Busachi

comune italiano

Busachi (Busache in sardo[3][4]) è un comune italiano di 1 131 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna.

Busachi
comune
(IT) Busàchi
(SC) Busàche
Busachi – Stemma
Busachi – Bandiera
Busachi – Veduta
Busachi – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sardegna
Provincia Oristano
Amministrazione
SindacoGiovanni Orrù (lista civica) dal 30-5-2010 (3º mandato dal 26-10-2020)
Territorio
Coordinate40°02′N 8°54′E
Altitudine379 m s.l.m.
Superficie59,03 km²
Abitanti1 131[1] (31-12-2023)
Densità19,16 ab./km²
Comuni confinantiAllai, Fordongianus, Ghilarza, Ortueri (NU), Samugheo, Ula Tirso
Altre informazioni
Cod. postale09082
Prefisso0783
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT095017
Cod. catastaleB281
TargaOR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) busachesi
(SC) busachesos
Patronosant'Antonio di Padova
Giorno festivo13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Busachi
Busachi
Busachi – Mappa
Busachi – Mappa
Posizione del comune di Busachi all'interno della provincia di Oristano
Sito istituzionale

Geografia fisica

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È situato a un'altezza media di 379 m. sul livello del mare, con punte di 416 m. nella sua parte più alta. Tra la parte alta e la parte bassa di Busachi ci sono quasi 80 metri di differenza, avendo la parte più bassa, nella zona ovest del paese, un'altitudine di 340 m.

Il territorio di Busachi confina con i seguenti comuni: a nord Ula Tirso, il comune più vicino, situato a 2,7 km, a est Ortueri, situato a circa 11 km, a sud-est Samugheo, a circa 12 km, a sud Allai, circa 10 km di distanza, a sud-ovest Fordongianus, distante 12 km, e a nord-ovest Ghilarza, a 16 km.

 
L'antica chiesa di Sant'Antonio

Già area abitata durante il Neolitico e durante l'epoca nuragica per la presenza di numerose Domus de Janas e di alcuni nuraghi, in epoca medievale appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Parte Barigadu, della quale fu capoluogo dopo Fordongianus. Alla caduta del giudicato (1420) entrò a far parte del Marchesato di Oristano, ed alla definitiva sconfitta degli arborensi (1478) divenne un feudo sotto gli aragonesi. Nel territorio sorgeva la villa di Moddaminis, appartenente alla stessa curatoria, che andò distrutta in epoca aragonese, e di cui resta la chiesa gotica di Santa Susanna, consacrata nel 1349. Nel 1790 il paese formò un marchesato, concesso a Donna Teresa Deliperi; successivamente passò ai Leda Manca, ai quali venne riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone del comune di Busachi sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 6 ottobre 2003.[5]

«Stemma di azzurro, alla torre d'oro, murata di nero, merlata alla guelfa di tre, finestrata con due finestre di nero ordinate in fascia, chiusa dello stesso, la porta ornata dalla cornice di rosso, essa torre fondata sulla rupe di argento, questa fondata sulla campagna diminuita ed erbosa di verde, essa rupe accompagnata da due pianticelle di lino, fiorite ognuna di cinque, al naturale, una e una, nodrite nella campagna diminuita. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[6]

La variante del sardo parlata a Busachi è riconducibile alla Limba de mesania.

Cultura

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  • Museo del costume e della tradizione del lino[7]
 
Costume femminile

Le feste principali di Busachi sono il santo patrono Sant'Antonio di Padova (13 giugno), San Bernardino (20 maggio), Santa Susanna (11 agosto, festeggiata nel novenario e chiesa campestre a lei dedicata) e Sant'Antonio Abate (16 gennaio, festeggiato con le tradizionali tuvas come in altri paesi del circondario e della zona nord-est della provincia di Oristano).

Una festività molto sentita è rappresentata dalla Pasqua con i riti della Settimana Santa, tra cui s'iscravamentu di origine catalana (la deposizione di Cristo dalla croce), mentre un'altra festa popolare spesso celebrata è il carnevale.

Geografia antropica

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Il paese è diviso in tre parti principali: Busach'e susu (di su), Busach'e josso (di giù) e Campu Majore. Oltre a queste tre zone principali troviamo a Busachi diversi rioni (orrugas) minori o piazze con nomi storici che, procedendo da ovest verso est, sono: Giollantine, S'Iscalledda, Lìgios, Su Pregollu, Montigu, Sa Concia, Lados, Patz'e Funtana, Triullore, sa 'Ia Noa, Patz'e Cuateri, Collegiu, Concone, Patz'e Crèsia, Cogode, Patz'e Cote, Bingia 'e Putzu, (su ponte 'e) Sas Nughes, Bingia 'e Cunventu, Sas Codinas, Patz'e Sas Mèndulas, Sa Rughita. Appena fuori dal centro abitato troviamo tra gli altri: Mitza Losa (nome di una fonte in una zona all'estremità nord-ovest del paese, pronunciato dagli abitanti come "Nintzallosso"; la parola mitza è di origina punica e significa appunto sorgente, fonte, mentre losa è una parola spagnola di origine latina e prima ancora celtica-ispanica che significa lastra di pietra),[8] Santa Maria, Santu Perdu.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Giovanni Orrù Lista civica "Continuità nel rinnovamento" Sindaco
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Giovanni Orrù Lista civica "Per il bene di tutti" Sindaco
26 ottobre 2020 in carica Giovanni Orrù Lista civica "Continuità onestà trasparenza per il bene di tutti" Sindaco
  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 108, ISBN 88-11-30500-4.
  4. ^ Consiglio Comunale di Busachi, Adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 18 del 24.08.2010.
  5. ^ Busachi (Oristano) D.P.R. 06.10.2003 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 22 giugno 2022.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Cultura Italia, un patrimonio da esplorare, su culturaitalia.it. URL consultato il 26 settembre 2016.
  8. ^ (ES) losa, su Diccionario de la lengua española.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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