Ardara
Ardara (Àldara in sardo) è un comune italiano di 708 abitanti della provincia di Sassari, nell'antica regione del Logudoro.
Ardara comune | |
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(IT) Ardara (SC) Àldara | |
Veduta | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Sassari |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Dui (lista civica) dal 16-5-2011 (3º mandato dall'11-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 40°37′20″N 8°48′36″E |
Altitudine | 296 m s.l.m. |
Superficie | 38,19 km² |
Abitanti | 708[1] (29-2-2024) |
Densità | 18,54 ab./km² |
Comuni confinanti | Chiaramonti, Mores, Ozieri, Ploaghe, Siligo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 07010 |
Prefisso | 079 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 090005 |
Cod. catastale | A379 |
Targa | SS |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 480 GG[3] |
Nome abitanti | (IT) ardaresi (SC) aldaresos |
Patrono | Madonna del Regno |
Giorno festivo | 9 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Ardara nella provincia di Sassari | |
Sito istituzionale | |
Storia
modificaNel Medioevo Ardara fu una delle dimore fisse dei giudici di Torres e degli organi governativi: può essere considerata, pertanto, la sede di residenza privilegiata del regno dopo la decisione di trasferirvi la corte da Torres tra i secoli XI e XII. A quel periodo risalgono, infatti, i principali monumenti. I sovrani decisero di lasciare Porto Torres a causa del clima non salubre e per le continue minacce dei barbareschi: scelsero, dunque, Ardara per passarvi gran parte dell'anno, e il castello di Burgos per trascorrervi i mesi estivi.[4]
Furono dunque costruiti il palaczio regis[5] (dove abitava il giudice con la famiglia e operavano il governo e la cancelleria), e la cappella palatina di Santa Maria del Regno[6], dove venivano celebrati i matrimoni, le intronizzazioni e i funerali della dinastia regnante dei Lacon-Gunale.
Nella chiesa, dinanzi ad Alessandro, legato di Gregorio IX, e al primo consorte Ubaldo Visconti di Gallura, Adelasia di Torres sottoscrisse un atto di sottomissione alla Santa Sede, nel dicembre 1236, in cui la nominava erede in caso di mancanza di figli.[7]
Fu l'energica donnikella Giorgia, sorella di Gonnario Comita, a chiamare ad Ardara le maestranze pisane per procedere alla loro costruzione. Il Palazzo (non castello) aveva un aspetto solenne, a più piani e varie finestre, con gli ingressi che davano sulla campagna: ai primi dell'800 ne rimanevano discreti resti, oggi si vede solo il residuo di una torre di 12 metri e pochi avanzi di mura. Intorno alla "reggia", vero fulcro del potere giudicale, vi erano altri edifici governativi o gentilizi.
La basilica è uno dei più significativi monumenti romanico-pisani della Sardegna: al suo interno, dietro l'altare maggiore, è custodito il Retablo Maggiore di Santa Maria del Regno, un'opera di rilievo del Cinquecento sardo eseguita da Martin Torner e la predella da Giovanni Muru. Nella cripta sottostante è stata rinvenuta la tomba della regina Adelasia di Torres (regno: 1236-59) che morì nel non lontano castello del Goceano. La giudicessa, prima di ritirarsi a Burgos, trascorse lunghi periodi nel Palazzo di Ardara (dove nacque[8]), anche con il secondo marito re Enzo di Svevia, figlio naturale dell'imperatore Federico II, che aveva sposato proprio a Santa Maria del Regno nel 1238.
La morte senza eredi di Adelasia, nel 1259 ca., causò la fine del giudicato di Torres e la sua spartizione a vantaggio dei Doria, dei Malaspina e del giudicato di Arborea. Ardara fu assegnata ai Doria e il suo declino fu lento e inesorabile[senza fonte].
Enzo di Svevia, comunque, nonostante il divorzio da Adelasia e il suo stato di prigionia a Bologna, continuò a fregiarsi del titolo di re di Torres, fino alla morte (1272).
Il castello fu inutilmente assediato nel 1326 dagli aragonesi e venne venduto nel 1355 da Damiano Doria al giudice di Arborea; il borgo seguì le sorti del castello. Occupato poi dagli aragonesi durante la guerra sardo-catalana, dopo la sconfitta degli arborensi divenne un feudo. All'inizio del XV secolo ne era in possesso Raimondo Ruisech, che lo vendette nel 1440 al sassarese Francesco Saba. Nel corso delle guerre tra Leonardo Alagon, marchese di Oristano, e Nicolò Carroz viceré aragonese dell'Isola, il castello fu inutilmente assediato da truppe del primo, capeggiate da Artaldo Alagon e da Giovanni De Sena visconte di Sanluri; le truppe vennero respinte e i due capitani furono costretti a rifugiarsi a Mores, dove vennero sconfitti (1478).
Il paese andò poi decadendo, decimato dalla peste.
Nel 1614 fu incorporato nel marchesato di Mores, feudo dei Manca, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
Oggi è comunque un piccolo ridente borgo con un passato importante e una maestosa chiesa che lo sovrasta per ricordarlo.
Simboli
modificaLo stemma e il gonfalone del comune di Ardara sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 ottobre 1981.[9]
«D'argento, alla torre quadrata di rosso vista di spigolo, murata, chiusa e finestrata di nero, merlata alla guelfa, fondata su campagna di verde e accompagnata nel canton destro del capo da una mitra. Ornamenti esteriori da Comune.»
Vi è rappresentata la torre del castello giudicale, simbolo del paese. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitetture religiose
modifica- Cappella palatina di Santa Maria del Regno, chiesa parrocchiale di Ardara in stile romanico, (XI secolo). Al suo interno il retablo maggiore.
- Chiesa di San Pietro
- Oratorio di Santa Croce in stile revival medievale.
Architetture militari
modificaSiti archeologici
modifica- Nuraghe Rio Runaghe
Altro
modifica- Anfiteatro comunale
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[10]
Lingue e dialetti
modificaLa variante del sardo parlata ad Ardara è quella logudorese settentrionale.
Cultura
modificaMusei
modifica- Museo Giudicale
- Mostra fotografica permanente della storia di Ardara
Biblioteche
modifica- Centro sociale polivalente, all'interno la biblioteca intitolata al parroco "Don Eugenio Cocco"
Eventi
modifica- Marzo - Chentinas de Su Regnu
- 8 - 9 - 10 maggio - Festa patronale Nostra Signora del Regno
- 22 maggio - Festa di Santa Rita
- Giugno - Festa di San Pietro
- Agosto - Ferragosto ardarese
- Settembre - Festa Di Santa Croce
Economia
modificaL'economia di Ardara è prevalentemente agro-pastorale. Presenti comunque anche attività commerciali.
Amministrazione
modificaPeriodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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6 giugno 1993 | 27 aprile 1997 | Paolo Giovanni Nuvoli | DC | Sindaco | [11] |
27 aprile 1997 | 13 maggio 2001 | Paolo Giovanni Nuvoli | liste civiche di centro-destra | Sindaco | [12] |
13 maggio 2001 | 28 maggio 2006 | Giuseppe La Grassa | lista civica | Sindaco | [13] |
28 maggio 2006 | 15 maggio 2011 | Paolo Giovanni Nuvoli | lista civica | Sindaco | [14] |
15 maggio 2011 | 5 giugno 2016 | Francesco Dui | lista civica "Continuità e sviluppo per Ardara" | Sindaco | [15] |
6 giugno 2016 | 11 ottobre 2021 | Francesco Dui | lista civica "Progetto Comune per Ardara" | Sindaco | [16] |
11 ottobre 2021 | in carica | Francesco Dui | lista civica "Progetto comune per Ardara" | Sindaco | [17] |
Sport
modifica- Supporters Rossoblu Ardara, militanti nel campionato FIGC di terza cattegoria.
- I Centauri Bikers
Impianti sportivi
modifica- Piscina comunale
- Stadio "Bobbore Piu"
- Palestra
Note
modifica- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 29 febbraio 2024.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Costa, p.20
- ^ dove, nella metà dell'XI secolo, fu scritta la Carta di Nicita che costituisce il primo documento della tradizione scrittoria in volgare sardo
- ^ A cura di Giuseppe Meloni, Il Condaghe di San Gavino, Cagliari, CUEC, 2005, ISBN 88-8467-280-5.
- ^ Costa, p.25
- ^ Costa, p.103
- ^ Ardara, su araldicacivica.it. URL consultato il 16 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunali 06/06/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 27/04/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 13/05/2001, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 28/05/2006, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 15/05/2011, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 05/06/2016, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali Sardegna 10/11 ottobre 2021, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 17 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2021).
Bibliografia
modifica- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- E. Costa, Adelasia di Torres, Nuoro 2008.
- Francesco Floris (a cura di), La grande enciclopedia della Sardegna: eventi storici, politici e culturali, artistici, letterari, sportivi, religiosi, soldati e attori, gastronomia, costumi e bellezze naturali dalle culture prenuragiche fino ai grandi avvenimenti del nostro secolo, Roma - Cagliari, Newton & Compton - Edizioni della Torre, 2002, ISBN 9788882897482, OCLC 879899382.
- Francesco Tedde, Ardara capitale del Giudicato di Torres, Cagliari 1986.
- Id., Ardara i retabli di Nostra Signora del Regno. Quartu Sant'Elena 2005.
- Il Condaghe di San Gavino, Cagliari, 2005, Centro di Studi Filologici Sardi, CUEC, a cura di Giuseppe Meloni. ISBN 88-8467-280-5
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ardara
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Ardara
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.ardara.ss.it.
- Àrdara, su sapere.it, De Agostini.
- Sito web istituzionale, su comune.ardara.ss.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 242296734 · LCCN (EN) n2001011142 · GND (DE) 4625259-9 · J9U (EN, HE) 987007491975105171 |
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