Indagine geoelettrica

Per indagini geoelettriche, o indagine geoelettrica s.s., ci si riferisce ad una serie di tecniche geofisiche le quali fanno utilizzo di correnti elettriche fatte appositamente circolare nel terreno per ricavare parametri che aiutano a meglio comprendere la stratigrafia del terreno e la presenza e distribuzione delle acque sotterranee.

Il principio fisico

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L'indagine si basa sulla legge di Ohm; in particolare, dalla prima legge di Ohm sappiamo che R=ΔV/I, dalla seconda sappiamo che R=ρ L/A dove L=lunghezza della resistenza ed A=Area, unendo le due abbiamo che ΔV/I= ρ L/A ΔV/I= ρ L/A chiamando L/A = k fattore geometrico ρ= ΔV/Ik la resistività, ovvero quanto il materiale si oppone al passaggio della corrente si misura in Ω·m , il suo inverso la conducibilità si misura in S/m (siemens/metro). Le acque del sottosuolo sono ottimi conduttori, mentre le rocce sono molto isolanti quando sono intatte, quando sono fratturate l'acqua pellicolare crea un film intorno ad esse aumentandone la conducibilità. I terreni come le argille hanno un'altissima conducibilità in quanto sono sempre sature di H20.

Strumentazione

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La strumentazione è costituita da 4 elettrodi, due di corrente (chiamati A e B) e due di misura (chiamati M ed N detti anche elettrodi di potenziale). Dagli elettrodi di corrente viene immessa una corrente elettrica continua di intensità di corrente nota e fra gli elettrodi di potenziale viene ricavata la tensione misurata. La configurazione degli elettrodi è diversa a seconda del modello che si applica, le più usate sono: Wenner, Dipolo-dipolo, Schlumberger, a partire dalla configurazione è possibile calcolare il fattore geometrico k. Gli elettrodi sono collegati ad una centralina di acquisizione che esegue le misure di resistenza.

Bibliografia

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Voci correlate

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