Ramón J. Sender

scrittore spagnolo

Ramón José Sender Garcés (Chalamera, 3 febbraio 1901San Diego, 16 gennaio 1982) è stato uno scrittore spagnolo naturalizzato statunitense.

Ramón José Sender Garcés

Biografia

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Nato e cresciuto in Aragona, si trasferì a Madrid all'età di diciassette anni e, vivendo in povertà, cominciò a scrivere articoli per giornali e riviste come El Imparcial, El País, España Nueva e La Tribuna. Dopo essere stato arruolato, fu costretto a combattere nella guerra del Rif, al termine della quale tornò a dedicarsi al giornalismo e alla scrittura. Essersi schierato politicamente con gli anarchici gli costò un periodo di prigionia nel 1927 e tre anni più tardi pubblicò il suo primo romanzo, Imán (1930). Cinque anni più tardi avrebbe vinto il Premio Nacional de Literatura per il romanzo storico Míster Witt en el cantón.

Al termine della guerra civile, Sender lasciò la Spagna e si trasferì prima in Messico e poi negli Stati Uniti, diventandone cittadino nel 1946.[1] Si affermò come uno dei più noti e prolifici autori dell'esilio spagnolo[2] e trovò il successo anche nel mondo anglofono grazie alle traduzioni in inglese realizzate da Peter Chalmers Mitchell. Fu candidato al Premio Nobel per la letteratura nel 1963 e nel 1964.[3]

Opere tradotte in italiano

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  • I cinque libri di Arianna, traduzione di Paolo Venchieredo, Venezia, Sodalizio del Libro, 1960.
  • Cronaca dell'alba, traduzione di L. Orioli, Einaudi, 1962.
  • L'attesa di Mosén Millán, traduzione di M.S. Malossi, Genova, Marietti, 1986.
  • Il re e la regina, collana Siglo XX. Piccola Biblioteca Ispanica, traduzione di Graziella Fantini, Le Lettere, 2011, ISBN 9788860872456.
  • L'avventura equinoziale di Lope de Aguirre, traduzione di Lorenzo Mari, Arkadia, ISBN 978-8868514433.
  1. ^ (EN) Ramon Jose Sender, in The New York Times, 19 gennaio 1982.
  2. ^ Gabriele Morelli e Danilo Manera, Letteratura spagnola del Novecento: dal modernismo al postmoderno, B. Mondadori, 2007, p. 199, ISBN 978-88-424-9228-3.
  3. ^ (EN) Hans Mehlin, Nomination Archive, su NobelPrize.org, 21 maggio 2024. URL consultato il 10 ottobre 2024.

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Collegamenti esterni

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