Ferdinando Acton
Ferdinando Acton (Napoli, 16 luglio 1832 – Roma, 18 febbraio 1891) è stato un ammiraglio, nobile e politico italiano, Ministro della marina dal 1879 al 1883.
Ferdinando Acton | |
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Ministro della marina | |
Durata mandato | 25 novembre 1879 – 17 novembre 1883 |
Capo del governo | |
Predecessore | Cesare Bonelli (ad interim) |
Successore | Andrea Carlo Agostino Del Santo |
Ministro della guerra ad interim | |
Durata mandato | 13 luglio 1880 – 27 luglio 1880 |
Capo del governo | Benedetto Cairoli |
Predecessore | Cesare Bonelli |
Successore | Bernardino Milon |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 14 gennaio 1880 – 18 febbraio 1891 |
Legislatura | dalla XIII (nomina 11 gennaio 1880) alla XVII |
Tipo nomina | Categoria: 5 |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 22 marzo 1867 – 28 gennaio 1869[1] |
Durata mandato | 5 dicembre 1870 – 20 settembre 1874 |
Legislatura | X, XI |
Gruppo parlamentare | Destra |
Collegio | Amalfi |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Diploma militare |
Università | Real accademia di marina |
Professione | Militare |
Ferdinando Acton | |
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Nascita | Napoli, 16 luglio 1832 |
Morte | Roma, 18 febbraio 1891 |
Cause della morte | malattia |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | |
Forza armata |
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Anni di servizio | 1849–1891 |
Grado | Viceammiraglio |
Guerre | Terza guerra d'indipendenza italiana |
Campagne | Campagna piemontese in Italia centrale |
Battaglie | Assedio di Ancona |
Comandante di | Elettrico Etna |
Studi militari | Real accademia di marina |
Pubblicazioni | La flotta italiana alle grandi manovre |
Altre cariche | Ministro, senatore e deputato |
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Biografia
modificaNacque a Napoli dal barone Carlo Acton, discendente di una nobile famiglia originaria dell'Inghilterra, e dalla contessa francese Zoè Guiges d'Albon. Seguì gli studi militari presso la Real accademia di marina di Napoli ed entrò con il grado di guardiamarina nella Real Marina del Regno delle Due Sicilie. Prestarono servizio in marina anche i fratelli Guglielmo ed Emmerik. Raggiunse nel 1857 il grado di tenente di vascello e nel 1860 ottenne il comando dell'avviso Elettrico, portando in Sicilia il generale Alessandro Nunziante dopo l'abbandono da parte di quest'ultimo della marina borbonica. Proprio con Nunziante passò nelle file del Regno di Sardegna, arruolandosi nella Marina del Regno sardo, poi trasformata nella Regia Marina del Regno d'Italia, e divenne capo di Stato Maggiore aggiunto dell'ammiraglio Carlo Pellion di Persano, partecipando all'assedio di Ancona del 1860.
Entrato nella Regia Marina con il grado di capitano di fregata assunse nel 1866 il comando della pirocorvetta Etna nell'ambito della terza guerra d'indipendenza italiana, svolgendo compiti di esplorazione nel canale d'Otranto.
Carriera politica
modificaNel 1867 fu eletto una prima volta alla Camera dei deputati nel collegio di Amalfi, servendo nel corso della X legislatura fino al 1869, anno in cui fu promosso al grado di capitano di vascello di seconda classe,[2] e poi nell'XI legislatura fino al 1874.
Promosso nel frattempo al grado di contrammiraglio (1877) fu segretario generale del Ministero della marina nel 1878, sotto il ministro Enrico Di Brocchetti, e poi Ministro della marina tra il 1879 e il 1883 nei governi Cairoli III e Depretis IV. Nel corso del 1880 ricoprì ad interim per pochi giorni anche l'ufficio di Ministro della guerra.
Come Ministro della marina sostenne la realizzazione di corazzate di piccolo tonnellaggio al posto delle grandi navi, motivando tale scelta sia per i minori costi economici che per la scarsità di grandi porti sulle lunghe coste italiane. Il suo obiettivo era quello di costituire una flotta numerosa e veloce. Tale approccio, tuttavia, gli valse anche diverse critiche da parte di alcuni detrattori, spinti a favorire l'industria pesante, che bollarono questo suo atteggiamento come "troppo timido e antiquato".[3] Proprio questi dissapori furono all'origine delle sue dimissioni, rassegnate nel 1883. A lui si deve lo studio per la costruzione dell'Arsenale militare marittimo di Taranto oltre che del canale navigabile che congiunge il mar Grande con il mar Piccolo e del ponte di San Francesco di Paola, che inaugurò solennemente il 22 maggio 1887.
Nel 1880 fu nominato senatore in quanto già Ministro di Stato e continuò la sua carriera militare, venendo promosso al grado di viceammiraglio nel 1883. Nei suoi ultimi anni di servizio guidò i dipartimenti marittimi di Napoli (1886) e La Spezia (1888) e servì come Capo di Stato Maggiore della Regia Marina nonché come Presidente del Consiglio superiore di marina.
Morì a Roma nel 1891.
Vita privata
modificaNel 1856 sposò la nobile Ninfa Noemi Ramirez, figlia del marchese Vincenzo, Ministro del Re di Napoli a Vienna e Torino, dalla quale ebbe sette figli: Anna Noemi, Filomena Fernanda, Maria Vittoria, Amedeo, Maria Margherita, Gemma e Alfredo che divenne a sua volta Senatore del Regno.
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modificaOnorificenze straniere
modificaNote
modifica- ^ Cessazione per promozione a Capitano di vascello.
- ^ Camera dei deputati - Sessione del 1867 - Torna del 18 febbraio 1969 (PDF), su storia.camera.it. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ Romeo Bernotti, ACTON, Ferdinando, in Dizionario biografico degli italiani, I, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Ferdinando Acton, su Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica - senato.it.
Bibliografia
modifica- Mariano Gabriele, Ferdinando Acton, Roma, Ufficio storico della marina militare, 2000
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ferdinando Acton
Collegamenti esterni
modifica- Acton, Ferdinando, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giorgio Abetti, ACTON, Ferdinando, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
- Romeo Bernotti, ACTON, Ferdinando, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
- Ferdinando Acton, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- ACTON Ferdinando, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 10787117 · ISNI (EN) 0000 0000 6157 7584 · SBN SBNV010305 · LCCN (EN) no2005083960 · GND (DE) 124731007 |
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