Chiesa di Santa Maria di Betlem (Sassari)
Santa Maria di Betlem è una chiesa di Sassari, ubicata, con l'annesso convento dei frati conventuali, in piazza Santa Maria. Il tempio è dedicato alla Vergine.
Chiesa di Santa Maria di Betlem | |
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Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Località | Sassari |
Indirizzo | piazza Santa Maria |
Coordinate | 40°43′35″N 8°33′15″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Maria Assunta |
Arcidiocesi | Sassari |
Stile architettonico | romanico (esterno)
barocco (interno) |
Inizio costruzione | XII secolo |
Completamento | XIX secolo |
Sito web | www.smbsassari.com/ |
Storia
modificaTra il secondo e il terzo decennio del XIII secolo, la comunità francescana si insediò a Sassari, dopo aver ricevuto in dono il monastero di Santa Maria di Campulongu, che nel 1106 era stato donato ai benedettini di s.Vittore di Marsiglia dal giudice di Torres Costantino I di Lacon-Gunale[1]. Negli anni 70 e 80 del XIII secolo fu ampiamente modificato l'impianto preesistente della chiesa e del convento.
Il primo intervento consistente è quello collocato tra il 1440 e il 1465[2] quando la chiesa venne ampliata e praticamente rifondata, con la realizzazione tra l'altro di alcune cappelle in stile tardogotico e una enorme volta a crociera nel presbiterio. Alla fine del XVI secolo vi fu educato e vi divenne sacerdote Francesco Zirano, frate francescano martire e poi beato. Nel XVII secolo fu aggiunta l'abside semicircolare ad ingrandimento del coro. Le capriate lignee della copertura della navata vennero sostituite nel XVIII secolo con volte a crociera. Tra il 1829 e il 1834[3] la chiesa venne restaurata su progetto del frate architetto Antonio Cano, che introdusse nella fabbrica elementi architettonici e decorativi dello stile rococò e neoclassico; tra gli altri interventi, venne realizzata la struttura cupolata, a pianta ellittica, che andò a sostituire il transetto a volta gotica del precedente impianto. Lo stesso Cano, nel 1813 aveva curato il restauro del convento attiguo. Nel 1846, l'architetto Antonio Cherosu realizzò la torre campanaria a canna cilindrica che sostituì il campanile gotico catalano a pianta ottaganale del XIV secolo, crollato improvvisamente dopo i lavori del frate Cano. Nel 2014, a seguito della beatificazione di padre Francesco Zirano, all'esterno della chiesa è stata collocata una statua che ne rappresenta il martirio. Vandalizzata poco tempo dopo, è ora collocata nel cortile del convento.
La chiesa è sede di sette gremi cittadini: il gremio dei Muratori, quello dei Sarti, degli Ortolani, dei Falegnami, dei Contadini, dei Piccapietre e degli Autoferrotranvieri.
Descrizione
modificaLa facciata a capanna, risalente all'originaria fabbrica duecentesca, è in pietra arenaria. Alla base è presente l'alto zoccolo, dal quale originano le robuste paraste angolari. Il prospetto si sviluppa su tre livelli; nel primo, delimitato da una cornice decorata da una serie di archetti pensili (1236-1238), si apre il portale strombato, architravato e sormontato da un arco a tutto sesto. Il livello intermedio ospita il grande rosone, mentre nel terzo livello si trova un oculo, aperto probabilmente nel XVIII secolo. Caratterizzano l'esterno della chiesa anche la cupola ellittica e il campanile cilindrico, sormontato da un cupolino. Internamente, il tempio si presenta a navata unica, con cappelle laterali, transetto e presbiterio particolarmente profondo. La navata, coperta da volte a crociera, è scandita da lesene, aggiunte dal Cano nel XIX secolo, e presenta tre cappelle sul lato destro e quattro sul lato sinistro, frutto di ampliamenti quattro - cinquecenteschi. Il transetto cupolato, opera ottocentesca del Cano, ha pianta centrale e vi si aprono quattro cappelle e alcune nicchie in cui sono ospitate le effigi di santi francescani, separate da colonne con capitelli compositi.
Cimitero
modificaDa poco si è riscoperta la vasta area sepolcrale sotto la chiesa, occultata da ripavimentazioni moderne, grazie al georadar, mentre si stava procedendo con il restauro dell'area presbiteriale.[4]
Galleria d'immagini
modificaNote
modifica- ^ Porcu Gaias, Storia architettonica e urbanistica dalle origini al '600, pag. 40. Opera citata in bibliografia
- ^ Segni Pulvirenti-Sari, Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale scheda 28. Opera citata in bibliografia
- ^ Naitza, Architettura dal tardo ‘600 al classicismo purista, scheda 75. Opera citata in bibliografia
- ^ Cimitero sotto l'altare, su m.lanuovasardegna.it.
Bibliografia
modifica- Salvatore Naitza. Architettura dal tardo '600 al classicismo purista. Nuoro, Ilisso, 1992. ISBN 88-85098-20-7
- Roberto Coroneo. Architettura Romanica dalla metà del Mille al primo '300. Nuoro, Ilisso, 1993. ISBN 88-85098-24-X
- Francesca Segni Pulvirenti, Aldo Sari. Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale. Nuoro, Ilisso, 1994. ISBN 88-85098-31-2
- Marisa Porcu Gaias. Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al '600[collegamento interrotto]. Nuoro, Ilisso, 1996. ISBN 88-85098-41-X
- Maria Grazia Scano. Pittura e scultura dell'Ottocento. Nuoro, Ilisso, 1997. ISBN 88-85098-56-8
Voci correlate
modifica- Sassari
- Faradda di li candareri
- Beato Padre Francesco Zirano
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene altre immagini della chiesa di Santa Maria di Betlem
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su smbsassari.com.
- (EN) Chiesa di Santa Maria di Betlem, su Structurae.