Francesco Maria Avellino
Francesco Maria Avellino (Napoli, 14 agosto 1788 – Napoli, 9 marzo 1850) è stato un archeologo, linguista e numismatico italiano.
Francesco Maria Avellino fu uno degli studiosi, tipici del suo tempo, che utilizzarono in vari settori metodi scientifici. Fu giurista, economista, poeta, archeologo, numismatico, epigrafista, filologo e grecista.
Biografia
modificaFrancesco Maria nacque a Napoli da Gioacchino e Rosalba Barlea. Il padre era architetto e, come scrive egli stesso[1], fu educato da Giovanni Andres, sotto la cui guida, tra l'altro, visitò Roma, "per conoscere da vicino quei magnifici monumenti".
Studiata a Napoli giurisprudenza, iniziò la pratica dell'avvocato, ma già nel 1807 iniziò dapprima a far parte della segreteria di Stato, e in seguito, nel 1814, divenne socio ordinario all'Accademia di storia ed antichità. Nel mese di marzo 1815 ebbe la cattedra di lingua greca alla regia università di Napoli. Lo stesso anno 1815, oltre a tenere la cattedra all'università, intraprese nuovamente la professione di avvocato.
Nel 1821 fu abolita la cattedra di lingua greca, e Avellino prese quella di economia pubblica, e in seguito quella di istituzioni di diritto civile.
Fu eletto segretario perpetuo dell'Accademia Pontaniana e nel 1832 ebbe lo stesso incarico all'Accademia Ercolanese al posto di Francesco Carelli.
Il 9 gennaio 1834 divenne socio dell'Accademia delle scienze di Torino.[2]
Tra il 1839 ed il 1850 fu il responsabile degli scavi archeologici di Pompei. In particolare si preoccupò prima di tutto dell'analisi dei ritrovamenti. Con il suo lavoro Osservazioni sopra alcune iscrizioni e disegni graffiti sulle mura di Pompei, che lesse nel 1840 davanti all'Accademia Ercolanese, giustificò l'uso di un nuovo tipo di fonte, i graffiti. Avellino, il primo interprete di queste fonti, fu anche il primo ad usare la parola graffiti per indicarle.
Nel 1832 pubblicò nella rivista «Progresso» un saggio sull'archeologia (Cenni sugli studi archeologici), in cui proponeva nuove metodiche di ricerca.
Nel 1840, divenne socio corrispondente dell'Académie des inscriptions et belles-lettres di Parigi. Nel 1842 fondò il «Bullettino archeologico Napoletano».
Direttore del Real Museo Borbonico, Avellino fu presidente dell'Accademia della Crusca, succedendo a Ennio Quirino Visconti.
Tra il 1808 ed il 1814 aveva pubblicato un catalogo delle monete italiane antiche: Italiae veteris numismata.
Il 5 marzo 1882 fu scoperto un suo busto a Castel Capuano, la sede del Tribunale di Napoli, con una Laudatio di Luigi Landolfi.
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ F.M. Avellino, Autobiografia Torino, 1853
- ^ Francesco Maria AVELLINO, su accademiadellescienze.it. URL consultato il 17 luglio 2020.
Bibliografia
modifica- F.M. Avellino, Autobiografia, in D. Diamilla Müller (a cura di), Biografie, autografe ed inedite di illustri italiani di questo secolo, Torino, 1853
- L.A. Scatozza, «Francesco Maria Avellino», in M. Gigante (a cura di), La cultura classica a Napoli nell'Ottocento, vol. I, Napoli 1987, pp. 815–902.
- Piero Treves, Francesco Maria Avellino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962, pp. 652-655. URL consultato l'11 maggio 2014.
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Francesco Maria Avellino
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco Maria Avellino
Collegamenti esterni
modifica- Avellino, Francesco Maria, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Antonio Sogliano, AVELLINO, Francesco Maria, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- Francesco Maria Avellino, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.
- Francesco Maria Avellino, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- Opere di Francesco Maria Avellino / Francesco Maria Avellino (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 14760632 · ISNI (EN) 0000 0000 8093 3636 · SBN SBLV200475 · BAV 495/119189 · CERL cnp00856194 · LCCN (EN) no2010152810 · GND (DE) 116389117 · BNF (FR) cb10613513v (data) |
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