Sibawayhi
Abū Bishr ʿAmr ibn ʿUthmān ibn Qanbar al-Baṣrī, noto anche con lo pseudonimo di Sībawayh o Sībawayhi[1] (in arabo أبو بشر عمرو بن عثمان بن قنبر البصري?; Bayḍāʾ (Shīrāz), c. 765 – Bayḍāʾ (Shīrāz), 793), è stato un grammatico, filosofo e arabista persiano musulmano.
Grammatico e filosofo persiano musulmano, Sībawayh fu la personalità di maggiore spicco scientifico della Scuola di grammatici di Basra e il pionieristico autore di un fondamentale testo di linguistica araba, l'al-Kitāb, ossia "Il libro", in 5 volumi, che costituisce un'autentica enciclopedia della grammatica della lingua araba.[2]
Ibn Qutayba, la prima fonte esistente, nella sua opera biografica, scrive sotto la voce «Sībawayhi»:
«È ʿAmr ibn ʿUthmān, ed è stato essenzialmente un grammatico. Giunse a Baghdad, si unì ai locali grammatici, fu umiliato e tornò in qualche cittadina del Fārs, e vi morì quando ancora era giovane.[3]»
I biografi Ibn al-Nadīm, del X secolo, e Ibn Khallikān, del XIII secolo, riconoscono gli essenziali contributi di Sībawayh alla scienza del linguaggio (i.e. la lingua araba e la linguistica), mai superati prima e dopo di lui.[4][5] Fu definito il più grande di tutti i linguisti arabi e uno dei più grandi linguisti in assoluto, di ogni luogo e di ogni tempo.[6]
Biografia
modificaNato verso il 760, Sībawayh era originario di Hamadan nella Persia occidentale.[7] Giunse dapprima a Bassora, poi si recò a Baghdad e infine tornò a Shīrāz, in Fārs, dove morì giovanissimo tra il 793 e il 796.[4][8] Il suo soprannome (laqab) persiano Sibuyah (arabizzato in Sībawayh) - "odore di mele - viene dai più riferito al suo "alito profumato".[9] Protetto dei Banu Harith b. Kaʿb b. ʿAmr b. ʿUlah b. Khālid b. Mālik b. Udad,[10][11] Imparò i dialetti arabi da Abū l-Khaṭṭāb al-Akhfash al-Akbar (il Vecchio) e da altri. Quando aveva 32 anni si recò in Iraq ai tempi del califfo abbaside Hārūn al-Rashīd e morì in Persia quando ne aveva poco più di 40.[8]
Fu allievo di due eminenti grammatici, Yūnus ibn Ḥabīb e al-Khalīl ibn Aḥmad al-Farāhīdī, col secondo dei quali contrasse grandi debiti di gratitudine.[12][13][14] Dei suoi diciannove maestri solo sette possono essere identificati: (1) ʿAbd Allāh b. Abī Isḥāq [su cui si veda F. Sezgin, Geschichte des Arabischen Schrifttums, IX, 36-37], m. nel 735 o nel 745; (2) ʿĪsā b. ʿUmar [GAS, ix, 37-39], m. nel 766; (3) Abū ʿAmr b. al-ʿAlāʾ, m. nel 771 (GAS, ix, 40-42); (4) Hārūn al-Qāriʾ (GAS, ix, 43-44), m. nel 786; (5) Abū l-Khaṭṭāb al-Akhfash [GAS, ix, 48-49], m. nel 773-4; (6) Yūnus b. Ḥabīb (GAS, viii, 57-58; ix, 49-50) m. nel 799-800; (7) al-Khalīl b. Aḥmad [GAS, viii, 51-56, ix, 44-48], morto non oltre il 791-2.
Polemiche
modificaMalgrado i suoi notevoli studi, la caratteristica di essere parlante non-nativo della lingua araba di Sībawayh è il tema centrale di numerosi aneddoti biografici. Tali resoconti gettano un'utile luce sui primi dibattiti che hanno influenzato la formulazione della fondamentale grammatica araba di base.
Retaggio
modificaLa Grammatica di arabo di Sībawayh fu formalmente il primo testo grammaticale che si occupò di analisi logica dell'arabo, scritto da un Arabo non-nativo, ossia da un non-Arabo quanto a origine. La sua applicazione della logica al meccanismo strutturale del linguaggio era del tutto innovativa per il suo tempo. Tanto Sībawayh quanto il suo Maestro al-Farāhīdī furono storicamente le prime e più autorevoli personalità riguardo alla registrazione formale della lingua araba.[15] Buona parte dello slancio per realizzare un simile impegno provenne dal desiderio dei musulmani non-arabi di fruire di una corretta interpretazione del Corano e dei benefici derivanti dall'opera dei tafsir (esegesi coranica). Il linguaggio non prosastico del Corano presenta infatti sfide interpretative e linguistiche di non piccolo conto, anche per gli arabofoni,[7] e tutti i successivi studiosi della grammatica araba dovettero confrontarsi con il pionieristico lavoro scientifico di Sībawayh.
Trasmissione testuale dell'al-Kitāb
modificaIbn al-Nadīm afferma di aver visto note sulla grammatica e la lingua araba nell'opera manoscritta di Sībawayh nella ricca biblioteca di Muḥammad ibn al-Ḥusayn (Abu Ba'ra), nella città di al-Ḥadītha, forse un centro nei pressi di Mossul, o di un'altra cittadine sul fiume Eufrate. Il Libro[16] stesso comprende diversi volumi e fu il risultato dell'impegno collettivo di quarantadue grammatici.[8]
Malgrado però Sībawayh fosse tra tali autori, i principi e i soggetti del lavoro furono quelli del suo Maestro, al-Khalīl ibn Aḥmad al-Farāhīdī, anche se il libro è ricordato unanimemente col suo titolo di al-Kitāb al-Sībawayh (Il libro di Sībawayh), qualificato da Ibn al-Nadīm come "senza uguali prima del suo tempo e inarrivabile dopo".[8] al-Farāhīdī realizzò anche molti altri lavori di grande rilievo filologico, incluso il famoso dizionario "Kitāb al-ʿAyn", lessicografico, sulla puntuazione diacritica, sul metro poetico (ʿarūḍ), sulla crittografia e altro, ma il libro di Sībawayh viene ricordato ancora da molti come la prima grammatica araba[17] e forse il primo libro in prosa in lingua araba.
Sebbene si dice che Sībawayh e Abū ʿAmr ibn al-ʿAlāʾ non si fossero mai incontrati, Sībawayh cita Abū ʿAmr 57 volte nel suo Kitāb, per lo più tramite la trasmissione garantitagli da Ibn Ḥabīb e al-Farāhīdī.[18] Si sostiene che Sībawayh avesse studiato sotto Hārūn ibn Mūsā, sebbene questi sia citato da lui solo cinque volte.[19]
Grammatici di Baṣra
modificaIbn al-Nadīm ricorda che non ci fu nessuno di noto ad aver studiato l'al-Kitāb sotto la guida di Sībawayh.
Al momento della sua precoce morte, il collaboratore ed erede morale di Sibawayh, Abū l-Ḥasan al-Akhfash al-Akbar, o al-Akhfash al-Mujāshī (m. 793), un dotto grammatico di Baṣra dei Banu Mujashi ibn Darīm, trascrisse il Kitāb di Sībawayh in forma di manoscritto.[20][21][22][23] Al-Akhfash studiò il Kitāb con un gruppo di grammatici, tra cui Abū ʿUmar al-Jarmī e Abū ʿUthmān al-Māzinī. Tali studiosi e grammatici riuniti furono responsabili della circolazione dell'opera di Sībawayh[20] e svilupparono la scienza grammaticale, scrivendo numerosi loro libri. Al-Jarmī scrisse un (Commentario su) L'originale in Sībawayh. La generazione successiva di grammatici comprende al-Mubarrad (m. 285/898), che sviluppò il lavoro dei suoi maestri. Tra i suoi scritti figurano l'Introduzione a Sībawayh, Ricerca approfondita (o significato) del "Libro" di Sībawayh e Refutazione di Sībawayh.[8] Al-Mubarrad è ricordato per aver posto la domanda che rivolgeva a chiunque si fosse apprestato a leggere il Libro:
- "Hai cavalcato attraverso la grammatica, apprezzandone la vastità e misurandoti con le difficoltà dei suoi contenuti?"[8]
Al-Mabrimān[24] di al-ʿAskar, Mukram e Abū Hāshim discussero a proposito dell'approccio educativo del Libro di Sībawayh. Tra i libri di grammatica di al-Mabrimān figurava un'incompleta "Spiegazione del Libro di Sībawayh". al-Sārī al-Zajjāj, pupillo di al-Mubarrad e tutore dei figli del califfo abbaside al-Muʿtaḍid bi-llāh, scrisse al-Īḍāḥ,[25] un "Commentario dei versi di Sībawayh". Ibn Durustuyah, associato agli studi del suo Maestro al-Mubarrad and, e Thaʿlab scrisse "Il trionfo di Sībawayh su tutti i grammatici", articolato in numerose sezioni, peraltro rimaste in parte non completate. Al-Rummani Scrisse anch'egli un "Commentario su Sībawayh" e Al-Maraghi, pupillo di al-Zajjāj, scrisse una "Esposizione e interpretazione degli Argomenti di Sībawayh".[8]
Formato
modificaIl Kitāb si articola su 5 volumi, tanto da essere una vasta e analitica enciclopedia della grammatica araba, per lo più non tradotta in alcuna lingua occidentale. La sua vastità indusse i grammatici più tardi a sintetizzare l'opera in una forma semplice e descrittiva per un pubblico più ampio di lettori e studenti,[7] maggiormente in grado di destreggiarsi tra sintassi morfologia e fonetica, grazie a un'appendice del Libro.[26] Ogni capitolo introduce uno specifico concetto, con un'acconcia definizione.[27] I verbi arabi possono indicare tre tempi (passato, presente, futuro), riassumibili in due forme, definite "compiute" e "incompiute" (presente e futuro.[28]
Sībawayh normalmente illustra i suoi concetti e le regole citando versi poetici, per lo più preislamici di poeti beduini e talora della prima poesia omayyade.[29]
Per quanto sia un libro di grammatica, Sībawayh sestese il suo interesse alla fonologia araba, alla pronuncia standard dell'alfabeto arabo e alle sue varianti,[17] occupandosi anche della moralità del discorso, in quanto scaturente dal comportamento etico umano.[30] Molti linguisti apprezzarono grandemente l'al-Kitāb tra cui Abu Hayyan al-Gharnati, il primo grammatico della sua era ad aver imparato a memoria quel testo.[31]
Edizioni
modifica- Le livre de Sibawaihi, ed. Hartwig Derenbourg, Parigi, 1881-9, rist. Hildesheim 1970.
- Kitāb Sībawayhi, ed. Kabir-Uddin Ahmed Khan Bahadur, Calcutta, 1887.
- Kitāb Sībawayhi, Būlāq 1898-1900, rist. Baghdad, [1965].
- Kitāb Sībawayhi, ed. ʿAbd al-Salām Muḥammad Hārūn, 5 voll., Il Cairo, 1968-77, 2ª ed. 1977.
- Gustav Jahn, Sîbawaihi’s Buck über die Grammatik, übersetzt und erklärt, Berlino, 1895-1900, rist. Hildesheim, 1969.
Note
modifica- ^ Forse pronunciato Sibuyah in lingua persiana e Sībawayh in lingua araba.
- ^ Kees Versteegh, The Arabic Linguistic Tradition, p. 4. Parte della Serie Landmarks in Linguistic Thought, vol. 3. Londra, Routledge, 1997. ISBN 9780415157575.
- ^ M.G. Carter, Sibawayhi, p. 8.
- ^ a b Ibn Khallikan, Ibn Khallikan's Biographical, vol. 2, London, W.H. Allen, 1868, p. 396.
- ^ Josef W. Meri, Medieval Islamic Civilization, Volume 1 An Encyclopedia, Routledge, gennaio 2006, p. 741, ISBN 978-0-415-96691-7.«Of Persian origin, he attached himself in the middle of the second/eighth century to a number of early authorities on the Arabic language in Basra, notably al-Khalil ibn Ahmad and Yunus ibn Habib.»
- ^ Jonathan Owens, Early Arabic Grammatical Theory: Heterogeneity and Standardization, p. 8. Vol. 53 degli Amsterdam studies in the theory and history of linguistic science. Amsterdam, John Benjamins Publishing Company, 1990. ISBN 9789027245380
- ^ a b c Kees Versteegh, The Arabic Language, p. 58. Edimburgo, Edinburgh University Press, 2001. Paperback edition. ISBN 9780748614363
- ^ a b c d e f g Bayard Dodge (a cura di), The Fihrist of al-Nadīm A Tenth Century Survey of Muslim Culture, traduzione di B Dodge, vol. 1, New York & London, Columbia University Press, 1970, pp. 111-114.
- ^ Kees Versteegh, Landmarks in Linguistic Thought III: The Arabic Linguistic Tradition, London, Routledge, 1997, p. 29, ISBN 0-203-44415-9.
- ^ Durayd, Kitāb al-Ishtiqāq (Ibn Doreid's genealogisch-etymologisches Handbuch), a cura di Ferdinand Wüstenfeld, 1854, pp. 155, 237.
- ^ ʿAbd al-Salām Muḥammad Hārūn (a cura di), Kitāb al-Ishtiqāq (New edition), Cairo, al-Khanjī, 1958.
- ^ Florentin Smarandache and Salah Osman, Neutrosophy in Arabic Philosophy, Ann Arbor (Michigan), American Research Press, 2007, p. 83. ISBN 9781931233132
- ^ Aryeh Levin, «Sibawayh». Da History of language sciences: an international handbook on the evolution of the study of language from the beginnings to the present, Sylvain Auroux (ed.). Berlino, Walter de Gruyter, 2000. p. 252. ISBN 9783110111033
- ^ Francis Joseph Steingass, The Assemblies of Al Harîri: The first twenty-six assemblies, Volume 3 dell'Oriental Translation Fund. Trad. di Thomas Chenery. Williams and Norgate, 1867, p. 498.
- ^ Toufic Fahd, "Botany and agriculture". Da: The Encyclopedia of the History of Arabic Science, Volume 3: Technology, Alchemy and Life Sciences, p. 814. Roshdi Rasheed (ed.). Londra, Routledge, 1996. ISBN 0415124123
- ^ Questa la traduzione del sostantivo "al-kitāb".
- ^ a b Kees Versteegh, The Arabic Language, p. 55.
- ^ M.G. Carter, Sibawayh, p. 19. Parte delle "Makers of Islamic Civilization series", Londra, I.B. Tauris, 2004. ISBN 9781850436713
- ^ Kees Versteegh, Arabic Grammar and Qurʼānic Exegesis in Early Islam, p. 161. Volume 19 degli "Studies in Semitic languages and linguistics", Leida, Brill Publishers, 1993. ISBN 9789004098459
- ^ a b Khalil I. Semaan, Linguistics in the Middle Ages: Phonetic Studies in Early Islam, Leida, Brill Publishers, p. 39, 1968.
- ^ Monique Bernards, "Pioneers of Arabic linguistic studies", in: In the Shadow of Arabic: The Centrality of Language to Arabic Culture, Ed. Bilal Orfali, p. 215. Volume 63 della serie "Studies in Semitic languages and linguistics", Leida, Brill Publishers, 2011. ISBN 9789004215375
- ^ Abū Muḥ. ʿAbd Allāh Qutayba, Kitāb al-Maʿārif (Ibn Coteiba's Handbuch de Geschichte), a cura di Ferdinand Wüstenfeld, Vandenhoek und Ruprecht, 1850, pp. 36 l. 19, 37 l.17.
- ^ Abū Muḥ. ʿAbd Allāh Qutayba, Kitāb al-Maʿārif (Ibn Coteiba's Handbuch de Geschichte - New edition, a cura di Ferdinand Wüstenfeld, Il Cairo, Tharwat ʿUkashah, 1960.
- ^ Soprannome di un non meglio identificato grammatico, citato da Abū Manṣūr al-Thaʿlibī nelle sue Laṭāʾif al-maʿārif (Conoscenze di fatti dilettevoli). Si veda di Charles-Adrien Barbier de Meynard, "Surnoms et sobriquets dans la littérature arabe", su: Journal Asiatique, sept.-oct. 1907, p. 201.
- ^ (GAS, IX, 94).
- ^ Kees Versteegh, The Arabic Language, p. 74.
- ^ Kees Versteegh, The Arabic Language, p. 77.
- ^ Kees Versteegh, The Arabic Language, p. 84.
- ^ Kees Versteegh, The Arabic Language, p. 65.
- ^ Yasir Suleiman, "Ideology, grammar-making and standardization". Da In the Shadow or Arabic, p. 10.
- ^ Encyclopaedia of Islam, vol. I, A-B, p. 126. Eds. Hamilton Alexander Rosskeen Gibb, J.H. Kramers, Évariste Lévi-Provençal and Joseph Schacht. Assisted by Bernard Lewis and Charles Pellat. Leiden: Brill Publishers, 1979. Print edition.
Bibliografia
modifica- Carter, M.G., «Sībawayhi», in: The Encyclopaedia of Islam, Second Edition, Edited by: P. Bearman, Th. Bianquis, C.E. Bosworth, E. van Donzel, W.P. Heinrichs.
- Bayard Dodge (a cura di), The Fihrist of al-Nadim A Tenth Century Survey of Muslim Culture, traduzione di B Dodge, vol. 2, New York & London, Columbia University Press, 1970.
- Ibn Khallikan, Ibn Khallikan's Biographical, traduzione di William MacGuckin de Slane, vol. 2, London, W.H. Allen, 1868, p. 396.
- de Sacy, Silvestre. Anthologie grammaticale arabe. Parigi, 1829.
- Derenbourg, H. (ed.) Le livre de Sibawaihi. 2 voll. Parigi, 1881-1889. [ristampa: New York, Hildesheim, 1970].
- Jahn, Gustav. Sībawaihis Buch über die Grammatik übersetzt und erklärt. Berlin 1895-1900. [ristampa: New York, Hildesheim, 1969].
- Schaade, A. Sībawaihi’s Lautlehre. Leida, 1911.
- ʻAbd al-Salām Hārūn, M. (ed.) Kitāb Sibawayhi. 5 voll. Cairo, 1966-1977.
- Owens, J. The Foundations of Grammar: An introduction to Medieval Arabic Grammatical Theory. Amsterdam and Philadelphia, John Benjamins Publishing Company, 1988. ISBN 90-272-4528-2.
- Al-Nassir, A.A. Sibawayh the Phonologist. Londra e New York, Keegan Paul International, 1993. ISBN 0-7103-0356-4.
- Edzard, L. "Sibawayhi's Observations on Assimilatory Processes and Re-Syllabification in the Light of Optimality Theory", in: Journal of Arabic and Islamic Studies, vol. 3 (2000), pp. 48–65. (versione PDF HTML Unicode version)
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sibawayhi
Collegamenti esterni
modifica- Sibawayhi Project contiene tutte le edizioni principali a stampa dei capitoli 1-7, 285-302, e 565-571 del Kitāb, oltre alla traduzioni pubblicate in francese e tedesco
- Il Kitāb di Sibawayh online in arabo su al-eman.com
- Scarica il Kitāb in formato scannerizzato da Internet Archive o da Arabic Wikisource
- Il libro di Sibawayhi sulla grammatica araba condotto sull'edizione di H. Derenbourg e il Commentario del (1900)
- Il Libro sulla grammatica (1895)
- Il Libro sulla grammatica (1895)
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