Edifici nella regione IV (Ostia)

lista di un progetto Wikimedia

Analogamente alla suddivisione di Roma in 14 regioni, anche Ostia era stata divisa in regioni, in numero di almeno cinque, delle quali non conosciamo l'estensione o i confini. L'attuale identificazione delle regioni è quella ipotizzata dall'archeologo Guido Calza già nel 1924[1]

Suddivisione della città antica in regioni

La regione IV comprende il settore meridionale, tra il tratto occidentale del decumano massimo e il tratto meridionale del cardine massimo.


Di seguito la descrizione degli edifici presenti.

Isolato Edifici Fotografie
IV,I
NE: cardine massimo
S: mura del I secolo a.C.
NO: limite interno
IV,I,1 Tempio della Magna Mater Il tempio si trova all'estremità sud ovest della vasta area nota come Campo della Magna Mater. Si tratta di un piccolo tempio edificato su di un podio in opus latericium, costituito da un'unica cella, preceduta da un pronao a quattro colonne. Di fronte al tempio c'è un grande altare in muratura.[2]
 
Scala di accesso al podio
IV,I,2 Porticato Porticato largo 4,50 metri, che corre a sud del Campo della Magna Mater, lungo la cinta muraria repubblicana. Il porticus ha colonne in mattoni, mentre pilastri in mattoni con opus mixtum erano addossati al muro. [3]
 
Resti del porticato
IV,I,3 Santuario di Attis Il Santuario di Attis, o Attideum. è situato sul lato est del Campo della Magna Mater. È preceduto da un'area scoperta abbastanza ampia, circondata da un muro, accessibile da ovest grazie ad un ingresso composto da un portico con due pilastri in marmo. Il santuario vero e proprio fu aggiunto nel terzo quarto del III secolo d.C. , con l'ingresso fiancheggiato da due semicolonne con grandi rilievi in marmo di Pan, ciascuno con una zampogna da pastore a sei canne e un bastone da pastore. I rilievi sono stati datati alla seconda metà del III secolo. La parete di fondo contiene un'abside, nelle pareti laterali ci sono due nicchie rettangolari poco profonde. Al centro dell'abside, a un'altezza di circa 3,00, c'è una piccola finestra rettangolare. [4]
 
Sculture ritrovate nel santuario ora esposte al Museo archeologico ostiense.
IV,I,4 Tempio di Bellona Il tempio di Bellona è un sacello dedicato alla dea italica Bellona a Ostia.

Si trova sul lato orientale del "Campo della Magna Mater" , ed è costituito da un piccolo edificio con cella preceduta da due colonne (il tutto in laterizio), sopraelevato di tre gradini. L'interno presentava pareti affrescate e un pavimento in mosaico bianco con soglia in marmo e sul fondo un basso podio.[5]

 
Tempio di Bellona
IV,I,5 Schola degli Hastiferi La sede degli Hastiferi, i portatori di lancia, si trova sul lato orientale del Campo della Magna Mater, sul lato opposto al Tempio di Bellona, a cui erano devoti.

L'ingresso ha un portico con cinque gradini in e due colonne, tutto in marmo. La sede è composta da una sala quadrata di circa 5,50 x 5,50 metri per lato, con basi in muratura poste contro il muro di fondo. Il pavimento e le pareti erano decorati con opus sectile. [6]

 
Schola degli Hastiferi
IV,I,6 Fossa sanguinis La Fossa del Sangue, al lato del Tempio di Bellona, era usata per il sacrificio del toro. Due gradini tra pilastri in mattoni conducono a un pavimento in opus spicatum; da lì una stretta scala con gradini in travertino conduce a una piccola stanza sotterranea, con una volta sul retro. I fori indicano che questa stanza era coperta da una grata. [7]
IV,I,7 Sacello Questo sacello, dedicato a una divinità sconosciuta, che si trova lateralmente rispetto all'Attideum, è costituito da un'area aperta, circondata da un muro di mattoni, al cui centro si trova un altare di tufo.[8]
IV,I,8 Sacello Il sacello, vicino all'altro (IV, I, 7) e anche questo dedicato ad una divinità sconosciuta, presenta un'anticamera con pilastri in mattoni e un mosaico geometrico bianco e nero, e una cella in opus reticulatum e latericium. [9]
IV,I,9 Botteghe Lungo il percorso del cardo massimo sul lato nord-est del Campo della Magna Mater c'è una fila di botteghe, dove si trovava l'ingresso con frontone che conduceva al campo. I fori nella soglia mostrano che l'ingresso poteva essere chiuso. Dietro l'ingresso c'è un "vestibolo" con panche lungo i lati. Il pavimento è costituito da una rampa coperta con opus spicatum, che scende verso il campo. Presumibilmente la rampa facilitava l'arrivo e la partenza dei carri come parte delle processioni.[10]
IV,I,10 Edifici Lungo il lato nord-occidentale del Campo della Magna Mater sono presendi alcune stanze, costrutire in diverse epoche, di cui si ignora l'utilizzo.[11]
IV,II NE: cardine massimo
NO: via della Caupona
SO: area non scavata
limite interno (campo della Magna Mater
IV,II,1 Terme del Faro Le Terme del Faro furono costruite agli inizi del II secolo d.C. e furono ristrutturati più volte fino alla fine del IV secolo d.C. . Prendono il loro nome da un grande mosaico bianco e nero con scene marine e la raffigurazione di un faro al centro.

Da una planimetria del 1805 risulta che a quell'epoca parti delle terme erano già esposte. Tuttavia non furono completamente scavati fino al luglio 1940 da G. Calza.

Le terme si trovano sul Cardo Maximus nella parte meridionale della città. Accanto all'ingresso c'è un bar da un lato e un negozio dall'altro. Dietro l'ingresso c'è il vestibolo. A sinistra e a destra ci sono gli spogliatoi. Nello spogliatoio di sinistra si trova il mosaico con il faro che dà il nome alle terme. Dal vestibolo si accede al frigidarium con una grande vasca sul lato sud. Le pareti recano murales figurativi, tra cui il mito di Europa e il Toro. Ad ovest si aprono tre ambienti riscaldabili, alcuni dei quali erano anch'essi decorati con mosaici. [12][13]

 
Affresco di Europa con il Toro
IV,II,2-4 Portico e caseggiato dell'Ercole Questo complesso è incentrato su una piazza centrale interna pavimentata con blocchi di basalto. L'edificio 2 è il Portico di Ercole lungo il Cardo meridionale, su cui si trpvano gli ingressi di più di una decina di locali. La cosidetta Casa di Ercole, si trova invece all'interno che fiancheggia la piazza.[14]
 
Caseggiato
IV,II,5 Caseggiato Edificio che ha l'unico ingresso sulla piazza interna al caseggiato dell'Ercole, con diversi stanze, forse parte di un unico appartamento. In una stanza si possono vedere resti di affresco, dove su uno sfondo bianco sono raffigurati un'edicola gialla, una ghirlanda gialla e un rettangolo rosso con un lato curvo.[15]
 
Caseggiato
IV,II,6 Caupona del Pavone La caupona, o popina, assimilabile alla moderna osteria, destinata agli residenti della zona meridionale della città, si apriva sul Cardo Massimo. Aveva il bancone in fondo all'edificio, ed è nota soprattutto per gli eleganti affreschi che la arredavano.[16][17][18]
 
Resti di un affresco
IV,II,7 edificio con ambienti su tre lati di un cortile centrale, uno dei quali con fontana, e botteghe lungo la via della Caupona
IV,II,8 edificio con botteghe lungo la via e ambienti ai due lati di un corridoio
IV,II,9-10 e 12-14 edifici diversi intorno ad una piazza non pavimentata raggiungibile dalla piazza interna del caseggiato dell'Ercole
IV,2,11 Mitreo degli Animali
 
Mitreo
Mitreo
IV,III NE: cardine massimo
NO: passaggio interno
SO: area non scavata
SE: via della Caupona
IV,III,1 Domus delle Colonne[19]
IV,III,2 fila di botteghe sul passaggio interno che si diparte dal cardine massimo
IV,III,3 Domus dei Pesci[19]
 
Domus dei pesci
IV,III,4 Domus di via della Caupona
IV,III,5 domus scarsamente conservata
IV,IV NE: cardine massimo
N: via del Tempio rotondo
O: via di Iside e area non scavata
SE: passaggio interno
IV,III,1 Ninfeo degli Eroti[19][20]
IV,III,2 Domus della Nicchia a mosaico[21] La sua origine è datata tra il 50 e il 40 a.C., con strutture in opus reticulatum con blocchi di tufo. Alcune modifiche posteriori dovrebbero risalire alla seconda metà del secolo II d.C. e deve il nome ad una pseudo-edicola, forse della seconda metà del secolo II.[22][23] L'arco di contorno e l'interno della nicchia sono decorati con conchiglie, ciottoli di fiume (colorati in rosso) e paste vitree blu. Nella nicchia si trova oggi una statua femminile trovata sul cardus davanti all'edificio.[24]
IV,III,3 Domus di Giove Fulminatore Una delle più grandi domus di Ostia, ed una delle più antiche, di impianto repubblicano. Deve il nome ad una iscrizione ancora visibile in un piccolo altare di marmo, situato nel tablinio (sala da pranzo): ΔΙΙ / ΚΑΤΑΙ / ΒΑΤΗΙ, ossia "A Giove Discendente (con fulmini e tuoni)".[25]
 
Mosaico della domus
IV,III,4 grande latrina
IV,III,5 ninfeo semicircolare
IV,III,6 caseggiato con botteghe lungo la via del Tempio rotondo e lo spazio dietro il ninfeo e un appartamento a medianum aperto su corte interna
IV,III,7 Domus di via del Tempio rotondo
IV,III,8 Terme bizantine
IV,III,9 Caseggiato del Viridario
IV,V E: via del Pomerio e via di Iside
NO: decumano massimo
SO: angiporto delle Taberne finestrate
SE: area non scavata
IV,V,1 e 2 Macellum e taberne dei Pescivendoli
 
IV,V,3 edificio con botteghe lungo via del Pomerio e ambienti con vasche
IV,V,4 Caseggiato del Sacello
IV,V,5 e 6 caseggiato con botteghe lungo la via di Iside e piccolo stabilimento termale inserito nel cortile interno
IV,V,7 caseggiato con ambienti ai due lati di una strada chiusa (vicolo del Dioniso)
IV,V,8 Domus dell'Aquila
IV,V,9 Caseggiato del Dioniso[26]
resti sotto IV,V,7-9 resti di una domus repubblicana con atrio e peristilio
IV,V,10-11 Terme delle Sei colonne
IV,V,12 magazzino con sei ambienti ai lati di un corridoio centrale, accessibile da sud
IV,V,13 Mitreo delle Sette porte
IV,V,14 edificio con sale pilastrate e ambienti ai lati di un passaggio verso il magazzino a nord
IV,V,15 Schola del Traiano[27]
IV,V,16 Casa a peristilio domus a peristilio precedente alla schola del Traiano, insieme alla casa dei Bucrani
IV,V,17 edificio con cortile a pilastri in laterizio scavato solo parzialmente
IV,V,18 Caseggiato delle Taberne finestrate
IV,VI NE: angiporto delle Taberne finestrate
NO: decumano massimo
SO: limite interno
SE: area non scavata
IV,VI,1 edificio con ambienti e botteghe ai due lati di un passaggio centrale aperto sul decumano massimo
IV,VII NE: limite interno
NO: decumano massimo
SO: mura del I secolo a.C.
SE: area non scavata
IV,VII,1-2 Portico e caseggiato della Fontana con lucerna
IV,VII,3 caseggiato con portico lungo il decumano massimo solo parzialmente scavato
IV,VII,4 Caupona di Alexander
IV,VII,5 fila di ambienti addossati alle mura cittadine e aperti sulla via interna detta via della Caupona di Alexander
IV,VIII NE: mura cittadine
NO: decumano massimo
SO: via di Cartilio Poplicola
SE: area non scavata
IV,VIII,1 Foro di Porta Marina
IV,VIII,2 cisterna
IV,VIII,3 Santuario della Bona Dea
IV,VIII,4 ninfeo
IV,VIII,5 fila di botteghe affacciate su un portico lungo via di Cartilio Poplicola
IV,VIII,6 piccolo edificio con ambienti intorno ad un cortile, forse di abitazione
IV,IX NE: via di Cartilio Poplicola
NO: decumano massimo
SO: via Severiana
SE: via della Marciana
IV,IX,1 Loggia di Cartilio Poplicola
IV,IX,2 Sepolcro di Cartilio Poplicola
IV,IX,3 edificio con ampi ambienti solo parzialmente scavato
IV,IX,4 edificio con botteghe su via di Cartilio Poplicola e su via della Marciana e cortile interno con quattro ambienti sul fondo
IV,IX,5 Caupona del dio Pan e Mitreo dei Marmi Colorati In quella che era una caupona (osteria, bettola) del III sec. d.C. edificata fuori Porta Marina, che prende il nome da un mosaico che raffigura la lotta tra Eros e Pan,[28] viene a installarsi, nel IV sec., un mitreo - l'unico extraurbano finora noto a Ostia - che trasforma completamente la destinazione d'uso dell'edificio. Rialzando un ambiente semi sotterraneo, si realizzò lo speculum mitraico, ossia l'aula di culto, che venne pavimentato con circa un migliaio di piccole lastrine irregolari di marmi colorati provenienti dai quattro angoli dell'Impero, tutte di reimpiego, che valgono al mitreo la sua attuale denominazione. Nella nicchia absidale dovevano trovarsi un thronum e un rilievo marmoreo, entrambi perduti. Lungo uno dei lati c'è un podium, anch'esso ricoperto dalle crustae marmoree e, in prossimità dell'ingresso, si trovano un pozzo e un'aiuola. Le pareti sono dipinte con una decorazione imitante il marmo. Affreschi decorano anche gli altri ambienti del complesso, nei quali si trovano anche dei graffiti legati al culto mitraico. Dopo neppure un secolo di vita, il complesso venne messo fuori uso e smantellato. Un successivo crollo ne sancì il definitivo abbandono. Gli studiosi che lo hanno riportato alla luce nel 2014 ritengono che possa essere l'ultimo mitreo edificato nell'Impero Romano.[29][30] Nell'edificio sono state ritrovate 192 monete romane, delle quali solo 25 in giacitura primaria, ovvero nello stesso spazio dove sono state abbandonate; tra queste un asse di Gordiano III (241-243 d.C.), un sesterzio, un asse e un antoniniano di Treboniano Gallo (251-253 d.C.). La maggior parte delle monete risalgono all'epoca in cui l'edificio era utilizzato come caupona.[31]
IV,IX,6 incrocio tra via della Marciana e via Severiana Caseggiato delle Due Scale (Caseggiato lungo la Via Marciana) e Terme dello Scheletro
IV,IX,7 Terme del Sileno
IV,X NE: via di Cartilio Poplicola
NO: via della Marciana
SO: via Severiana
SE: area non scavata
IV,X1-2 Terme di Porta Marina
IV,XI-XIV isolati non scavati lungo la via Severiana
IV,XV lungo la via Severiana Terme di Musiciolo
IV,XVI isolato non scavato lungo la via Severiana
IV,XVII lungo la via Severiana IV,XVII,1 Sinagoga
IV,XVII,2 edificio con ninfeo
IV,XVII,3 edificio non scavato
  1. ^ Le Regioni di Ostia antica, su ostiaantica.beniculturali.it. URL consultato il 5 ottobre 2024.
  2. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Tempio della Magna Mater (IV,I,1), su ostia-antica.org. URL consultato il 9 dicmebre 2024.
  3. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Portico IV,I,2, su ostia-antica.org. URL consultato il 9 dicembre 2024.
  4. ^ (EN) Regio IV - Regio I - Santuario di Attis (IV,I,3), su ostia-antica.org. URL consultato il 9 dicembre 2024.
  5. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Tempio di Bellona (IV,I,4), su ostia-antica.org. URL consultato il 9 dicembre 2024.
  6. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Schola degli Hastiferi (IV,I,5), su ostia-antica.org. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  7. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Fossa sanguinis (IV,I,6), su ostia-antica.org. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  8. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Sacello IV,I,7, su ostia-antica.org. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  9. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Sacello IV,I,8, su ostia-antica.org. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  10. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Botteghe IV,I,9, su ostia-antica.org. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  11. ^ (EN) Regio IV - Insula I - Edifici IV,I,10, su ostia-antica.org. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  12. ^ (EN) Regio IV - Insula II - Terme del Faro (IV,II,1), su ostia-antica.org. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  13. ^ Terme del Faro, su nadis.it. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  14. ^ (EN) Regio IV - Insula II - Portico e Caseggiato dell'Ercole (IV,II,2-4), su ostia-antica.org. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  15. ^ (EN) Regio IV - Insula II - Caseggiato IV,II,5, su ostia-antica.org. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  16. ^ (EN) Regio IV - Insula II - Caupona del Pavone (IV,II,6), su ostia-antica.org. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  17. ^ Il Thermopolium, su archeorome.com. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  18. ^ Caupona del Pavone: disegno di parete dipinta., su nadis.it. URL consultato l'11 dicembre 2024.
  19. ^ a b c Ostia Antica, su romanoimpero.com. URL consultato il 20 ottobre 2024.
  20. ^ Taddei, p. 30
  21. ^ Taddei, pp. 30-31
  22. ^ Inventario #5528, su nadis.it. URL consultato il 6 novembre 2024.
  23. ^ Domus della Nicchia a Mosaico (Ostia, Italia), Reg. IV, Is. IV, la nicchia con la statua di Venere e pozzo, su dhc.aarome.org. URL consultato il 6 novembre 2024.
  24. ^ Scheda e cartina della domus della Nicchia a mosaico, su ostia-antica.org.
  25. ^ (EN) https://www.ostia-antica.org/regio4/4/4-3.htm, su ostia-antica.org. URL consultato il 1° novembre 2024.
  26. ^ Taddei, pp. 22-23
  27. ^ Taddei, p. 23
  28. ^ David, par. 9.
  29. ^ (EN) Scheda sulla Caupona del dio Pan e sul mitreo dei Marmi Colorati, su ostia-antica.org. URL consultato il 6 novembre 2020.
  30. ^ David, par. 23.
  31. ^ Stefano De Togni, Ritrovamenti monetali e mitraismo nel mondo romano, su openstarts.units.it, 26 ottobre 2024, pp. 48-50.

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica