Gubbio

comune italiano
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Gubbio è un comune italiano di 30 339[1] abitanti della provincia di Perugia in Umbria.

Gubbio
comune
Gubbio – Stemma
Gubbio – Bandiera
Gubbio – Veduta
Gubbio – Veduta
Panorama.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Umbria
Provincia Perugia
Amministrazione
SindacoVittorio Fiorucci (centro-destra) dal 24-6-2024
Territorio
Coordinate43°21′06.44″N 12°34′38.16″E
Altitudine522 m s.l.m.
Superficie525,78 km²
Abitanti30 339[1] (31-5-2024)
Densità57,7 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiCagli (PU), Cantiano (PU), Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Perugia, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Umbertide, Valfabbrica
Altre informazioni
Cod. postale06024, 06020
Prefisso075
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT054024
Cod. catastaleE256
TargaPG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 357 GG[3]
Nome abitantieugubini
Patronosant'Ubaldo
Giorno festivo16 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gubbio
Gubbio
Gubbio – Mappa
Gubbio – Mappa
Posizione del comune di Gubbio all'interno della provincia di Perugia
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Panorama verso la valle di Gubbio

Territorio

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Il territorio comunale è prevalentemente montuoso e collinare, posto all'estremo est della provincia di Perugia, in parte confinante con la provincia di Pesaro-Urbino nelle Marche a nord-est. La città è posizionata alle falde del monte Ingino ed è attraversata dai torrenti Camignano e Cavarello. Nel territorio, di rilevante importanza dal punto di vista geologico,[4] è in parte compresa la Serra di Burano, mentre poco più a sud-est è posta l'area del Monte Cucco.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Gubbio.

L'inverno ha delle variazioni fra il freddo e il mite, con prevalenza di rigido a causa dell'influenza del vicino Appennino e le precipitazioni sono anche di carattere nevoso. L'estate è invece calda ma ventilata, con sporadiche piogge.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ikuvium.

Le prime forme di insediamento nel territorio eugubino sono da collocarsi già nel paleolitico. Resti di un villaggio di età neolitica sono stati trovati in località San Marco. Nell'età del bronzo un abitato si sviluppò per più secoli sul soprastante monte Ingino; le relative tombe, scoperte limitatamente all'età del bronzo finale, si trovavano nell'area successivamente occupata dal centro.

Le Tavole eugubine

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Gubbio fu una città umbra con il nome di Ikuvium o Iguvium, posta sulle vie di comunicazione tra il Tirreno e l'Adriatico. Testimonianze del periodo umbro sono le Tavole eugubine, scoperte intorno metà del XV secolo e acquistate dal comune nel 1456, costituite da sette tavole in bronzo, in parte redatte in alfabeto umbro e in parte in alfabeto latino, ma sempre in lingua umbra, ora custodite presso il museo civico del Palazzo dei Consoli.

Periodo romano

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Alleatasi con Roma nel 295 a.C., nel 167 a.C. vi fu custodito Genzio, ultimo re dell'Illiria fatto prigioniero dal pretore Lucio Anicio Gallo.

Gubbio ottenne nell'89 a.C. la cittadinanza romana: fu eletta a municipium e ascritta alla tribù Clustumina.

Alto medioevo

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Invasa dagli Eruli, fu nel 552 distrutta dai Goti di Totila, ma venne ricostruita con due potenti torri difensive dai Bizantini di Narsete, generale di Giustiniano, non più in pianura, ma alle pendici del monte Ingino. Nel corso dell'VIII secolo, Gubbio fu interessata a più riprese dall'espansione dei re longobardi Liutprando, Astolfo e Desiderio nei territori bizantini dell'Italia centrale.

San Francesco a Gubbio

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Veduta della città dal campanile del Palazzo dei Consoli

La città di Gubbio è strettamente legata alla storia di san Francesco, in particolar modo a un evento della sua vita citato nel XXI capitolo dei Fioretti di san Francesco, cioè l'incontro con il "lupo" avvenuto nei pressi della chiesa di Santa Maria della Vittoria, detta della Vittorina; l'episodio miracoloso è uno dei più conosciuti al mondo e sulla veridicità storica si è dibattuto a lungo: è possibile che il lupo, o la lupa, sia metafora di un bandito riconciliato con la città da Francesco, ma molti studiosi parlano di un animale vero.

Scrivono le fonti francescane: "Francesco gli fa il segno della santissima croce, e chiamollo a sé e disse così «Vieni qui, frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me né a persona». Mirabile cosa a dire! Immantanente che santo Francesco ebbe fatta la croce, il lupo terribile chiuse la bocca e ristette di correre; e fatto il comandamento, venne mansuetamente come agnello, e gittossi alli piedi di santo Francesco a giacere."

A Gubbio, Francesco si rifugiò dopo essersi allontanato da Assisi, trovando asilo presso la famiglia degli Spadalonga, e proprio qui avvenne la vera conversione, in quanto l'aver vissuto insieme ai poveri e ai lebbrosi del posto cambiò radicalmente la sua vita. Proprio per questo motivo, la città è attraversata da diversi sentieri percorsi ogni anno da migliaia di pellegrini, tutti nel nome del santo. Uno di questi è chiamato il cammino di Assisi.

Libero comune

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Palazzo dei Consoli

Ceduta alla Chiesa con le donazioni di Pipino il Breve e Carlo Magno, la città, pur assoggettata ai vescovi, si costituì in Libero comune di fazione ghibellina e, nell'XI secolo, iniziò una politica espansionistica. Distrutta Luceoli, posta sulla via Flaminia nei pressi dell'odierna Cantiano, il suo vasto territorio fu inglobato in quello eugubino e, in posizione più strategica, fu fondata Pergola (poi città autonoma dal 1752). La creazione di Pergola fu considerata pericolosa dalla vicina città di Cagli, che già si sentiva minacciata da Gubbio, in quanto gli eugubini avevano ottenuto la concessione imperiale sullo strategico castello di Cantiano, controllando di fatto, agevolmente, i collegamenti sulla via Flaminia; ne nacquero una serie di scontri che coinvolsero, in forza delle alleanze promosse dai cagliesi, anche Perugia. Le continue guerre di confine portarono Gubbio ad avere più di cento castelli sotto il suo dominio ma, nello stesso tempo, ad entrare in forte conflitto con Perugia, allarmata dal suo espansionismo.

Nel 1151 undici città confederate, capeggiate da Perugia, attaccarono Gubbio con l'intento di spazzarla via. La città resse all'urto e il seguente contrattacco portò ad una schiacciante vittoria degli assediati. L'evento fu attribuito all'intervento ritenuto miracoloso di sant'Ubaldo (1080-1160), allora vescovo della città. La potenza militare e commerciale che Gubbio andava sempre più ostentando portò ad altri scontri con Perugia, finché nel 1257 i perugini occuparono parte dei territori eugubini, che furono poi restituiti con il trattato di pace del 1273.

 
Via Dante Alighieri

Nel XIII secolo Gubbio prosperò in pace, crescendo dal punto di vista sia urbanistico, sia economico, sia demografico. Nel 1263, i guelfi presero il potere, che detennero fino al 1350 tranne brevi parentesi, come quando, il 23 maggio 1300, Gubbio fu occupata dalle truppe ghibelline del conte di Ghiacciolo (Uberto Malatesta) e di Uguccione della Faggiola, rovesciate il 24 giugno successivo, giorno di san Giovanni, dalle milizie di Cante Gabrielli, affluite nella città in festa sotto le spoglie di pellegrini.

Infine, caduta il 7 agosto 1350 sotto la signoria di Giovanni Gabrielli, nel 1354 fu assediata ed espugnata dal cardinale Albornoz, legato pontificio, che l'assoggettò alla Chiesa concedendo, però, alla città gli antichi privilegi e statuti propri. La pace fu di breve durata poiché il governo pontificio non mantenne le promesse fatte dal cardinale Albornoz: gli eugubini nel 1376 insorsero e instaurarono un autogoverno. La forza dei cittadini veniva dalle loro organizzazioni, le Corporazioni delle Arti, tra le quali quella dei Fabbri fu la madre di tutte le altre in quanto forniva «gli utensili necessari a tante altre»: falegnami, contadini, muratori e lapicidi, artigiani della lana, calzolai, barbieri, macellai, mobilità.[5] Il Breve dei Fabbri di Gubbio (1346) è il più antico dell'Alta Umbria e l'unico consultabile in originale.[6]

Pochi anni dopo, nel 1381, il vescovo Gabriello Gabrielli, appoggiato dal papa, si autoproclamò signore di Agobbio, nome medioevale di Gubbio, provocando la ribellione dei cittadini che, ridotti alla fame, nel 1384 si levarono in armi contro il vescovo. Impossibilitati a resistere al battagliero vescovo, che non voleva perdere il dominio sulla città, gli eugubini si "consegnarono" spontaneamente ai Montefeltro, duchi di Urbino, perdendo così il titolo di libero comune, ma ottenendo un lungo periodo di tranquillità. I Montefeltro, signori amanti dell'arte, restituirono a Gubbio i privilegi e gli ordinamenti civili, la città tornò così a fiorire culturalmente e artisticamente; in quel periodo fu ricostruito il Palazzo dei Consoli. Salvo brevi interruzioni per le signorie dei Malatesta e di Cesare Borgia, la città rimase ai Montefeltro fino al 1508 quando subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1631 quando, con la morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo erede della casata, tutti i beni e tutti i feudi passarono, come da volontà testamentaria, allo stato pontificio.

Regno d'Italia

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Nel 1860 Gubbio fu annessa al Regno d'Italia e, per effetto del decreto Minghetti, il 22 dicembre 1860 fu distaccata dalle Marche e aggregata all'Umbria, distaccandola dalla Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro e aggregandola alla neo-costituita Provincia di Perugia.

A seguito della depressione economica del 1873-1895, conseguente alla crisi agraria che si ebbe in Italia verso il 1880, numerosi abitanti emigrarono alla ricerca di lavoro e migliori condizioni di vita. Tale fenomeno è continuato per circa un secolo, in varie ondate condizionate dalla prima e dalla seconda guerra mondiale, per esaurirsi negli anni settanta. Le mete furono essenzialmente i paesi europei, quali ad esempio Lussemburgo, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, i paesi dell'America del Nord (Canada e Stati Uniti) e dell'America del Sud (Argentina e Brasile), e anche Sudafrica e Australia.

Durante la seconda guerra mondiale, si verificarono nel territorio di Gubbio alcuni eccidi di civili. Il primo episodio riguarda l'uccisione di tre giovani ebrei livornesi il 27 marzo 1944 catturati durante un rastrellamento nella frazione di Villamagna dove vivevano nascosti con le loro famiglie.[7] Di dimensioni ancor più tragiche quanto avvenne il 22 giugno 1944. A seguito dell'assassinio di un ufficiale medico germanico e del ferimento di un altro in un bar cittadino, i tedeschi attuarono una feroce rappresaglia, rastrellando e successivamente trucidando, a colpi di mitragliatrice, 40 cittadini innocenti, nei pressi della chiesa della Madonna del Prato, dove oggi un mausoleo ricorda i 40 martiri. Inoltre, per circa trenta giorni, fino al 25 luglio 1944, giorno della liberazione, la città fu duramente bombardata dalle artiglierie tedesche che, dai monti circostanti, battevano la vallata per contrastare l'avanzata delle truppe di liberazione.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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La Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo
 
Chiesa di San Francesco
  • Duomo di Gubbio. Dedicato ai protomartiri cristiani Mariano e Giacomo, fu costruito su progetto di Giovanni da Gubbio a partire dal 1190 sull'area concessa dal vescovo Bentivoglio. Completata nel 1229 e ampliata una prima volta nel 1336 e una seconda a metà del XVI secolo, ha una facciata molto semplice, caratterizzata da una scalinata e un rosone attorniato dai simboli dei quattro evangelisti e dall'agnello mistico, appartenenti alla primitiva cattedrale.
  • Chiesa di San Francesco. La chiesa fu costruita nella seconda metà del XIII secolo presso il fondaco della famiglia Spadalonga, che avrebbe accolto San Francesco d'Assisi dopo il suo abbandono della casa paterna. La chiesa è probabilmente opera dell'architetto frà Bevignate da Perugia, anche se la sua attribuzione è ancora oggetto di discussione.
  • Chiesa di San Domenico. La chiesa fu fondata sulla più antica chiesa di San Martino, esistente da prima del 1180, quando i domenicani si insediarono a Gubbio nel vicino convento (principio del XIV secolo). Fu modificata nel XVI e nel XVIII secolo, ma la facciata rimase incompiuta. L'abside è sorretta da torrioni angolari. All'interno, tra altre opere d'arte, sono nelle prime cappelle a destra e a sinistra importanti affreschi tardogotici, alcuni di Ottaviano Nelli. Vi fu sepolto Mastro Giorgio Andreoli.
  • Chiesa di Sant'Agostino. La chiesa, ricca di opere d'arte, conserva il grande ciclo affrescato di Ottaviano Nelli con il Giudizio Universale e le Storie di sant'Agostino nella cappella maggiore.
  • Chiesa di Santa Maria dei Laici. Edificata nel 1313, fu ampliata su disegno di Francesco Allegrini[8]. Conserva tra le altre opere il ciclo pittorico con storie mariane di Felice Damiani. L'altare maggiore è un pregevole contesto barocco, completato ai lati da due tele di Antonio Gherardi. A metà della navata è un'Annunciazione di Federico Barocci completata da Ventura Mazza. Nel sito sono spesso ospitate mostre di artisti contemporanei.
  • Chiesa di Santa Maria della Vittorina. La costruzione originaria della piccola chiesa si fa risalire al secolo IX, nel punto in cui gli eugubini avevano battuto i saraceni. Per questo era stata chiamata Vittorina. All'interno le pareti dell'unica navata vengono arricchite, nel quattrocento, con decorazioni a fresco, mentre sono seicenteschi i 14 quadretti con le storie della Madonna. Nel 1213 il beato Villano, vescovo della città, concesse ai frati francescani di stabilire la loro sede nell'antica chiesa. La tradizione vuole che qui San Francesco d'Assisi ammansisce con il segno della croce il lupo feroce che atterriva gli abitanti del contado di Gubbio intorno al 1222.
  • Chiesa di San Francesco della Pace (o dei Muratori)[9]. Costruita nella prima metà del sec. XVII dall'Università dei Muratori nel luogo in cui, secondo la tradizione, si trovava la grotta ove visse il lupo di Gubbio. All'interno è visibile la pietra su cui si dice che avvenne il patto di pace tra San Francesco d'Assisi e il lupo, e il coperchio del sarcofago in pietra della presunta sepoltura dell'animale in questione. Nella chiesa sono inoltre conservate le statuette di Sant'Ubaldo, San Giorgio e Sant'Antonio abate collocate in cima ai Ceri nella celebre festa del 15 maggio.
     
    La chiesa di San Giovanni
 
La facciata e il chiostro della basilica di Sant’Ubaldo
  • Chiesa di San Giovanni Battista. La chiesa fu costruita fra il XIII e il XIV secolo, con ogni probabilità sul sito occupato in precedenza dal primitivo Duomo di San Mariano. La chiesa ha una facciata prettamente gotica, mentre il campanile è romanico. L'interno è costituito da una singola navata con abside quadrata, mentre il tetto è sostenuto da archi in pietra su colonne binate. Molti degli affreschi originari sono andati perduti; rimangono solo alcuni frammenti di una Santa Caterina d'Alessandria e di uno Sposalizio mistico di Santa Caterina. Questa chiesa è famosa anche per aver ospitato il set della fiction di Rai 1 Don Matteo per molti anni.
  • Basilica di Sant'Ubaldo. La basilica, posta sulla cima del monte Ingino a 827 m s.l.m., custodisce il corpo del santo patrono di Gubbio, sant'Ubaldo, da cui prende nome.
  • Abbazia di San Secondo. L'Abbazia, importante sede in antichità dei Canonici Regolari di Sant'Agostino e poi di quelli Lateranensi, è un importante luogo di memorie reliugiose eugubine, dal momento che si tramanda che Sant'Ubaldo vi ricevette i suoi primi insegnamenti. La chiesa, costruita nel XIII secolo, fu trasformata nel XVIII secolo ma conserva il coro e l'abside gotici.
  • Chiesa di San Francesco di Paola o chiesa di San Felicissimo. Situata alle spalle del cimitero comunale, la piccola chiesa risale al X-XI secolo ed ha una semplice struttura a navata unica.
  • Chiesa di San Martino al Colle. Sorta intorno al 1321, fu dipendente da San Bartolo di Petroio; nel 1513, venne unita alla parrocchia di Santa Maria di Narzelle per ordine di papa Leone X, affidandola alle parrocchie unite ai Canonici Regolari di Sant'Ubaldo. Nel 2016 venne realizzata presso la parrocchia una cappella dedicata alla piccola Sara Mariucci ed alla Madonna Morena.
  • Chiesa di San Marziale. Già esistente in epoca alto medievale, viene documentata fino al XII secolo come Chiesa di Sant’Andrea. Dal 1533, si trova inglobata fra le mura del Monastero di San Marziale, da cui deriva il nuovo nome. Lo stile dell’edificio è romanico, caratterizzato ulteriormente dalla tipica pietra faccia a vista del territorio umbro.

Architetture civili

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Il cortile del Palazzo Ducale.
 
Il Palazzo dei Consoli visto da Piazza Grande.
  • Palazzo dei Consoli fu fatto costruire nel XIV secolo dal governo della città, che in questo modo voleva testimoniare la grandezza e la potenza raggiunta dalla città. Il palazzo, in stile gotico, dal 1901 è sede del museo civico che, tra le altre cose, custodisce le preziosissime Tavole eugubine.
  • Palazzo Pretorio. Il Palazzo Pretorio si trova in Piazza della Signoria, detta Piazza Grande di Gubbio, proprio di fronte al Palazzo dei Consoli. La sua costruzione iniziò nel 1349 e proseguì fino al XVII secolo, senza mai giungere al completamento. In origine il palazzo aveva tre vaste sale sovrapposte, ognuna con volta a crociera che poggia su un unico pilastro centrale. Attualmente è la sede del comune di Gubbio.
  • Palazzo Ducale. All'interno del palazzo si trovava lo studiolo del Duca, con soffitto a cassettoni e pareti coperte da splendide tarsie lignee. Lo studiolo venne realizzato fra il 1479 e il 1482 dalla bottega fiorentina di Giuliano da Maiano, su disegni di Francesco di Giorgio Martini; l'intero ambiente è stato venduto nel 1939 al Metropolitan Museum di New York.
  • Palazzo del Capitano del Popolo. Il Palazzo sorge nel quartiere di San Martino, risale al XIII secolo e appartenne per un certo periodo di tempo alla famiglia Gabrielli. Ospita ora una piccola mostra con alcuni strumenti di tortura.
  • Palazzo del Bargello. Tipico esempio di architettura gotica a Gubbio. Sorge nella suggestiva via dei Consoli e fu eretto nei primi anni del 1300. È sede del museo della balestra. Gubbio è tradizionalmente definita la città dei matti, riferendosi alla proverbiale imprevedibilità e ironia degli eugubini. Un’usanza tradizionale è il conferire la patente da matto a chi compie tre giri interi di corsa intorno alla cinquecentesca fontana dei matti, situata nel largo del Bargello di fronte al Palazzo, per poi ricevere il ”battesimo” dagli schizzi d'acqua della stessa.
 
Palazzo Ranghiasci-Brancaleoni

Siti archeologici

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Teatro romano

Appena oltre le mura romane, si trova il teatro romano, risalente al I secolo a.C. Costruito tra il 55 e il 27 a.C., una lapide qui ritrovata menziona una serie di lavori fatti in epoca augustea da Gneo Satrio Rufo, quattuorviro di Gubbio. Sono ben conservate le arcate inferiori, parte di quelle superiori, la cavea (che poteva contenere anche 6.000 spettatori) e la scena con nicchie curve e rettangolari.

Scavi e conseguenti opere di recupero e restauro si sono succedute fin dal Quattrocento, e hanno portato alla luce diversi mosaici di pregevole fattura. In particolare un grande emblema rappresentante un leone che attacca un leopardo fu rinvenuto a metà del Cinquecento durante la campagna di scavi promossa dai conti Gabrielli, proprietari dei terreni su cui sorge il teatro. Trasportato a Roma dal conte Girolamo Gabrielli (1513-1587), il mosaico fu sistemato prima nel giardino del suo palazzo sotto la Trinità dei Monti, e poi in una sala interna. Descritto in situ fino alla metà del Settecento, fu in seguito acquistato da Thomas Coke, I conte di Leicester per la propria residenza di Holkham Hall, dove tuttora si trova[12][13].

Antiquarium

Vicino al teatro romano si trova un piccolo ma ricco museo archeologico, costruito sui resti di una domus con bei pavimenti mosaicati, che custodisce interessanti reperti, provenienti da varie zone di Gubbio, riferibili ad epoca preromana (fase umbra) e romana. Il biglietto di 3,00 € dà diritto all'accesso al museo, al sito del teatro romano e ai mosaici della "domus del banchetto" nella vicina area Guastuglia.

Mausoleo

Si tratta di un rudere di tomba romana, localizzata nei pressi del teatro, originariamente rivestita di grossi blocchi di pietra squadrati, avente una camera sepolcrale ancora ben conservata con volta a botte e una piccola finestra. Fu ritenuta nei secoli passati come il sepolcro di Genzio, ultimo re dell'Illiria. È in realtà il mausoleo di Pomponio Grecino, prefetto di Gubbio nel I° secolo a.C.

Gola del Bottaccione

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La Gola del Bottaccione è un sito scientifico di rilevanza mondiale.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[14]

Il comune di Gubbio dal 2001 ad oggi un aumento di 1 347 unità, le famiglie sono 13 291 con 2,47 a componenti.

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 1.862 persone, pari al 6,16% dei residenti.[15]

Economia

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Nel territorio di Gubbio hanno sede medie e piccole attività le cui principali fanno parte del settore turistico e dell'artigianato, quest'ultimo rinomato soprattutto per la tradizionale produzione di ceramiche (tra cui spicca il ceramista futurista Polidoro Benveduti), per la lavorazione del ferro battuto e orafa, oltreché per i laboratori di oreficeria, di intarsio, di intaglio, di scultura, di ebanisteria, di restauro, di liuteria e di modellismo.[16] A livello industriale Gubbio, pur essendo una piccola cittadina, presenta molte aziende affermate sul mercato nazionale e internazionale per quanto riguarda principalmente il settore cementiero.[17]

Cultura

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Palazzo dei Consoli

Istruzione

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Per la prima infanzia, numerosi sono gli asili nido presenti sul territorio.

Per il Primo Ciclo d’Istruzione vi sono tre Circoli Didattici; è presente inoltre anche la Scuola Secondaria di Primo Grado “Mastro Giorgio – Nelli”.

Per quanto riguarda il Secondo Ciclo d’Istruzione troviamo due istituti: l’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Mazzatinti” e l’Istituto d’Istruzione Superiore “Cassata Gattapone”.

  • Museo Diocesano
 
Porta Romana
  • Museo di Palazzo Ducale
  • Museo civico di Palazzo dei Consoli
  • Antiquarium del Teatro Romano
  • Museo delle "Memorie Ubaldiane"
  • "I CERI - enjoy & share" | Centro promozionale e di documentazione sulla Festa dei Ceri
  • Museo - Torre di Porta Romana
  • Museo della Balestra presso il Palazzo del Bargello
  • Museo - Laboratorio multimediale “Gola del Bottaccione | Archivio della Terra” presso il complesso monastico di San Benedetto.

Televisione

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Gubbio è stata fino al 2013 la sede principale delle riprese della serie televisiva Don Matteo, prodotta dalla Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, con Terence Hill nel ruolo del protagonista da cui prende il nome. La serie è trasmessa in Italia da Rai 1, Rai Premium e TV2000.

  • Il 15 maggio di ogni anno vi si svolge la festa dei Ceri in onore del patrono della città, sant'Ubaldo. Tre pesanti macchine di legno vengono portate a spalla in una sorta di staffetta senza vincitori. L'ordine dei tre ceri (Sant'Ubaldo patrono di Gubbio, San Giorgio e Sant'Antonio) è sempre lo stesso.
  • L'ultima domenica di maggio di ogni anno vi si svolge il palio della Balestra, evento folcloristico in onore del patrono della città, sant'Ubaldo.
  • Dal 7 dicembre al 10 gennaio, sulle pendici del monte Ingino, viene disegnato con lampioni colorati il famoso albero di Natale più grande del mondo.
  • Nel giorno di Venerdì Santo vi si celebra la processione del Cristo Morto, accompagnata dal canto del Miserere.[18]
  • Nel mese di settembre viene organizzato il pellegrinaggio "sentiero di Francesco", 40 km da coprire in tre giorni per ripercorrere il percorso fatto da san Francesco d'Assisi nell'inverno tra il 1206 e il 1207.[19]
  • Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre la città ospita il "festival del Medioevo", manifestazione culturale incentrata sulla divulgazione storica e caratterizzata da lezioni magistrali, incontri con gli autori e “faccia a faccia” tra storici e saggisti. Propone inoltre mostre, mercati, una fiera del libro medievale, film, rievocazioni storiche, spettacoli, concerti, laboratori per bambini, erbari, giochi di ruolo e visite culturali guidate.[20]

Lingue e dialetti

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Il dialetto eugubino appartiene al gruppo dialettale mediano italiano; è dotato inoltre di cospicui influssi galloitalici ed ha in aggiunta fortemente influenzato, per motivi storici, i vicini centri marchigiani di Cantiano, Pergola, Serra Sant'Abbondio e Frontone, ovvero le uniche zone della Provincia di Pesaro-Urbino dove oggi non si parlano i dialetti gallo-piceni, ma bensì quelli di origine umbra.

Geografia antropica

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Frazioni

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Belardello, Bellugello, Belvedere, Birello, Bevelle, Biscina, Borgo Torre, Branca, Caibelli, Caicambiucci, Caimariotti, Caisabatini, Camporeggiano, Canalecce, Carbonesca, Carestello, Carpiano, Casacce, Casamorcia, Casanova di Torre, Case Colle, Case Fontarcano, Case Mocaiana, Case Monteleto, Case Santa Maria Maddalena, Case Sant'Erasmo, Case Vignoli, Cima San Benedetto, Cipolleto, Colombara, Colonnata, Colpalombo, Corraduccio, Decima, Febino Casacce, Ferratelle, Fontanelle, Fonte Cese, Fonte della Salsa, Ghigiano, Goregge, Intonacato Basso, Lastreto, Le Trosciacce, Loreto Basso, Madonna del Ponte, Mengara, Mocaiana, Molino di Camporeggiano, Montanaldo, Monteleto, Montelovesco, Monteluiano, Morena, Murcie, Nerbisci, Nogna, Padule, Padule - San Marco, Palazzaccio, Petazzano, Petroia, Piaggiola, Pian Grande, Piccola Piaggiola, Pieve di Agnano, Pisciano, Ponte D'Assi, Raggio, Raggioli, Ritirata, Salia, Salia Parrocchia, San Bartolo, San Bartolomeo, San Bartolomeo di Burano, San Benedetto Vecchio, Santa Maria di Burano, San Cristoforo Basso, San Marco, San Martino in Colle, Santa Cristina, Santa Margherita di Burano, Sant'Ubaldo, San Vittorino, Scritto, Semonte, Semonte Castello, Serrabrunamonti, Sorbo, Spaccio Monteluiano, Spada, Stazione di Camporeggiano, Stazione di Padule, Torre Calzolari, Torre dell'Olmo, Troppola, Valderchia, Valdichiascio, Vallingegno, Venata, Vignoli, Villamagna, Zangolo, Zappacenere.

Infrastrutture e trasporti

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Tre livelli della città sono collegati con ascensori pubblici e una funivia a due posti collega Gubbio (532 m) alla Basilica di Sant'Ubaldo (803 m).

Ferrovie

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Gubbio e Ferrovia Arezzo-Fossato di Vico.

La città è servita dalla stazione di Fossato di Vico-Gubbio situata a Fossato di Vico; fino al 1945 era in funzione anche la Ferrovia Appennino Centrale a scartamento ridotto che partiva da Arezzo e arrivava fino a Fossato di Vico e a Gubbio aveva la sua stazione ferroviaria situata in via Beniamino Ubaldi 2, oggi completamente demolita.

Amministrazione

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Il gonfalone comunale

Sindaci dal 1946

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Sindaci eletti dal Consiglio comunale (1946-1993)
Nominativo Partito Mandato Elezione
Inizio Fine
1 Fernando Nuti Partito Socialista Italiano 1946 1952 1946
2 Giuseppe Bei Clementi Partito Comunista Italiano 1952 1956 1952
1956 1960 1956
3 Fernando Nuti Partito Socialista Italiano 1960 1965 1960
4 Giuseppe Bei Clementi Partito Comunista Italiano 1965 1968 1964
- Mario Tria Commissario prefettizio 1968 1968 -
- Salvatore Ricceri Commissario prefettizio 1968 1968 -
5 Pier Luigi Neri Partito Comunista Italiano 1968 1973 1968
1973 1975 1973
6 Sanio Panfili Partito Comunista Italiano 1975 1979
1979 1983 1979
1983 1985 1983
7 Paolo Barboni Partito Comunista Italiano 1985 1988
1988 1993 1988
Sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1993)
Nominativo Partito Coalizione Mandato Elezione
Inizio Fine
8 Paolo Barboni Partito Democratico della Sinistra PDS 1993 1997 1993
9 Ubaldo Corazzi Partito Democratico della Sinistra PDS/DS-PPI-Lista civica 1997 2001 1997
10 Orfeo Goracci Partito della Rifondazione Comunista PRC-FdV-Lista civica 2001 2006 2001
PRC-FdV-Lista civica 2006 2010 2006
11 Maria Cristina Ercoli
(Vicesindaca f.f.)
Partito della Rifondazione Comunista 2010 2011
12 Diego Guerrini Partito Democratico PD-FdS-PSI-SEL-IdV 2011 2013 2011
- Maria Luisa D'Alessandro Commissario prefettizio 2013 2014 -
13 Filippo Mario Stirati Partito Socialista Italiano Liste civiche-PSI-SEL 2014 2019 2014
Liste civiche-PSI 2019 2024 2019
14 Vittorio Fiorucci Indipendente di centro-destra Liste civiche-FdI-Lega-FI 2024 in carica 2024

Enti e istituzioni

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Gemellaggi

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Gubbio è gemellata con le seguenti città[21]:

Tradizionalmente lo sport più praticato e seguito in città è il calcio: l'A.S. Gubbio 1910 che attualmente milita in Serie C. Il Calcio a 5, era invece rappresentato dalla Vis Gubbio Calcio a 5 che, nel corso della sua esistenza, ha militato nel campionato di Serie A2 2020-2021, la seconda serie del campionato italiano. La pallavolo è allo stesso modo molto praticata: la squadra femminile più importante è la società Pallavolo Gubbio, che può vantare anche un suo recente passato nella Serie A2, seconda serie del campionato italiano. La pallacanestro è infine rappresentata dalla EMI Basket Gubbio, che è riuscita a conquistare nell'anno 2010 la promozione in Divisione C, mentre il tennis è simboleggiato dal Circolo Tennis Gubbio A.S.D. che, militante nel campionato regionale di serie C, nel 15 giugno 2008 è riuscito a ottenere la promozione nel campionato nazionale di Serie B.[31]

Impianti sportivi

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  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 1º luglio 2024. URL consultato il 7 luglio 2024.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ M. Menichetti, R. Coccioni, A. Montanari, The Stratigraphic Record of Gubbio: Integrated Stratigraphy of the Late Cretaceous–Paleogene Umbria-Marche Pelagic Basin, The Geological Society of America 2016.
  5. ^ Mario Tosti, Gli Statuti delle Corporazioni delle Arti dei Fabbri, sta in AA.VV., L'industria meccanica in Altotevere, Edimond, Città di Castello 2008, p. 23.
  6. ^ Piero Luigi Menichetti, L'arte dei Fabbri in Gubbio, Arti Grafiche Gentile da Fabriano, Comune di Gubbio, 1980.
  7. ^ Alberto Guetta (22 anni), Pierluigi Guetta (19 anni) e Piero Viterbo (22 anni). Strage di Villamagna.
  8. ^ Touring Club Italiano, Umbria, Milano 2004
  9. ^ https://www.sanfrancescodellapace.it/
  10. ^ L'Architettura. Guida ai capolavori italiani dal Medioevo a oggi, a cura di Luigi Vacchi e Nevio Degrassi, vol. 2 Italia Centrale, sta in Supplemento al n. 320 di Panorama, Direttore Lamberto Sechi, Arnoldo Mondadori Editore, 1972
  11. ^ Castello di Baccaresca Gubbio - (PG), su iluoghidelsilenzio.it. URL consultato il 10 dicembre 2022.
  12. ^ Francesco Marcattili, Odore pardi coitum sentit in adultera leo (Plin., nat., 8, 42). Etologia ellenistica e cultura urbana in un mosaico iguvino ad Holkham Hall. In: Archeologia classica, Vol. LXII - n.s. 1, 2011, pp. 173-202
  13. ^ Federico Fioravanti, Il mosaico del leone ruggente, su unicaumbria.it.
  14. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  15. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  16. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 13,14.
  17. ^ Studio sull'evoluzione della concentrazione nel settore del cemento in Italia, Istituto per gli studi sullo sviluppo economico e il progresso tecnico, Commissione delle Comunità europee, 1979; S. Meregalli, G. Salviotti, Sistemi ERP e gestione della complessità Casi di aziende italiane in crescita, Milano, Egea, 2010-11.
  18. ^ Comune di Gubbio - La processione del Venerdì Santo, su comune.gubbio.pg.it. URL consultato il 1º maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2018).
  19. ^ "Sulla via di Francesco da Assisi a Gubbio...", Avvenire, 1 settembre 2012
  20. ^ Festival del Medioevo, su festivaldelmedioevo.it.
  21. ^ Il futuro dei gemellaggi si scrive a Gubbio, su comune.gubbio.pg.it, 17 aprile 2023. URL consultato l'8 settembre 2023.
  22. ^ Eugenio Pierucci, Il gemellaggio Gubbio-Thann nella rivista del Comune alsaziano, su umbrialeft.it, 6 marzo 2009. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato il 22 ottobre 2022).
  23. ^ Gemellaggio Gubbio Jessup, su umbriaon.it. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato il 22 ottobre 2022).
  24. ^ Firma del Gemellaggio tra Gubbio e Livinallongo del Col di Lana, su eugubininelmondo.it, 1º marzo 2014. URL consultato l'8 settembre 2023.
  25. ^ GUBBIO-LIVINALLONGO (COL DI LANA): UN GEMELLAGGIO RICCO DI SIGNIFICATI, su trgmedia.it, 1º marzo 2023. URL consultato l'8 settembre 2023.
  26. ^ Gubbio, concerto dell’associazione Mezza – Voce di Salon de Provence, su umbriadomani.it, 30 luglio 2016. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato il 31 luglio 2016).
  27. ^ 30 Aprile 2006 - Un nuovo gemellaggio: Gubbio e la città tedesca di Wertheim, su eugubininelmondo.it, 30 aprile 2006. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato il 19 maggio 2022).
  28. ^ Cerimonia ufficiale del gemellaggio tra le città di Gubbio e Szentendre, su comune.gubbio.pg.it, 27 aprile 2016. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2018).
  29. ^ a b GUBBIO, FIRMATI I GEMELLAGGI CON HUNTINGDON E GODMANCHESTER, su trgmedia.it, 9 aprile 2013. URL consultato l'8 settembre 2023.
  30. ^ GEMELLAGGIO SEMPRE PIÙ SALDO TRA GUBBIO E HUNTINGDON, su trgmedia.it. URL consultato l'8 settembre 2023.
  31. ^ Un po’ di storia, su ctgubbio.it. URL consultato il 9 settembre (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2018).

Bibliografia

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  • O. Lucarelli, Memorie e guida storica di Gubbio, Città di Castello 1888
  • G. Bonarelli, Il territorio di Gubbio, Roma 1891
  • O. Rogari, Storia di Gubbio, Gubbio 1964.
  • F. Faramelli e D. Clementi, Chi uccise i dinosauri? Nelle rocce di Gubbio la chiave del mistero, Gubbio 1993.
  • AA. VV., La ceramica a lustro nell'Ottocento a Gubbio, Firenze 1998.
  • G. C. Bojani, Mastro Giorgio, Firenze 1998.
  • P. Micalizzi, Gubbio. Storia dell'architettura e della città, Gubbio 2009.
  • G. Loretoni e G. Cardoni, Gubbio. I Ceri, Gubbio 2011.
  • G. Presciutti, M. Presciutti, G. Dromedari, Il corridoio bizantino al confine tra Marche e Umbria, Pesaro 2014.
  • M. Menichetti, R. Coccioni, A. Montanari, The Stratigraphic Record of Gubbio: Integrated Stratigraphy of the Late Cretaceous–Paleogene Umbria-Marche Pelagic Basin, The

Geological Society of America 2016.

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