2 Dispositivi Affidabilità
2 Dispositivi Affidabilità
2 Dispositivi Affidabilità
dispositivi biomedici
Una definizione di carattere generale
Uno strumento, un apparato, un arnese, una macchina, uninvenzione,
un reagente in vitro o un altro oggetto similare o correlato, compreso
ciascun componente, ciascuna parte o ciascun accessorio per il quale
previsto luso in medicina.
Tale uso pu riferirsi alla diagnosi di una malattia o di un altro stato, o
alla cura, alleviamento, trattamento o prevenzione di malattie
delluomo.
(Es: organi artificiali, protesi, dispositivi percutanei ecc. ma anche aghi,
siringhe, fili da sutura, telini operatori, guanti, ecografi..)
Dispositivo medico
La normativa ISO 10993
Oggi: 18 parti
Quasi tutte le parti sono
state rielaborate e
riemesse tra il 2009 e il
2010
Dispositivo medico secondo EN-ISO
Dispositivo medico secondo EN-ISO
Organo artificiale
Un dispositivo medico che sostituisce in
parte o completamente le funzioni di uno
degli organi del corpo umano
Protesi
Un dispositivo medico che sostituisce un
arto, un organo od un tessuto del corpo
umano
Bioprotesi
Una protesi impiantabile costituita
totalmente o sostanzialmente da un
tessuto biologico trattato e non vivente (es.
valvola cardiaca porcina o bovina)
Dispositivo percutaneo
Un dispositivo medico che passa
attraverso la cute rimanendo in tale
posizione per un significativo lasso di
tempo (es. fili per trazione, fissatori
esterni)
Altre definizioni di interesse
Graft
Un pezzo di tessuto vivente, od un insieme
di cellule viventi, trasferito da una zona di un
donatore ad una zona di un ricevente a
scopo terapeutico/ricostruttivo
Trapianto
Una struttura completa (ad esempio un
organo) che viene trasferita da una zona di
un donatore ad una zona di un ricevente a
scopo terapeutico/ricostruttivo
Impianto
Un dispositivo medico fabbricato con uno o
pi biomateriali posto intenzionalmente
allinterno del corpo umano e totalmente o
parzialmente inglobato al di sotto di una
superficie epiteliale cutanea o mucosa (es.
impianti dentali)
La progettazione dei dispositivi medici
La progettazione di un dispositivo medico differisce da
quella di un qualunque altro componente ingegneristico?
La progettazione dei dispositivi medici
La progettazione di un dispositivo medico differisce da quella di un
qualunque altro componente ingegneristico?
.....dipende dal tipo di dispositivo!!!
In alcuni casi il dispositivo destinato a replicare le funzioni di un componente
umano (organo, arto, tessuto, ecc.)
Dunque, ingombri, masse, forma ed interfacce sono rigidamente fissate
Globalmente ci si trova di fronte ad un notevole numero di vincoli
Purtroppo i vincoli di progetto non sono sempre ben conosciuti o
identificabili
La conoscenza dellanatomia e della fisiologia spesso qualitativa e non
quantitativa
Esistono differenze tra soggetto e soggetto (non una produzione in serie)
Occorre partire da unaccurata conoscenza della struttura umana
La progettazione dei dispositivi medici
Pancreas artificiale:
Rilevare costantemente la concentrazione di glucosio (glicemia) nel sangue
Adattare la somministrazione di insulina alla concentrazione corrente
Cuore artificiale:
Conoscere i requisiti dellorganismo in termini di ossigenazione ed adattarla alle
varie situazioni (riposo, attivit fisica moderata, intensa, stati di eccitazione e
stress ecc.)
Rene artificiale:
Valutare la presenza e la concentrazione di alcune sostanze tossiche in circa
400 litri di sangue al giorno
Depurare il sangue, ed eliminare i prodotti di scarto
Ad esempio
Protesi totale danca:
Riprodurre la cinematica dellarticolazione coxo-femorale
Sopportare carichi verticali che, in condizioni dinamiche, possono essere di
entit rilevante (fino a 7 volte il peso corporeo)
Protesi vascolare:
Veicolare il flusso sanguigno pulsatile senza deformarsi in modo permanente
Garantire limitati (o assenti) fenomeni di trombogenicit
Protesi valvolare cardiaca:
Consentire il passaggio del flusso sanguigno in condizioni analoghe a quelle
fisiologiche
Aprirsi e chiudersi 60-70 volte al minuto per tutta la vita del paziente (fenomeni
di fatica)
Ad esempio(endoprotesi)
Organizzazione gerarchica del corpo umano
Occorre partire da unaccurata conoscenza della struttura umana
Organizzazione gerarchica del corpo umano
CELLULA
Unit morfologica e fisiologica fondamentale degli
organismi viventi di cui possiede tutte le propriet
metaboliche, accrescimento, riproduzione, eccitabilit e motilit.
La cellula pu esistere come unit singola (organismo
unicellulare) oppure aggregata ad altre cellule (organismo
pluricellulare). In questultimo caso tutte le cellule che svolgono
la stessa funzione sono riunite a formare un tessuto.
TESSUTO
Insieme di pi cellule correlate dal punto di vista
morfologico e funzionale che costituisce gli organi. I quattro
tipi principali di tessuto nel corpo umano sono:
1.Epiteliale (epiteli di rivestimento, epiteli ghiandolari, epiteli
sensoriali, smalto dei denti, unghie, peli ecc.)
2.Connettivo, tessuto di collegamento, sostegno e nutrimento
dei tessuti dei vari organi (ossa, sangue, cartilagini, linfa ecc.)
caratterizzato da una sostanza fondamentale nella quale sono
immerse cellule di vario tipo
3.Muscolare (cellule di forma allungata specificamente
differenziate per la funzione contrattile)
4.Nervoso, costituito da cellule specificamente differenziate per
la conduzione di impulsi elettrici (neuroni) e cellule di supporto
(gliali)
Organizzazione gerarchica del corpo umano
ORGANO
Struttura differenziata costituita da cellule e tessuti
deputata ad una o pi funzioni specifiche nellambito di un
organismo animale o vegetale. Tutti gli organi ripetono un
comune piano costruttivo nel quale il tessuto di prevalente
importanza organizzato in unit ripetute che sono riunite in
una struttura la cui impalcatura costituita da tessuto
connettivo
APPARATO
Insieme di pi organi le cui singole funzioni si sommano
dando luogo ad una funzione pi generale (digerente,
respiratoria, circolatoria, riproduttiva, locomotoria ecc.)
ORGANISMO
Essere vivente e, in quanto tale, dotato di strutture ben
distinte con propri caratteri morfologici e funzionali. In genere
si considerano caratteri peculiari degli organismi la capacit
di accrescimento, di reagire a determinati stimoli e di
riprodursi
Nel cuore....
Il funzionamento degli organi definito dallaccoppiamento e
dallintegrazione degli obiettivi funzionali dei tessuti o dei componenti
elementari
I vasi coronarici
Hanno la funzione di trasportare ed accumulare lenergia chimica associata al
flusso di sangue che li percorre
Le fibre muscolari
Convertono lenergia chimica in energia meccanica e il modo in cui esse sono
assemblate lega gli effetti contrattili locali in una contrazione complessiva che
coinvolge tutto il ventricolo
Tessuti nervosi
Che generano gli stimoli necessari alla contrazione, ne regolano intensit e
ritmo
Esempio: progettazione di un organo artificiale
Fase di identificazione dellorgano naturale
Raggruppa una serie di operazioni finalizzate a definire le specifiche di progetto
dellorgano artificiale, inclusa la raccolta di informazioni di carattere qualitativo
su forme, pesi, funzioni e interfacce.
Tali informazioni di carattere anatomico saranno poi integrate con quelle relative
alle modalit di impiego, ossia durata (permanente, temporaneo, periodico) e
tipi di impianto (intracoroporeo, extracorporeo, percutaneo.)
Fase di progettazione dellorgano artificiale
Prevede la realizzazione dei disegni costruttivi, la definizione delle modalit di
funzionamento e la scelta dei materiali da utilizzare per la costruzione del
dispositivo
Fase di verifica
Prevede lesecuzione di una serie di prove atte a valutare la rispondenza
dellorgano artificiale alle specifiche di progetto. Tali prove devono essere
effettuate a tutti i livelli, quindi sui materiali, sui singoli componenti e
sullassemblato finale
Il superamento della fase di verifica porta alla realizzazione finale ed alla
utilizzazione (produzione industriale ed uso clinico)
Progettazione di un organo artificiale
Livello 1
(cellule/materiali)
Livello 2
(tessuti/componenti)
Livello 3
(organo naturale/artif.)
Fase di
identificazione
dellorgano
naturale
Identificazione e
caratterizzazione chimico/fisica
delle cellule
Identificazione e
caratterizzazione
morfologica e funzionale dei
tessuti
Identificazione e
caratterizzazione
morfologica e funzionale
dellorgano
Fase di
progettazione
dellorgano
artificiale
Scelta dei materiali
Definizione funzionale e
disegno dei componenti
Definizione delle modalit di
assemblaggio e di
interfaccia dei componenti
Fase di verifica
Caratterizzazione
chimico/fisica /meccanica dei
materiali
Prove funzionali dei
componenti
Realizzazione del prototipo,
prove funzionali in vitro e in
vivo
Fase di
realizzazione
Produzione industriale
Fase di
utilizzazione
Uso clinico definitivo
La progettazione dei dispositivi medici
La fase di valutazione prevede tutta una serie di verifiche il cui esito pu portare a
retroazioni su operazioni o fasi precedenti la verifica stessa
Compatibilit
Le fasi di ideazione, realizzazione e valutazione, non possono prescindere da
un controllo di COMPATIBILITA
Uno dei problemi peculiari, e forse quello maggiore, che riguarda le applicazioni
dei biomateriali, quello della compatibilit con lambiente biologico.
La compatibilit investe fondamentalmente tre aspetti:
La compatibilit
1. Compatibilit MORFOLOGICA (riguarda le interfacce
dimensionali e le masse). Una protesi impiantabile deve
avere dimensioni tali da poter essere inserita al posto del
tessuto naturale, deve essere geometricamente compatibile
e deve avere una massa adeguata.
2. Compatibilit FUNZIONALE (aspetto che riguarda il ruolo
svolto dalla protesi o dallorgano artificiale rispetto al ruolo
atteso). Non sempre un dispositivo artificiale si comporta
esattamente come loriginale naturale che deve sostituire.
Talvolta non ne ha tutte le caratteristiche funzionali, talvolta
ne ha qualcuna in pi
3. Compatibilit BIOLOGICA (biocompatibilit). Riguarda
tutti gli aspetti di natura chimica e biologica che possono
indurre alterazioni dannose sia per i tessuti naturali, sia per
i materiali impiegati per la costruzione dei dispositivi a
contatto con i tessuti stessi.
La compatibilit
La compatibilit
La compatibilit nel suo complesso influenzata da un insieme di propriet che
sono legate allinterazione tra dispositivo ed organismo, interazione che inizia al
momento dellimpianto e muta dinamicamente nel tempo in funzione delle mutate
caratteristiche dellorganismo (invecchiamento?, patologie?, ecc.)
Previsioni sul lungo periodo? Difficili in assenza di una adeguata casistica
Affidabilit
Un altro concetto di fondamentale importanza nellambito del processo progettuale quello
relativo allaffidabilit del dispositivo.
indispensabile che il dispositivo medico sia caratterizzato da un elevato livello di affidabilit
in quanto spesso impossibile (ad es. se il dispositivo impiantato) effettuare operazioni di
manutenzione o sostituire eventuali componenti malfunzionanti
Le esigenze di affidabilit sono variabili in funzione di alcuni aspetti:
Appare evidente che i livelli di affidabilit e compatibilit devono essere superiori per
dispositivi a funzione vitale che devono essere permanentemente impiantati in posizione
intracorporea
Protesi valvolari cardiache
Drenaggi chirurgici
Protesi darto esoscheletriche
Affidabilit
importante tenere presente che, in forza della dinamicit dei fenomeni di
interazione tra dispositivo medico ed organismo, la compatibilit e laffidabilit
variano (solitamente peggiorano) con il trascorrere del tempo
Si voglia valutare, a titolo di esempio, laffidabilit di una protesi di anca: se I(t) la
probabilit percentuale di insuccesso, laffidabilit viene definita come complemento
allunit di I, ossia
A(t) = 100 I(t)
In genere, le cause di insuccesso sono molteplici. Nel caso della protesi danca
possiamo avere, ad esempio:
1.Infezione post-operatoria
2.Mobilizzazione (insorgere di gioco allinterfaccia con losso)
3.Usura dellaccoppiamento articolare
4.Rottura meccanica per fatica
5.Errore chirurgico
Supponendo i fattori i tra loro indipendenti (semplicistico) risulter per ognuno di essi
Ai(t) = 100 Ii(t)
Compatibilit e affidabilit
Affidabilit
Il termine osteointegrazione fu usato per la
prima volta da Albrektsson (1981) che la definiva
come una Diretta connessione funzionale e
strutturale tra osso vitale e la superficie di un
impianto sottoposto a carico
Problemi connessi allimpianto di dispositivi
1. Lesione (da intervento
chirurgico)
2. Reazione dellorganismo
alla presenza di elementi
estranei
3. Impianti che attraversano la
cute
Lintervento chirurgico (necessario
nella quasi totalit degli impianti)
provoca lesioni tissutali che possono
essere una semplice interruzione della
continuit del tessuto, o lasportazione
di porzioni pi o meno estese di
tessuto.
Lorganismo reagisce tentando di
ripristinare la continuit interrotta, e
il meccanismo secondo il quale tale
reazione avviene in forte relazione
con la biocompatibilit
La sequenza di eventi che
caratterizzano il processo
infiammatorio sono gli stessi per
lesioni accidentali o intenzionali e non
dipendono dal tipo di tessuto leso.
Il processo di guarigione di una lesione
1. I capillari lesi si vasocostringono
immediatamente in modo tale da
ridurre lemorragia
2. Le cellule endoteliali che
costuiscono la parete dei capillari
aumentano la loro attivit
3. I capillari si ricoprono di globuli
bianchi, rossi e piastrine
4. Si ha una vasodilatazione con
perdita di plasma dai capillari
5. Il plasma, combinato con i globuli
bianchi e le cellule morte dei tessuti
lesi, forma lessudato (il cosiddetto
pus)
Tutti questi eventi determinano
arrossamento, tumefazione,
aumento locale di temperatura e
dolore.
Il processo di guarigione di una lesione
Il processo di guarigione di una lesione
Il protrarsi del processo infiammatorio d
origine alle fasi proliferativa e di
rimodellamento, durante le quali cellule
giganti polinucleate aggrediscono e tentano di
rimuovere il materiale estraneo e i batteri
favorendo la produzione di collagene.
Il collagene rende possibile la cicatrizzazione
dei lembi del tessuto leso e lincapsulazione
del materiale estraneo.
In genere le fasi proliferativa e di
rimodellamento durano diverse settimane.
La cicatrice nella maggior parte dei tessuti
costituita da collagene e quindi la
cicatrizzazione da considerarsi un vero e
proprio processo di riparazione.
Solo nel caso delle ossa e del fegato la
cicatrizzazione si esplica mediante
rigenerazione del tessuto leso.
Il processo di guarigione di una lesione
Cicatrici cheloidee (cheloidi)
Lorganismo possiede la capacit di difendersi da situazioni che
potenzialmente sono in grado di danneggiarlo
I processi naturali originati da questo meccanismo di difesa (controllabili in
parte farmacologicamente) possono rappresentare un serio ostacolo
allapplicazione di dispositivi medici, in quanto lorganismo non in grado di
apprezzare gli effetti benefici che da essi possono derivare
Il problema fondamentale risiede nel fatto che laccettazione (o il rifiuto) del
corpo estraneo dipende dal riconoscimento della natura dei materiali da parte
dei tessuti, piuttosto che dalla valutazione della funzione svolta.
Esempio: i trapianti dorgano
Situazioni simili si verificano negli impianti protesici e negli organi artificiali
Nelle protesi vascolari sintetiche, esiste il rischio che il sangue coaguli sulla
superficie interna occludendo il dispositivo rendendolo inutile (se non
addirittura dannoso)
Quindi un fenomeno fisiologico, essenziale per la sopravvivenza
dellorganismo, diventa potenzialmente pericoloso quando il sangue scorre su
superfici che non sono quelle con le quali abituato ad interagire.
Lorganismo reagisce ai materiali estranei
Lorganismo reagisce ai materiali estranei
Nelle protesi vascolari sintetiche, esiste il rischio che il sangue coaguli sulla
superficie interna occludendo il dispositivo rendendolo inutile (se non
addirittura dannoso)
Quindi un fenomeno fisiologico, essenziale per la sopravvivenza
dellorganismo, diventa potenzialmente pericoloso quando il sangue scorre
su superfici che non sono quelle con le quali abituato ad interagire.
Espianto dopo 13 mesi dallintervento in cavia canina
In generale, la reazione dellorganismo alla presenza di un corpo
estraneo quella di espellerlo, o comunque eliminarlo mediante
aggressione e metabolizzazione, come accade per i liquidi (si pensi ai
farmaci iniettati nei fasci muscolari).
Nel caso in cui il materiale sia solido, lorganismo tende ad espellerlo
se mobile (es. una scheggia di legno nella cute) o ad isolarlo con una
superficie epiteliale se non pu essere spinto verso la superficie. Questo
meccanismo produce una capsula intorno al corpo estraneo.
In ogni caso, il tipo di reazione che si manifesta dipende dallinterazione
chimica tra i tessuti e i materiali estranei.
Nel caso dei metallli, laggressione dellorganismo si traduce
verosimilmente in corrosione con rilascio di ioni metallici nei tessuti. Ci
conduce ad una riduzione delle caratteristiche meccaniche del dispositivo
impiantato e alla presenza di ioni difficlmente eliminabili e talvolta tossici nei
tessuti.
I polimeri sono potenzialmente inerti dal punto di vista chimico, ma
altre sostanze usate nelle fasi di sintesi e lavorazione possono essere
rilasciate e produrre effetti tossici a livello locale o sistemico.
Risposta dei tessuti a materiali estranei
Risposta dei tessuti a materiali estranei
RISPOSTA MINIMA
RISPOSTA INDOTTA
CHIMICAMENTE
RISPOSTA
NECROTICA
RISPOSTA INDOTTA
FISICAMENTE
Impianto incapsulato da un sottile strato fibroso
(materiali inerti: gomme siliconiche, Teflon, ceramici,
leghe di Ti e Co)
modesta risposta infiammatoria acuta
(materiali bioassorbibili: acido polilattico,
suture assorbibili)
grave risposta infiammatoria cronica
(materiali degradabili: polimeri con
additivi tossici, metalli corrodibili)
Strati di detriti necrotici (cemento per ossa, adesivi
chirurgici)
risposta infiammatoria al particolato (materiali usurabili in
genere, polimeri UHMWPE, PMMA, anche metalli)
crescita di tessuto nei materiali porosi (materiali porosi,
polimeri, ceramici, metalli, compositi)
Risposta dei tessuti a materiali estranei
Al fine di evitare problemi legati alla coagulazione del sangue
(formazione di trombi) occorre controllare alcune caratteristiche
superficiali dei materiali quali:
Rugosit: il sangue coagula preferibilmente e pi velocemente
su superfici rugose e quindi per prevenire la coagulazione e
facilitare il distacco di microscopiche formazioni trombotiche
prima che raggiungano dimensioni pericolose bene che le
superfici a contatto con il sangue siano lucidate.
Bagnabilit: il sangue coagula preferibilmente su superfici
idrofobe piuttosto che su superfici idrofile
Carica superficiale: la parte corpuscolata del sangue (ed in
particolare le piastrine) carica negativamente, di
conseguenza il sangue coagula preferibilmente su superfici
elettropositive
Altri inconvenienti derivanti dallinterazione tra sangue e
dispositivi medici sono rappresentati dai danni fisici alla parte
corpuscolata per azione fisica o chimica (emolisi). quindi
essenziale garantire condizioni fluidodinamiche tali da
minimizzare sforzi di taglio e urti.
La risposta del sangue
Esistono dei dispositivi medici che, per esplicare la loro funzione, devono
attraversare la cute (drenaggi posizionati dopo un intervento chirurgico per
scaricare allesterno i prodotti di scarto del processo infiammatorio, fili metallici
per la trazione degli arti a seguito di fratture, impianti dentali endoossei ecc.)
In tutti questi casi la lesione non pu ripararsi in quanto il dispositivo rimane
allinterno della cute dovendo garantire il trasporto di materiale (o lo scambio di
forze) tra interno ed esterno
Talvolta questa condizione porta al fallimento dellimpianto (si parla in
particolare di estrusione) che si verifica essenzialmente con le seguenti
modalit:
1.Estrusione causata da marsupializzazione
2.Estrusione causata da permigrazione
3.Estrusione causata da infezione e formazione di ascesso
4.Estrusione causata da avulsione
5.Estrusione causata da una qualsiasi combinazione delle precedenti
cause
Impianti che attraversano la cute
Impianti che attraversano la cute
Estrusione per marsupializzazione
Si origina quando un dispositivo non poroso impiantato in posizione
percutanea. La proliferazione e migrazione delle cellule presenti nei bordi
lesi dellepidermide provoca la creazione di una sorta di tasca cutanea che
avvolge limpianto e diventa sede di detriti cellulari (potenziale sorgente di
fenomeni infettivi).
Limpianto, alla fine, non pi in posizione percutanea ma completamente
extracoroporeo
Estrusione causata da permigrazione
Si origina quando un dispositivo poroso
impiantato in posizione percutanea.
Inzialmente i pori si riempiono di tessuto
connettivo, presto raggiunto da cellule basali
dellepidermide (negli animali stata misurata una
velocit di permigrazione di 2 mm nei primi 10
giorni) che possono riempire totalmente limpianto
per tutta la sua estensione
Successivamente la porosit si riempie di cellule
epidermiche cheratinizzate (tessuto duro e
resistente presente nello strato corneo della pelle e
nei peli) e si presenta una situazione di isolamento
dellimpianto simile alla marsupializzazione
In presenza di un processo infettivo si
osserva lo stesso comportamento per
impianti porosi e non.
Il derma e il sottostante tessuto in contatto con
limpianto contaminato formano una spessa
capsula di tessuto infiltrato con cellule derivanti
dal processo infiammatorio acuto.
Lepidermide non riesce a crescere n intorno n
dentro limpianto e i bordi della lesione restano
vicini alla capsula anche per mesi.
Manca pertanto il sigillo epidermico e le cellule
nella capsula non riescono a combattere
linfezione.
Tali fenomeni possono presentarsi in qualunque
momento dopo limpianto e non sono eliminabili
mediante trattamento antibiotico
Estrusione causata da infezione
In alcuni casi gli impianti percutanei sono soggetti a movimenti che possono
indurre sollecitazioni meccaniche sul tessuto circostante causando il
danneggiamento del tessuto allinterfaccia (es. impianti dentali)
Ci provoca dei microematomi e la necrosi del tessuto allinterfaccia
In alcuni casi le forze in gioco sono sufficientemente grandi da estrarre
limpianto, in altri casi le forze causano lesioni locali che mantengono attivi i
processi infiammatori e le possibili sorgenti infettive
Estrusione causata da avulsione