Laureato in Medicina e chirurgia all'Università di Firenze, si specializzò poi in Ostetricia e ginecologia a Berlino e fece pratica a Parigi. Nel 1923 divenne aiuto-chirurgo a Viareggio, dove fondò un Consultorio per la maternità e l'infanzia e un Istituto radiologico.
Nel 1927 divenne primario radiologo e aiuto-chirurgo all'ospedale del Ceppo di Pistoia: anche qui istituì un Consultorio per la maternità e l'infanzia e un Istituto radiologico; quest'ultimo divenne uno dei più prestigiosi della Toscana.
Diede notevoli contributi allo studio della radiologia, pur consapevole che la continua esposizione alle radiazioni gli sarebbero state letali.
Si distinse anche come militare: inquadrato nel 7º Reggimento bersaglieri e poi nel 3º Reggimento bersaglieri, partecipò ai due conflitti mondiali meritandosi vari riconoscimenti al valor militare.
«Per la prima volta al fuoco, con perizia, ardire ed alto sentimento del dovere, esponendo parecchie volte la vita, accorreva per primo dove più urgevano i rincalzi, e riusciva a respingere forti nuclei nemici.»
— Carso, 1º novembre 1916
«Per la fermezza e il valore dimostrati in cruento combattimento nel quale seppe anche tenere validamente il comando della sua compagnia, in occasione della morte del comandante e degli altri ufficiali.»
— Carso (q. 144), 23 maggio 1917
«Aspirante ufficiale pieno d'entusiasmo e valoroso, durante asprissima azione durata parecchi giorni per la conquista di difficili, ben difese e successive posizioni nemiche, leggermente ferito prima e fortemente contuso poi, continuò a combattere con esemplare audacia. Caduti i suoi ufficiali, assunse il comando della compagnia, che brillantemente condusse all'attacco, validamente cooperando alla conquista ed al rafforzamento d'importante quota.»
— Hermada, 19-18 agosto 1917
«Capitano dei bersaglieri di complemento, richiamato e trasferito nel corpo sanitario, perché primario d'ospedale, chiedeva insistentemente ed otteneva l'assegnazione a reparti operanti. Comandante di una compagnia di motociclisti, durante un lungo ciclo operativo, dimostrava in ogni contingenza, grande sprezzo del pericolo. Nella resistenza contro il nemico agguerrito e preponderante, attaccato sul fronte, sul fianco ed a tergo, abilmente manovrava, valorosamente combatteva e guidava infine i dipendenti in un audace contrassalto contrassalto costringendo l'avversario a ripiegare.»
— Ivanaj - Bivio di lek Nikaj (fronte albano-jugoslavo), 9 aprile 1941
«Consapevole della sua alta missione, si faceva promotore, in ogni campo della medicina sociale, delle più nobili iniziative. Malgrado le gravi lesioni riportate nella sua attività di radiologo, dopo aver sopportato con ammirevole stoicismo vari interventi chirurgici, riprendeva la sua fervida opera, sprezzante del rischio cui con tranquilla coscienza continuava ad esporsi. Neppure l'amputazione del braccio sinistro, dovuta al progredire della infezione, lo induceva ad abbandonare il proprio compito: ammirevole esempio di umana solidarietà e di eroica abnegazione
[1].»
— Pistoia, 2 maggio 1957