LDN 1616
LDN 1616 è una nebulosa oscura osservabile nella costellazione di Orione.
LDN 1616 Nebulosa oscura | |
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LDN 1616 | |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Orione |
Ascensione retta | 05h 06m 54.0s |
Declinazione | -03° 21′ 00″ |
Distanza | 1300 a.l. (399 pc) |
Dimensione apparente (V) | 2'x1' |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Nebulosa oscura |
Caratteristiche rilevanti | nebulosa ad emissione |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di nebulose oscure |
Si individua circa 2 gradi a nord della stella β Eridani, nella parte occidentale della costellazione; si mostra come una banda scura allungata che sembra sovrapporsi alla nebulosa ad emissione NGC 1788, nella sua parte sudoccidentale. La sezione più intensa è quella più ad est e più vicina al centro nella nube luminosa. La distanza è stimata sui 1300 anni luce da noi.
Caratteristiche
modificaLa nube si estende per poco meno di un grado e orientato in senso est-ovest, distante circa 450 pc (1470 al) dal sistema solare. In particolare, la parte illuminata (NGC 1788) è quella più orientale, in direzione delle stelle del complesso, ed ospita al suo interno la stella HD 293815, una stella blu che la illumina.[1]
Le prove della presenza di fenomeni di formazione stellare sono fornite dalle sorgenti infrarosse individuate nel corso degli anni duemila, che coinciderebbero con delle protostelle di classe 0 (le più giovani), dalla più massiccia delle quali si origina un potente getto; la loro dislocazione nella nebulosa e la loro età suggerisce che questo ciclo di formazione sia stato provocato dall'impatto dell'onda d'urto del vento delle giovani stelle dell'associazione Orion OB1.[2]
Le componenti stellari e protostellari più brillanti della nebulosa a riflessione sono avvolte in piccole nubi che presentano delle emissioni nell'H2; di queste una sarebbe causata dalla forte radiazione ultravioletta della stella centrale, in questo caso la più massiccia, mentre le altre due paiono associate a dei bow shock. Gli ultimi due di fatto sarebbero oggetti HH, e come tali seguono infatti la numerazione assegnata a questo tipo di oggetti: HH 951-A e HH 951-B.[2]
Le stelle di pre-sequenza principale scoperte sono circa una sessantina, fra le quali è compresa la stessa HD 293815, più la stella Ae/Be di Herbig UX Orionis;[3] quest'ultima in particolare si trova circa 45' ad ovest delle nubi ed è il prototipo di una particolare classe di oggetti stellari giovani noti come variabili UX Ori. Si tratta di una stella bianca di classe spettrale A3 e un'età di 2 milioni di anni, coincidente con la sorgente IRAS 05020-0351.[4]
Note
modifica- ^ Alcalá, J. M.; Covino, E.; Leccia, S., Orion Outlying Clouds, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 801. URL consultato il 10 luglio 2009.
- ^ a b Stanke, T.; Smith, M. D.; Gredel, R.; Szokoly, G., Triggered star formation in Orion cometary clouds?. I. The case of L1616, in Astronomy and Astrophysics, vol. 393, ottobre 2002, pp. 251-258, DOI:10.1051/0004-6361:20021031. URL consultato il 15 luglio 2009.
- ^ Gandolfi, Davide; Alcalá, Juan M.; Leccia, Silvio; Frasca, Antonio; Spezzi, Loredana; Covino, Elvira; Testi, Leonardo; Marilli, Ettore; Kainulainen, Jouni, The Star Formation in the L1615/L1616 Cometary Cloud, in The Astrophysical Journal, vol. 687, n. 2, novembre 2008, pp. 1303-1322, DOI:10.1086/591729. URL consultato il 15 luglio 2009.
- ^ Natta, A.; Prusti, T.; Neri, R.; Thi, W. F.; Grinin, V. P.; Mannings, V., The circumstellar environment of UX ORI, in Astronomy and Astrophysics, vol. 350, novembre 1999, pp. 541-552. URL consultato il 15 luglio 2009.
Bibliografia
modifica- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume I - The Northern Hemisphere to -6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-14-X.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5. (non appare nell'atlante, ma è indicata la stella 68 Cygni)