Premiata pasticceria Bellavista
Premiata pasticceria Bellavista è una commedia teatrale del 1997 scritta da Vincenzo Salemme.
Premiata pasticceria Bellavista | |
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Lingua originale | Italiano, napoletano |
Stato | Italia |
Anno | 1997 |
Genere | Commedia |
Regia | Vincenzo Salemme |
Soggetto | Vincenzo Salemme |
Sceneggiatura | Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso |
Costumi | Enza Cirillo |
Trucco | Rino Raciti |
Luci | Nereo Santella |
Audio | Giacomo Ramaglia |
Personaggi e attori | |
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Trama
modificaLa commedia si svolge nella pasticceria Bellavista, rinomata attività di Napoli. Ermanno e Giuditta Bellavista hanno ereditato l'attività dopo la morte del padre e date le cattive condizioni di salute della madre, la quale è inferma a letto a causa del diabete e di problemi con la pressione e riesce a comunicare con i due fratelli attraverso un megafono: i due, però, sono succubi della madre la quale non perde l'occasione di criticare fortemente il loro operato e il loro scarso amore verso di lei; inoltre, sia Ermanno che Giuditta hanno delle relazioni che, però, tengono segrete alla madre per paura di poter peggiorare il rapporto con lei. Ermanno frequenta Romina Mirabella, una fornitrice stanca però della situazione che i due vivono, in quanto possono incontrarsi solo in segreto senza che la madre possa scoprire qualcosa, mentre Giuditta è fidanzata con Aldo, un pasticcere che lavora a servizio dai Bellavista il quale, però, non è realmente innamorato di lei bensì dall'eredità che ella riceverà alla morte della madre. All'inizio della commedia, si scopre che Ermanno tre mesi prima ha subìto un trapianto di cornee, grazie all'intermediazione di Aldo che, conoscendo il dottor Rupelli, è riuscito a trovare gli occhi che poi vengono trapiantati al cognato, ignaro del fatto che il dottore sia implicato in un traffico clandestino di organi: in un momento di solitudine, Giuditta convince Aldo a rivelare l'identità del donatore che si scopre essere un barbone di nome Carmine, un ex attore e regista teatrale il quale, dopo un incidente automobilistico, entra in coma; creduto morto, il dottor Rupelli decide di intervenire e il trapianto di occhi va' a buon fine. In questo momento arriva nella pasticceria proprio Carmine il quale, accompagnato dai barboni Memoria e Gelsomina, chiede di parlare con Ermanno affinché possa conoscere la realtà delle cose: Carmine sembra non voler lasciare la pasticceria fino a quando Ermanno non si decida di restituirgli gli occhi, e così il pasticcere conosce come sono andate realmente le cose; Aldo, però, presenta a Carmine le "tre possibilità", ovvero altri tre modi di riacquistare la vista che però il barbone rifiuta categoricamente esplicando in un discorso filosofico l'importanza della natura dell'organo. Alla fine del primo atto Romina da' un ultimatum ad Ermanno, chiedendogli di parlare in un noto bar della zona, e i due vengono seguiti dai tre barboni mentre Carmine minaccia Ermanno di non lasciarlo mai e di renderlo i suoi occhi per tutta la vita; rimasto solo nella pasticceria, Aldo incontra la dipendente ciociara Rosa, baciandola appassionatamente. All'inizio del secondo atto la pasticceria si mostra vuota e con le insegne spente, a causa della presenza dei tre barboni che hanno allontanato la clientela; inoltre, Romina rivela ad Ermanno di essere incinta, ma la cosa non entusiasma il pasticcere, bensì lo allarma in quanto, se lo stato delle cose venisse scoperto, i due non rientrerebbero nell'eredità, minacciati dalla stessa madre la quale crede che i due fratelli non le vogliano bene e che vogliano soltanto appropriarsi del suo patrimonio, e quando rientrano tutti si scopre che sia Giuditta che la ciociara Rosa aspettano un bambino, tra lo stupore generale. Carmine, che non si è mai allontanato da Ermanno, sente l'ingombrante situazione della pasticceria e decide di cogliere la palla al balzo: propone ai presenti un piano per liberarsi di lui e della madre. Essendo malata di diabete, Carmine espone un modo per farla morire dolcemente, presentandole una torta caprese; Carmine, inoltre, capisce che per rendere letale la torta bisogna aggiungere nell'impasto un'alta dose di ammoniaca e, per rendere il dolce più appetitoso, estrae dalla tasca un pacchetto contenente della "Concaina", una droga siciliana che viene provata da Aldo e usata a mo' di zucchero a velo. In un primo momento, Ermanno rifiuta l'idea ma, messo di fronte alla situazione scomoda che i presenti vivono, si convince così lui, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine, Gelsomina e Memoria attuano il piano. A portare la torta all'anziana donna è l'ignara Rosa, l'unica che sembra stare a cuore alla madre di Ermanno e Giuditta, e così attraverso il megafono i presenti sentono l'agonia e la morte della donna. L'ultima scena della commedia presenta Romina e Giuditta con il pancione che discutono sulla situazione della pasticceria, e appare così Rosa che, anch'essa incinta, rivela alle due che il figlio che porta in grembo è di Aldo, il quale l'ha sempre amata e che non ha mai provato affetto nei confronti di Giuditta bensì sulla sua eredità; arrivano così Aldo, Ermanno, Memoria, Gelsomina e Carmine il quale, salito in cima alle scale che conducono all'appartamento della madre di fratelli Bellavista, utilizzando la stessa voce dell'anziana defunta si toglie gli occhiali da sole, facendo capire che il trapianto è andato a buon fine ma che l'anima della donna si è "impossessata" di lui, sorridendo sul fatto che i due fratelli credevano davvero di essersi liberati di lei. Il sipario si chiude con Carmine che esce di scena entrando nell'appartamento dei Bellavista esclamando: "Ciechi, siete poveri ciechi!".
Curiosità
modificaLa voce della mamma che si sente nel megafono è quella di Vincenzo Salemme.
Nel cast appare il fratello minore di Salemme, Stefano Salemme, anch'egli attore presente anche in una piccola scena del film L'amico del cuore.
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