PUBALGIA

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La Pubalgia è una patologia da sovraccarico che può colpire atleti di diversi

sport. Ecco un articolo che tratta le cause, la terapia e la prevenzione di questa


patologia negli atleti che praticano il Pattinaggio "Speed In-Line", ma i cui
contenuti possono essere utili anche per gli atleti che svolgono, a tutti i livelli,
anche altre attività sportive.

PUBALGIA: UNA PATOLOGIA IN CONTINUO


AUMENTO FRA I PATTINATORI
Rosario Bellia (Fisioterapista della F.I.H.P.; Insegnante Educazione Fisica)
Alessandro Spreafico (Ortopedico-Traumatolo presso l'Ospedale Civile di Vimercate, Milano)
(Ultima Revisione: maggio 2006)

Il termine pubalgia corrisponde ad una sindrome dolorosa del "carrefour"


pubico osservata nello sportivo e che raggruppa sotto una stessa
denominazione entità anatomo-cliniche distinte, talvolta collegate e con
ezipatologia comune: la malattia degli adduttori, l'osteoartropatia
pubica, la patologia della parete addominale.
La pubalgia colpisce i pattinatori giovani (16-18 anni) nella fase di aumento di
carico allenante, specie dopo potenziamento specifico e in modo elettivo i
velocisti nella ricerca di un miglioramento della frequenza del gesto tecnico, sia
in fase di partenza che nella fase d'incrocio all'uscita di curva.
I pattinatori maturi (25-30 anni) presentano questa patologia in seguito ad
aumento di carico dopo un periodo di inattività forzata.
L'anamnesi e l'esame del paziente permettono di trovare un certo numero di
fattori eziopatogenetici comuni che favoriscono questo tipo di malattia.
Fattori intrinseci:
1. Asimmetria degli arti inferiori (con conseguente non equilibrato lavoro
dei muscoli adduttori)
2. Patologie a carico del piede (valgo, varo, pronato, supinato, ecc.)
3. Patologie all'articolazione del ginocchio nella sua globalità (capsula,
legamenti, ecc.)
4. Postumi di distorsioni articolari (ginocchio – piede), postumi di patologie
muscolari (strappi, stiramenti, ecc. tendinopatie, borsiti, ecc.)
5. Limitazioni articolari a livello coxo - femorale e problemi congeniti
(displasie di lieve entità, coxa-vara, coxa-valga, coxa-plana,
ecc.), antiversione del bacino, iperlordosi lombare
6. L'ipotonia costituzionale o acquisita della parete addominale inferiore
verso gli obliqui (col suo assottigliamento, la sua deiscenza e talvolta uno
strato pre - erniario)
7. La deficienza del canale inguinale il cui orifizio interno è più o meno
dilatato e che presenta esso stesso una situazione pre - erniaria
8. Questi fattori stanno all'origine della forma parietale delle pubalgie.
Alcuni fattori biomeccanici della catena motoria del carrefour pubico
possono essere fonte di "sforbiciamento" della sinfisi o di tensioni
anomale degli elementi muscolo-tendineo-aponeurotici che vi si ancorano
Fattori Tecnici:
L'importanza dell'allenamento e il suo svolgimento nel tempo sono fattori
favorenti, come la inadeguata qualità degli esercizi di allungamento muscolare,
un riscaldamento mal condotto o il materiale inadatto alle caratteristiche
personali dell'atleta (scarpe-piastre ecc.)
Allenamenti su piste piane piccole (tipo palestra nel periodo invernale);
è un fattore favorente sia per la dimensione (passi incrociati molto
intensi) sia per le diverse pavimentazioni "gommose"
Posizione nella fase della partenza sprint
Asimmetria dell'azione nella fase di recupero dopo la spinta
Sovraccarico muscolare dopo allenamento delle partenze o ripetute in
salita
Posizione non corretta della piastra sulla scarpa
Utilizzo di un diametro di ruote e lunghezze delle piastre non
adeguato all'età, che causa sovraccarico delle strutture sia nella
componente tendinea che ossea
"MALATTIA DEGLI ADDUTTORI" (o patologia osteo-tendineo-muscolare
degli adduttori)
La malattia degli adduttori che colpisce preferibilmente il medio adduttore può
corrispondere ad una lesione del corpo tendineo, della giunzione muscolare-
tendinea o della sua inserzione sull'osso.
Questa affezione si traduce in un dolore basso sotto-pubico, che s'irradia alla
faccia interna della coscia, provocato dal gesto tecnico.
L'esame clinico nei casi tipici risveglia un dolore alla palpazione della parte
interna della branca ischio-pubica, così come all'abduzione passiva e
all'adduzione contro resistenza. Questi test devono essere effettuati in
posizione neutra, in adduzione più flessione e adduzione più estensione.
Bisogna controllare che l'anca possieda una mobilità normale.
È opportuno per approfondire l'esame:
Valutare la lunghezza degli arti inferiori con misurazione diretta o
indiretta (teleradiografia)
Analizzare la situazione posturale delle articolazioni tibio-tarsiche, delle
coxo-femorali e del ginocchio
Valutare l'escursione delle articolazioni coxo-femorali ed le eventuali
differenze fra loro
Analizzare se esistono delle limitazioni funzionali a causa di infortuni
precedenti o da patologie congenite
L'esame radiografico è generalmente "normale", ma può obbiettivare dei
"rimaneggiamenti" ossei in corrispondenza dell'inserzione degli adduttori sulla
branca ischio-pubica a tipo di "addensamento", "irregolarità" del contorno o
"calcificazioni". Nei casi difficili, la RMN con iniezione di contrasto è in grado di
definire la sede e l'importanza esatta delle lesioni.

OSTEO-ARTROPATIA PUBICA
È la sola, vera pubalgia: affezione nient'affatto peri-articolare come la
precedente, ma realmente articolare, legata al surménage di
quest'articolazione ed allo squilibrio muscolare fra addominali e adduttori
(tipica degli atleti evoluti o amatori: 30-35 anni). Le algie hanno sede sul pube
e s'irradiano talvolta in basso lungo la faccia interna della coscia, più
raramente in alto verso la parete addominale inferiore. Queste algie, che
insorgono all'inizio del gesto sportivo, possono in seguito comparire durante
movimenti della vita corrente.

Fattori biomeccanici della catena motoria del


"carrefour" pubico che possono essere
all'origine di una pubalgia: iperlordosi lombare
(1), antiversione del bacino (2), disfunzione
iliaca (3), asimmetria delle sollecitazioni fra i
pesi del corpo (4) e la reazione del suolo (5),
mancanza di equilibrio della bilancia muscolare
fra gli adduttori (6) e gli addominali (7),
disfunzione o displasia dell'anca (8)

L'esame risveglia un dolore localizzato alla sinfisi alla palpazione superficiale o


durante la mobilitazione manuale per l'appoggio alternato dei due processi
della sinfisi.
Eccezionalmente, l'esaminatore percepirà alla palpazione questa instabilità
della sinfisi chiedendo al paziente un appoggio monopodalico e alternato
(marcia sul posto).
La radiografia nei casi tipici evidenzia dei quadri di "pseudo-artrite" assai
evocatori. Le lesioni sono classificate in 4 stadi evolutivi.
La radiografia può essere anche normale, la scintigrafia ossea ha allora un
apporto diagnostico importante obiettivando un'ipercaptazione nella zona di
lesione.
L'evoluzione sotto trattamento adeguato (farmacologico, fisioterapico, riposo
attivo, ecc.) conduce alla guarigione clinica con delle immagini radiografiche di
alterazione strutturale persistente, sia con evidenza di una restitutio ad
integrum delle facce sinfisarie.
PATOLOGIA PARIETALE ADDOMINALE
È l'espressione maggiore di lesione, il più delle volte congenita, della porzione
inferiore dei muscoli larghi dell'addome e soprattutto degli elementi costitutivi
del canale inguinale.
Si manifesta con dolori in sede sovrapubica, spesso unilaterali, che s'irradiano
verso il pube e i testicoli, progressivi e spesso evocati da un colpo di tosse, uno
starnuto o dalla defecazione.
L'anamnesi permette talvolta di trovare un esordio improvviso come, ad
esempio, veri accidenti traumatici della parete addominale.
I segni cercati all'esame del paziente sono più chiari dopo uno sforzo e i
diversi tempi dell'esame sono eseguiti prima in piedi poi in posizione supina.
L'ispezione può mettere in evidenza una tumefazione lungo la parete
addominale in corrispondenza del canale inguinale; la contrazione isometrica
dei muscoli addominali è dolorosa.
La radiografia è il più delle volte negativa, ma in qualche caso può
evidenziare una sinfisi pubica a bordi addensati, talvolta irregolari. L'ecografia
mette invece in risalto l'eventuale lesione muscolare e rileva la presenza di
ernie, in particolare durante le prove di contrazione.

TRATTAMENTO
Quale che sia la forma anatomo-clinica, il trattamento comincia innanzitutto
con il riposo sportivo che va da 2-3 settimane fino a 3 mesi, in particolar modo
nelle forme di osteo-artropatia pubica, che sono spesso le più ribelli e difficili
da trattare. Oltre al riposo è sistematica la prescrizione di antinfiammatori non
steroidei o anche di corticosteroidi per via sistemica, impacchi di ghiaccio,
stretching e massaggio trasverso profondo degli adduttori.
Se sono state riscontrate le anomalie descritte tra i fattori intrinseci, si deve
procedere ad attuare delle iniziative per attenuare o compensare il problema.
Ecco di seguito alcuni suggerimenti:
1) Nel caso di asimmetria degli arti inferiori (accertata con indagine
radiografica o dallo specialista con misurazione diretta), mettere un rialzo
adeguato fra la piastra e la scarpa da pattinaggio e inserire nelle scarpe
standard un plantare personalizzato. Effettuare un controllo dopo tre mesi,
specie se il soggetto è giovane.
2) Nel caso di patologie a carico dei piedi far confezionare un plantare, che
vada a compensare gli squilibri di carico (dopo idonea visita specialistica).
3) Se sono presenti patologie d'origine legamentosa, tendinea, muscolare,
bisogna affrontare in modo globale queste problematiche, perché le cause
scatenanti della pubalgia potrebbero essere molto distanti dalla sede
anatomica (tallonite, fascite plantare, periartrite scapolo-omerale, tendinite del
t. rotuleo, sindrome del tibiale anteriore,ecc.). Le terapie fisiche consigliate
sono: ultrasuoni, laser, ionoforesi, ecc. oltre ad una terapia farmacologia
adeguata ad ogni singolo caso. Questo è valido anche nei postumi di incidenti
muscolari o articolari.
4) Nel caso di limitazioni articolari a livello coxo-femorale, si consiglia una
mobilizzazione attiva assistita con esercizi adeguati caso per caso.
5) Se è presente un'ipotonia della parete addominale e in particolare degli
obliqui, si consigliano gli esercizi riportati, da eseguire in forma simmetrica o
asimmetrica a seconda dei casi.
6) In un'ottica preventiva è buona norma non utilizzare con atleti in età
evolutiva, ruote con diametro elevato e piastre troppo lunghe (come
dimostrato dallo studio dell'ing. Claudio Giorgi presentato a Piombino il 22-04-
06 allo staff tecnico della nazionale italiana. Lo studio realizzato su atleti
evidenzia come ruote oltre il diametro 84 possano sovraccaricare le strutture
mio-capsulo-legamentose dei giovani atleti - a questa rilevazione farà seguito
una verifica con test di laboratorio).
7) La metodica fondamentale sia per prevenire che per curare la pubalgia è
sicuramente lo stretching mirato dei muscoli adduttori, però in forma
decompensata, cioè in modo che non si realizzino compensi in altri distretti
muscolari. Qui di seguito si segnalano alcuni esercizi, anche se in letteratura ne
esiste una vasta gamma; si consiglia di scegliere due esercizi che si
"percepiscono" come più efficaci e di realizzarli in modo corretto con particolare
attenzione alla respirazione.
La ripresa dell'allenamento, nei casi che rispondono favorevolmente al
trattamento medico e soprattutto fisioterapico, deve essere progressiva,
personalizzata e controllata sul piano tecnico.

BIBLIOGRAFIA
1. Cappellini, Naldi e Nanni: Corpo Movimento Sport – Ediz. Markes,
Pavia, 2006
2. Anderson B.: Stretching - Ediz. Mediterranee, Roma, 1980
3. Lachmann S.: Lesioni dei tessuti molli in medicina dello sport –
Ediz. Momento Medico, Roma, 1989
4. Danowski R.G.,Chanussont J.C.: Traumatologia dello sport – Ediz.
Masson, Milano, 2000
5. Bellia R.: Lo stretching nel karate – stampato in proprio, 1989
6. Paci M.: L'articolazione sacro-iliaca, biomeccanica e valutazione -
Pubblicato sulla rivista: Scienza Riabilitativa, vol. 2, n° 1, gennaio 1998
7. Vincenzi M.: Pubalgia da ipo-estensibilità dei muscoli abduttori
dell'anca - Pubblicato sulla rivista: Il fisioterapista, anno 1, n° 3, agosto
1995
8. Bellia R.: Analisi biomeccanica del pattinaggio a rotelle specialità
corsa - Pubblicato nel sito: www.fihp.org/corsa, 2006
9. Casati S.,Canali S.: Ruolo funzionale degli abduttori dell'anca -
Pubblicato sulla rivista: Il fisioterapista, anno 7, n°6, novembre 2001

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