Ministero dell'interno

dicastero del Governo Italiano
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Il Ministero dell'interno è un dicastero del governo italiano. Ha competenza sull'ordine pubblico nella sua qualità di massima autorità nazionale di pubblica sicurezza.

Ministero dell'interno
Palazzo del Viminale, sede del Ministero dell'interno dal 9 luglio 1925
SiglaMI
StatoItalia (bandiera) Italia
TipoMinistero
Dipartimenti
Istituito1861
daGoverno Cavour IV
MinistroMatteo Piantedosi (Ind.)
Sottosegretario
Bilancio18 miliardi e 140 milioni di euro[1]
Impiegati24 699[2]
SedePalazzo del Viminale, Roma
IndirizzoPiazza del Viminale, 1
Sito webwww.interno.gov.it

L'attuale ministro è Matteo Piantedosi, in carica dal 22 ottobre 2022.

 
Palazzo delle Segreterie a Torino, prima sede del Ministero dell'interno dello Stato italiano (fino al 1865); oggi è sede della Prefettura

Il Ministero dell'interno è tra i dicasteri più antichi presenti nel governo del Regno di Sardegna. Esso è passato pressoché indenne alla crescita notevole di funzioni assunte dopo l'Unità d'Italia, dal 1861 del nuovo Stato. Attesa l'assenza di qualsiasi cenno del capo del Governo nello Statuto Albertino, il Ministero si caratterizzò sin dagli esordi per una sua preminenza sulla Presidenza del Consiglio. Durante la costruzione dello Stato unitario il Ministero dell'interno ha rappresentato un modello fortemente accentrato con una progressiva accentuazione dei poteri centrali, voluta dai primi statisti piemontesi al fine di irrobustire un ordinamento statuale allora visto come troppo variegato. Insieme al Ministero delle finanze, il dicastero dell'interno è stato uno dei pilastri sui quali si è costruita l'unità nazionale italiana.

Le funzioni del ministero vennero uniformate a quelle del sistema francese dei Prefetti, con sede provinciale quale autorità di diretta emanazione del Governo. Le attribuzioni del prefetto furono la conseguenza che l'allora Governo, rappresentato dalla Destra storica liberale, pose per unificare l'Italia. Fu il ministro Ricasoli nel 1861 con i "decreti di ottobre", che pose la prima pietra per un marcato accentramento. Nei primi decenni dell'Unità d'Italia le Prefetture assicurarono un ferreo controllo delle realtà locali, rappresentando anche le istanze al Governo centrale. Spesso i Prefetti erano gli unici uffici periferici presenti in varie zone d'Italia.

 
Palazzo Medici-Riccardi a Firenze, sede del Ministero dell'interno dal 1865 al 1871; oggi sede della Provincia

Il Ministero venne riorganizzato nel 1870 dal ministro Lanza e poi nel 1874 e nel 1877, quale primo Governo della sinistra del Partito Liberale. In quegli anni il dicastero assunse le funzioni di polizia, distinte in polizia giuridica, ossia la pubblica sicurezza e i penitenziari, e la polizia sociale, intesa quali uffici di sanità pubblica, allora dipendenti da tale organo. Verso la fine del XIX secolo il ministro Crispi rafforzò il ministero e le prefetture. Negli anni successivi il ministro Antonio di Rudinì decentrò talune funzioni, affidando alle Prefetture varie attribuzioni prima di competenza del Ministero.

Con Giolitti il Ministero divenne lo strumento chiave della sua azione politica. Su comuni e province, in particolare sulla tutela dell'ordine pubblico, venne attuato un controllo vigile e severo. In ambito sanitario venne fatto uno sforzo di razionalizzazione delle leggi sanitarie del 1913 con il cosiddetto "codice sanitario". Sul lato sociale i prefetti furono utilizzati nella difficile mediazione dei conflitti di lavoro, o delle condizioni dei lavoratori, collaborando con l'Ufficio governativo del lavoro, o per la municipalizzazione dei servizi essenziali quali tranvie, rete di illuminazione, asili infantili, ecc. Anche in questo caso crebbero i compiti e la stessa amministrazione.

Con la guerra mondiale del 1915-1918 pur gestendo i compiti ordinari di sicurezza, ordine pubblico e sanità in situazioni belliche, non ne venne modificato l'assetto complessivo. Con il fascismo poco venne cambiato. Unica nota fu che con la legge n. 1601 del 3 dicembre 1922, la Direzione generale delle carceri e dei riformatori passò al Ministero di grazia, giustizia e culti. Mussolini in genere lo riservò a sé, ma il Ministero perse progressivamente il ruolo guida dell'apparato amministrativo statale.

 
Palazzo Braschi a Roma, sede del Ministero dell'interno dal 1871 al 1925; oggi è adibito a museo

Nel 1931 al Ministero venne affidata la Direzione generale del fondo per il culto e del fondo di beneficenza e religione della città di Roma, nonché la Direzione generale degli affari del culto, in precedenza del Ministero di grazia e giustizia. Tuttora tali uffici dipendono dal Ministero dell'interno.

Con la caduta del fascismo, il cambiamento istituzionale e la nascita della Repubblica il Ministero dell'interno conobbe un'evoluzione. Il tema principale è rappresentato dall'istituzione delle Regioni negli anni settanta e dal progressivo trasferimento di competenze.

Si modifica anche la veste del Ministero, o meglio viene rivisitata la sua veste già sottolineata da Giovanni Giolitti decenni prima. Infatti, venne rafforzato il suo ruolo nella protezione sociale, e insieme al Ministero del lavoro ha assunto il ruolo chiave delle politiche di Welfare, assicurando il sostegno alle categorie socialmente deboli, e garantendo gli interventi in caso di calamità: si pensi alle pensioni d'invalidità a tutt'oggi erogate dal Ministero dell'interno, nonché alle vecchie direzioni di assistenza pubblica e quella dei servizi civili.

L'importante settore della sanità pubblica (Direzione generale della sanità pubblica, che con decreto luogotenenziale 417/45 era stato denominato alto commissariato per l'igiene e la sanità pubblica posto alle dipendenze della Presidenza del Consiglio[3]) venne espunto al Ministero nel 1958 con l'istituzione del Ministero della sanità. Similmente avvenne nel 1974 con la nascita del Ministero dei beni culturali e ambientali, per la quale il Ministero dell'interno contribuì cedendo gli Archivi di Stato. Negli anni ottanta venne poi istituito Dipartimento della Protezione Civile, retto da un ministro senza portafoglio, ma basato sull'organizzazione del dicastero.

Col tempo venne riorganizzato l'assetto centrale del Ministero e il numero delle Direzioni Generali passò da 7 a 5. Inoltre, con la legge n. 121/1981 fu riformata la Polizia di Stato, trasformando la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza in Dipartimento, anticipando la futura struttura dipartimentale.

Con la riforma Bassanini degli anni novanta viene attuato il complessivo processo di riorganizzazione del sistema amministrativo e del Ministero. In particolare il D. Lgs. n. 300/1999 ne dispose la ristrutturazione in Dipartimenti. Inoltre, è stata riformata l'organizzazione delle prefetture denominate ora Prefetture-Uffici Territoriali di Governo. Col completamento della riforma il Ministero ha oggi un compito di amministrazione "generale", quale raccordo tra centro e periferia, in particolare per la tutela delle funzioni fondamentali e di sicurezza dei cittadini.

Funzioni

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Il ministro dell'interno è il vertice politico dell'amministrazione dell'interno. Da lui dipendono la Polizia di Stato, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e i prefetti. Egli è inoltre componente del Consiglio supremo di difesa.

Le principali funzioni del ministero sono regolate dal decreto legislativo 30 luglio 1999, nº 300[4] e consistono nell'assicurare:

Attualmente, i suoi compiti sono disciplinati dai decreti del presidente della Repubblica 5 giugno 1976 n. 676 e 7 settembre 2001 n. 398.

Il ministro dell'interno è inoltre autorità di pubblica sicurezza, a norma dell'art. 1 della Legge 1 aprile 1981, n. 121.

Organizzazione

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Gli uffici del Ministero dell'interno possono classificarsi secondo la seguente suddivisione:

  • in base alla competenza territoriale:
    • Uffici centrali: situati presso il Ministero, nella sede centrale di Roma, con competenza su tutto il territorio nazionale, per le materie a ciascuno assegnate
    • Uffici periferici: dislocati a livello locale, con competenza ristretta ad un determinato territorio (circoscrizione), ne fanno parte ad esempio le prefetture, i comandi provinciali dei vigili del fuoco, le questure
  • in base all'ampiezza delle competenze:
    • Uffici generali: svolgono un'attività estesa a tutti i settori di competenza del Ministero
    • Uffici speciali: hanno solamente un numero ristretto di competenze, nell'ambito delle attribuzioni dell'Amministrazione dell'interno

Presso il dicastero opera il personale dell'amministrazione civile dell'interno - dipendente dal Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie - con compiti amministrativi anche di elevato profilo professionale. Tale personale consta di circa 20.000 dipendenti distribuiti nelle diverse qualifiche (ausiliari, assistenti, funzionari e dirigenti) e con diverse specializzazioni.

Il Ministero dell'interno ha sede a Roma nel Palazzo del Viminale dal 1925. Fino a quel momento il Ministero, insieme con la Presidenza del Consiglio, aveva sede a Palazzo Braschi. Il Viminale fu commissionato nel 1911 da Giolitti all'architetto Manfredo Manfredi, progettato appositamente come sede con funzioni governative. Fu inaugurato ufficialmente il 9 luglio 1925. Il Palazzo del Viminale, nei suoi 5 piani, ha centinaia di stanze, collegate da una serie di itinerari incrociati. Degni di nota sono l'imponente ingresso a tre fornici del Palazzo della Presidenza, lo scalone d'onore del Palazzo degli Uffici, la sala del Consiglio dei Ministri ed il salone di ingresso dello scalone al piano nobile con le decorazioni in legno pregiato, marmi e stucchi.

Nel 1961 la sede della Presidenza del Consiglio fu separata da quella del Ministero dell'interno e portata a Palazzo Chigi, ove ancor oggi si trova.

Classificazione degli uffici

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Uffici centrali

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A livello centrale il Ministero è organizzato, secondo le disposizioni del DPR n. 398 del 7 settembre 2001, che ha accorpato le vecchie direzioni generali in cinque Dipartimenti, come modificato dal DPR 24 novembre 2009, n. 210 recante Disposizioni relative all'organizzazione degli uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno ed al personale dell'amministrazione civile dell'interno, per l'attuazione dell'articolo 1, comma 404-416, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e dell'art. 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133., in GURI n. 22 del 28 gennaio 2010,:

L'attività di controllo amministrativo è affidata al servizio di controllo interno, che valuta l'azione amministrativa in rapporto agli indirizzi politici.

Uffici periferici

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Il Ministero dell'interno è strutturato in maniera alquanto complessa a livello territoriale, per via dei compiti di rappresentanza politica del Governo e di ordine pubblico cui assolve. Questi sono gli uffici principali:

  • le 103 Prefetture - Uffici territoriali di Governo,[5] quali sedi di rappresentanza del Governo in ogni provincia a statuto ordinario, che svolgono un'azione propulsiva di indirizzo e di mediazione sociale nonché di intervento e collaborazione, anche rispetto alle autonomie locali. In Trentino-Alto Adige sono sostituite dai commissariati del Governo, enti cui è affidato il coordinamento delle attività statali sul territorio, ma non il controllo degli enti locali, in ossequio allo statuto di autonomia delle due province autonome di Trento e Bolzano. In Valle d'Aosta, invece, non è previsto nessun organismo decentrato, essendo state trasferite tutte le funzioni prefettizie al presidente della Regione con decreto luogotenenziale n. 545 del 1945.
  • le 105 questure dipendono direttamente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e hanno il compito di garantire lo svolgimento, la direzione e l'organizzazione di tutta l'attività della Polizia di Stato nella provincia. Nei quartieri delle grandi città e nei piccoli comuni le questure sono suddivise in commissariati.
  • le 20 direzioni regionali dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile istituite per lo svolgimento in ambito regionale con funzioni di coordinamento dei compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  • i 113 comandi provinciali dei vigili del fuoco, istituiti in ambito provinciale, sono il braccio operativo del Corpo dei vigili del fuoco. Questi si suddividono in distretti, distaccamenti permanenti e volontari e posti di vigilanza, alle dipendenze dei comandi provinciali. Vi sono poi reparti e nuclei speciali, per particolari attività operative che richiedano l'impiego di personale specificamente preparato, nonché l'ausilio di mezzi speciali o di animali.

Enti e corpi alle dipendenze

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Corpo prefettizio

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Prefetto (ordinamento italiano).
 
Distintivo del Corpo prefettizio
 
Distintivo identificativo per i dirigenti dell'Area 1 dell'Amministrazione civile dell'interno

Dal Ministero dell'interno dipende il Corpo prefettizio, che ne costituisce la dirigenza civile, con compiti di rappresentanza generale del Governo sul territorio nazionale; la figura apicale del Corpo prefettizio è costituita dal prefetto. Accanto al Corpo prefettizio (costituito da circa 1.500 unità fra consiglieri, viceprefetti aggiunti, viceprefetti e prefetti) operano i dirigenti contrattualizzati dell'area 1.

Polizia di Stato

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Polizia di Stato.

Dal ministro dell'interno dipende la Polizia di Stato, quale corpo civile ad ordinamento speciale con compiti di pubblica sicurezza e gestione dell'ordine pubblico. Il Capo della Polizia, che è un prefetto, assume la veste di capo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. La Polizia di Stato consta di circa 100.000 effettivi.

Vigili del fuoco

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Sempre dal ministro dell'interno dipende direttamente il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, quale corpo ad ordinamento civile con compiti di difesa civile, servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale. Il personale dei vigili del fuoco ammonta a circa 32.000 effettivi.

Segretari comunali e provinciali

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Segretario comunale e provinciale.

La categoria dei segretari comunali e provinciali, dal 1928 è posta alle dipendenze del Ministero dell'interno. Nel 1997, con la legge 15 maggio 1997, n. 127 (cosiddetta legge Bassanini-bis), i segretari sono stati inquadrati in un apposito albo professionale pubblico, un primo tempo gestito da un'apposita Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali (AGES), ma con la legge 30 luglio 2010 n. 122, l'Agenzia è stata soppressa, e l'albo è oggi nuovamente gestito direttamente dal Ministero dell'interno. In sede di prima applicazione, vi provvede attraverso una unità di missione e le strutture ancora funzionanti della disciolta agenzia, in attesa di un inquadramento definitivo della funzione fra gli uffici ministeriali.

Enti vigilati

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Il Ministero dell'interno vigila sui seguenti enti:

  • l'Istituto opere laiche palatine pugliesi, ente di studio nel campo sociale
  • il Fondo di assistenza per il personale della Polizia di Stato, ente di sostegno previdenziale per gli appartenenti alla Polizia di Stato

Fino al 2011 ha vigilato sull'Istituto nazionale di beneficenza Vittorio Emanuele III, ente attivo nel campo della beneficenza agli ex ufficiali ora vigilato dal Ministero della difesa[6].

Elenco dei ministri

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Dal 1861, col governo Cavour fino al governo De Gasperi:

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ministri dell'interno del Regno d'Italia.

Dal 1946, col governo De Gasperi II, ad oggi:

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ministri dell'interno della Repubblica Italiana.
  1. ^ (PDF) Bilancio Ministero dell'interno Archiviato il 3 aprile 2016 in Internet Archive.
  2. ^ (PDF)Dotazione organica del Ministero dell'interno
  3. ^ maas.ccr.it
  4. ^ Decreto legislativo 30 luglio 1999, nº 300, art. 14.
  5. ^ 103 Prefetture, comprese le 3 nuove Prefetture nelle sedi di Monza, Fermo e Barletta.
  6. ^ Regolamento Presidente della Repubblica 8 febbraio 2011

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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