Teorema di Lagrange
In analisi matematica il teorema di Lagrange (o del valor medio o dell'incremento finito) è un risultato che si applica a funzioni di variabile reale e afferma, dal punto di vista geometrico, che dato il grafico di una funzione tra due estremi, esiste almeno un punto in cui la tangente al grafico è parallela alla secante passante per gli estremi.
Questo teorema è usato per provare delle proprietà di una funzione in un intervallo partendo da ipotesi locali sulle derivate nei punti di tale intervallo. È uno dei più importanti risultati dell'analisi matematica.
Storia
modificaUn caso speciale di questo teorema fu inizialmente descritto da Parameshvara (1370–1460), dalla Scuola del Kerala in India, nei suoi commenti su Govindasvāmi e Bhāskara II.[1] Una forma ristretta del teorema fu poi provata da Rolle nel 1691; il suo risultato fu quello che ora è conosciuto come teorema di Rolle, e fu provato solo per polinomi, senza nessuna tecnica di analisi. Il teorema del valor medio nella sua forma moderna fu formulato e dimostrato da Cauchy nel 1823.[2]
Enunciato
modificaSia una funzione continua nell'intervallo chiuso e derivabile nell'intervallo aperto . Allora esiste almeno un punto :
Significato geometrico
modificaSupponiamo di avere una funzione di variabile reale a valori reali definita nell'intervallo , come nell'immagine. Supponiamo che essa sia continua e che in ogni punto del suo grafico, esclusi e sia ben definita la retta tangente, quest'ultima non parallela all'asse delle ordinate (supponiamo cioè che la funzione sia derivabile in ). Tracciamo la retta secante il grafico della funzione, passante per i punti e .
Il teorema di Lagrange afferma che sotto le ipotesi di regolarità sopra enunciate esiste almeno un punto , come nell'esempio, tale che la tangente al grafico di nel punto abbia la stessa pendenza della retta passante per i punti e .
Osservazioni
modifica- Il teorema di Lagrange può anche essere considerato un caso particolare del teorema di Cauchy.
- Sia la funzione identità (cioè , per ogni ). Applichiamo il teorema di Cauchy a e :
- Poiché per ogni , si ha che
- Il teorema di Lagrange è inoltre una generalizzazione del teorema di Rolle.
- Sia una funzione continua nell'intervallo , derivabile in e tale che . Applicando il teorema di Lagrange si ha che
- Da notare che il teorema, come enunciato, è falso se una funzione derivabile è a valori complessi invece che reali. Per esempio, si definisce per tutti gli reali. In tal caso
- mentre per ogni .
Dimostrazione
modificaÈ possibile dimostrare l'asserto mediante un'applicazione del teorema di Rolle.
Sia la seguente funzione ausiliare:
Si tratta della retta passante per i punti e della figura.
Sia ora la differenza tra le due funzioni e :
Si verifica immediatamente che
La funzione è continua perché somma di funzioni continue (una per ipotesi e una perché è un polinomio di primo grado); inoltre è derivabile perché somma di funzioni derivabili (la prima per ipotesi, la seconda in quanto polinomio di primo grado).
Per il teorema di Rolle, se una funzione è continua in un intervallo , derivabile nell'intervallo aperto e assume valori uguali agli estremi dell'intervallo, esiste almeno un punto in cui la sua derivata sia .
Applichiamo quindi il teorema di Rolle alla funzione , dal momento che ne soddisfa tutte le ipotesi:
Segue che
Ora si osserva che
Quindi
e il teorema è così dimostrato.
Estensioni
modificaFunzioni definite in Rn
modificaIl teorema rimane valido considerando funzioni definite in .
Sia una funzione reale differenziabile su un aperto , siano due punti di tali che il segmento
allora esiste tale che
dove con indichiamo il gradiente di
Per la dimostrazione è sufficiente considerare la funzione
- con
derivabile sull'intervallo unitario perché composizione di due funzioni derivabili.
Funzioni a valori in Rm
modificaIl teorema non è più valido in questa forma per le funzioni a valori in . Infatti sebbene applicabile a ogni singola componente, non è possibile garantire che ciascuna delle uguaglianze del teorema si verifichi contemporaneamente per lo stesso valore della variabile indipendente. In questo caso il teorema è valido se si accetta la seguente formulazione:
Sia una funzione reale derivabile su un aperto , contenente il segmento , allora:
Esempi di impiego (corollari)
modificaFunzioni aventi derivata identicamente nulla su un intervallo
modificaSia una funzione continua e derivabile definita in un intervallo , sia la derivata di . Se per ogni interno ad , allora è costante in tale intervallo, cioè:
Dimostrazione
modificaPrendiamo due punti distinti, e appartenenti all'intervallo .
Possiamo applicare il teorema di Lagrange all'intervallo ottenendo che
Dato che per ipotesi per ogni , ne segue che
e quindi
Visto che e sono due punti arbitrari dell'intervallo, questo vale per ogni coppia di punti e quindi per ogni (cioè è costante nell'intervallo).
Funzioni aventi derivata uguale in un intervallo
modificaSiano e due funzioni derivabili in un intervallo e sia per ogni . Allora le due funzioni differiscono per una costante , cioè
Dimostrazione
modificaSi prenda . Per ipotesi si ha per ogni . Allora per il corollario precedente sulle funzioni a derivata nulla, la funzione è costante nell'intervallo , cioè per un determinato , e quindi
Monotonia a partire dalla derivata
modificaIl teorema di Lagrange ci permette di stabilire la monotonia di una funzione derivabile in un certo intervallo, in base al segno della derivata.
Derivata non negativa
modificaSia una funzione derivabile in . Se , , allora per ogni , con , si ha che .
Dimostrazione
modificaPrendiamo due generici punti e appartenenti all'intervallo , con .
Poiché la funzione per ipotesi è derivabile in tutti i punti dell'intervallo, e quindi è anche continua, possiamo pensare di applicare il teorema di Lagrange a ottenendo che
Dato che per ogni si ha che
Ora, dato che , per essere vera la formula appena scritta deve essere e visto che questo vale per ogni coppia di punti appartenenti a , possiamo concludere che la funzione è monotona crescente nell'intervallo.
Derivata positiva
modificaSia per ogni appartenente all'intervallo . Allora per ogni appartenenti all'intervallo con si ha che .
Dimostrazione
modificaPrendiamo due generici punti e appartenenti all'intervallo chiuso con .
Poiché la funzione per ipotesi è derivabile in tutti i punti dell'intervallo, e quindi è anche continua, possiamo pensare di applicare il teorema di Lagrange a un intervallo avente come estremi e ottenendo che
Dato che per ogni si ha che
Ora dato che per essere vera la formula appena scritta deve essere e visto che questo vale per ogni e appartenenti ad possiamo concludere che la funzione è monotona crescente.
Derivata non positiva e derivata negativa
modificaLe relative proprietà sono inverse rispetto a quelle ottenute ai due punti precedenti e si ottengono semplicemente invertendo i segni delle diseguaglianze.
Studio delle funzioni su un intervallo aventi derivata limitata
modificaSe è una funzione continua e derivabile nell'intervallo e la sua derivata prima è limitata in , ossia esiste , si ha che è lipschitziana su .
Dimostrazione
modificaConsideriamo due generici punti e appartenenti all'intervallo tali che .
Dal momento che l'ipotesi ci garantisce che la funzione sia derivabile in tutti i punti dell'intervallo, cosa che ci garantisce anche la continuità, possiamo applicare il teorema di Lagrange a un intervallo avente come estremi i due punti di prima, ottenendo che
Adesso uniamo questa informazione alla limitatezza della derivata, dataci per ipotesi, dunque possiamo scrivere:
Ma siccome i punti possiamo sceglierli a nostro completo arbitrio tra tutti quelli presenti nell'intervallo, allora la pendenza della funzione risulterà limitata, e quindi la funzione soddisferà la condizione di Lipschitz.
Note
modifica- ^ J. J. O'Connor and E. F. Robertson (2000). Paramesvara Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive., MacTutor History of Mathematics archive.
- ^ A. Besenyei, Historical development of the mean value theorem, http://abesenyei.web.elte.hu/publications/meanvalue.pdf
- ^ P. M. Soardi, p. 223.
Bibliografia
modifica- Paolo Marcellini, Carlo Sbordone Analisi Matematica Uno, Liguori Editore, Napoli, ISBN 88-207-2819-2, 1998, paragrafo 61.
- Paolo Maurizio Soardi, Analisi Matematica, CittàStudi, 2007, ISBN 978-88-251-7319-2.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul teorema di Lagrange
Collegamenti esterni
modifica- (EN) mean-value theorem, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Eric W. Weisstein, Mean-Value Theorem, su MathWorld, Wolfram Research.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 37971 · LCCN (EN) sh85082689 · J9U (EN, HE) 987007558280505171 |
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