Governo Fortis I

42º Governo del Regno d'Italia

Il Governo Fortis I è stato il quarantaduesimo esecutivo del Regno d'Italia, il primo guidato da Alessandro Fortis.

Governo Fortis I
StatoItalia (bandiera) Italia
Presidente del ConsiglioAlessandro Fortis
(Sinistra storica)
CoalizioneSinistra storica, Destra storica, Indipendenti
LegislaturaXXII
Giuramento28 marzo 1905
Dimissioni18 dicembre 1905
Governo successivoFortis II
24 dicembre 1905

Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 28 marzo[1] al 24 dicembre 1905[2] (sebbene già dimissionario dal precedente 18 dicembre), per un totale di 271 giorni, ovvero 8 mesi e 26 giorni.

Compagine di governo

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Appartenenza politica

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Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Sinistra storica 1 9 6 17
Destra storica - 1 2 3
Indipendente - 1 3 4

Situazione parlamentare

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NOTA: Nonostante ormai le dinamiche parlamentari sulla fiducia (che venivano spesso attuate indirettamente e tramite vari ordini del giorno), avevano ormai portato ad una prassi di forte rilevanza stratificata e abbastanza consolidata dell’organo legislativo e della Monarchia parlamentare, con un’evidente evoluzione in senso democratico della responsabilità politica, essa fu ciononostante solo una convenzione costituzionale. Ufficialmente infatti, ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva concretamente al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come alcune volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), pur diventato orami fondamentale (e più affine alla forma moderna solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale). Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto a fini puramente enciclopedici e storici, tenendo conto della facile mutevolezza delle forze politiche e del contesto storico-politico.

Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei deputati[3] Maggioranza DEM (339), PLC (76)
415 / 508
Opposizione PR (37), PSI (29), PRI (24), UECI (3)
93 / 508

Composizione

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Carica Titolare Sottosegretario
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente
del Consiglio dei ministri
  Alessandro Fortis
(Sinistra storica)
Carica non assegnata[4]
Ministero Ministri Sottosegretario
Affari Esteri   Alessandro Fortis
(Sinistra storica)
Guido Fusinato
Agricoltura, Industria e Commercio   Luigi Rava (Indipendente)[5] Girolamo Del Balzo
Lavori Pubblici   Carlo Ferraris
(Sinistra storica)
Domenico Pozzi
Interno   Tommaso Tittoni
(Destra storica)
Ignazio Marsengo-Bastia
Pubblica Istruzione   Leonardo Bianchi
(Indipendente)
Luigi Rossi
Guerra   Ettore Pedotti (Indipendente)[5] Paolo Spingardi
Marina   Carlo Mirabello (Indipendente)[5] Augusto Aubry
Finanze   Angelo Majorana Calatabiano (Sinistra storica) Giovanni Camera
Grazia e Giustizia e Culti   Camillo Finocchiaro Aprile
(Sinistra storica)
Luigi Facta
Poste e Telegrafi   Gismondo Morelli Gualtierotti (Sinistra storica) Alfredo Capece Minutolo di Bugnano
Tesoro   Paolo Carcano
(Sinistra storica)
Giuseppe Fasce

Cronologia

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  • 24 marzo - Il governo giura dinnanzi al Re.
  • 18 novembre - Il governo adotta un regio decreto per l’esecuzione di un accordo commerciale provvisorio tra Italia e Spagna che, fra le varie disposizioni, prevedeva anche la più facile esportazione della seta, della canapa e del marmo in cambio di una riduzione dei dazi sul vino d’origine iberica.
  • 13 dicembre - La Camera dei Deputati inizia la discussione del regio decreto giungendo, dopo accesissimi dibattiti, alla programmazione del voto finale per il 17 dicembre.
  • 17 dicembre - Il voto finale sul disegno di legge viene collegato, per via della presentazione di un ordine del giorno a firma di Carlo Gorio, alla stessa fiducia nel governo. Richiesta la divisione, l’ordine del giorno viene approvato con 253 favorevoli (190 contrari, 2 astenuti, 63 non votanti), mentre il voto sul disegno di legge viene sonoramente respinto con 273 contrari (135 favorevoli, un astenuto, 99 non votanti).
  • 18 dicembre - Preso atto del voto contrario, seppur sul solo disegno di legge, il Presidente del Consiglio Fortis rassegna le dimissioni dinnanzi al Re. Questi, tenendo conto dell’assenza di un effettivo voto di sfiducia, le accetta, riconferendo l’incarico nuovamente a Fortis.
  • 24 dicembre - Con il giuramento del nuovo esecutivo, termina ufficialmente l’esperienza di governo.
  1. ^ Il nuovo Ministero, 29 marzo 1905, p. 1.
  2. ^ Il giuramento dei nuovi ministri, su archiviolastampa.it, 25 dicembre 1905, p. 1.
  3. ^ Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
  4. ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
  5. ^ a b c Affiliato alla Sinistra storica.

Bibliografia

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  • Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971

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Collegamenti esterni

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