Il Macchi C.206[N 1] è stato un aereo aereo monomotore ad elica italiano da caccia ad ala dritta progettato da Mario Castoldi e costruito dalla Aeronautica Macchi dalla seconda metà della seconda guerra mondiale. Il prototipo, quasi completato all'atto dell'armistizio, rimase coinvolto in una esplosione accidentale il 22 ottobre 1943 e accantonato fino al completo abbandono dei lavori nel 1944 a causa dei bombardamenti alleati

Macchi C.206
Descrizione
Tipoaereo da caccia
Equipaggio1
ProgettistaMario Castoldi
CostruttoreItalia (bandiera) Aeronautica Macchi
Esemplari1
Sviluppato dalM.C.202
Dimensioni e pesi
Lunghezza9,335 m
Apertura alare12,142 m
Altezza3,25 m
Superficie alare21,0
Peso a vuoto2 578 kg
Peso carico3 650 kg
Propulsione
Motoreun Daimler-Benz DB 605 A
Potenza1 475 CV (1 085 kW) al decollo
Prestazioni
Velocità max640 km/h (stimata)
Armamento
Mitragliatricidue Breda-SAFAT da 12,7 mm
Cannonitre calibro 20 mm

Nico Sgarlato, Veltro Storia e Tecnica del Macchi C.205, 2018

voci di aerei militari presenti su Wikipedia
Lo stesso argomento in dettaglio: Macchi C.205V.

Storia del progetto

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In attesa della possibilità, prevista per i primi mesi del 1943, di poter disporre del motore DB 603, capace di erogare 1 750 cavalli vapore (1 290 kW), il team di progettisti guidato dall'ing. Mario Castoldi proseguì nella progettazione, su iniziativa della ditta Macchi, di una versione ad interim ancora con motore DB 605[1] che identificò come C.206. Per ridurre il carico alare e portarlo ai valori del Macchi C.202, allo scopo di mantenere una buona manovrabilità in quota ed inoltre accrescere la robustezza strutturale della cellula, in particolare in corrispondenza delle giunzioni alla fusoliera, Castoldi progettò una nuova ala con una superficie di 21 m2 e costruita in un solo pezzo con solo le estremità smontabili, evitando la complessità della giunzione ala-fusoliera[N 2][2]. Particolare attenzione fu dedicata al contenimento del peso a vuoto. L'armamento previsto ero lo stesso del secondo prototipo dell'Orione, ossia tre cannoni da 20 mm e due mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7 mm, mentre la velocità fu stimata prossima ai 640 km/h.

Alla data dell'8 settembre, il prototipo era quasi completato e privo di matricola militare, trattandosi di iniziativa privata. Purtroppo il 22 ottobre 1943 il prototipo rimase danneggiato a causa di una esplosione accidentale ed accantonato, quando mancavano solo trenta giorni al suo completamento[3].

Nel marzo del 1944, l'ing. Castoldi era intenzionato a riprendere il progetto, introducendo nuovi radiatori dell'olio e dell'acqua di maggior finezza aerodinamica, ma i bombardamenti alleati della primavera del 1944 agli stabilimenti Macchi causarono ulteriori danni alla cellula, precludendo definitivamente ogni velleità di completamento del progetto.

Tecnica

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Rispetto al precedente C.205, Il Macchi C.206, motorizzato con il Daimler-Benz DB 605, aveva un'ala dalla superficie alare incrementata a 21 m², mentre la velocità massima stimata, secondo la motorizzazione prevista, era di 640 a km/h e una velocità di salita di 8 minuti e 50 secondi a 8 000 metri. L'armamento era costituito da due mitragliatrici calibro 12,7 mm in fusoliera e tre cannoncini calibro 20 mm , di cui uno sparante attraverso il mozzo dell'elica e gli altri due installati sulle semiali.

Differenze tra i vari modelli del caccia Macchi
202 205V serie 1 205V serie 3 205N (MM 499) 205N (MM 500) 206 207
Apertura alare [m] 10,58 10,58 10,58 11,25 11,25 12,142 12,142
Lunghezza [m] 8,85 8,85 8,85 9,549 9,549 9,335 9,735
Superficie alare [m2] 16,80 16,80 16,80 19,00 19,00 21,00 21,00
Diametro elica [m] 3,050 3,050 3,050 3,050 3,050 3,050 3,150
Peso a vuoto [kg] 2.357 2.568 2.581 2.695 2.759 2.578 3.292
Peso totale [kg] 2.937 3.268 3.408 3.621 3.794 3.650 4.340
Potenza motore [cv] 1.175 1.475 1.475 1.475 1.475 1.475 1.750

Annotazioni

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  1. ^ In presenza di numerose fonti che propongono denominazioni diverse tra loro, senza indicarne una logica precisa, si è scelto convenzionalmente di indicare la denominazione del velivolo in «Macchi C.206» nella forma completa e «M.C.206» nella forma in sigla.
  2. ^ I Macchi avevano otto perni di attacco, quattro per semiala.
  1. ^ Sgarlato, p. 28.
  2. ^ Gueli, p. 62.
  3. ^ Sgarlato, p. 30.

Bibliografia

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  • (EN) Jonathan Thompson, Italian Civil and Military Aircraft 1930-1945, Fallbrook, Calif, Aero Publishers, 1963, pp. 192, ISBN 0-8168-6500-0.
  • Rosario Abbate, Giulio Lazzati, I velivoli Macchi dal 1912 al 1963 (PDF), Ed. Ali nel tempo, 1963. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2019).
  • Marco Gueli, L'Aermacchi C.205 (PDF), in Storia Militare, n°252, Edizioni Storia Militare, ottobre 2014, p. 50. URL consultato il 24 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2016).
  • Nico Sgarlato, Veltro Storia e Tecnica del Macchi C.205, in Dimensione Cielo, vol. 7, Parma, Delta Editrice, 2018.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Steve "Snap On", Aer.Macchi MC.205 Veltro e Orione, su ilVolo.it, 30 maggio 2008. URL consultato il 30 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2017).
  • (EN) J. Rickard, Macchi M.C.206, su Military History Encyclopedia on the Web, 1º novembre 2010. URL consultato il 30 luglio 2015.