, pregevoli i risultati ottenuti dalla casa svedese Teenage
Engineering con l'incredibile OP-1 (2011) e da un infinit di prodotti della
casa Korg fra cui citiamo il Kaossillator (2007) e la serie Volca (2014).
23
http://www.sintetizzatore.com/index.php/definizione-di-sintesi-per-modelli-fisici-
24
http://www.sintetizzatore.com/index.php/sintesi-a-reti-neurali
13
CMI - Fairlight
PPG - Wave
Yamaha - DX7
Hartmann - Neuron
14
SINTETIZZATORI VIRTUALI
A partire dalla seconda met degli anni 90, con la diffusione di massa
dellinformatica e di sistemi operativi user friendly, nel campo della sintesi
digitale si assistito a un proliferare di software, commerciali e non, che
coprono qualsiasi esigenza e aprono le porte a infinite possibilit di generazione
sonora. [...] Tutti questi software basano comunque il loro funzionamento sulle
ricerche condotte da Max Mathews e dagli altri pionieri della digital music25.
Esistono per sintetizzatori pi evoluti in grado non solo di emulare in generale
il funzionamento dei sintetizzatori o alcuni sintetizzatori in particolare (i pi
famosi sono gli emulatori dei prodotti Moog della Arturia e ARP della MAudio), ma in grado anche di generare o lavorare su processi o forme d'onda
inusitati. Questi possono essere considerati synth virtuali puri, e fra questi nella
sottocategoria dei MODULARI individuiamo Max-Msp, l'AAS (Applied
Acoustics) Tassman4 e il Reaktor della NI (Native Instruments), fra i
SEMIMODULARI e LINEARI domina ancora la casa NI con i prodotti
Absynth e il Massive, famosi anche per il synth virtuale a modulazione di
frequenza
FM8.
La
casa
svedese
domina
anche
nel
settore
dei
http://www.suonopuro.it/sintesi/sintesi.html
26
http://it.wikipedia.org/wiki/Plugin_%28informatica%29
15
16