PUBALGIA
PUBALGIA
PUBALGIA
OSTEO-ARTROPATIA PUBICA
È la sola, vera pubalgia: affezione nient'affatto peri-articolare come la
precedente, ma realmente articolare, legata al surménage di
quest'articolazione ed allo squilibrio muscolare fra addominali e adduttori
(tipica degli atleti evoluti o amatori: 30-35 anni). Le algie hanno sede sul pube
e s'irradiano talvolta in basso lungo la faccia interna della coscia, più
raramente in alto verso la parete addominale inferiore. Queste algie, che
insorgono all'inizio del gesto sportivo, possono in seguito comparire durante
movimenti della vita corrente.
TRATTAMENTO
Quale che sia la forma anatomo-clinica, il trattamento comincia innanzitutto
con il riposo sportivo che va da 2-3 settimane fino a 3 mesi, in particolar modo
nelle forme di osteo-artropatia pubica, che sono spesso le più ribelli e difficili
da trattare. Oltre al riposo è sistematica la prescrizione di antinfiammatori non
steroidei o anche di corticosteroidi per via sistemica, impacchi di ghiaccio,
stretching e massaggio trasverso profondo degli adduttori.
Se sono state riscontrate le anomalie descritte tra i fattori intrinseci, si deve
procedere ad attuare delle iniziative per attenuare o compensare il problema.
Ecco di seguito alcuni suggerimenti:
1) Nel caso di asimmetria degli arti inferiori (accertata con indagine
radiografica o dallo specialista con misurazione diretta), mettere un rialzo
adeguato fra la piastra e la scarpa da pattinaggio e inserire nelle scarpe
standard un plantare personalizzato. Effettuare un controllo dopo tre mesi,
specie se il soggetto è giovane.
2) Nel caso di patologie a carico dei piedi far confezionare un plantare, che
vada a compensare gli squilibri di carico (dopo idonea visita specialistica).
3) Se sono presenti patologie d'origine legamentosa, tendinea, muscolare,
bisogna affrontare in modo globale queste problematiche, perché le cause
scatenanti della pubalgia potrebbero essere molto distanti dalla sede
anatomica (tallonite, fascite plantare, periartrite scapolo-omerale, tendinite del
t. rotuleo, sindrome del tibiale anteriore,ecc.). Le terapie fisiche consigliate
sono: ultrasuoni, laser, ionoforesi, ecc. oltre ad una terapia farmacologia
adeguata ad ogni singolo caso. Questo è valido anche nei postumi di incidenti
muscolari o articolari.
4) Nel caso di limitazioni articolari a livello coxo-femorale, si consiglia una
mobilizzazione attiva assistita con esercizi adeguati caso per caso.
5) Se è presente un'ipotonia della parete addominale e in particolare degli
obliqui, si consigliano gli esercizi riportati, da eseguire in forma simmetrica o
asimmetrica a seconda dei casi.
6) In un'ottica preventiva è buona norma non utilizzare con atleti in età
evolutiva, ruote con diametro elevato e piastre troppo lunghe (come
dimostrato dallo studio dell'ing. Claudio Giorgi presentato a Piombino il 22-04-
06 allo staff tecnico della nazionale italiana. Lo studio realizzato su atleti
evidenzia come ruote oltre il diametro 84 possano sovraccaricare le strutture
mio-capsulo-legamentose dei giovani atleti - a questa rilevazione farà seguito
una verifica con test di laboratorio).
7) La metodica fondamentale sia per prevenire che per curare la pubalgia è
sicuramente lo stretching mirato dei muscoli adduttori, però in forma
decompensata, cioè in modo che non si realizzino compensi in altri distretti
muscolari. Qui di seguito si segnalano alcuni esercizi, anche se in letteratura ne
esiste una vasta gamma; si consiglia di scegliere due esercizi che si
"percepiscono" come più efficaci e di realizzarli in modo corretto con particolare
attenzione alla respirazione.
La ripresa dell'allenamento, nei casi che rispondono favorevolmente al
trattamento medico e soprattutto fisioterapico, deve essere progressiva,
personalizzata e controllata sul piano tecnico.
BIBLIOGRAFIA
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