Indri indri
L'indri (Indri indri (Gmelin, 1788)) è la più grande tra le specie di lemuri esistenti. È endemico del Madagascar, nonché l'unica specie del genere Indri.[2]
Distribuzione e habitat
modificaLo si trova nelle aree di foresta pluviale lungo la costa orientale del Madagascar, dalla Riserva speciale di Anjanaharibe Sud al fiume Mangoro: gli indri sono tuttavia assenti dalla penisola di Masoala e dal parco nazionale di Marojejy, seppure questi ultimi distino dal loro areale meno di 40 km in linea d'aria.
Descrizione
modificaDimensioni
modificaSi contende il titolo di lemure più grande ancora in vita col sifaka dal diadema: misura infatti 64-72 cm di lunghezza testa-coda, la coda ha funzione vestigiale e misura 5 cm c.ca (120 cm contando anche le zampe posteriori), per un peso che va dai 6 ai 9,5 kg.
Aspetto
modificaIl mantello è lungo, nero e lanoso e presenta variegature bianche su tempie, gola, petto, collo, posteriore, avambracci e fianchi che sono caratteristiche per ogni individuo o anche per una singola popolazione locale: gli individui che vivono nella zona settentrionale dell'habitat della specie, infatti, sono perlopiù interamente neri. La faccia è glabra e solitamente nera, con un muso volpino: l'indri possiede grandi occhi verdastri ed orecchie arrotondate simili a quelle del koala.
Le zampe posteriori sono assai lunghe e muscolose, paragonabili a quelle della rane: esse servono all'animale per spiccare salti da un ramo all'altro. Se le zampe sono lunghe, le "mani" sono addirittura gigantesche in rapporto alla corporatura: il Brehm dice che "Pare portino i guanti di un animale molto più grosso di loro".
Caratteristica peculiare dell'indri è la coda ridotta ad un moncherino lungo solo 3–4 cm e nascosto nel pelo: praticamente, si può considerare l'animale (unico fra gli strepsirrini) privo di coda.
Biologia
modificaComportamento
modificaQuesti animali vivono in piccoli gruppi familiari composti da una coppia più anziana e dai loro cuccioli a vari stadi di sviluppo. Nelle zone dove la scarsa estensione dell'habitat impedisce ai giovani di separarsi e formare un proprio gruppo, gli indri possono vivere anche in famiglie allargate, comprendenti varie coppie riproduttrici e cuccioli di più generazioni.
L'indri è famoso per i suoi caratteristici "canti" mattutini, ossia sequenze sonore che possono durare dai 45 secondi ai 3 minuti a seconda dei gruppi: anche la sequenza e l'intonazione dei canti può variare, ma in ogni caso sono riconoscibili tre sequenze principali:
- La sequenza ruggito, che precede le vocalizzazioni vere e proprie: questa sequenza viene eseguita da tutti i membri del gruppo (fatta eccezione per i più giovani), e può essere emessa indipendentemente dalle altre due anche per segnalare un eventuale pericolo.
- La sequenza a nota lunga, eseguita principalmente dalla coppia dominante, composta da versi della durata di 5 secondi l'uno.
- La sequenza discendente, che comincia con note acute per poi abbassarsi man mano di frequenza: spesso sono due animali (non necessariamente la coppia dominante) a coordinare i tempi delle note.
I canti hanno la funzione di definire chiaramente i confini dei territori e comunicare età, dimensioni e sesso dei vari animali, al fine di cementare i legami fra i vari gruppi.
È tipico degli indri cominciare a cantare come conseguenza di altri rumori, come tuoni, rombi di motore, richiami di uccelli od altri lemuri: i vari gruppi cantano solitamente in sequenza, rispondendosi l'un l'altro.
Oltre ai canti, gli indri possono emettere una serie di altre vocalizzazioni: mentre il ruggito può indicare un predatore proveniente dall'alto (come un falco), il grugnito indica un predatore terrestre (come il fossa): altri suoni, come latrati e sibili, non sono stati ancora decifrati con chiarezza.
Come anche i catta ed i sifaka, gli indri amano prendere il sole del mattino: al sorgere del sole, essi si sdraiano incrociando le gambe ed appoggiando le mani sulle ginocchia.
Alimentazione
modificaGli indri sono animali erbivori: in particolare si nutrono di foglie, preferendo (in modo particolare le femmine) i germogli teneri e succulenti delle piante della famiglia delle lauracee. Non disdegnano tuttavia di integrare la dieta con altro materiale vegetale, come semi, fiori e frutti.
Per nutrirsi, l'indri avvicina il ramo prescelto alla bocca con le grosse mani, per poi tagliare le foglie coi denti.
Riproduzione
modificaL'indri è un animale monogamo ed assai fedele: gli animali cercheranno un nuovo partner unicamente in caso di morte del precedente compagno.
Il periodo degli amori, fra novembre e dicembre, è caratterizzato da continue disfide canore fra i vari gruppi, in modo che le giovani femmine possano farsi un'idea dei vari maschi e scegliere il più potente: in questo periodo, i canti dell'indri possono essere ascoltati anche durante la notte.
La gestazione dura fra i 4 ed i 5 mesi, al termine dei quali viene dato alla luce un unico cucciolo, solitamente fra maggio e giugno. È da notare che i parti di tutte le femmine di indri allo stato selvatico avvengono nell'arco di due settimane.
Il cucciolo nasce di colore scuro, e comincia a mostrare le eventuali pezzature bianche a partire dal terzo mese d'età.
Il cucciolo resta aggrappato al ventre materno fino a 5 mesi d'età; passato questo periodo, si sposta solitamente sul dorso della femmina. Il padre non ha un ruolo attivo nell'allevamento della prole, tuttavia è sempre presente nei dintorni della femmina col cucciolo.
Seppure i cuccioli comincino a muovere i primi passi da soli attorno agli 8 mesi d'età, è raro che l'indipendenza dei cuccioli dalle madri avvenga prima del secondo anno: la madre si accoppierà di nuovo solo dopo il distacco del cucciolo.
La piena maturità sessuale viene raggiunta assai tardi, fra i 7 ed i 9 anni d'età: la speranza di vita di un indri si aggira attorno ai 30 anni.
Tassonomia
modificaL'indri presenta due sottospecie:[2]
- La sottospecie nominale (Indri indri indri) presenta unicamente colori bianco, nero e tutt'al più grigio-argento: occupa l'areale settentrionale della specie, fino al fiume Onibe.
- La sottospecie I. i. variegatus possiede anche sfumature brune sui fianchi, inoltre ha una disposizione più regolare dei colori. Occupa l'areale centro-meridionale della specie, a sud del fiume Onibe. Nonostante abbia un areale più esteso rispetto alla sottospecie nominale, pare assai più rara di quest'ultima.
L'indri nella cultura di massa
modificaIn realtà, in malgascio il termine "indri" è una corruzione di iry, che significa "guarda!" oppure "lì". Il naturalista francese Pierre Sonnerat, udendo un indigeno urlare "indri indri" mentre indicava un esemplare, pensò che si trattasse del nome dell'animale.
Il vero termine malgascio per designare l'indri è invece babakoto, che vuol dire sia "padre", "antenato", che (considerando le parole baba/padre e koto/bambino) "padre del ragazzo".
Una delle innumerevoli leggende che circolano su quest'animale, infatti, dice che l'uomo e l'indri erano padre e figlio (oppure due fratelli secondo altre versioni) e vivevano insieme nella foresta: un giorno, il figlio decise di andare sugli altipiani a coltivare la terra, divenendo il primo uomo. Da quel momento il padre, divenuto il primo indri e rimasto solo, piange ogni mattina il figliolo andato via.
Altre leggende indigene raccontano di un indri che salvò un ragazzino che stava precipitando da un alto albero a causa delle punture inflittegli dalle api mentre era in cerca di miele.
Conservazione
modificaA causa dell'habitat assai frammentato e del basso tasso riproduttivo, la specie è considerata in pericolo critico dalla IUCN ed è inserita nella Appendice I di CITES.[1]
La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera l'Indri indri una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.
Una colonia numerosa si può osservare nel Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, nei pressi di Antananarivo.
Note
modifica- ^ a b (EN) Andriaholinirina, N. et al., Indri indri, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b (EN) Colin Groves, Indri indri, in D.E. Wilson e D.M. Reeder (a cura di), Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
Bibliografia
modifica- Harcourt, C. and Thornback, J. 1990. Lemurs of Madagascar and the Comoros. The IUCN Red Data Book. IUCN - The World Conservation Union, Gland, Switzerland.
- Russell A. Mittermeier, Edward E. Louis Jr., Matthew Richardson et al. Lemurs of Madagascar, 2010. Third Edition.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Indri indri
- Wikispecies contiene informazioni su Indri indri
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Indri indri, in EDGE (Evolutionary Distinct and Globally Endangered), Zoological Society of London.
- Indri indri foto e filmati su ARChive