ITAPAC è stata una rete a commutazione di pacchetto, basata su protocollo X25, nata nel 1984 per iniziativa dell'Amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni, realizzando i nodi della rete italiana presso le Centrali Telex della stessa Amministrazione P.T.,[1] e passata nei primi anni novanta in gestione alla SIP[1][2]. Il contributo poi del centro di ricerca CSELT fu determinante sia in termini tecnici, sia nella determinazione di SIP come cogestore della rete in coordinamento con il Ministero P.T[3].

Abbastanza usata per uso professionale fino a tutti gli anni novanta, ha conosciuto un progressivo declino, superata da linee dati più economiche nonché dalla tecnologia di internet, fino a essere utilizzata come linea di backup da ATM ("bancomat") e POS, oltre a qualche residuo mainframe.

Con una comunicazione agli utenti nel 2008 l'azienda che la operava al momento, Telecom Italia, rendeva noto il recesso dal contratto, raccomandando il passaggio a reti più moderne basate su Internet. La cessazione definitiva del servizio è avvenuta il 31 luglio del 2009.

Origini

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Inizialmente l'accesso avveniva tramite linea telefonica dedicata o commutata diretta verso il nodo di commutazione più vicino che prendeva in carico il pacchetto, tipicamente di 255 byte, instradandolo verso la destinazione tramite concentratori e una rete di modem ad alta velocità.

Agli inizi era disponibile la connessione a 300 o 1200 baud, poi aggiornata a 1200 o 2400. Ogni pacchetto era costituito da 7 bit di carattere, parità pari e 1 bit di stop (7-1-Even). Ogni connessione iniziava con l'invio del proprio identificativo utente (NUI) e dell'identificativo della destinazione a cui collegarsi (NUA); la tariffazione era basata sul conteggio dei pacchetti trasmessi più che sull'effettivo tempo di connessione. Tra le opzioni, vi era l'addebito a carico del destinatario.

Tipologia di impiego e Modalità di Connessione

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L'impiego di ITAPAC permetteva di migliorare la qualità dei collegamenti sulle lunghe distanze rispetto alle connessioni effettuate tramite linee punto-punto dedicate o commutate, e di ridurre i costi che comunque rimanevano importanti. Dato che i nodi di commutazione erano perlopiù posti nei capoluoghi di provincia del nord Italia, nel 1990 SIP istituì il servizio Easy Way offrendo la possibilità di accedere tramite i due numeri nazionali 1421 (1200 baud) e 1422 (2400 baud). Nel frattempo le connessioni dirette su linea dedicata erano arrivate a supportare fino a 9600 baud.

ITAPAC veniva utilizzata per interconnettere centri di elaborazione dati, università, uffici periferici, BBS, agenzie bancarie, ATM ("bancomat") e POS. Facendo parte del circuito EURONET[4] permetteva di interconnettere facilmente anche apparati posti all'estero.

Durante l'ultimo periodo degli anni 90 e primi 2000, con la diffusione negli uffici della tecnologia di linea telefonica ISDN, era anche possibile collegarsi ad ITAPAC tramite il canale D di questo tipo di linea; questo canale, con una banda di 16 kbit/s, era in grado di supportare il traffico necessario per il tipo di informazioni veicolate da/verso ITAPAC[5].

Oggi le stesse funzionalità alla base di ITAPAC, lo scambio di pacchetti tra due apparecchiature digitali, può essere effettuata velocemente tramite un tunnel VPN sulla rete Internet.

  1. ^ a b Giorgio Lonardi, Italia fanalino di coda nell'Europa informatica, in la Repubblica, 21 settembre 1991, p. 49. URL consultato il 23 novembre 2013.
  2. ^ Vittorio Zambardino, Pronto, parla il computer?, in la Repubblica, 6 marzo 1992, p. 24. URL consultato il 23 novembre 2013.
  3. ^ AAVV, "Storia delle telecomunicazioni", Volume 1, pag. 382
  4. ^ TESI: CAPITOLO 4.3 Archiviato il 1º maggio 2013 in Internet Archive.
  5. ^ Dipartimento Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, Presentazione ISDN: informazioni generali, Università Ca' Foscari Venezia. URL consultato il 23 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2013).

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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