Deutsche Wirtschaftsbetriebe
La Deutsche Wirtschaftsbetriebe (DWB) fu un progetto lanciato dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, organizzato e gestito dalle Allgemeine-SS, il cui scopo fu quello di trarre profitto dall'uso del lavoro forzato dei detenuti dei campi di concentramento nazisti.
Gruppo holding delle SS
modificaNel luglio 1940, Oswald Pohl (agendo su consiglio di Walter Salpeter e Hans Hohberg) fondò la DWB a Oranienburg I (campo di concentramento di Sachsenhausen), come holding per la maggior parte delle imprese di proprietà delle SS al fine di compensare i profitti delle altre società delle SS con le perdite della Deutsche Erd- und Steinwerke GmbH.[2] La DWB fu una holding per più di 25 industrie SS.
Oswald Pohl, già a capo del WVHA, fu anche il capo ufficiale di DWB. Georg Lörner, già alto funzionario della WVHA, fu un altro socio fondatore.[3] Attraverso la proprietà azionaria, DWB controllava un'ampia varietà di imprese in diversi settori, come cave di pietra, impianti di produzione di mattoni, cementifici, fabbriche farmaceutiche, immobili, abitazioni, materiali da costruzione, stampa e rilegatura di libri, porcellana e ceramica, acqua minerale e succhi di frutta, mobili, prodotti alimentari, tessuti e cuoio.[4] Alcune di queste attività e proprietà furono precedentemente già sequestrate o espropriate ai legittimi proprietari.
Facevano parte della holding le seguenti società:[5]
Gruppo materiali da costruzione, ceramica e porcellana
- DEST
- Ostindustrie (OSTI)
- Pragobau AG
- Golleschauer Portlandzementfabrik AG
- Ostdeutschebaustoffwerke GmbH
- Zettlitzer Kaolinwerke AG
- Schlackenwerk Linz GmbH
- Porzellan Manufaktur Allach München GmbH
- Porzellanfabrik Victoria GmbH
- Tonwerke Großes Werder GmbH
- Essin GmbH
- Porag Porzellan-Radiatorenwerk GmbH
- Bohemia Keramische Werke AG
- Deutsche Torfverwertung GmbH
- Klinker-Zement GmbH
Gruppo cibo e bevande
- Deutsche Lebensmittel GmbH
- Selchwaren- und Konservenfabrik AG
- Salami und Nahrungsmittelfabrik AG
- Freudentaler Getränke GmbH[5]
- F. Kunerle ohG
- Deutsche Versuchsanstalt für Ernährung und Verpflegung GmbH
- Societä Anonima Prodotti Agricoli Vitaminici Apuania
- Lesnoplod Orava Sojka a Spol
- Mattoni
- Apollinaris
- Sudetenquell
Gruppo carta, stampa ed editoria
- Papierfabrik Neudeck AG
- SS-Druckschriftenversand GmbH
- Forschungsanstalt für das Deutsche Buchwesen GmbH
- Lumbeck-Gesellschaft für das deutsche Buchwesen mbH
- SS-Vordruck-Verlag GmbH
- Völkischer Kunstverlag GmbH
- Großdeutscher Bilderdienst GmbH
- Friedrich Franz Bauer GmbH
- Deutsche Briefkasten-Reklame GmbH
- Nordland-Verlag
Gruppo insediamento e infrastrutture
- Gesellschaft für technisch-wirtschaftliche Entwicklung mbH (Getewent)
- Siedler Wirtschaftsgemeinschaft Zamosc GmbH
- Allod Eigenheim-und Kleinsiedlungs GmbH
- Erste Gemeinnützige Baugesellschaft für Kleinwohnungen GmbH
- Haus-und Grundbesitz GmbH
- Gemeinnützige Wohnungs- und Heimstättengesellschaft mbH (Dachau)
Gruppo tessile e vetro
- Gesellschaft für Textil- und Lederverwertung mbH (Texled)
- Rheinahr-Glasfabrik GmbH
Gruppo mobilio e interni
- Deutsches Sperrholz- und Fournierwerk GmbH
- Verkaufsstelle Berliner Möbelwerkstätten eGmbH
- Deutsche Ausrüstungswerke (DAW)
- Deutsche Meisterwerkstätten GmbH[5]
- Deutsche Heimgestaltung GmbH
- Deutsche Edelmöbel GmbH
Gruppo altre imprese
- Gesellschaft für Seuchenbekämpfung mbH
- Asid GmbH
- Deutsche Heilmittel GmbH
- Anton Loibl GmbH
- Deutsche Schieferöl GmbH (Unternehmen Wüste)
Ruolo nei crimini di guerra
modificaDopo la seconda guerra mondiale, i capi sopravvissuti della WVHA furono processati per crimini contro l'umanità in quello che divenne noto come processo Pohl. La maggior parte di loro fu dichiarata colpevole. Sia Pohl che Lörner furono condannati a morte per impiccagione, sebbene Lörner riuscì a ottenere la commutazione della pena di morte in pena detentiva. Il tribunale per i crimini di guerra pose particolare enfasi sul ruolo che gli imputati svolsero in quattro sussidiarie del DWB:
- La DEST, che gestì cinque cave di granito, sei impianti di mattoni e tegole, e un impianto per il taglio della pietra;
- La Klinker-Zement, operante nella produzione di mattoni e blocchi di calcestruzzo, prodotti ignifughi, ceramica, calce e gesso. Questa società aveva grandi filiali a Golleschau, Praga, Lvov e Białystok;
- La Ostindustrie, organizzata nel marzo 1943 e sciolta un anno dopo; utilizzando il lavoro forzato ebraico gestì tutte le industrie ebraiche confiscate nella Polonia occupata, comprese fonderie, stabilimenti tessili, cave, vetrerie e altro;
- La Deutsche Ausrüstungswerke, gestì varie industrie in sette campi di concentramento.[4]
La DEST in particolare divenne nota per lo sfruttamento in condizioni di vita brutali del lavoro dei detenuti dei campi di concentramento nel campo di Mauthausen-Gusen in Austria.
Note
modifica- ^ (DE) List of 2,500 firms that employed forced labourers, su ta7.de, New Germany, 16 novembre 1999 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
- ^ Jaskot, p. 27.
- ^ Nuremberg Military Tribunal, pp. 1004–1008.
- ^ a b Nuremberg Military Tribunal, p. 962.
- ^ a b c Enno Georg, Die wirtschaftlichen Unternehmungen der SS, 2010, ISBN 9783486703764.
Bibliografia
modifica- Paul B. Jaskot, The Architecture of Oppression: The SS, Forced Labor and the Nazi Monumental Building Economy, Routledge, 2002, ISBN 978-1-134-59461-0.
- Nuremberg Military Tribunal, United States of America v. Oswald Pohl, et al. (Case No. 4, the "Pohl Trial"), in Judgment of the Tribunal (regarding Georg Lörner), 3 November 1947, V.
Approfondimenti
modifica- Francis R. Nicosia e Jonathan Huener, Business and Industry in Nazi Germany, University of Vermont Center for Holocaust Studies Berghahn Books, 2004, ISBN 1-57181-654-2.
- Wolfgang Sofsky, The order of terror: the concentration camp, Princeton University Press, 1996, ISBN 0-691-04354-X.