Savoia-Marchetti S.M.91
Il Savoia-Marchetti S.M.91 era un prototipo italiano per un aereo da caccia che riuscisse a contrastare i bombardieri alleati ad alta quota durante la seconda guerra mondiale. La configurazione dei due aerei è simile a quella del Lockheed P-38 Lightning statunitense, ma la leggenda che narra che per costruire l'aereo italiano ci si fosse basati su un P-38 catturato integro a Capoterra in Sardegna è falsa, anche perché il P-38 è stato catturato in Italia nell'estate del 1943, lo S.M.91 è stato un progetto del luglio del 1942 ed ha iniziato a volare nel marzo del 1943.[senza fonte]
Savoia-Marchetti S.M.91 | |
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Descrizione | |
Tipo | Aereo da caccia |
Equipaggio | 2 |
Costruttore | Savoia-Marchetti |
Data primo volo | 11 marzo 1943 |
Data entrata in servizio | mai |
Esemplari | 2 |
Altre varianti | Savoia-Marchetti S.M.92 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 13,25 m |
Apertura alare | 19,70 m |
Altezza | 3,85 m |
Superficie alare | 41,76 m² |
Peso a vuoto | 6 400 kg |
Peso max al decollo | 8 890 kg |
Propulsione | |
Motore | due Daimler-Benz DB 605A-1 |
Potenza | 1 290 CV |
Prestazioni | |
Velocità max | 585 km/h |
Autonomia | 1 600 km |
Tangenza | 10 800 m |
Armamento | |
Cannoni | 6 × MG 151 da 20 mm |
Bombe | fino a 600 kg |
www.aerei-italiani.net[1] | |
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Storia
modificaIl progetto del S.M.91 nacque in risposta ad una richiesta del Ministero dell'Aeronautica per un velivolo multi-ruolo che potesse essere utilizzato come caccia di scorta, cacciabombardiere, aereo da attacco e ricognitore veloce[2].
L'S.M.91 era un velivolo biposto pesantemente armato, dotato di una coppia di motori Daimler-Benz DB 605A da 1475 cavalli: era una delle prime realizzazioni interamente metalliche della Savoia-Marchetti. Volò per la prima volta l'11 marzo 1943 ai comandi di Aldo Moggi, dimostrando buone prestazioni e maneggevolezza.
Contrariamente alle normali procedure, stante la situazione dell'epoca in Italia, il S.M. 91 non venne trasferito alla base di Guidonia: le prove (in totale circa 20 ore)[3] vennero effettuate presso lo stabilimento dell'azienda, a Vergiate.
A seguito dell'armistizio, nell'ottobre del 1943 il velivolo venne trasferito dalla Luftwaffe presso il proprio centro di ricerca presso l'aeroporto di Rechlin-Lärz[2], dopodiché non se ne ebbe più notizia. Un secondo esemplare, portato in volo nell'estate del 1944, venne distrutto durante un bombardamento che colpì l'aeroporto di Vergiate[3].
Descrizione tecnica
modificaIl S.M.91 adottava la configurazione a doppia trave di coda con l'equipaggio [4] alloggiato in una ampia gondola centrale, già esplorata nel precedente progetto di bombardiere leggero S.M.88.
L'armamento offensivo era costituito da 6 cannoncini MG 151 calibro 20 mm di cui quattro nel muso della fusoliera centrale e due nelle radici alari, mentre l'armamento difensivo poteva essere costituito da 1 cannoncino MG 151 calibro 20 mm posteriore [5].
Note
modificaBibliografia
modifica- Giorgio Apostolo, Guida agli Aeroplani d'Italia dalle origini ad oggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1981.
- Achille Boroli e Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.12), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Savoia-Marchetti S.M.91
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Robert Craig Johnson, Might Have Beens: Italian Twin-Engined Fighters, 1943, su worldatwar.net, http://worldatwar.net. URL consultato il 15 agosto 2008.
- SIAI Marchetti S.M.91, su aerei-italiani.net, http://www.aerei-italiani.net. URL consultato il 4 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2010).
- (RU) SM.91, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 4 gennaio 2010.