Il richiamo del corno
Il richiamo del corno (The Sound of His Horn), pubblicato anche col titolo Caccia alta, è un romanzo ucronico distopico del 1952 di Sarban, pseudonimo del diplomatico britannico John William Wall. In esso si descrive un mondo dominato da una Germania nazista uscita vittoriosa dal secondo conflitto mondiale.
Il richiamo del corno | |
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Titolo originale | The Sound of His Horn |
Altri titoli | Caccia alta |
Autore | Sarban |
1ª ed. originale | 1952 |
1ª ed. italiana | 1974 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | ucronia, fantapolitica, fantascienza, distopia |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Germania, tenuta di Hackelnberg, 102º anno del primo millennio germanico (2045 circa) |
Protagonisti | Alan Querdilion |
Altri personaggi | Conte Johann (Hans) von Hackelnberg; Kit |
In questa realtà alternativa, attraverso esperimenti eugenetici che prevedono, oltre alle mutazioni genetiche, anche l'asportazione di quei organi considerati inutili al ruolo assegnato, i nazisti avevano trovato il modo di allevare schiavi, rigorosamente appartenenti alle razze considerate inferiori (per lo più slave), resi fisicamente e mentalmente idonei a servire i volubili capricci della razza ariana: dai ligi e muti inservienti, alle feroci belve umane, ai docili animali da compagnia, alla selvaggina per le battute di caccia.
Trama
modifica«È il terrore che è indescrivibile. [...] il terrore che si prova ad essere cacciati: è questo che è indescrivibile, è per questo che non ci sono parole.»
«Alain Querdilion è evaso da un campo per prigionieri di guerra, ed è stato ripreso. I due fatti sono stati confermati da testimoni indipendenti. Per sapere quanto è accaduto tra la fuga e il momento della cattura, invece, abbiamo solo la sua parola. Ovviamente, tutto questo non è mai successo. Ma in quell'anno i nazisti credevano ancora alla vittoria finale. Hitler era ancora in grado di decidere, come si era vantato di voler fare, il destino dell'Europa per i successivi mille anni. Il futuro su cui Alan Querdilion pensava di essersi affacciato durante il suo crollo nervoso non era ancora impossibile. Dalle finestre dell'inferno, molti spettri avranno osservato con interesse la costruzione del Reich. Se quella mostruosa fabbrica del male fosse stata portata a termine, il diavolo in persona avrebbe probabilmente abbandonato la sua residenza per assumervi un qualche incarico ufficiale. Per il posto di Gran Maestro delle Foreste del Reich, nella cui riserva Alan Querdilion sconfina per caso, non si può immaginare un candidato più adatto di Hans von Hackelnberg, il Cacciatore della Selva diventato, nella Germania medievale, una leggenda. Così, nella mente di Querdilion un passato leggendario e un futuro non impossibile finiscono per confondersi. Il richiamo del corno è la storia di un sogno - il sogno di una fuga dal male. Il sognatore si sveglia in un mondo sano; l'eco del corno si spegne in una remota lontananza.» |
— Risvolto scritto da Sarban per la prima edizione del romanzo (1952)[2]. |
Prologo
modificaThorsway, Inghilterra, 1948 circa. Alan Querdilion, ex tenente della marina militare britannica (la Royal Naval Reserve) durante la seconda guerra mondiale, sopravvissuto al campo di prigionia tedesco per ufficiali (Oflag) e poi al campo di concentramento, è riuscito a fare finalmente ritorno a casa, ma profondamente cambiato nel carattere: da uomo esuberante, attivo e risoluto qual era, si ritrova ad essere apatico e silenzioso, al punto che la madre confida ad un amico che «quello che i tedeschi avevano liberato nel 1945 era solo una parte di Alan [...] "Loro" avevano rimandanto indietro il suo corpo, più o meno sano, e con quel tanto di capacità mentali che gli permetteva di occuparsi dell'amministrazione quotidiana della piccola fattoria che suo padre gli aveva lasciato; ma si erano tenuti il resto»[1].
Durante una cena con dei vecchi amici, nel mezzo di una conversazione sull'attività venatoria, Alan si risveglia dal suo torpore accennando al terrore indescrivibile che si prova ad essere cacciati. Dopocena, Alan decide di confidarsi con il suo migliore amico e gli racconta la bizzarra avventura che è convinto di aver vissuto qualche anno prima.
Fuga dall'Oflag
modificaSeconda guerra mondiale, maggio 1943. In seguito alla sconfitta subìta durante la battaglia di Creta, il tenente Alan Querdilion viene fatto prigioniero e internato in un campo di prigionia per ufficiali della Germania Orientale: l'Oflag XXIX Z. Dopo numerosi tentativi di fuga falliti, il tenente riesce a scappare assieme ad un altro prigioniero, l'ufficiale Jim Long, scavando un lungo tunnel sotto la recinzione del campo. Una volta usciti, il piano di fuga prevedeva il raggiungimento della città di Stettino dove, supportati da un'organizzazione clandestina che aiutava gli evasi a fuggire dalla Germania, si sarebbero entrambi imbarcati su una nave svedese verso la libertà. Eppure i due evasi, in disaccordo sulla modalità con cui arrivare a Stettino, si separano e prendono due strade diverse.
Il tenente Alan, deciso a raggiungere la stazione dei treni di Dämmerstadt (convinto che fosse più appropriato allontanarsi il più possibile dal campo di prigionia), comincia a vagare per i boschi e le campagne seguendo i sentieri secondari più impervi, al fine di evitare ogni contatto umano che potrebbe condurlo ad una nuova cattura. Dopo giorni di cammino, stremato dalla fatica, dagli stenti e dal costante terrore di essere braccato, Alan si perde e raggiunge la cima di un crinale ai cui piedi un'intensa luce surreale illuminava una foresta verdeggiante e un laghetto. Il richiamo dell'acqua spinge Alan a recuperare le poche forze che gli rimangono per raggiungere lo specchio d'acqua e dissetarsi. Nella sua corsa, però, si imbatte in una sorta di barriera elettrificata che lo folgora e gli fa perdere i sensi.
Il risveglio nella tenuta Hackelnberg
modificaAl suo risveglio, memore di quanto gli era accaduto, si accorge di essere, ormai da diverso tempo, ospite di una sorta di ospedale di lusso, prigioniero di qualcuno che, per qualche ragione, aveva interesse a tenerlo in vita e a curarlo con ogni riguardo. Incomincia, perciò, ad indagare, ma l'unica cosa che scopre è quella di trovarsi in Germania, più precisamente nella tenuta del Gran Maestro delle Foreste del Reich, il Conte Johann (Hans) von Hackelnberg, oltre alla consapevolezza di essere circondato da oggetti di un materiale mai visto prima e al fatto che di notte avverte distintamente il suono di un corno da caccia nella foresta, che inquieta persino il personale dell'ospedale. A guarigione quasi completata, Alan riceve la visita del medico che lo ha in cura, Herr Professor Doktor Wolf von Eichbrunn, il quale finalmente gli svela quanto gli era accaduto: scopre, così, di essersi scontrato contro una barriera di letali raggi Bohlen che circonda l'intera tenuta e che, essendo l'unico - fino a quel momento - a sopravvivere a quella violenta scarica, aveva suscitato interesse tale da essere curato e studiato.
Dal racconto del medico, però, quello che sconvolge Alan è il riferimento a una realtà storica a lui sconosciuta: scopre, allora, di trovarsi non nel 1943, bensì nell'anno 102° del primo millennio germanico (secondo il calendario stabilito dal primo Führer Adolf Hitler), a un secolo dalla vittoria della seconda guerra mondiale da parte della Germania nazista, che fece dei nazisti, la razza superiore, gli incontrastati padroni del mondo.
Atterrito, ma deciso a non perdere la ragione, Alan conquista la simpatia e la fiducia del dottore von Eichbrunn, al punto da convincerlo ad accompagnarlo in una perlustrazione nella foresta circostante, con la scusa di soddisfare puramente la sua curiosità, ma in realtà deciso a memorizzare una mappa della zona per poter pianificare una fuga.
Il singolare intrattenimento venatorio
modificaDurante l'esplorazione Alan si accorge che la foresta era stata adibita a tenuta di caccia, ma che l'attività venatoria lì svolta era resa bizzarra da una tanto vasta quanto stravagante varietà di prede e attrazioni, non solo animali, ma anche umane: come le "ragazze-selvaggina", in particolare le "donne-uccello", ragazze seminude travestite da splendidi uccelli colorati (il cui scopo era quello di soddisfare la lascivia del cacciatore che riusciva a predarle), oppure le "donne-gatto", ovvero donne mutanti allevate in cattività e rese simili a vere e proprie fiere (e il cui scopo era quello di divertire gli ospiti scatenando la loro ferocia sulle prede catturate), infine i "ragazzi-babbuini", addestrati e chirurgicamente modificati per imitare perfettamente le movenze del primate e usati come cani da riporto.
Sempre più incuriosito dalla figura del Conte, uomo fortemente legato alle antiche origini e tradizioni altomedievali incentrate sulla pura caccia selvaggia, Alan convince il dottore a portarlo alla festa che il Graf aveva fatto organizzare nel suo Schlöss per gli ospiti. Qui, però, Alan viene notato dal Conte che, fortemente infastidito dalla sua intrusione, dà ordine di liberarlo nella foresta, trasformandolo in una preda di caccia.
La battuta di caccia finale e la fuga
modificaVestito da selvaggina umana, dopo l'iniziale smarrimento, Alan incomincia la sua perlustrazione della foresta fino a raggiungere la barriera esterna, dove intuisce che l'unica possibilità di fuga è attraverso un lungo tunnel sotterraneo che la oltrepassi. Deciso a procurarsi gli attrezzi di scavo, parte alla ricerca, quando si imbatte in un esemplare della selvaggina del Conte: una "ragazza-uccello" di nome Christine North (ma conosciuta come Kit), anche lei inglese, catturata e portata nella tenuta di Hackelnberg per aver tentato di fuggire da un campo di rieducazione della Prussia Orientale, dove era stata rinchiusa in quanto simpatizzante della resistenza anti-nazista in Inghilterra. La ragazza, oltre ad informarlo sulle modalità di caccia del Conte, lo avvisa che l'unico momento in cui la barriera viene disattivata è quando «qualcosa di grosso ci finisce in mezzo»[1], come quando qualcuno cerca di oltrepassarla o attraversarla.
Dopo essersi procurati gli attrezzi utili allo scavo, i due cercano di raggiungere la parte più esterna della foresta per portarsi vicino alla barriera e iniziare a scavare il tunnel, ma poi sentono il suono del corno e capiscono che il Conte ha iniziato la battuta di caccia per catturare Alan. Stremati dalla corsa, braccati ormai dai cani e dalle donne-gatto e consapevoli di essere in trappola, Kit parte in una corsa sfrenata contro la barriera, implorando Alan di sfruttare l'occasione per oltrepassare la barriera, approfittando del momento in cui le torri di guardia perimetrali avrebbero disattivato i raggi per togliere il suo corpo esanime. Atterrito dal sacrificio della ragazza, ma profondamente commosso dalle sue parole e dal significato del gesto, Alan oltrepassa la barriera, da dove osserva il corpo di Kit gettato in pasto alle belve umane e animali. Il Conte, accortosi che Alan aveva oltrepassato il confine della tenuta, è inizialmente indeciso se aizzargli contro i cani e catturarlo, ma decide di lasciarlo andare, minacciandolo, però, di riprendere la caccia in futuro.
Ritorno al 1943
modificaToltosi il costume da selvaggina, Alan cammina senza meta nella foresta fino a quando viene trovato dalla polizia tedesca mentre vagava nudo lungo dei binari vicino alla stazione di Dämmerstadt. Catturato, viene ricoverato in ospedale per un mese, per poi essere deportato in un campo di concentramento, dove rimane fino alla liberazione da parte dei russi, avvenuta nel maggio del 1945.
Le fonti del romanzo
modificaUna delle fonti del romanzo sembra essere una canzone popolare inglese del XVIII secolo sulla caccia, intitolata D'Ye Ken John Peel e incentrata sulla figura di John Peel, famoso cacciatore di volpi realmente esistito e vissuto tra la fine del '700 e la prima metà dell'800 nella contea inglese della Cumbria[2].
«Do ye ken John Peel with his coat so gay[3]?
Do ye ken John Peel at the break of day?
Do ye ken John Peel when he's far away
With his hounds and his horn in the morning?
Twas the sound of his horn brought me from my bed
And the cry of his hounds has me oftimes led,
For Peel's view holloa would wake the dead
Or a fox from his lair in the morning.
Do ye ken that hound whose voice is death?
Do ye ken her sons of peerless faith?
Do ye ken that a fox with his last breath,
Cursed them all as he died in the morning?
Yes, I ken John Peel and auld Ruby too,
Ranter and Royal and Bellman so true,
From the drag to the chase, from the chase to the view,
From the view to the death in the morning.
And I've followed John Peel both often and far,
Over the rasper fence and the gate and the bar,
From Low Denton Holme to the Scratchmere Scar
When we vied for the brush in the morning.
Then here's to John Peel with my heart and soul
Come fill, fill to him a brimming bowl,
For we'll follow John Peel thro' fair or thro' foul
While we're waked by his horn in the morning.
Do ye ken John Peel?
Do ye ken John Peel when he's far away
With his hounds and his horn in the morning?»
«Conosci John Peel con la sua vistosa giubba?
Riconosci John Peel nel crepuscolo?
Riconosci John Peel quando è lontano?
Con i suoi cani e il suo corno al mattino?
Il richiamo del suo corno mi ha fatto balzare dal letto
Accompagnato spesso dal guaito dei suoi cani
Perché il grido di caccia di Peel risveglierebbe i morti
O una volpe nella sua tana al mattino.
Conosci quel cane la cui voce significa morte?
Conosci i suoi figli, di una fedeltà senza pari?
Sai che la volpe con il suo ultimo respiro
Li ha maledetti tutti quando è morta al mattino?
Sì, conosco John Peel e anche il vecchio Ruby,
Così come Ranter e Royal e Bellman
Dalla caccia all'inseguimento, dall'inseguimento all'avvistamento,
Dall'avvistamento alla morte al mattino.
E ho seguito John Peel molto spesso e in posti lontani
Oltre il recinto, il cancello e la sbarra
Dal Low Denton Holme allo Scratchmere Scar
Quando ci siamo contesi la coda di volpe al mattino.
Quindi sono con John Peel con il cuore e l'anima
Venite e riempitegli un bicchiere fino all'orlo
Perché seguiremo John Peel ovunque vada
Dopo essere stati svegliati dal suo corno al mattino.
Conosci John Peel?
Riconosci John Peel quando è lontano?
Con i suoi cani e il suo corno al mattino?»
Edizioni
modifica- Sarban, The Sound of His Horn, 1ª ed., Peter Davies Ltd, 1952.
- Sarban, Caccia alta, traduzione di Rita Botter Pierangeli, collana Gamma. [Il Fantalibro]. I Capolavori della Fantascienza. Prima edizione italiana, De Carlo Editore, 1974, ISBN non esistente.
- Sarban, Il richiamo del corno, traduzione di Roberto Colajanni, collana Fabula, Adelphi, 2015, ISBN 978-88-459-2993-9.
Note
modifica- ^ a b c Sarban, Il richiamo del corno, Adelphi Edizioni, Milano, 2015. ISBN 978-88-459-2993-9.
- ^ a b Matteo Codignola, I risvolti di Sarban, saggio presente nell'edizione Adelphi del romanzo, edito nel 2015. ISBN 978-88-459-2993-9.
- ^ Alcuni sostengono che l'ultima parola del primo verso non sia gay, bensì gray, riferendosi al colore della lana locale con cui venivano confezionati i capi. In realtà viene comunemente accettato il termine gay, poiché i cacciatori erano soliti indossare, come da antica tradizione, una giubba vivacemente colorata, spesso di colore rosso ("hunting pink").
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (EN) Edizioni di Il richiamo del corno, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- Bibliografia italiana di Il richiamo del corno, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.