Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad

organizzazione armata maliana

Il Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad (in berbero Tankra n Tumast i Aslalli n Azawad; in francese Mouvement national de libération de l'Azawad - MNLA) è una organizzazione armata maliana, fondata il 16 ottobre 2011 con la denominazione di Movimento Nazionale dell'Azawad, che punta all'autodeterminazione e all'indipendenza del territorio dell'Azawad.[2] È in guerra con l'esercito del Mali e secondo alcune voci una parte del suo armamento proverrebbe dagli arsenali di armi che hanno preso a circolare in Libia durante la rivoluzione contro Gheddafi[3].

Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad
(AR) الحركة الوطنية لتحرير أزواد
(FR) Mouvement national de libération de l'Azawad
(BER) ⵜⴰⵏⴾⵔⴰ ⵏ ⵜⵓⵎⴰⵙⵜ ⴹ ⴰⵙⵍⴰⵍⵓ ⵏ ⴰⵣⴰⵓⴷ
Tankra n Tumast i Aslalli n Azawad
Attiva16 ottobre 2011 – in attività
NazioneMali (bandiera) Mali
ContestoGuerra in Mali
IdeologiaBerberismo
Autonomia territoriale
Secolarismo
AlleanzeLibia (bandiera) Libia (2011)
Al-Qaida nel Maghreb islamico[1]
Ucraina (bandiera) Ucraina
Componenti
Componenti principaliMohamed Ag Najem
Mahmoud Ag Aghaly
Bilal Ag Acherif
Attività
Azioni principaliguerriglia, insurrezione anti-governativa

Secondo un comunicato ufficiale del MNLA del 21 gennaio 2012, il suo stato maggiore è costituito da reduci della rivolta del 1990 (MFUA, "Movimenti e fronti unificati dell'Azawad") e di quella del 2006 (MTNM, "Movimento tuareg Nord-Mali"), da combattenti provenienti dalla Libia, in gran parte anti-Gheddafi, di volontari di diverse etnie (tuareg, songhai, peul e mauri), oltre ad ex-ufficiali e soldati che hanno disertato dall'esercito del Mali.[4]

 
Combattenti dell'MNLA

Il 6 aprile 2012 il MNLA ha dichiarato[5] l'indipendenza delle provincie settentrionali del Mali, non riconosciuta dall'ONU, né da alcuno stato. Il movimento, di ispirazione laica e democratica, ha inizialmente tra i suoi obiettivi la lotta a Al-Qaeda, che avrebbe invece goduto della compiacenza del governo maliano[6].

 
In grigio la zona rivendicata come parte dell'Azawad. I pallini grigi indicano la zona a maggioranza tuareg.

La guerra civile ha portato però l'etnia tuareg (laica) del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad, ad allearsi con alcune frazioni fondamentaliste, (gli Ansar Dine[7] guidati da Iyad ag Ghali) - che aderiscono al Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, poi denominato al-Qa'ida nel Maghreb islamico. Il 27 maggio 2012, Ansar Dine e MNLA annunciano la loro fusione con un "protocollo d'intesa". Questo indica che "Ansar Dine e MNLA proclamano la loro auto-scioglimento creando il Consiglio di transizione dello Stato islamico Azawad"

Vengono distrutte numerose reliquie della locale tradizione sufi e le tombe stesse (marabutti) di alcuni "santi" musulmani (tra cui l'antico mausoleo dedicato ad Alpha Moya[8] e le sepolture di Sidi Mahmud, Sidi el-Mukhtar, Sidi Elmety, Mahamane Elmety e Shaykh Sidi Amar), a causa dell'accesa ostilità iconoclastica del Wahhabismo verso qualsiasi forma di culto, che non sia rivolta ad Allah, considerata una bestemmia. Questo terrorizza le popolazioni locali a nord del Mali, in maggioranza tuareg.

Il MNLA dopo uno scontro per il controllo di Gao, perde rapidamente in pochi mesi il controllo di questi territori a favore dei movimenti salafiti Ansar Dine e al-Qa'ida nel Maghreb islamico. Bilal Acherif Ag, Segretario Generale del MNLA, viene ricevuto a Parigi da diversi diplomatici francesi per chiedere un sostegno materiale per la lotta contro gli islamisti.

Nel gennaio 2013 con l'Operazione Serval contro i fondamentalisti, il MNLA dichiara di essere disposto a "lavorare con la Francia per l'eradicazione di gruppi terroristici", però, si rifiuta di lasciare entrare l'esercito del Mali nei territori sotto il suo controllo, per "paura di rappresaglie contro i civili"[9].

  1. ^ Mali government official says al-Qaida fighters among those attacking northern towns (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2019).
  2. ^ Proseguono incursioni Tuareg: attaccate altre due città - Africa, su lapresse.it, 26 gennaio 2012. URL consultato il 29 novembre 2024.
  3. ^ L'ultima eredità di Gheddafi: uno Stato per gli uomini blu - Esteri, su ilgiornale.it.
  4. ^ "Le MNLA (Mouvement national pour la libération de l'Azawad), tient à préciser qu'au sein de son Etat-major figure en même temps d'anciens rebelles des révoltes des années 1990 (Mouvements et fronts unifiés de l'Azawad - MFUA), de 2006 (Mouvement touareg Nord-Mali - MTNM) de feu Ibrahim Ag Bahanga, des combattants revenus de la Libye mais qui ont largement participé à la libération de ce pays, des volontaires issus des différentes ethnies (Touareg, Songhaï, Peuhl et Maure) du Nord-Mali (Azawad) et des officiers et soldats déserteurs de l'armée malienne." (Comunicato riprodotto per esteso in: Les combattants du MNLA ne sont pas des mercenaires Libyens, articolo di Masin, 22 gennaio 2012, dal sito Tamazgha.fr).
  5. ^ Déclaration D'Indépendance De L'Azawad, su mnlamov.net. URL consultato l'8 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2012).
  6. ^ "Non esiste alcuna relazione tra il Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad (MNLA) e Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI)" MNLA-Mercenaires-AQMI: La communauté internationale rejette la propagande Malienne, su toumastpress.com (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2012)., articolo di Acherif Ag Intakwa, 30 gennaio 2012, sul sito dell'agenzia Toumastpresse).
    "E soprattutto, l'Azawad dovrà fare ciò che nessuno stato della regione ha fin qui fatto: sbarazzarsi dei terroristi di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI). Questi terroristi che infestano oggi l'Azawad hanno potuto farlo con la benedizione del colonizzatore Mali, che vedeva in essi un'opportunità per trarre sempre più benefici dall'occidente con il pretesto della lotta al terrorismo (che non ha mai intrapreso) e soprattutto un mezzo per distruggere completamente il tessuto sociale ed economico dell'Azawad". Après l'indépendance de l'Azawad, débute le nettoyage contre les terroristes d'AQMI, su toumastpress.com (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2012). (articolo di Abdoussalam Ag Inawelene, 8 aprile 2012, sul sito dell'agenzia Toumastpresse)
  7. ^ Ossia Ansar al-Din, "Ausiliari della religione", in ricordo degli Anṣar medinesi, che, convertitisi all'Islam, furono i più strenui alleati del profeta Maometto
  8. ^ (EN) Timbuktu heritage site destroyed by Islamists in Mali as civil war fears grow, su itv.com, 6 luglio 2012.
  9. ^ Le MNLA contrôle Kidal et d'autres villes | Actualité

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