Mariano Majani (Orbetello, 2 ottobre 1899Roma, 14 luglio 1969) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Mariano Majani
NascitaOrbetello, 2 ottobre 1899
MorteRoma, 14 luglio 1969
Luogo di sepolturaRoma
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Tripolitania
Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana
RepartoComando Divisione speciale Harar
Anni di servizio1917-1949
GradoGenerale di brigata in s.p.e.
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneRiconquista della Libia
Arbegnuoc
Campagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieBattaglia del solstizio
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia

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Nacque a Orbetello, provincia di Grosseto, il 2 ottobre 1899, figlio di Domenico e Erminia Bombardieri.[2] Chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito nel giugno 1917, in piena prima guerra mondiale, partecipò alle operazioni belliche sul fiume Piave con il 12º Reggimento fanteria.[1] Dopo un breve corso per allievi ufficiali di complemento presso la Scuola di applicazione di fanteria a Parma, nel novembre 1918 fu nominato sottotenente dell'arma di fanteria, assegnato al 31º Reggimento fanteria mobilitato.[1] Nel 1920 venne inviato in Albania, e successivamente congedato nel corso del 1921.[1] Fu richiamato in servizio, a domanda, dal gennaio 1923 e trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Tripolitania entrando in servizio permanente effettivo.[1] Promosso tenente nel luglio 1926 partecipò alle operazioni per la riconquista del Fezzan e dell'oasi di Cufra con il IV Gruppo Sahariano.[1] Rientrato nel luglio 1932 in Italia, nel settembre 1935, fu nuovamente destinato in Colonia assegnato al Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana e partecipò alla guerra d'Etiopia con il IV Gruppo bande Dubat.[1] Promosso capitano il 1º gennaio 1937 fu assegnato al XLIX Battaglione coloniale e successivamente, nel gennaio 1939, al LVII Battaglione coloniale.[1] All'inizio della seconda guerra mondiale, assegnato al Comando Divisione Speciale Harar, fu addetto al collegamento con la XIV Brigata e, a capo dei reparti di esplorazione e di informazione, partecipò alla conquista della Somalia britannica.[1] Rimase ferito gravemente nel combattimento del 12 agosto 1940 a Daharboruk, e rifiutò ogni cura fino a quando non venne a conoscenza del felice esito dell'operazione.[1] Amputatagli la gamba destra presso l'ospedaletto da campo, fu poi fatto prigioniero di guerra dagli Alleati presso l'ospedale militare di Addis Abeba nell'aprile 1941.[1] Decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente,[2] ritornò in Italia a seguito di uno scambio di prigionieri nel giugno 1943 e, dopo subito lunghe degenze ospedaliere, venne collocato in congedo assoluto nell'ottobre 1949 ed iscritto nel ruolo d'onore con il grado di tenente colonnello.[1] Fu promosso colonnello nel 1951 e generale di brigata nel 1960.[1] Si stabilì a Roma.[1]

Onorificenze

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«Non destinato a partecipare alle operazioni per la conquista del Somaliland, muoveva vive insistenze per essere assegnato ad un reparto di prima linea. Designato quale ufficiale di collegamento presso un comando di grande unità coloniale, impegnata in durissima azione, spontaneamente si inquadrava in un battaglione vivacemente impegnato in attacco di forte posizione nemica. Assunto il comando di un settore del fronte, respingeva un sanguinoso attacco avversario e, per quanto gravemente ferito ad un piede, trasfondeva negli ascari presenti, il suo ardimentoso slancio e li incitava a respingere il nemico ed a passare al contrattacco. Sottoposto all’amputazione dell’arto, sopportava il doloroso intervento con la stessa fermezza con cui aveva affrontato l’avversario sul campo di battaglia e si esprimeva con ardente fierezza per l’offerta fatta alla Patria. Daharboruk, 11-12 agosto 1940 .[3]»
— Regio Decreto 27 giugno 1941.
«Comandante di sottogruppo bande di testa d'avanguardia, conduceva con slancio ed avvedutezza il reparto durante l'avanzata in terreno intrigato. Raggiunta la riva sinistra dell'Uadi Korrak teneva saldamente, con sereno coraggio, la posizione nonostante le gravi perdite subite e la insidia dei tiratori avversari sui fianchi e alle spalle. Due giorni dopo concorreva con arditezza all'azione di rastrellamento di forti nuclei nemici, compiuta dal gruppo lungo l'Uadi stesso. Gianagobo (Uadi Korrak), 15-17 aprile 1936
«Comandante di plotone meharisti e già distintosi in precedenti combattimenti, trascinava i suoi dipendenti all'attacco di agguerrite e numerose forze nemiche, infrangendone la resistenza e volgendole in fuga. Concorreva così validamente a due importanti vittorie. Scineref-Umm el Kel (Tripolitania), 26 maggio 1929; Uan el Kebir (Tripolitania), 13 gennaio 1930
«Ardito comandante di plotone meharisti, in tre anni di vita sahariana ripetutamente segnalavasi per il suo coraggio personale. Mentre di notte sostava con il proprio plotone dopo lunga e faticosa marcia, avuto notizia del passaggio di un nucleo ribelle nelle vicinanze del campo, prontamente lo attaccava sconfiggendolo e catturando armi e parte della carovana. Bir Ueddania (Tripolitania), 26 aprile 1929
avanzamento per merito di guerra
«Trascinatore entusiasta dei propri ascari, comandante esperto e valoroso, in due distinte operazioni di particolare importanza al comando di reparti di formazione, conduceva i suoi uomini arditamente all'attacco di posizioni tenacemente difese e, travolgendo ogni resistenza nemica, assicurava il felice esito delle operazioni stesse. Esempio di completa dedizione al dovere, di aggressività e di coraggio. Somaliland-Hargheisa-Passo Karim, 5-8 agosto 1940
— Decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 1951[4]

Annotazioni

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  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 424.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 31 luglio 1951, dispensa 21ª, registrato alla Corte dei Conti addì 16 maggio 1951, registro n.119, foglio 233.

Bibliografia

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  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 3: La caduta dell'Impero, Bari, Laterza, 1982.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 283.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Majani, Mariano, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.