Villa Angarano

villa storica nel comune italiano di Bassano del Grappa (VI)

Villa Angarano è una villa veneta situata a Bassano del Grappa (Provincia di Vicenza). Originariamente concepita da Andrea Palladio intorno al 1548,[1]solo le ali laterali furono costruite su progetto del celebre architetto. Il corpo centrale è opera di Baldassare Longhena nel Seicento.[2]

Villa Angarano
Vista frontale della villa
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneVeneto
LocalitàBassano del Grappa
IndirizzoVia Corte S. Eusebio, 41, Bassano del Grappa (Vicenza)
Coordinate45°46′50″N 11°43′25″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1554 - 1556
Ricostruzionecorpo centrale
Stilepalladianesimo
Realizzazione
ArchitettoAndrea Palladio, Baldassare Longhena
CommittenteGiacomo Angarano
 Bene protetto dall'UNESCO
Villa Angarano
 Patrimonio dell'umanità
TipoArchitettonico
CriterioC (i) (ii)
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal1996
Scheda UNESCO(EN) City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto
(FR) Scheda

L'edificio è dal 1996 nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, assieme alle altre ville palladiane del Veneto.[3]

Della villa che Palladio progettò per il suo grande amico Giacomo Angarano[4] nei dintorni di Bassano del Grappa esiste ben poco: solamente due barchesse che affiancano un corpo padronale dall'aspetto chiaramente seicentesco. La tavola dei Quattro libri dell'architettura[5] di Palladio (II, p. 63) ci restituisce la planimetria del complesso nelle intenzioni dell'architetto: due barchesse piegate a “U” che serrano un corpo padronale fortemente sporgente.[2]

Dai documenti sappiamo che sul sito preesisteva un edificio abitato da Giacomo: probabilmente fu per questo che si iniziarono i lavori dalle barchesse, lavori che si arrestarono prima di coinvolgere la ristrutturazione dell'antica casa, attuata in seguito, non certo secondo il progetto palladiano. In realtà non è sicura nemmeno la data di progettazione della villa. Tradizionalmente viene fatta risalire alla fine degli anni quaranta del Cinquecento, con solide argomentazioni, ma è possibile che sia invece connessa all'improvvisa eredità del fratello Marcantonio che Giacomo ottiene nel 1554, anche considerando che due anni più tardi questi acquisirà importanti cariche pubbliche a Vicenza. Angarano è un appassionato di architettura e stretto amico di Palladio,[6] il quale nel 1570 gli dedica la prima metà dei Quattro Libri. 18 anni più tardi Giacomo è però costretto a restituire alla famiglia di sua nuora, rimasta vedova, l'intera dote, e ciò provoca un collasso finanziario che lo costringe a vendere la villa al patrizio veneziano Giovanni Formenti.[2]

Descrizione

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Il corpo centrale della villa, opera seicentesca di Baldassare Longhena
 
Cappella gentilizia ricavata in una delle barchesse laterali

La villa è parte di un complesso architettonico che si distribuisce attorno a due corti rettangolari: una completamente delimitata da edifici e destinata ad uso di servizio e agricolo, mentre la seconda è edificata solo su tre lati e delimitata da un muro di recinzione. In quest'ultima vi è l'edificio padronale affiancato dalle due barchesse. In questa villa si possono trovare degli elementi che si discostano lievemente dall'estetica palladiana, ad esempio il corpo centrale si eleva su tre piani e ricorda un elegane palazzetto di gusto tipico seicentesco. Peculiare anche il timpano curvilineo spezzato che corona la villa, tipico del gusto barocco, a contrasto con le forme del retro dell'edificio che ripresentano la struttura del fronte ma in modo più dimesso.[7]

Il piano terra è adornato da lesene con capitelli tuscanici, il primo piano presenta lesene con capitelli ionici, mentre al secondo piano vi sono lesene barocche con volute. La parte centrale della facciata culmina in un frontone con spioventi ad arco spezzato, reggenti due statue giacenti, più una statua centrale stante su un piedistallo. Nelle barchesse sono allineate colonne di ordine tuscanico.

Le barchesse sono collegate alla corte da lunghi porticati di stile dorico e avevano all'epoca la funzione di separare la parte signorile della villa dagli edifici di servizio e dalle zone della servitù. La barchessa di destra termina con la cappella dedicata a S. Maria Maddalena. La cappella è a pianta ellittica, la facciata è invece squadrata e decorata da due semicolonne giganti che reggono il frontone triangolare e coronato da tre statue.

Le statue all'interno della villa sono ad opera di Giacomo Cassetti.[8]

Il giardino

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A nord del complesso architettonico si sviluppa un ampio parco signorile di tipico gusto ottocentesco.[7] L'area della villa è circondata da una peschiera che l'abbraccia come derivante da un vecchio fossato medievale, ad oggi l'area è attraversata da un ponte che collega il giardino con un'area verde circoscritta. Vi è poi un'altra zona verde all'interno adibita a parco all'inglese con percorsi e zone di alberi.[9]

  1. ^ CHI SIAMO, su Villa Angarano. URL consultato il 30 settembre 2021.
  2. ^ a b c Villa Angarano, in Mediateca, Palladio Museum. URL consultato il 26 maggio 2018.
  3. ^ (EN) UNESCO World Heritage Centre, City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto, su whc.unesco.org. URL consultato il 26 maggio 2018.
  4. ^ Descrizione, storia e foto di Villa Angarano una delle tante Ville Palladiane visitabili a Vicenza, su venetopassion.it. URL consultato il 30 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2022).
  5. ^ Le Ville venete di Palladio, su Arte Svelata, 26 settembre 2021. URL consultato il 30 settembre 2021.
  6. ^ Ville palladiane: le 10 migliori da non perdere in Veneto, su Alloggi vacanza: case sulla spiaggia, condomini, baite, appartamenti e case vacanza | CaseVacanza.it. URL consultato il 30 settembre 2021.
  7. ^ a b Villa Angarano (Angarano di Bassano - VI) - Comune di Vicenza, su comune.vicenza.it. URL consultato il 30 settembre 2021.
  8. ^ VISITARE VILLA ANGARANO BIANCHI MICHIEL, su easyvi.it. URL consultato il 30 settembre 2021.
  9. ^ Villa Angarano, Formenti, Molin, Molin Gradenigo, Gradenigo, Pisani Michiel, Michiel, Bianchi Michiel, su culturaveneto.it. URL consultato il 30 settembre 2021.

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