Giuseppe Carlucci
Giuseppe Carlucci (1710 ca. – 1790) è stato un astronomo e religioso italiano.[1] Fu uno dei primi insegnanti dell'Università degli Studi di Altamura (1747-1812).
Vita
modificaGiuseppe Carlucci nacque nel 1710 ca.[1], probabilmente in Altamura, dal momento che alcuni suoi contemporanei affermano che fosse altamurano. Fu primicerio della Cattedrale di Altamura[2] nonché uno dei primi insegnanti dell'Università degli Studi di Altamura (1747-1812) e, nel 1749, andò a coprire, per primo, la cattedra di filosofia e matematica. Fu descritto come un professore "di somma giustizia, probità e umanità". Luca de Samuele Cagnazzi, nella sua autobiografia, lo ricorda come di mentalità aperta, che "odiava la superstizione che si promuoveva da sciocchi preti". Aveva studiato, inoltre, da autodidatta, le scienze matematiche e filosofiche, dal momento che all'epoca vi era "poca propensione per queste scienze".[3][4]
Marcello Papiniano Cusani, rettore della neonata Università degli Studi di Altamura, aveva il compito di proporre dei nomi di validi professori alla Corte di Napoli i quali dovevano essere sia preparati, sia moralmente irreprensibili.[5] Come dimostrazione delle sue competenze scientifiche, Giuseppe Carlucci scrisse un trattato in cui dimostrava la certezza del moto della Terra, confutando le credenze e le opposizioni dell'epoca. L'opera gli valse l'ammirazione di molti di quel periodo e, in particolare, del Cappellano Maggiore di Napoli, monsignor Celestino Galiani il quale apprezzò molto il suo trattato in una sua lettera datata 30 novembre 1748:[6]
«Mi meraviglio come nelle province del regno vi sieno uomini di tanto sapere. Non tardate dunque a dargli il possesso della Cattedra di filosofia e matematica in coteste Reali Scuole in esecuzione dell’intenzione Sovrana di Sua Maestà.»
In quest'opera, Carlucci dimostrò un non comune livello di preparazione, e di essere molto aggiornato sugli autori e sugli sviluppi scientifici contemporanei, in primis sulle diatribe interpretative dei Principia di Isaac Newton nell'Inghilterra di quel periodo.[10] nel febbraio 1749, a Carlucci fu pertanto assegnata la cattedra di "Filosofia e Geometria" presso l'Università degli studi di Altamura, cattedra che conservò fino al 1787. Carlucci morì nel 1790 circa, probabilmente ad Altamura, e fu sostituito come insegnante dell'università dal suo allievo e assistente Luca de Samuele Cagnazzi.[11][12]
Era socio dell'Accademia dei Venturieri di Monopoli e, durante le riunioni così come a lezione, cercava sempre di spiegare che dietro fenomeni apparentemente "soprannaturali" vi erano spesso fenomeni naturali spiegabili scientificamente; un esempio ne erano i "fantasmi" che uscivano dalle tombe, che altro non erano che i miasmi dei corpi in decomposizione.[13]
Il Ragionamento filosofico
modificaL'unica opera che finora si può attribuire a Giuseppe Carlucci è il Ragionamento filosofico intorno al moto della Terra, scritto e diffuso nel 1748, ma pubblicato solo nel 1766 e in forma anonima. La forma anonima era forse legata al fatto che Giuseppe Carlucci era un uomo di chiesa e pertanto non era cauto prendere posizioni ufficiali. Inoltre la studiosa Barbara Raucci ipotizza che il trattato non sarebbe stato pubblicato se Giuseppe Carlucci non avesse conosciuto, nell'Accademia dei Venturieri di Monopoli, Emmanuele Mola, il quale poi decise di divulgarlo per istruire coloro che non avevano nozioni di astronomia e matematica e per deliziare coloro che invece erano istruiti.[14] Nella prefazione di Emmanuele Mola, pubblicata insieme all'opera di Carlucci, si afferma che l'autore è ignoto, mentre nella parte finale della stessa prefazione si afferma che:
«Nondimeno, in quanto al primo capo, sappia egli [il Pubblico] che la presente Dissertazione, strappata a viva forza dalle mani dell'Autore, inchinato per natural suo temperamento ad una ammirabil modestia e ad una scarsissima opinione della sua dottrina nelle materie Filosofiche, essi aggirata da molti anni per le mani di valenti e dottissimi Letterati e comunemente è stata con indicibil premura applaudita e ricercata. Nè per l'altro cotanto strana apparrà la risoluzione di regalarne finalmente il Pubblico, quando si ponga mente allo scopo, a cui in essa si è riguardato, che quello è stato di recar vantaggio a coloro, cui manca una profonda notizia dell'Astronomia e delle Mattematiche, e di ricreare e dilettar quegli altri, che a dovizia se ne trovano già forniti ed istruiti.»
L'opera di Carlucci consiste in sostanza di due parti; nella prima parte vengono esposte le teorie di Copernico e Isaac Newton, mentre nella seconda parte confuta le tesi difensive dei difensori del sistema geocentrico sia attraverso ragionamenti scientifici che teologici.[16] Nell'opera, l'autore dimostra di conoscere i recenti sviluppi della scienza europea e le più moderne teorie e interpretazioni, tra cui le teorie di William Whiston e James Bradley e il panteismo di Baruch Spinoza.
Da un punto di vista teologico, la difesa del sistema eliocentrico prende le mosse da una serie di ragionamenti molto utilizzati dagli scienziati illuminati e risalente a Galileo Galilei, e cioè che le Sacre Scritture erano state scritte per diffondere valori morali e per poter essere comprese dalla "vulgare e rozza gente", non già per esporre verità scientifiche. Inoltre, egli affermava che, per la Chiesa, il negare la validità del sistema eliocentrico avrebbe provocato lo scherno e la derisione dei miscredenti, i quali avrebbero messo "in burla gl'ispirati Autori, i Padri e i Sacri Ministri della Chiesa Romana", come già (stando a quanto scritto da Giuseppe Carlucci) avrebbero fatto autori come Baruch Spinoza.[17]
La massoneria
modificaIl frontespizio dell'opera di Giuseppe Carlucci risulta non particolarmente decorato. È presente una sola decorazione, nella quale sono ravvisabili un libro, un compasso, una squadra, un lume e un calamaio. La studiosa Barbara Raucci ha ipotizzato che la decorazione in questione sarebbe in realtà un simbolo della massoneria, e che Giuseppe Carlucci (o chi al posto suo ha pubblicato il libro) potesse aver fatto parte di una società segreta. Possibile è anche che nella città di Altamura ci fosse già a metà del Settecento una loggia massonica.[18]
Ulteriori informazioni fornite da Cagnazzi
modificaLo scienziato Luca de Samuele Cagnazzi (1764-1852), suo allievo presso l'Università degli Studi di Altamura[senza fonte], fornì una fervida descrizione del carattere di Giuseppe Carlucci. In particolare, all'interno del manoscritto Notizie varie di Altamura. Raccolte e scritte da me, Luca de Samuele Cagnazzi l'anno 1839, conservato presso l'Archivio Biblioteca Museo Civico di Altamura, così descrive il suo insegnante:
«Il costante carattere di tale illustre uomo fu di somma giustizia, probità, ed umanità che lealmente e apertamente gli mostrava coi fatti, opponendosi ben spesso a volgari o superstiziosi pregiudizi contro il buon senso, e contro ai suoi principii. E per questo lo rese qual Aristide odiato dagli ignoranti ed ipocriti, ma nonostante ciò fu generalmente amato da tutti.»
Nel libro La mia vita (l'autobiografia di Cagnazzi), sono riportate ulteriori informazioni su Giuseppe Carlucci:
«Nel Giugno [1790] ritornai in detta mia patria [Altamura] , ed intrapresi ad insegnare il corso filosofico e naturale, Cattedra che si teneva dal Primicerio Carlucci, onde occupai la dignità e la Cattedra di sì degno uomo. Egli non era stato mai in Napoli, ma non ostante era istruito bastantemente nelle materie filosofiche relativamente al tempo in cui fiorì, giacché io lo conobbi assai vecchio. Egli fu prescelto da Monsignor Cusani ad insegnare Filosofia e Matematica nel liceo che questo stabilì in Altamura verso il '50 del passato secolo. Il Primicerio Carlucci era ben istruito noelle materie ecclesiastiche e di filosofia razionale, ed avea avuto un cuore assai ben formato. Egli aveva saputo superare l'ordinaria rozzezza e durezza di cuore del tempo e del paese. Io profittai nella prima età assai della sua conversazione, e dai suoi libro più che dalla sua istruzione. I suoi scritti di filosofia non erano che un estratto del Purcotius. La candidezza del suo cuore spesso facea proferirili delle proposizioni sincere ed innocenti e sagge, ma contrarie ai pregiudizj volgari in materia di religione. Egli odiava la superstizinoe che si promuoveva da sciocchi preti. Egli si attirò la taccia di incredulo da questi. Un tale esempio non mi valse a fermarmi in seguito dall'essere sincero in tali materie, e ne piansi i successi su di me.»
Carriera
modifica- Professore presso l'Università degli Studi di Altamura (febbraio 1749-1787) - sostituito alla morte da Luca de Samuele Cagnazzi[11][20][21]
- Socio dell'Accademia dei Venturieri di Monopoli, con il nome di "il Grave".[13][22]
Opere
modifica- Giuseppe Carlucci, Ragionamento filosofico intorno al moto della Terra, Napoli, Vincenzo Flauto, 1766. (risalente al 1748, ma pubblicato nel 1766 in forma anonima)[1][23][24][25]
Note
modifica- ^ a b c I tesori delle biblioteche - Ragionamento filosofico intorno al moto della terra, su 193.205.156.4.
- ^ https://books.google.it/books?id=aj7YGgbhzLAC&pg=PA242&dq=Giuseppe+Carlucci+universit%C3%A0+altamura&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiEhobk1JblAhVNKVAKHS9cBcsQ6AEIQjAD#v=onepage&q=Giuseppe%20Carlucci%20universit%C3%A0%20altamura&f=false
- ^ raucci-2003, pag. 352.
- ^ lamiavita-1944, pag. 13.
- ^ raucci-2003, pagg. 351-352.
- ^ Il rettore dell'Università degli Studi di Altamura Cusani propose la nomina di Carlucci e inviò al Cappellano Maggiore Galiani una copia del manoscritto Ragionamento filosofico, scritto da Carlucci stesso.
- ^ dal manoscritto di Luca de Samuele Cagnazzi Notizie varie di Altamura. Raccolte, e scritte da me Luca de Samuele Cagnazzi l’anno 1839, conservato presso la biblioteca Archivio Biblioteca Museo Civico (A.B.M.C.) di Altamura.
- ^ raucci-2003, pag. 352 nota 12.
- ^ carlucci-trattato, pagg. 325-326.
- ^ raucci-ragfil, pag. 101.
- ^ a b raucci-ragfil, pag. 94.
- ^ Colaleo, pag. 32-34.
- ^ a b raucci-ragfil, pag. 96.
- ^ raucci-ragfil, pag. 98.
- ^ carlucci-trattato, , pagg. 339-340.
- ^ raucci-ragfil, pag. 100.
- ^ raucci-ragfil, pag. 111-112.
- ^ raucci-ragfil, pag. 99.
- ^ Colaleo, pag. 33, nota 13.
- ^ Copia archiviata, su altamurasveva.altervista.org. URL consultato il 20 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2019).
- ^ Colaleo, pag. 33.
- ^ petraroli-1766, pag. 54.
- ^ https://www.maremagnum.com/libri-antichi/ragionamento-filosofico-intorno-al-moto-della-terra/134429082
- ^ https://books.google.it/books?id=5j3VA5zMP80C&pg=PA242&dq=Giuseppe+Carlucci+universit%C3%A0+altamura&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiEhobk1JblAhVNKVAKHS9cBcsQ6AEIMzAB#v=onepage&q=Giuseppe%20Carlucci%20universit%C3%A0%20altamura&f=false
- ^ massafra-2002, pag. 157.
Bibliografia
modifica- Rosaria Colaleo, L'antica università e la collezione del Gabinetto di Fisica e Mineralogia di Altamura, in Altamura - Rivista storica - Bollettino dell'Archivio Biblioteca Museo Civico, n. 60, Francesco D'Amato Editore, 2019, pp. 27-41.
- Barbara Raucci, La diffusione delle scienze nell'Università degli Studi di Altamura: un difficile percorso di affermazione (PDF), Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Napoli e INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Napoli, 2003. URL consultato il 12 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2017).
- Barbara Raucci, Il Ragionamento filosofico intorno al Moto della Terra e gli Elementi di fisica composti ad uso della Regia Università di Altamura (PDF), in Antropologia e scienze sociali a Napoli in età moderna, Aracne editrice srl, 2012. URL consultato il 12 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2020).
- Vincenzo Vicenti, Medaglioni altamurani del 1799, a cura di Arcangela Vicenti e Giuseppe Pupillo, Cassano Murge, 1998.
- Luca de Samuele Cagnazzi, La mia vita, a cura di Alessandro Cutolo, Milano, U. Hoepli, 1944.
- Angelo Massafra, Patrioti e insorgenti in provincia: il 1799 in terra di Bari e Basilicata, Edipuglia srl, 2002, ISBN 978-8872283134.
- Pietro Sisto, I fantasmi della ragione: letteratura scientifica in Puglia tra Illuminismo e Restaurazione, 2002, p. 24, ISBN 978-8882293079.
- Mario Petraroli, Poesie di Mario Petraroli nell'Accademia de' Venturieri della città di Monopoli - Il difensore, Napoli, Stamperia Simoniana, 1766, p. 54.
Voci correlate
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