Reggenza (linguistica)

influenza esercitata da un elemento grammaticale su un altro

Si parla di reggenza, in linguistica, in riferimento all'influenza esercitata da un elemento grammaticale su un altro. L'elemento controllore attiva negli elementi controllati, con i quali è in una relazione sintagmatica specifica, alcuni morfemi.[1]

Un tipico esempio di reggenza è quella del caso, in base alla quale un verbo o una preposizione determinano il caso in cui deve essere declinato il sostantivo a cui si riferiscono. Per esempio, in latino, lo stato in luogo è espresso da in + ablativo (in urbe sum), mentre il moto a luogo da in + accusativo (eo in urbem).[1]

Ad esempio, le preposizioni tedesche zu, mit, von, aus, zwischen reggono il dativo. Il verbo helfen è sempre seguito dal dativo della “persona aiutata”, che è invece espressa in italiano da un complemento oggetto (ich helfe meinem Bruder = "aiuto mio fratello").

La reggenza è una nozione ancora più importante in lingue che hanno una forte distinzione di casi, come il russo e il finnico, ma esiste anche in lingue che non hanno questa categoria grammaticale.

In italiano, l'aggettivo sensibile può essere seguito soltanto dalla preposizione a: es. sono sensibile alle lusinghe.

Si distingue tra due tipi di reggenza: reggenza libera e reggenza obbligatoria. Nel primo caso il controllore può essere usato anche senza una parola controllata (ad esempio sono sensibile non deve essere obbligatoriamente seguito da a ...), mentre nel secondo caso il controllore non può occorrere senza l'elemento controllato (ad esempio fare a meno non ha nessun significato se non è seguito da di + nome).

  1. ^ a b Dardano, p. 78.

Bibliografia

modifica
  • Maurizio Dardano, Nuovo manualetto di linguistica italiana, Bologna, Zanichelli, 2005, ISBN 978-88-08-17634-9.
  Portale Linguistica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di linguistica