Eugene Pallette

attore statunitense (1889–1954)

Eugene William Pallette (Winfield, 8 luglio 1889Los Angeles, 3 settembre 1954) è stato un attore statunitense.

Eugene Pallette nel 1920

Usò anche il nome di Gene Pallette. La sua prima moglie fu l'attrice Phyllis Gordon.

Biografia

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L'esordio e i film muti

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Nato a Winfield (Kansas), da William Baird Pallette ed Elnora "Ella" Jackson, una coppia di attori teatrali[1], Eugene Pallette frequentò la Culver Military Academy di Culver (Indiana) e seguì le orme dei genitori iniziando a recitare in compagnie di giro durante il primo decennio del Novecento[2][3]. Il debutto nel cinema muto risale al 1911 come comparsa, mentre nel 1913 l'attore ebbe il primo ruolo accreditato nel western The Fugitive, diretto da Wallace Reid e interpretato da Edward Coxen. Durante gli anni dieci apparve in numerosi altri western e partecipò a due tra le più importanti pellicole del decennio, Nascita di una nazione (1915) e Intolerance (1916), entrambe dirette da David Wark Griffith. In quest'ultimo film prese parte all'episodio dedicato alla notte di san Bartolomeo, affresco storico sulla strage degli Ugonotti ordita dalla regina di Francia Caterina de' Medici[2].

Dopo aver prestato servizio in aviazione durante la prima guerra mondiale, Pallette ritornò al cinema nel 1919[1]. A quell'epoca l'attore possedeva ancora una figura scattante e atletica, che lo rese interprete ideale del personaggio del raffinato Aramis ne I tre moschettieri (1921) di Fred Niblo, accanto a Douglas Fairbanks Sr. (D'Artagnan) e Barbara La Marr (Milady de Winter)[2].

I grandi ruoli da caratterista

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Nella seconda metà degli anni venti Pallette iniziò ad acquistare peso. L'amore per la buona tavola, un appetito incontrollabile e l'avversione per le diete[3] lo condussero a un massiccio mutamento della corporatura e lo costrinsero a passare progressivamente a ruoli di carattere[2]. Nel 1927 siglò un contratto con gli studi del produttore Hal Roach e apparve in numerosi cortometraggi comici al fianco di Stan Laurel e Oliver Hardy, passando con facilità dal muto al cinema sonoro. In questa seconda fase della carriera Pallette si distinse come caratterista, in particolare nel genere screwball comedy, grazie al suo particolare tono di voce profondo e carico di risonanze[3], al fisico corpulento e all'espressione del volto laconica e impassibile[4].

 
Eugene Pallette (a sinistra) con Mischa Auer (sullo sfondo) e Alice Brady nel film L'impareggiabile Godfrey (1936)

Nel 1932 apparve nell'esotico Shanghai Express (1932) di Josef Von Sternberg, in cui impersonò un timido passeggero preso in ostaggio da ribelli cinesi sul treno Shanghai-Pechino. Nel 1935 interpretò il primo di una lunga serie di pingui e comici milionari, personaggi patriarcali della upper-class[4], inaugurando la galleria con il ruolo di Mr. Joe Martin, un riccone che acquista un vecchio castello scozzese abitato da un amabile spettro nella commedia Il fantasma galante (1935) di René Clair. Per tutti gli anni trenta affiancò i maggiori attori brillanti dell'epoca in commedie sofisticate come L'impareggiabile Godfrey (1936), in cui impersonò Alexander Bullock, il padre della protagonista (Carole Lombard), al quale il maggiordomo Godfrey (William Powell) fa comprendere l'arroganza che deriva dalla ricchezza, La via dell'impossibile (1937) con Cary Grant e Constance Bennett, in cui vestì i panni del detective Casey, e Cento uomini e una ragazza (1937), nel ruolo di Mr. Frost, un ricco industriale che apprezza le qualità vocali di una giovane cantante (Deanna Durbin).

La carriera di Pallette raggiunse l'apice nel 1938 con La leggenda di Robin Hood di Michael Curtiz, in cui l'attore interpretò brillantemente il ruolo di Frate Tuck, dando prova di doti comiche fin dalla prima scena dell'incontro con Robin Hood (Errol Flynn), che salta sulle spalle del frate e lo costringe a un duello nelle acque di un fiume. La performance di Pallette è considerata dalla critica e dal pubblico come la miglior interpretazione del ruolo di Frate Tuck tra le numerose pellicole realizzate sul personaggio dell'arciere di Sherwood[2][3].

Gli anni quaranta e il declino

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L'attore chiuse il decennio interpretando Chick McGunn, cinico collaboratore di un uomo politico corrotto in Mr. Smith va a Washington (1939), accanto a James Stewart, per tornare subito dopo a ruoli di uomo bonario e brontolone a lui più congeniali. Per la seconda volta indossò i panni del frate nell'avventuroso Il segno di Zorro (1940), impersonando il ringhioso Padre Felipe, il quale non sospetta che dietro il ricco Don Diego de la Vega (Tyrone Power) si nasconde il ribelle in lotta contro l'oppressore del popolo. Come ne L'impareggiabile Godfrey, riprese il ruolo comico del capofamiglia milionario, il magnate della birra Horace Pike, accanto a Barbara Stanwyck in Lady Eva (1941), mentre ne Il cielo può attendere di Ernst Lubitsch (1943), interpretò il ruolo di E.F. Strable, industriale della carne in scatola in perenne conflitto con l'asfissiante moglie (Marjorie Main). Tra gli altri titoli da lui interpretati, sono da ricordare le commedie Sposa contro assegno (1941), con Bette Davis e James Cagney, e L'uomo questo dominatore (1942), con Olivia de Havilland e Henry Fonda.

Personaggio eccentrico fuori dal set, verso la metà degli anni quaranta Pallette rallentò l'attività e dopo un ultimo ruolo nel noir Orgasmo (1946), si ritirò per un paio d'anni in completo isolamento nel suo ranch di La Grande, in Oregon[3], fatto appositamente costruire con criteri antiatomici in previsione di un possibile attacco nucleare. Stanco della solitudine, nel 1948 fece ritorno a Los Angeles e riprese a frequentare la comunità di Hollywood[3], ma non apparve più sugli schermi, complice il progressivo deteriorarsi delle sue condizioni di salute. L'attore morì di cancro nel 1954, all'età di sessantacinque anni, assistito dalla sorella Beulah Phelps e dalla seconda moglie Marjorie Cagnacci, che aveva sposato nel 1932.

Filmografia

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Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano dei suoi film, Eugene Pallette è stato doppiato da:

  1. ^ a b Arthur F. McClure, Alfred E. Twomey e Ken Jones, More Character People, The Citadel Press, 1984, pag. 140
  2. ^ a b c d e Massimo Giraldi, Enrico Lancia, Fabio Melelli, 100 caratteristi del cinema americano, Gremese Editore, 2010, pag. 196-198
  3. ^ a b c d e f Il chi è del cinema, De Agostini, 1984, Vol. II, pag. 399
  4. ^ a b Le Garzantine - Cinema, Garzanti, 2002, pag. 875

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN49424219 · ISNI (EN0000 0000 5944 0589 · LCCN (ENn85376720 · GND (DE1206134402 · BNE (ESXX1799572 (data) · BNF (FRcb140411242 (data) · J9U (ENHE987007426717905171