Numeri Complessi

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POLYMATH: APPUNTI PER UNA LEZIONE


I numeri complessi: un percorso didattico tra
algebra e geometria
Luigi Tomasi, L.S. 'Galilei` di Adria (Ro), SSIS Universita di Ferrara
e-mail. luigi.tomasilibero.it


Sommario

Introduzione............................................................................................................................ 1
Perche i numeri complessi? Breve storia dei numeri complessi ............................................ 3
Introduzione ai numeri complessi .......................................................................................... 7
Rappresentazione algebrica dei numeri complessi................................................................. 7
Rappresentazione geometrica dei numeri complessi.............................................................. 9
Rappresentazione trigonometria (o polare) dei numeri complessi ......................................... 9
Rappresentazione vettoriale dei numeri complessi .............................................................. 12
La Iorma esponenziale dei numeri complessi....................................................................... 14
Risoluzione di equazioni algebriche nel campo complesso. Teorema Iondamentale
dell`algebra........................................................................................................................... 15
Uso del soItware nello studio dei numeri complessi ............................................................ 17
RiIerimenti bibliograIici e altri materiali.............................................................................. 19
Libri di testo per la scuola secondaria superiore consultati.................................................. 20
Alcuni siti Internet sui numeri complessi ............................................................................. 20



Introduzione
Questi appunti per una lezione - o meglio per una serie di lezioni - nascono dall`esperienza di
chi scrive e sono rivolti soprattutto ai colleghi che entrano ora nell`insegnamento o che ad
esso si stanno preparando nelle SSIS Scuole di Specializzazione per l`Insegnamento
Secondario. Anche se questa premessa potrebbe sembrare retorica, e con questo intento che
vengono scritti questi appunti, sperando che possano trovare l`interesse di qualche collega, del
quale si attendono eventualmente le osservazioni (che possono essere inviate all`indirizzo di
posta elettronica che compare vicino al titolo).
Si tratta di appunti utilizzati in diversi anni di insegnamento di questo argomento in una classe
quarta di liceo scientiIico. Lo scrivente ritiene tuttavia che questo argomento possa essere
presentato anche in classi terze che seguano programmi sperimentali di matematica. Di solito
l`argomento viene presentato nella classe quarta liceo scientiIico perche ha come prerequisito
la conoscenza della trigonometria, ma negli istituti tecnici industriali questo argomento deve
essere anticipato, perche il linguaggio dei numeri complessi viene usato continuamente in
elettrotecnica (indicando di solito l`unita immaginaria con f invece che con i, per non
conIonderla con l`intensita di corrente).
Nel programma sperimentale del PNI - Piano Nazionale per l`InIormatica per i Licei
ScientiIici i numeri complessi vengono proposti nella classe quarta. L`argomento si inserisce
nel Tema n. 2, 'Insiemi numerici e strutture. Si cita in particolare 'I numeri complessi e loro
rappresentazione graIica; radici ennesime dell`unita. Nei commenti ai temi, per quanto
riguarda questo argomento, nei programmi del PNI si dice:
2
'La trattazione dei numeri complessi si avvarra anche dell`uso delle coordinate polari e sara
accompagnata da numerose e varie applicazioni; ad esempio le radici dell`unita potranno
essere collegate con il problema di inscrivere un poligono regolare di n lati in una
circonIerenza.
Inizialmente si Iorniranno alla classe alcune inIormazioni di carattere storico mostrando anche
delle applicazioni dei numeri complessi in matematica e in Iisica. Indubbiamente per poter
svolgere questo argomento occorre che gli studenti abbiano una adeguata conoscenza delle
Iunzioni goniometriche e delle Iunzioni esponenziali e logaritmiche. I prerequisiti per
un`eIIicace introduzione di questo argomento possono essere elencati come segue:
- Conoscere la struttura dell`insieme dei numeri reali R.
- Sapere scomporre in Iattori un polinomio.
- Saper risolvere equazioni in R.
- Conoscere le operazioni con i radicali (semplici) e saperli utilizzare.
- Conoscere le Iunzioni goniometriche, esponenziali e logaritmiche e le loro proprieta;
- Conoscere i vettori (modulo, somma, prodotto per uno scalare,.)
I prerequisiti per poter svolgere questo argomento sono piuttosto eterogenei e svolti in tempi
molto diversi. Mentre le Iunzioni goniometriche sono state svolte poco tempo prima di
svolgere i numeri complessi, ed e quindi lecito aspettarsi che la maggioranza della classe
conosca questi argomenti, per altri (i numeri reali e le relative proprieta, la risoluzione di
equazioni nel campo reale, argomenti che di solito vengono svolti nella classe seconda
superiore) e naturale prevedere la necessita di un loro richiamo e ripasso.
Gli obiettivi speciIici da perseguire con l`insegnamento dei numeri complessi possono essere
cosi schematizzati:
- Conoscere la relazione tra vettori e numeri complessi.
- Saper riconoscere i numeri complessi, e in particolare l`unita immaginaria, come
particolari 'operatori nel piano.
- Conoscere e saper rappresentare le operazioni Ira numeri complessi.
- Sapere usare le diverse rappresentazioni dei numeri complessi e le relative proprieta.
- Sapere eseguire le operazioni con i numeri complessi.
- Sapere determinare la parte reale, la parte immaginaria e il coniugato di un numero
complesso.
- Saper rappresentare un numero complesso in Iorma algebrica, trigonometria ed
esponenziale.
- Sapere rappresentare un numero complesso in modo vettoriale.
- Saper passare da una rappresentazione di un numero complesso all`altra.
- Saper applicare la Iormula di De Moivre per la potenza di un numero complesso.
- Saper calcolare le radici n-esime di un numero complesso.
- Saper risolvere semplici equazioni algebriche nell`insieme dei numeri complessi.
- Sapere usare i numeri complessi in Fisica.
Lo svolgimento in classe di questo argomento puo essere suddiviso nelle seguenti unita
didattiche:
unita didattica 1: Introduzione all`insieme C.
unita didattica 2: Rappresentazioni di un numero complesso
unita didattica 3: Equazioni in C.
unita didattica 4: Applicazioni.
I contenuti verranno presentati in classe utilizzando la rappresentazione graIica dei numeri
complessi, strumenti di calcolo come le calcolatrici graIico-simbolico oltre a soItware di
geometria dinamica come Cabri Geometre e di manipolazione simbolica come Derive. Con
questi strumenti si intende rendere piu vivace e stimolante l`apprendimento di un nuovo
argomenti per gli studenti. Mediante la visualizzazione dei concetti, l`uso delle tecnologie
permette un apprendimento piu motivante e raIIorza negli allievi l`esperienza concreta su
3
questi 'oggetti matematici, permettendo in seguito di consolidare una conoscenza piu
approIondita del signiIicato di questi nuovi numeri. L`utilizzo del soItware e motivato inoltre
dalla necessita che gli allievi aIIrontino in modo personale ed attivo le varie Iasi di studio in
attivita di laboratorio.

Perch i numeri complessi? Breve storia dei numeri complessi
La risoluzione di equazioni e una parte Iondamentale della matematica anche dal punto di
vista storico. Questo tema si trova aIIrontato gia nelle tavolette di argilla dei Babilonesi. Qui
non c`e il tempo per ripercorrere neppure sinteticamente la storia dell`algebra. Ci limitiamo a
sintetizzare alcuni punti della nascita dell`algebra classica che si puo collocare nel XVI
secolo. Nel secolo XVI si ha un aIIinamento delle procedure di calcolo e si ricercano
notazioni che non siano piu legate alle Iigure geometriche.
All`inizio del Cinquecento in Italia il Rinascimento e in pieno sviluppo e anche la matematica
occupa un posto di rilievo in questo emergere di nuove idee. E da ricordare a questo proposito
la notevole concentrazione di eminenti matematici italiani e stranieri nell`Universita di
Bologna, dove, a breve distanza di tempo, insegnarono Luca Pacioli, Scipione Dal Ferro,
Girolamo Cardano, RaIael Bombelli e numerosi altri. La Iama di tali maestri attirava centinaia
di allievi da oltralpe, tra i quali Albrecht Drer che perIeziono i suoi studi di prospettiva sotto
la guida di Scipione Dal Ferro.
La risoluzione delle equazioni di secondo grado con il metodo di 'completamento del
quadrato era nota sin dai tempi dei Babilonesi. In Euclide queste equazioni si trovano risolte
sotto Iorma geometrica (nel libro II degli Elementi).
L`equazione cubica, se si eccettuano dei casi particolari, aveva Iino ad allora sIidato i
matematici tanto che, ancora nel 1494, Luca Pacioli (1445-1514) aveva sostenuto che la
soluzione dell`equazione cubica generale era impossibile. Nella soluzione delle equazioni di
terzo grado si erano cimentati molti matematici greci e arabi Iin dai tempi di Archimede, ma
essi erano arrivati solo a risolvere dei casi particolari, senza riuscire a trovare un metodo
generale.
Scipione Dal Ferro (1465-1526), proIessore di matematica a Bologna, riusci a risolvere le
equazioni cubiche del tipo
3
x px q + = intorno al 1500; egli pero non pubblico il suo metodo
risolutivo in quanto in tale periodo le scoperte venivano spesso tenute nascoste per poi sIidare
i rivali a risolvere lo stesso problema.

Nicolo Tartaglia (1500-1559)

Tale metodo Iu rivelato dallo stesso Scipione Dal Ferro, alla Iine della sua vita, ad un suo
allievo, Antonio Maria Fior. Anche Tartaglia (soprannome di Nicolo Fontana, 1500?-1559),
sembra in modo indipendente, aveva trovato un metodo per risolvere le equazioni di terzo
grado del tipo
3
x px q + = e
3 2
x px q + = con p ed q positivi. Nel 1535 Iu quindi organizzata
una sIida matematica tra Fior e Tartaglia. Ognuno dei contendenti proposte 30 problemi che
4
l`avversario doveva risolvere. Tartaglia risolse tutti i trenta problemi proposti da Fior, mentre
Fior non riusci a risolvere nemmeno uno dei trenta posti da Tartaglia. La notizia della
brillante vittoria di Tartaglia nella sIida raggiunse Girolamo Cardano (1501-1576). Tartaglia,
date le insistenze di Cardano, Iini per rivelargli il suo metodo, in cambio della solenne
promessa di Cardano di mantenere tale metodo segreto.

Girolamo Cardano (1501-1576)

Nonostante questo impegno Cardano pubblico la sua versione del metodo di risoluzione delle
equazioni di terzo grado nella sua opera Ars Magna (Norimberga 1545). Lo stile di Cardano e
piuttosto oscuro e la sua algebra e ancora allo stato retorico, in cui le equazioni vengono
espresse quasi completamente a parole. Tuttavia, scrivendo con il linguaggio di oggi, la
soluzione che Cardano Iornisce dell`equazione cubica del tipo
3
x px q + = , si ottiene la
Iormula seguente:
3 2 3 2
3 3
3 2 2 3 2 2
p q q p q q
x

= + + +


.
e inoltre quella dell`equazione cubica del tipo
3
x px q = + :
2 3 2 3
3 3
2 3 2 2 3 2
q p q q p q
x

= +


.
La procedura risolutiva dell`equazione
3
x px q + = si ritrova descritta nelle celebri terzine di
Tartaglia ( a destra si riporta la scrittura algebrica attuale):

"Quando chel cubo con le cose appresso
3
x px q + = con p, q ~ 0
Se agguaglia a qualche numero discreto
Trovan dui altri differenti in esso.
q u v =
Da poi terrai questo per consueto
Che l lor produtto sempre sia uguale
( )
3
3 uv p =
Al ter:o cubo delle cose neto,
El residuo poi suo generale
3 3
u v
Delli lor lati cubi ben sottratti
Jarra la tua cosa principale.`
3 3
x u v =

Sulla contesa tra Cardano e Tartaglia per la priorita del procedimento si e scritto molto;
tuttavia e stato stabilito che il primo a trovare il metodo risolutivo per le equazioni di terzo
grado e stato Scipione Dal Ferro nel 1515. In eIIetti Dal Ferro Iu indicato proprio da Cardano
nella prima pagina dell`Ars Magna come uno degli autori della scoperta.
5
La Iormula risolutiva delle equazioni di quarto grado Iu scoperta da Ludovico Ferrari (1522-
1565). Anche queste Iormule Iurono pubblicate nell`Ars Magna e Cardano attribuisce a
Ferrari il metodo.
Il matematico che riconobbe per primo la necessita di ampliare i numeri allora conosciuti con
altri numeri, Iu RaIael Bombelli (1526-1573), matematico bolognese (nato a Borgo Panigale).
Bombelli, nella sua opera LAlgebra, il cui titolo completo e LAlgebra, divisa in tre libri, con
la quale ciascuno da se potra venire in perfetta cognitione della teoria dellAritmetica
(composta verso il 1560, ma stampata in parte solo nel 1572) raccolse e completo i risultati
ottenuti in campo algebrico della prima meta del Cinquecento da diversi matematici; si
propose cioe di completare i vari casi di risoluzione delle equazioni di terzo grado, anche nel
cosiddetto caso irriducibile, cioe quando, nella Iormula di Cardano, si presenta la radice
quadrata di un numero negativo
3 2
0
3 2
p q
+ <


.
Nell`Algebra, Bombelli si occupo del calcolo con potenze e con radici e di equazioni
algebriche. A lui si deve inoltre l`introduzione degli esponenti per indicare le potenze
dell`incognita.
Nel libro I dell`Algebra Bombelli prende in esame le radici immaginarie delle equazioni, che
egli chiama "quantita silvestri", e giunge ad operare con i numeri che noi oggi chiamiamo
"complessi". Bombelli introdusse i termini piu di meno e meno di meno, per indicare i e i,
che abbrevia nelle scritture pdm e mdm; ad esempio, con:
R c 2 pdm 11
egli rappresento il numero complesso:
3
2 11i + .
Stabili inoltre le regole seguenti:
( ) 1 i i = ( ) ( ) 1 i i =
( ) ( ) 1 i i + + = ( ) ( ) 1 i i + = +
( ) ( ) 1 i i + = + ( ) ( ) 1 i i =
Nel linguaggio di Bombelli, queste regole si esprimono nel seguente modo:

Piu via piu di meno, fa piu di meno. ( 1 ) ( i) i
Meno via piu di meno, fa meno di meno. (1 ) ( i) i
Piu via meno di meno, fa meno di meno. ( 1 ) ( i) i
Meno via meno di meno, fa piu di meno. (1 ) ( i) i
Piu di meno via piu di meno, fa meno. ( i ) ( i) 1
Piu di meno via men di meno, fa piu. ( i ) ( i) 1
Meno di meno via piu di meno, fa piu. ( i ) ( i) 1
Meno di meno via men di meno, fa meno. ( i ) ( i) 1

Bombelli, dunque, stabili le leggi Iormali di calcolo dei nuovi numeri, successivamente
chiamati immaginari da Cartesio per indicare delle soluzioni considerate Iittizie e irreali, ne
vere ne 'surde (negative).
Nell`Algebra troviamo la corretta trattazione di alcune equazioni di terzo grado che, se risolte
con il procedimento di Cardano, Dal Ferro e Tartaglia, portano a radicali doppi coinvolgenti
quantita non reali. Ad esempio, viene data la soluzione dell`equazione
3
15 4 x x = + tramite la
Iormula 'di Cardano:
3 3
121 2 121 2 x = + .
6
Si ottiene la somma di due radicali doppi, con radicando negativo, mentre gia si sapeva, per
sostituzione diretta, che 4 x = era l`unica radice positiva dell`equazione.
Bombelli provo che si puo scrivere: ( )
3
2 11 2 i i = e quindi si poteva concludere trovando
la soluzione nota:
( )
3 3
11 2 11 2 2 2 4 x i i i i = + = + = .


Frontespizio de LAlgebra di R.Bombelli

A Bombelli spetta quindi il merito di aver introdotto nella matematica i numeri complessi e le
regole di calcolo con essi oltre a quello di aver svolto la teoria completa delle equazioni di
terzo grado, discutendo e risolvendo tutti i casi che si possono presentare, mentre Cardano e
Ferrari non avevano sviluppato una teoria completa.
Dopo Tartaglia e Cardano per quasi due secoli si studiarono le equazioni di 5 grado e di
grado superiore, ma tutti i vari tentativi Iatti per risolverle in modo analogo a quelle di 2, 3 e
4 grado non portarono ad alcun risultato. Nel 1799, nella sua tesi di laurea, Gauss (Carl
Friedrich Gauss, 1777-1855) dette una prima dimostrazione del teorema fondamentale
dellalgebra
Ogni equa:ione algebrica di grado n ha almeno una radice nel campo complesso, sia che i
coefficienti siano reali o complessi.

Carl F. Gauss (ritratto nel 1803)
7

Partendo da questo risultato (e utilizzando il teorema di RuIIini) si dimostra che ogni
polinomio ( ) P : a coeIIicienti complessi si scompone in un prodotto di n Iattori alcuni dei
quali sono eventualmente ripetuti:
( )( ) ( )
1 2
1 2 1 2
( ) ..... ....
n n n
n n
P : : a : a : a : : :

= + + + + = .
Tuttavia, dopo i lavori di Gauss, rimaneva ancora aperta la questione se era possibile risolvere
'per radicali le equazioni algebriche di grado superiore al quarto. La risposta venne data da
Paolo RuIIini (1765-1822) e da Niels H. Abel (1802-1829) in uno dei piu celebri teoremi
della matematica (detto di RuIIini-Abel): per 4 n > non si puo Iornire, in generale, una
Iormula risolutiva per radicali delle equazioni algebriche.
Nel Settecento, soprattutto con Eulero, e nell`Ottocento si ha un grande sviluppo dell`analisi
complessa e delle sue applicazioni alla Iisica e all`ingegneria.
Sebbene i numeri complessi siano stati originariamente introdotti per risolvere le equazioni
algebriche di 3 grado, essi sono stati poi ampiamente utilizzati nelle applicazioni, in
particolare in Iisica e in ingegneria. Un ingegnere elettrotecnico americano di origine tedesca,
Charles P. Steinmetz (1865-1923), alla Iine dell`Ottocento sviluppo la teoria delle correnti
alternate basandosi sui numeri complessi (metodo dei 'Iasori). Su Steinmetz e stato detto che
'ha prodotto elettricita tramite i numeri complessi.

Introduzione ai numeri complessi
Nella premessa storica si e accennato al motivo per cui Cartesio ha chiamato questi numeri
'immaginari. Inoltre si comprende anche perche, nell`Ottocento, gli altri numeri sono stati
chiamati 'reali. Storicamente, quindi, prima e nato il termine 'numeri immaginari e poi, piu
di due secoli dopo, quello di 'numeri reali. Nell`insegnamento, tuttavia, lo studio almeno
intuitivo dei numeri reali precede quello dei numeri complessi.
Chiediamoci quindi: perche ampliare i numeri reali?
Come sappiamo, l`insieme dei numeri reali R, con le usuali operazioni di addizione e di
moltiplicazione possiede una serie di proprieta che lo rendono un campo, cioe un corpo
commutativo; e inoltre dotato di una relazione d`ordine che e compatibile con tale struttura
algebrica ed e continuo.
Tutte queste proprieta permettono di aIIrontare e risolvere in R una vastissima classe di
problemi che occupa tutta la scuola superiore e oltre.
Eppure, nonostante questa grande ricchezza della struttura algebrica (oltre a quella d`ordine e
topologica) l`insieme R puo rivelarsi 'insuIIiciente in alcuni problemi particolari: per
esempio, le equazioni:
2
1 0 x + =
1 0
x
e + =
non ammettono alcuna soluzione in R.
Appare quindi logico tentare un 'ampliamento algebrico di R, in modo da ottenere, se
possibile, un insieme in cui alcuni di questi problemi possano essere risolti; questo insieme
esiste e si indica con C. Comunque, anche storicamente la motivazione essenziale per la
introduzione dei numeri complessi e stata la risoluzione delle equazioni di 3 grado.

Rappresentazione algebrica dei numeri complessi
La piu semplice rappresentazione di un numero complesso e quella algebrica: : x iv = + . I due
numeri reali x e v sono rispettivamente detti parte reale e coefficiente della parte immaginaria
del numero complesso considerato. Il prodotto iv e detto parte immaginaria di x iv + ; talvolta
si indica direttamente il numero reale v come parte immaginaria di x iv + .
8
Piu Iormalmente, un numero complesso dovrebbe essere deIinito come una coppia ordinata di
numeri reali ( , ) x v . Con tale scrittura, piu astratta, occorre dare la deIinizione di uguaglianza
tra due numeri complessi e introdurre l`unita immaginaria i, identiIicandola con la coppia
(0,1).
E` utile deIinire a questo punto anche il numero complesso coniugato di un numero : a ib = +
come quel numero, indicato con : , come quel numero complesso che ha la stessa parte reale
di : e parte immaginaria opposta: : a ib = .
Si deIiniscono poi le operazioni di addizione e moltiplicazione. Si riportano sinteticamente
queste deIinizioni e le proprieta.

Addizione (legge di composizione interna a C):
( ) ( ) ( ) ( ) a ib c id a c i b d + + + = + + +
Questa operazione ha le seguenti proprieta:
- Associativa e commutativa.
- Esiste l`elemento neutro ( 0 0 i + ) che si puo indicare con il simbolo 0.
- Ogni elemento : a ib = + ammette in C un 'simmetrico rispetto all`addizione
( : a ib = ) che si chiama opposto di a ib + .

Moltiplicazione (legge di composizione interna a C):
( ) ( ) ( ) ( ) a ib c id ac bd i ad bc + + = + +
Questa operazione ha le seguenti proprieta:
- Associativa e commutativa.
- Esiste l`elemento neutro (1 0 i + ) che si puo indicare con il simbolo 1.
- Ogni elemento : a ib = + , con a e b non contemporaneamente nulli, ammette in C un
'simmetrico rispetto alla moltiplicazione, che si chiama reciproco di a ib + , dato da
2 2 2 2
1 1 : a b
i
: a ib : : a b a b
= = =
+ + +
.
Tra addizione e moltiplicazione esiste una 'regola di convivenza, ovvero la proprieta
distributiva della moltiplica:ione rispetto alladdi:ione:
( ) u v : u : v : + = + .
Con queste operazioni e proprieta l`insieme C si dice essere un campo.
La sottrazione in C e introdotta grazie alla presenza dell`opposto di un numero complesso, ma
si trattera di un`operazione poco interessante; la vera operazione e l`addizione. Analogo
discorso per la divisione in C. La divisione in C e introdotta grazie alla presenza del reciproco
di un numero complesso (non nullo). La scrittura
a ib
c id
+
+
(con c e d non entrambi nulli)
indichera il seguente prodotto: ( )
1
a ib
c id
+
+
.

Analogie e differenze tra R e C
Con le operazioni di addizione e moltiplicazione R e C sono entrambi campi, con le stesse
proprieta elencate in precedenza, ma
in C non e possibile definire alcuna rela:ione di ordine tale che sia compatibile con la
struttura algebrica di C
Se esistesse una relazione d`ordine in C compatibile con la sua struttura algebrica, si avrebbe,
per ogni paio di elementi a, b:
0 0

0 0
a a b
b a b
> + >


> >


9
Se esistesse una tale relazione d`ordine in C, che veriIichi le due proprieta precedenti si
potrebbe ricavare una contraddizione.
La rappresentazione algebrica dei numeri complessi permette anche di deIinire la potenza di
un numero complesso, ma si rivela subito scomoda per questa operazione e ancor di piu se si
vuole aIIrontare il problema di trovare le radici di un numero complesso.

Rappresentazione geometrica dei numeri complessi
Fissato un sistema di riIerimento cartesiano ortogonale con assi x e y, e un numero complesso
: x iv = + , i numeri reali x e v si possono interpretare come coordinate cartesiane del punto P,
detto 'aIIissa o 'indice di : rispetto alle rette OU e OV.

Si osserva che : OP x iv = = +

. Il piano ottenuto si chiama di Argand-Gauss o piano di Gauss.


Viene cosi stabilita una corrispondenza biunivoca tra i punti del piano e i numeri complessi.
L`asse delle ascisse viene anche chiamato asse reale e quello delle ordinate asse immaginario.
Dal punto di vista geometrico il modulo : di un numero complesso rappresenta la distanza
del punto : dall`origine. Il valore assoluto della diIIerenza tra due numeri complessi
1 2
: :
rappresenta la distanza dei punti che rappresentano i numeri :
1
e z
2
. Se : x iv = + , deIiniamo
numero complesso coniugato di : il numero : x iv = . Geometricamente il punto : non e
altro che il simmetrico di : rispetto all`asse delle x.
Con l`uso della rappresentazione geometrica dei numeri complessi e possibile proporre molti
esercizi e problemi che collegano la geometria con i numeri complessi.

Eserci:io. I vertici A, B e C di un triangolo sono rappresentati dai numeri complessi
1
1 2 = : i ,
2
4 2 = + : i e
3
1 6 = + : i . Dimostrare che il triangolo ABC e isoscele e determinare
il perimetro e l`area.
Eserci:io. Descrivere e rappresentare i luoghi geometrici dei punti del piano rappresentati
dalle seguenti equazioni e disequazioni:
(a) 2 = : (b) 1 = : i (c) 2 2 6 + + = : : (d) 1 : (e) 1 3 : .
Eserci:io. Disegnare le Iigure del piano rappresentate dalle seguenti equazioni:
(a) 9 : : = (b) 6 : : + = (c) 6 : : i = + .


Rappresentazione trigonometria (o polare) dei numeri complessi
Le osservazioni precedenti permettono di scrivere il numero complesso in Iorma
trigonometrica:
( ) cos sin : OP x iv i = = + = +


10
dove
2 2
x v : = + = , si chiama modulo del numero complesso : e l`angolo si chiama
anomalia o argomento del numero complesso. Quindi si ha:
cos
sin
x
v


=


Il modulo e la distanza tra il punto P e l`origine degli assi e l`anomalia e l`angolo Iormato
tra il segmento OP e l`asse delle ascisse. Mentre il numero e univocamente determinato,
l`argomento e determinato a meno di un multiplo (intero) di 2.
La moltiplicazione di due numeri complessi espressi in Iorma trigonometrica diventa
particolarmente signiIicativa.
( ) ( )
1 2 1 1 1 2 2 2
cos sin cos sin : : : i i = = + +
che Iornisce:
( ) ( ) ( )
1 2 1 2 1 2
cos sin : i = + + +
Quindi i moduli si moltiplicano e gli argomenti si sommano.
Analogamente, il risultato della divisione tra due numeri complessi (
2
0 : ) espressi in Iorma
trigonometrica, sara:
( )
( )
( )( )
( )( )
1 1 1 1 1 2 2
1 1
2 2 2 2 2 2 2 2 2
cos sin cos sin cos sin
cos sin cos sin cos sin
i i i
:
:
: i i i


+ +
= = =
+ +

Dopo alcuni calcoli si ottiene:
( ) ( ) ( )
1 1
1 2 1 2
2 2
cos sin
:
: i
:

= = + .
Si deve Iare dunque il quoziente tra i moduli e la sottrazione tra gli argomenti. Quindi i
moduli hanno una struttura moltiplicativa e gli argomenti una struttura additiva.
Possiamo ora, sIruttando la Iormula della moltiplicazione, dimostrare per induzione la
Iormula per calcolare la potenza con esponente intero di un numero complesso, detta Iormula
di De Moivre (Abraham De Moivre, 1667-1754). Se ( ) cos sin : i = + , la potenza e data
da
( ) ( ) cos sin
n n
w : n i n = = +

.
Quest`ultima Iormula permette di determinare la potenza di un numero complesso in modo
piu Iacile rispetto al calcolo della potenza in Iorma algebrica (in tale caso occorre Iar uso del
triangolo di Tartaglia). Utilizzando la Iormula di De Moivre si puo dimostrare che ogni
numero complesso non nullo z e per ogni numero naturale n, esistono n radici n-esime di :,
ovvero esistono n numeri complessi w tali che
n
w : = . Se ( ) cos sin : i = + , allora si
dimostra che le radici n-esime di : sono date dalla Iormula seguente:
2 2
cos sin
n
k
k k
w i
n n

( | |
=
(
' '

con k 0, 1, 2,.., 1 n .
Se rappresentiamo tali radici nel piano complesso si ottengono i vertici di un poligono
regolare di n lati inscritto in una circonIerenza di centro l`origine degli assi O e raggio
n
.
Ad esempio le radici quinte del numero 32 sono rappresentate nei vertici del pentagono
regolare nella Iigura seguente.
11

Quindi possiamo concludere che:
ogni numero complesso 0 : ammette n radici n-esime distinte.
Nel caso particolare in cui :1, si ottengono le radici n-esime dell`unita:
,
2 2
cos sin
k n
k k
i
n n

+ +
= +


con k 0, 1, 2,.., 1 n .
Esse hanno tutte modulo 1 e argomento che e un multiplo di 2 / n e le loro immagini nel
piano di Argand-Gauss sono date dai vertici di un poligono regolare inscritto nella
circonIerenza di centro l`origine degli assi e di raggio 1.

Una delle radici e sempre 1; tutte le altre si ottengono da una potenza della radice (ottenuta
per 1 k = ):
1,
2 2
cos sin
n
i
n n


= +


.
Le usuali regole per il calcolo dei radicali devono essere riviste nel campo complesso. Ad
esempio vale la seguente regola
( )
n
n
: : = , ma non vale nell`ordine inverso; si puo soltanto
scrivere in senso insiemistico:
{ }
n n
: : .
Esempio. Si consideri il numero complesso 1 : i = . Calcoliamo la potenza quinta di z:
numero:
( )
5
5
5
1 2 cos sin 4 4
4 4
: i i i

( |
| |
= = =
(
' ' '

.
Se ora estraiamo la radice quinta di questo numero, otteniamo:
12
5 5 5
3 3
4 4 2 cos sin
20 20
: i i :
(
| |
= =
(
' '

.
Analogamente, le Iormule:
n m mn
: : =
n n n
u : u: =
non sono piu valide, ma occorre interpretarle nel senso della teoria degli insiemi:
{ }
{ }
n m mn
: : =
{ } { }
n n n
u : u: = .
Ad esempio, nell`ultima Iormula scritta, l`insieme al primo membro coincide con quello al
secondo membro. Analogamente risulta impossibile usare la notazione di radice come potenza
con esponente Irazionario. Le 'diIIicolta precedenti, che diIIerenziano il campo complesso
da quello reale, nascono tutte dal Iatto che esistono n radici n-esime di un numero complesso.

Rappresentazione vettoriale dei numeri complessi
Un altro modo di rappresentare i numeri complessi, che puo essere proposto nella scuola
secondaria superiore, e quello vettoriale. Ci si restringe alla considerazione di vettori applicati
nell`origine. Si Iissa poi nel piano l`usuale verso antiorario come verso positivo delle
rotazioni. Si Iissa anche un vettore unitario di riIerimento. Possiamo chiamare piano
complesso un piano in cui sono Iissati:
1) un punto origine O;
2) un vettore non nullo OJ

(vettore unitario);
3) il verso positivo delle rotazioni attorno al punto O (origine).
Se si moltiplica un qualunque vettore OA

per un numero reale non negativo , e si ruota il


vettore OP

ottenuto attorno all`origine O di un angolo orientato (in radianti), si ottiene il


vettore OB

.

Possiamo quindi identiIicare un numero complesso di modulo e argomento con un
operatore che ad ogni vettore OA

del piano associa il vettore OB

ottenuto nel modo detto.


Un numero complesso : e dunque un operatore nel piano complesso che ad ogni vettore OA


Ia corrispondere un vettore OB

:
: :
: : OA OB


Possiamo scrivere che OB : OA =

.
Un numero complesso e quindi costituito da una coppia di elementi:
- il primo elemento e un numero reale non negativo che indica la 'dilatazione (o
'contrazione) del modulo del vettore a cui e applicato :,
13
- il secondo e un numero reale qualunque che indica il verso e la misura (in radianti) della
rotazione che il vettore iniziale deve eIIettuare attorno all`origine degli assi.
Questa deIinizione identiIica un numero complesso una roto-omotetia, ovvero con la
composizione di una omotetia di rapporto e centro O (origine degli assi) con una rotazione
attorno all`origine ed e del tutto equivalente alla deIinizione trigonometrica di un numero
complesso.
In coerenza con quanto detto in precedenza, due numeri complessi si diranno uguali se hanno
moduli uguali e argomenti che diIIeriscono per un multiplo intero di 2. In questa
interpretazione, il modulo di un numero complesso e la lunghezza del vettore OP

che
rappresenta il numero complesso :.
Si puo ora procedere deIinendo la somma di due numeri complessi, il prodotto, la potenza e il
quoziente. L`addizione, in particolare, coincide con la 'regola del parallelogramma per
determinare la somma di due vettori.

Per il prodotto si ottiene la regola gia vista in precedenza: il modulo del prodotto e uguale al
prodotto dei moduli e l`argomento e uguale alla somma degli argomenti. Si noti pero che i
vettori devono sempre essere applicati all`origine.

In questa rappresentazione e particolarmente interessante il ruolo dell`unita immaginaria i,
che puo essere interpretata come una rotazione in senso antiorario di un angolo retto attorno
all`origine.
Questa interpretazione dei numeri complessi stabilisce un legame molto interessante tra
numeri complessi e le trasIormazioni geometriche del piano ed ha molte utilizzazioni in Iisica,
in particolare in elettrotecnica nell`analisi dei circuiti elettrici in corrente alternata.

Si noti che vi e un limite alla rappresentazione vettoriale dei numeri complessi come vettori
applicati nell`origine. Mentre l`addizione ha una perIetta analogia con la somma di vettori
(applicati in O), la moltiplicazione non possiede analogie con il prodotto scalare e il prodotto
vettoriale. La moltiplicazione di numeri complessi e un`operazione che restituisce un numero
14
complesso; e quindi un`operazione che si chiama 'interna in quanto si ottiene un elemento
che e un numero complesso. Nell`insieme dei vettori e invece deIinito il prodotto scalare, che
non e un`operazione interna: il prodotto di due vettori e uno scalare e non un vettore.
Nell`insieme dei vettori del piano e anche deIinito il prodotto vettoriale di due vettori, che e
un vettore, ma tale vettore non appartiene al piano.

La forma esponenziale dei numeri complessi
Questo tipo di rappresentazione e una delle piu interessanti dal punto di vista applicativo, ma
non semplice da introdurre nella scuola secondaria superiore. In questa rappresentazione si
sIruttano le proprieta della Iunzione esponenziale per rendere piu Iacili i calcoli con i numeri
complessi.
La rappresentazione e basata sulla seguente deIinizione (ricavata dallo sviluppo in serie delle
Iunzioni seno e coseno) valida per un numero complesso di modulo unitario:
cos sin
i
e i

= + .
Generalizzando si deIinisce:
( ) cos sin
: x iv x iv x
e e e e e v i v
+
= = = + .
Queste idee e notazioni sono state introdotte da Eulero (1707-1783). Si possono ricordare
inoltre le Iormule di Eulero:
sin
2
ix ix
e e
x
i

= e cos
2
ix ix
e e
x

+
= , che introducono un legame inaspettato tra le Iunzioni
trigonometriche e quelle esponenziali nel campo complesso. In questo contesto e opportuno
ricordare una delle piu celebri equazioni della matematica, trovata anch`essa da Eulero, che
stabilisce una relazione tra le cinque piu importanti costanti della matematica (0, 1, , e, i):
1 0
i
e

+ = .


Leonhard Euler (1707-1783)

Dato un numero complesso
i
: e

= , possiamo dare una interpretazione geometrica al


prodotto
i
:e

. Si ottiene:
( ) i i i i
:e e e e


+
= = . La Iigura seguente suggerisce che tale
moltiplicazione determina una rotazione del vettore OA

che rappresenta il numero :, di un


angolo in senso antiorario (se ~0).
15


Si puo dunque pensare al numero complesso
i
e

come un operatore che determina una


rotazione attorno all`origine di un angolo . Questo signiIicato della moltiplicazione per un
numero complesso di modulo unitario e particolarmente utile in tutte le applicazioni dei
numeri complessi. Con questa interpretazione dei numeri complessi e Iacile allora spiegare
l`equazione 1 0
i
e

+ = . Il numero complesso 1
i
e

= perche rappresenta la rotazione del


vettore 1 di un angolo . Si ottiene dunque il numero complesso 1.

Risoluzione di equazioni algebriche nel campo complesso. Teorema fondamentale
dell`algebra
Il calcolo delle radici in C di un`equazione algebrica consente di risolvere in modo completo
le equazioni di secondo grado anche nel caso in cui il discriminante sia negativo ( 0 < ). In
classe si puo presentare, come approIondimento storico, la risoluzione delle equazioni
polinomiali di terzo grado almeno a coeIIicienti reali.
Si puo anche accennare in classe agli sviluppi successivi agli algebristi italiani del
Cinquecento, ricordando il 'teorema Iondamentale dell`algebra di Gauss, e i risultati di
RuIIini e di Abel sulla risolubilita per radicali Iino ad un accenno a Galois che conclude la
storia dell`algebra classica e apre la strada all`algebra moderna.
Possiamo riprendere l`equazione
2
: = , dove e un numero reale. Si devono distinguere
due casi; nel primo 0 porta a determinare due soluzioni reali ( : = ), il secondo in
cui 0 < , che conduce a due soluzioni complesse coniugate, dette immaginarie ( : i = ).
Quando invece si deve risolvere la generica equazione di secondo grado
2
0 a: b: c + + = , con
, , R a b c , si puo seguire, una volta raccolto il coeIIiciente a, il 'metodo del completamento
del quadrato, che Iornisce le soluzioni con operazioni elementari sulle variabili e sui
coeIIicienti reali:
2
2
2 2
2
4
2 4
b c b b ac
a: b: c a : : a :
a a a a


+ + = + + = +




.
2
4 0 b ac = , allora
2
4
2
b ac
w
a

=



Posto
2
2
2
4
4
b ac
w
a

= , si hanno due casi:


2
4 0 b ac = < , allora
2
4
2
i ac b
w
a

=

Si ottiene quindi:
2
4
2
b b ac
:
a

= se
2
4 0 b ac =
16
2
4
2
b i ac b
:
a

= se
2
4 0 b ac = < .
Si osserva che se i coeIIicienti dell`equazione di partenza sono reali e
2
4 0 b ac = < , allora
le soluzioni sono complesse coniugate.
Nel caso in cui l`equazione di partenza sia a coeIIicienti complessi, allora per risolvere
l`equazione di secondo grado si risolve il sistema ottenuto uguagliando separatamente le parti
reali dell`equazione e le parti immaginarie tra loro.
Eserci:io. Risolvere l`equazione:
( )
2
4 2 1 0 + + = : i : i .
Si pone : x iv = + , si calcola
2
: e si separano le parti reali da quelle immaginarie.
Consideriamo ora la generica equazione di terzo grado a coeIIicienti reali:
3 2
0 1 2 3
0 a : a : a : a + + + = .
Consideriamo la trasIormazione
1
0
3
a
: x
a
= . In questo modo l`equazione si riduce alla Iorma
sempliIicata
3
0 x px q + + = .
Seguendo l`idea di Tartaglia, poniamo
x u v = + .
Si ottiene ( )
3 3 3
3 x u v uv u v = + + + . Sostituendo in
3
0 x px q + + = , si ottiene
( )( )
3 3
3 0 u v uv p u v q + + + + + = .
Se poniamo
3 3
3 0
0
uv p
u v q
+ =

+ + =

, si ottiene il sistema simmetrico


3
3 3
3 3
27
p
u v
u v q

+ =

.
Risolvendo questo sistema simmetrico, tramite l`equazione risolvente:
3
2
0
27
p
t qt + =
si ottengono tre coppie di valori di u e di v.
Quindi si ottengono i valori di tre soluzioni per x (almeno una radice e sempre reale e le altre
due possono essere reali o complesse coniugate) e di conseguenza per :..

In un modo analogo si procede per la risoluzione delle equazioni algebriche di quarto grado e
si puo dimostrare che ci sono 4 soluzioni complesse.
In generale vale il seguente teorema:
Teorema fondamentale dellalgebra (generali::a:ione)
Dato un polinomio di grado n
1
0 1 1
( ) .......
n n
n n n
P x a x a x a x a

= + + + + , con
0
0 a , avente coeIIicienti appartenenti a C, esso
ha n radici in C, ciascuna contata con la dovuta molteplicita.
Eserci:io. Risolvere l`equazione
3
27 0 : + = e rappresentare le soluzioni nel piano complesso.
Eserci:io. Determinare tutte le radici complesse dell`equazione
4 2
1 0 : : + + = e rappresentarle
nel piano complesso.
Eserci:io. Calcolare le radici nel campo complesso della seguente equazione:
0
6
= +i : .
17
Rappresentare nel piano complesso le soluzioni. Trovare l`area e il perimetro del poligono
ottenuto ed il raggio della circonIerenza circoscritta.

Uso del software nello studio dei numeri complessi
Tutti i temi esposti in precedenza possono essere presentati in classe con l`uso di un soItware
di geometria dinamica, come Cabri Geometre, oppure con un soItware di manipolazione
simbolica come Derive.

Con Cabri Geometre, usando lo 'strumento vettore presente nel soItware e identiIicando un
numero complesso con un vettore applicato nell`origine, e possibile visualizzare molti dei
concetti esposti in precedenza. In particolare e possibile costruire delle macro di Cabri per
costruire il prodotto di un numero complesso per uno scalare, per visualizzare il prodotto di
numeri complessi, la potenza n-esima di un numero complesso e le radici n-esime. Tali macro
possono essere eventualmente inserite in un menu personalizzato - creato dall`insegnante - di
Cabri che puo essere usato nello studio dei numeri complessi.

Il soItware che maggiormente si presta, nella scuola secondaria superiore, per lo studio dei
numeri complessi, e Derive. Questo soItware, come tanti altri sistemi di 'computer algebra
(come ad esempio Matematica, Maple,.) possiede gia tutte le Iunzioni predeIinite sui numeri
complessi e permette Iacilmente all`insegnante di presentare in classe questo argomento e agli
studenti di esercitarsi, con indubbi vantaggi sul piano dell`apprendimento.
Tutti i sistemi di 'computer algebra citati , e le calcolatrici simbolico graIiche, sono stati
programmati in modo da utilizzare 'spontaneamente il campo complesso piuttosto che il
campo reale. E` quindi particolarmente Iacile eseguire, con questi sistemi, le operazioni con i
numeri complessi e risolvere equazioni nel campo complesso, ottenendo le soluzioni
simboliche delle equazioni algebriche di secondo, terzo e quarto grado.
Le Iunzioni riguardanti i numeri complessi presenti in Derive sono le seguenti:

RE(z) e la Iunzione parte reale di un numero complesso; . Se x e y sono reali,
RE( ) x iv + ritorna x. Ad esempio RE( 2 3i )2. RE(z) ha come dominio il
campo complesso e come codominio il campo reale;
IM(z) e la Iunzione parte immaginaria di un numero complesso; Se x e y sono reali,
IM( ) x iv + ritorna v. Ad esempio IM( 2 3i ) 3 . IM(z) restituisce un numero
reale.
ABS(z) Indica il modulo di un numero complesso z. ritorna il valore assoluto (detto
anche ampiezza o modulo) di z. Il valore assoluto di z e la distanza tra z e
l`origine del piano complesso. Un valore assoluto puo essere inserito mediante
due barre verticali che delimitano l`argomento. Se x e y sono reali,
,x iv, si sempliIica in
2 2
x v + .
PHASE(Z) Restituisce l`argomento, misurato dal semiasse positivo delle x in verso
antiorario e con la limitazione all`intervallo
] ]
, , di un numero complesso z.
CONJ(z) Restituisce il coniugato di un numero complesso z. Se x e y sono reali,
CONJ( ) x iv + ritorna x iv .
Unitcircle circle rappresenta un generico punto nel cerchio unitario nel piano complesso.
Ad esempio, 1, 1, i e i sono punti nel cerchio unitario. unitcircle e di aiuto
nella risoluzione di equazioni. Ad esempio, se z e stato dichiarato complesso,
risolvendo l`equazione ,z, 2 secondo z, si ottiene z 2unitcircle.
SIGN(z) SIGN(z) ritorna il punto del cerchio unitario nel piano complesso che ha lo
18
stesso angolo di Iase di z. Ad esempio, SIGN(3 4i) si sempliIica in
3 4
5 5
i + .

Per risolvere un`equazione nel campo complesso, si usa la Iunzione Risolvi. Supponiamo ad
esempio di voler risolvere l`equazione
4 2
1 0 : : + + = . Si ottiene quanto indicato di seguito.



Per determinare le radici n-esime dell`unita, si procede come indicato nella seguente Iinestra
di Derive:



19
Derive non ha una Iunzione per rappresentare geometricamente un numero complesso. Se si
vuole rappresentarlo come un punto occorre costruire una Iunzione che possiamo chiamare
INDICE(z), che a un numero complesso : Ia corrispondere il punto di coordinate
(Re( ), Im( )) : : . La Iunzione, con il linguaggio di Derive, e cosi deIinita:
INDICE(z):
[ ]
Re( ), Im( ) : : .
Volendo invece Iar corrispondere al un numero complesso : un segmento che congiunga
l`origine degli assi con il punto che rappresenta : (indice di :), si puo deIinire la Iunzione:
VETT(z): ||0,0|, INDICE(z)|. Nella Iigura seguente applichiamo la Iunzione VETT(z) al
numero complesso Si chiede poi il disegno di tale vettore e si ottiene il segmento che
rappresenta il numero complesso 2 3i + , ottenendo il vettore Iormato dai punti (0, 0) e (2, 3).




Riferimenti bibliografici e altri materiali
- AA.VV., I numeri complessi, Tecnologie e innovazioni didattiche, Quaderno n.4 del
CNR, Universita di Modena, 1990.
- G.C. Barozzi, Matematica per lIngegneria dellInforma:ione, Zanichelli, Bologna 2001.
- R. Bombelli, LAlgebra, prima ediz. integrale, a cura di U. Forti, preIazione di E.
Bortolotti, Feltrinelli, Milano 1966.
- C.B. Boyer, Storia della Matematica, Mondatori, Milano 1980.
- U. Bottazzini, P. Freguglia, L. Toti Rigatelli, Fonti per la storia della matematica,
Sansoni Editore, Firenze 1992.
- C. Citrini, Analisi matematica 1, Bollati Boringhieri, Torino 1991.
- R. Courant, H. Robbins, Che cose la matematica?, seconda edizione, Bollati Boringhieri,
Torino 2000.
- W. Dunham, Jiaggio attraverso il genio. I grandi teoremi della matematica, Zanichelli,
Bologna 1992.
20
- R. Franci, L. Toti Rigatelli, Storia della teoria delle equa:ioni algebriche, Mursia, Milano
1979.
- L.S. Hahn, Complex Numbers and Geometrv, MAA, Whashington 1994.
- M. Kline, Storia del pensiero matematico, Volumi 1 e 2, Einaudi, Torino 1991.
- L. Lombardo Radice, La matematica da Pitagora a Newton, Editori Riuniti, Roma 1973.
- E. Maor, e. The Storv of a Number, Princeton University Press, 1994.
- P.J. Nahin, An Imaginarv Tale. the Storv of 1 , Princeton University Press, 1998.
- T. Needham, Jisual Complex Analvsis, OxIord University Press 1999.

Libri di testo per la scuola secondaria superiore consultati
- C.C. Barozzi, Corso di Analisi Matematica, Zanichelli, Bologna 1989.
- L. Lombardo Radice, L. Mancini Proia, Il metodo matematico, vol. 1, 2, 3, Principato,
Milano 1979.
- L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni, Corso di Matematica Uno, Due e Tre, Etas Libri,
Milano 1996.
- W. Maraschini, M. Palma, ForMat Spe. La forma:ione matematica per il triennio, volumi
1, 2 e 3, Paravia, Torino 2000.
- M.A. Munem, D.J. Foulis, Trigonometria, Zanichelli, Bologna 1984.

Alcuni siti Internet sui numeri complessi
Una semplice ricerca in Internet scrivendo le parole 'numeri complessi (per cercare i siti in
italiano) oppure 'complex numbers, 'imaginary numbers, . (per cercare quelli in inglese)
permette di ritrovare centinaia di siti che riguardano i numeri complessi. Tra questi
numerosissimi siti, molti anche di notevole livello didattico, segnaliamo i seguenti.
CD-rom "Storia Fantastica de L`Algebra" di RaIael Bombelli (IRRE Emilia Romagna): Un
gioco per la Storia della Matematica. Un`avventura, con tre livelli di esercitazioni, le biograIie
dei grandi matematici del Rinascimento italiano. Vedi il sito dell`IRRE Emilia Romagna:
http://kidslink.scuole.bo.it/Iardiconto/materiali.html
Nel seguente sito e possibile trovare un breve corso sui numeri complessi:
http://www.clarku.edu/~djoyce/complex/
I numeri complessi hanno uno stretto legame con la trigonometria. Nel sito 'Il Giardino di
Archimede e possibile trovare una breve storia della trigonometria:
http://www2.math.uniIi.it/~archimede/archimede/trigonometria/trigonometria/prima.html
Si consiglia la visita del sito del McTutor oI History oI Mathematics per le biograIie dei
matematici citati e per la lettura di alcuni articoli monograIici sulla storia della risoluzione
delle equazioni algebriche:
http://www-groups.dcs.st-and.ac.uk/~history/HistTopics/Quadraticetcequations.html
http://www-groups.dcs.st-and.ac.uk/~history/HistTopics/FundtheoremoIalgebra.html
Nel sito seguente e possibile trovare ottime animazioni che utilizzano il soItware Cabri
Geometre e CabriJava per visualizzare le operazioni con i numeri complessi:
http://www.ies.co.jp/math/cabri/cabrijava/indexeng.html
Il sito seguente, gestito dalla WolIram Research, la 'soItware house del soItware
Mathematica, contiene ottime schede sui numeri complessi:
http://mathworld.wolIram.com/ComplexNumber.html

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