Encopresi
Con il termine encòpresi ci si riferisce alla defecazione regolare e incontrollata nei vestiti o in altri luoghi non appropriati in un soggetto di età superiore ai 4 anni.
Encopresi | |
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Specialità | psichiatria e psicologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 307.7 e 787.6 |
ICD-10 | R15 e F98.1 |
MeSH | D004688 |
MedlinePlus | 001570 |
eMedicine | 928795 |
Etimologia
modificaIl termine encopresi deriva dalla lingua greca ἐν = in e κόπρος = sterco letteralmente quindi defecare dentro. O anche feci dentro = trattenere le feci
Età e sesso predominante
modificaIl 70% circa dei soggetti presenta l'insorgenza del sintomo prima dei 5 anni di età.
L'encopresi è più frequente nei maschi rispetto alle femmine (con un rapporto di 1.5:1).
Eziologia
modifica- Cause anatomiche
- Ragadi anali
- Stenosi anale
- Stenosi post-chirurgica di ano o retto
- Defecazione dolorosa da qualsiasi causa
- Megacolon agangliare o morbo di Hirschsprung
- Rallentamento della motilità intestinale
- Cause alimentari
- Carenza di fibre alimentari nella dieta
- Dieta troppo ricca di latte o proteine
- Scarsa assunzione di acqua
- Cause psicologiche
- Addestramento all'uso del vasino e toilette eccessivamente aggressivo oppure permissivo
- Ansia e paura o idiosincrasia del vasino e della toilette
- Conflitto emotivo con i genitori (sull'alimentazione, il mangiare, l'abbigliamento)
- Associazione con abusi sessuali in età pediatrica
Fisiopatologia
modificaCon grande frequenza l'encopresi si manifesta a seguito della stipsi cronica. Con il termine encopresi ritentiva ci si riferisce proprio alla volontaria ritenzione di feci, molto spesso conseguente alla paura dell'emissione delle stesse. In alcuni soggetti è la stessa stipsi cronica a causare delle evacuazioni irregolari e incomplete, spesso dolorose. Molti bambini spesso quando avvertono lo stimolo della defecazione lo trattengono volontariamente per evitare spiacevoli situazioni,[1] Quando il bambino si abitua alla distensione cronica del retto può non sentire più il bisogno di defecare normalmente. Questo processo termina con il passaggio di feci molli, poltacee o liquido fecale che scivolano intorno alla massa fecale trattenuta. Ne risulta un involontario imbrattamento fecale.[2]
Manifestazioni cliniche
modificaL'encopresi identifica perciò una manifestazione ben precisa, quella di defecare in luoghi inaccettabili. Rispetto a una manifestazione analoga, l'enuresi che è prevalentemente notturna, l'encopresi è al contrario prevale durante il giorno.
Si distingue in una forma primaria (quando il soggetto, tipicamente un bambino, non hai mai acquisito il controllo fecale) e in una secondaria, a comparsa in età successiva.[3]
- Storia di stipsi ed emissione di feci dure
- Riscontro di notevole quantità di materiale fecale nel corso di un esame rettale
- Storia di movimenti intestinali dolorosi
- Feci pastose riscontrate sulla biancheria
Diagnosi
modificaIl sospetto diagnostico è clinico e si basa in particolare su una anamnesi dettagliata e un esame clinico attento, in particolare dell'area genitale e perineale. A completamento è utile eseguire una radiografia addominale, in particolare se vi è un forte sospetto di stipsi ma l'esame clinico e l'esplorazione rettale non depongono in tal senso.
Prevenzione
modifica- Alimentazione corretta
- Individuazione precoce del problema: attenzione alla riduzione del numero di defecazioni, presenza di feci di grosse dimensioni e comparsa di imbrattamento fecale sugli indumenti.
- Ricercare lo svezzamento dal pannolino dopo i 3 anni.
- Trattare precocemente la dermatite da pannolino e ogni tipo di ragade anale eventualmente concomitante
La genesi è di natura psicogena o nevrogena, non trovando essa alcun ruolo in patologie nervose o muscolari.
Può essere associata a stipsi o a incontinenza da diarrea, o ancora senza né l'una né l'altra.
Può persistere dall'infanzia (encopresi primaria) o manifestarsi come fenomeno regressivo (encopresi secondaria).
Spesso si associano, nei due terzi dei casi, stipsi cronica, fecalomi, incontinenza da eccessivo accumulo di feci, e si può assistere a un megacolon psicogeno.
Trattamento
modificaIl trattamento include l'educazione e l'assistenza dei genitori perché aiutino il bambino a usare il bagno.[4]
- È importante ottenere la collaborazione del bambino nell'affrontare tale problema. Premiarlo per non aver sporcato il letto si dimostra utile.
- È importante evitare di eseguire ripetute esplorazioni o manipolazioni rettali, clisteri e supposte. Il bambino può viverle come punitive.
- I bambini più grandi dovrebbero provvedere essi stessi a lavare le lenzuola e il pigiama sporcati.
- Può portare giovamento l'uso di oli minerali (per ammorbidire le feci), polietilenglicole[5] e una dieta ricca di scorie.
- Vanno assolutamente scoraggiate punizioni e umiliazioni.
- Non occorre svegliare ripetutamente il bambino durante la notte. Anzi, può risultare controproducente e suscitare irritazione nel genitore.
- Correggere la stipsi e rimuovere i fecalomi, tramite clistere o purga produce un miglioramento significativo in circa tre quarti dei casi.
- Quando le evacuazioni divengono più regolari il bambino va incoraggiato a sedersi sul vasino o recarsi alla toilette nella stessa ora della giornata, per 10-15 minuti e 10-15 minuti dopo i pasti (per sfruttare il riflesso gastro-colico), anche se è affidato a un asilo nido o alla struttura scolastica.[6] Tecniche di bio-feedback si sono dimostrate di qualche utilità, ma sono spesso limitate dalla scarsa compliance del piccolo paziente[7]
Se il bambino non risponde ai metodi di supporto si dovrebbe ricorrere a una psicoterapia per il bambino e la sua famiglia.[8] Prima è comunque bene escludere problemi fisico-anatomici (vedi diagnosi).
Follow-up
modificaDi norma vi è una buona risposta al trattamento. Tuttavia è possibile che in alcuni casi si verifichino delle recidive. Pertanto è opportuno continuare il trattamento per almeno 6-12 mesi, garantendo delle visite di controllo ogni 4-8 settimane, a giudizio del curante.
Note
modifica- ^ Rovetto F.M. Enuresi ed encopresi. Masson Italia Editori, Milano (1987)
- ^ Hatch TF. Encopresis and constipation in children. Pediatr Clin North Amer. 1988;35:257-278.
- ^ Hyman PE, Fleisher DR.: A classification of disorders of defecation in infants and children. Semin Gastrointest Dis 1994;5:20.
- ^ Levine MD, Bakow H. Children with encopresis: a study of treatment outcome. Pediatrics 1976;58:845.
- ^ Fontana M, Martelli L. Nuovi farmaci per vecchi problemi: stipsi e polietilenglicole. Medico e Bambino (dicembre 2004)
- ^ Clinical Practice Guideline, Evaluation and Treatment of Constipation in Infants and Children: Recommendations of the North American Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutrit. 2006;43:e1-e13.
- ^ Wald A, Chandra R, Gabel J, Chiponis D. Evaluation of bio-feed-back in childhood encopresis. J Ped Gastroenterol Nutr 1987;6:554.
- ^ Martin H. Cacca addosso e pipì a letto. Guida al trattamento comportamentale dell'encopresi e dell'enuresi. Ecomind Editore. (2001)
Collegamenti esterni
modifica- (EN) encopresis, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 2737 · LCCN (EN) sh85042990 · BNF (FR) cb14473382k (data) · J9U (EN, HE) 987007543344605171 |
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