Wieliczka

città della Polonia, capoluogo dell'omonimo comune rurale

Wieliczka è un comune urbano-rurale polacco del distretto di Wieliczka, nel voivodato della Piccola Polonia.
Ricopre una superficie di 100,1 km² e nel 2007 contava 48.909 abitanti.

Wieliczka
comune
Wieliczka – Stemma
Wieliczka – Bandiera
Wieliczka – Veduta
Wieliczka – Veduta
Localizzazione
StatoPolonia (bandiera) Polonia
Voivodato Piccola Polonia
Distretto Wieliczka
Amministrazione
SindacoArtur Kozioł
Territorio
Coordinate49°59′22″N 20°03′58″E
Altitudine261 m s.l.m.
Superficie13,41 km²
Abitanti48 909 (2007)
Densità3 647,2 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale32-020
Prefisso(+48) 12
Fuso orarioUTC+1
TargaKWI
Cartografia
Mappa di localizzazione: Polonia
Wieliczka
Wieliczka
Sito istituzionale

Geografia fisica

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È situata nel voivodato della Piccola Polonia dal 1999, mentre dal 1975 al 1998 aveva fatto parte del voivodato di Cracovia. La città fu fondata nel 1289 dal Duca Enrico IV di Slesia.

Epoca medievale

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I primi abitanti della città di Wieliczka, con molta probabilità, furono alcune tribù celtiche, poi cacciate da popolazioni slave occidentali oppure da clan di Lechiti. L'area era nota per i ricchi giacimenti di sale, copiosamente sfruttati quando Casimiro I trasferì la capitale della Polonia da Gniezno a Cracovia.

L'invasione mongolica del XIII secolo, tuttavia, causò un brusco arresto all'estrazione del sale e devastò la città, poi ripopolata dai tedeschi e ribattezzata Gross Salz (spelling moderno Groß Salze, ovvero "grande sale"), da cui derivò anche il nome polacco Wielka Sól, evolutosi poi nell'attuale Wieliczka.[1][2]

Dal 1252 l'estrazione di sale e depositi di potassio fu incrementata e nel 1289 Enrico IV, signore di Cracovia, autorizzò i fratelli Jescho e Isenbold ad accrescere l'insediamento di Wieliczka, riconosciuto come città nel 1290 per volere del duca e futuro re Premislao II.

XVII secolo

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Nel 1651 la popolazione della città fu decimata dalla peste. Dal 1655 al 1660, al tempo dell'invasione svedese, la città attraversò una fase di declino con le miniere, la principale fonte di introito, danneggiate dalle truppe svedesi, che imposero oltretutto delle tasse ai residenti. Gabriel Wojniłłowicz, insieme a Jerzy Sebastian Lubomirski, organizzò una rivolta di tremila persone per la liberazione di Wielickza, Bochnia e Wiśnicz. La battaglia principale si tenne a Kamionna ed i polacchi ne uscirono vittoriosi.

Dal XVIII al XX secolo

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Cartina delle miniere di sale realizzata da Wilhelm Hondius nel 1645
 
Panorama di Wieliczka nel 1843

Dopo la spartizione della Polonia nel 1772, Wieliczka entrò a far parte della monarchia Asburgo. Nel 1809 la città fu incorporata nel Ducato di Varsavia; gli Asburgo ripresero il controllo della città a seguito della caduta del Ducato e la sua spartizione decisa dal Congresso di Vienna del 1815.

Successivamente Wieliczka divenne una cittadina della provincia semi-autonoma della Galizia. A inizio Ottocento vi abitavano molti minatori austriaci, tedeschi, ungheresi, croati e transilvani che alterarono la composizione etnica della popolazione. Dopo la rivolta di Cracovia del 1846, i minatori ribelli presero il controllo delle miniere di sale e con la progressiva industrializzazione sostennero lo sviluppo urbano di Wieliczka (che in seguito favorì l'introduzione dell'elettricità ai cittadini privati).

A cavallo tra le due guerre mondiali la popolazione crebbe e la cittadina inglobò i villaggi vicini, istituendo nuovi distretti residenziali negli anni Venti. Negli anni post-crisi economica, tuttavia, si assistette a diversi scioperi dei minatori, in particolare quello del 1933 con proteste per la riduzione del salario.

Il 7 settembre 1939 la Wehrmacht tedesca entrò a Wieliczka e cominciò subito a perseguire gli ebrei (circa 1500 individui). Negli anni a seguire raccolsero in città altri ebrei da centri abitati vicini (come coloro che vivevano nel ghetto di Cracovia) ed aprirono un ghetto nel distretto di Klasno. In tutto, circa 11 000 ebrei vivevano nel ghetto intorno al 1942, sovraffollando la città ed impoverendone gli abitanti.[3] Nell'agosto 1942 700 ebrei furono uccisi a fucilate in una foresta nei pressi della città, altri furono uccisi per le strade o condotti nei campi di sterminio (specialmente quello di Belzec, dove quasi tutti furono uccisi nelle camere a gas al loro arrivo).[4]

Il 21 gennaio 1945 i sovietici liberarono Wieliczka dai nazisti, ma negli scontri 138 soldati russi persero la vita.

Le miniere di sale, la principale fonte di reddito della città, ripresero la normale attività nel secondo dopoguerra, venendo chiuse ufficialmente nel 1996 per essere trasformate in un'attrazione turistica.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Miniera di sale

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Miniera di sale di Wieliczka.

Al di sotto del suolo di Wieliczka sorge una delle più antiche miniere di sale operanti al mondo (la più antica si trova a Bochnia, in Polonia, a 20 km da Wieliczka), funzionante dal medioevo.

Durante la Seconda guerra mondiale la miniera era usata dagli occupanti come sito per la produzione di piani bellici. Nel 1978 la miniera di sale di Wieliczka entrò nella lista dell'UNESCO come Patrimonio dell'umanità. La miniera forma una città sotterranea, con chiese (Santa Kinga, la più grande chiesa sotterranea al mondo), laghi e tunnel.

La miniera è anche famosa per una lunga tradizione turistica: il sito, molto salutare, è stato visitato nei secoli da Niccolò Copernico, Johann Wolfgang von Goethe, Alexander von Humboldt, Dmitri Mendeleev, Bolesław Prus, Ignacy Paderewski, Robert Baden-Powell, Karol Wojtyła (futuro Papa Giovanni Paolo II), teste coronate e gente comune.

Amministrazione

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Gemellaggi

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  1. ^ Słownik geograficzny Królestwa Polskiego i innych krajów słowiańskich, Tom V - wynik wyszukiwania - DIR, su dir.icm.edu.pl. URL consultato il 13 agosto 2022.
  2. ^ Stanisław Gawęda, Wieliczka : dzieje miasta, do roku 1980, Wyd. 1, Oficyna "Cracovia", 1990, ISBN 83-85104-07-0, OCLC 29512355. URL consultato il 13 agosto 2022.
  3. ^ (PL) Kazimierz Pająk, Wieliczka - stare miasto górnicze: zarys monograficzny, Wydawn. Literackie, 1968, p. 127. URL consultato il 13 agosto 2022.
  4. ^ United States Holocaust Memorial Museum, Martin Dean e Melvin Hecker, The United States Holocaust Memorial Museum encyclopedia of camps and ghettos, 1933-1945. Volume 2, Ghettos in German-occupied Eastern Europe. Part A, 2012, ISBN 978-0-253-00202-0, OCLC 776990144. URL consultato il 13 agosto 2022.
  5. ^ Gemellaggi, dalla Piana a Wieliczka: una delegazione di Slow Food Scandicci e Piana Fiorentina incontra il sindaco della città polacca, su comune.sesto-fiorentino.fi.it. URL consultato il 14 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2021).
  6. ^ I “gemellaggi” di Sesto Fiorentino, su comune.sesto-fiorentino.fi.it. URL consultato il 14 settembre 2021.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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