Eremiti di San Girolamo
Gli Eremiti di San Girolamo, detti di Fiesole (in latino Ordo Fratrum Eremitarum Sancti Hieronymi Congregationis Faesulani), furono un ordine religioso attivo tra il 1405 e il 1668.
Storia
modificaLa congregazione fu fondata da Carlo Guidi, della famiglia dei conti di Montegranelli, sacerdote della diocesi di Sarsina e membro del terz'ordine francescano.[1]
Si ritirò a condurre vita comune con altri terziari presso l'oratorio di Santa Maria del Sepolcro sul colle di Fiesole e nel 1404, forse su consiglio del domenicano Giovanni Dominici, diede inizio alla nuova famiglia religiosa, dedicata a san Girolamo.[1]
Il fondatore istituì anche un ramo secolare: la compagnia di San Girolamo.[1]
Ancora vivente Carlo Guidi, sorsero i conventi di San Michele alla Porta a Verona, di San Girolamo a Padova e di Santa Maria delle Grazie a Venezia.[1]
Gli eremiti di San Girolamo chiesero e ottennero il riconoscimento pontificio da Innocenzo VII, ma per la morte del papa non fu redatto il documento di approvazione; il successore di Innocenzo, papa Gregorio XII, diede forma giuridica all'approvazione con la bolla Sacrum nonnullorum dell'8 luglio 1415.[2]
I religiosi erano sottoposti alla regola di sant'Agostino; i loro conventi erano strutturati in priorati, con una casa-madre e un preposito generale; il supremo organismo di governo dell'ordine era il capitolo generale, che si riuniva annualmente.[2]
La loro spiritualità era ispirata agli scritti di san Girolamo ed era consuetudine nei conventi dell'ordine leggere la lettera XXII a Eustochio dopo le lodi mattutine.[3]
Gli eremiti conducevano una vita ascetica e contemplativa, ma curavano anche le attività pastorali, lo studio e, a Bologna, l'insegnamento della teologia e delle arti liberali. Promuovevano la devozione a san Girolamo e alla Vergine delle Grazie.[3]
Sotto il generalato di Giacomo d'Alessandria fu adottato un abito diverso da quello originale, troppo simile a quello dei terziari francescani: non accettando questa innovazione, il 20 agosto 1460 alcuni religiosi, riuniti nei conventi di San Girolamo a Padova e di San Pietro a Vicenza, si staccarono dall'obbedienza al preposito generale e furono assoggettati ai vescovi del luogo. La riunificazione dei due rami si ebbe pochi anni dopo e fu approvata da papa Paolo II il 20 giugno 1465.[3]
A Roma gli eremiti avevano una sede presso il convento di San Salvatore de Corneliis, concesso loro da papa Pio IV, ma papa Paolo V nel 1612 fece demolire l'edificio per permettere al cardinal nepote di costruire il suo palazzo e diede ai religiosi la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi.[3]
Nel Seicento l'ordine iniziò a manifestare segni di decadenza. Fu soppresso inizialmente solo a Napoli nel 1654 e poi, definitivamente, da papa Clemente IX con la bolla Romanus Pontifex del 6 dicembre 1668. Con una lettera al nunzio Lorenzo Trotti il papa concesse i beni dell'ordine alla Repubblica di San Marco per finanziare la guerra contro l'Impero ottomano.[3]
Note
modificaBibliografia
modifica- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.