Museo di archeologia e antropologia dell'Università della Pennsylvania
Il Museo di archeologia e antropologia dell'Università di Pennsylvania (in lingua inglese The University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology), comunemente detto Penn Museum, è un museo di archeologia e antropologia facente parte dell'University of Pennsylvania ed è sito alla periferia di Filadelfia negli Stati Uniti d'America.
The University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology | |
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Ingresso del museo nel 2012 | |
Ubicazione | |
Stato | Stati Uniti |
Località | Filadelfia |
Indirizzo | 3260 South St. |
Coordinate | 39°56′56.4″N 75°11′27.96″W |
Caratteristiche | |
Tipo | Archeologico e antropologico |
Istituzione | 1887 |
Fondatori | William Pepper |
Apertura | 1887 |
Proprietà | Università della Pennsylvania |
Direttore | Dr. Julian Siggers |
Sito web | |
Storia
modificaIstituto educativo e di ricerca dedicato alla comprensione della diversità culturale e l'esplorazione della storia del genere umano, il Museum of Archaeology and Anthropology, ha condotto più di 400 spedizioni archeologiche ed antropologiche in tutto il mondo dopo la sua fondazione, ad opera di William Pepper, nel 1887. Il rettore Pepper convinse il consiglio di amministrazione dell'Università della Pennsylvania sulla opportunità di erigere un edificio a prova di fuoco per ospitare oggetti recuperati da una spedizione nell'antico sito di Nippur nell'odierno Iraq (allora parte dell'Impero ottomano). Fra il tardo XIX secolo e l'inizio del XX, i musei nordamericani ed europei sponsorizzavano regolarmente tali scavi in tutto il Mediterraneo e Vicino Oriente, condividendo la proprietà delle loro scoperte con il paese ospitante. Il museo Penn seguì questa pratica per acquisire la stragrande maggioranza delle sue collezioni, e, di conseguenza, la maggior parte degli oggetti del Museo hanno un contesto archeologico noto, aumentando il loro valore per la ricerca e la presentazione archeologica e antropologica. Oggi il Museo è strutturato su tre piani di gallerie contenenti reperti provenienti dal mondo antico mediterraneo: Egitto, Mesopotamia, Asia meridionale e orientale, Mesoamerica, nonché manufatti dei popoli nativi delle Americhe, Africa e Oceania. Dal 1958, il Museo Penn ha pubblicato la rivista Expedition Magazine (ISSN 0014-4738)[1].Gli scavi e le collezioni del Museo forniscono risorse per la ricerca agli studenti dell'università e il Museo ospita il gruppo dei laureati in Arte e Archeologia del mondo mediterraneo.
Ristrutturazione del 2009
modificaIl 19 novembre 2008, l'amministrazione dell'University of Pennsylvania Museum, annunciò la decisione di terminare 18 ricerche archeologiche e antropologiche nel mondo del Mediterraneo[2] in Medio oriente e nelle Americhe, con il 31 maggio 2009.[3] Venne chiuso anche il centro di ricerca scientifica MASCA (Museum Applied Science Center for Archaeology), anche se gli scienziati Masca sono stati spostati in altre sezioni all'interno del museo. La decisione ha ricevuto critiche locali e mondiali tra gli archeologi e le comunità interessate, che hanno ritenuto la decisione come una deviazione dalla missione originaria del Museo Penn costituito come un istituto di ricerca sin dalla sua fondazione nel 1887. Gli amministratori del museo hanno replicato che questa è stata una misura presa a causa della crisi finanziaria e dei drastici tagli di finanziamenti presso l'Università della Pennsylvania.
Il primo giugno dello stesso anno, l'allora direttore Dr. Richard Hodges ha annunciato che erano state assegnate alcune nuove posizioni, appena definite, come "Associate Curator" o "Responsabile della ricerca" a 11 dei 18 ricercatori colpite dalla precedente decisione.
Il Museo ha dichiarato che il suo impegno per la ricerca resta fermo, come indicato da più di 50 progetti di ricerca attraverso i cinque continenti, che impegnano quasi 200 studiosi, più di quanto si possa trovare in qualsiasi altro istituto di ricerca archeologico e antropologico in Nord America.
Collezioni
modificaLe vaste collezioni del Penn Museum si dividono in due divisioni principali: archeologia, con manufatti recuperati nel passato dagli scavi, ed etnologia, con gli oggetti e le descrizioni raccolte da popolazioni viventi. C'è anche una vasta collezione di materiale scheletrico, che non è in esposizione. Più di 30 gallerie dispongono di materiali provenienti da tutto il mondo e rappresentativi di tutte le epoche, tra cui:
Italia
modificaLa collezione del Museo abbraccia tutta la cultura etrusca, dall'VIII secolo a.C. fino ai suoi ultimi giorni nel I secolo a.C. Gran parte del materiale esposto è stato scavato, e quindi esposto nel museo alla fine dell'Ottocento, in siti come Narce, Vulci, Musarna e Orvieto.[4]
Cina
modificaLa collezione cinese è ospitata in una spaziosa galleria sotto la Harrison Rotunda del museo, che misura trenta metri di diametro ed è alta trenta metri, essendo una delle più grandi cupole in muratura non supportata degli Stati Uniti. Questa galleria ospita grandi dipinti e sculture, nonché una sfera intagliata di cristallo cinese, appartenuta all'imperatrice vedova Cixi - una delle più belle esistenti.[5] Assieme ad una statua egizia di Osiride, la sfera di cristallo venne rubata nel 1988, e il suo elegante supporto d'argento, un'onda di oceano stilizzata, fu trovato in un canale sotterraneo non lontano dal Museo. Gli articoli vennero recuperati nel 1991 dopo che un ex membro del personale del museo vide la statua in un negozio di antichità della zona; la sfera di cristallo fu rintracciata in una casa nel New Jersey e restituita al Museo.[6]
Egitto
modificaLa collezione di manufatti dell'antico Egitto è considerata la più importante al mondo. Le gallerie della collezione egizia del museo ospitano una vasta collezione di statue, mummie, e rilievi. Più in particolare, il museo ospita una serie di elementi architettonici, tra cui grandi colonne e una sfinge di granito da 13 tonnellate di Ramesse II, risalente a circa al 1200 a.C., proveniente dal palazzo del Faraone Merenptah. Queste sono state scavate da una spedizione in Egitto nel 1915. Alla fine del 1970 Karl-Theodor Zauzich (assistente della sezione egizia) ha scoperto tre frammenti mancanti del Papiro Insinger presente nelle collezioni del Museo.
Iraq
modificaCollezione più importante del museo è senza dubbio quello delle Tombe Reali di Ur, che l'Università della Pennsylvania ha co-scavato con il British Museum in Iraq. Ur era una città-stato importante e ricca di antica dei Sumeri, ed i manufatti rinvenuti nelle sue tombe reali mostrano la ricchezza della città. La collezione è costituita da una varietà di corone, figure e strumenti musicali, molti dei quali sono stati intarsiati con oro e pietre preziose. La collezione, spesso in viaggio, comprende una nota testa di toro lira. La sezione babilonese del museo ospita una collezione di quasi 30.000 tavoletta di argilla scritte in sumero e accadico cuneiforme, che la rende uno delle dieci più importanti collezioni al mondo. La collezione contiene il maggior numero di tavolette sumere scolastiche e di composizioni letterarie di qualsiasi altro museo al mondo, così come importanti archivi amministrativi che vanno dal 2900-500 a.C..
Mesoamerica
modificaIl Museo Penn ha condotto uno scavo sui Maya, nella città di Tikal in Guatemala, nel periodo 1956-1970. Molti reperti importanti di questo scavo sono in mostra nel museo, insieme a molte stele dalle città contemporanee di Caracol e Piedras Negras. La galleria espone anche molti reperti e manufatti aztechi provenienti da Oaxaca e Teotihuacan.
Note
modifica- ^ Expedition Magazine. URL consultato il 9 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012).
- ^ Research Specialist positions, su museum.upenn.edu. URL consultato il 9 maggio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2009).
- ^ Wang, Kathy, Financial crisis forces firing of 18 Penn Museum researchers, in The Daily Pennsylvanian, 26 novembre 2008. URL consultato il 31 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2009).
- ^ La galleria etrusca
- ^ The Chinese Rotunda: A stunning setting for a remarkable collection, Museum Homepage. URL consultato il 9 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2009).
- ^ Thomas J. Gibbons, Jr., Treasures Stolen from the Museum are Recovered after Three Years, The Philadelphia Inquirer, 30 ottobre 1991.
Bibliografia
modifica- "A Museum Full of Antiquities Embraces Modernity," Jon Hurdle, The New York Times, 4 dicembre 2012 Penn Museum Pushes for Broader Public Appeal - NYTimes.com
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo di archeologia e antropologia dell'Università della Pennsylvania
Collegamenti esterni
modifica- University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology website, su penn.museum.
- The Museum's Permanent Exhibitions, su penn.museum. URL consultato il 9 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015).
- The Graduate Group in the Art and Archaeology of the Mediterranean World, su sas.upenn.edu.
- Secrets of the Silk Road, UPenn Museum, Symposium: Reconfiguring the Silk Road, New Research on East-West Exchange in Antiquity, su penn.museum.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 152984413 · ISNI (EN) 0000 0001 1534 2992 · LCCN (EN) nr94041684 · GND (DE) 1221563-6 · J9U (EN, HE) 987007269197805171 |
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